Venerdì, 29 ottobre 2010 @09:14
"E se i sogni tradiscono i nostri desideri, come i saggi dicono fin dai tempi dei greci, allora perché i morti sono così spesso silenziosi quando li sogniamo? Siamo noi a non volere che parlino?"
(Joseph O’ Connor)
Io, invece, vorrei solo che, in sogno, mi sussurraste qualcosa.
(Ricordate "quella stanza dove mi nascondo quando penso a te"? Era il Buongiorno del 14 ottobre, tratto, come quello di oggi, da un libro struggente: "Una canzone che ti strappa il cuore", di Joseph O’ Connor, Guanda. E oggi, un pensiero per i prossimi giorni, in cui ricordiamo chi non è più con noi).
ANAIS | Lunedì, 8 novembre 2010 @21:42
Questa è la poesia ispirata da quella "stanza"
Joseph O’ Connor
si apre a sorriso, questa bocca silente
trova rifugio da questo mutismo
nell'improvvisa scoperta che qualcuno
ha proferito e trasformato in musica
pensieri incatenati;
prima di te
in un'altra dimensione di vita e passione
ha vissuto e trasformato
amato e travolto.
tradotto sussulti
interpretato moti
senza che tu dovessi pagare pegno.
ha dato la voce a questo playback silenzioso
mimando,
creando
con te. Per te.
C. R.
Pensieri | Giovedì, 4 novembre 2010 @09:15
Anonima per prudenza* l'elaborazione del dolore non ha una via comune per tutti che si possa leggere su qualche manuale e mettere in pratica? mi sa di no.. è il non credere che sia successo che rende più difficile il tutto.. pazienza, tocca rassegnarsi, altro non si può fare..
Laura | Lunedì, 1 novembre 2010 @15:08
Ciao sono di nuovo io, la "ragazza di vent'anni che usa l'acqua di rose" :D
Non sono sparita, ti leggo sempre o su carta o qua sul tuo blog! Continui a stupirmi, voglio leggere tutti i libri da cui trai questi passi! Pian piano ce la farò :)
Ottima idea quella di mettere il tasto di Facebook, così finalmente sono riuscita a pubblicare quel bellissimo testo di Liu Xiaobo, troppo lungo da scrivere in bacheca.
Grazie!
Lila | Domenica, 31 ottobre 2010 @16:52
Un soffio ed un sorriso a Cam anche da parte mia...
Farfalla | Sabato, 30 ottobre 2010 @20:49
Cam, dove sei? Oggi, in prossimità di una ricorrenza che forse non corrisponde ai tuoi ricordi - in fondo si tratta di Tutti.. -ti giunga il mio pensiero.
Lila | Venerdì, 29 ottobre 2010 @21:58
Quanto vorrei rifare, almeno in sogno, una chiaccherata con la mia nonnina cara. Grazie Lisa e buon ponte.
Anonima per prudenza | Venerdì, 29 ottobre 2010 @20:53
Pensieri, bello il tuo nick name, io non vorrei chiamare " morti" le persone che abbiamo amato, che amiamo tutt'ora e che ci accompagneranno sempre. "sempre sarò se sempre mi ricorderete" Eppure è proprio così, morti, non li possiamo più toccare, non ci sono vicino fisicamente...è un dolore che va elaborato.
Pensieri | Venerdì, 29 ottobre 2010 @18:04
fino ad ora mi ero dimenticata totalmente che questo ponte di vacanze è dovuto aii morti.. totalmente dimenticata e questo è un anno in cui me lo dovrei ricordare per forza di cose.. ..
Anonimo | Venerdì, 29 ottobre 2010 @13:55
Per fortuna vostra e mia! Buona giornata a tutte!
Giusy.. d'antan | Venerdì, 29 ottobre 2010 @13:53
Il mio ricordo, il mio pensiero per chi non è più con me è costante. Ciò non significa portare, giorno per giorno, un fardello pesante e doloroso. Per i prossimi giorni, un velo di tristezza: Lisa, anche oggi ho apprezzato il tuo commento. E non vado oltre.
Giovedì, 28 ottobre 2010 @08:51
"Non ero mai stata consapevole di iniziare un nuovo ciclo come in quel mezzogiorno di ottobre, quando osai finalmente oltrepassare la soglia e i miei passi risuonarono nella casa deserta e ancora priva di mobili. Mi lasciavo alle spalle un passato complesso, mi si apriva di fronte un enorme spazio nudo che il tempo si sarebbe incaricato di riempire. Di oggetti e affetti. Di istanti, sensazioni e persone; di vita".
(Maria Dueñas)
Una casa vuota, una vita nuova.
Ci sono libri che vorremmo fossero, semplicemente, dei film. Come "La notte ha cambiato rumore", da cui ho tratto la frase di oggi: il bestseller che ha conquistato le spagnole, con mezzo milione di copie vendute, e che ora è arrivato in Italia, pubblicato da Mondadori. E’ la storia di Sira, una sarta-spia, una specie di Coco Chanel incrociata con James Bond che passa informazioni cucendo messaggi in codice sui cartamodelli, tra Madrid, il Marocco protettorato spagnolo e la Lisbona degli anni Trenta… Non è scritto bene, ma pazienza, corre veloce: un po’ come la trilogia della parigina Katherine Pancol, di cui ho letto quest’estate "Il valzer lento delle tartarughe". Per weekend di pioggia.
FB, ovvero prove tecniche di trasmissione.
Avete notato qualcosa di nuovo? Sì: è il tasto Facebook, per scaricare direttamente il post del giorno sul vostro wall e dividerlo con chi volete. Ovvero, per dire Buongiorno a chi vi sta più a cuore. Vi piace? Mi sento un po' come un articolo di Repubblica o del NYC Times... Ops, stavo per fare una faccina. (Teenager reloaded anch'io). Solo una piccola nota: su Facebook ci sono anch'io, ma ne faccio un uso strettamente personale. Se mi scrivete, vi rispondo, ma mi piace molto, molto, molto di più se mi scrivete qui: la mia vera casa.
LISA | Mercoledì, 3 novembre 2010 @07:54
Ricordo, MICHELINE. Ogni casa è un romanzo.
micheline | Lunedì, 1 novembre 2010 @11:56
Mi lasciavo alle spalle un passato complesso.....e si è proprio finita mi sa,son due mesi che ho varcato un'altra soglia che non è più la mia vecchia casa,piena di ricordi,belli e brutti,ma comunque dei ricordi.Come vedi cara Lisa il mio primo "romanzo" è terminato ricordi? chissà quando inizierò a scriverne uno nuovo e se nel frattempo sarà cambiato qualcosa.Ciao
LISA | Sabato, 30 ottobre 2010 @09:23
SHARON: no, per ora niente Roma, anche se, oltre a un reading-incontro, mi piacerebbe molto - a proposito di architettura - andare a vedere il nuovo Maxxi firmato da Zaha Hadid. Mi piacciono i musei delle archistar!
Sharon | Venerdì, 29 ottobre 2010 @20:34
Uuu, non sai che piacere la tua risposta!
Stò studiando per diventare Architetto, con la speranza di riuscire a creare qualcosa di più "dignitoso" di quello che si vede ultimamente... soprattutto in ambito di impiantistica sportiva.
Allora non c'è in programma una prossima tappa a Roma?
Pensieri | Venerdì, 29 ottobre 2010 @17:58
il buongiorno mi rispecchia nelle aspettative del domani.. che spero sia il più prossimo possibile.. "Di oggetti. Di istanti, sensazioni e persone; di vita". Lo spero davvero tanto..
PS
nooooo FB noooo, è una prigione! e ovviamente ce l'ho pure io -.-''
LISA | Venerdì, 29 ottobre 2010 @09:12
SHARON: è vero, "L'ultima estate in città", di Calligarich, è un libro particolare, con quella notte di pioggia nella Roma degli anni Sessanta e lei con l'impermeabile rosso... Ma spero che tra i tanti libri che ti è venuta voglia di leggere, ci siano anche i miei! (E ti tocca pure la domanda dell'autrice curiosa: cosa studi, in Università?).
LISA | Venerdì, 29 ottobre 2010 @09:10
FRANCESCO: mi piace anche tantissimo diventare un sms!
LISA | Venerdì, 29 ottobre 2010 @09:09
CARLA: ho provato a googlare "Le stanze di lavanda", e decisamente la recensione più bella che ho letto è la tua, quello che ci hai scritto sul blog. Grazie.
Sharon | Giovedì, 28 ottobre 2010 @22:43
Finalmente anche qui il tanto amato (?) tasto FB.
Perlomeno così potrò inoltrare direttamente tutti i tuoi Buongiorno alla mia amica Roberta che non ne può più!
Fino ad ora non ti ho mai scritto, ma non c'è stato giorno che non leggo il tuo blog per la buona dose di poesia quotidiana :)
... e pensare che ti ho scoperta per caso, leggendo distrattamente un city prima di entrare a scuola un paio di anni fà. ora sono all'università e nonostante il tanto studio cerco si trovare il tempo per leggere tutti i libri che consigli. Ho adorato alla follia " L'ultima estate in città"
( e non sia che fatica trovarlo qui a Roma!)
Ti prego torna di nuovo a farci visita alla Feltrinelli! Tempo fà non ero riuscita a venire :(
Un bacione grande da una tua affezionata fan.
P.s. rallenta un pò con i libri, sono rimasta troppo indietrooo! ;)
Sabrina | Giovedì, 28 ottobre 2010 @16:43
Cara anonima per prudenza, non lo so, io sono ancora un po'combattuta tra la strada super sbagliata che però mi fa palpitare e quella giusta che invece mi tiene sulle spine, ma con dolcezza. Stavolta però vorrei evitare di piangere. Almeno questo, vorrei averlo imparato.
anonima per prudenza | Giovedì, 28 ottobre 2010 @16:28
Sabrina, mi vedo riflessa nel tuo commento come in uno specchio. Abbiamo, forse, imboccato la strada sbagliata?
francesco | Giovedì, 28 ottobre 2010 @15:15
ti ringrazio, anche se in tutta onestà avevo già più volte scopiazzato ed postato sul mio profilo i tuoi scritti. in tempi passati come sms a chi ancora oggi mi sta a cuore, ma non facendoli passare per miei, naturalmente.
grazie ancora e continua c'è bisogno di dolci sentimenti.
carla | Giovedì, 28 ottobre 2010 @14:55
Vorrei provare a darti un suggerimento di lettura: Le stanze di lavanda ed. piemme. Un libro non leggero ( parla della diaspora degli armeni), ma scritto da una donna che intreccia la complessità del tema con la complessità del diventare donna. E' una poetessa che non riesce a smettere di vivere di parole... ad un certo punto si mette per strada a vendere versi per chi ne avesse bisogno...
Quando nonc'era la free press!
Annalisa farmacista | Giovedì, 28 ottobre 2010 @13:47
Proprio stamattina pensavo di fare dei copia incolla della tua poesia mattutina per metterlo su FB. Da vera donna telematica ci avevi già pensato. Brava. Lo farò senz'altro di scaricare il post sul mio profilo.
Mercoledì, 27 ottobre 2010 @08:21
"Il giorno che nasce è un’immensità vuota
tu in un altrove lontano
con notti d’amore piegate che aspettano".
(Liu Xiaobo)
Ancora un mattino in cui mi sveglio senza di te; c’è solo il desiderio, e la nostalgia, che provo per te; li sento, premono contro la guancia, sul cuscino.
Liu Xiaobo, Nobel per la Pace, tuttora in una prigione in Cina. I versi di oggi sono tratti da una poesia dedicata alla moglie Liu Xia. Sempre alla moglie era dedicato il passo struggente del suo discorso tenuto in tribunale il giorno della condanna, che era il mio Buongiorno dell’11 ottobre.
Pensieri | Giovedì, 4 novembre 2010 @21:47
anche la mia amica (quella sul cui blog ho trovato la citazione di Liu Xiaobo) legge il tuo blog, e anche lei l'aveva trovata qui!! *_*
Lady C. | Giovedì, 28 ottobre 2010 @20:17
Condivido, condivido pienamente la riflessione di Mari
mari | Giovedì, 28 ottobre 2010 @19:25
D'accordo, cara LEI, che come me ama il caffè al ginseng, d'accordo è facile dire per me, che amo riamata, dire che l'amore 'vale' se corrisposto, ma, credime, prima di arrivare alla mia storia sì, mi son fatta bene un'idea soffrenso pene d'amore. Come tutti. Però amare senza essere corrisposti non mi sembrava amore neanche priam, magari amavo riamata persone sbagliate, e si sta male in amori problematizzati, x ché succhiano energie, provocano disagio e...il resto lo sapete tutte/i. Ma l'amore non è un'esperienza solitaria, l'amore ad un senso, senza ritorno, serve solo a far letteratura, da sempre.
anonima per prudenza | Giovedì, 28 ottobre 2010 @16:26
Sabrina, mi vedo riflessa nel tuo commento come in uno specchio. Però abbiamo forse imboccato la via sbagliata o no?
Sabrina | Giovedì, 28 ottobre 2010 @16:16
Per Lei e il suo Caffè al Ginseng: me lo sono sempre chiesto anch'io e ancora oggi lo faccio. Secondo me l'amore, quando non sei corrisposta, è fonte di insicurezza e sofferenza, perchè poi ti rendi conto che il tuo amore non basta a tenere la persona amata legata a te e lo sentirai sempre come una nuvola in balia del vento. Questa è la sensazione che ho sempre avuto e che tuttora ho, di non essere mai abbastanza, di non piacere mai come le altre, di non essere all'altezza della situazione. La felicità sta nel dare e nel ricevere, attenta all'amore a senso unico ma, soprattutto, come mi diceva sempre una carissima amica: non sottovalutare il dolore. Un forte abbraccio
marta | Giovedì, 28 ottobre 2010 @10:54
Io credo che l'afrodisiaco più potente sia il desiderio dell'altro/a. E non credo che nessuno voglia veramente stare con qualcuno che non ci vuole. Perseverare in un amore infelice, intendo unilaterale, è forse indice di solitudine.
LISA | Giovedì, 28 ottobre 2010 @08:54
Altro che CAFFE' AL GINSENG, qui ci vuole ben altro per avere il coraggio di risponderti. Provo a cavarmela così: se tutti gli amori fossero corrisposti, ci saremmo persi secoli e secoli di meravigliosa, struggente, languida letteratura. E ci saremmo persi ore - che dico ore: giorni, mesi - di meraviglioso, languido struggimento personale... Basta per convincere l'altro ad amarci? A volte (raramente). Basta per essere felici? Temo che in questo caso sia necessario essere in due. Forse Wislawa Szymborska è più chiara di me:
"Un amore felice. È normale?
E’ serio? E’ utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?
Innalzati l’uno verso l’altro senza alcun merito,
i primi venuti fra un milione, ma convinti
che doveva andare così – in premio di che? di nulla;
la luce giunge da nessun luogo –
perché proprio su questi, e non su altri?
Ciò offende la giustizia? Sì.
Ciò infrange i principi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.
Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un po’,
si fingessero depressi, confortando così gli amici!
Sentite come ridono – è un insulto.
In che lingua parlano – comprensibile all’apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che s’inventano -
sembra un complotto alle spalle dell’umanità!
È difficile immaginare dove si finirebbe
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?
Un amore felice. Ma è necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.
Chi non conosce l’amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.
Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire".
(La poesia è tratta dalla sua raccolta Adelphi. Per Leo aggiungo: traduzione di Pietro Marchesani).
gaia | Giovedì, 28 ottobre 2010 @08:29
Ho anch'io una risposta per Lei e il suo caffè al ginseng, secondo me un'amore non corrisposto è un passaggio quasi necessario. Forse in amore si deve imparare a desiderare ardentemente, prima di accedere a quella bolla unica di felicità che è l'amore condiviso e corrisposto.
Lady Chatterley | Giovedì, 28 ottobre 2010 @03:52
Finalmente un po' di dolcezza dopo tanta acredine gratuita. Vuoi che ti dica cosa penso, Lei e il suo caffè...? Penso che essere innamorati senza essere corrisposti sia come cercare di sgranocchiare un buon torrone con denti malandati. Scherzo, naturalmente, è solo per farti sorridere, con il mio spirito di patate.
Lei e il suo caffè al ginseng | Giovedì, 28 ottobre 2010 @00:43
Che buoni i marron glaces! Proprio ieri ne ho mangiato qualcuno con la complicità di mio padre!
Cara Lisa, non so come fai ma trovi sempre le parole e i versi giusti per accompagnare il mio curriculum sentimentale.
Ho una domanda da rivolgere a te e a tutti gli amici delt uo blog che vorranno rispondere: secondo voi basta credere ad un'amore per poterlo vivere? o meglio, essere innamorati basta per essere felici o è solo una mia impressione, ma sarebbe anche il caso di essere corrisposti?
LISA | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @19:43
Mmmmhhh... sì, una flebo di zucchero e marrons glacés!
Fiorenza | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @18:59
Proponi una flebo, Lisa
gaia | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @17:26
Fate un bel respiro.
gaia | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @17:26
Fate un bel respiro.
lina >Myriam | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @16:53
Questa invasione di campo da parte di Carrie e Simona non mi sembra corretta: per quale motivo offuscare così la bella frase di un premio Nobel. Per la Pace. La polemica si era sviluppata ieri o sbaglio? Allora sarebbe stato meglio postare sul 26 ottobre, almeno così penso.
LISA | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @16:31
Forse è meglio che insieme al Buongiorno io distribuisca uno zuccherino. Facciamo un marron glacé, che d'autunno mi piacciono tanto.
Lila | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @16:30
Che intensità in queste notti d'amore piegate che aspettano, che intensità nell'amare qualcuno che sappiamo lontano. Grazie, Lisa, per questa tua poesia.
Donna | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @15:25
Ma perchè siete tutte così acide??????? Ognuno parla in base alle proprie esperienze personali. E basta commentare ogni cosa con cattiveria. Carrie avrà le sue ragioni e Marianna pure, lasciate un pò correre. Ognuno faccia i propri commenti senza farne una ragione di stato!
Sabrina | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @14:48
Sono d'accordo con Carrie, il problema è che a volte la legge, nel tutelare la parte più debole, non può prevedere sempre tutto. Conosco uomini che hanno passato alimenti per anni, in seguito a matrimoni durati pochi mesi e senza figli. Quello che non condivido in Carrie è l'atteggiamento provocatorio... "Poverine"??? Dici di essere criticata, ma il tuo atteggiamento è arrogante in partenza ed è un peccato che questo blog diventi, a volte, così pungente. Sembra che tu a provocare ti diverta, ma io non lo trovo affatto divertente e sono sicura che nessuno/a, qui, parte con il presupposto di offendere gli altri. Buona giornata a tutti
mari | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @14:39
Queste notti piegate che aspettano sono quelle che l'amore pretende e dona. E quando soffro per amore io non faccio shopping consolatorio. La sofferenza talvolta è il prezzo delle cose 'forti', un tributo all'assolutop.s.
non ho capito tutta la polemica.
Simona | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @13:39
Posso "difendere" Carrie anche se non ne ha bisogno? Marianna, conosco sia lei sia il suo consorte e, nonostante la tua ironia, Carrie non mantiene nessuno nè tantomeno lui fa la fila alla Caritas perchè deve mantenere il pargoletto o la sua ex. Carrie voleva soltanto evidenziare il fatto che non ci sono soltanto donne separate che se la passano male, ma anche mariti. E difatti qualche settimana fa, grazie ad un giornalista RAI,in varie trasmissioni e articoli, è stato "scoperchiato" questo altro aspetto delle separazioni. Come al solito fare affermazioni contro corrente produce "rumors".
