Lunedì, 30 novembre 2009 @10:52
"Non esiste una vita trasparente, Ana. Ogni donna ha un segreto, per piccolo che sia. Tutte ne hanno almeno uno".
(Marcela Serrano)
Quel segreto è una piccola scheggia di luce conficcata nel mio cuore. Quel segreto è qualcosa che non sussurro neppure a me stessa. Quel segreto lo leggo ovunque, in un cellulare che vibra, nel fondo della mia tazzina di caffè. Quel segreto, sei tu.
(La frase di Marcela Serrano, scrittrice cilena, è tratta da "Noi che ci vogliamo così bene", Feltrinelli: un vecchio romanzo di quattro amiche, quattro vite, segreti e amori che si intrecciano. Il libro non mi è piaciuto, ma mi è piaciuto moltissimo leggerlo: perché è il recentissimo regalo, dal titolo affettuoso come un abbraccio, di una delle mie più care amiche, la mia ex compagna di banco del ginnasio)
Sono arrivata qualche giorno fa a Parigi, invitata – io che non sono laureata – a tenere la mia prima (e spero non ultima!) conferenza in Università: per la precisione, si terrà oggi, all'Università di Tours, e il titolo è "Le glamour bon marché –le journalisme de mode à l’époque de la récession" . Sì, avete letto bene: una conferenza accademica glam cheap! Sono emozionatissima, ancor più perché sarà davanti a una platea di studenti e studentesse di italiano dell’università… (E così, per fortuna, non devo parlare in francese).
Vi manderò presto cronache parigine (non ci crederete, ma ho incontrato Emma e Stella...) e vi ricordo che venerdì 4 dicembre sarò a Roma, alla libreria Flexi. (E no, non parlerò in francese!)
Marina | Martedì, 1 dicembre 2009 @23:51
infatti ci ho pensato e nella pigrizia e la testa tra le nuvole di qs giorni non sono andata su google a vedere dove si trova tours...che ignorante, ma magari sarei venuta pure li, ti dico ogni scusa e' buona, ma oggi sono andata a pranzoa da una amica care e mi ha fatto gia' molto bene!
LISA | Martedì, 1 dicembre 2009 @08:31
Per DBDvB: un complimento da un ragazzo che porta questo nome da romanzo vale perlomeno il doppio! Per MARINA A BRUXELLES MA ANCHE A PARIGI: ma la conferenza era all'Università di Tours, non proprio vicino a Bruxelles... Però sarebbe stato divertente vederti spuntare nell'anfiteatro! Per URSENNA: mai stata in un dépôt-vente (doveva essere prima della mia trasformazione in giornalista fintoglam). In compenso sono stata, a Parigi, a un paio delle nuove ossessioni fashion: le ventes privées. Molto glam cheap. E' lì che ho incontrato Stella. Vi racconterò.
Daniel Beaumatin-Delbono von Battemberg | Lunedì, 30 novembre 2009 @20:51
Grazie per questa conferenza molto interressante. Posso aggiungere che era difficile concentrarsi talmente la conferenziera era splendide..!
Grazie ancora,
DBDvB
Simona | Lunedì, 30 novembre 2009 @19:59
Che bello l'argomento della conferenza e altrettanto bello essere invitate a tenere una conferenza sugli argomenti preferiti. Te l'ho sempre detto che con Stella avevi precorso i tempi. E difatti ora in tutti i femminili si trovano articoli sulla "moda low cost". Ma si può sapere cosa aspettano quelli della Mikado, della Cattleya e co.? Ovvero: Stella sul red carpet a braccetto con Emma. Ciao!
Miriam | Lunedì, 30 novembre 2009 @18:42
Cara Lisa,
come vorrei esserci! Ma senti, data la tua competenza, confessa, sei stata tu la consulente "glam cheap" del film Sex&theCity2", che parlerà proprio di questo argomento?
Siamo orgogliose di te, c'è bisogno di dirlo?
Marina | Lunedì, 30 novembre 2009 @17:32
si puo sapere perche' non l' hai detto prima? mannaggia prendevo un treno e venivo e vederti, bxl paris un' ora e venti si fa, proprio oggi che cercavo un motivo per non mettere piedi in ufficio, e infatti non lo faro' manco domani...baci psro tutto bene!
Aerin | Lunedì, 30 novembre 2009 @13:56
Cara Lisa - un bellissimo progetto!
naturalmente vogliamo leggere "gli atti" del tuo intervento. In bocca al lupo.
Ursenna | Lunedì, 30 novembre 2009 @13:17
ma la laurea te l'abbiamo data tutti noi, forse come me alla terza scheggia di poesia che mi si è conficcata dentro con tanta voglia di cercarti fuori da City.. Bon courage!! A proposito, quando stavo a Parigi qualche anno fa usavano molto i dépôt-vente dove non solo si comprava l'usato ma anche il nuovo dei jeunes créateurs. A me piaceva il negozio Début in Avenue Laumière, una boutique piccola che ricorda la catena Antoine et Lili. La proprietaria metteva musica che a me piaceva, cambiava spesso le vetrine, il sabato organizzava tè e letture di tarocchi, e non di rado vi si trovavano i créateurs in cerca di incoraggiamento per riuscire a vivere del loro lavoro. Mi piacerebbe sapere se esiste ancora questa realtà, a volte non proprio cheap, ma pur sempre molto glam! Conservo ancora un paio di pantaloni lunghi gessato a cui la creatrice aveva aggiunto una gonnellina di tulle nero su tre quarti, e con un oblò sulla coscia sinistra. Descritto così pare orribile... ma quanto mi piacquero e mi piacciono tuttora!
Sabrina | Lunedì, 30 novembre 2009 @12:37
Che bella opportunità, Lisa! Sono contenta per te, sia perchè la conferenza ha un taglio decisamente interessante, sia perchè Parigi è una città meravigliosa e l'Università affascinante. Buona settimana a tutti!
patrizia rogers | Lunedì, 30 novembre 2009 @11:05
A saperlo! sono ritornata ieri da Parigi, dopo una settimana... avremmo potuto incontrarci per un caffè! comunque, Parigi è sempre incantevole...
supersimo86 | Lunedì, 30 novembre 2009 @10:56
questa frase ...quasi un segreto svelato
Venerdì, 27 novembre 2009 @08:26
"Gli aveva chiesto: dimmi di quando saremo sposati. Lui, come sempre, le aveva detto: allora saremo sempre felici. Non era molto loquace, Giovanni; ma lei, con quel filo gettato, seguitava a ricamare nell’immaginazione. Capiva che sposarsi non voleva dire solo incontrarsi, come adesso facevano; voleva dire tradurre in realtà quella parola, famiglia, che fino allora le era sembrata astratta, come la parola poesia".
(Alba de Céspedes)
Il matrimonio, è una traduzione.
(Lo so che quella virgola è grammaticamente sbagliata: ma mi piaceva, come un sospiro, un respiro, dopo la parola matrimonio. La frase di oggi è tratta da un racconto di Alba de Céspedes scritto alla fine degli anni Quaranta, che si intitola "La sposa"; fa parte della raccolta "Invito a pranzo", un vecchio libro Mondadori. Una scrittrice purtroppo dimenticata: per conoscerla meglio, per saperne di più, andate al mio post del 29 ottobre).
Ieri era Thanksgiving. Una delle piu`belle feste americane: fermarsi, nelle vite troppo di corsa, e rendere grazie. Ieri, come dicono gli americani, I counted my blessings. Piccolo esercizio di gratitudine: perche`tutti abbiamo qualcosa di cui rendere grazie. Non dimentichiamolo.
LISA | Lunedì, 30 novembre 2009 @19:20
Ancora per Miriam: ma la Libreria Pagina Dodici è a Verona? Se questo è il link giusto, troppo carina...
http://paginadodici.blogspot.com/
LISA | Lunedì, 30 novembre 2009 @10:49
Per MIRIAM: l'Autrice va (volentieri) dov'è invitata, quindi certo, adoro le piccole librerie! Per GIUSEPPE: sono d'accordo con il messaggio qui sotto. Per favore, scrivi di meno, e in ogni caso scrivi in maniera più chiara, davvero non ti si capisce. O forse scrivi solo per te? Allora, però, non scrivere qui...
lascociata | Domenica, 29 novembre 2009 @17:45
Per Giuseppe : Li può rendere più chiari i suoi post per favore, perché scrivi tanto ma purtroppo non fa capire un bel niente? Puoi essere anche un grande poeta ma scritte in questo modo nessuno ti capisce. Grazie in anticipo!
giuseppe | Sabato, 28 novembre 2009 @18:04
mediugorie in un evento televisivo
talvolta la scienza
può apparire nelle vesti
di una seducente fanciulla
panacea di tutti i mali
come in una interessante trasmissione televisiva
Mistero
che ho visto l'altro giorno.
Potremmo pensare ad ogni vicenda dellal vita
come a un miracolo
e quello di mediugorie veniva presentato
con le immagini dei fanciulli e delle veggenti
sin da quando La Signora in grigio
con qualche raggio dorato
apparve loro non più distante di una nuvola.
Lassù sulla collina
una croce blu si poteva raggiungere
camminando su sassi scoscesi
e avvicinarsi a un mare di nuvole
che rimaneva aggrappato al cielo più grande.
Scorrevano i filmati
come se i macchinari volessero misurare il miracolo
e le telecamere cogliere l'estasi
Ma a sorprendere era il fatto che simultaneamente
i veggenti cadevano inginocchiati e in preghiera
e a scorrere non era il tempo interiore dell'anima
ma il tempo del mondo.
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
giuseppe | Sabato, 28 novembre 2009 @11:09
buona domenica ai lettori e alle terrici di Lisa,
se interessa la storia repubblicana leggere il mio blog
leggi Lotta continua e noi
Miriam | Venerdì, 27 novembre 2009 @18:41
Ciao, Lisa, hai proprio ragione a ricordarcelo: "tutti abbiamo qualcosa di cui rendere grazie"...per fortuna che ci sei tu!
preziosa, sensibile, speciale, nostra Lisa... e se non riesco a venire ad una tua conferenza a MI o a Roma (vivo in Veneto), potrei invece riuscire a portare TE da noi, nella nostra piccola e speciale Libreria, che organizza tabti incontri e readings (per chi ne avesse voglia: Libreira PaginaDodici, klikkate su google e trovate il link): sarebbe davvero bello, che ne dici, Lisa?
Un abbraccio e buon w-end a tutte/i.
giuseppe | Venerdì, 27 novembre 2009 @11:59
in attesa di qualche matrimonio
una disgressione sociale per la giornalista lisa corva di City
Quando ero agente educatore di un carcewre minorile beneventano
tentai con la mia ribellione giovanile di liberare le ali ai ragazzi reclusi-finendo anch'io 'prigioniero'.
forse anche dei miei sogni?
più recentemente frequentai il monticello di bellona -luogo del disagio psichico che vogliono chiudere per mora lasciando all astrada o ai tempi vuoti diun appartamento quei ragazzi-come scrive il direttore Franco Falco di Dea Noitizie.
leggi articolo Solidarietà agli amici de Il Monticello.
ho scritto una lettera di solidarietà a Dea Notizie e a La Gazzetta di Casetrta-
ma anche se Il Quotidiano di caserta mi pubblicò una trentina dilettere 2005/6
i giornalisti casertani non mi amano troppo
nè io più loro-ma nessuno può imprigionare gli aquiloni.
Giovedì, 26 novembre 2009 @08:10
"Lui era notturno e lei era solare da guardare.
Uniti producevano una luce esatta e una fresca ombra.
Erano un signore e una signora proprio adatti.
Anche di notte?
Sì, di notte l’oscurità li avvolgeva e li univa, come emisferi".
(Vivian Lamarque)
Di notte, so che sei vicino, anche se non ci sei. Di notte, ti posso quasi toccare.
(I versi di oggi sono tratti dall’antologia "Il signore d’oro", Crocetti. Ma chi è il signore d’oro? Non un amante, non un amore, come pensavo all’inizio. Ma lo psicanalista junghiano da cui Vivian Lamarque – poetessa milanese – andò in analisi. Vivian Lamarque è anche la poetessa che leggo quando voglio essere accarezzata dalla poesia; insieme a Billy Collins e Wyslawa Szymborska. Poesie da comodino).
Luis Roma | Sabato, 28 novembre 2009 @01:46
Mi hai fatto vibrare l'anima, complimenti.
Zilito. | Giovedì, 26 novembre 2009 @19:56
La notte.
A volte l'altro rappresenta uno specchio.
Che riflette alcune nostre fattezze.
Altrimenti sconosciute.
L'altro allora potrebbe non essere troppo distante.
Anzi.
Quando mi è capitato, di innamorarmi.
(autentiche bufere)
Probabilmente ero più vicino di quanto pensassi.
Alla mia parte più dimenticata.
L'addio.
Però rischia così di diventare un'autentica morte.
Un lutto.
Per questa parte che torna nell'ombra.
francy | Giovedì, 26 novembre 2009 @17:15
adoro il buongiorno del city che scrivi infatti la mia giornata universitaria nn può cominciare se nn leggo il buongiorno....complimenti sn bellissimi =)
anto | Giovedì, 26 novembre 2009 @13:46
la diversità unisce e attrae, rende completo il ns. essere.
Essere abbracciati dall'ombra del ricordo della persona amata anche quando non è con noi....
Amare, sognare e immaginare.
Un caleidoscopio di emozioni.
Lisa, complimenti per i pugni in pieno petto che sai dare con qs. piccole perle.........
Mercoledì, 25 novembre 2009 @07:39
"Tre grandi tristezze ci sono al mondo
Tre tristezze grandi e nessuno sa
Come evitare queste tristezze
Prima tristezza Non so dove morrò
Seconda tristezza Non so quando accadrà
E l’ultima Non so dove sarò all’altro mondo
Così ho sentito cantare Lasciamo così
Lasciamo così come si canta
Per riuscire
A prendere l’angoscia come una maniglia ed entrare".
(Jan Skácel)
L’angoscia: una maniglia da afferrare, per uscire da questa porta. Ed entrare nella serenità.
(Jan Skácel è un poeta della Repubblica Ceca, e visse a Brno, quando ancora era Cecoslovacchia; i versi di oggi sono tratti da "Il colore del silenzio", Metauro edizioni.
Brno è anche la città dove si trova Villa Tugendhat, capolavoro dell’architettura del Novecento, la casa che Mies van der Rohe costruì alla fine degli anni Venti, a cui si è ispirato Simon Mawer per uno dei più bei romanzi che ho letto quest’anno, "La casa di vetro", Neri Pozza. Casa di vetro, casa di un sogno: quello di una coppia di ebrei, i Tugendhat, che furono costretti a lasciare la casa e il loro Paese nel 1938, e non tornarono mai più. Lo scrittore inglese immagina che la casa parli: e racconti, dagli anni Venti ad oggi, le storie delle persone che l’hanno attraversata e abitata; le storie ma anche la Storia, la guerra, il nazismo, il socialismo… Un romanzo che ci ricorda tutti i silenziosi segreti delle case)
LISA | Lunedì, 30 novembre 2009 @10:46
Per EX ASPIRANTE DONNA BETA: ben ritrovata...
Celisa | Giovedì, 26 novembre 2009 @15:08
Sabrina, NO!
Non lasciarti abbattere così!
Ti capisco, tante volte mi sento come te e non mi capacito di come gli uomini possano essere così crudeli o distanti. Ma tanti, miei amici, mio cugino, mi fanno sulle donne gli stessi lamenti che io faccio sui maschi.
Allora? Forse il problema è che abbiamo tutti paura della solitudine ma di più di essere feriti, ancora, e non ci mettiamo più in gioco, non ci apriamo più agli altri. Ma sei ancora in tempo, siamo ancora in tempo.
Prima e dopo i 30. Prima e dopo gli -anta.
Resisti. Resistiamo.
ex-ex-ex aspirante donna beta | Giovedì, 26 novembre 2009 @08:14
Ciao Lisa,continuo sempre a venirti a trovare di tanto in tanto...certo il salotto si è tinto di mille colori,ma meglio così.L'unica vera grande mia paura è la malattia e perciò la sofferenza di chi sta male e di chi gli sta vicino...alludo alle malattie che non ti danno scampo.Tutto il resto è vita,perciò si risolve vivendo.Un abbraccio virtuale!
LISA | Giovedì, 26 novembre 2009 @08:08
SABRINA, è vero. Ma l'antidoto contro la tristezza della solitudine è la vita stessa. E forse, adesso che ci penso, anche contro l'angoscia di morte.
giuseppe | Mercoledì, 25 novembre 2009 @19:03
ero allegro se danzavi con i sogni
muto come un pesce quando mi chiedevi della notte
senza tregua ed orizzonti(da Sono questo mondo-1990)
Quanto alla tristezza mi viene in mente la mia tristezza sognante..e poi quando mi tolsero i miei mattini(io non ero un aqulione/non lo ero senza cuore-cerso significativo
Su La Croce del Sud -salerno nella rubrica quando amor mi ispira
emanuele occhipinti commentò con favore miei graziosi e vivaci bozzetti lirici-evidenziandone un sottofondo di tristezza e di solitudine.in particolare nella lirica più significativa storia quasi d'amore del fiore dell'inverno-dove il poeta per un bisogno troppo perfetto d'amore
si propone come fiore dell'inverno'con tutto ciò che di bello e di triste c'è nel fiore e nell'inverno.
oggi vivo una situazione tristissima-i riti quotidiani in una società all'apparenza luccicante avversano la fantasiia del poeta e artistache rimane in una solitudine stellare e siderale.
Granfuoco | Mercoledì, 25 novembre 2009 @17:00
Perchè ti penso
perfetta e commovente
pari a quelle poesie
che balenano in mente
quando non ho la penna per fermarle
Sabrina | Mercoledì, 25 novembre 2009 @15:36
La poesia di oggi non tiene conto della quarta grande paura, la solitudine... Paura che penso sia comune a molte persone... Io ieri ho chiuso la porta ad altre 2 possibili speranze, il bel ragazzo che vedo al bar tutti i giorni (che non conosco, ma non dà cenni di interesse di alcun tipo, nè mi saluta) e un altro che ogni tanto arriva alla riscossa e che poi si tira regolarmente indietro..Ieri l'ho incontrato ed è stato una continua critica, non è la prima volta che mi succede, mi domando a volte cosa la gente voglia da me...Non capisco, tante volte le persone con me sono arroganti, eppure io non sono una criticona, nè mi permetterei mai un atteggiamento simile..E' come se volessero schiacciarmi per forza, ma ora sono stanca, mi dispiace ma abbandono il campo di battaglia e mi concentro su altre cose, come il lavoro o lo studio.. E' una vita che sono sola, ma ora che sono più vicina ai 30 che ai 20 non me la sento davvero più. Scusate se ne parlo con voi, ma ultimamente parlo di queste cose solo con una mia amica che in questi giorni non c'è e voi tutti, con Lisa, mi tenete compagnia, mi fate sentire meno sola. Un abbraccio grande
giuseppe | Mercoledì, 25 novembre 2009 @12:36
sul tema dell'amicizia ho citato il verso di celisa
l'abbraccio di un amico sarà sempre diverso dall'abbraccio di un fidanzato.vedi www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
oggi intervento A Figu e Famiglia Gatti-ricordo che il mio è un blog 'televisivo'
dove il linguaggio talvolta forse è da talck show,
una volta delle ragazze di un magistrale di Capua mi chiesero delle poesie.
la mia piacque più di quelli di grandi poeti-pseudonimi
ma la poesia che picque di più era di marceline delmore-mi sembra.sul tema dell'amore e dell'amicizia
Antonella | Mercoledì, 25 novembre 2009 @09:39
Ciao a tutte le donne.