Carrie | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @11:00
P:S. comunque, cara Lisa, i padri separati con problemi seri si avvinano al 40 % del totale, e quindi il mio "a volte" è ormai una percentuale molto alta...porta pazienza: come tu ti occupi di poesia e moda, io mi occupo di questo, e credimi che il dolore in queste situazioni non fa distinzioni, sia che la " vittima" sia un uomo si che sia una donna...non credi ?
Carrie | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @10:55
Cara Lisa,
grazie per questi versi: non sappiamo più nulla nemmeno della moglie...
Lasciami però dire qualcosa a quelle solite "signore" del tuo salotto che anche ieri hanno sputato le loro acidità, cercando inutilmente di offendermi, ma invano,poverine!
Le saluto con un brocardo latino e...continuo a ridere:
"AUDEO PROFANUM VULGUM ET ARCEO".
Martedì, 26 ottobre 2010 @08:50
"Un uomo, lo sapeva ormai da tempo, non doveva mai chiedere alla moglie se qualcosa non andava per il verso giusto, perché c’era il caso che lei glielo dicesse".
(Elizabeth von Arnim)
Ovvero, l’ineffabile, silenziosa saggezza di certi matrimoni.
Finalmente! Finalmente è arrivato il nuovo romanzo di una delle scrittrici che avrei voluto per amiche: Jane Austen, certo, ma soprattutto Elizabeth von Arnim. L’ultimo – ultimo solo in ordine di traduzione – si intitola "Colpa d’amore", pubblicato come tutti gli altri da Bollati Boringhieri. In inglese il titolo era ancora più crudo: "Expiation". Espiazione? Ma sì: apparentemente quella di Milly che a 45 anni si ritrova vedova, e senza un soldo, perché il marito, scoperto che lei aveva un amante, ha voluto vendicarsi, diseredandola… Ma, siccome il libro l’ha scritto l’impertinente von Arnim, non ci sarà espiazione: seguiamo meravigliate Milly, e la sua ironica, malinconica leggerezza, la vera cifra della scrittrice che mi piace tanto. Tutto è cambiato da quel 1929 in cui Elizabeth pubblicò il libro: non esistono più gli abiti da lutto; una donna sposata, e innamorata di un altro, divorzierebbe (in questo caso, con probabile sollievo del rancoroso marito); il marito peraltro non potrebbe diseredarla; e a 45 anni comunque una donna non considera la sua vita finita, scherziamo? E’ l’età di Sarah Jessica Parker! E quindi, a 45 anni, anche nella più nera delle delle crisi, ci si compra un nuovo paio di scarpe e si ricomincia daccapo. Vedi, Elizabeth? Puoi essere fiera di noi. Qualcosa abbiamo imparato.
Lorenza | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @20:51
Postilla tardiva, sono una poverina come dice la latinista Carry. Io sono buona e risparmio alla ridanciana signora il mio Latinorum....Ma ridiamoci sopra!
Fiorenza | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @18:56
Caduta di stile, Carry. Non avevo idea che un bel matrimonio d'amore con il divorziato/padre ti portasse ad essere tanto aggressiva. Sorridi alla vita e anche al tanto detestato pargoletto. Non dimentico quello che hai scritto in passato anche se riconosco la tua abilità nel rimescolare le carte. Buona serata e prendi una camomilla, ti farà bene.
Marianna | Martedì, 26 ottobre 2010 @21:32
Quanti "purtroppo" Carry & Cash" gIà vedo il tuo compagno purtroppo già marito e purtroppo non scellerato padre, fare la fila alla Caritas. Suppongo che purtroppo sei tu a mantenerlo e questo ti fa onore. purtroppo.
Fiorenza | Martedì, 26 ottobre 2010 @19:09
E Vabbè non ho fatto la foglia dicevo travasi di bile, questo è solo per Cash and Carry
Fiorenza | Martedì, 26 ottobre 2010 @19:07
Lo giuro, faccio la Foglia a patto che Cash & Carry faccia il Loto. Posizione che consiglio per evitare travasi si biled, assai dannosi alla nostra salute e a quella che ci sono vicini.
LISA | Martedì, 26 ottobre 2010 @13:12
Però, S., direi che questo è uno di quei casi in cui il silenzio non è saggio. Vi conoscete troppo poco: spiegagli come ti senti! Elizabeth sarebbe d'accordo. Ti incoraggiamo da lontano: io, e lei.
S. | Martedì, 26 ottobre 2010 @11:38
Cara Lisa, intendo che dopo una settimana che ci frequentiamo ha voluto farmi conoscere gli amici e ha capito che io non ne avrei avuta voglia..Sono comunque andata, è andata abbastanza bene,ma mi sono sentita un po' a disagio e sotto esame, anche se magari non era nelle loro intenzioni. Adesso mi ha proposto un'altra uscita così e non sono riuscita a fare la voce contenta all'idea, credo ci sia rimasto male perchè poi è stato molto freddo. E' che io non facevo un'uscita del genere da 6 anni, lo conosco poco e mi sento molto bloccata. Non voglio rovinare tutto da subito, ma non so perchè ho questa sensazione di malessere costante all'idea del confronto con gli altri. A volte credo di essere regredita nel tempo, invece che migliorata.
LISA | Martedì, 26 ottobre 2010 @11:36
CARRIE, birichina, non provocare mimosate. La nostra Elizabeth sarebbe (anche) dalla parte dei padri separati, ma sempre con ironica leggerezza. Del resto, lo sai anche tu: è quell' a volte che fa tutta la differenza. Quanto a SJP, come al solito le perdono tutto, a cominciare dalle gemelline last minute con utero in affitto.
Carrie | Martedì, 26 ottobre 2010 @11:16
Cara Lisa,
evviva la nostra Sarah Jessica Parker, che è anche nella lista delle "madri più potenti del mondo"....(ma qui aspettiamo un tuo commento).
Volevo ringraziarti per avermi fatto scoprire E. Von Arnim, non vedo l'ora di leggere il suo nuovo libro.
Purtoppo però, nella società italiana contemporanea, a volte sono gli uomini separati, di solito padri, che perdono tutto: hai letto di quanti trovano accoglienza presso le strutture milanesi, ad esempio? La legge italiana prevede purtroppo che la madre sia considerata "contraente debole" a prescindere, mentre molte volte chi subisce ed è vittima è lui.
p.s. e detto ciò mi prenderò qualche altro insulto da quelle tue lettrici inconsulte che già si sono prodigate in passato...già mi viene da ridere...di loro!
LISA | Martedì, 26 ottobre 2010 @11:05
S., ci sono amori che partono velocemente e altri che partono piano, bisogna trovare il ritmo; e a volte, ahimé, si inciampa. Tu, però, cosa intendi per "atteggiamenti poco socievoli"?
S. | Martedì, 26 ottobre 2010 @10:56
Concordo con il fatto che a volte troppe domande facciano più male che bene... Io ho iniziato a vedermi con un ragazzo, non è male ed è molto gentile, ma dopo la delusione di quest'estate ho un blocco incredibile verso una relazione e tutti i suoi aspetti. La mia amica dice che all'inizio è normale avere dei dubbi, ma io ho questa idea romantica dell'amore, che quando lo trovi tutto va bene e stai bene...Invece io non riesco nè a dormire nè a mangiare e ho paura di aver già rovinato tutto con i miei atteggiamenti poco socievoli. Scusate lo sfogo, ma oggi sto veramente male e non so con chi parlare... Buona giornata a tutti
Lunedì, 25 ottobre 2010 @08:09
"Il pomeriggio distratto
si vestiva di freddo.
Dietro i vetri offuscati
i bambini, tutti insieme,
vedono un albero giallo
tramutarsi in uccello.
Il pomeriggio si stende
sulle rive del fiume.
E un rossore di mela
si dondola sui tetti."
(Federico García Lorca)
Autunno, quanti pomeriggi distratti che si vestono di freddo; quanti alberi si vestono di giallo. D’autunno.
Grazie a Cesare, il bambino di una mia carissima amica (per la precisione la mia compagna di banco del liceo), che nei giorni passati, a Milano, mi ha recitato questa poesia, appena imparata a scuola. Grazie a Pablo, che mi ha cercato la versione originale: si intitola "Paisaje" e fa parte delle "Canciones" di Lorca.
E grazie a tutte le maestre che, per fortuna, insistono ancora nel far imparare poesie a memoria ai bambini.
La tarde equivocada
se vistió de frío.
Detrás de los cristales
turbios, todos los niños
ven convertirse en pájaros
un árbol amarillo.
La tarde está tendida
a lo largo del río.
Y un rubor de manzana
tiembla en los tejadillos.
Giusy.. d'antan | Giovedì, 28 ottobre 2010 @13:51
Pardon, traduttrice!
adriano | Giovedì, 28 ottobre 2010 @13:30
ho sempre odiato dover studiare a memoria le poesie.
odio le maestre che lo fanno fare
Giusy | Giovedì, 28 ottobre 2010 @13:22
Traduttore ineccepibile!
LISA | Giovedì, 28 ottobre 2010 @08:34
LEO, qui sul blog indico sempre il libro da cui ho sforbiciato i versi o la frase del giorno (solo sul blog, perché su City non c'è abbastanza spazio). E lo faccio proprio perché spero che ai lettori e alle lettrici venga voglia di tenersi il libro sul comodino. Con qualche piccola eccezione, come i versi di Lorca di oggi (ma Cesare mi ha troppo conquistata! Spero chieda alla sua maestra), cui però ho affiancato i versi originali, grazie a Pablo. Quanto al traduttore, hai ragione, bisognerebbe sempre indicarlo; soprattutto se, come nel caso del Nobel per la Pace, il colpevole traduttore, e per di più non dal cinese ma dall'inglese, sono io!
Leo M. | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @23:15
Cara Lisa - ti leggo quasi tutte le mattine sul 'City', che a dispetto di essere gratuito, per noi utenti, tende rapido a diventare il più bel giornale italiano_
Sapresti mica di chi è la traduzione - cioè, nell'edizione dove Cesare l'ha imparata, chi sarebbe il traduttore?
Personalmente, credo che se nelle tue citazioni, a parte l'autore, indicassi l'origine del brano e magari il traduttore, l'informazione sarebbe più completa e per noi sarebbe più facile ricercarsi le opere intere_
Grazie_
LISA | Martedì, 26 ottobre 2010 @09:47
URSENNA: di Granada ricordo il Paseo de los Tristes, per il nome che sembra una poesia; ma soprattutto il delizioso "ajo blanco", una zuppa fredda a base di briciole di pane, aglio, mandorle. Slurp.
LISA | Martedì, 26 ottobre 2010 @08:48
Ciao a CESARE, forse il più piccolo lettore del blog. Fammi sapere quali altre poesie imparerai!
LISA | Martedì, 26 ottobre 2010 @08:46
ANNALISA FARMACISTA: wow, shopping radioattivo!
Cesare Bosi | Lunedì, 25 ottobre 2010 @20:46
Cara lisa, grazie alla mia maestra ho imparato questa bellissima poesia.
E grazie a te l'ho potuta leggere questa sera sul giornale.
A presto,
Cesare
maria | Lunedì, 25 ottobre 2010 @20:40
PER URSENNA: Ursenna detta Sena, che nome! Bellissimo.
E Granada è la mia città preferita, e Lorca il primo poeta che ho amato (me lo leggeva papà, la sera, e io mi addormentavo commossa).
Fiorenza | Lunedì, 25 ottobre 2010 @20:37
Giuseppe! ma chi è shopemhahuer? io ne conosco un altro con simile assonanza, forse mi è sfuggito qualcosa.
Peniseri | Lunedì, 25 ottobre 2010 @19:55
bella davvero!
non ho capito bene dove Pablo dice che dovrebbero andare le traduzioni (più esatte a quanto dice, tanto io lo spagnolo non lo conosco!)che ha rilevato lui.. che come termini mi suonano meglio, danno una sfumatura diversa effettivamente! Gli adattamenti non non sono quasi mai fatti come si deve.. vabbè, era una lamentela di una maniaca della perfezione :P
Simona | Lunedì, 25 ottobre 2010 @19:30
Vi prego, non datemi le mimosate: nonostante insegni italiano da una decina d'anni, non sono una maestra che ama le poesie e quindi ne ha insegnate poche, giusto per rispettare i programmi. Cmq ammiro molto le colleghe che a differenza mia passano ai bambini l'amore per la poesia. Io, sinceramente, preferisco che imparino bene ad usare i tempi verbali e l'ortografia e altro, ma la poesia .... faccio fatica .... non picchiatemi però.
goiseppe | Lunedì, 25 ottobre 2010 @19:27
Ogg: stelline alla deriva e intelligenza artificiale.
www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
IMPORTANTE
oltre alla performance dei barattoli di coca cola (definita azione
anarco futurista)ho anche messo due stelline rosse nella fontana di
piazza medaglia d'oro.
Per shopehmahuer solo una coscienza ingenua potrebbe vedere nei
barattoli di coca cole dei barattoli ma in una prospettiva estetica
i
barattoli potrebbero essere delle idee degli archetipi....
che dire?il buon shopenahuer semplifica troppo allegramente il
rapporto oggetto soggetto della rivoluzione copernicana.
inoltre nella filosofia contemporanea si assiste a una sorta di
riscatto dell'oggetto .pensiamo a un robot parlante o perfino
pensante.
Potrebbe perfino chiedere un reddito minimo e fare sciopero -cosa
già
fatto notare da scrittori attenti.Ma ricordo che questo blog www.
giuseppecesaropoeta.splinder.com
unico nel suo genere è un blog poetico-e mi ha sorpreso trovare le
stelline rosse buttate nella vasca vicine.
ho anche sistemato la mia stanza alla cittadella dell'arte di Capua.
I
visitatori entrando avvertivano curiosità ma anche smarrimento dato
il
disordine.in effetti anche con disegni sui muri è possibile
avvertire
presenze nascoste-ed insieme si può parlare criticamente di
rispecchiamenti dell'io.
Alla Cittadella ci dovrebbero essere anche una mostra su anna
magnani
da parti di cultori del cinema.
Arte contemporanea e cinema è un ottimo connubio.Se qualcuno
avvertisse la sensibilità e l'intelligenza di togliere il poeta e
artista dal suo disagio...
sarebbe una prova di civiltà e intelligenza.ma gli uomini purtropoo
non sono robot.chi vuole visitare la stanza me lo può mandare a
dire.
ovviamente ci sono anche altre stanze di artisti da visitare:
Alfredo
Cordova,Luigi Guarino,Carmela Infante ,Anna Pozzuoli ecc
vi prego dinon cancellare provvisariamente tale messaggio
forse hannobloccato l'accesso almio bloq www.giuseppecesaropoeta.splinder.com
per un articolo azione anarco futurista.
Ursenna | Lunedì, 25 ottobre 2010 @19:01
Appena tornata da Granada, che meraviglioso buongiorno, carico dell'autunno nei giardini della Alhambra, carico dei colori dei ricordi.
Coraggio Annalisa (però l'estate.....)
malu63 | Lunedì, 25 ottobre 2010 @18:43
Annalisa tantissimi auguri di pronta guarigione, essere radioattiva certo che suona propio strano sai? nn avrai mica l'alone azzurino intorno come una vecchia pubblicità, scherzo naturalmente comunque da quello che ci hai raccontanto ti sei consolata alla grande scopping sfrenato e hai fatto benissimo aiuta in tutti i casi, auguri per il tuo anniversario. Molto bella questa poesia, in lingua originale poi aquista ancora di più il suo fascino, purtoppo io nn amo questa stagione, si mi piaccono i suoi colori ma la vivo con molta tristezza perchè mi fà pensare che ho lasciato la stagione che amo di più l'estate, le bellissime giornate di sole e dovrò aspettare 1 anno intero prima di riaverle. Ho guardato la galleria delle opere di Boldini mi piace molto il suo modo di ritrarre le donne nei suoi quadri esprime i colori e la bellezza di ognuna, peccato che nn era innamorato di Marhe ma credo sia stato un flert molto appasionato Lisa
Andrada | Lunedì, 25 ottobre 2010 @13:53
Ho appena finito un libro di poesie di García Lorca. Cioè devo ammettere che non le ho lette proprio tutte tutte, ma quasi. Bellissima anche questa, così come lo sono la maggior parte.
Ecco una che mi piace particolarmente, anche se non è autunnale:
"Se morisse l'alfabeto,
morirebbe ogni cosa.
Le parole sono le ali.
La vita intera
dipende
da quattro lettere."
Si intitola "Capriola" e fa parte della raccolta "Capricci".
Buon autunno a tutti/-e!
Giusy | Lunedì, 25 ottobre 2010 @12:34
Stamattina, colazione accompagnata da un profumato mazzo di fiori (giustificato), poi il Buon Giorno di Lisa sotto forma di Garcìa Lorca - e scusate l'accento grave - uno dei miei poeti preferiti. Grazie, Lisa e Pablo. Corro a fare lo "struccolo de pomi" , omaggio dovuto al consorte oggi stranamente mattiniero.
Annalisa farmacista | Lunedì, 25 ottobre 2010 @12:26
Ciao Lisa e ciao a tutti! Allora riemergo alla vita sociale dopo clausura forzata causa "curieterapia dell'ipertiroidismo". Ebbene si sono radioattiva. Dopo la recidiva dell'ipertiroidismo mi hanno caldamente consigliato di prendere una decisione definitiva a questo problema, ovvero togliere la tiroide. Date le dimensione modeste della tiroide stessa, della mia persona e l'assenza di noduli mi hanno proposto la terapia radiometabolica. Ovvero ho dovuto bere un bicchiere d'acqua con sciolta una certa quantità di Iodio 131, che captato dalla tiroide, la distrugge. Unico effetto è che per i cinque giorni successivi ho dovuto limitare al minimo la vita sociale. Niente lavoro, poco shopping (ma in quel poco tempo mi sono letteralmente scatenata!) e più che altro divano, te e libri. Oggi pur essendo ancora un po' radioattiva posso tornare alla vita sociale, con qualche precauzione per lo più casalinga, tipo devo dormire da sola per due settimane. Vabbè. Allora shopping sfrenato: comprate ben tre nuove paia di scarpe (due polacchini uno nero e l'altro bicolore blu e marrone, un paio di ballerine nere di vernice che servono sempre, un paio di pantaloni neri con zip alla caviglia, un maglioncino nero che serve sempre e uno verde scuro che anche quello serve, una borsa blu da abbinare ai sopracitati polacchini, calze nere coprenti da mettere sotto le gonne con le ballerine, gonna patchwork - si dice così? - che con le ballerine sta benissimo, trench blu che nel guardaroba non può mancare, dolcevita nero a maniche corte) E' rimasto insoluto il dilemma degli stivali lilla che però essendo estivi sfrutterò appieno l'anno prossimo. Pensavo al microabito e a dei microshort con calze molto coprenti. Argomento libro: ho finito il mio primo libro in inglese (che fatica) e adesso invece mi rilasso (si fa per dire) con "Fantasmi di pietra" di Mauro Corona, scrittore ertano che ha vissuto sulla sua pelle il dramma del Vajont. Aveva 13 anni quando è avvenuto il dramma. E' stato costretto ad abbandonare il paese e vivere a Pordenone. E' tornato a vivere ad Erto, dove fa l'intagliatore, scrive romanzi semplici, ma di una struggente bellezza, e arrampica nelle montagne circostanti. Cosa ho dimenticato? Ah, si. Ieri il consorte è tornato a casa dopo una trasferta di lavoro di 11 giorni e siamo riusciti in tempo a festeggiare il nostro 6°anniversario di matrimonio. E questa poesia di oggi mi ha proprio scaldato il cuore, dato che ho ricordato il pomeriggio di ieri vestito così tanto d'autunno, il pomeriggio di 6 anni fa dove raggiante col mio vestito da sposa calpestavo le foglie d'autunno e in generale questi primi freddi che mi piacciono tanto. E poi con la lavasciuga il problema dei panni che non asciugano non ce l'ho nemmeno più. Adorabile.
Pablo | Lunedì, 25 ottobre 2010 @10:13
In spagnolo la tarde è smarrita e il rossore trema, ma è sempre una poesia bellissima.
Complimenti a Cesare e alla sua maestra
baci
Sabato, 23 ottobre 2010 @10:42
Forse è il caso di riscoprire il potere del pizzo. Ce lo dice, anzi ce lo ordina, una storia vera che ha del magico dentro. Come tutte le storie, del resto, che intrecciano ricami e trine. Protagonisti: un abito da sera di vaporoso rosa con del pizzo antico sulla scollatura; la donna che lo indossa; il dipinto che la ritrae; il pittore che la dipinse. E un appartamento in pieno centro a Parigi, rimasto abbandonato e chiuso a chiave per settant’anni. Poi? Poi la nipote della donna dall’abito rosa muore, ultranovantenne, nel Sud della Francia dove si era ritirata; l’appartamento viene riaperto; e tra polvere, mobili antichi, e lettere legate con i nastri (ah, che tempi, quelli pre e-mail), eccolo lì, quasi abbandonato in un angolo, il grande meraviglioso dipinto, con quel pizzo che occhieggia dalla scollatura. Un dipinto che vale una fortuna: per la precisione, è stato appena venduto all’asta per 2,1 milioni di euro (e lo potete vedere qui: http://www.digitaljournal.com/image/77435 ). L’autore è Giovanni Boldini, pittore modaiolo dell’epoca (parliamo degli ultimi anni dell’Ottocento), nato in Italia, ma che fece fortuna a Parigi. Lei è Marthe de Florian, che quando venne ritratta dall’artista con occhi innamorati (nell’appartamento sono stati ritrovati anche dei suoi "billets doux", gli antenati degli sms), aveva 24 anni. Ma, visto che adesso siamo in epoca web, Marthe ha fatto il giro del mondo on line; e, visto che a tutti piace credere alle favole, soprattutto se hanno del pizzo dentro, la storia è rimbalzata di sito in sito, per finire sullo snobbissimo e iper-cinico The Huffington Post. Morale? Possiamo dire grazie a Marthe e indossare subito qualcosa con del pizzo dentro, che ci faccia sentire amate e desiderate, in una nuvola rosa.
Per fortuna quest’anno la moda ci ha pensato. E, siccome non sappiamo dire di no a scarpe e borse, propone stivaletti da "demi-mondaine" che vanno bene per le strade di Parigi, ma anche per quelle di Manhattan: sono firmati da Dior, e hanno un tacco a stiletto che sarebbe di sicuro piaciuto alla vaporosa Marthe. Così come le decolleté Caovilla, che aggiungono ai ricami delle perle. Di pizzo è anche la mini-clutch, che si può portare a contrasto con i jeans; trine di plastica persino sugli occhiali. Volete osare di più? Allora scegliete un abito, o una minigonna. E sotto? Che domande: lingerie di pizzo; nero, of course. Troppo? Ma no. Sarah Jessica Parker se la cava abbinando alla gonna merlettata un chiodo di pelle, tanto per dire che sì, ci crediamo ma siamo comunque ragazze metropolitane.
E poi, con la benedizione di Marthe, speriamo di incontrare anche noi, se non un pittore ultrafamoso, almeno un uomo innamorato che ci scatti una foto con il suo tecno-cellulare.
(Tronchetti con il pizzo? Grazie, no. L’unica cosa che penso di indossare, dopo aver scritto questo articolo per Grazia, è una camicia a mezze maniche di pizzo blu, coi bottoncini bianchi di quasi madreperla, dismessa da chissà quale nonna o zia, regalo, anni fa, di un’amica. A volte il vintage si trova semplicemente nei fondi di armadi altrui. E in tempi di eurostress, non è male)
E visto che siamo in tema fashion: cos'ha deciso Mammapapera in dubbio sulle calze da mettere con le francesine? E Annalisa farmacista, cos'ha abbinato agli stivaletti color lavanda, un microabito? E Grazia indecisa se mettersi i leggings a 50 anni? Raccontate!
LISA | Martedì, 26 ottobre 2010 @16:14
Ma GIUSY, era una battuta... E se esistesse davvero un'archeologia della moda, bè, sono l'archeologa numero uno.
Giusy | Martedì, 26 ottobre 2010 @14:38
E va bene, apostrofi scambiati per accenti. Sorry
Giusy | Martedì, 26 ottobre 2010 @14:35
Sì, Lisa, hai ragione. I miei commenti sono reperti archeologici. Troppo anziana per intervenire nel mondo delle giovani donne. Cio' non toglie che continuero' a leggerti con piacere!
Farfalla | Domenica, 24 ottobre 2010 @20:51
sono andata a guardare il bellissimo ritratto della nobildonna Florio. Si parla di una collana lunga ben sette metri. Ma se la matematica non è un'opinione, , quanto sarà stata alta la signora, per poter indossare con disinvoltura quel gioiello smisurato senza avvolgerlo più volte al collo?
Regalo-punizione?
Farfalla | Domenica, 24 ottobre 2010 @18:42
quante cose mascherate sotto un aspetto un po' frivolo mi fai scoprire, Autrice! Pizzi e merletti ma non solo.
LISA | Domenica, 24 ottobre 2010 @18:31
MALU 63: ahimé, devo darti una delusione. Quello tra Boldini e la giovane Marthe non fu, temo, un grande amore, ma più probabilmente un flirt, accompagnato appunto da qualche "billets doux" (che, essendo bigliettini di carta, ci sono arrivati, a differenza degli sms che oggi vengono ingoiati per sempre dai telefonini). La bella Marthe era infatti un'attrice e una di quelle belle, intraprendenti, sfacciate ragazze che all'epoca, nella Parigi di fine Ottocento, si chiamavano "demi-mondaines"; non come le escort attuali, per carità, ma ragazze che appunto vivevano nel "demi-monde", ai margini del bel mondo aristocratico. In genere amanti di qualcuno di ricco e famoso (come Marthe che era l'amante di un politico); belle, certo, ma non solo; brillanti, vivaci, colte. Un po' le antenate di Sex and the City. Boldini, dal canto suo, visse per anni con una delle sue modelle, Berthe; la lasciò per la contessa Gabrielle de Rasty. Che dire? Era la Belle Epoque...
Era la Belle Epoque anche in Italia, e Boldini ritrasse la siciliana Franca Florio, una delle più belle donne di quegli anni, con una collana di perle lunga sette metri, uno dei tanti regali fatti dal marito traditore (ogni tradimento, un regalo; altri anni e altri matrimoni, mie care lettrici). Marito traditore ma ciò nonostante geloso: quando il ritratto fu pronto, il fedifrago fece una scenata, perché la scollatura era troppo scollata, e Boldini dovette ritoccare il quadro. Oggi, figurati, magari lei per vendicarsi si farebbe fotografare nuda su "Chi", nuda con la collana di perle lunga sette metri, of course. Intanto guardala qui: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Boldini_-_Franca_Florio.jpg
LISA | Domenica, 24 ottobre 2010 @18:08
MARIANNA: io stessa non saprei distinguere il pizzo Valencienne dal macramé di cui parla GIUSY. Archeologia della moda.
LISA | Domenica, 24 ottobre 2010 @18:03
GRAZIA: la maglia di pizzo con i jeans mi sembra perfetta. Come 50 reloaded non c'è male!
Simona | Domenica, 24 ottobre 2010 @18:00
Questo articolo mi è piaciuto moltissimo perchè parte da una situazione da romanzo e la fa arrivare dritta dritta ai giorni nostri: ne sai proprio una più del diavolo, cara Autrice. In pizzo ho due capi: il primo è la stola in pizzo rosa che ho indossato sull'abito in mikado di seta avorio del mio matrimonio; il secondo è una camicetta del 1991 di Martino Midali in pizzo beige corta e ampia indossata al vernisage di una mia cara amica. Non la indosso più, ma non ho il coraggio di buttarla via. Felice autunno a tutte/i.
malu63 | Domenica, 24 ottobre 2010 @16:03
non ho resistito e dovevo vedere questo dipinto, e l'impressione che ho avuto e che è un dipinto molto elegante e romantico una donna avvolta da una nuvola rosa, dove resterà per sempre immortalata dall'uomo che la ama, anche se dimostra di più dei suoi 24 anni mi sarebbe piaciuto vedere il suo volto ed invece di vederlo di profilo lo avrei immagginato con un gran sorriso e gli occhi illuminati dall'amore per l'uomo per cui posava. Possiamo definirla pink a tutti gli effetti. Buona domenica
Marianna | Sabato, 23 ottobre 2010 @22:28
Giovanni Boldini sarà stato un pittore modaiolo ma il suo tocco di pennello è stato davvero magico. I suoi ritratti sono incantevoli. Le trine del passato, erano davvero preziose, erano il frutto di abilità, lavoro, lavoro, pazienza e inventiva, Quelle di oggi? Made in China ( o a Prato) e il filato: Sintetico. cosa mai potranno raccontarmi? Solo squallide storie. Però, >Grazie Lisa il tuo blog trovato attraverso City è molto stimolante, mi porta lontano... perdona i puntini di sospensione, so bene che non ti piacciono....sono dispettosa! E come te, amo molto, molto la mia privacy
Grazia | Sabato, 23 ottobre 2010 @21:25
Ciao,
Ai leggings ho rinunciato e i vestiti li porterò con i miei nuovi stivali neri, classici tacco basso un pò tipo cavallerizza. Sono invece tentata da una maglia di pizzo da portare con un lungo cardigan e magari un jeans scuro gamba sottile e ballerina. Che ne dici?
Sofia | Sabato, 23 ottobre 2010 @15:05
Giorni fa ho comprato una maglietta. Nera. Ha una profonda scollatura sulla schiena, in pizzo. Lo amo. Il mio carattere non mi permette di 'osare' molto, ma desideravo avere almeno un capo in pizzo. Magari non lo metterò mai, ma il mio armadio ne sentiva la mancanza. Ed ora che ce l'ho, spero di avere anch'io una ''storia con del pizzo dentro.'' Ciao Lisa!
Giusy | Sabato, 23 ottobre 2010 @15:00
E aggiungo: la mia bella zia si era sposata con un ufficiale, altrettanto bello, grandi occhi azzurri e sognanti (a giudicare dalle foto), fu un giovanissimo aviatore nella I Guerra mondiale. Il prosieguo dell'unione è stato molto, molto doloroso...
mari | Sabato, 23 ottobre 2010 @14:54
mi piace e mi piace. Sì al pizzo (nn in senso mafioso..)sì agli intrecci e i ricami, che sanno si cose complicate, di tempi lunghi e di seduzione, che, senza essere riduttivamente il solo mezzo di scalate al successo, è l'arma senza tempo delle relazioni: fra il lo scrittore e il suo lettore, fra un professore e i suoi alunni, fra donne uomini.
W il pizzo, w la seduzione, w Lisa che ci seduce intrecciando moda poesia cucina e società!
Giusy | Sabato, 23 ottobre 2010 @14:50
Pizzo Valencienne o macramé? Uno splendido abito della mia nonna materna l'ho visto solo appeso a un portàbiti. Era di pizzo, nero,, con sottoabito grigio scuro, di seta. Lo aveva indossato in occasione del matrimonio di una delle mie zie, all'incirca , nel 1926, anno più anno meno. Ricordo le maniche trasparenti e il fondo della gonna, con profonde smerlature. Vado a spanne con la memoria: è passato alla mia amatissima cugina che non c'è più e non so che fine abbia fatto l'abito.
Venerdì, 22 ottobre 2010 @06:49
"E se la nebbia
disegna ancora il tuo nome sulla ghiaia
dei viali del parco, e estende il geroglifico
alla corteccia degli alberi,
io
bevo ai tuoi occhi la parola amore."
(Roberto Sanesi)
Cammino per i viali di quest’autunno, e anche le foglie mi parlano di te.
(I versi di oggi sono tratti da "Poesie 1957-2000", di Roberto Sanesi, Oscar Mondadori. Il titolo del componimento è: "Ottobre continuo", ed è tratto dalla raccolta "L’improvviso di Milano", del 1969. Bellissimi titoli!)
daniele | Venerdì, 22 ottobre 2010 @22:19
Cuore, maledetto cuore.
Innamorarsi di una voce che cattura la mente,
amare occhi che scaldano l'anima, nutrirsi di un sorriso che incanta.
Amare senza misura e restare soltanto con il suo odore.
L'odore che hai amato, che ami e amerai per sempre.
Prigioniero di un amore da far tremare i polsi.
Un amore raro, una passione costante.
Ossigeno ad ossigeno,
sorriso al sorriso,
colore al colore.
Cuore, maledetto cuore.
mari | Venerdì, 22 ottobre 2010 @20:49
L'autunno è la mia stagione preferita, giorni bianchi, colori caldi, prime sbalzi di temperatura che precipita singhiozzando verso il basso, l'idea di un letto col piumino e di carezze, e di serate lunghe caslinghe, torna il cinema, le mostre, il cervello che riparte dopo il torpore estivo così necessario e così lungo
carla | Venerdì, 22 ottobre 2010 @18:59
La nebbia... a me piace la nebbia perchè avvolge tutto e cambia la prospettiva delle cose, devi essere proprio vicino per capire che è il luogo di sempre.
Giusy | Venerdì, 22 ottobre 2010 @15:13
E' strano, veramente. La maggior parte dei miei "omega" è concentrata fra ottobre e novembre: ho sempre scritto sul mio calendario quest'ultima lettera seguita da un nome. Nonc'è attinenza con la poesia di oggi, ma le foglie che trovo sparse in terra nelle mie passeggiate hanno, anche per me, un significato.
Lei e il suo caffè al ginseng | Venerdì, 22 ottobre 2010 @14:18
Quanto è vero che tutto mi parla di te!
E' come se tutto fosse una rosa piena di spine.
Lele | Venerdì, 22 ottobre 2010 @11:39
Sorry! Buongiorno Lisa.
Lele | Venerdì, 22 ottobre 2010 @11:36
Tutto mi parla di te in autunno, poichè in autunno sei entrato nella mia vita. Il nostro "foliage" d'amore!
Giovedì, 21 ottobre 2010 @08:12
"Altre donne indossano spille e anelli; lei aveva i suoi bastoncini. Un vassoio pieno, per accompagnare gli abiti e fissare lo chignon. Di giada, d’osso, di corno, di porcellana e persino un paio di plastica. Aghi per trafiggere il cuore di tutte le sue più segrete e imprevedibili brame e tenerle ben arrotolate al loro posto".
(Anita Nair)
Quei piccoli gesti che raccontano così tanto di noi.
(Ho i capelli lunghi e sono sempre affascinata da come certe donne riescono ad avvolgersi, con un solo gesto, i capelli in uno chignon perfetto e morbido: l’avete vista Julia Roberts in "Mangia, prega, ama"? A me riesce piuttosto un effetto spettinato. E con i bastoncini puntuti sono sempre riuscita solo a graffiarmi. Ho risolto con un accorgimento glam cheap: delle forcine/barrette che sembrano di tartaruga, ma sono di plastica, hanno la punta arrotondata e costano pochissimo; le infilo tra i capelli con un gesto spero molto elegante, raggiungo il solito effetto spettinato ma almeno i capelli sono raccolti; e visto che costano così poco posso permettermi di perderle ogni tanto. Ah, la frase di oggi è tratta dal romanzo "L’arte di dimenticare", Guanda, della scrittrice indiana Anita Nair)
LISA | Venerdì, 22 ottobre 2010 @22:29
FD: mi piace quel gesto. Controllare, quasi soprappensiero, se quell'anello c'è. Controllare se c'è ancora il talismano che ci lega a chi amiamo.
LISA | Venerdì, 22 ottobre 2010 @22:27
MALU 63: sì, credo che siano le forcine delle nonne reloaded. Anche le nostre vite sono diverse da quelle delle donne che sono venute prima di noi: ma i gesti con cui fermiamo pensieri e desideri nei capelli, forse, sono sempre gli stessi.
LISA | Venerdì, 22 ottobre 2010 @06:53
CARLA, etcì!
carla | Giovedì, 21 ottobre 2010 @23:00
Sono sempre stata una "tricopatica" proprio perchè non ho mai avuto un gesto elegante con cui pettinarmi i capelli lunghi! Le "mollettine", poi, mi sono sempre piaciute tantissimo ma... non le sopporto
A proposito di finto-glam: stai bene o stai ancora starnutendo dopo aver scritto il pezzo di grazia sul look animalier?
Fiorenza | Giovedì, 21 ottobre 2010 @20:24
La treccina attorcigliata su se stessa: l'indimenticabile crocchia delle nostre ave , acconciatura semplice, elegante , usata dalle donne del popolo e non. Tenuta insieme da tante forcine, di osso o madreperla, alcune elaborate, altre semplici. Però i gesti per fermarle saranno stati gli stessi.
fd | Giovedì, 21 ottobre 2010 @18:28
mi piace soprattutto il tuo commento a questa citazione, "Quei piccoli gesti che raccontano così tanto di noi." E mi viene da domandarmi quali gesti raccontano di me. Ed è una bella domanda. Ciò che mi viene in mente per primo è il gesto di sentire col pollice, istintivamente, se l'anello che porto all'anulare o al medio c'è ancora. E' come avere la certezza che la persona che amo sia sempre con me.
Per rispondere alla domanda che mi hai fatto due giorni fa, Lisa, io vivo a Verona e frequento in questa città il terzo anno di medicina, anche se poi la specialistica vorrei farla in un'altra città, per respirare aria nuova, per prendere fiato e non soffocare in questa bella cittadina, ma che sento stretta!
E per non uscire dall'argomento odierno -i capelli- i miei sono lunghi ricci, ma li vorrei ancora più lunghi, come i tuoi!
MALU 63 | Giovedì, 21 ottobre 2010 @16:32
I miei capelli ultra ricci nn mi permettono chignon perchè scappano da tutte le part!i Allora la mia soluzione sono stati gli elastci oggi in tutte le forme e colori con perline fiori e chi più ne ha più ne metta, li tiro indietro con il gel eppoi lascio un grande fiocco di ricci pratici e veloci oppure i mini mollettoni, una soluzione che ho trovato ultimamente sono 2 pettini uniti da degli elastici incrociati utilissimi per fare la banana. Lisa sbaglio o le forcine -tartaruga glam cheap sono quelle che anticamente usavano le nostre nonne per tenere su i grandi ciuffi di capelli fatti prima in una lunga treccia? Bellissimi senza dubbio, ricordo che mia nonna con i suoi capelli bianchi che nn ha voluto assolutamente tagliare si faceva la sua treccina eppoi la attorcigliava su se stessa dietro la nuca, gesto che aveva compiuto per una vita, perchè diceva che cosi erano sempre in ordine.