Oggi è la giornata de "Il cuore al femminile".
A Milano al Museo della scienza e della tecnologia si può fare gratuitamente l'elettrocardiogramma e partecipare alle ore 18 a una conferenza tenuta da Gianna Schelotto: si parlerà di salute delle donne e della cura del loro cuore come organo e come sentimento.
Buona giornata a tutte.
Antonella
Martedì, 24 novembre 2009 @09:23
"Mi ha baciata così lentamente, con la bocca aperta, che ogni singola parte del mio corpo – la pelle, le clavicole, gli incavi dietro le ginocchia – tutto dentro di me si è riempito di luce".
(Kathryn Stockett)
Senza di te, tutto è grigio, tutto è buio. Quindi, ti prego, avvicinati. Stringimi: più forte. E baciami: aspetto che il tuo bacio faccia luce nel mio buio.
(La frase che ho scelto per la mia rubrica su City, oggi, parla d’amore. Ma il romanzo da cui l’ho tratta parla, invece, di amicizia, di solidarietà al femminile: quella tra una ragazza bianca, ricca, troppo alta, e troppo affamata d’amore e di vita; e delle domestiche e delle bambinaie di colore che le stanno intorno; all’epoca, donne quasi invisibili. Quando? All'inizio degli anni Sessanta, in una cittadina nel Mississippi: quando il mondo stava per cambiare, gli anni di Kennedy e di Martin Luther King… Il romanzo si intitola "L’aiuto", Mondadori, e ho appena finito di leggerlo: bello. Bella anche la post-fazione: l’autrice, una giovane e bionda americana, lo dedica alla sua bambinaia di colore, quasi una seconda madre)
PAT | Mercoledì, 25 novembre 2009 @13:12
Noi amiamo... vogliamo essere riamate e.. soprattutto speriamo di essere riamate.... Cosa c'è effettivamente di più bello di un abbraccio, di un bacio.... E' inutile parlare quando questi gesti possono esprimere tutto....Il calore che senti dentro di te quando sei vicina alla persona che ami, quando puoi stringerlo tra le braccia è... che cosa è... come si può spiegare, bisogna provarlo, bisogna abbracciare ed essere abbracciati... Chi l'ha provato sa cosa voglio dire!!!! E' inutile parlare quando negli occhi dell'altro vedi.... "LA LUCE"
LISA | Mercoledì, 25 novembre 2009 @07:36
Per QUELLA SONO IO: bellissimo quando una poesia, un libro, un film parlano a noi, parlano di noi, siamo noi. Il mondo sembra più leggero. Per OLGA: Szymborska. E le valvole del nostro cuore.
Anonimo | Martedì, 24 novembre 2009 @21:39
aspetto i tuo baci, aspetto che ritorni per non lasciarti piu'.
aferdita | Martedì, 24 novembre 2009 @18:12
Mentre leggevo questa frase, mi sono fermata un attimo, perché ho sentito un brivido lungo la schiena. Incredibile la sensazione che ti provoca, e quando vedo non sono stata l'unica. Poi ricordando ne ho trovato tanti di quei baci indimenticabili, ma più di tutti rimane il primo. Quel dolce, caldo e interminabile bacio, che ti fa salire al settimo cielo, e ti spalanca la porta del amore.
Grazie Lisa, grazie di cuore! Che bello poterti conoscere il 4 dicembre, spero tanto di esserci.
quella sono io | Martedì, 24 novembre 2009 @12:08
stamani la mia amica mi dice guarda cosa c'è scritto su City,no non può essere,sono io,è quello che mi è successo quasi un mese fa,sono innamorata di lui,ma non controcambiata,e dicendogli che non l'avrei più rivisto,salutandoci ci siamo sfiorati le labbra, è la stessa descrizione della scrittrice, la sensazione che ho provato,grazie Lisa,mi hai fatto sognare nuovamente
olga | Martedì, 24 novembre 2009 @11:44
"le valvole del mio cuore"
Lisa, ciao, oggi per caso, ho letto la poesia che tu avevi scelto per il 5 Maggio. Adesso capisco perchè non ci sono stati commenti. ho pianto. E mai come stamattina ho sentito le valvole del mio cuore. Il mio cuore che grazie anche a te è rimasto vivo e forte. un abbraccio tutto est, dove "ogni inizio infatti è solo un seguito, e il libro degli eventi è sempre aperto a metà"
Lunedì, 23 novembre 2009 @08:19
"Le amiche sono così preziose anche perché ti ascoltano perfino quando hai bisogno di sprofondare nel patetico. Gli uomini, invece, sono completamente inadatti per il ruolo. Anche quelli – soprattutto quelli – che ti vogliono bene".
(Hilary Belle Walker)
Una donna da un’amica vuole il permesso di piangere, magari anche solo davanti a un film romantico. Ma forse da un uomo vogliamo altro: essere rassicurate, consolate, e un pochino prese in giro. O no?
(Hilary Belle Walker è una bionda ragazza di San Francisco, ma di mestiere fa la libraia accanto alla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. Ha scritto un romanzo, romantico e divertente, incredibilmente in italiano: si intitola "Case altrui", Cairo Editore. L’ho incrociata tempo fa a Milano quand’è uscito il mio primo romanzo, ci siamo sorrise, abbiamo parlato di eurostress e libri… e adesso ho letto il suo!)
A proposito di librerie, segnatevi questa data: venerdì 4 dicembre sarò a Roma, alla Libreria Flexi (via Clementina 9, il sito è http://www.libreriaflexi.it/ ), alle 18.30, per un incontro organizzato da Paola che ama i libri (grazie!). Parleremo di poesie metropolitane e, se volete, anche di glam cheap e di aspiranti madri. Venite?
LISA | Giovedì, 26 novembre 2009 @08:04
Per DINA: l'appuntamento è confermato, anche se non è sul sito della libreria. E' organizzato da Paola che ama i libri a Roma e dal suo bookclub Amarganta, che trovate anche su Facebook. Ti aspetto, vi aspetto!
appuntamento | Mercoledì, 25 novembre 2009 @13:44
Sono andata sul sito della libreria ma indica un'altro evento. Cmq se fosse confermato credo che verrò. Ciao mi piace ciò che scrivi. Dina Bruzzone
aferdita | Martedì, 24 novembre 2009 @18:33
Celisa, hai completamente ragione. La penso come tè, abbiamo le sensibilità diverse e mi sembra impossibile capirci. O meglio dire, si può parlare e discutere di tantissime cose, di interessi in comune, libri, cinema, viaggi, ect. Ma finisce li, quando cominciano i problemi di sentimenti, famiglia, i figli, per non parlarne di quelli esclusivamente femminili, siamo due mondi opposti. Per fortuna ci sono le amiche quando abbiamo bisogno di sfogarsi. Io sono molto fortunata, li ho sempre avute, dovunque sono stata. Viva l'amicizia!
Celisa | Martedì, 24 novembre 2009 @12:18
Zilito, grande risposta.
Scommetto che sei già impegnato... :-)
Non volevo disquisire sulla possibilità di amicizia tra uomini e donne, ma sul pretendere da un uomo che si comporti come "amica", il che è un'assurdità, abbiamo sensibilità diverse, ci aiutiamo in modi diversi.
L'abbraccio di un amico sarà sempre diverso da quello di un'amica.
Zilito | Martedì, 24 novembre 2009 @10:37
E questa dovrebbe essere la nostra missione.
Fare struttura.
E permettere alla vita di svilupparsi.
Le nostre donne (amiche, figlie, sorelle, compagne) dovrebbero potersi appoggiare a noi, senza paura.
Trovando quella forza e comprensione di cui (tutti) hanno bisogno.
I agree.
Rimane da risolvere il fatto che a noi maschi nessuno insegna piu' come diventarlo.
(parlo dei padri)
Rimaniamo per anni allo sbando, in balia delle nostre pulsioni.
Fragilita'.
Di fronte alla vostra disarmante perplessita'.
LISA | Martedì, 24 novembre 2009 @09:31
Per CELISA, ZILITO E CHIARA: amici maschi. Mmmmh. Per anni, quando ancora non facevo la giornalista fintoglam, e invece di tacchi scrivevo, come dice il Consorte, di sesso droga e niente rock, ho disquisito su: esiste l'amicizia tra uomo e donna? Già, uno degli argomenti evergreen dei giornali femminili, che riappaiono ad ogni disgelo, un po' come la ricerca della dieta perfetta (inesistente) e della crema anticellulite o antirughe che funzioni davvero (idem). Ma qualche assonanza c'è. Come le diete, e le creme beauty, gli uomini li troviamo in vari psicoformati: ci sono quelli che non sanno ascoltare e quelli che invece, incredibilmente, ascoltano; quelli che fuggono da tutti i sentimenti, e soprattutto dalle lacrime; quelli che, invece, sanno abbracciarci e psico-abbracciarci. E' un'acrobazia, forse un'alchimia, certo: anzi, è una formula chimica, un po' come quella delle creme antiage. A volte funziona, a volte no. Forse il segreto è non chiedere mai di accompagnarci a vedere un film romantico. Ma per quello ci sono le amiche... (E gli amici gay, forse; ma loro sono davvero tutto un altro film).
LISA | Martedì, 24 novembre 2009 @09:10
Per SABRINA: sì, la frase di Hilary Belle Walker è tratta dal suo libro, che mi è davvero piaciuto. Ma guarda che sono gelosa se incontri la sua protagonista, senza aver conosciuto prima le mie Emma e Stella! E a proposito: se non trovate più i miei romanzi in libreria, ricordatevi che li potete ordinare, sia in libreria che direttamente qui; cliccando sulle copertine a sinistra vi collegate con ibs. (Ehm, piccola parentesi di autopromozione dell'autrice).
Celisa | Martedì, 24 novembre 2009 @09:00
Per Zilito.
Credo che nessuna donna aneli ad un"amica" maschio.
Solo un solido abbraccio che dia la forza di andare avanti.
Zilito | Lunedì, 23 novembre 2009 @21:59
Ciao a tutti,
dal mio punto di vista l'amicizia è una splendida ma complessa alchimia.
Pochi istanti che poi, nella memoria, durano una vita.
Che il sesso rende potenzialmente magica.
Ma che, a conti fatti, potrebbe diventare un'improbabile acrobazia.
Le donne non dovrebbero anelare ad una "amica" maschio.
Ci sono luoghi che dovrebbero essere sacri.
Come il parto, per esempio.
Il luogo sacro.
Dovrebbe tornare ad esserlo (e lo dico per esperienza diretta).
Noi maschi dovremmo rimanerne al di fuori.
In silenzio.
supersimo86 | Lunedì, 23 novembre 2009 @20:50
che bello ci sarò di sicuro .)
giuseppe-per lisa | Lunedì, 23 novembre 2009 @20:45
gentile lisa io non ho capito ancora cosa tratta il tuo blog-vedo che hai molte lettrici e qualche lettore
ma so che scrivi da qualche parte.
perchè non provare una intervista a un poeta raro e artista inconsueto.
dai tempo permettendo una occhiata al mio blog-agli ultimi interventi
puoi anche vedere www.cittadicapua.it
giuseppe cesaro-tra i figli di capua dove c'è scritto quadretti-poesie visive.fossi un pò autonomo potrei diventare anche un importante artista contemporaneo.ma ahimè sono più di un decennio che vivo 'condannato' ad essere poeta...grazie di tutta l'attenzione.
mi pare che un messaggio è stato cancellato. quelli che non ti piacciono ti autorizzo cancellarli.nella realtà io sono anche molto educato.se ci fosse una soluzione te la direi mi disse un psicoterapeuta.
e perciò il domani non può apparirmi roseo.forse esistono responsabilità storico-sociali singole collettive ecc.
che ve ne pare di questa mia resistenza-un pò folle ma anche sensibile mi pare.
giuseppe | Lunedì, 23 novembre 2009 @19:54
se questa è una favola rubai un tesoro per regalarle un piccolo anello.
Di fronte alla violenza istituzionale
del'abbandono al disagio alla sua poesia alla sua problematicità
una favola quasi adolescenziale
che scaturisce dallo spazio nuovo e imprevisto di una relazione d'amicizia inizialmente vissuta
con sentimenti ingenui e sinceri-poi morbosi e invadenti
che mettono in crisi l'altra persona quando le difese della tenerezza e dell'aggressività entrano in campo.
se questa è una favola lei non mi volle amare perchè io non la seppi amare
Nel segno di un affetto vero e profondo il poeta si libra in volo come un peter pan
lanciando macigni sui castelli del potere
finendo col distruggere nella rifrazione visiva la stesa amicizia inventata,
se questa è una favola io ero un eroe un cavaliere acqua marino.E nello spazio intimo e segreto del dolore
un gioco inizialmente positivo che finisce poi per ferire l'altra persona
Se questa è una favola la dedico solo a me stesso
senza più pioggerelline di coriandoli,orme bagnate,soffici arcobaleni,stelle blue dell'Universo
da Fiabando-una favola nuda
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
Chiara | Lunedì, 23 novembre 2009 @18:19
Non sono totalmente d'accordo.
Forse la mia è un'eccezione, ma in alcuni amici uomini ho trovato una sensibilità davvero spiccata, un sostegno alla mia enorme pateticità. Mi hanno sempre sostenuta, sopportata, anche in alcuni sfoghi e paranoie tipicamente femminili. Certo, è diverso, con le amiche donne puoi parlare, che ne so, di vestiti, di uomini, puoi vedere un film romantico(oltre che ovviamente parlare di cose serie). Ma il rapporto così profondo che ho con alcuni amici uomini va davvero al di là delle banalità!
Forse bisognerebbe scavare dentro a queste armature di ferro che sono gli uomini, per scoprire anche dentro di loro una sensibilità nascosta(che non tutti hanno, certo, però sotto sotto in qualcuno c'è!)
(p.s. grazie lisa che tutte le mattine aggiungi un pizzico di poesia nella mia giornata!)
Naomi | Lunedì, 23 novembre 2009 @12:58
Cercherò di esserci|:p
Celisa | Lunedì, 23 novembre 2009 @12:25
Ultimamente, ogni volta che parlo di qualcosa con un uomo (padre, amico, cugino, perchè di fidanzato non se ne vede nemmeno l'ombra...)ho notato la cattiva abitudine tutta maschile di distruggere ogni indizio di desiderio, aspirazione, espressione di un obbiettivo, fosse anche il più banale ("Voglio iscrivermi in palestra!" "Lo dici ogni inverno: non lo farai nemmeno stavolta"). Per non parlare dlle grandi questioni mondiali ("Bisognerebbe mettersi tutti a dire BASTA allo sfruttamento delle donne!" "Eh, figurati, è sempre andata così"). Insomma: da parte maschile un'incoraggiamento? Mai. Rassicurazione? Figuriamoci! Consolazione? Reagisci! Lacrime? Perdita di tempo (se non un ricatto).
Sono pessimista? E' la mia esperienza e nessuno l'ha ancora smentita.
Sono prevenuta? Purtroppo penso di si.
Il 4 dicembre a Roma? Chissà...
(Comunque Grazie per ascoltare il mio sfogo....)
Sabrina | Lunedì, 23 novembre 2009 @10:44
Mi piace la poesia di oggi, molto in stile "Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere" (e verissima, a parer mio). E'tratta dal libro di cui parli? Dal titolo mi ispira! Anch'io sarei venuta a Roma, ma purtroppo sono un po' lontana.. In Liguria capiti mai?
Simona | Lunedì, 23 novembre 2009 @10:05
Peccato abitare in zona Milano.....uffa! Ci sarei venuta eccome il 4 dicembre!
heidi66 | Lunedì, 23 novembre 2009 @09:23
Io ci sarò, magari un po' in ritardo perché vengo direttamente dal lavoro.
Ma non potrei perdermi questo incontro!
A presto,
heidi
Venerdì, 20 novembre 2009 @07:45
Sapete già che sono nata a Trieste (anche se non ci ho mai vissuto). Ma non sapevate che il mio sogno fintoglam (o vero nostalgico) era andare alla serata di gala dell'apertura della stagione teatrale, tra i velluti rossi da bomboniera del Teatro Verdi. Ebbene, è successo: il 18 novembre ho fatto l'imbucata speciale per il Piccolo, il giornale della mia città. L'opera era un magnifico Trovatore di Verdi, che ho perso per metà perché dopo la prima aria mi sono chiusa in un microufficio del teatro a scrivere: come in un vecchio film di Hollywood in bianco e nero, il giornale aspettava il mio pezzo per andare in rotativa, e a mezzanotte è stato distribuito all'uscita dell'opera... Mi sono molto divertita. Ed ecco quello che ho scritto:
Chissà perché, le croniste fashion sono condannate a stare in piedi. Innanzitutto alle sfilate, dove i posti in prima (e in seconda) fila sono occupati dalle direttrici tacchettanti dei giornali di moda o dagli ossequiatissimi buyer. Ma le giornaliste fashion stanno in piedi, ovviamente, anche in altre occasioni: come, ad esempio, alla serata di gala del Teatro Verdi. Dove la vostra cronista era nel foyer, nascosta dietro i fotografi e i cameramen, spiando l’ingresso delle celebrities nostrane. Conclusione? E’ molto più divertente di una sfilata di moda. Sempre di sfilata si tratta, ma così sentimentale…
"Qui a Trieste vedrai pellicce tirate fuori dalla naftalina e molti fili di perle", mi avevano avvisato. Vero, ma non solo. Ho visto decine e decine di papillon neri e sciarpe bianche di seta. Addosso agli uomini, ovviamente. Niente di strano: è quello che prevede il bon ton per i gentlemen all’opera. Eppure è bizzarro vedere uno smoking, come dire, allo stato puro: perché gli stilisti negli ultimi anni l’hanno smembrato e ricomposto, cercando di convincere le donne ad indossarlo. E quindi camicie bianche plissettate, giacche nere magari con i revers di satin, papillon neri: ma addosso alle signore. Gli uomini? Per carità, se proprio devono indossare un papillon nero, che non sia allacciato, ma, come consiglia il fashionista Tyler Brulé, che detta legge sul Financial Times, dev’essere sciolto e abbandonato sulla camicia bianca, come una citazione. (O forse un’allusione ai dandy ottocenteschi che, verso l’alba, si toglievano la giacca e slacciavano mollemente la black tie). Non qui a Trieste, s’intende, dove il papillon nero è appunto allo stato puro: rigorosamente allacciato sulla camicia bianca. Menzione d’onore, poi, ai due coraggiosi signori che sono entrati trionfalmente con una specie di tabarro, o mantello nero, sulle spalle: Tyler Brulé sarebbe rimasto basito.
E le signore? Le signore hanno lasciato le perle a casa. E anche i gioielli, forse in omaggio allo spirito dei tempi che, ahimé, è di crisi economica e recessione. Ma le pellicce, quelle no. C’erano eccome: visoni lunghi lunghi, ma anche pellicciotti a tre quarti, nonché ben quattro soprabiti ghepardati e maculati. Anche questi in assoluta controtendenza: perché la moda quest’anno propone l’animalier, certo, ma in versione pop. Ovvero il maculato rigorosamente finto, e virato in fucsia, in rosso, in blu (l’ha proposto persino Vuitton, ma al Teatro Verdi le signore hanno fatto finta di niente, e hanno tirato fuori dagli armadi il ghepardo vero). Niente male anche i pellicciotti a tre quarti: ne ho visto uno candido, e uno di un lievissimo rosa polvere, portati ovviamente su abiti lunghi fino ai piedi. Peccato, perché sono sicura che avrebbero fatto la loro figura anche abbinati a un paio di jeans, magari con qualche strass nelle cuciture (così, almeno, avrebbe scelto Madonna, ammesso che Madonna vada all’opera). E sotto la pelliccia? L’abito, qui tra le signore del Teatro Verdi, è preferibilmente lungo. L’effetto è straniante, un po’ all’americana. Del resto, da quando Michelle Obama si è presentata al ballo inaugurale della Casa Bianca con un incredibile vestito candido con strascico, e oltretutto monospalla, per volteggiare tra le braccia del marito neo-presidente, abbiamo capito che tutto è permesso: evviva dunque l’abito lungo, anche e soprattutto dopo i quarant’anni, anche e soprattutto oltre la 46. Se lo fa Michelle, perbacco, possiamo farlo anche noi.
Alla first lady americana, credo, sarebbe piaciuto molto l’abito forse più bello che ho visto stasera: di un leggero rosa cipria, o "cenere di rosa" (citazione anche questa vintage, direttamente da "Uccelli di rovo"). Setoso, scivoloso, era abbinato a un paio di scarpe d’oro; e a un’acconciatura perfetta, ovvero capelli grigi e lunghi, fermati con una treccia sulla nuca. Straordinario anche il tailleur corto, di broccato oro e rosa, con un motivo floreale, e maniche a sbuffo anni Ottanta: questo, invece, sarebbe piaciuto moltissimo a Sarah Jessica Parker, la star di Sex and the City, che forse l’avrebbe rubato per il secondo film della serie, in lavorazione a Manhattan. Qui a Trieste, sospetto, la costumista di Sex and the City si sarebbe molto divertita. Perché, in fondo, una serata di gala all’opera è meglio di un set a New York. O quasi.
Tutto molto vintage, vero? Ero molto vintage anch'io: indossavo un soprabito di shantung verde acido, con il collo e il bordo delle maniche tempestati di strass (sì, avete letto bene) che avevo comprato per 40 dollari in un negozio di seconda mano a Boston due anni fa, e che non avevo mai avuto il coraggio di mettere; un abitino vintage nero con dei bottoni di finta madreperla; e un paio di scarpe, non vintage, di lamé d'argento, comprate da Sigerson Morrison a New York. Niente perle. Il paziente consorte, che mi accompagnava malgré soi, si è rifiutato di mettersi il papillon (che peraltro non possiede), e si è presentato in nero con una sciarpa lunga e leggera celeste. Si è bevuto parecchi bicchieri di spritz per affrontare le pellicce uscite dalla naftalina, ma il Trovatore gli è molto piaciuto.
Il Buongiorno di City del 19 novembre è:
"Certi fiumi si comportano come domande, spostandosi
continuamente da una parte all’altra. Anche altre domande
continuano a comportarsi come fiumi, densi e torbidi.
Un ponte ha l’aspetto di una strada mangiata dai tarli.
Un altro, è fatto di strass".
(John Yau)
Le città, le autostrade, i ponti, i grattacieli: a volte, anche l’architettura è - imprevedibile - poesia.
(I versi sono tratti da "Nuova poesia americana – New York", Oscar Mondadori)
Mentre quello del 20 novembre è:
"Ah seguire la strada che si allontana da tutto,
dove non siano in agguato l’angoscia, la morte, l’inverno,
con i loro occhi aperti tra la rugiada".
(Neruda)
Sì, voglio seguire la strada che mi porta verso il sole. Ho bisogno di nuovi confini da attraversare, di una nuova patria: dove sedermi finalmente, e chiudere gli occhi, nell’aria tiepida. E aspettare che l’amore arrivi, leggero, a baciarmi.
(I versi di Neruda sono tratti da "20 poesie d’amore e una canzone disperata", un vecchio libro Edizioni Accademia)
giusy | Domenica, 30 maggio 2010 @15:43
Lisa, non ci posso credere e non chiedermi come sonofinita nel 2009, in novembre, per giunta. Il tuo commento sui melomani al Verdi, bellissimo. Esilarante invece quello del tuo amico, stile Debegnàc. Carpinteri &Faraguna, insomma...
LISA | Lunedì, 23 novembre 2009 @19:29
SAPPIATE CHE JAMES E' UN VECCHIO AMICO, GUARDATE COSA MI HA MANDATO PER PRENDERMI IN GIRO, UNA RISCRITTURA DELLA MIA SERATA ALL'OPERA... L'HO TROVATA GENIALE E LA VOGLIO CONDIVIDERE CON VOI. BUON DIVERTIMENTO!
Cari Letori,
ier sera con il mio marito sono andata alla prima del'Opera della nostra istorica città cosmopulita .
Non vi dico cosa ho veduto, c'era tutta la nostra cara bela bela città schierata sul pro-seno, ad aplaudire l'opera stessa. L'opera non ricordo bene cosa era. Forse il righetto di giuseppe verdi, forse il rigo a letto, ma io, sempre col mio uomo, ero stata spedita lì per voi cari letori di trieste bella e granda , per scrivervi del calore che c'era e della ecitazione generale che odorava tutta l'aria del teatro grande.
Bestia come era grande la bocca scena, sembrava quasi di stare a l'estero.
Io me ne intendo un pò di opera per ciò il giornale mi ha spedito come una busta prioritaria. C'ero stata 25 anni fa a l'opera di Gros'zyjnzycx'z'yh'zjzj, sempre col mio uomo, che allora non aveva la barba ma a me piacieva allo stesso, ed era la opera di Ciaokoski Barbablù. L'opera aveva molto sangue sul pro-seno che si uccidevano tutte, ma io non me ne sono accorta perchè in realtà guardavo voi cari letori, guardavo come eravate alla toilette e che collana indossava la moglie del farmacista di riva san biagio, anche la sorella del notaio e quella de l'avocato di Opicina Granda e insomma tutta la nostra bela belissima gente della nostra bella bellissima trieste.
Ora vi lascio, letori miei adorati, ci sentiremo presto, per un altra serata speciale come quella di ier sera.
Tra un mese in fatti e ossa vi sarà in città la fiera del Mussolo de Scoio, e il giornale mi spedirà anca mì n'altra volta.
Se volete saperne di più in antaprima non esitate a connivere sul mio "sito" vu.vu.vu lisa.blobbbete.it e saprete tutto di quello che accade e accadrà nella nostra provincia granda e soleggiata.
Vi voglio tanto tanto bene, scrivetemi numerose sopra a tutto voi lettrici adorate, vostra Lisuccia.
Viv | Lunedì, 23 novembre 2009 @11:35
Grazie Aferdita per la "sorellanza" che mi hai comunicato e per l'augurio. So di essere una donna fortunata e quello che lui mi ha lasciato è un dono molto prezioso, non solo da custodire, ma, ora l'ho capito, da condividere...Per quello che riguarda il futuro posso solo dire che al momento non riesco a guardare oltre, cerco sempre il suo sguardo e non lo trovo, un giorno forse...Chissà.
aferdita | Domenica, 22 novembre 2009 @20:26
Per Viv: Sei veramente una donna molto fortunata . Mi fanno molto tenerezza i tuoi bei ricordi che ti ha lasciato il tuo amore perduto prematuramente. Nella vita tutto passa, quello di più prezioso che resta sono solo i ricordi .E chi come te ce li ha, possiede un grande tesoro. Ti auguro con tutto il cuore di averne altre, perché la vita continua, e una donna sensibile come te ,sono sicura che li avrà.
giuseppe | Domenica, 22 novembre 2009 @18:29
cari lettori di Lisa cerco di trovare una password per poter comunicare con voi-con una bandiera bianca
di sentimenti-anche se non potete pretendere m'interessi molto dei capi ed abiti firmati o no. di più certo dell poesia che c'è dentro.dovrei riandare personalmente a poesie biografiche istituzionali pubblicate dalla Rivista Sempre di Rimini di don oreste benzi. anni 90'Una dolce vita.Il Tulipano bianco,Scarabocchi-telefono azzurro.interessanti per capire la vicenda istituzionale.
non ne potrei prescindere.cos'ìcome mi piacerebbe riportare qualche poesia creativa a San Remo duemila o a Inverso- Padova di Francesco Manna - edicola quadrifoglio bologna.mi piacque la linea di favorire poeti autobiografici-ma la linea cambiò già al secondo numero.così riprendee poesie del mondo dell'infanzia perduto-sia quello leggendario-patrimonio archetipo di tutti-sia quele puù soggettive come Calimero e Rin tin tin.infantili certo ma anche interessanti anch'esse.
oppure mi piace dire ideologicamente agli uomini giusti e alle istituzioni migliori che le mie prime poesie furono delle scrite rosse.sempre una qualche provocazione...di un poeta delle rondini-qui in senso holderninano.i poeti son delle rondini.
come si vede un poeta a tutto tondo
condannato da quelle condanne che forse non si conoscono..perchè troppo 'difficili' risultano le vicende della difficoltà alla comunicazione-e una volta istituzionalizzate il dolore stesso oltrepassa la soglia.e in genere non si diventa dei cavalieri della poesia-per cui la poesia mantiene un senso restitutivo-anche se non facilmente consolatorio o salvifico.davvero vi seguo e vi leggo anche se lo ammetto molto velocemente e superficialmente con rabbia e simpatia....perchè poi nel quotidiano il poeta eroe-oltre ai tanti pregiudizi che accompagnano certe storie.-ha a che fare proprio con l'esclusione da quella vita quotidiana che per voi è giustamente importante-amicizie,feste,matrimoni perchè no?ma in una realtà che ci mette tutti contro tutti.a perte gli errori che anche il poeta compie per sua colpa e sue presunte ma anche vere innocenze.il tempo sta per finire
e non ho tempo per qualche altra piccola poesia.
giuseppe | Domenica, 22 novembre 2009 @12:22
Due poesie per Lisa-da Altri Sogni 1996-solari communication-biblioteca comunale di caserta
fiocco rosso
è un regalo che mi fai
anche se non hai voluto ascoltarmi
potevi dimostrarmi più attenzione
darmi modo di raccontare
Non hai voluto
non fa niente
Hai legato le mie mani
e i miei disegni con un fiocco rosso
e così è nato un libro
da raccontare
Fiordaliso
innamorarsi voleva già dire
gridare l'amore dei sogni
(per trovare uno spazio d'amore)
e sorridere delle lacrime
che s'innamoravano sempre
senza arrendersi mai
ogni volta che il vento
si colorava d'azzurro
michaela | Sabato, 21 novembre 2009 @21:31
sei sempre tu, fantastica... cia michaela. ora sei tra i preferiti
Simona | Sabato, 21 novembre 2009 @18:34
Bellissima la cronaca della Giornalista Finto Glam che va all'opera nella sua cittadina natale e disserta di mise: un tocco soft di mitteleuropa che mi ha rilassata in un momento di "buriani lavorativi".
giuseppe | Sabato, 21 novembre 2009 @18:07
ti guardi allo specchio
indifferente ai sentimenti rimpiangi,non ti ho portato da sola a ballare
Nello scantinato segreto guardano al nido vuoto i tuoi occhi fissi
aspettano una rondine
tradiscono un timore
un'emozione
Troppe lettere uccisero l'amore
nato da delitti lontani
a cui non seppi dire addio
ma sempre portai al largo il ricordo di te
con le tendine chiuse.a un amore
giuseppe | Sabato, 21 novembre 2009 @17:43
nato in una città perla di storia....
il poeta è ,un irriducibile denunciatore,tra le righe e no,dell'età adulta un pò folle un pò consapevole , e un nostalgico di un mondo perduto pure ricco di potenzialità
rodolfo tommasi-antologia poeti contemporanei-helicon editrice giugno 2003
vi dono sempre qualche nota---o appunto di viaggio
oggi I turisti della grande mela-racconto
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
non ho letto bene
ma non ho capito se Lisa è andata a fare qualche passerella di moda.
Aldo | Venerdì, 20 novembre 2009 @19:39
Belle le parole della tua poesia del 20nov, mi ricordano un verso di Pessoa dove esprime lo stesso concetto con altre parole,
ho anch'io l'hobby della poesia ne scrivo molte soprattutto in certi momenti, qualcuna è anche bella(almeno per me).
Io aspetto un amore vero da molti anni e quando mi è passato vicino
non l'ho riconosciuto...ti capisco!
James | Venerdì, 20 novembre 2009 @12:44
Ciao sono Jaco, sono stato anch'io ier sera all'Opera, al mio paese nella landa desolata vicino al Tagliamento. Davano L'Innominabile, di Piètr Luonsky. Ti ho cercata, non ti ho trovata, dov'eri? Volevo solo dirti questo: io non ho una nave dentro me come la poesia del mercoledì 18 novembre sul tuo blog, ho un pullmino Vanette Volkswagen, un pullmino Vanette Volkswagen carico di ricordi e di progetti di futuro. Per tutto quello che ci succederà a noi tutti assieme. Ciao! faro luminoso del mio vicolo oscuro. Tuo fedele Jaco, e a te eternamente grato.
Viv | Venerdì, 20 novembre 2009 @11:05
Ti adoro nella versione giornalista glam o finto glam!!! Sono stata alla Scala, anche se non era la Prima, con il mio amore nel mese di giugno e ci siamo divertiti un mondo a commentare le toilette delle signore: un uomo molto attento e molto elegante quello che mi accompagnava...Proprio ieri sera sono ritornata a teatro per la Norma e ho pensato a quella serata: oggi mi collego al blog e trovo il tuo articolo, quante coincidenze.
Per quella serata io avevo scelto un completo pantalone total blak con pailette e come unico gioiello il ciondolo discreto e luminoso che mi aveva regalato lui: eravamo sfavillanti noi due insieme e si capiva solo guardandoci. Sono sicura che quella sera, in mezzo a chiffon e capi super griffati ed eleganti, ci facevamo notare perchè eravamo gioiosi, semplicemente felici. Io mi sentivo bellissima perchè lui mi teneva la mano e mi guardava come se fossi unica, preziosa...Io lo guardavo come se lui fosse unico e prezioso...
Per tutto il resto basta la carta di credito!
Per il Buongiorno di oggi posso dirti che lo faccio mio totalmente, come se fosse un augurio rivolto solo a me: me ne approprio con un atto di puro egoismo.
Ti abbraccio e idealmente tutti questi per me amici del blog
Mercoledì, 18 novembre 2009 @11:24
"E una perla nel cuore:
la mia paura".
(Alda Merini)
Una perla conficcata dentro al cuore: la mia paura. E’ una goccia di luce fredda. E’ una lacrima cristallizzata. Vorrei che non ci fosse, ma è qui, dentro di me: incastonata come un gioiello dentro al mio cuore. Inutile, impossibile strapparla. Devo imparare – è questa la cosa più difficile - a non avere paura della mia paura.
(Tutti, credo, abbiamo una paura nel cuore. Ma da quando un’amica mi ha regalato questi versi di Alda Merini, tratti dalla poesia intitolata "Ho una nave segreta dentro al corpo", mi sento diversa. Proprio io, che non ho mai amato le perle, e ancora non amo indossarle…)
33giri | Venerdì, 18 dicembre 2009 @00:47
...LA MIA PAURA DI SBAGLIARE ANCORA,DI NON FARE LA SCELTA GIUSTA
Anto | Sabato, 21 novembre 2009 @17:50
Io ho scoperto che ho una sola enorme paura : il dolore!
LISA | Venerdì, 20 novembre 2009 @08:26
Per TAMINY: mi piace quello che ti ha scritto SABRINA. Trasforma la tua fragilità nella tua forza. Il resto verrà, camminando. Per ZILITO: la poesia celebra l'amore, la paura, lo struggimento, lo smarrimento, il dolore, la felicità raggiunta, per cui "si cammina a fil di lama"... Ma ci parla pochissimo di amicizia. Quella, forse, ce la raccontano più i romanzi, e Hollywood. Per ora, non ho trovato niente. Ma cercherò.
LISA | Venerdì, 20 novembre 2009 @08:15
Per ANNALISA FARMACISTA, URSENNA e SIMONA PASIONARIA: ci sono donne da perle (come Coco Chanel, è vero: l'avete visto il film con Audrey Tautou?), che a me piacciono soprattutto con i jeans. Ma ci sono anche donne da strass, donne che indossano solo oro, donne che portano solo un anello talismano, magari quello lasciato dalla nonna... Ogni gioiello racconta una storia. E le perle, per ora, non mi parlano. Ma forse non è ancora arrivato il loro momento.
Simona | Giovedì, 19 novembre 2009 @23:28
Il consorte su 5 giorni è fuori provincia 3 giorni per lavoro; ci sentiamo al telefono quel tanto che basta, non siamo sempre lì a farci gli sbaciucchi virtuali in stile "funghettino e cipollina", però da due giorni ha deciso di inviarmi gli sms poetici per augurarmi la buona giornata. Se li inventa lui, sono cose semplici, ma originali e mi aiutano a iniziare bene data la faticosa trincea scolastica di queste ultime settimane. Un saluto a tutti. PS Per chi non lo sapesse sono una delle reduci del vecchio blog, quello delle aspiranti madri.
Ancora Zilito... | Giovedì, 19 novembre 2009 @22:16
Avrei bisogno di versi che possano evocare il piacere dello stare insieme, del calore, dei sorrisi.
Immagino una tavola e volti che si guardano curiosi.
Avete qualche idea?
Grazie, any case.
persa | Giovedì, 19 novembre 2009 @20:46
senza la paura la vita è così inutile e vuota...è un emozione forte che ti aiuta ad affrontare amori e dolori inglobati nella vita di tutti i giorni...
giuseppe | Giovedì, 19 novembre 2009 @18:32
dono ai lettori di Lisa-sperando di non togliere il fiato una mia poesia non pubblicata.
Il Canto dei Fiori
Nella mia mente è accaduta la tempesta
Il sole tornerà a sorridere ai quattro venti
Con un gioco ondoso della neve
lei si scioglierà i capelli sulla terra
rimasti addormentati.
Accoglierà la rugiada
come luce d'incanto
Tornerà dai campi d'argento
come effimero vento
Aspetterò per svegliarmi i suoi baci
coi raggi del sole
Da altri cuori giuungerà il canto dei fiori.
Mi amerà con l'amore della primavera.