Giusy | Giovedì, 21 ottobre 2010 @13:54
La capigliatura: folta, ricca, fluente, magari bionda. Oggidì si parla di gambe, seni, nasini (magari ritoccati), natiche ben modellate. io penso invece che la chioma eserciti ancora il suo indiscutibile fascino. Niente equivoci, per favore! sono una Donna. Leggendo il Post di Lisa mi sono tornate alla memoria alcune chiome celebri che incorniciavano belle o meno belle facce femminili passate alla storia.
Sabrina | Giovedì, 21 ottobre 2010 @11:23
Io non sono assolutamente capace di usarli, vorrei imparare perchè mi piacciono. Da piccola ho trovato su un giornale un bastoncino che serve per creare un acconciatura, ma non rimane tra i capelli, si passa solo in mezzo, dopo aver fatto la coda... Semplice ed efficace, ogni tanto lo uso ancora adesso, dato che per le acconciature sono proprio negata!
Mercoledì, 20 ottobre 2010 @09:26
"Il mio amore è un osso. Sporge sul mondo dal mio petto.
E’ una delle punte di cancello che circondano i parchi tenebrosi.
Il vento gli arde vicino, la pioggia lo bagna.
E’ un dettaglio di spina che sibila al freddo dei cespugli".
(Antonella Anedda)
Il mio amore per te.
(Il cancello, gli alberi, i cespugli, il freddo: tutto in questa poesia parla del nebbioso autunno, quando anche l’amore, a volte, è affilato, come le punte acuminate di certi cancelli nei parchi. I versi sono tratti da "Il catalogo della gioia" di Antonella Anedda, Donzelli)
LISA | Venerdì, 22 ottobre 2010 @22:31
VLADA: sono sicura che c'è una storia dietro questo nome. Me la racconti?
Vlada | Venerdì, 22 ottobre 2010 @10:01
Poche righe contengono il mio universo.
Poche volte come ora ho sentito una poesia cosi' fortemente mia, cosi' fortemente tanto di me in quelle parole..
Anonimo | Giovedì, 21 ottobre 2010 @09:38
Eclettica Lisa!
LISA | Giovedì, 21 ottobre 2010 @07:53
LADY CHATTERLEY: guarda che l'Autrice è molto, molto sgrammaticata e ogni tanto dimentica per strada i congiuntivi. Detto questo, oserei dichiarare che entrambe le forme sono giuste, ma in questo contesto mi piace di più "deve essere". (Che ne dite dell'Autrice versione Accademia della Crusca?).
Lady Chatterley | Mercoledì, 20 ottobre 2010 @18:34
Scusa, Autrice, ti prego, non rabbrividire al cospetto di una elisione che non ci voleva. Errata corrige: " deve essere" o sbaglio di nuovo?
giuseppe | Mercoledì, 20 ottobre 2010 @17:46
scoprire chi siamo
è questa la felicità?
Lady Chatterley | Mercoledì, 20 ottobre 2010 @17:13
Versi romantici, si sposano bene all'autunno. Ma non fanno per me. io sono per i sentimenti che portano gioia. L'amore dev' essere gioia, serenità, voglia di vivere. Mica quelli del Giovane Werther.
Sofia | Mercoledì, 20 ottobre 2010 @14:55
L'Amore-dolore. E anche la consapevolezza che sia tale non riesce ad impedirci di scavalcare quel cancello dalle punte affilate. Niente ci fa paura quando siamo innamorate!
danielle | Mercoledì, 20 ottobre 2010 @11:06
il mio amore per te non ha limiti...
Martedì, 19 ottobre 2010 @08:27
"La conoscevo già: ora è più forte
la sorpresa del mondo che leggero
vive negli occhi degli innamorati;
un senso di salvezza delle cose.
Chi ama non ha spirito di morte
si va scordando dello sfondo nero,
non prova la paura degli agguati,
non sente spine maneggiando rose.
E’ una menzogna di marca divina
giacché continua la dolente lena
dei giorni consumati, della gente…"
(Roberto Piumini)
Una menzogna: ma una meravigliosa menzogna.
I versi di oggi sono tratti da un libro di romantici e buffi versi in rima che ho ripreso in mano dopo tanti anni: "L’amore in forma chiusa", Il melangolo, 1997. E’ di Roberto Piumini, che voi probabilmente conoscete soprattutto come autore di storie per bambini. E, come in una favola, la poesia finisce così:
"E’ una menzogna di marca divina/ giacché continua la dolente lena/ dei giorni consumati, della gente:/ l’innamorato, esente da rovina,/ come l’immensa e umile balena/ nei mari dell’amore nulla sente".
mammanarchica | Mercoledì, 27 ottobre 2010 @09:23
cara giusy anche le mie bestie hanno sempre fame...
cara LISA infatti questo è un modo...
Giusy | Sabato, 23 ottobre 2010 @15:19
mi piaci, mammanarchica. Anch'io chiamavo così i miei pargoli, mi sentivo una pastora...e mi solleva il pensiero che una giovane mamma chiami ancora così, scherzosamente, gli amatissimi figli.
Vado a fare le lasagne: domani verrà a trovarmi la "bestia" minore. Sempre di ottimo appetito...
LISA | Venerdì, 22 ottobre 2010 @22:33
Ma io so che le MAMMEANARCHICHE trovano sempre un modo per leggere/leggermi.
Pensieri | Venerdì, 22 ottobre 2010 @21:48
questa mi piace tantissimo!
mammanarchica | Venerdì, 22 ottobre 2010 @19:17
non posso che leggerti qui
visto che la mattina porto le bestie a scuola e poi vado a piedi in redazione
per smaltire la colazione
niente autobus e niente poesie
per la cronaca soprattutto nera e pop ci pensa il mio editor
tutto il resto è lavoro
LISA | Mercoledì, 20 ottobre 2010 @09:29
LELE: uh, quella è una ricetta che avevo inventato quando vivevo a Milano, e avevo - fortunata! - una terrazza. Una ricetta che piaceva a Stella, la mia eroina di Glam Cheap: niente eurostress, gli ingredienti erano auto-prodotti. Sulla mia terrazza, infatti, c’era un meraviglioso albero di limoni. Ahimé, con delle striature grigio-Milano sulla buccia, viste le polveri sottili metropolitane; provavo sempre a lavarli, ma le macchie di smog non andavano via. (Questo per dirvi quanto sia buona l’aria milanese). In terrazza c’era anche una pianta di menta, rigogliosissima. C’era tutto quel che serviva per la mia ricetta, insomma, a parte la pasta e il pecorino: ma la pecora su una terrazza di Milano, sinceramente, la vedo un po’ male. Qui trovate la ricetta, buon appetito: http://scuochi.cinquesensi.it/ricette.php?id=15
LISA | Mercoledì, 20 ottobre 2010 @09:11
FD: mi piace sempre molto quando mi raccontate dove leggete i miei Buongiorno. Sul computer, la sera, con una tazza di caffé al ginseng; prendendolo al volo, a un incrocio; al mattino presto, sull'autobus. Ma tu, FD, mi racconti qualcosa in più di te? In che città è il tuo autobus, ad esempio? E cosa studi all'università?
mari | Martedì, 19 ottobre 2010 @22:32
la sorpesa del mondo...bello, bellissimo pensare a un mondo che si sorprende! e bravo piumini, che leggo ai miei bimbi più spesso che posso.
fd | Martedì, 19 ottobre 2010 @21:13
ma forse l'amore non porta con sè anche quella lieve ombra, leggerissima ma presente, quella paura, quel terror panico di perdere la persona amata? e quindi ogni auto, ogni sguardo malvagio sulla persona che per noi è l'altra metà del cielo diventa una spina che ci punge le labbra ad ogni bacio.
ogni mattina prendo il city per leggere la tua poesia mentre vado all'università in autobus, e le notizie del mondo vengono in secondo piano! mi piacciono moltissimo le tue citazioni!
fd
Anonima per prudenza | Martedì, 19 ottobre 2010 @13:46
Ma questo Blog non meriterebbe un premio? Diciamo, tipo Pulitzer made in Italy e telematico? da noi, coppe, coppette, sottocoppe, premi vari, lauree ad honorem più o meno meritate." Bancarella " and so on...
Lele | Martedì, 19 ottobre 2010 @11:40
Lisaaaaaaaaaaaaa, ho trovato un sito che si chiama "scuochi.cinquesensi.it" dove tu presenti una tua ricetta che si chiama GIALLO VERDE. Ecco cosa farò stasera per i miei ragazzi! Grazie, sei una forza!
Lele | Martedì, 19 ottobre 2010 @11:18
Ah l'amour, l'amour...la nostra ancora di salvezza. Buongiorno, Lisa, per tutto il giorno!
Lunedì, 18 ottobre 2010 @07:26
"A un signore per le vacanze partito una signora inviò in fretta in fretta una lettera con dentro – se stessa.
Quando il signore aprì la busta la signora sorridendo ne uscì, era arrivata.
E il signore cosa disse?
Il signore fece un salto e non disse, un poco si arrabbiò e un poco rise."
(Vivian Lamarque)
Ti sei mai accorto che dentro i miei sms ci sono io? Ma forse è per questo che ogni volta un po’ ti arrabbi e un po’ sorridi.
(Un libro di poesie che mi piace tenere sul comodino, quello di Vivian Lamarque. Oscar Mondadori)
canterellina | Martedì, 26 aprile 2011 @18:50
Vivian è la mia poetessa preferita (se da qualche parte esiste una classifica possibile tra le cose belle). Il 18 ottobre è il compleanno di qualcuno che da tanto sa essermi compagno, amante, amico, a volte senza accorgersene, a volte facendomi male, a volte con una lievità che fa traboccare il cuore. Che bella coincidenza, trovarli qui assieme :)
Insonne | Venerdì, 22 ottobre 2010 @01:28
che bello, Alessio, il tuo Invio, dall'ora del tuo post deduco che anche per te è difficile addormentarsi.
LISA | Martedì, 19 ottobre 2010 @08:22
Per CARLA: lo sai che anch'io sono arrivata a Rho? Piccole Donne crescono, ma perdono la strada lo stesso.
LISA | Martedì, 19 ottobre 2010 @08:21
Per ALESSIO: che bello googlare poesie. E il web risponde. Magico web.
Invio (non sono esperto) | Lunedì, 18 ottobre 2010 @23:51
Ho sentito mio figlio che imparava
di Montale una poesia leggera
che parlava di foglie e di lucertole
Sono andato su Google
e ho lanciato brandelli
di versi che ricordavo una volta
avermi emozionato e che forse
gli amici volentieri avrebbero riletto:
Le poesie sono apparse,
ancora dense,
come se
niente fosse
come se niente fosse
Ho ricordato che un tempo
Prendevo in prestito libri
dalla biblioteca di scuola
E leggevo poesia durante il tragitto
che lungo in autobus mi portava
agli allenamenti di atletica
allo stadio della Farnesina
o all’Acqua Acetosa
Che figata
– ho pensato –
Che figata.
PS ti leggo sempre. Ciao, Alessio. saggiorosa@tiscali.it
carla | Lunedì, 18 ottobre 2010 @21:39
Siamo sempre pronti ricordare l'adolescenza come un periodo piacevole, ma ci ricordiamo quanto eravamo impacciate? Io ne avuto una dimostrazione domenica quando mi sono messa i vestiti buoni per venirti a trovare... peccato che ho confuso fiera milano con Rho fiera.
Sono arrivata lì ma l'evento era in fiera Milano.
Così sono tornata a casa e sono consolata facendo una montagna di muffin al cioccolato!!
spero ci siano altri occasioni a milano di incontrarti perchè ci tenevo davvero a conoscerti di persona.
Lei e il suo caffè al ginseng | Lunedì, 18 ottobre 2010 @20:39
Ad ogni suo messaggio sarebbe un sorriso, nessun dubbio su questo!
LaVispaTeresa | Lunedì, 18 ottobre 2010 @19:06
è difficile esprimere noi stessi tramite uno schermo digitale...ecco perchè custodisco con gelosia pochi, ma buonissimi, "amici di penna":)
Sofia | Lunedì, 18 ottobre 2010 @18:32
...Lui no, non se n'è accorto! Non saremmo attivati a questo punto, altrimementi. Ricordi della distanza di cui ti parlavo ?!! Ci mandavamo al giorno dai 20 ai 30 sms (per la felicità della Tim), era l'unico modo per sentirci più vicini. Ma oggi no, oggi é tutto diverso! E sono sicura lo sia anche perché Lui non si accorge di me in quegli sms!
Annalisa farmacista | Lunedì, 18 ottobre 2010 @12:27
Spero proprio che nei miei sms io "appaia". In questi giorni comunichiamo così io e il consorte, in viaggio di lavoro, ma talmente impegnato da riuscire a telefonare raramente. allora benvenuta l'invenzione dell'sms che permette di comunicare velocemente. A proposito di questo viaggio vi devo raccontare cosa mi ha detto e fatto mia suocera. Mi ha proposto di venire a stare da me per non lasciarmi da sola. EEHHH???? ma siamo matti??? io che non la sopporto, che detesto ogni cosa cosa che fa (soprattutto detesto come cucina). Sono sicura che l'ha detto apposta per vedere la mia reazione: bè un risultato l'ha ottenuto comunque. Dopo questa geniale affermazione è calato un silenzio tombale a tavola. Nessuno sapeva come uscire dalla situazione "imbarazzante". Io ho risposto di no, che non c'è bisogno anzi non vedo l'ora di stare un po' da sola (sguardo a fulmini di mia suocera). Allora ieri che era domenica pensando che mi sentissi sola ha pensato di telefonarmi 3 volte. Io che invece ero in giro con un'amica per shopping le ho risposto con un glaciale sms. Capirà prima o poi che io non ho bisogno di un'altra mamma?
Sabrina | Lunedì, 18 ottobre 2010 @11:07
Anch'io un po' mi arrabbio e un po' sorrido.. E sicuramente anche lui un po' sorride e si arrabbia... Un po' di più :-) Lisa, ma come fai ad azzeccarci sempre?
Domenica, 17 ottobre 2010 @20:47
Insomma non siete venuti a salutarmi in fiera! Peccato, abbiamo evocato Stella. E, incredibile, da quando è uscito "Glam Cheap", ormai nel 2007, quante cose si sono avverate: ricordate quando lei va a vendere le scarpe a un immaginario "cheap market", un mercatino dell'usato, per pagare l’affitto? Ora le porterebbe, forse, a uno "swap party", ovvero i party del baratto. E le baratterebbe magari con vasetti di marmellate. E il suo anello con monete riciclate? Ora si ricicla tutto: ho visto una borsa gialla fatta con pezzi plastificati delle ormai inutili Pagine Gialle, e anelli con vecchi tasti di computer antiquati, come avevo immaginato nel libro… Insomma: è stata la prima eroina "recessionista"!
Vabbè, siete stati pigri e vi capisco: pioveva, una vera giornata uggiosa milanese. Di quelle che mi ero dimenticata. Per fortuna che a salvarci ci sono i marrons glacés (nel mio altrove non ci sono). E gli impermeabili. E quindi, in omaggio alle giornate di pioggia e alle loro inaspettate conseguenze, ecco un pezzo di moda che ho scritto per Grazia.
Voi pensate che sia solo una giacca di pelle. O un impermeabile. Sbagliato: è il motivo per cui un uomo si innamorerà di voi. Capita raramente, ma capita: come racconta, e scusate il gioco di parole, un romanzo con una storia da romanzo. Ovvero "L’ultima estate in città", di Gianfranco Calligarich, bestseller inizio anni Settanta, lodatissimo da Natalia Ginzburg, appena riedito da Nino Aragno Editore e di nuovo passaparola (è piaciuto anche a Vasco Rossi che l’ha messo sul suo sito). Protagonista: una ragazza con un impermeabile rosso, che in una notte di pioggia romana, e con passo jazz, entra nella vita di un uomo e la stravolge. Ma guardate come entra, in quella stanza piena di fumo e sconosciuti, con il suo trench di plastica rossa: "Ad ogni passo i lucidi stivaletti da pioggia emettevano piccoli sospiri intorno alle sue ginocchia"…
Se però non lo volete rosso (e avete ragione, se non siete la protagonista di un romanzo il rosso è un colore decisamente a rischio), l’impermeabile potete sceglierlo in un classico beige o ghiaccio. Il trench-cult va bene con tutto, con jeans, con tacchi e tubino: a dimostrazione del fatto che è il classico peso-piuma da portare d’autunno, anche e soprattutto quando non piove. Se però vi preoccupano le pozzanghere, sceglietelo scuro: color fango, o nero.
Ma magari non siete donne-impermeabile. Siete donne-black leather. Come vi capisco. Io ho comprato il mio primo chiodo un anno fa, e mi chiedo come ho fatto a sopravvivere senza: non solo è perfetta con qualsiasi abbinamento, con i jeans o gli abiti superfemminili, ma ha in sé un piccolo potente incantesimo. Scatta subito, già mentre allacci la zip: ti senti all’improvviso più sicura, determinata, energica. Black magic, insomma. Per questo il chiodo mi piace attillato, pieno di zip. E, se volete esagerare, con le borchie.
Impermeabile, chiodo… Manca qualcosa nella rassegna dei capi-spalla di transizione, quelli che ci accompagneranno, quest’autunno, verso il cappotto? Sì: il parka. Ovvero il giaccone impermeabile multi-tasche, rubato al guardaroba di lui, con annesso cappuccio solitamente peloso. Caldo, è caldo. Direi quasi termico. L’unico problema è che quando lo indossiamo ricorda vagamente la desaparecida Sarah Palin in versione governatore dell’Alaska. E anche copiare le star non ci è d’aiuto: a quanto pare tutte ci si nascondono soprattutto per andare al negozio dietro l’angolo, o a buttare la spazzatura. E mannaggia, proprio in quel momento hanno incontrato un paparazzo. Noi, che non abbiamo problemi di fotografi appostati sotto casa, potremo certamente indossarlo con più noncuranza, ma in ogni caso siete avvisate.
Certo, se vi sentite la protagonista di un romanzo, un consiglio: lasciate perdere il parka. Quanto alla fascinosa ragazza dall’impermeabile rosso, quando ho chiesto a Calligarich, l’autore del libro-longseller, se l’avesse davvero incontrata, mi ha risposto così: "Sì, quella ragazza c’era, c’è stata… E ha sposato il suo psicanalista: forse l’unico modo per restare malati tutta la vita". Che vi dicevo? Il guardaroba è importante. Bisogna scegliere con molta, molta attenzione: anche un trench.
LISA | Martedì, 19 ottobre 2010 @08:30
FARFALLA: ogni volta che mi raccontate di Emma e Stella nelle vostre mani, sul vostro comodino, nelle vostre case, in autobus con voi, mi sento più leggera; anch'io come una farfalla in città.
Farfalla | Lunedì, 18 ottobre 2010 @19:04
e se qualcuno non volesse credermi, vado alla pagina 113" ... alzo gli occhi dal libro e guardo mio marito. Lui, lo slicenziato...."
Farfalla | Lunedì, 18 ottobre 2010 @18:35
Glam cheap l'ho letto, altrimenti non sarei qui a postare, E' uno di quei romanzi che non si leggono tutti di un fiato. Ci si ritorna sopra, si sorride e si riflette.