Come si vede con c'è solo giovanni Allevi
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
arte e poesia contro i muri
Taminy | Giovedì, 19 novembre 2009 @15:28
per Sabrina: grazie infinitamente per i tuo consigli ne farò tesoro..mentre leggevo mi hai anche un po commossa...spero che la paura di crescere passi anche a me...sai abbiamo una cosa in comune!l'amore per la scrittura..quindi speriamo che la famigerata tesi,quando arriverà,giocherà un ruolo decisivo nella mia formazione:))alla base di tutto credo che ci sia una scelta sbagliata e la consapevolezza di essa...studiare legge è sempre stato il mio sogno..ma l'amore che ho per le lingue e le culture supera ogni cosa...così dopo la laurea cercherò di conciliare le due cose..parlo inglese e francese, viaggio spesso..speriamo bene...per l'amore..il mio..mah è una tragedia greca!!vivo alla giornata.."ieri è un pensiero,domani un mistero"!!ma continuo a sperare..ancora per un po...dopotutto un errore piace sempre + di un rimpianto!!ti mando un grande abbraccio e un grande bacio e ti lascio con una delle frasi di un film che mi piace sempre citare: "che il vento ti sia sempre in poppa..che il sole ti splenda in viso...e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle!!!"detta da johnny depp poi è tutta un'altra storia...:-))))
Sabrina | Giovedì, 19 novembre 2009 @14:58
Per Taminy: sapessi come ti capisco! Io mi sono laureata nel marzo scorso,in ultra ritardo..prima ero spaventatissima dal mondo del lavoro,perchè non mi sentivo per niente preparata, nemmeno a livello di conoscenze..Accidenti quanti pianti e quante delusioni ai miei genitori..non riuscivo a pensare ad altro che allo studio eppure non riuscivo per niente a concentrarmi..tempo sprecato..Avevo una gran paura di crescere..Un po' mi è rimasta e penso l'avrò sempre, di invecchiare, di rischiare..Però sono molto cambiata e in questo la tesi ha giocato un ruolo importantissimo, perchè amo scrivere e, come per magia, dalla mancanza di concentrazione sono passata all'impegno 14 ore al giorno e alla soddisfazione del lavoro svolto, finalmente! Ora lavoro, non sono molto soddisfatta e spero di cambiare e migliorarmi, però sai, fare il salto nell'"età adulta" è anche bello,ti senti come gli altri e quella sensazione di inadeguatezza finisce..Non essere negativa, cerca di trovare una forza dentro di te e pensa che c'è sempre una seconda strada, in caso il proprio scopo non venisse raggiunto al 100%..Io non sono diventata un traduttore simultaneo come speravo a 19 anni, ma questo mi ha permesso di fare altre cose che altrimenti non avrei fatto, quindi insomma, con il senno di poi ti dico che si deve sempre provare e riprovare, ma non si deve mai disperare.. E riguardo all'amore, mi dispiace ma non so proprio che dirti, sono esattamente come te..Ma penso che sia l'insicurezza che porta a questo, le persone che si fidano della persona che hanno accanto sono sempre serene..Ti mando un abbraccio e scusatemi se ho scritto di nuovo!
Sabrina | Giovedì, 19 novembre 2009 @09:52
L'altro giorno a Hitlist Italia, su MTV, era ospite Giovanni Allevi, a mio parere bravissimo. Valentina Correani gli ha fatto una domanda, non mi ricordo nemmeno bene cosa gli ha chiesto perchè ascoltavo con distrazione, mentre facevo mille altre cose. La risposta invece mi ha molto colpito.. Ha detto di essersi fatto sempre mille paranoie, fino a quando ha capito che la sua fragilità è la sua forza..Io trovo che sia questo il cammino da compiere, imparare a convivere con le proprie paure e con i propri pensieri e riuscire a farne tesoro, riuscire a fare della nostra interiorità ciò che ci distingue dagli altri e che ci fa andare avanti. Buona giornata a tutti!
Simona | Mercoledì, 18 novembre 2009 @22:12
Scusate se metto un po' di prosa in un blog prevalentemente poetico, ma dato che l'Autrice è anche una giornalista finto glam o glam vorrei raccontare un aneddoto. Settimana scorsa vado al "press day" di un'amica stilista: il press day è la presentazione di alcune collezioni alla stampa che nella realtà si traduce in un atelier pieno di abiti e accessori appesi agli stand. Le giornaliste vanno lì per prenotare i capi per i redazionali. Io ci sono andata in quanto invitata da un'amica stilista e non in qualità di giornalista. Arrivo e all'ingresso dello stanzone ci sono 4 donne che parlano a coppie: due pr e due giornaliste. Io sto sulla soglia e aspetto. Loro mi guardano, mi squadrano da forfora ad alluce e mi ignorano. Allora, visto che mi ha "presa male" - ma dico, e l'educazione? - faccio finta di salire le scale dove c'era il magazzino e finalmente sento "Dove STAI andando?" Dall'ignorare al tu, ma bene! Se avessero pure aggiunto il "carinaaa" avrei rovesciato qualche stand. Allora ho risposto "Prima del tu, il lei. Nessuno mi ha guardata" E lei "Ma noi stavamo parlando" Ah, sì ed è forse cattiva educazione chiedere "Scusi ha bisogno? Posso fare qualcosa?" L'incidente è finito lì, poi è arrivata la mia amica trafelata che non ha potuto stare molto con me causa teutonica buyer; ho chiacchierato con un altra pr moooolto più gentile, mangiato due muffin, bevuto un caffè e guardato 4 vestiti. Po, dopo che me n'ero andata ho saputo che la signora del TU ha rivolto alla mia amica il terzo grado su di me concludendo di quanto fossi stata maleducata. Ma stiamo a pazziare? Scusate, so di aver interrotto l'idillio poetico con queste ciance da comari, ma vorrei chiedere alla Giornalista Finto Glam "Perchè sono COSI'? Perchè se la devono tirare in questo modo?"
Zilito | Mercoledì, 18 novembre 2009 @20:25
Lisa,
ancora una volta rimango sorpreso di come la poesia possa esprimere le emozioni.
Una perla simile si trova anche al mio interno.
E l'impossibilta' della sua definitiva eliminazione (e quindi la sua unevitabile metabolizzazione) la trasforma nella via per diventare grandi e riuscire ad armonizzare "anche il brutto" che vive in noi.
Ma "perla" potrebbe rappresentare anche la parte bella della vita.
Come per esempio questo spazio dove le emozioni tornano a vibrare.
E dove forse la loro condivisione ne permette finalmente la comprensione.
Quindi: thank you, Lisa.
Simona | Mercoledì, 18 novembre 2009 @19:49
Aria, una sola parola: complimenti!!!!
Ursenna | Mercoledì, 18 novembre 2009 @19:30
La mia prima associazione a "perla" è "Chanel". E penso che le portava spesso, e false, e con stile. E con successo. E la immagino nervosa a sgranare i suoi lunghi collier, guardando avanti, trasformando le sue paure in gioie.
@ARIA: certo che abbiamo ancora bisogno di nuovi vestiti!! (e di nuove gioie) (e di nuovi gioielli) (e di nuove paure)
giuseppe | Mercoledì, 18 novembre 2009 @18:47
io non ho una stanza ma viaggio su un'astronave blu-cercando di rimanere in orbita.
sarebbe bello parlare con lei
e magari piacevole sognare girotondi di sorelle in riva al mare
ma cantano le sirene ai modernissimi orizzonti
e i sorrisi di lei si perdono dentro l'astronave dell'amore(da Addio agli amori-poesia giovanile)
sostanzialmente come racconto nel blog www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
avevo già previsto l'arte virtuale-leggi Arte..dentro l'astronave
Simona | Mercoledì, 18 novembre 2009 @17:59
Mi sono persa il post sulla stanza. Fortunatamente, da figlia unica ho sempre avuto la stanza "on my own". Ora che sono sposata e che la stanza di Barbablù non ha avuto l'emozione di ospitare una culla, ho il mio studietto e sulla porta, molto ironicamente, ho appeso una faccia buffa con sotto la scritta "redazione". Qui scrivo, correggo, programmo, leggo. Sulle paure penso di averne una grossa ovvero quella di invecchiare in solitudine, essere completamente sola nel momento del trapasso. E sulle perle, bè, quando mi sono sposata ho dovuto indossare la parure completa: orecchini, anello, bracciale e collana, il tutto regalo della suocera che si sarebbe offesa se non l'avessi fatto. L'abito era talmente "scarno" che ci stavano anche, ma io sapevo che portavano sfiga. E difatti nella stanza di Barbablù scrivo, correggo, programmo ........ PS Auguri Lisa per il tuo onomastico.
Taminy | Mercoledì, 18 novembre 2009 @15:22
la mia paura.....le mie + grandi paure....deludere i miei genitori nel nn riuscire a laurearmi,e una volta laureata riuscirò ad essere un buon avvocato? paura di perdere chi amo e che ancora nn ho(l'avrò mai?)...paura di crescere ..paura di diventare madre e moglie...paura di rendermi conto di aver sbagliato tutto quando sarà troppo tardi...
Leggo la tua rubrica su City ormai da anni...da quando ho cominciato l'università..la adoro e nn ti nascondo che molte di quelle poesie le custodisco gelosamente in una mia agenda....Quelle si che sono perle,perle di saggezza, di valor assai + grande di quelle comprate dai migliori gioiellieri....e poi ti dirò...nn mi piacciono nemmeno!!chissà crescendo cammbierò idea..ma nn credo..
grazie per tutte le mattine che mi accompagni in facoltà con le tue poesie...e grazie per tutte quelle mattine tristi che mi fai riflettere e fai capire che esiste anche altro non solo una storia che nn sa se nascere....baci e abbracci...ad maiora semper...
Susy Anne | Mercoledì, 18 novembre 2009 @15:18
"L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa."
Un abbraccio.
Susanna
Aria | Mercoledì, 18 novembre 2009 @15:01
Grazie Lisa per il caloroso invito e per aver creato questo blog accogliente. Sai, la poesia di Alda Merini che hai scelto oggi, è così vicina anche a me e in qualche modo anche al mio lavoro. Io invento gioielli, e quest'anno anche gonne-gioiello, perchè una scheggia di bellezza possa illuminare anche solo un momento di chi li indossa. Spero ancora tenacemente che i sogni facciano la differenza, per questo continuo a fare un mestiere, che in fondo è inutile: chi ha bisogno di un altro vestito?
Dove si possono vedere i miei gioielli? Dal 3/12 al 06/01 al MIAAO (Museo Internazionale di Arte Applicata Oggi) in Via Maria Vittoria 5 a Torino, all'interno della mostra "Arts&Crafts Supermarket", poi dall'8/12 al 06/01 a Napoli alla Fabbrica delle Arti, e dalla prossima primavera sarò presente anche nell'artshop del Castello di Racconigi, vicino a Torino. Sul web mi trovate all'indirizzo: www.adrianadelfino.com
Sai Lisa, le perle sono gioielli misteriosi, molte sono le leggende e le favole che ne parlano, sembra che a loro sia legato il senso più profondo della natura femminile.
Annalisa farmacista a Bologna | Mercoledì, 18 novembre 2009 @12:58
La mia paura nel cuore era di non poter avere figli. Ora che non è più paura ma realtà ho solo un graffio nel cuore. Che mi fa ancora male alle volte, come una vecchia frattura che fa male quando cambia il tempo, a ricordarci il passato. Ma come Lisa non ami le perle??? Io le adoro: indosso solo orecchini di perle, collane e bracciali di perle. Al momento non sento di avere paure che mi attanagliano, che tolgono il fiato e il sonno. Qualche timore quà e là. Grazie lisa per questa "perla"
Viv | Mercoledì, 18 novembre 2009 @12:18
Non era per metterti alla prova la mia domanda era del tutto retorica:).
La paura...ci pensavo proprio ieri, la mia è quella di non avere più niente da dare, niente da amare ed allora nessuna voglia di vivere, ma non sono sicura che sia l'unica...
Mi rendo conto che oltre ad apprezzare gli stralci poetici del Buongiorno, mi piacciono molto le tue frasi a commento: quelle sono schegge di cuore...e mi sento sempre molto vicina a quella voce narrante che mi accompagna la mattina verso una nuova giornata.
Forse non ce ne accorgiamo e le persone che ci indicano la strada cambiano di continuo, quasi si passassero il testimone l'una con l'altra...e forse ognuno di noi può indicare la strada a qualcun altro.
Un abbraccio e grazie sempre.
Martedì, 17 novembre 2009 @07:49
"Solo chi regna al centro di sé ha diritto ad una stanza".
(Grazia Livi)
Una stanza tutta per sé. Una stanza dove scrivere, ascoltare musica, leggere. Aprire il computer, o tenerlo finalmente spento. Oppure, semplicemente, pensare. Una stanza con una poltrona. E dei cuscini. Che conquista, la preziosa solitudine di una stanza: da cui chiudere fuori il chiasso del mondo. Possibile, forse, solo quando sai chi sei. E vuoi capire ciò che vuoi diventare.
Questa è una frase che ho sottolineato quand’ero ancora una ragazza, e la sognavo, confusamente, una stanza tutta per me, una room of my own. Da allora ho avuto molte case, ho attraversato molte stanze: da sola, con un’amica, con il Consorte. C’è stata la mia prima casa, che dividevo con un’amica, e il mio primo letto grande, su un soppalco; c’è stata la camera di Barbablù – chi è stata un’aspirante madre, chi ha letto il libro rosa e conosciuto Emma sa bene di che cosa parlo. Ma non ho mai avuto una room of my own. E non è solo un problema di spazio, di affitti eurostressanti. Forse, come ha scritto Grazia Livi, nel suo saggio "Da una stanza all’altra", Garzanti, in cui parla di Virginia Woolf e di Jane Austen, di Katherine Mansfield e di Emily Dickinson, forse per avere una stanza bisogna regnare al centro di sè. Oggi, che è il mio onomastico – sant’Elisabetta d’Ungheria , la santa dell’est e delle rose – oggi che ho una porta da chiudere, sulla mia prima stanza tutta per me, nel mio altrove; oggi rileggo questa frase e ripenso a tutti gli angoli di tavolo in cui ho scritto, a tutti i letti su cui ho appoggiato il laptop, a tutte le case, le strade che ho attraversato per arrivarci…
Il libro di Grazia Livi, che ho ritrovato negli ultimi scatoloni, aveva dentro un altro regalo, dei versi di Anna Achmatova, un messaggio da me a me, attraverso il tempo:
Giunse l’estate in una notte sola,
e così non si vide Primavera.
Ed allora non ebbi più paura
che mi passasse accanto il mio destino.
rossella | Venerdì, 15 gennaio 2010 @17:37
come sei fortunata Lisa, che vita brillante conduci...
Non ho mai avuto una stanza, da ragazza ero povera e studiavo in cucina. Da adulta, la stanza "in più" è una specie di magazzino...
Ho fallito nella vita.
Ciao
Rossella
Anonimo | Mercoledì, 18 novembre 2009 @15:51
""solochiregnaalcentrodisèha...."" é una cosa fantastica è il succo della mia attività di personal coach.. Ti ringrazio molto...... gianni ratto.gm@gmail.com
LISA | Mercoledì, 18 novembre 2009 @11:15
Per ARIA: è bello pensare che, nella tua stanza laboratorio con la finestra dipinta di celeste, nascono le tue gonne-gioiello di crinolina. E non solo. Hai voglia di raccontarci dove e come si possono scoprire? Intanto, ammiratele qui:
http://www.adrianadelfino.com/
LISA | Mercoledì, 18 novembre 2009 @11:03
Per VIV: mi ricorda il Buongiorno con i versi di Salinas, del 3 settembre (lo trovate in archivio). "Come potevo imparare il cammino se non guardavo altro che te"... Giusto? Per il PRINCIPE RANOCCHIO: perbacco, hai ragione. Credo che sia la prima volta che mi succede. E forse non è un caso: perché, nell'autunno del 2007, quella stanza non c'era ancora, era appena uscito il mio secondo romanzo ed ero appena fuggita dalle segrete di Segrate... Ma ci speravo. Per ALESSANDRA SOLO ALESSANDRA: forse sarò a Roma ai primi di dicembre, a un incontro organizzato in libreria da Paola che ama i libri. Vi farò sapere!
Alessandra | Martedì, 17 novembre 2009 @23:00
Ciao Lisa, faccio ancora in tempo a farti gli auguri di buon onomastico?il libro di Grazia Livi e' anche nella mia libreria, grazie di avermelo ricordato e di avermi ricordato di quante stanze, e case, ho attraversato nella ricerca di una stanza per me. Ora che la stanza di Barbablu e' diventata quella della figlia del consorte e che anche al lavoro la mia stanza la divido, mi pare invece di essere più vicina ad averlo trovato lo spazio per me. Anche a me sembra che i versi dell'Achmatova parlino di me. Complimenti per il nuovo sito, mi piace molto e anche se non ero ancora riuscita a scrivere continuo a leggerti tutti i giorni (e si, sono io Alessandra dall'altra parte del fiume, d'ora in poi solo Alessandra) Ps allora quando vieni a trovarci al gruppo di lettura a Roma?7
Ierardi.Vincenzo | Martedì, 17 novembre 2009 @21:43
Ecco la mia stanza,i muri sono invasi di parole e giornali illustrati. Dietro la porta un calendario di Briggitte Bardot... aveva ventanni. Sulla scrivania una lampada accesa e una sveglia, il letto tutto in disordine.Ho sempre avuto la mia stanza grande o piccola...era sempre la mia.
Principe Ranocchio | Martedì, 17 novembre 2009 @20:09
Ciao Lisa, ti leggo tutti i giorni e conosco praticamente a memoria ognuna delle perle che ci regali su City ogni mattina.
Scusa se mi permetto di fartelo notare, ma - sebbene il tuo commento fosse diverso - la frase di oggi era già apparsa il 23 novembre 2007...
giuseppe | Martedì, 17 novembre 2009 @18:29
non è ancora apparso lo scritto
su www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
volevo dire che pur passandoci molte ore del giorno e della notte
non ho una stanza tutta per me
forse non è proprio così
ma leggere l'articolo almovodar-wharhol-pablo.
mi dispiace dover sacrificare la poesia in questi scritti.
Aria | Martedì, 17 novembre 2009 @11:54
Una stanza tutta per me ce l'ho finalmente, da non molto. E' fuori dalla mia casa, una breve passeggiata per arrivarci. Ha una grande finestra dipinta di celeste che guarda sulla strada, con tutti i suoi rumori di vita quotidiana. Dentro ci ho messo un grosso tavolo di legno chiaro, su cui tagliare, cucire, sperimentare. Poi le pile di tessuti, i vecchi Vogue, i manichini, la preziosa macchina da cucire/computer e molti sogni. E' il mio laboratorio, il mio studio, la giusta distanza tra quello che faccio e il mio privato. E' lo spazio indispensabile per far respirare i pensieri.
Doolally | Martedì, 17 novembre 2009 @10:01
Che ci sia tanta luce in questo TUO giorno ... in queste giornate nebbiose e uggiose (per chi sta al Nord) almeno il sole dentro dobbiamo averlo!!!! Enjoy your day!!! Buon onomastico.
Viv | Martedì, 17 novembre 2009 @08:54
La stanza tutta per me è ingombra di scatoloni dal mese di aprile, dal trasloco...Mi riprometto di metterci il mio pianoforte, il mio portatile, i miei libri preferiti, una poltrona comoda, una coperta per l'inverno, una lampada che la riempia di luce soffusa: lo penso tutti i giorni, lo dico tutti i giorni...Hai ragione tu: lo potrò fare solo quando saprò chi sono e cosa voglio diventare! All'alba dei 38 anni capisco che ho perso il mio centro tanto tempo fa e la mia guida per trovarlo se n'è andata: guardavo lui invece di guardare la strada che mi indicava (ti ricorda qualcosa?). Non posso stare ferma ad aspettare che si apra da sola davanti a me e allora cerco di non avere paura e di camminare...Non lo dico mai che ho paura, a nessuno, ma ne ho tanta.
Di nuovo grazie Lisa per queste frasi che si portano dietro un milione di pensieri e ci coccolano nell'autunno milanese.
Lunedì, 16 novembre 2009 @08:22
"I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
così sono d’autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul".
(Nazim Hikmet)
I tuoi occhi. Sì, hanno lo stesso colore delle foglie dopo la pioggia. E hanno il colore della città dove ci siamo incontrati, la città dove sto scrivendo queste parole: la città dove ogni giorno, per strada, mi sembra di vedere te.
(Anche oggi, dei versi di Nazim Hikmet. Poeta turco, diventò comunista negli anni Venti. Morì in esilio, a Mosca nel 1963: lo sentite l’esilio, in questi versi del 1948, la lontananza, lo struggimento per la moglie, per la patria lontana? Sono tratti da "Poesie", Mondadori)
giusepope | Lunedì, 16 novembre 2009 @18:04
per lisa corva
gentile lisa non vorrei abitare il tuo blog dove le persone si scambiano saluti e cocccole coi telefonini di 'mostri marini'-freudianamente cattivi padri che non si è uccisi e non si è riusciti ad affrancarsene.
sto scrivendo da caserta dopo aver viaggiato in un pullman.
c'erano delle ragazze di colore ancheloro coi telefonini-masenza biglietto come me.
così il controllore questa volta è stato comprensivo.mi ferisce essere in tale condizioni per una condanna non scritta e forse non decisa dalle stelle
molte volte sono andato lassù per vivere con loro
ma mi hanno rimandato quaggiù
non sono sicuro degli accenti.
comunque le tue frasi che scrivi su City
sono sempre belle
e vedo apprezzate.
giusepope | Lunedì, 16 novembre 2009 @17:56
ah, quanto era bella
come una stella
giocava coi suoi fidanzati
i suoi vestiti
e i suoi lunghi capelli
giocava con il mio cuore e imiei tormenti
ah, quanto era bella come una stella
Al primo giorno
quando ancora gli occhi miei rano chiari
rimasi solo
e attendendo gli eroi
dovetti combattere i miei pensieri d'amore
Da sempre,dai suoi primi versi alla raccolta Sono questo mondo
Giuseppe Cesaro ha affermato con forza i lruolo centrale della poesia nel mondo:centralità nella macchina vorace e senza sosta del mondo.
La poesia ha il compito di registrare,in quanto coscienza linguistica ogni variazione del reale,ogni più piccola alterazione nel tessuto della lingua comune .E lui il poeta capuano,rappresenta la voce intensa diun testimone libero e attento,che non teme di scendere sotto la superficie smussata del reale fino alle cavità più nascoste:il dolore,l'abbandono.,ladebolezza,il cinismo.
il suo compito è di svelare la brutale inautenticità dell'esistenza,la solitudine in cui vive l'essere umano.l'l'abbandono rimane un crimine anche senza i manicomi-scrive il poeta nell'ultima sua pubblicazione Poesie e Pensier-2000i.La persona è in balia delle cose,senza autonomia.senza ruolo.Mary Attento-La Fonte
presto ai primi facili entusiasmi le stelle marine andranno via
Quando,tra quant imilioni di anni
torneranno in superficie?
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
patrizia rogers | Lunedì, 16 novembre 2009 @09:42
E' il mio poeta preferito in assoluto. L'ho incontrato quando facevo le scuole medie, su un'antologia. Sua è la poesia che negli anni è rimasta per me "la" poesia: Foglie morte, adatta a questo novembre, mentre camminiamo ascoltando il rumore delle foglie sotto i nostri passi.
Venerdì, 13 novembre 2009 @08:01
"I giorni son sempre più brevi
le piogge cominceranno.
La mia porta, spalancata, ti ha atteso.
Perché hai tardato tanto?"
(Nazim Hikmet)
Novembre. Così poca luce, così poco sole, nel mese di novembre. Il colore del giorno si perde nel grigio; la sera ci balza addosso all’improvviso. Dalla porta spalancata entra una ventata d’aria gelida. Torna. Presto. E chiudi, dietro di te, la porta.
(I versi che ho scelto oggi, 13 novembre, per City, sono tratti da: "Poesie d’amore", Mondadori)
LISA | Lunedì, 16 novembre 2009 @10:59
Per VIV: altre pagine della tua vita. Grazie di averle condivise. E quella frase: "la poesia entra ed esce dalla tua vita in modo inaspettato, come l'amore". E' bellissimo pensare che un amore - e il dolore - ti abbiano insegnato tanto. Che l'amore ci insegni così tanto.
LISA | Lunedì, 16 novembre 2009 @08:13
Per AFERDITA/AFRODITE: non che io sia capace di cucire... ahimè, non so neppure attaccare un bottone. Ma sul riciclo e lo swap glam cheap sono bravissima.
aferdita | Domenica, 15 novembre 2009 @22:10
Anche a me mi piacciono le giornate corte del novembre, non per il loro grigiore, ma perché finalmente poso stare più ore dentro a casa. Perché ho più tempo per riflette, leggere, perché no, lavorare anche ai ferri. Poi si maturano le cotogne che mi piacciono tanto, i melograni, per non parlare poi per le castagne. Tutte cose che mi evocano l'infanzia e il mio paese. Mi chiedo sempre perché mai mi viene sempre in mente solo l'infanzia ,ogni saporo, ogni odore mi porta lontana nel tempo, come se quei anni sono stati i più significati della mia vita? Nella mia vita i anni belli ci sono stati anche dopo. Succede anche ai altri la stesa cosa? Chi sa.
Per Serena: Tu da una parte hai ragione perché i tuoi guadagni non ti permettono tante cose, pero sapendo e volendo ti puoi vestire carina anche con poca spesa, esiste anche il mercato del usato che ti puoi aiutare. Lisa ha ragione, se impari a cucire puoi sfruttare i capi usati per confezionare su misura. Io mi sento più sodisfatta delle cose fate da me piuttosto che comprate Provare per credere.
Viv | Domenica, 15 novembre 2009 @19:24
Il mese di novembre...Quando ho cambiato casa ho detto a mio marito che volevo vivere in un posto dove essere felice a novembre... ho trovato questa casa, in un paese che volevo fosse per noi il luogo di un nuovo inizio, invece è stato il luogo della fine del nostro rapporto,ironia della sorte. Ma la sorte è non solo ironica, anche beffarda ed un po' crudele e proprio qui ho incontrato l'uomo che ho amato e perso così presto. E' con lui che ti leggevo ed è di lui che vorrei raccontarti adesso che un po' ce la faccio. Io non ci credevo proprio più che sarebbe arrivato qualcuno in grado di ridarmi luce, mi ero rassegnata agli infiniti toni di grigio...Non sapevo più cos'ero diventata: avevo perso per 3 volte un figlio tanto desiderato (anche per questa voglia di maternità mi ha colpito subito il tuo blog :)) e non volevo nemmeno più pensarci, poi una sera incontro lui e parliamo, parliamo il giorno dopo e quello ancora...Di tutto, di niente, delle incomprensioni con un mondo che non capiamo né io né lui! Lui mi ama io lo raggiungo dopo un po'...Mi innamoro di uno sguardo, di una persona che mi tiene la mano mentre mi invita a guardare in un passeggino, mi innamoro del suo modo di vedere il mondo...Mi ha mentito: è morto di overdose ed io non l'ho mai saputo. Chi mi circonda dice che dovrei essere furiosa con lui, io invece lo penso e penso: grazie! Grazie di avere scelto per me la parte migliore di te e quella, avermela data tutta, amandomi come non mi sono mai sentita amata. Ecco, l'ho fatto ho raccontato qualcosa di noi! L'ho fatto perchè vorrei dire a tutti/tutte che la poesia entra ed esce dalla tua vita in modo inaspettato, come l'amore. Io sono una donna molto fortunata: mi manca come manca l'aria, ma l'ho avuto per me ed è stato meraviglioso.
Scusa Lisa: ho risposto ad un mio bisogno, non voleva essere un'invasione..
giuseppe | Domenica, 15 novembre 2009 @17:59
se chiudo gli occhi la notte è piena di stelle.
la scelta della clandestinità mi parrebbe suggestiva
e non è una questione di punteggiatura
ma mi sembra comunque una scelta disperata e buia.
comunque non sarebbe capita.
La mia poesia fu definita poesia satelittare da La Croce del Sud-Elena Aiezza.1990
La corrispondenza con gli ex br reclusi mi aveva creato dei problemo con un'altra rivista di salerno
e la poetessa mi aveva cercato di giustificarmi 'con le infatuazioni giovanili per il comunismo'
del resto io avevo avversato la cosiddetta lotta armata-frutto di scelte cieche di una frangia estremista borghese in lotta coi loro padri.
poi storicamente le istituzioni democratiche concessero agli ex br e non solo una possibilità-anche se politicamente la democrazia non ha riflettuto abbastanza su quegli anni un pò per rispettare il dolore delle vittime-molto per la strumentalizzazione di quegli anni tragici.
Della Corrispondenza con gli ex br reclusi insieme alla mia complessisima vicenda ne parlai anche su Liberazione 2 agosto 1996 in una lunga lettera a pieno foglio intitolata Poesia Tribunali e Sofferenza.
Le Istituzioni mi hanno però lasciato a vagare nella mia traiettoria insieme lineare e circolare scrissi ad Andromeda-associazione.
Ma si continua a non capire un testimone del nostro tempo-come scriise una giornalista Mary Attento-De La Fonte-CE
Che coloro che amano le buone letture preferiscono la grammatica di bendarsi gli occhi per vedere come i ciechi la note...sempre piena di stelle
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
LISA | Domenica, 15 novembre 2009 @13:25
Per SERENA: potrei risponderti tante, tantissime cose. Da giornalista fintoglam potrei dirti: le strategie fashioniste e recessioniste sono innumerevoli (rovistare nell'armadio della mamma e delle zie o nonne per cercare capi vintage da mixare a capi low cost, basta per carità che tu non li mixi con le orride scarpe Jimmy Choo per H&M; organizzare uno swap party, ovvero barattare giacche e gonne con amiche e conoscenti; imparare a cucire e inventare partendo da abiti vecchi, la nuova filosofia è quella del riciclo, ho visto vestiti stupendi fatti con vecchie cravatte...). Da autrice ti potrei dire: con 400 euro al mese sembri un personaggio del mio ultimo romanzo, un'amica di Stella! Sei, anche tu, una perfetta eroina Glam Cheap: lo devi assolutamente leggere! Da amante dei film di Hollywood ti potrei dire: copia Andy, non aver paura, non farti schiacciare dalle paure degli altri (e dalle loro it-bags). Ma il vero consiglio è quello finale, romantico, quasi un Buongiorno di City: non aver paura di essere te stessa.
Alex | Domenica, 15 novembre 2009 @13:11
Per Annalisa farmacista: grigio, ROSA e coccole. Stanno meglio assieme. Un sorriso.
LISA | Domenica, 15 novembre 2009 @12:53
Per ALEX E ANNALISA FARMACISTA: vedo che novembre ha i suoi fan... Mi avete (quasi) convinto. Per ANNA e ZILITO e tutti i nuovi arrivati: grazie, mi fa piacere quando entrate e vi presentate. E' sempre emozionante sapere dove finiscono le schegge di poesia di City; scoprire se mi leggete davanti a un computer, con una tazza di caffé in mano; o stretti tra la folla in metropolitana. E visto che molti di voi non conoscono nè Emma nè Stella, le protagoniste dei miei romanzi, se cliccate qui a sinistra, sulle copertine dei miei libri, entrate direttamente in ibs: dove potrete leggere commenti, critiche, e se avete voglia, ordinare direttamente sia Emma che Stella! Che cercano nuovi lettori e nuove case. Come tutte le eroine da romanzo.
LISA | Domenica, 15 novembre 2009 @12:47
Per GIUSEPPE: io penso che le parole abbiano un loro peso, e un loro significato (così come la grammatica, le maiuscole, e la punteggiatura). E quindi sai che proprio non capisco i tuoi messaggi? Prova a rileggerli prima di postarli.
giuseppe | Sabato, 14 novembre 2009 @17:59
chiedo scusa ai lettori quoridiani di Lisa per le mie biografie..
..a proposito come trovare la pagina del 10 novembre.
saluti.i giorni se ne vanno ..io non ancora---mi sembra un verso di apolinneare sulla riva della senna.io non leggo però..forse perchè non è sempre detto che il poeta impari ad amare la poesia.
giuseppe cesaro | Sabato, 14 novembre 2009 @17:09
a lisa corva
gentile lisa sui commenti del 10 novembre ho messo una biografia poetica e artistica più dettagliata.da film e molto essenziale sulla mia vita-di michele ingicco
tutte le mie biografie e recensioni sono interssanti e funzioinali a un sorprendente percorso individuale-dove è stato sottolineato da alcuni critici non è possibile separare la dimensione del vissuto con la dimensione poetica.la differenza è semplicemente e sorprendentemente annullata.biografia-poesia,scrittura,disegni ecc.
ciò a discapito purtroppo della vita quotidiana o arcobaleno di tutti i giorni.ho sempre ottenuto attenzioni in tali ambiti e ciò mi ha fatto piacere.provo rabbia però perchè ogni strada d'impegno quotidiano mi è preclluso in questo percorso di vita così significativo.questo per esempio non significa che io sappia dipingere e disegnare ma sezondo alcuni ho l'arte nel sangue.sono storie da evitare forse per la sofferenza psicologica che comportano enche i tanti problemi chevengono dipanati.ma è la mia storia...forse non solo la mia storia
scuotono l'anima le onde di colre della tela che hai poi distrutto.nicola valentino-autore insieme a renato curcio e stefano petrella de Il Bosco di Bistorco-vite recluse o invisibilizzate-1994 corrispondenza reclusa.
Io brigatista? può darsi-ma anche ai brigatisti -non me ne vogliano i miei amici che hanno saputo cambiare e abbandonare la strada della violenza-per scegliere quella della solidarietà
io brigatista?non smentisco-anche se dialogai con i br solo dopo l'abbandono della lotta armata.forse per questo a me nessun lavoro o possibilità autonoma per vivere.e purtroppo anche se eterno peter pan non sono più un ragazzo con tante fantasie pefinodi cambiare il mondo
attendendo gli eroi...
giuseppe cesaro | Sabato, 14 novembre 2009 @16:51
giuseppe cesaro diventa poeta con lo pseudonimo di angelo elmo a partire da una sua ribellione contro le prigioni minorili dove lavorava come agente educatore tra i ragazzi reclusi.dopo la ribellione inizia a frequentare il centro sociale di caserta.collabora con il gornalino s.os.
.giò noto e recensito su importanti riviste di poesia e di cronoca
nel 1990 pubblica la raccolta sono questo mondo.seguiranno altri volumetti fino al più recente buon giorno emily-gabrieli editore roma.collana europea
La vicenda biografica sottesa all'esperienza poetica di cesaro è legata
ad un atto di ribellione che lo contrappone alla società civile ,con le sue regole asettiche e alla sua cecità:opporsi alla routine disumanizzante del carcere minorile ,sentirsi amico ed educatore piuttosto che sorvegliante ,significa esulare dal proprio ruolo ,rompere l'ordine costituiito ed essere considerato di coplo pericoloso .cesaro si definisce poeta dell'infanzia reclusa ,ma fatalmente anche la sua innocenza di ragazzo non del tutto cresciuto ,di moderno peter pan,dotato di ali per volare,viene negata.di colpo egli avverte il senso dell'esclusione dell'abbandono ,quasi avesse tradito e offeso la morale codificata,mentre ha solo obbedito ad un'etica che nasce dall'intimo della coscienza individuale,eiappropriandosi dellà libertà di agie liberamente.questa condizione esistenziale favorisce la tentazione di rompere i contatti con il mondo.invece cesaro la supera attraverso la comunicazione poetica pur tendando di nascondersi dietro alcuni pseudonimi ,per creare una barriera tra sè e gli altri.nemmeno l'amore e il rapporto con le donne è chiaro alla consapevolezza del poeta ,la delusione di sè,frutazione per non essere in grado di uscire dal proprio io per rapportarsi all'altro in pieno abbandono,da ciò il rifiuto di quella realtà e il desiderio di rifugiarsi in un mondo fabuloso ,in cui possono prendere corpo e consinstenza sogni e speranze.
renata montanari de simome
edizioni Il Grappolo di Salerno- Poesie e Pensier2000-editore renato corbisieri-salerno
Alex | Sabato, 14 novembre 2009 @13:32
Ciao, cara Lisa. È da un po', lo so. È che non lavoro più in un posto in cui ci si collega ad internet ed io internet a casa non ce l'ho.... quindi i miei accessi alla rete sono sporadici. Ti scrivo sullo spazio di ieri visto che oggi City non esce, ma va bene uguale; è eccitante scrivere su Venerdì 13 (bwaah ah ah ah ah!!) e poi, con Hikmet e il mese di novembre, il mio mese, non poteva andarmi meglio. Novembre è il primo mese che annulla contorni e luce, il mese in cui la gente per strada non si incontra perché si chiude nei cappotti, il mese del freddo incipiente, quello vero. Sono nato al limitare di novembre ma, come spesso capita, chi nasce nelle tenebre, ha un cuore che è tutto un fuoco. Brucio, brucio!
Un bacio.
supersimo86 | Venerdì, 13 novembre 2009 @12:03
STUPENDAAA adoro hikmet
Serena | Venerdì, 13 novembre 2009 @11:35
Cara Lisa, leggo sempre le poesie sul City e, dato che sei una che di moda se ne intende, vorrei chiederti come si fa a cambiare la propria immagine...sono una ragazza di 27 anni, abbastanza carina, anche se non bellissima, ma sono molto semplice, non sono una modaiola...e il bello è che a volte cerco di cambiare, ma più di tanto non ci riesco, sia per pigrizia, perchè magari non ho voglia di alzarmi presto la mattina per truccarmi, sia perchè i vestiti carini costano molto e io guadagno 400 euro al mese..lavoro con una ragazze molto belle e sempre elegantissime, in confronto a loro mi sento una nullità, vengo squadrata ogni giorno con aria di sufficienza e non ce la faccio più..ma come si fa a cambiare? Come si vince l'insicurezza? Mi sento come Andy ne "Il diavolo veste Prada", per intenderci.. Quando esco con un ragazzo e lui si guarda intorno mi sento mortificata, ho sempre paura che arrivi la mia amica più appariscente o più bella e venga preferita a me..mi rendo conto di essere profondamente insicura, ma come si fa a stare meglio e a non aver paura degli altri? Temo i confronti, è come se gli altri si sentissero sempre meglio di me anche quando, obiettivamente, non lo sono. Non è semplice per me parlare con questa schiettezza, penso di farlo oggi per la prima volta, perchè spero che, in qualche modo, tu possa aiutarmi. Buona giornata e complimenti per il tuo lavoro!
Annalisa farmacista | Venerdì, 13 novembre 2009 @10:01
Questo mese di novembre mi sta piacendo tanto. Sto mangiando montagne di castagne e rifacendo la mia adorata casina, che quindi affronterà l'inverno coibentata e più solida che mai. Grazie al Consorte per aver preso questa decsione con più coraggio di me che invece tentennavo molto. Le giornate sono più corte ma così c'è più tempo di stare rintanati in casa a bere te sotto il piumone. Mi manca invece il freddo, quello vero. Adoro quelle giornate fredde e terse d'inverno, quando respiri l'aria che ti congela i bronchi. Quando posso finalmente mettere sciarpa e guanti. Quando finalmente andiamo a sciare. Grigio e coccole: il connubio perfetto.
anna | Venerdì, 13 novembre 2009 @09:03
ciao, amo la poesia e sono felice quando, la mattina, inizio la giornata di lavoro leggendo le poesie di City. Ti faccio i miei complimenti per come riesci, con semplici parole, a darci la tua lettura dei versi.
Zilito | Venerdì, 13 novembre 2009 @08:57
Lisa,
scrivo da Milano.
Leggo spesso le poesie pubblicate su City, viaggiando sul vagone della metropolitana.
Ma non avevo ancora fatto caso a chi le proponeva (colpa degli occhiali di cui ho sempre piu' bisogno).
Ieri ho dato una sbirciata al Blog e, per la prima volta, non ho resistito alla tentazione di lasciare un commento.
Scrivo anche io, ma per necessita' (purtroppo non mi posso permettere virtuosismi).
Buona giornata.
(Maurizio)
Giovedì, 12 novembre 2009 @09:14
"E’ strano: la nostra vita intima è ciò che più conta per ognuno di noi, eppure dobbiamo sempre fingere di viverla senza quasi avvedercene, con disumana sicurezza".