Lei e il suo caffè al ginseng | Lunedì, 18 ottobre 2010 @13:19
Ahimè il cuore porta pazienza e tutto questo non mi fa bene perchè il cuore è fatto per battere forte e non per attendere.
Non sono più la donna che aspetta al buio, adesso posso stare alla luce. Aspetto solo che lui apra quella "porta" (te la ricordi la porta? mi ha fatto coraggio molte volte).
Sono consapevole che sia quasi impossibile, agli uomini le minestre riscaldate non piacciono, piuttosto un fast food.
Ali stropicciata | Lunedì, 18 ottobre 2010 @10:13
Ciao Lisa, ieri volevo fare un salto da te a salutarti. Ero al Duomo a cantare con le corali per la Solennità della dedicazione del Duomo......
Ma tra la pioggia, il freddo......sono andata a casa!!!
LISA | Lunedì, 18 ottobre 2010 @07:25
Per LEI E IL SUO CAFFE' AL GINSENG: ma come sta il cuore in queste giornate di pioggia?
Lei e il suo caffè al ginseng | Lunedì, 18 ottobre 2010 @00:29
Ciao Lisa! Era la mia occasione per conoscerti finalmente ma sono stata bloccata a casa causa di problemi tecnici improvvisi! Peccato davvero, quando tornerai sotto il cielo meneghino?
Venerdì, 15 ottobre 2010 @11:39
Ops: scusate per il non-Buongiorno di ieri, ma ero in viaggio e scollegata. (Altro che it-bags, vorrei un iPad!). Ecco dunque il Buongiorno del 15 ottobre:
"E se mai la nostra storiella finisse accantonata in una stanza che viene ricordata solo qualche volta, resterebbe lo stesso una stanza che vorrei, e dove ogni tanto andrei dentro, come una camera in un vecchio albergo sul lungomare dove due peccatori hanno fatto qualcosa che non dovevano. Ti dispiace se te lo dico?"
(Joseph O’ Connor)
Quella stanza che non esiste ma esiste davvero; quella stanza dove mi nascondo, quando penso a te.
(Questa frase è tratta, come quella del 27 settembre, da "Una canzone che ti strappa il cuore", di Joseph O’ Connor, Guanda. La storia, vera e romanzata insieme, di un amore: quello tra Synge, drammaturgo irlandese di inizio Novecento, e la giovane attrice Molly Allgood. Un amore osteggiato, brevissimo, indimenticabile. Uno di quegli amori che non ci lasciano mai: che rimangono con noi per tutta la vita)
Mentre il Buongiorno di venerdì 15 ottobre è:
"Questa sera, ho tutto l’autunno dentro,
i suoi grigi, i suoi morti, disperazioni e tempeste…"
(Natalie Clifford-Barney)
Questa sera dentro ho tutte le piogge del mondo. Questa sera dentro ho il primo freddo, e la luce pallida dell’autunno, e la nebbia del cuore. Questa sera. Ma questa sera, come ogni sera, penso che, per scaldarmi, mi basta stare vicino a te.
(I versi di oggi sono tratti da "L’altro sguardo- Antologia delle poetesse del ‘900", Mondadori)
Allora nessuna lettrice di Milano e dintorni viene in Fiera domenica? Io sarò lì alle 16!
ANAIS | Martedì, 26 ottobre 2010 @20:17
Per ora, nessuna risposta, e una settimana è passata; non so nemmeno se capirà o apprezzerà, ma appena avevo letto quelle poche righe, ho subito pernsato "a". Però il libro l'ho comprato, e non vedo l'ora di iniziare a leggerlo!
LISA | Venerdì, 22 ottobre 2010 @22:37
ANAIS: e io spero che quella persona capisca e risponda. Ma, anche se non ti dirà niente, non importa: l'importante, a volte, è solo riuscire a dire.
ANAIS | Mercoledì, 20 ottobre 2010 @22:01
Grazie, per due cose:
uno, tramite quel brano di Joseph O' Connor ho trovato l'ispirazione per una poesia, e due perché mi ha fatto sorridere, mi ha tolto un peso, mi ha dato consapeovolezza e coraggio per dire una cosa ad una persona che per me sarà sempre in quella "stanza".
Grazie.
LISA | Domenica, 17 ottobre 2010 @20:52
GIUSY : ?
LISA | Domenica, 17 ottobre 2010 @20:51
MARI: bellissima la tua geografia del cuore.
LISA | Domenica, 17 ottobre 2010 @20:23
FRANCESCA: che meraviglia, una copia di Grazia anni '40. Tienimela, per favore: prima o poi passerò anche da Roma. Lo sai che per il lancio di Glam Cheap un creatore di borse con giornali riciclati, Momaboma, mi aveva regalato una finta-Kelly fatta con vecchi numeri di Grazia? Molto, molto glam cheap. http://www.momaboma.it/
Luna | Sabato, 16 ottobre 2010 @18:20
Lisa tu sempre tocchi i punti più sensibili del mio cuore.
Non ho commentato la poesia di vivian lamarque che mi ha svegliato un dolore che credevo sopito.
Vivo, talvolta, in una stanza segreta con gioia e con dolore, con rimpianto per quello che non riesco a vivere...
Un consiglio : l'i pad e'fantastico
Giusy | Sabato, 16 ottobre 2010 @13:30
Criptomessaggio per Lisa, assolutamente fuori tema: esilarante!
Lady Chatterley | Sabato, 16 ottobre 2010 @10:08
ho una stanza segreta in angolino della memoria, tanto segreta che vorrei nasconderla anche a me stessa, nella quale non voglio rifugiarmi.
Vip | Venerdì, 15 ottobre 2010 @15:40
Quella stanza contiene i più antichi ricordi: dai primi baci alle prime carezze, sensazioni di genuina felicità. E ancora non avevo capito quanto fossero importanti, quelle risate e quei tristi pianti. Con quel coraggio di aprire il mio cuore, che ora lascio affogare nella polvere.
francesca | Venerdì, 15 ottobre 2010 @14:40
Lisa. Grazie. Parole come un balsamo. Non sono riuscita a conoscerti a Roma l'anno scorso (avevo una copia di Grazia anni 40 per te e ce l'ho ancora...). Quando passerai di nuovo da queste parti?
Sabrina | Venerdì, 15 ottobre 2010 @14:25
Anch'io ho, dentro di me, una di quelle stanze. Che ingenua sono stata a pensare di riuscire a non riaprirla più! Ora non solo la apro, ma mi allo stesso tempo mi dà conforto e mi distrugge, lui mi cerca e sono felice e sono triste. Sono completamente disarmata, non sono neanche in grado di spiegarlo a parole. Meno male che questi scrittori bravissimi mi aiutano a fare chiarezza!
mari | Venerdì, 15 ottobre 2010 @14:25
geografia del cuore, un marito compagno di vita e di fantasia, un incontro che ha dato un meraviglioso ritmo alle mie maree: 2 bambini belli e allegri.
La mia geografia personale si affaccia sul tirreno, vicino Roma, e la salsedine è per me una necessità. Ma mi dispiace essere lontana da Milano e dintorni, stavolta.
ti scrivo da quando ho ritrovato quei versi che un tempo mi hai regalato tu, e te ne sono grata.
Quando sei verso Roma fai un fischio che ti sento (montale si faceva sentire anche nell'aldilà...)
Sofia | Venerdì, 15 ottobre 2010 @12:59
La mia fantasia mi frega! :) Sono la scrittice della mia vita, una vita reale e sognata! Ed, è buffo come delle volte la linea tra ciò che é stato e ciò che avrei voluto fosse, é così difficile da tracciare, che non so bene dove inizi la realtà e finisca la fantasia! Ti ringrazio per aver condiviso con me le parole di quello scrittore, che anche se sconosciuto, stessa sorte non é toccata per i suoi pensieri, per il semplice fatto di pensare, leggendo, 'Ecco, é proprio così!'.
LaVispaTeresa | Venerdì, 15 ottobre 2010 @12:54
bellissimo il buongiorno di oggi...mi rattrista un po' pensare che pero' non ho ancora chi mi riscalda...
thank's
LISA | Venerdì, 15 ottobre 2010 @12:41
SOFIA: rubo le parole a uno sconosciuto scrittore bulgaro, Georgi Gospodinov, che in un'intervista disse: "Le cose che non sono successe ci girano intorno, per tutta la vita ci vengono a trovare". Parlava di un mazzo di tulipani, e di una donna, di una telefonata mai fatta... "Gli amori che non sono successi durano tutta la vita. Perché le cose che non accadono, e che pure potevano essere, ci restano dentro, indelebili. Con il loro mistero, di quel che di male ci poteva capitare, di quel che di bene ci poteva arrivare. Le cose che non sono successe potevano nutrirci, cambiarci, insegnarci qualcosa, darci una rotta diversa, un modo diverso di amare e di stare al mondo. Le cose che non sono successe potevano farci soffrire ma anche espanderci, oltre i nostri binari. Potevano, e questa possibilità resta con noi".
Lele | Venerdì, 15 ottobre 2010 @12:34
Amori dispari! Solo io l'amavo come lo amavo e correvo in quella stanza ogni volta che voleva! Cuore e cervello lacerati. Ho buttavo via la chiave anche il ricordo della sua esistenza mi fa male.
Buongiorno a te Lisa che smascheri i sentimenti di tutti noi.
LISA | Venerdì, 15 ottobre 2010 @12:28
MARI: geografia sentimentale. Quei versi di Mario Benedetti sono stupendi. Ma tu, racconta, come sei posizionata geograficamente e sentimentalmente?
Sofia | Venerdì, 15 ottobre 2010 @12:25
Lisa, più che avermi portato il Sole, mi hai colpito e affondato, col tuo Buongiorno di oggi- ieri!:) VIVO in 'quella stanza non per il tempo di un Ricordo, per quei cinque minuti che ti estraniano dal mondo intero, no! Mi sembra di viverci lì sempre, perchè sempre é presente quel Ricordo di me e di lui e di quella stanza e di quell'albergo e di tutto quello che c'è e non c'è stato '! Per un periodo ho creduto di essere riuscita a chiuderla a chiave, mi credevo forte, credevo non mi avrebbe più fatto male vedere -passeggiando per strada- quello stesso albergo che vedevo affacciandomi dalla finestra di quella camera! Credevo...appunto! Oggi mi ritrovo anche ad arredarla! Non si arreda un luogo di passaggio, non si arreda un posto che vorresti non vivere, che ti fa star male vivere...e allora, perché lo faccio?! Lo chiedo a te, ma lo chiedo a me! Qualcuno diceva che gli Amori sospesi, quei legami che non sono stati vissuti fino in fondo per mancanza di coraggio, o per orgoglio, o per i mille ostacoli che la vita ci pone, risultano essere poi i più tenaci e forti nei ricordi e nei rimpianti... quelli che, come dici, rimangono con noi per tutta la vita!
mari | Venerdì, 15 ottobre 2010 @12:14
il mio buongiorno è tuo:
un nuovo canale
senza chiuse
né scuse
che comunichi finalmente
il tuo sguardo
atlantico
col mio naturale
pacifico.
Mercoledì, 13 ottobre 2010 @09:36
"Cara Daniela scrivendo
poco fa una emme un po’
gobbuta come facevi tu
ti ho vista con la penna
in mano, con i calzettoni
al ginocchio, ultima di noi tutte
a passare al nylon (non volevi
eri speciale) prima di tutte noi
a scendere all’Ade, Daniela
i tuoi bambini piccoli sono cresciuti
ma non oso guardarli perché dicono
che una è uguale a te, uguale,
mi fa troppo male"
(Vivian Lamarque)
Io vivo, sono, invecchio. E tu.
Vivian Lamarque: una delle mie poetesse preferite. Questi versi struggenti sono tratti dalla sua raccolta, Oscar Mondadori.
LISA | Domenica, 17 ottobre 2010 @20:19
Ma mi dai del tu, LAURA, vero? Anche perché oltre a leggermi ogni mattina, hai in comune con me anche l'Acqua di Rose. Robert's, bottiglietta blu, immagino!
Laura | Venerdì, 15 ottobre 2010 @15:55
Io sono di Asti ma la leggo da Torino, dove frequento la facoltà di lettere moderne. La scrittrice che prediligo è Isabel Allende e adoro anch'io la rosa: quella bianca è il mio fiore preferito, il mio bagnoschiuma di bottega verde ha questo profumo e l'acqua di rose mi serve per nascondere gli effetti della mia sveglia che suona ogni giorno alle 5,30 per riportarmi alla mia vita da pendolare.. :)
LISA | Venerdì, 15 ottobre 2010 @11:41
Ciao LAURA, ragazza di vent'anni, e in che città mi leggi? Raccontami qualcosa di te!
LISA | Venerdì, 15 ottobre 2010 @11:40
Eccomi, Sofia: ti ho portato il sole?
Sofia | Venerdì, 15 ottobre 2010 @00:11
OPS... la ridondanza 'soleggiata/Sole' mi frega!
Sofia | Venerdì, 15 ottobre 2010 @00:00
...avrò riaggiornato la pagina un'infinità di volte -e come me, credo anche tante altre persone che seguono il tuo Blog! Il risultato lo vediamo tutti... nessun tuo Buongiorno, oggi! Buongiorno che in realtà, oramai a quest'ora, sarebbe valso da Buona notte! Spero di poterti leggere domattina, e giacchè ci sono, spero anche di poterlo fare in una bella e soleggiata giornata di Sole!
Laura | Giovedì, 14 ottobre 2010 @20:08
Sono una ragazza di vent'anni che la legge ogni giorno su City. Apprezzo moltissimo lei e le citazioni che sceglie; vorrei proprio emularla! :)
giorgia | Giovedì, 14 ottobre 2010 @00:41
Mia cugina non c' più, da oltre un mese. Anche lei come Daniela ha lasciato bimbi piccoli. E ha lasciato tutti noi sgomenti.
Giocavamo insieme nell'infanzia spensierata, incuranti delle nostre madri e del loro essere sempre in competizione. Avevano cominciato, quelle due, facendo a gara a chi avesse per prima un figlio (la sua), su chi di noi due fosse più bravo a scuola (io), su chi si sarebbe sposata per prima (lei)... è assurdo! Come mi pesa adesso, tutto questo! e che paura che mi fa, adesso, la morte!
mari | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @22:47
mi hai fatto piangere
Lele | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @15:09
Era un uomo meraviglioso. Mio nipote glii somiglia in modo impressionante. Anche nel l modo di camminare. Se ne andato troppo presto e in un modo che non ci saremmo mai aspettati.
Ci ha strappato la vita.
Meravigliosi versi , Lisa, come sempre.
Giusy | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @14:54
Fuori tema; questo non è il mio orario, stavo guardando il salvataggio dei "mineros" cileni con partecipazione, forse eccessiva. Quanta dignità e compostezza in quelle umili persone. Scuserai , Lisa, questa intromissione.
Giusy | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @14:35
Versi toccanti. Mi ha colpito molto questa poesia, forse ci sarà qualcosa di molto, molto personale e particolarmente sentito in in chi l'ha scritta: non so. Io so solo che non voglio più entrare nel la casa di una mia carissima parente, una quasi sorella. Troppo doloroso per me. Forse scattano certi piccoli meccanismi di autodifesa. Oggi questa piccola scheggia di uno Spoon River capovolto mi ha commosso.( Grazie, e non per la mia commozione!)
Sabrina | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @14:29
Sono Sabrina, scusate ho dimenticato di inserire il nome :-)
Anonimo | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @14:28
Che belli questi versi, ancora più belli perchè scritti ricordando un'amica. Anch'io ho perso una mia carissima amica anni fa e a volte persino mi stupisco di quanto la mia città me la ricordi, rivedendo i luoghi in cui eravamo state insieme. Ogni giorno cammino, vivo la mia vita e capita che un altro giorno invece venga assalita dai ricordi e quasi mi si fermi il respiro. Questa è l'importanza della memoria, anche nell'architettura (tema dibattutissimo, su cui ho fatto la tesi di laurea, ndr). Rivedo il posto in cui eravamo andate, quello in cui ci ritrovavamo, a volte ancora mi commuovo ascoltando Ligabue. Mi chiedo come staranno i suoi genitori, se il fratello si sarà sposato. Come la vita sarà andata avanti. A volte mi sembra di aver vissuto più vite, alcune cose mi sembrano lontanissime dalla mia vita attuale. Una volta eravamo insieme, con un'altra amica e abbiamo visto 3 donne anziane che somigliavano a noi, anche se più vecchie e abbiamo detto pensato che quello sarebbe stato il futuro. Invece no, una di noi è scesa nell'Ade già da tempo. Se ci penso piango ancora adesso.
francesca | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @10:04
bellissima.
Martedì, 12 ottobre 2010 @08:44
"Io sono arrivata quando tante cose erano già state conquistate. Intorno a me sono sparsi tesori, basta saperli prendere. Sono libera di vivere dove e come voglio, di leggere ciò che voglio... Sono libera nelle vie delle grandi città, dove nessuno mi vede, mentre cammino sotto la pioggia scrosciante senza un dove né quando; sono libera nel bosco, sulla riva del mare, nella musica che risuona in me, e nella mia stanza, quando chiudo la porta."
(Nina Berberova)
Libertà.
Questo è uno stralcio dalle prime pagine dell’autobiografia di Nina Berberova: "Il corsivo è mio", Adelphi. La Berberova la ricordate, forse, perché spesso ho rubato delle sue frasi dal meraviglioso "Giunco mormorante", un piccolo prezioso libro Adelphi. E mi piace tantissimo questa grata dichiarazione di libertà: libertà che molto spesso diamo per scontata. Libertà, come scrive la Berberova – che lasciò la Russia subito dopo la Rivoluzione d’ottobre, visse a Parigi, morì in America, e che quindi sapeva bene cosa vuol dire lasciarsi tutto alle spalle – è libertà di pensare, leggere quello che vogliamo, ascoltare chi vogliamo, o anche semplicemente camminare sotto la pioggia. Lei aggiunge, da vera russa: "mormorando dei versi". La libertà che non hanno più due Nobel per la pace: in Cina, Liu Xiaobo, di cui avete letto delle frasi dedicate alla moglie, nel Buongiorno di ieri; e in Birmania, la vergognosamente dimenticata Aung San Suu Kyi. Ma anche libertà di decidere, di amare chi vogliamo, di sposare chi vogliamo (e divorziare); e poi ancora libertà di guidare, votare, lavorare: libertà che le donne hanno conquistato nel Novecento, e di cui la Berberova, che nacque a San Pietroburgo nel 1901, è un perfetto esempio. Quante libertà diamo per scontate. Pensiamoci, oggi; oggi, pensiamo con gratitudine alla nostra libertà.
E infine, posso invitarvi a un evento glam cheap? Domenica 17 ottobre sono a Milano : al Weekend Donna, in Fiera, organizzato da PinkLab. Parlerò, alle 17, non di poesia nè di libertà, ma di un argomento assolutamente frivolo: il lusso al tempo della crisi. I dettagli su http://www.weekendonna.it/ C’è anche uno swap party, o baratto glam, in programma. Quindi, se domenica per caso siete libere…
LISA | Domenica, 17 ottobre 2010 @19:01
Grazie, VISPATERESA, dei tuoi complimenti, che addolciscono le giornate piovose di una scrittrice...