(Alba de Céspedes)
Forse a questo serve la poesia, anche le piccole schegge di poesia: a raccoglierci, a raccogliere il pensiero. A fermare lo sguardo. A dirci: questo è quello che sono, questo è quello che sto diventando. Ora.
(La frase di Alba de Céspedes è tratta da "Quaderno proibito", Mondadori. Ricordate? Vi avevo raccontato la storia della de Céspedes, famosissima negli anni Quaranta e Cinquanta, ora scandalosamente, tristemente dimenticata. Avevo letto "Quaderno proibito" molto tempo fa, ma questa frase mi è stata regalata da un altro sguardo, un’altra lettrice. Perché viene dal libro vintage, usato, antico (scegliete l’aggettivo che preferite), che mi aspettava a Roma, in una piccola libreria che si chiama Libri necessari. L’ho comprato per l’amica che era con me. Per farglielo leggere. E per salvarlo. A casa, sfogliandolo, mi hanno colpito le frasi sottolineate, in matita, da una donna che rimarrà per sempre sconosciuta, una donna che non ha neppure scritto il suo nome in prima pagina. Questa è la prima, ve ne regalerò altre).
LISA | Domenica, 15 novembre 2009 @11:11
Per URSENNA: you knew there would always be a spring. Ci sarà sempre una primavera. Bellissima, non la conoscevo. E mi piace che questa frase mi sia arrivata - wordscrossing invece che bookcrossing - in autunno.
Ursenna | Venerdì, 13 novembre 2009 @11:34
Le sottolineature sconosciute mi evocano la mia scoperta del book crossing, anni fa, quando nemmeno sapevo che esistesse il book crossing. Un albergo di Ravenna. Hemingway in inglese. Un libro dall'apparenza letto e riletto. Una sola sottolineatura: You knew there would always be a spring. Poi ho visto City of Angels. Poi ho vissuto a Parigi. E la primavera era là, ad accogliermi come una gioiosa ritrovanza. La Festa Mobile di una matita senza nome.
LISA | Venerdì, 13 novembre 2009 @07:52
Grazie ai nuovi arrivati. Avete voglia di raccontare chi siete, e da dove mi scrivete?
giuseppe | Giovedì, 12 novembre 2009 @12:39
talvolta esistono muri invisibili...
una barriera di sogni e di stelle.Altri Sogni
Marco | Giovedì, 12 novembre 2009 @10:52
...bello essere trafitto ogni mattina dalle tue schegge. Grazie. Baci.
Andrea Rényi | Giovedì, 12 novembre 2009 @09:26
Grazie, Lisa, per questa splendida citazione, assolutamente condivisibile. Speriamo che le parole di Alba possano colpire qualche editore, al punto di decidere la riedizione delle indimenticabili opere di questa magnifica scrittrice.
Mercoledì, 11 novembre 2009 @19:25
"Non mettetemi accanto alle donne
che amano il loro pianto
più ancora dei loro figli
e che dei tradimenti maritali
hanno fatto un vessillo di guerra…"
(Alda Merini)
Non mettetemi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa più accorgersi di un tramonto. Chiudo gli occhi. Mi scosto di un passo. Sono altro, sono altrove.
(Alda Merini, la poetessa milanese scomparsa settimana scorsa. Che io conoscevo così poco. I versi che ho scelto oggi per City sono tratti da un piccolo volume Einaudi che ho cominciato a leggere, "Superba è la notte")
Aggiornamento giornaliero | Mercoledì, 18 novembre 2009 @09:10
Vorrei trovare ogni mattina anche qui sul sito il tuo scritto quotidano perche' non sempre arriva City e.... Mi mancano le tue parole. Puoi fare in modo che sia costantemente aggiornato? Grazieeeee
Celisa | Venerdì, 13 novembre 2009 @09:56
Grazie per queste brevi parole.
Avevo bisogno di uno schiaffo come questo per rialzare la testa e ricominciare.
Non voglio amare il mio pianto.
Non più.
grazie Lisa | Mercoledì, 11 novembre 2009 @20:19
Grazie Lisa per la Poesia della Merini e di tutte le poesie che come i fiori della dickinson quotidianamente ci doni
Quanti fiori si estingueranno nel bosco
O periscono dalla collina
Senza il privilegio di sapere
Che sono bellissimi-
Quanti lanciano un baccello senza nome
Sulla più vicina brezza-
Inconsapevoli del Carico Scarlatto
Che Produrrà per altri Occhi.
Tu sei ..la Brezza
Adolfo
Martedì, 10 novembre 2009 @08:24
"Trascina la sua collera come un vestito".
(Juan Gelman)
Sì: perché ci sono persone che indossano la rabbia come un cappotto, si avvolgono nella disperazione come in una sciarpa, abbottonano uno dopo l’altro recriminazioni e lamenti. Io, invece, voglio infilarmi il tuo amore come un maglione; un maglione morbido, soffice; un amore-maglione della taglia giusta, che non mi stringa, ma mi abbracci e scaldi. Così come fai tu.
(Juan Gelman è un poeta argentino. I versi di oggi sono tratti dall’antologia "Valer la pena", Guanda)
Oppure, invece di un maglione, potrei mettermi un coatigan. Che cos’è? Leggete l’articolo che ho scritto per Grazia:
Ogni tanto inciampo in qualche nuova parola. La parola di questa settimana è, attenzione attenzione, "coatigan". Sì, avete letto bene: coatigan. Ovvero l’incrocio tra coat (il cappotto) e cardigan, di cui vedete dei validissimi esemplari in queste pagine. La parola l’ho copiata dalle nostre cugine inglesi, ovvero da Grazia UK (non è male, vero, avere così tante edizioni internazionali? Si impara sempre qualcosa). Ma, oltre alla parola, vale la pena di copiare anche il look. Sì, perché il coatigan è quanto di meglio ci sia per farsi abbracciare, quest’autunno. Bè, insomma. Diciamo "second best". Il meglio è comunque un abbraccio vero: l’abbraccio di chi ci ama (lascio a voi decidere se sia il consorte, il fidanzato, l’amante clandestino, i propri figli, un’amica ritrovata…). Ma, visto che non possiamo passare le giornate avvinghiate a chi ci vuole bene – anche se, perbacco, non ci dispiacerebbe – un buon sostituto è il coatigan. Ora la domanda fatale: con che cosa si porta? Se vogliamo copiare le celebrities, è perfetto nella versione comfort casual sopra i jeans. Della serie: oggi non volevo proprio uscire, ma visto che mi tocca... Un po’ come drappeggiarsi addosso il plaid abbandonato in poltrona, e presentarsi in ufficio.
Il coatigan può essere lungo, lunghissimo e frusciare sulle foglie d’autunno. Ma può essere corto, e addirittura senza maniche. Altro dettaglio: bottoni, cintura, o niente? I bottoni sono una diretta citazione del cardigan; la cintura può essere di cuoio, oppure di lana, come nel maxicardigan nella prima pagina. Io, però, preferisco il modello più easy e destrutturato. Perché? Perché è bella l’idea di avvolgercisi dentro, sinuosamente, dolcemente, senza chiudere bottoni né cinture. E camminare lasciando che le ali del coatigan ondeggino …
Convinte? Io sì. Anche perché (ogni tanto alle aspiranti fashioniste, ahimé ora anche secessioniste, capita un colpo di fortuna) ne ho uno meraviglioso, lungo fino ai piedi, già dall’anno scorso, color mosto di vino, e regalo di un’amica. L’ho appena tirato fuori dall’armadio. E, visto che l’ho ampiamente sperimentato, mi sento di aggiungere qualche istruzione per l’uso.
Il coatigan, se è lungo, è controindicato per la bici, visto che la lana ha la tendenza a infilarsi nelle ruote (io che sono testarda ho voluto provarci lo stesso: mai più). Non va bene per correre dietro un autobus. E neppure per scendere di tutta fretta le scale della metropolitana. Meglio, in questo caso, scegliere la versione a tre quarti. Infine – e questo è l’avvertimento più importante – guardate bene le previsioni del tempo prima di uscire, perché il coatigan, sorpresa, è un disastro in caso di pioggia. Posso rubare le parole alla scrittrice Catherine Dunne, che essendo irlandese di pioggia se ne intende? Sì, quella del bestseller "La metà di niente" (Guanda), e che riassume: "Il malumore gli pende addosso come una maglia bagnata". E voi, se siete sprovvedute come me, vi ritrovereste con il malumore che vi pende addosso come… bè, come un coatigan bagnato.
giuseppe | Giovedì, 12 novembre 2009 @11:18
mai letto...quasi mai poeta e poesia s'incontrano.un poeta che non si ribella a vent'anni non è nemmeno poeta.i consigli di Lisa sono da seguire.ma la poesia ha una sua giustificazione come esigenza di vita.Atelier-giuliano ladolfi-borgomanero-novara.
Una piccola casa editrice con i conti in rosso che chiede quindi un contributo all'autore-selettiva e avversa alle grandi case che hanno già i loro 12 nomi .Bludiprussiaeditrice-Piacenza.a vent'anni però è difficile essere scelto.se l'esigenza di pubblicare è molto avvertita si può scegliere di pubblicare in proprio
LISA | Mercoledì, 11 novembre 2009 @20:38
Per UMBERTO LO STUDENTE: sai cosa diceva Miriam Mafai, grandissima giornalista di Repubblica, agli aspiranti scrittori che le chiedevano consiglio? Per scrivere, bisogna innanzitutto leggere, leggere, leggere. Quindi, se vuoi scrivere poesia, devi innanzitutto leggere, leggere, leggere. Vai in una buona libreria, rovista negli scaffali per capire quali sono le case editrici specializzate in poesia più interessanti, leggi. Io ti consiglio la casa editrice Crocetti, che oltre a pubblicare bellissime antologie di poeti contemporanei, pubblica anche un mensile storico, che si chiama, per l'appunto, Poesia. Da tenere d'occhio anche l'Almanacco dello Specchio Mondadori, che viene pubblicato ogni anno. Ti segnalo poi, a Milano, le iniziative della Casa della Poesia, che trovi anche su web: http://www.lacasadellapoesia.com/index.asp
E dunque scrivi, certo; ma soprattutto leggi!
giuseppe | Mercoledì, 11 novembre 2009 @12:46
..i miei occhi erano tristi-e raramente si accendevano come quelli di un trombettista jazz
da ritratto un pò di me stesso
oggi su www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
Umberto lo studente | Martedì, 10 novembre 2009 @20:14
Ciao Lisa,
ho 20 e scrivo poesia da quando ho memoria.
Dopo un po di tempo i miei amici m'hanno convinto che sarebbe bello sottoporle con attenzione a qualcuno che ne capisce e magari pubblicarle...
purtroppo sono frenato da due fattori : il primo è che non credo che i miei sfoghi su carta (così li chiamo io) siano ancora all'altezza d'uno sguardo estraneo al mio contesto (università Federico Secondo, facoltà di lettere moderne) il secondo motivo è che vedo il mondo dell'editoria molto freddo ed estraneo.
Non sapendo a chi rivolgermi ho provato a contattare te che sento più vicina, almeno nella quotidianetà d'un giornale. Se rispondi a questa lettera ti darò anche la mia mail in modo tale da darmi qualche dritta.
So che magari sono pretenzioso, però ci credo veramente.
Con affetto, Umberto
claudia mdg | Martedì, 10 novembre 2009 @17:41
Grazie dell'informazione Lisa, quindi l'improbabile cappotto di maglia che mi sono portata a casa goirni fa è nientedimeno che un esemplare di coatigan! Il mio non era destrutturato ma ci ho pensato io a staccare il collo staccabile, a scucire i passanti e a far sparire in un cassetto la cinta in maglia con fibbia. ora mi piace, anche se è vero che bisogna stare attenti alla pioggia perché l'effetto cane bagnato è dietro l'angolo.
giuseppe | Martedì, 10 novembre 2009 @17:31
da farfalla graziosa a cuore andante
... tu che vai per il mondo
al passo dei tuoi soldatini magici
è me che vuoi me che vorresti catturare nelle tue reti
mentre io volo sempre più libera e bella
lontano da te -da Altri Sogni 1996
Annalisa farmacista | Martedì, 10 novembre 2009 @13:48
Uffa alla rabbia e alle frustrazioni. Però a volte ci piace crogiolarci nei lamenti e nella tristezza. Ma ho deciso che questo triste vestito di rabbai e invida che mi ha preso alle solite Annunciazioni lo devo buttare. Questo sole che fa capolino e il Paziente Consorte mi aiutino.
Celisa | Martedì, 10 novembre 2009 @09:07
Abbraccio. Caldo. Amore - maglione.
Che meraviglia.
E che nostalgia.
Ho ancora un maglione di lui.
Era esattamente così. Lo mettevo in casa ed era il suo abbraccio. Il preludio del suo abbraccio. Poi quei caldi contatti si sono rarefatti fino a svanire. E lui con loro. Perchè mi hai lasciato? Mi chiese poi. Non mi abbracciavi più. E ora aspetto cerco spero di indossare un nuovo maglione.
Anonimo | Martedì, 10 novembre 2009 @08:47
Passo dopo molto tempo e vedo che hai un nuovo blog, molto più carino e pulito di quello vecchio. Io continuo a fare lo splinderiano, anche se siamo rimasti in pochi. Comunque, è vero: ci sono persone che si vestono di rabbia, e fanno anche tanta pena!
Sai che non sapevo nemmeno che esistessero i coatigan. Certo che non potrei fare del glamour, neanche finto.
Ti saluta un tuo vecchio lettore:
Diaktoros (Guido Mura)
http://peergynt.splinder.com/
... e passa a trovare anche noi, poveri scrittori web, noi che usiamo solo eccezionalmente la carta (che costa), anziché i tuoi incredibbbbbili scrittori cartacei che vengono dal Tuchibamba o dalla Podolia
Lunedì, 9 novembre 2009 @08:30
"Nessuno è in casa. Autunno nelle stanze…
Sempre pensi al bianco viso dell’uomo
lontano dal frastuono del tempo;
verdi rami si inchinano volentieri sopra a chi sogna".
(Georg Trakl)
Nel traffico, in metropolitana, rincorrendo l’autobus; aspettando il caffè, al bar; nel silenzio della mia casa. Sempre, ovunque io sia, se chiudo gli occhi vedo te: vedo il tuo viso, lontano dal chiasso del tempo.
(Georg Trakl: poeta austriaco, muore nel 1914, durante la prima guerra mondiale, proprio mentre sta per finire l’Impero. Ufficiale sanitario, è al fronte; si uccide con un’overdose di cocaina. Poeta tragico, tormentato: eppure le sue poesie parlano d’autunno, sono piene dell’oro del tramonto. Questi versi sono tratti dal piccolo volume dove ho imparato a conoscerlo, un vecchio libro della Bur, intitolato semplicemente: "Poesie")
LISA | Martedì, 10 novembre 2009 @08:22
Per LILA, bello rivederti proprio nel giorno della caduta del muro. Ora devi solo camminare, verso la luce, attraverso il buio. Per AFERDITA, l'Afrodite che era dall'altra parte del muro: grazie per aver ricordato insieme a noi come ci si sentiva, dall'altra parte.
aferdita | Lunedì, 9 novembre 2009 @22:16
Nel 'autunno delle camere i verdi rami si inchinano volentieri sopra a chi sogna...Belle queste parole .Beato chi anche nel grigiore del autunno sogna il sole di primavera, vede il sole lontano anche attraverso la nebbia. E non si sognano solo i occhi del amato. Si sogna un paese senza la ditatura. Si sogna di svegliarsi la mattina, di accendere la radio per sentire la musica che ti piace senza avere paura che ti spiano i vicini, di indossare una minigonna senza paura di essere criticato davanti a tutta scuola. Di pettinarsi, truccarsi, vestirsi in liberta. Di smettere di essere un soldatino, di vivere la vita da persona libero. Si sogna di poter parlare e protestare quando i negozi sono vuoti e non hai niente da mettere a tavola, senza finire in un prigione. Si sogna di poter leggere un libro che ti piace anche se fa parte della lista proibita. E quanti di questi sogni proibiti abbiamo fatto fino 20 anni fa! Per fortuna e caduto il muro di Berlino, cosi anche per noi i sogni cominciavano a diventare realtà. Per chi ha vissuto in una ditatura il giorno di oggi e una grande festa, ma e anche un giorno per ricordare tuti quelli che hanno tanto sognato, contribuito ,ma non sono riusciti a saporare la liberta. E vi assicuro che sono tanti quelli che hanno sacrificato la loro vita e a loro va il mio pensiero oggi.
supersimo86 | Lunedì, 9 novembre 2009 @21:17
stupendo il buongiorno di oggi .. peccato che oggi non ho trovato la mia copia di city vuol dire che lo userò come una buonanotte :)
Simona | Lunedì, 9 novembre 2009 @19:32
Sono contenta di leggere che Lila si sia ripresa e che stia tornando di nuovo grintosa. Se hai voglia e te le senti scrivimi pure in posta elettronica, mi raccomando.
aferdita | Lunedì, 9 novembre 2009 @18:26
Carissima Lila, che piacere leggere le tue parole! Bentornata fra di noi! Abbiamo pregato e sperato tanto che il buio sparisse presto dalla tua vista ,e che arrivasse il momento della luce e dei colori ci fa molto piacere che quel momento pian piano sta arrivando. Non ti devi preoccupare che la strada e lunga, cerchi di superare un pezzetto per volta e vedrai che ce la farai. Hai visto, quante persone ti vogliano bene, perché tu sei speciale, e tu di questo devi fare tesoro, volerti bene e andare avanti, e lasciare aperta la porta del cuore, e sono sicura che anche l'amore arriverà. Un abbraccio forte forte.
Lila | Lunedì, 9 novembre 2009 @17:53
Mi fa piacere che riesca a riscrevere oggi che è una data storica veramente particolare. Volevo ringraziarti Lisa e ringraziare tutte le persone del tuo blog che mi hanno pensato e che mi hanno scritto, in particolare Claudia la mamma del gladiatore (ma anche lei è una vera gladiatrice!) e Heidi66 che mi ha regalato un libro di poesie di Nazim Hikmet (mentre Claudia mi ha viziato con i dolci e con i tuoi buongiorno di City). La strada è ancora lunga da fare ma il buio che prima vedevo è sparito e, nella profondità del tempo, sto cogliendo tutte le cose belle ma soprattutto le persone belle che ho vicino a me. La poesia che hai scelto per oggi è veramente bella e, anche se io non so quando vedrò mai il viso di colui che mi farà stare bene l'importante è che io piano piano sto riaffilando le mie unghiette. Ringrazio anche Woland e chi ha riportato la poesia di Pasternak che mi hanno aperto il cuore alla speranza. Lila
giuseppe | Lunedì, 9 novembre 2009 @16:28
vent'anni fa cadeva il muro di berlino...
amo le bandiere giallo rosso nere
ma alcune idee rimangono di aquila rapace
sulla mia capanna...
a destra e sinistra l'arcobaleno di tutti i giorni...
non poteva prevedere il mio cuore rosso
d'essere imprigionato in un pozzo..
per strada mi fermi per un bacio
Amore sei la mia scheda bianca
Da non volerò più via--Miscellanea-Sa
angelo elmo-pseudonimo di giuseppe cesaro
LISA | Lunedì, 9 novembre 2009 @15:17
Bellissima anche questa, WOLAND che ama Trakl. Direi che l'autunno nelle stanze, l'inverno che ghiaccia la terra e le case, ci fa venir voglia solo di una cosa: che alla porta appaia la persona che amiamo. Solo questo speriamo: che entri e ci scaldi le mani e il cuore.
woland | Lunedì, 9 novembre 2009 @15:02
Ciao Lisa,
come già ricordai tempo fa sempre sul tuo blog:
"Ma se una buia armonia penetra l'anima
appari tu bianca ai paesi autunnali del cuore. "
(G. Trakl)
insuperabile...