LaVispaTeresa | Venerdì, 15 ottobre 2010 @13:01
libertà di scegliere un libro che vuoi tu da leggere...di mangiare all'ora che vuoi tu, di vestirti come vuoi tu e non come il mondo ci impone...saranno banalità davvero, ma le sento come banalità senza prezzo!
grazie per i tuoi buongiorno chei addolciscono le giornate universitarie di una 21enne a Torino!:)
Anonimo | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @20:41
Come sei brava Aferdita nel raccontare le tue sensazioni, i tuoi sentimenti. Il mio anonimato è benevolo. Splendido il tuo racconto, e se non ho voglia di firmarmi, che male c'è?. Almeno per me, sconosciuta, continua i tuoi racconti, ti prego!
LISA | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @09:40
Mi piace quello che ANNALISA FARMACISTA e AFERDITA hanno raccontato della loro libertà: libertà di camminare per le vie di una città straniera; nuova libertà che non sappiamo ancora come usare, a cui ripensare in metropolitana. E rivedo in voi la Berberova.
LISA | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @09:13
Per TRISTE: il consorte e la gatta. A me sembri, semplicemente, saggia.
aferdita | Martedì, 12 ottobre 2010 @22:20
Liberta, che bella parola. Tanti anni fà sentivo a metropolitana una zingara che cantava Questa canzone. La cantava con una voce limpida ma triste. Mi ha commossa fino alle lacrime. Lei cercava la sua liberta, e io pensavo alla mia, acquistata da poco tempo. Quando hai provato il sapore amaro della dittatura ,la liberta ti è più cara ,ma anche piu difficile. Ti senti come un uccello che vivendo sempre nella gabbia ha paura di scapare. Ti sembra che ancora i muri hanno le orecchie e sentono le tue lamentele perché i negozi sono vuoti e tu non puoi dare ai figli quel che hanno bisogno, perche tu non hai la casa ma non puoi anche comprare, perché non hai l'acqua per lavare, elettricità per cucinare. Perche tu non puoi sentire la musica che ti piace, vestire come vuoi, andare dove vuoi....e quante cose ancora che per tanti sono scontati.
triste | Martedì, 12 ottobre 2010 @17:57
Ciao Lisa,grazie per la tua risposta di ieri .Io vivo in una cittadina della Valsesia,sono venuta a tua conoscenza tramite in programma di qualche anno fa di cui non ricordo però il nome,avevano pubblicizzato il tuo primo libro e avendo io vissuto un paio di brutte esperienze,in quel momento lo sentivo adatto a me,ed infatti mi ha molto aiutato a sdrammatizzare momenti tristissimi .Ma sono passati forse 4 o 5 anni,quei momenti tristi sono passati,mi sono accorta con il tempo che la cosa più preziosa per me è mio marito e la mia gatta che mi sono sempre stati vicino.Ho aquistato anche il tuo secondo libro,ma ancora non l'ho letto,e curioso ogni tanto quà e là il tuo Blog.Mi sono firmata triste perche è stato il mio stato d'animo per molti anni fino a qualche anno fa,diciamo che sto scoprendo tardi tante cose,sono sempre stata disinformata su quasi tutto e con l'aggiuta della stima di me che non ho mai avuto,ho fatto scelte sbagliate nella mia vita.Ma volevo terminare questa pappardella che sicuramente fa addomentare,che il primo rapporto importante è con i genitori,se loro ci hanno amate o approvate incondizionatamente,allora noi,probabilmente facciamo lo stesso.Lo dico perchè tanti vorremmo essere genitori (io non più) ma credo sia il mestire più difficile e sicuramente il più bello.Complimenti Lisa per il tuo Blog e per le interessanti cose che scrivi.ciao.
Idem come sotto | Martedì, 12 ottobre 2010 @16:01
Bè, Sì, Cioè... volevo dire che questo spazio è partecipazione
farfalla | Martedì, 12 ottobre 2010 @15:53
Sono stati scritti fiumi di parole sul concetto di libertà.Lasciamolo ai dotti e a coloro che hanno sacrificato la vita in questo nome. Ricordavo una bellisssima canzone-poesia di Gaber e ho cliccato. "...LA LIBERTA' NON E' UNO SPAZIO LIBERO, LA LIBERTA' E' P A R T E C I P A Z I O N E...." anche lo spazio di Lisa è uno spazio libero.
Annalisa farmacista | Martedì, 12 ottobre 2010 @11:21
Com'è descritto bene! Sono libera. Libera di fare tante cose grazie a chi prima di me ha lottato per avere questa libertà. Nel romantico coniugale appena trascorso, causa piccolo malessere del consorte sono stata libera di girare per negozi a Londra da sola. Libera di passeggiare senza essere notata. Perchè nella frenetica Londra in effetti nessuno guarda nessun'altro. Pregi e difetti. Ma anche libera di non dover stare al "capezzale" del consorte febbricitante. E' stato bello andare da Primark (che in tempi di eurostress o meglio pound-stress è molto frequentato, dati i prezzi veramente bassi, che in confronto H&M è caro), è stato piacevole gustare i miei "caramel macchiato" nei vari Starbucks. E ancora più bello essere scambiata per una perfetta inglese, ricevere complimenti per la pronuncia e soprattutto non essere subito riconosciuta come turista italiana, che all'estero sono proprio riconoscibilissimi e devo ammettere poco belli da vedersi. E Lisa ti ho pensato quando da Primark appunto ho visto anelli e bracciali di plastica trasparenti con immersi dentro tante piccole roselline rosa. Belli anche i vari Selfridges con la nuova Shoes-gallery, House of Fraser, Marks&Spencer, il giganteso Westfield. Insomma molto shopping, ma anche tanti musei (tutti gratis) tra cui segnalo la bellissima Tate Modern con fantastico bar al settimo piano con vista sul Tamigi, davanti al Millenium Bridge. Abbiamo assistito ad un dibattito al Parlamento, alla House of Lord. Che compostezza! Londra merita sempre. E sciopero della metro a parte che ha reso Londra per un giorno davvero caotica, anche molto vivibile. Anche se a conti fatti sono sempre più convinta che la qualità della vita qui da noi sia decisamente migliore. Meno lavoro, magari. Come sempre pregi e difetti
Lila | Martedì, 12 ottobre 2010 @09:50
E' tremendamente vero. Quante libertà ci siamo conquistate come donne! Pensare che tante donne hanno dovuto lottare per riuscire a garantire a noi maggiori libertà.
Lunedì, 11 ottobre 2010 @08:32
"Il tuo amore sono raggi di sole che passano attraverso le mura e le sbarre del carcere, accarezzano la mia pelle, scaldano ogni mia cellula, mi aiutano a mantenere la calma, la pace, così che ogni minuto in prigione possa essere pieno di significato. Il mio amore per te ha sensi di colpa e rimpianti, a volte fa vacillare i miei passi. Ma è solido, forte, può superare ogni ostacolo. Anche se sarò ridotto a sola polvere, ti abbraccerò con le mie ceneri."
(Liu Xiaobo)
Amore.
Queste frasi, dedicate alla moglie Liu Xia, sono tratte dal discorso che Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace, tenne in tribunale, quando venne condannato a 11 anni di prigione in Cina. Il discorso era intitolato: "Non ho nemici". Liu Xiaobo è tuttora in carcere. La moglie è stata messa, in questi giorni, agli arresti domiciliari.
triste | Martedì, 12 ottobre 2010 @18:02
Grazie ANONIMO per la tua risposta
Sofia | Martedì, 12 ottobre 2010 @11:10
Gran bella domanda Lisa! Anche se, credevo più avresti 'indagato' su quel tempo verbale, usato al passato -non a caso!Ma rispondendo alla tua domanda, risponderò anche -di conseguenza- a quella che non mi hai fatto. Ill mio Amore è un Amore lontano,sì e ci aggiungerei anche un 'oramai' lontano! Perchè?! Perchè lui vive a Milano, mentre io nel mio amato Salento, e così quella distanza logorante non ci ha permesso di vivere come avremmo voluto, facendoci perdere tante di quelle cose, che proprio perchè piccole, sono la linfa vitale di un rapporto! E così quella distanza fisica é iniziata a divenatare anche distanza mentale e affettiva, portandoci ad essere oramai lontani!
LISA | Martedì, 12 ottobre 2010 @08:45
Per PENSIERI: oh sì, indaga! Mi avrà copi/incollato?
LISA | Martedì, 12 ottobre 2010 @08:41
E' vero, a volte anche l'amore è una prigione invisibile. Ma il tuo, SOFIA, è un amore straniero? O solo lontano? (Lo so, lo so, sono curiosa. Che ci volete fare?)
Pensieri | Lunedì, 11 ottobre 2010 @23:41
brutta faccenda la Cina. Spero che il popolo cinese si "svegli" e reagisca.
PS
bellissime parole, e guarda caso, le ultime righe le ha scritte una mia amica sul suo blog proprio oggi! le dovrò chiedere se anche lei ti legge ;)
Buon inizio settimana!
Sofia | Lunedì, 11 ottobre 2010 @22:54
Non ho idea di quale viaggio virtuale mi abbia portato fino a te, non molto tempo fa. So per certo, però, che da quel momento leggerti é diventato quasi una necessità, cara Lisa, anche se sono rimasta in silenzio fino ad oggi, é vero!Mi ha colpito quell' 'Prigione,amore,pace.' forse perchè il mio Amore lo è! E' prigione perchè non posso viverlo come vorrei, chilometri e chilometri di distanza ci dividono! E' Amore perchè é la mia parte mancante, totalizzante, perchè passano gli anni, fingo a me stessa così tanto che la menzogna mi sembra quasi vera, ma alla fine, poi, io e la realtà più scomoda ci guardiamo in faccia, senza trucchi. Ed è pace! Le sue parole avevano l'effetto di una camomilla -di una di quelle che la mia mamma mi prepara ancora qualche sera, che ti fa fare sogni tranquilli! E così prigione,amore e pace sono anche la mia prigione,il mio Amore e la mia pace.
giuseppe | Lunedì, 11 ottobre 2010 @19:53
forse bisognerebbe imparare
prima a bussare
per portare altrove l'attimo fuggente
che dimentica il presente
e tornare alle favole di ieri
che sbocciavano come fiori
nelle prigioni di neve
per scioglierle al sole.
LISA | Lunedì, 11 ottobre 2010 @19:37
TRISTE: a me piace l'intelligenza del cuore, e se sei qui, ce l'hai. E visto che sei qui, perché non mi racconti anche qualcosa in più di te? Da che città mi scrivi, come sei arrivata su questo blog... Ti ascolto.
Anonimo | Lunedì, 11 ottobre 2010 @18:19
Cara Triste, lascia che te lo dica, tutti noi siamo ignoranti. Guai se qualchuno dichiarasse di sapere tutto! Magari fossero tutte come te, e non essere triste, le cose importanti sono altre. Ciao!
triste | Lunedì, 11 ottobre 2010 @16:41
Buongiorno Lisa,io leggo il suo blog,e con piacere.Io sono una donna di 44anni e mi sento molto ignorante mentre leggo tutto quello che scrive,lei è molto brava io molto ignorante,e sono triste per questo.Comunque scusate tutti l'intrusione so che non c'entra niente.
adriano | Lunedì, 11 ottobre 2010 @16:21
io invece li trascrivo in mail, compreso il tuo commento. poi ci aggiungo le mie emozioni
LISA | Lunedì, 11 ottobre 2010 @16:08
Per GIUSY: mi piace l'idea di un uomo che, in prigione, pensa alla pace. All'amore. Alla moglie. E, come ha scritto lui sempre nello stesso discorso, "Io sono condannato a una prigione visibile, invisibile è la prigione dove mi aspetti tu". Da oggi anche Liu Xia però è in una prigione visibile: gli arresti domiciliari. E io oggi voglio ricordare un'altra donna di pace, in Birmania: Aung San Suu Kyi, Nobel per la pace nel 1991, agli arresti domiciliari dal 2005, senza possibilità di comunicare con il suo popolo e con il mondo.
LISA | Lunedì, 11 ottobre 2010 @15:43
Per SILVIA ANDREA: hai fatto benissimo. Il Buongiorno è fatto proprio per questo: per diventare un sms, un ritaglio incollato su un quaderno o sulla bacheca di Facebook. Ma tu, in cambio, mi racconti quanti anni hai e in che città leggi, ogni giorno, i miei Buongiorno?
Lila | Lunedì, 11 ottobre 2010 @14:44
L'Amore è l'unico sentimento che oltrepassa tutte le barriere anche quelle di un carcere. La forza dell'Amore supera ogni barriera...
Silvia Andrea | Lunedì, 11 ottobre 2010 @14:23
ciao! leggo tutti i giorni le tue poesie sul city, il mio freepress preferito. spesso tengo solo la prima pagina cn la poesia e la trascrivo x il mio ragazzo. oggi mi sn permessa di postare queste bellissime parole su fb con una nota. erano troppo lunghe x uno stato ma troppo belle da non essere postate e condivise con + persone possibili. grazie!
Giusy | Lunedì, 11 ottobre 2010 @13:56
Non avevo presente Liu Xiaobo e il suo Nobel mi ha rinfrescato la memoria attraverso i quotidiani che leggo, ovviamente, ogni giorno. Ma a nessuno è venuto in mente di trascrivere queste frasi così belle e dense di significati.
Sabato, 9 ottobre 2010 @08:24
Trans: in Italia vuol dire scandalo. Vuol dire Marrazzo, Lapo Elkann, Luxuria. Per Delia Vaccarello, invece, sono persone che hanno compiuto un viaggio: da uomini a donne, da donne a uomini. Su di loro ha scritto il delicato "Evviva la neve – Vite di trans e transgender" (Mondadori). Mentre di sé dice: "Sono nata in Sicilia e mi sento cittadina di ogni luogo (spiaggia, aula, prato, calle, autogrill, tv, blog, giornali) dove fiorisca la comunicazione". Ed è quello che fa: con i suoi blog (l’ultimo è: http://evvivalaneve.blog.tiscali.it/ ). Con i suoi libri oltre i pregiudizi: per Mondadori ha curato, una dopo l’altra, visto il successo, sette antologie di racconti di amore tra donne, dal titolo "Principesse azzurre"; su questo tema ha scritto un romanzo, "Quando si ama si deve partire".
Trans: cioè?
"Lo spiega meglio Susanna, che racconta la sua storia nel libro. E dice: "Provate a chiudere gli occhi per cinque secondi, respirate lentamente e immaginate che, una volta riaperti, il vostro corpo sia quello di un topo, o semplicemente un corpo del sesso opposto al vostro. Il disagio che avete provato per quel piccolissimo istante è quello che noi proviamo tutti i giorni". Da qui comincia il viaggio delle persone che ho ascoltato e raccontato".
Cos’è per lei Trieste, oltre alla città dove ha assistito, all’ospedale di Cattinara, all’operazione di cambio sesso che racconta nel libro?
"Nascendo in Sicilia, ho visto la terra finire dove comincia il mare aperto. Burrascoso, ignoto. Da una parte la riva, dall’altra l’orizzonte. L’Oriente di cui è figlia la Magna Grecia, che mi respira dentro, era lontano. Ogni volta che arrivo a Trieste in macchina, imboccata la strada costiera, provo un grandissimo senso di pace; il mare è un lago, una parentesi tra le terre; l’Oriente è familiare, mi chiama".
Mi ha colpito la sua descrizione di "costruzione e demolizione" in sala operatoria: e l’idea che, durante il tempo demolitivo in cui si tolgono gli organi, c’è silenzio; mentre quando si "costruisce" c’è quasi allegria.
"La demolizione per il medico, almeno per i chirurghi che ho visto all’opera, è un dolore necessario. Per rinascere occorre trasformarsi; ad operare la trasformazione in questo caso sono medici. I medici non amano "decostruire" gli organi che sono sani dal punto di vista funzionale. Eppure questi organi, per la persona che si opera, sono terribili intrusi. Quando la demolizione del pene è avvenuta, e la pelle viene conservata, quando vedi apparire il filo che cuce e rimodella nel modo desiderato i tessuti preesistenti, il medico prova sollievo: sta cucendo il futuro. La gioia è grande quando, nei mesi successivi, le pazienti chiamano e dicono: ho provato l’orgasmo. Il futuro è anche piacere."
Perché il titolo, "Evviva la neve"?
"E’ l’immagine del finale del libro, con la neve e i bambini dell’ospedale oncologico di Roma che non l’avevano mai vista; ma anche l’allusione al freddo terribile che sentono gli operati. E poi c’è il gelo della morte fisica, morale, sociale. È gelido vivere in un corpo straniero. E’ gelido il pregiudizio necrofilo che marchia i corpi delle persone trans e li considera degradati, mostruosi, attraenti perché peccaminosi. La neve? E’ morbida, è la scoperta della bellezza. E’ la speranza. Dura un attimo? Non importa. E’ l’attimo in cui abbiamo scorto ciò che è invisibile".
(Si può parlare di trans usando parole delicate e non quelle grevi dello scandalo? Sì. Delia Vaccarello con il suo libro ci ha provato. Io anche, con quest’intervista uscita sul Piccolo di Trieste).
Anonimo | Venerdì, 15 ottobre 2010 @17:49
La sua risposta è un poco acre. io non faccio graduatorie, non catalogo e ho rispetto, un rispetto profondo per quello che ha raccontato ma non si infastidisca, e visto che lei è portavoce, non si infastidisca nemmeno l'autrice del romanzo. Non credo che ci siano discrimanizioni da parte di persone aperte al mondo in cui viviamo. Tutto sta nel come porgersi, senza pretese personali, con buon gusto ed eleganza (di pensiero e comportamento) Piccolo particolare: un abbraccio da chi conosce altre e più importanti sofferenze. Va bene, mi firmo anonimo. Non vedo quale sia il problema
macchiamaria@tiscali.it | Giovedì, 14 ottobre 2010 @07:12
gentile anonimo io continuo a non capire perchè occorre fare una graduatoria delle sofferenze ...
i le faccio una confidenza: sicuramente tra le malattie il cui elenco vorrrebbe risparmiarmi,i c'è quella che mi riguarda e che un giorno di 5 anni fa ha rivoluzionato la mia vita e non solo...non si tratta di disforia di genere perhcè non sono una persona trans, si tatta appunto di una malattia genetica
questa prersenza in me di un quid che non ha soluzione e spera appunto solo in quellal Ricerca che qua dentro viene nominata come deus ex machina per zittire mi ha avvicinato a TUTTE le sofferenze
e sono solo felice quando so che in certi casi è possiible trovare una strada....
p.s. passi l'anonimato, è un diritto!
ma personalmente mi infastidisce sempre una persona (e non mi riferisco a lei)che ne fa strumento per ....discriminare
Anonimo | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @21:03
anna Maria, sono fuori da questo coro, non mi occupo di questi problemi giustamente messi in evidenza dalla scrittrice- Comunque, le risparmio l'elenco delle Vere malattie, quelle genetiche e ereditarie, non portano al suicidio, però sono devastanti: vi prego, date all'argomento l'importanza che merita: cioè, secondaria. Si' sono anonimo, questa si chiama libertà di espressione quanto non si offende nè si danneggia alcuno. Sarete soddisfatte. Quiesto blog avrà stimolato curiosità, quindi non lamentatevi.
LISA | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @09:30
Aiuto! Ma che succede? Forse a volte bisogna semplicemente leggere, senza giudicare: Delia Vaccarello ha voluto raccontare delle storie speciali, di donne che diventano uomini, uomini che diventano donne. Un po' come nello straordinario "Middlesex" di Jeffrey Eugenides (che trovate negli Oscar Mondadori): un romanzo che parla di un ermafrodita, o forse semplicemente della scoperta dell'amore. Per questo libro, che è "solo" un bel libro, Eugenides vinse il Pulitzer nel 2002, e mi sembra che all'epoca nessuno gli abbia detto che forse doveva scrivere un romanzo su chi combatte contro una malattia terminale, o chi è in prigione incarcerato da un regime... Quello che conta sono solo le storie. E se noi abbiamo voglia di ascoltarle.
macchiamaria@tiscali.it | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @05:19
mi chiamo come si evince dalla mail anna maria macchi, sono la compolatrice del blog dedicato al libro sul quale state intervenendo che trattta di una malattia grave che può portare anche al suicidio o comunque a pesanti difficoltà di vita quotidiana quale la DiSFORIA DI GENERE. Libro sul quale Lisa Corva ha scritto cose importanti a sua volta sia sui giornali coi quali collabora sia su questo blog che mi risulta essere pubblico- Ne ha scritto con delicatezza e rispetto Qualità che non mi pare appartengano ad alcuni dei suoi abituali lettori ANONIMI
arianna | Martedì, 12 ottobre 2010 @23:57
che non c'erano.
arianna | Martedì, 12 ottobre 2010 @23:48
Argomento scottante quello che la Vaccarello ha deciso di affrontare. Sicuramente potrà interessare le migliaia di trans italiani e non. Avrei preferito un bel romanzo sul doloroso percorso delle migliaia di malati che devono affrontare ben altri problemi. Quelli della sopravvivenza, dove ci sono chirurghi che esultano per aver salvato una vita e non per aver ricostruito un pene o una vulva.
XY | Martedì, 12 ottobre 2010 @20:33
e non ho alcuna intenzione di chiedere scusa nè a lei , nè all'autrice del libro. le mie scuse erano dirette solo a chi legge questo blog abitualmente e lla sua conduttrice. Questo è quanto. Senza "grazie"
XY | Martedì, 12 ottobre 2010 @20:04
macchiamaria, il suo commento mi sembra fuori luogo e molto antipatico
macchiamaria@tiscali.it | Martedì, 12 ottobre 2010 @19:29
ciao a tutt*, credo che lei XY faccia molto bene a chiedere scusa. grazie
XY | Martedì, 12 ottobre 2010 @18:30
Perché siamo alieni o troppo legati all'algebra? Come si fa a rispondere, però, bella domanda. Meglio rifletterci sopra. Curiosità: non è che siamo stati un po' eccessivi? In questo caso, sono il primo a scusarmi
gaia | Martedì, 12 ottobre 2010 @18:08
Ma perchè non vi firmate con dei nomi più umani, invece che x, xy e qb?
XY | Martedì, 12 ottobre 2010 @01:33
rabbia? interrogativi, certo. prova a leggere ciò che ho scritto o meglio, a comprenderlo e non troverai niente di rabbioso o offensivo. non sparo a zero su nessuno.
qb | Martedì, 12 ottobre 2010 @00:21
quanta rabbia XY, ma cosa ne sai...., ma che cosa ti spinge a dire che sono "chiusi", sei cosi accecato da un pensiero unico, se uno è trans non può essere medico, o volontario, o assistente di anziani....? ma che bisogno hai di difenderti così....
XY | Lunedì, 11 ottobre 2010 @22:42
mi riferisco a X: quale medicina?? forse ti riferisci alla Ricerca e la maiuscola è voluta. La Ricerca la fanno gli scienziati per altri scopi, più importanti, quelli che possono salvare la vita di malati che hanno come prospettiva la morte, per chi è rimasto sfigurato dopo un incidente e via di seguito.. Ciò che penso e ho voglia di esternare è che voi, chiusi in un corpo che non sentite vostro, siete chiusi in voi stessi e poco ve importo di ciò che accade sotto i vostri occhi: Con il dovuto rispetto, e visto che siamo tutti uguali, tutti normali, questo vale per tutti noi. Diamo il nostro contributo alla Ricerca!!
XY | Lunedì, 11 ottobre 2010 @16:23
E speravo che fra i "trans" ci fosse qualcuno che "rompesse il silenzio" , per usare le parole dell'autrice del libro , che ci raccontasse qualcosa di speciale, di bello, di amore e comprensione verso il prossimo, magari diverso da lui o lei.
XY | Lunedì, 11 ottobre 2010 @16:16
X, vorrei capire: qualcuno ha detto qualcosa di male in questo blog su chi vuole vivere la propria vera natura? Il tuo commento, scusa tanto, mi sembra superfluo. E non mi sembra che i trans siano persone come tutte le altre, sono persone un pò speciali e, ti assicuro, in questo, non c'è niente di ne-ga-ti-vo. Ce ne sono tante di persone davvero speciali che si occupano e si interessano di cose più gravi e importanti.
x | Lunedì, 11 ottobre 2010 @15:20
Cara Lisa, non c'è molto da pensare, I trans credo che siano persone come tutte le altre, semplicemente sono nate in un corpo che non è il loro. Per fortuna oggi (grazie alla medicina) si può rimediare e finalmente queste persone possono vivere la loro vera natura, amare ed essere amate, che male c'è in tutto questo???? Il male è altrove e non lo vogliamo vedere.
achi | Lunedì, 11 ottobre 2010 @15:14
il punto è questo: vedere le cose come i probemi degli altri... lo scorso anno non c'era trasmissione che non parlava "male" dei trans,
erano di prima o di seconda linea?
Giusy | Lunedì, 11 ottobre 2010 @14:17
Vedi, Lisa, questo è un argomento così delicato e complicato per una persona come la scrivente. Cosa potrei dire? Non ho rispettosi imbarazzi e nemmeno false "pruderie" semplicemente, mi limito a prendere atto che esistono situazioni lontane dalla nostra cosiddetta "normalità" che a volte è ottusa e non tiene conto delle difficoltà e disagi di chi non sta bene nella "pelle" che gli è stata imposta da ...madre natura. Vorrei aggiungere che tra glii orrori dei quali siamo tutti a conoscenza e che seguo con partecipazione e preoccupazione, questi problemi passano, almeno per quanto mi riguarda, in seconda linea, con tutto il doveroso rispetto e comprensione per chi li sta vivendo.
delia vaccarello | Lunedì, 11 ottobre 2010 @13:10
cara Lisa, a dispetto dei presunti o forse solo rispettosi imbarazzi, oggi il portale di tiscali cioè www.tiscali.it riporta in basso a destra la foto di quarta di copertina del libro, e l'invito ai lettori, poi rimanda, basta cliccare sulla foto al blog del libro, http://evvivalaneve.blog.tiscali.it/
l'annuncio raggiunge migliaia di collegamenti al secondo....
Ne approfitto per ringraziarti, per aver speso parole che rompono un silenzio a volte fatto solo di pudore. Sbaglio?
GRAZIE
Anonimo | Lunedì, 11 ottobre 2010 @12:22
La poesia è trans-frontaliera. Va oltre i tabù, gli stereotipi, i vuoti conformismi. E' essere ciò che si è realmente dentro. Voi che dite? Non sono poesia le parole che ci sono state regalate? Poesia vissuta e non solo scritta.
LISA | Lunedì, 11 ottobre 2010 @08:28
Grazie a tutti quelli che hanno scritto. Ma i miei lettori e lettrici cosa ne dicono?
macchiamaria@tiscali.it | Domenica, 10 ottobre 2010 @16:59
buongiorno Lisa, sono amarìa e compilo il blog di Delia Vaccarello....ho inserito i tuoi interventi sia giornalistici che da blogger in quello di Evviva la neve. Vorrei dirti che mi sono piaciuti e oltre questa formula facebookiana sottolineo che tu stai contribuendo molto a sconfiggere la grevità ammorbata e ammorbante che circonda l'argomento trans...Il tuo è lo stesso augurio che s'è fatta Silvia Bencivelli giornalista di Rairadio 3 il giorno dopo la trasmissione in studio con Delia e due delle persone trans protagoniste del libro...
Marilena | Sabato, 9 ottobre 2010 @19:26
abito al nord e da sei mesi vivo con una persona trans, nessuno si stupisce di noi, non è che lo abbiamo scritto in fronte ma.... si potrebbe anche capire, amiamo la tranquillità, lei, la mia compagna, ha fatto il cambio una decina di anni fa, certo è che quando leggiamo o sentiamo in tv la solita robaccia ti viene da urlare ma poi chissene...
Nonsochisono | Sabato, 9 ottobre 2010 @18:27
Un cammino, Daniele, ancora oggi tutto in salita, meno che per i Vip...
daniele | Sabato, 9 ottobre 2010 @17:52
confesso che ho digitato la parola trans ma non per trovare le orribili sconcezze anche solo finto friendly che si leggono solitmente
ciò che ho trovto -due giornListe che ne scrivono con naturalezza - mi conforta nel mio cammino
anna.simm@tiscali.it | Sabato, 9 ottobre 2010 @16:30
conosco il libro evviva la neve ed apprezzo molto ciò che lei ha scritto in questo suo blog intenso d'argomenti e riflessioni sull'argomento transessualità
friend | Sabato, 9 ottobre 2010 @09:55
agli appassionati di questo raffinato blog, ai fan e alle fan di Lisa, ai semplici visitatori di passaggio, un invito: ROMA, VENERDì 15 OTTOBRE, alla Libreria Feltrinelli in Galleria Colonna, ORE 18, LUXURIA, BACHELET, FABIANNA TOZZI DANERI, DELIA VACCARELLO, presentano evviva la neve. DA NON PERDERE
Venerdì, 8 ottobre 2010 @07:41
"Nuovamente Eros
di sotto alle palpebre languido
mi guarda coi suoi occhi di mare:
con oscure dolcezze
mi spinge nelle reti di Cipride
inestricabili"
(Ibico)
Così è, quando mi guardi.
Ci vuole un poeta per tradurre un poeta? I versi di oggi sono di Ibico e sono stati tradotti da Salvatore Quasimodo, nei "Lirici greci" (Mondadori). E Cipride? Cipride è Afrodite, venerata sull’isola di Cipro, dove secondo il mito era apparsa dalla spuma delle onde… Ma che belli, quegli "occhi di mare".
Stommatwittee | Venerdì, 11 maggio 2012 @23:32
Lofty bye, sweet friend :)
Viviana | Venerdì, 15 ottobre 2010 @15:45
Quante donne conosci che possano parlare in questo modo del proprio compagno? Sad but true... la quotidianità distrugge tante, troppe cose...
LISA | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @16:33
VIVIANA: ohibò, non avevo capito, ma proprio per niente! E dire che faccio la romanziera.
viviana | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @14:19
Cara Lisa, è un uomo fantastico, dagli occhi di ghiaccio e dall'espressione severa ma con un sorriso dolcissimo e un'interiorità complessa e tormentata ma assolutamente unica. Come forse avrai capito, ahimè, non è mio e non lo sarà mai. Ma sappiamo entrambi di essere la metà di una stessa mela. A presto.
LISA | Mercoledì, 13 ottobre 2010 @09:38
Grazie, VIVIANA. Un uomo che ti ha fatto venir voglia di leggere i lirici greci, è sicuramente un uomo dagli occhi di mare.
viviana | Martedì, 12 ottobre 2010 @18:52
Cara Lisa,
io, a differenza di te, ho fatto lo scientifico...quindi non sono mai stata capace di leggere il testo greco a fronte!, ma amo molto la poesia...e sono molto molto innamorata di un uomo estremamente colto, con un'erudizione profonda ed appassionata... questo mi aiuta a non perdere un colpo. Anche se non pretendo di avere una conoscenza estensiva di tutta la letteratura, ci mancherebbe altro!, ne conosco un bel po'... e leggo ogni giorno il tuo blog che tra l'altro, che mi aiuta a conoscerne sempre di più. Come me ne sono accorta? Probabilmente caso e fortuna! E non mi darei troppo pensiero se fossi in te!... Continua così. Un abbraccio.
mari | Sabato, 9 ottobre 2010 @19:27
Sì. occhi di mare sono certamente belli, più a guardarli che a dirli, ma le oscure dolcezze, quelle sì sono promettenti, e il verso ti tira verso di esse per i capelli...
Xy | Sabato, 9 ottobre 2010 @18:21
Autrice, non blog-arrossire più di tanto. A Saffo piacevano le fanciulle, a Ibico gli efebi, la differenza non è abissale, è solo di sesso. Non stupravano, amavano semplicemente la bellezza.
Xy | Venerdì, 8 ottobre 2010 @18:17
ma siamo omonimi anche nei contenuti??
xy | Venerdì, 8 ottobre 2010 @16:40
anche a me piace la sua spontaneità,sembra che le poesie le scriva lei!
Xy | Venerdì, 8 ottobre 2010 @16:29
Come mi piace la spontaneità di Lisa! Ho l'impressione che, più di consultare internet, consulti i suoi libri, che profumano di vecchio o di nuovo
xxxxxxx | Venerdì, 8 ottobre 2010 @15:35
ma tutto questo che senso ha ?
Lila | Venerdì, 8 ottobre 2010 @13:47
Anche io vorrei farmi guardare da Eros e dai suoi occhi di mare, chiaramente con oscure dolcezze!
Myriam | Venerdì, 8 ottobre 2010 @13:07
No, no, scusa, è importante. Volevo dire: in ALTA uniforme, non sono numerosi ma di danni ne fanno e ne hanno fatti.
Myriam | Venerdì, 8 ottobre 2010 @13:04
Marta, esistono e sono esistiti uomini-mostro. Per me i peggiori sono quelli in doppiopetto o in uniforme
LISA | Venerdì, 8 ottobre 2010 @10:41
VIVIANA, dimenticavo: grazie. Ma come te ne sei accorta? Sono così contenta che tra i miei lettori ci sia anche chi naviga tra i lirici greci...
LISA | Venerdì, 8 ottobre 2010 @10:30
Cielo VIVIANA, hai ragione! Posso blog-arrossire? Spero solo che la mia ex prof di greco (ho fatto il classico, e NON si vede) non se ne accorga mai. E nel caso se ne accorgesse, negherò recisamente, e dirò che è stato un tilt tipografico (esistono?), che è stata colpa della pioggia, dell'autunno, della pagina voltata dal vento... O forse Freud avrebbe qualcosa da dire? Forse volevo che i versi fossero di Saffo? E perché pensavo a Saffo, dato che non ci penso praticamente dai tempi del liceo? Aiuto. L'unica cosa giusta che ho scritto è che quei versi sono tradotti da Quasimodo. Giuro, ho il libro davanti. Pag 119 della mia edizione, con testo greco a fronte che faccio ormai fatica a decifrare. Speriamo che almeno Eros coi suoi occhi di mare mi perdoni.
LISA | Venerdì, 8 ottobre 2010 @10:08
MARTA, il male esiste. Per combatterlo abbiamo solo parole e luce.
Viviana | Venerdì, 8 ottobre 2010 @10:05
Ciao. Mi è piaciuto molto il frammento di poesia di questa mattina... ti seguo sempre e spesso le tue scelte mi toccano. Però mi risulta che il frammento che hai scelto oggi non sia di Saffo, nè tradotto da Quasimodo, bensì di Ibico, frammento 287:
Nuovamente Eros
di sotto alle palpebre languido
mi guarda coi suoi occhi di mare:
con oscure dolcezze
mi spinge nelle reti di Cipride
inestricabili.
Ora io trepido quando si avvicina,
come cavallo che uso alle vittorie,
a tarda giovinezza, contro voglia
fra carri veloci torna a gara.
trad. G. Guidorizzi
Ciao! A presto
Marta | Venerdì, 8 ottobre 2010 @09:51
Lisa, oggi non posso pensare alla poesia.
Secondo voi, esistono animali che uccidono e violentano solo per il loro piacere o è un privilegio riservato a noi, esseri umani, o come ci piace definirci, esseri superiori?
Giovedì, 7 ottobre 2010 @07:35
"Parlami, cuore in pena: perché stai piangendo
al buio, nel garage
col tuo sacco della spazzatura?
Non tocca a te farlo
a te spetta
svuotare la lavastoviglie…
E’ questo il modo di comportarsi
con tuo marito, non rispondere
quando ti chiama?
E’ questo il modo in cui
il cuore si comporta
quando è scheggiato:
vuole stare da solo
con la spazzatura?"
(Louise Glück)
Vuole stare, semplicemente, al buio.
(Si intitola "Midnight" ed è una poesia dell’americana Louise Glück. L’ho tradotta io e ahimé si sente, se penso al bellissimo incipit, "Speak to me, aching heart"…)
Myriam | Sabato, 9 ottobre 2010 @21:12
Stasera sono riuscita a leggere la poesia interamente, non ho tanto tempo da dedicare al blog. Bella e oscura. Alla prossima, quando ci riuscirò.
Myriam | Venerdì, 8 ottobre 2010 @13:02
Non vorrei fare il Bastian contrario, Preferisco questi versi...versione Lisa: Grazie, leggerò tutta la poesia, se il mio inglese di sosterrà.
LISA | Venerdì, 8 ottobre 2010 @07:36
Per MYRIAM:
Speak to me, aching heart: what
Ridiculous errand are you inventing for yourself
Weeping in the dark garage
With your sack of garbage: it is not your job
To take out the garbage, it is your job
To empty the dishwasher. You are showing off
Again,
Exactly as you did in childhood--where
Is your sporting side, your famous
Ironic detachment? A little moonlight hits
The broken window, a little summer moonlight,
Tender
Murmurs from the earth with its ready
Sweetnesses--
Is this the way you communicate
With your husband, not answering
When he calls, or is this the way the heart
Behaves when it grieves: it wants to be
Alone with the garbage? If I were you,
I'd think ahead. After fifteen years,
His voice could be getting tired; some night
If you don't answer, someone else will answer.
(Midnight, Louise Glück)
Myriam | Giovedì, 7 ottobre 2010 @21:30
Bukowskiha anche detto: eterna ritorna la speranza come un fungo velenoso
Patrizia Rogers | Giovedì, 7 ottobre 2010 @20:58
Anch'io voglio stare, semplicemente, al buio. Perchè, come ha scritto Bukowski "scrivere poesie non è difficile: è difficile viverle". E questo di oggi, nonostante i colori del tramonto di questa sera, mi è parso un mondo senza poesia.
Myriam | Giovedì, 7 ottobre 2010 @20:25
mi piace la versione, così, a spanne.
Anonimo | Giovedì, 7 ottobre 2010 @13:43
A volte siamo tentati di unire alla spazzatura il recente vissuto che ci fa soffrire.
Mercoledì, 6 ottobre 2010 @07:37
"Poi svanì
come un turbine
fuori dalla porta
in un trambusto frusciante di vesti
arrabbiate."
(Charles Bukowski)
Ma esistono davvero abiti arrabbiati? Siamo noi che trasmettiamo rabbia, o tristezza, a una giacca, un maglione o un cappotto? E che farne poi, esisterà una lavatrice sentimentale? Oh, poter avere solo abiti felici…
(I versi di Bukowski sono tratti da "Cena a sbafo", Guanda)
monti | Venerdì, 8 ottobre 2010 @21:44
Bel commento.
mari | Venerdì, 8 ottobre 2010 @19:53
abiti arrabbiati, abiti in festa, per proprio conto, abiti solitari, abiti smessi in salsa di sentimnti vari nell'armadio della vita
LISA | Venerdì, 8 ottobre 2010 @07:38
GIUSY: mi piacciono i fiori di seta sulla treccia bionda! GRAZIA: bello sposarsi con colori di frutta e fiori.