LISA | Lunedì, 9 novembre 2009 @14:44
Che meraviglia Pasternak (e a proposito, tu chi sei?). E quel verso finale sulla stoffa che sembra cucita come i fiocchi di neve... Era un mio vecchio Buongiorno per City, di un 20 dicembre.
"Tu apparirai sulla soglia
indossando
qualcosa di bianco senza stranezze,
qualcosa proprio di quelle stoffe
di cui si cuciono i fiocchi di neve"
(Boris Pasternak)
No, niente di fashion. Nessun tessuto tecnologico o griffato. Non è moda, ma il piacere di certi abiti, che ci abbagliano: semplicemente perché chi li porta li indossa come una poesia.
mi fa pensare a Pasternak | Lunedì, 9 novembre 2009 @14:16
"Nessuno sarà a casa
solo la sera. Il solo
giorno invernale nel vano trasparente
delle tende scostate.
Di palle di neve solo, umide, bianche
la rapida sfavillante traccia.
Soltanto tetti e neve e tranne
i tetti e la neve, nessuno.
E di nuovo ricamerà la brina,
e di nuovo mi prenderanno
la tristezza di un anno trascorso
e gli affanni di un altro inverno,
e di nuovo mi tormenteranno
per una colpa non ancora pagata,
e la finestra lungo la crociera
una fame di legno serrerà.
Ma per la tenda d'un tratto
scorrerà il brivido di un'irruzione .
Il silenzio coi passi misurando
tu entrerai, come il futuro.
Apparirai presso la porta,
vestita senza fronzoli, di qualcosa di bianco,
di qualcosa proprio di quei tessuti
di cui ricamano i fiocchi"
Pasternak
Venerdì, 6 novembre 2009 @07:53
"Esce per strada. E vuole che la sera si accorga di lei, che vedendola l’aria senta una fitta al cuore, che le stelle abbiano qualcosa da raccontare sul suo conto".
(Boris Pasternak)
Sì, esco per strada, e mi sembra che tutto mi parli: mi sembra che le foglie cadute per terra mi sussurrino; che i lampi gialli delle macchine mi strizzino l’occhio; che il vento mi accarezzi i capelli. Sorrido. Perché voglio solo una cosa: voglio che tu, guardandomi, ti accorga di me.
(La frase di oggi, del poeta russo Boris Pasternak, è tratta da "Il salvacondotto", Editori Riuniti)
Succede, a volte, di uscire per cercare una borsa e tornare con una giacca. A me, almeno, è successo. Sono andata a una svendita stampa a Milano (per dirla in gergo fintoglam: una "press sale") per cercare una borsa con le rose (le fa Valentino, anche se ahimé sono fuori budget persino per una svenditissima), ma sono tornata con un chiodo. Il mio primo chiodo. La mia prima giacca da biker di pelle nera. E sono molto, molto perplessa. Forse non sono ancora pronta, come continuavo a ripetere alle mie amiche fashioniste, mentre abbiamo fatto una coda di 50 minuti per pagare (voi credevate che un press sale, primo giorno solo per inviti, fosse un evento molto chic?; e invece no, sembrava di essere in metropolitana all’ora di punta, o peggio ancora, all’outlet nel giorno del "svendo tutto al 70%"). Ho continuato a provarmi e riprovarmi la giacca di pelle nera per tutti e 50 i minuti di coda, estenuando le amiche e tutte le persone in coda come noi. E alla fine l’ho presa. L’ho indossata subito sperando nell’incantesimo. E invece no. C’è qualcosa che non funziona. Quei bottoncini con l’orrido logo Marlboro (eh sì, non è Valentino ma Marlboro, stessa holding)… La pelle poi è morbida ma non troppo… Fa uno strano rumore quando la indosso… E’ come accettare di uscire con un uomo che hai conosciuto su Facebook e, con il bicchiere in mano, ti chiedi: ma che ci faccio qui? (Non che mi sia mai capitato, eh. E’ la fervida fantasia della romanziera). Nel frattempo, mentre aspetto le vostre storie di chiodi e di jeans, vi metto on line l’articolo quasi profetico che ho scritto qualche settimana fa per Grazia.
Confesso. Non ho mai avuto una giacca di pelle nera. Non l’ho mai neppure desiderata. Ma, dopo essermi comprata i miei primi jeans (di cui ho già lungamente raccontato su Grazia: trovate la storia nel post del 25 luglio) e i miei primi stivali (questo non ho avuto il coraggio di proporlo al direttore), ho capito che forse è arrivato il momento. Non che siano decisioni facili. La giacca di pelle nera, ovvero il chiodo, la motorcyle jacket, insomma chiamatela come volete, è una bomba di meta-messaggi fashionisti ed esistenziali. Non ci credete? Ho provato per curiosità ad indossarne una, in un anonimo negozio, e ops! Con uno "swoosh", vero incantesimo potente, ecco le uniformi delle SS, Hell’s Angels, Black Panthers; i rocker punk, le prime scorribande gay, ma anche i macho molto maschi in moto. Un po’ troppo, forse? Eppure è tutto lì: che ti salta addosso mentre infili il braccio nella manica. Chiudi la zip ed ecco, sei un’altra donna. (Bè, quasi).
Il black magic della giacca di pelle nera è un incantesimo che acchiappa anche gli uomini. Mick Farren, un giornalista inglese esperto di cultura pop, anni fa all’argomento ha dedicato persino un libro; dove racconta quando, per la prima volta, da ragazzino, se l’è messa e si è guardato allo specchio: "Mi sentivo così cool, un incrocio tra Elvis Presley e Lord Byron". Perbacco. Erano, presumibilmente, gli anni Sessanta. Altri tempi, altri miti. Adesso, indossandola, il rischio è quello di scivolare nel ridicolo: sono sicura di volermi sentire un incrocio tra Beyoncé e Angelina Jolie, come dichiarano le foto che pubblichiamo?
Non c’è bisogno di scomodare gli antropologi per ricordarsi che la magia è atavica. I cacciatori indossavano la pelle degli animali che avevano ucciso e scuoiato, per appropriarsi dei loro poteri: del leone, del lupo o della tigre… Ah già. Adesso che ci penso, mi è capitato una volta di indossare pelli di animali (e no, non li avevo cacciati io). E’ successo durante un viaggio in Groenlandia (quel che non si fa per accontentare i consorti), dove, durante una tre giorni in slitta trainata da cani, esperienza che non dimenticherò mai più, le guide inuit si sono messe a ridere di fronte al mio abbigliamento tecno-occidentale (e dire che mi sembravo molto equipaggiata). Mi hanno invece rivestito del loro guardaroba a prova di gelo: giacca e pantaloni, di pelle di foca e d’orso. Non credo di aver acquisito speciali poteri, ma ammetto di essere stata al caldo anche tra gli iceberg.
Però qualcosa di vero c’è. Vestirsi di black leather, pelle su pelle, vuol dire acquisire potere. Diventi sexy, certo. Fetish, anche. Ma soprattutto "powerful". Non aggressiva, attenzione: ma potente. E adesso scusate, ma devo andare: sento che la mia prima giacca di pelle nera mi aspetta, devo cercarla... L’autunno è qui e io ho bisogno della mia dose di black magic.
(E ora che finalmente ho il mio primo chiodo, mi chiedo: funzionerà?).
isa | Lunedì, 9 novembre 2009 @20:37
sei un mito lisa...e magari ci siamo incontrate anche a milano...
c'ero anch'io, ma non ho comprato nulla :-)
non ho mai avuto un chiodo, in compenso ho finalmente trovato un jeans che mi sta bene! ricordi?
finirà che a furia di leggerti comprerò persino un chiodo...
LISA | Lunedì, 9 novembre 2009 @07:18
Grazie, CELISA, della presentazione! Dunque ci siamo conosciute in autobus al mattino... Divertente. All'epoca, sai, ero occhialuta e rotondetta anch'io, e non desideravo nè jeans nè chiodo. Poi, a volte, si cambia.
giuseppe cesaro | Domenica, 8 novembre 2009 @12:22
.nella vita può essere un gioco non amare.perchè la vera arte è non odiare il mondo..da amore infinito/sono questo mondo
associaziine cultura poeti meridiana-caserta
Celisa | Sabato, 7 novembre 2009 @21:34
Tardi per rispondere ad un buongiorno? Lo lascio per domattina.
Proibizionismo? La mia mamma? Diciamo che considerava il capo di abbigliamento in questione "non adatto", all'epoca ero occhialuta e rotondetta, il chiodo mi avrebbe senza dubbio "attappata". Me lo proibì come mi proibirebbe oggi di girare con mutande in vista e cavallo al ginocchio. Ma rispolverando i ricordi mi pare che andò così:
Io: Voglio comprarmi il chiodo.
Mamma: No, te lo scordi: è bruttissimo.
Io: Non è vero! E poi ce l'hanno tutti i miei amici!
Mamma: Lo vuoi perchè ti piace o perchè ce l'hanno tutti i tuoi amici?
Io (quattordicenne):...............................
Così mi si insegnò a pensare sempre con la mia testa perchè negli anni in tanti avrebbero provato a spegnermela.
Per quanto riguarda le domande dell'autrice curiosa, vado educatamente a presentarmi scusandomi con tutti per non averlo fatto prima.
Sono Elisa ed emula di Virgilio per nascita e peregrinazioni: Lombardia mi generò e l'Urbe mi nutrì.
Andando al lavoro la mattina mi capitava di recuperare copie di giornali arraffati in metro ed abbandonati quindi sui sedili dell'autobus. Ho cominciato a leggere il Buongiorno e non ho più smesso.
Nelle poesie ho ritrovato pezzi di vita vissuta anche da me, sensazioni che ho provato e riconosciuto. Che conforto sapere che altre persone hanno sentito gli stessi miei palpiti: sono condivisi quindi reali, non inganni della fantasia o giochi di bassa psicologia. Vi avevo avvertito che sono grafomane? Per concludere no, non ho ancora conosciuto Emma e Stella ma sono qui, non ci vorrà ancora molto, no?
giuseppe | Sabato, 7 novembre 2009 @16:58
non è bello essere famoso(Pasternack)
tante grazie dei pensieri e delle poesie.
quella che mi è piaciuta di più è quella andando da un mio amico per aiutarlo ad aggiustare un irologio a pendolo
adriano sofri da carcere di pisa-19/5/1988
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
giuseppe | Venerdì, 6 novembre 2009 @18:00
oltre a i fratelli grimm segnalo l'aspirina il libro di una giornalista che mi diceva ciao
supersimo86 | Venerdì, 6 novembre 2009 @17:59
conservo tutti i buongiorno li ritaglio e li metto in una scatola :))
LISA | Venerdì, 6 novembre 2009 @17:52
Per SUPERSIMO: bravissima, come hai fatto? Ecco il Buongiorno per intero:
Ti incontrerò stanotte; sì, stanotte.
Lo so che ci separano centinaia di miglia,
ma non stanotte. Stanotte entro, tiro giù
tutte le pareti, le cose inutili,
quella polvere da due soldi e pungente
che si è accumulata in questi mesi
intorno a me. (Burns Singer)
Stanotte, ti abbraccio, seppure solo in sogno.
Burns Singer era un poeta scozzese, morto nel 1964. La poesia si intitola The Letter ed è tratta da Scottish Love Poems (Penguin). La traduzione, bruttissima adesso che la rileggo, è mia.
LISA | Venerdì, 6 novembre 2009 @17:37
Per ANNALISA FARMACISTA: il mio chiodo è corto e molto biker. Perfetto con i miei primi jeans che ormai sono sempre più baggy e stracciati. Il consorte ha apprezzato. Peccato che da quando sono tornata nel mio altrove non faccia altro che piovere... Per CELISA: la mamma che proibisce il chiodo? Incredibile. Censura preventiva? Vedi che il black magic è una realtà. E credimi: il chiodo con l'abitino a fiori è perfetto. Parola di giornalista fintoglam. Ma non vuoi presentarti all'autrice curiosa? E raccontarmi almeno da dove mi scrivi, come sei capitata qui, e se hai già conosciuto Emma e Stella?
Celisa | Venerdì, 6 novembre 2009 @12:12
(Ebbene si, sono una grafomane)
Ho desiderato il chiodo ogni singolo giorno dei miei anni di liceo.
Lo portava il mio ragazzo, lo indossavano i maschi che attiravano il mio sguardo, l'avevano compagne di scuola metallare e dark.
Mia madre mi ha sempre proibito di possederne uno.
Giunta all'indipendenza della maggiore età mi è stato proibito dalle mie finanze.
Ora potrei comprarlo. Perchè no? Forse che la mia anima punk sbocciata nell'adolescenza non è sempre viva sotto i tallieur professionali da segretaria? Forse che proprio in questo momento non indosso minigonna scozzese e anfibi borchiati? E tutto sommato non creerebbe una graziosa dissonanza indossato sopra i miei vestiti a fiori?
Ma il problema vero è il seguente: già i miei amici mi vedono come novella Valchiria, già ci hanno riempito le orecchie di teorie su donne virago e uomini intimoriti, già mi guardano con sospetto perchè so cambiare le lampadine e montare le mensole da sola; quindi mi dico: il chiodo non sarebbe troppo?
Annalisa farmacista | Venerdì, 6 novembre 2009 @11:56
Bè che dire io il mio primo (e unico) chiodo l'ho avuto all'età di 15 anni...quando volevo essere ribelle per forza, soprattutto con un abbigliamento molto aggressive! Che ridere a pensarci adesso. Però scusa la giacca di pelle esattamente che forma ha? Molto biker? Allora l'abbinamento con i jeans è d'oobligo. Io invece sono alla ricerca della giacca da mezza stagione, che si sa è difficilissma da trovare. Nell'attesa mi sono comprata un adorablie vestitino color glicine che fa tanto autunno. PS. spedizione effettuata.
Celisa | Venerdì, 6 novembre 2009 @11:28
Graziegraziegrazie.
supersimo86 | Venerdì, 6 novembre 2009 @10:48
eccolaaaa
Ti incontrerò stanotte; si stanotte. Lo so
che ci separano centinaia di miglia, ma non
stanotte.Stanotte entro, tiro giù
tutte le pareti, il bric-à-brac, le cose inutili
quella polvere da due soldi e pungente
che si è accumulata in questi mesi
intorno a me".
Celisa | Venerdì, 6 novembre 2009 @10:18
AIUTATEMI!
Mi sono innamorata di una frase che avevo letto sul Buongiorno di alcuni mesi fa ma non la trovo più, nemmeno nell'archivio.
Parlava di onirici incontri notturni. "Ti incontrerò stanotte" e cadevano pareti e bric à brac e polvere.
Qualcuno può recuperarla per me?
Grazie da subito.
supersimo86 | Venerdì, 6 novembre 2009 @09:23
Non mio... ma allora di chi?
La tua effigie al mio fianco...
muta all'imbrunire come il tuo volto inquieto...
Bello! Bello da fare male.
Arso nel candore delle gote...
occhi di velluto aperti sul mio corpo.
Non mio-ma allora per chi?
Per chi questi batuffoli d'ovatta che ti cingono il capo?
E il tuo profumo emana voglie di carezze...
le mani si schiudono come ninfee al sole...
Sfiorami,
prendi il viso muto,
dischiudi la bocca di rosa,
bacia e ribacia il mento che fremendo sussurra il tuo nome.
Non mio-ma allora per chi?
Sei nato per farmi impazzire...
possederti è un sogno che scivola nelle mie mani...
sabbia bianca tra le dita la tua effigie.
Non mio-ma allora di chi!
Chi al mio posto ti ha amato! Chi al mio posto ti amerà?
Non mio-eppure per un attimo, in un eternità di diamante lo sei stato.
adoro questa poesia di Simona De Murtis .. perchè penso che tutti noi almeno una volta abbiamo amato qualcuno in silenzio .
Giovedì, 5 novembre 2009 @07:56
"Magari le foglie non toccassero il tuo corpo quando cadono
affinché tu non le possa trasformare in cristallo.
Magari la pioggia non fosse più un miracolo che scende per il tuo corpo.
Magari la luna sorgesse anche senza di te.
Magari la terra non baciasse i tuoi passi".
(Silvio Rodriguez)
Magari. A volte lo penso, sai? Ma è impossibile. Ormai foglie e pioggia e luna non mi parlano altro che di te.
(Questi versi del cantante cubano Silvio Rodriguez - il titolo è "Ojalá", avverbio spagnolo che equivale a chissà, magari, vorrei, o forse inshallah - sono un regalo di Gustavo venezuelano, lettore di poesia, lettore del blog)
manu76 | Mercoledì, 30 dicembre 2009 @14:59
wow...l'amore è proprio quando nn c'è più...questi versi lo confermano
giuseppe | Venerdì, 6 novembre 2009 @17:58
oltre a les communisme e i fratelli grimm.. .segnalo Aspirina un libro di poesie di Silvia Tessitore-una giornalista che mi diceva ciao
LISA | Venerdì, 6 novembre 2009 @07:51
Per SUPERSIMO: se vuoi regalare delle parole, scrivile, semplicemente, qui.
AlLDA MERINI 2 | Giovedì, 5 novembre 2009 @21:01
Volevo solo aggiungere ciò che aveva detto Montale a proposito dei Poeti e non.
Purtroppo era saltato nel commento inviato
:.
adolfo daniado@gmail.com
ALDA MERINI e Poesia | Giovedì, 5 novembre 2009 @20:07
Cara Lisa, volevo ricordare la Poetessa Alda Merini con una lirica di EMily Dickinson
Molta follia è divina saggezza
per occhio che discerna-
molta saggezza-assoluta follia
ma è la maggioranza
che prevale, anche in questo-
Approva-e sei savio-
dissenti-e sei d'immediato pericolo-
legato alla catena
E' chiara la difficoltà di certe anime di "relazionarsi" con la logica che governa la maggioranza.
la Merini ha sicuramente sofferto tutto questo.
Eugenio montale , in un bel libro di Ferdinando Camon:il mestiere del poeta, dice :
Grazie ancora Lisa per l'amore che nutri della poesia. adolfo
supersimo86 | Giovedì, 5 novembre 2009 @19:28
vorrei anche io regalarvi un buongiorno ..parole non scritte da me ma che sento mie. come faccio ???
Celisa | Giovedì, 5 novembre 2009 @15:26
Cara Annalisa farmacista, come avevi ragione il 3 Novembre!
Basterebbe un abbraccio. Mi mancano così tanto quel calore e quel senso di sicurezza. Costa così poco e dà così tanto. Magari trovassi chi ancora abbraccia spontaneamente, con un sorriso, semplicemente. Ma non è per l'autunno, il nostro è un tempo con la nebbia nel cuore.
Annalisa farmacista | Giovedì, 5 novembre 2009 @12:39
E' l'autunno che ci rende malinconici? Forse si. Questa specie di litigi vengono sempre di questa stagione. Però in questa stagione è anche tanto dolce riconciliarsi: castagne davanti alla tv raggomitolati sul divano sotto la coperta. Questo sì non ha prezzo. E quando mi lamento un po' con il Consorte lui semplicemnte risponde "Ma non ti basto io?". Si mi basti. Anzi mi se necessario.
giuseppe | Giovedì, 5 novembre 2009 @12:01
perchè non regalarmi una cuffia per asxcolare musica?pare che sia un rimedio.purtroppo a livello personale sono privo di ogni autonomia
il problema si cui parlo in musica nella testa www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
è serio.forse la comunità di poeti e artisti dovrebbe porsi qualche problema pratico.voglio dire ho sempre ricevuto attenzioni recensioni e articoli su giornali e periodici.ma non è servito nella vita quotidiana.le ragioni?tante-a cominciare dalla personale difficoltà alla relazione.ma non si può dire le istituzioni mi abbiano molto incoraggiato per togliermi dalla mia irriducibilità poeticain una situazione di forte disagio. ed ad ogni modo.comunque e così.e nutro poco feeling anche coi giornalisti che credevo amici.
gi.cesaro@tiscali.it
Mercoledì, 4 novembre 2009 @08:06
"Perché s’era tirato indietro proprio quando cominciavamo a ritrovarci? Forse anch’io gli facevo paura? Il suo viso mi sembrava a un tempo molto duro e molto vulnerabile, lo decifravo male".
(Simone de Beauvoir)
Com’è difficile, a volte, capire, interpretare, decifrare il tuo viso. Com’è difficile, a volte, amarti.
(Anche la frase che ho scelto oggi per City - come quella del 28 ottobre - è tratta dal "romanzo dentro il romanzo", ovvero la storia d’amore di Simone de Beauvoir con Nelson Algren: da "I mandarini", Einaudi)
33giri | Venerdì, 18 dicembre 2009 @00:46
..QUESTI MESI HO RITROVATO IL MIO AMORE...CI SIAMO RIVISTI..STAVA SCAPPANDO DA ME E FORSE LO FARA'...nulla accde per caso....i tuoi versi citati sembrano coincidere con le mie emozioni,qllo che sto vivendo negli ultimi tempi..non sono solo coincidenze,..ma vibrazioni dell'anima..
taminy | Mercoledì, 18 novembre 2009 @22:03
leggo questa poesia e mi ci rispecchio in pieno...ci vedo la mia storia,che dura ormai da quasi un anno,ci rivedo il ragazzo che frequento al quale ormai ho imparato a nn chieder nulla...ogni volta scappa!!ci vediamo e il giorno dopo nn si fa vivo,poi torna se scompaio io...e appena mi riprende ricomincia tutto...mi chiedo se cambierà mai...
Fenice | Martedì, 10 novembre 2009 @17:05
L'amore si odia come dice la nuova canzone della Mannoia, si odia quando capisci che si parla troppo, ma di concreto non c'è nulla, rimani delusa quando capisci di esser tradita, ti laceri quando ti accorgi di esser stata usata. Anche le parole, spesso non si riescono a decifrare, per amore credi a tutto.
E' più facile amare che essere amati!
Sabrina | Martedì, 10 novembre 2009 @11:17
Com'è vera, questa frase. Ho già scritto su questo blog più o meno un anno fa, o forse più. Sono successe tante cose nel frattempo e nella mia vita c'è stato poco tempo per pensare ad altro che non fosse lo studio o il lavoro. Ora invece, che sarei pronta per l'amore,mi sento solo vulnerabile..E mi ritrovo con un ragazzo dal comportamento indecifrabile, che mi marca stretta quando mi vede e poi non mi cerca..Che dopo un anno che non ci vedevamo (e insieme non siamo mai stati,nemmeno prima) torna all'attacco come prima, forse, anche stavolta, senza concludere niente, o forse (spero) più maturo.Ma a volte decifrare gli sguardi è così difficile, anche perchè si ha paura che siano i propri ad essere decifrati, che lui si accorga di come vorrei che qualcosa iniziasse e della paura che avrei di essere, per lui, solo un porto salvo a cui approdare nella solitudine in cui è piombato e che poi in realtà di me non sia mai contento. E' proprio difficile, a volte, amare.
adriano | Mercoledì, 4 novembre 2009 @10:11
a volte e' difficile anche ri-amare
Martedì, 3 novembre 2009 @08:42
"Quando una donna ama un uomo vuole che lui vada a prenderla
con la jeep all’aeroporto in un paese straniero.
Quando un uomo ama una donna lui sta lì. Non si lamenta
se lei arriva con due ore di ritardo
e in frigo non c’è niente da mangiare."
(David Lehman)
E’ per questo che mi piace - sempre, ancora - quando ti vedo da lontano: al binario della stazione, al gate dell’areoporto. E sì: sei lì, sei già lì...
(I versi di oggi sono tratti da un’antologia appena uscita: "Nuova Poesia Americana - New York", Oscar Mondadori)
33giri | Venerdì, 18 dicembre 2009 @00:49
è VERO..quantoo l'ho fatto aspettare....
Un uomo che aspetta - Marco | Lunedì, 7 dicembre 2009 @12:11
Ciao Lisa, il mio cuore per adesso vede solo metropolitane che si fermano e sono vuote, io aspetto ma il freddo che c'è arriva fino in fondo al cuore. Putroppo la speranza in questo momento non ha molto spazio.
LISA | Lunedì, 9 novembre 2009 @07:15
Che bello, UN UOMO CHE ASPETTA, che ti aspetta, alla fermata della metropolitana. Spero che incontrerai presto un altro amore, un'altra donna. Che sorriderà vedendoti lì, ad aspettare.
Un uomo che aspetta | Giovedì, 5 novembre 2009 @20:16
Quante volte ho aspettato alla fermata della metropolitana lei che doveva arrivare. Anche se era in ritardo la riconoscevo da lontano, solo vedendola camminare ed il cuore si apriva subito. Ora non lo farò più perchè la nostra storia è finita ma penso che nel mio cuore sarò li, la aspetterò ancora anche se non arriverà.
Ursenna | Mercoledì, 4 novembre 2009 @10:42
a volte non bastano nemmeno le insegne al neon. Sola all'aeroporto. Ma lui è lì, lui è lì. Che non mi vuol vedere e poi, inevitabilmente, mi vede. Senza insegne. Senza neon. E io non ci capisco nulla.
adriano | Mercoledì, 4 novembre 2009 @10:09
Cara ANNALISA FARMACISTA, a volte succede anche il contrario. credimi
LISA | Mercoledì, 4 novembre 2009 @08:04
Per ANNALISA FARMACISTA: perché, come direbbe un bestsellerista trash americano, gli uomini vengono da Marte e noi da Venere. Ma esistono sempre gli sms e i bigliettini vintage infilati in tasca...
giuseppe | Martedì, 3 novembre 2009 @16:52
sul mio blog www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
ho dedicato una poesia Ovunque ad Alda Merini e alla 'brigatista' suicida
Dania Blefari.almeno così ho scritto ai giornali.
una poesia non va spiegata
ma certo ovunque possiamo far volare farfalle libere
striate da occhiaie
nel freddo degli ospedali psichiatrici
e delle carceri del sistema
e nel buio delle prigioni sociali
dove spesso senza aiuto e soccorso si muore
o si soffoca la parte bambina di sè.
un pò questa era già l'impressione che avevo avuto nel vedere la 'brigatista' dallo sguardo infantile girare incerta nella gabbia sola a inseguire un sogno perduto.differente dai compagni di un tempo che erano sorridenti quasi festosi per i delitti.qualcuno non ha voluto vedere questo aspetto.
la poesia è anche un omaggio ad alda merini
per scriverla ho dovuto trovare una nave e riprendere il mare.
spero sia capita
Annalisa farmacista | Martedì, 3 novembre 2009 @11:52
Ecco caro Consorte...ti dedico questa poesia anche se non la leggerai. Oggi mi serve, oggi che ci siamo salutati con un bacio tirato. Oggi che ti ho ingiustamente trattato male. Oggi che mi sento scombussolata e vorrei che tu facessi un po' più per me che mi sento sempre più spesso come la tua colf. Ma perchè gli uomini non capiscono che non si può chiedere sempre? Perchè non ci arrivano da soli a capire che siamo stanche, frustrate e che vorremmo solo un abbraccio?
Lunedì, 2 novembre 2009 @07:57
"E io sprofondai nella morte, gelando dai piedi alla faccia,
come chi scenda in un’acqua di ghiaccio.
Vorrà qualcuno recarsi al giornale,
e raccogliere i versi che scrissi?
Ero tanto assetata d’amore!
Ero tanto affamata di vita!"
(Edgar Lee Masters)
Sono davvero sprofondate in un’acqua di ghiaccio, le persone che non ci sono più? Ma noi, noi speriamo che ci abbraccino ancora, almeno in sogno: non immerse nel ghiaccio, ma nel calore dei nostri ricordi.
Conoscete, vero, l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, le voci di un cimitero, di un intero villaggio? Che il poeta americano scrisse tra il 1914 e il 1915 - e che De Andrè trasformò poi in canzoni. I versi di oggi sono l’epitaffio di Minerva Jones, morta dopo uno stupro e un aborto: era la poetessa di Spoon River. Così, almeno, la immagina Edgar Lee Masters (e la sete d'amore, la fame di vita: un grido che mi fa rabbrividire, ancora adesso).
Vorrei, poi, ricordare un’altra poetessa, scomparsa ieri: Alda Merini. Io e lei non ci siamo mai incontrate, neppure su carta. La guardavo da lontano, lei che ha trasformato la follia in poesia. E di lei conosco solo un verso: "Nessuno mi pettina bene come il vento" . Bellissimo, vero? Mi è sempre piaciuto: forse, perché mi ricorda la bora di Trieste.
Due poetesse scomparse. Due poetesse – una di carta, l’altra una donna eccentrica, vera, reale – scese nell’acqua di ghiaccio. E un sito per ricordare chi non c’è più: è l’iniziativa bizzarra, malinconica e forse un po’ "americana" di una collega giornalista, Isa Grassano. Che ha perso la mamma quando aveva solo 17 anni e, nei lunghi anni di colloquio, forse di sogni, con lei, si è chiesta: perché non creare uno spazio virtuale dedicato a chi non c’è più? Un contenitore di frammenti, come l'ha chiamato. Una specie di Spoon River su web (creato con l'aiuto di Lucrezia Argentiero). Dove è arrivata, ieri, anche Alda Merini. Cliccate qui:
http://www.stayinme.com/
? | Lunedì, 1 marzo 2010 @10:43
E'passato del tempo, ma non avevo ancora osato connetermi a questo blog, oggi in ritardo, voglio condividere il mio ricordo di Alda Merini.
Io, fotografa quasi per caso, ho incontrato Alda alla prima fiera del libro antico a Milano (maggio 2009) le ho scattato qualche immagine, ritratti, attimi rubati, sguardi enigmatici, le sue parole, dure per una città così amata e così ipocrita "...Milano è una città fredda. E' così fredda perchè incapace di amore...abbiamo avuto un lungo inverno passato ad aspettare una stufa che non è mai arrivata..." Chi si è pavoneggiato dopo la sua morte dicendo "...la andavo a trovare spesso...spesso le chiedevo, Alda hai bisogno qualcosa?.." forse non ricordava queste frasi...io sì...e ricordo anche chiaramente i titoli di alcuni giornali "...una vita tra poesia e follia..." Perchè in questo modo è percepita dal mondo la passione, il desiderio, la sincerità, la libertà verà, sono cose che fanno pura oggi come allora, sconosciute ai più devono essere necessariamente catalogate, spente incanalate, controllate con qualsiasi mezzo. Con lei non ci sono riusciti, mi auguro che il vento la stia pettinando dolcemente, il vento tiepido di un luogo infinito.
Angela Bartolo.
isa | Domenica, 8 novembre 2009 @11:07
per viv
non preoccuparti. ti capisco. ognuno ha i suoi tempi e modi di fronte al dolore
ciao e cerca di sorridere più spesso...anche per lui...
grazie e un soriso | Sabato, 7 novembre 2009 @18:00
Prendo quotidianamente la metro... ho sempre raccolto frasi ovunque e scritte di mie . e ti ringrazio per il tuo buongiorno su city che apre la mia giornata di lavoro... mi fà piacere che i miei pensieri, i miei sogni s'incrociano con piccole frasi piene di sogni ;) grazie davvero di cuore..come la musica ..le parole sono note x l'anima
Viv | Giovedì, 5 novembre 2009 @13:37
per Isa: grazie dell'invito, ma non ce la faccio.. Il motivo per cui è stato creato un gruppo per l'uomo che amavo è legato alle modalità della sua scomparsa ed alla situazione particolare che stava vivendo...Vorrei potermi spiegare meglio, ma è complicato, scusa.
per Lisa: vista l'intervista su youtube e ho sorriso per l'espressione buffa. Grazie di nuovo: non sorrido spesso ultimamente.
adriano | Martedì, 3 novembre 2009 @08:54
sono trascorsi 16 anni ma ricordo perfettamente la prima volta che sognai mia madre dopo la sua morte. passarono diversi mesi, la sua mancanza mi distruggeva e desideravo tanto sognarla per stare un po' con lei, finalmente una notte passeggiavo con lei tenendola sotto braccio. passeggiavamo in un viale bellissimo, gli alberi era stracolmi di foglie verdi, il cielo bellissimo azzurro: era una giornata meravigliosa.
la vedevo bella, in ottima salute e lei mi diceva "sto bene, ora sto veramente bene"
LISA | Martedì, 3 novembre 2009 @08:41
Per VIV: purtroppo non ho l'mp3 dell'intervista che è andata in onda domenica a Radio Montecarlo. Però se clicchi lisa corva su you tube trovi una mia vecchia intervista video, dove si sente (male) la mia voce e dove guardo in maniera irritante verso l'alto, chissà perché. Per HEIDI66: strana coincidenza, che tu abbia scritto proprio ieri, giorno in cui abbiamo ricordato Alda Merini, una potessa che mi ricorda, per certi versi, Lila. Abbracciala. Per MELISSA ASPIRANTE DOTTORESSA: come va con Mr Big? Per MIRIAM ROSA GIALLA: bello che tu abbia ricordato la mitica Fernanda Pivano. Per ALESSANDRA SPIGAI: la poesia a volte è fatta proprio per questo: per uscire allo scoperto.
malu63 | Lunedì, 2 novembre 2009 @18:27
Credo che le persone che ci lasciano, sono in un posto caldo e accogliete, dove c'è solo pace, un caldo abbraccio che aspetta chi crede. Nel cuore e nei ricordi sempre e per tutti, le persone che abbiamo amato non sbiadiranno mai io ho imparato ad amarle di più nel ricordo e sono sicura che il mio papà mi sia sempre vicino con i suoi saggi consigli e oggi anche se è il giorno dei ricordi per tutti lui mi tirerebbe le orecchie come sempre per farmi gli auguri di compleanno.
isa | Lunedì, 2 novembre 2009 @17:16
per viv
se vuoi lascia il tuo bellissimo post anche su stayinme.com
isa | Lunedì, 2 novembre 2009 @17:15
per viv
come si chiama il gruppo? è molto simile alla nostra idea di stayinme
è bello condividere le emozioni. i ricordi.
è bello non sentirsi soli.
bellissimo il tuo post
bellissimo amare oltre la vita
non so se fai riferimento al nostro mp3 di radio montecarlo. se si lo trovi su stayinme. se non ti riferivi a me, ti chiedo scusa
Viv | Lunedì, 2 novembre 2009 @14:29
Il mio amore vive nel calore del mio cuore, non certo immerso in acqua gelata: mi aveva chiesto di farlo entrare e di non farlo più uscire, non può che essere così. Da me in sogno non viene, ma so che veglia sul mio sonno e mi bacia ogni volta che i miei occhi stanno per riempirsi di lacrime. Non spero più che mi abbracci con il suo modo unico di farlo: mi cullava, a me, che non sono certo una donna considerata fragile, ma lui sapeva come e quando ne avevo bisogno perchè ci siamo "attraversati fino nel profondo" (dice Jovanotti). Una delle ultime cose che mi ha detto è per me uno dei ricordi più belli: sorridi sempre e vola alto sempre, e per sempre vedrai i miei occhi là in alto ad aspettarti. Lo amo ancora e insieme ad altri che lo amavano è stato creato un gruppo per lui: un luogo virtuale dove ognuno possa lasciare un pensiero per ricordarlo e per confortare gli altri.
Ciao Lisa e grazie anche per le parole di oggi, un giorno così triste per molti...
P.S: sono molto dispiaciuta di non aver potuto sentire la tua intervista a RMC, mi sarebbe piaciuto sentire che suono ha la tua voce: esiste un mp3?
heidi66 | Lunedì, 2 novembre 2009 @14:04
Carissima Lisa,
ieri sono andata a trovare Lila.
Sta un po' meglio e mi ha chiesto di darti un abbraccio da parte sua.
isa | Lunedì, 2 novembre 2009 @13:18
all'interno dello spoon river sul web c'è posto per tutti
per le persone più care. c'è posto per Nanda Pivano
basta iscriversi e lasciare il proprio contributo di foto, ricordi, pensieri...
www.stayinme.com
Melissa..aspirante doctor..:) | Lunedì, 2 novembre 2009 @13:06
Ciao, Lisa in questa giornata grigia, mi affaccio a rileggere il tuo blog. Ero certa che non avresti dimenticato di scrivere su Alda Merini. Una donna con tutte le lettere maiuscole. Per me ha rappresentato tutto quello che una donna vorrebbe esprimere, ma spesso, per bigottismo o per quel ruolo che spesso ci si affianca, della mamma della donna dedita ad altro e poco a se, dimentichiamo di essere. L'adoravo. Baci.
Miriam | Lunedì, 2 novembre 2009 @12:02
Cara Lisa,
permettimi di aggiungere che l'antologia di Spoon River, prima di essere portata in musica da De Andrè, era stata tradotta da un'altra igrande donna da poco scomparsa, la Nanda Pivano, la quale, prima di diventare la mitica corrispondente dagli USA per il Corriere ed amica di tutti gli scrittori americani, da Hemingway in poi, ancora studentessa al liceo classico D'Azeglio di Torino, e avendo, tra i professori Cesare Pavese, ha tradotto, per suo conto, quel bellissimo testo: fu proprio Pavese a convincerla a tira fuori dal cassetto quel quadernetto e a convincerla a trovare un editore per la pubblicazione: mettiamo anche lei nello Spoon River su web, che dite?
Tanti petali di rose, gialli e profumati, a tutte/i, per iniziare bene la nuova settimana.
Alessandra Spigai | Lunedì, 2 novembre 2009 @09:39
Non ce la faccio a non uscire allo scoperto con questi versi che ho scritto per Alda Merini molti anni fa, nel 1999. Perdona l'intrusione sfacciata Lisa, è solo per oggi.
Visita ad Alda Merini
Stupido il mio mascara sugli occhi
stamattina, e volgare.
Dall’altra parte del tavolo, una visita ad ore
che vedo
nell’ora della comprensione
il primo di gennaio.
C’è La Donna, grassa e vera.
Potentissima.
E io che ancora non riesco a uscire senza trucco.
Mezze braccia coraggiosamente molli sul tavolo
e la testa inclinata.
Voglio toglierti quello sguardo severo dagli occhi
e riuscire a guadagnarmi l’onore
di condividere da parassita l’anima del mondo.
Dei tuoi "uomini femmina", che siamo noi,
procreatrici, meretrici, dannate.
carla | Lunedì, 2 novembre 2009 @09:26
trovo che l'idea del sito sia bellisima, in un mondo che non parla più di morte e lascia sole le persone con il dolore della morte.
Vorrei anch'io ricordare il mio incontro con la poetessa attraverso due persone che le sono state vicinissime, e che purtroppo nessuno ha ancora ricordato, Vanni Sceiwiller e Alberto Casiraghi.