Myriam | Giovedì, 7 ottobre 2010 @21:39
Questo desiderio di frivolezza, di parlare di cose leggere, sarà un desiderio di fuga da problemi più importanti? Quesito senza risposta.
Grazia | Giovedì, 7 ottobre 2010 @17:36
Lungo quasi alla caviglia con colori bellissimi dal prugna all'arancione al giallo di certe rose. Sopra un lungo scialle.
Non e' granché come descrizione, ci vorrebbe un disegno.
Giusy | Giovedì, 7 ottobre 2010 @15:02
Ah, dimenticavo, alla ferale notizia del rifiuto al tradizionale-abito-da-sposa, il parentado lombardo si era diviso in Guelfi e Ghibellini.
Giusy | Giovedì, 7 ottobre 2010 @14:52
Oggi giornata calma,per me. Il racconto sarà deludente ma te la sei voluta. Per comiciare, alla notizia della mise non-da sposa, la mamma ha accusato un forte mal di testa, ha stretto i cordoni della borsae non mi ha parlato per una settimana. Erano altri tempi.Quindi avevo scelto senza consigli autorevoli (avevo 24 anni): tubino bianco-impero senza maniche tagliato a trapezio leggermente montante sul collo. Soprabito Fabiani di un bel punto di blu, il tessuto era un jersey compatto, sostenuto. doppiopetto e doppio revers.Non esistono più: uso sconsiderato degli stessi e troppi traslochi. Ho conservato l'acconciatura un po' kitch. Cascata di fiorellini di seta sulla treccia bionda e folta del tempo che fu: racconto poco cripto, vero? e grazie per aver stimolato la mia voglia di raccontarmi.
LISA | Giovedì, 7 ottobre 2010 @14:27
GIUSY: quasi quasi? Io aspetto.
Giusy | Giovedì, 7 ottobre 2010 @13:11
E aggiungo: sei stata veramente perspicace per aver capito di cosa stavo "parlando". Quasi quasi parlo del mio abito nuziale. era fuori dalle regole, ai miei tempi, considerando che provengo da una piccola città di provincia.
LISA | Giovedì, 7 ottobre 2010 @10:50
Per GRAZIA: mi piace l'idea del proprio abito da sposa ancora appeso nell'armadio, "perché fa allegria". E com'è? Raccontami anche il tuo, ADELE. Raccontatemi i vostri. Mi piacciono le storie dentro gli abiti da sposa.
Giusy | Giovedì, 7 ottobre 2010 @09:56
Lisa cara, per capire quello che ho scritto, dovevi decriptarmi! Belle anche le foto che accompagnano l'articolo di Rumiz. E' da un bel po' che vedo Ts solo in cartolina, devo provvedere.
Grazia | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @22:25
Anche il mio abito era anticonvenzionale e, per me, molto bello. Lo tengo sempre appeso nelll' armadio perché' mi mette allegria.
Grazie per la risposta al quesito leggings, non credo di avere l'ironia della signora austriaca e quindi forse non li metterò'. Anche se ....
Adele | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @21:39
Ho buttato v ia il mio abito da sposa, era anticonvenzionale, quindi l'ho usato e strausato. A scanso di equivoci, il mio matrimonio è ancora vitale ma l'abito è morto.
Simona | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @19:17
L'idea dei vestiti buoni/cattivi mi piace. Credo che i vestiti diventino per noi cattivi o buoni in base all'occasione in cui li abbiamo indossati o dei ricordi che ci evocano. Voi siete capaci di buttare via un capo anche se non vi sta più? Io no, proprio perchè quelli sono capi "buoni" ovvero sono legati a dei bei ricordi.
Giusy | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @16:55
Fuori tema e fuori orario (il mio). Questa è SOLO per Lisa che avrà già letto l'articolo, ma non importa "E allora mi chiedo se davvero Dio abbia invidia di noi bastardi e sanguemisto"
Farfalla | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @15:33
Una lavatrice sentimentale...l'idea non mi dispiace affatto. Quasi quasi mi faccio installare un microchip in testa collegato alla lavatrice. Magari funziona!
Giusy | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @14:13
Mah, forse esistono abiti ricettivi ad arrabbiature o tristezze di chi li indossa: non posso pensare a un abitino di jersey o di cashemire arrabbiato. Forse, appunto, un tessuto frusciante tipo taffettà. per quanto riguarda la lavatrice, ne vorrei una intelligente che mi sputasse fuori il calzino dal bucato tutto bianco.
LISA | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @09:54
Eh, FRANCESCA. Sono una Casalinga Telematica (come Emma, la protagonista del mio primo libro) e l'idea di una Lavatrice Sentimentale mi piaceva troppo.
francesca | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @09:41
poesie bellissime e belli i commenti.
quello di oggi però...............
Martedì, 5 ottobre 2010 @07:39
"Amo colui che ha più caro un giacinto
di quanto mai gli sarò io. La notte,
quando girano i topi di campagna,
non può dormire: sente i denti aguzzi
rodere i bulbi del suo amato fiore,
ma non quelli che rodono il mio cuore".
(Edna St. Vincent Millay)
Se solo sentisse come mi batte forte, il suo cuore.
(I versi di oggi sono tratti da "L’altro sguardo- Antologia delle poetesse del ‘900", Mondadori. E una citazione dentro la citazione: nel mio commento c'è Wislawa Szymborska, con il verso finale della meravigliosa "Ogni caso", che è: "Ascolta/come mi batte forte il tuo cuore")
Ho una confessione da farvi. No, non riguarda amori in/fedeli (anche se ammetto, sono rimasta stupita: così pochi commenti?). E’ una confessione fashion. Già: oggi è il compleanno di una mia carissima amica del liceo, expat pure lei, anche se in un altro altrove. Quand’eravamo compagne di classe avevamo un gioco: cercavamo, nella fredda grigia Milano, di non arrenderci alle calze almeno fino al giorno del suo compleanno. Per anni ho cercato di resistere (in genere baravo mettendomi i calzoni). Anche quest’anno, nonostante la pioggia di questi giorni, ce l’ho fatta. Ma – ecco la confessione - mi sono convertita ai leggings!
aferdita | Giovedì, 7 ottobre 2010 @22:11
Per X :hai ragione, ho letto male. Mi posso permettere di darti un consiglio? Godete il vostro amore cosi come é, poca ,ma preziosa. L'amore come sentimento e sempre una cosa preziosa, e la fortuna che ti bacia anche quando non lo aspetti, senza avvertirti, senza fare nessuna domanda. Arriva, ti travolge, di fa sentirti al settimo cielo e basta. Non ti chiede se sei sposata o no, e se lo sei, vuole dire che l'atro amore e finita. Non siamo ipocrite a credere nei uomini e donne che perdono la testa, e poi chiedono scusa e ritornano alle proprio passi perche sono inamorati. loro ritornano solo per comodità. Non chiedere di piu, non chiedere di possessarla, lascia libera e godila. lascia che il tempo decide per te, se durerà per sempre e diventerà soltanto tuo o, pure se si spegnerà pian piano. Conosco bene una che vive da 25 anni una tale storia. Sono entrambi sposati, ma si amano alla follia e sono felici anche se non sono marito e moglie. Sono scesi
semplicemente ai compromessi ma sono felici.
Anonimo | Giovedì, 7 ottobre 2010 @15:21
x Aferdita: nessun enigma, purtroppo solo la solita banale storia, forse non hai capito bene, magari fossi sua moglie...
aferdita | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @20:48
Per x: una bella enigma la tua storia mi sembra. Sei la sua moglie ,hai tutto ,ma lui non lo sa?
X | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @14:53
Per Lisa: lui esiste eccome... ed è sposato come me. Cosa voglio di più. Ho già tanto, anche se è poco. Vorrei poter dire che non stiamo facendo del male a nessuno e che i miei sogni potrebbero un giorno diventare realtà.Ma non dico nulla, perchè ho paura di spaventarlo, non chiedo o forse non voglio di più. Per me lui è come un bacio sulle ferite (quello che si da ai bambini quando cadono) sulle paure, sulle incertezze. Più di questo...
adriano | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @11:16
suvvia, fa ancora caldo! ma gia' si vedono persone di varie eta' intabarrati da inverno. non chiudetevi gia' in letargo!
Anonima per prudenza | Martedì, 5 ottobre 2010 @22:56
Bello questo risveglio autunnale, un cocktail di tante idee, propositi, speranze, leggings mischiati a fivet e Eminenze (che il Signore mi perdoni) eccetera...Mi piace! E mi piace anche la " mise" della frau austriaca descritta da Lisa.
cacaoblu | Martedì, 5 ottobre 2010 @21:56
è molto bella questa poesia...
ti seguo sempre, complimenti!
LISA | Martedì, 5 ottobre 2010 @21:51
Per GRAZIA CHE VORREBBE METTERSI I LEGGINGS. Certo, la risposta saggia sarebbe: dipende dagli anni e non solo dalla taglia. Ma io ti rispondo così: i leggings che più mi hanno conquistato li ho visti a giugno, a una festa a Vienna, addosso a una signora molto stilosa che di anni ne aveva almeno 60. Oltre ai leggings, portati sotto un abito color antracite, asimmetrico, aveva dei capelli lilla: sì, capelli grigi lisci, tagliati dritti, con nuances lilla e viola; e gioielli d’argento. Anche i leggings erano incredibili: neri, e a righe asimmetriche anche loro, quasi un po’ ragnatela, post-punk, davvero divertenti, soprattutto dopo i 60. Conclusione? Nella moda, come in molte altre cose della vita, tutto - o quasi - si può fare: basta crederci!
LISA | Martedì, 5 ottobre 2010 @21:49
X: se solo lui sapesse. Dunque non sa? (Allora mi sono fatta un film, o meglio, essendo io una presunta scrittrice, un romanzo: tu sei sposata, lui pure. Tu immagini, sogni, speri, ascolti come rimbomba il tuo cuore, e scrivi sms. La tua vita è il titolo dell'ultimo film di Soldini: "Cosa voglio di più". Senza punto interrogativo, e non a caso. Ma il punto interrogativo, il primo, è qui: e lui?).
LISA | Martedì, 5 ottobre 2010 @21:43
Per LADY CHATTERLEY: tu però, con quel nickname, qualcosa da raccontare ce l'hai di sicuro! Su, mettiti un paio di leggings e buttati.
X | Martedì, 5 ottobre 2010 @21:34
Per Lisa: non è solo un pensiero, è un'ossessione. E' il cuore che ti batte a mille...le gambe che ti tremano e ...questa stanza (e qui ci sta un'altra citazione) non ha più pareti, ma alberi, alberi infiniti. Se solo lui sapesse quello che provo veramente.
Lady Chatterley | Martedì, 5 ottobre 2010 @20:51
Hai visto Lisa? Basta glissare sui tradimenti e tutte noi ci risvegliamo.
Farfalla | Martedì, 5 ottobre 2010 @20:43
Qui non si tratta solo di popolo fivettaro, io non ne faccio parte, Pasionaria, non ho vissuto quei percorsi, però esulto, comunque.
Grazia | Martedì, 5 ottobre 2010 @19:48
Lisa, da giornalista glam, fino a che eta' si possono portare i leggings senza essere ridicole?
Io di anni ne ho 50 e, per quanto il fisico forse me lo permetta, faccio fatica ad indossarli con disinvoltura.
Grazie.
Pasionaria | Martedì, 5 ottobre 2010 @19:03
Penna rossa (pasionaria) per l'errore sui "fuseaux" ribattezzati personalmente in "fouseaux" ;-) Vabbè. Farfalla, penso che il messaggio ai vari Eminens con questo Nobel sia arrivato forte e chiaro: il popolo fivettaro esulta per questo riconoscimento internazionale che sbaraglia la cieca e nostrana legge 40. Spero tanto che sull'onda di questo premio si possa riaprire un dibattito civile sulla legge 40.
Anonimo | Martedì, 5 ottobre 2010 @16:30
se solo sentisse come mi batte forte ...
Farfalla | Martedì, 5 ottobre 2010 @16:06
Pasionaria, lasciando da parte i fuseaux, vaglielo a dire a Mons. Fisichella and Co. che siamo tutte contente per il Nobel a Edwards! E un po' meno per le blasfemie.
LISA | Martedì, 5 ottobre 2010 @14:37
Per X: mi cito? Ma sì, pazienza, mi cito: "Ma allora non ci sono più pensieri, perché l’unico pensiero sei tu".
LISA | Martedì, 5 ottobre 2010 @14:28
Ah no, SIMONA PASIONARIA! Erano i fuseaux - che tra l'altro hanno all'incirca la stessa età dei primi bambini Fivet - che si portavano con maglie e magliette, e infatti stavano male a tutte, tranne che a Madonna. E i fuseaux reloaded, ovvero leggings? Saggiamente, sotto abiti e abitini autunnali.
X | Martedì, 5 ottobre 2010 @14:24
Hai ragione Micheline, anch'io sono felice solo quando sto con l'altra persona, mi sento letteralmente al settimo cielo e non penso ad altro, solo a me e alle emozioni forti e travolgenti che non provavo più da molto tempo.Ora è solo questo quello che conta
Pasionaria | Martedì, 5 ottobre 2010 @14:02
Accidenti Lisa, dopo i jeans, ora i leggins (ex fouseaux), non strafare mi raccomando ;-) Anch'io sono stata tentata, ma ho la fissa che si adattino solo per chi ha meno di 35 anni. Però le maglie da metterci sopra sono molto sfiziose. Passando ad argomenti meno frivoli: sono stata molto contenta per l'assegnazione del Nobel al padre della fivet. Spero che questo premio riporti alle cronaca la legge 40. Oggi sul Corriere sono stata contenta di leggere che la tecnica ha reso felici tutte quelle coppie che non potevano avere figli. Ci voleva un Nobel per riparlare di cure per l'infertilità e non di un capriccio per le over 40 nullipare. Perchè la PMA è nata principalmente per aiutare le coppie sterili/infertili e non le aspiranti 46enni sulle quali invece puntano sempre i media quando si parla della questione. W il dottor Edwards!
micheline | Martedì, 5 ottobre 2010 @14:00
fino a quando si è innocenti?non c'è perdono per una persona che in quel momento è felice...e ti rende infelice. L'infedeltà è questo:puro egoismo.Io sto con un'altra persona e sono felice,creo infelicità all'altra persona? e chi se ne frega.
Giusy | Martedì, 5 ottobre 2010 @13:30
A me rimangono i collants: Oggi ho incrociato una signora di età indefinibile, la incontro spesso e ha sempre un abbigliamento eccentrico. Oggi indossava leggings chiari, attillatissimi, indossati sotto un giacchino molto corto. Incedeva felice e traballante su un paio di zatteroni incredibili. Però era contenta e sorrideva a tutti. Mi ha trasmesso il buon umore che non avevo.
LISA | Martedì, 5 ottobre 2010 @11:51
LADY CHATTERLEY, non ci rimangono che i leggings.
Lady Chatterley | Martedì, 5 ottobre 2010 @11:27
Non stupirti, Lisa, per le poche risposte di venerdì scorso. Siamo tutte troppo, esageratamente virtuose
\'povna | Martedì, 5 ottobre 2010 @10:45
fantastico! nella grigia milano, quando ero al liceo, lo facevo anche io. l'unica differenza è che lo facevo in gioco solo con me stessa e che (a causa del compleanno) durava cinque giorni in più! anche io baravo mettendomi i calzoni. e anche io lo faccio ancora (ma senza leggings, almeno per ora). :-)
http://nemoinslumberland.splinder.com/
mari | Martedì, 5 ottobre 2010 @09:30
e se, a un tratto, il rumore del bulbo rosicchiato facesse spazio al tu tum, il proprio, battito aritmico di un cuore innamorato?
Il giacinto scolorerebbe pallido...
cara Lisa, meglio il leggin della calza anticipatrice d'inverno, e certo più feminile dei miej immancabili jeans...
Lunedì, 4 ottobre 2010 @08:10
"Fino al tuo ritorno. Ma dicono
che non ritornerai. Verrà soltanto
un’altra notte"
(Ingeborg Bachmann)
Il buio i silenzi le domande le ombre i fantasmi della notte. Tutto questo sì, tornerà. Tornerà la sottilissima affilata paura, il freddo e la solitudine. Tornerà: mi arrendo alla notte. E alla speranza testarda del tuo ritorno.
(I versi della poetessa austriaca Ingeborg Bachmann sono tratti dalla raccolta "Non conosco mondo migliore", Guanda)
Una notizia che fa piacere ad Emma e tutte le aspiranti madri: è stato assegnato il Nobel per la medicina a Robert Edwards, "padre" della fecondazione in vitro. La prima bimba-Fivet, Louise Brown, è nata nel 1978! E adesso è già mamma (non-Fivet). Oggi sono più di 4 milioni in tutto il mondo i bambini che arrivano dal freddo. Tra cui anche qualche bimbo di lettrice del blog...
Anonimo | Sabato, 9 ottobre 2010 @19:45
Io ci spero ancora che tu ci sia nel mio domani...anche se adesso c'è lei...
Anonimo | Lunedì, 4 ottobre 2010 @16:34
soltanto la notte
e il mare
nero
Anonimo | Lunedì, 4 ottobre 2010 @14:43
Non so se Ratzy sarà d'accordo.
Anonimo | Lunedì, 4 ottobre 2010 @14:42
E vaglielo a dire in Vaticano!
supersimo86 | Lunedì, 4 ottobre 2010 @12:19
che poesia !!! ma io voglio credere nel tuo ritorno .
Venerdì, 1 ottobre 2010 @07:15
"L’infedeltà per Isabel era impensabile, come lo è per qualsiasi donna che è rimasta in quello stato per lungo tempo, finché arriva il giorno in cui semplicemente si smette di essere fedeli".
(Marcela Serrano)
Ma allora non ci sono più pensieri, perché l’unico pensiero sei tu.
(La frase di Marcela Serrano, scrittrice cilena, è tratta da "Noi che ci vogliamo così bene", Feltrinelli: un romanzo di quattro amiche; quattro vite, segreti e amori che si intrecciano).
lorenza | Giovedì, 7 ottobre 2010 @18:52
adriano, sei troppo clemente con me.
adriano | Giovedì, 7 ottobre 2010 @16:33
che sentenza!!!
Lorenza | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @20:26
e allora hai perso veramente la brocca Adriano, perché se hai vissuto o condiviso la dimora che in un dato momento della tua vita avrai scelto, non puoi chiamarla "quella casa" dove hai solo raccolto le tue cose. Quanto cinismo e quanta aridità. Non invidio la tua attuale compagna
adriano | Mercoledì, 6 ottobre 2010 @11:27
car Lisa, leggevo la tua frase e mi ricordavo di averla gia' letta come "buongiorno". fedelta'infedelta' proprio in quel tristissimo mese di settembre di due anni fa.
io 11 anni fa non ho perso la brocca, mi sono innamorato per la prima volta in vita mia ma non e' stato facile tornare per l'ultima volta in quella casa e raccogliere tutta la mia roba
Anonima | Lunedì, 4 ottobre 2010 @15:02
Può accadere di guardare qualcuno negli occhi e sentire che quegli occhi hanno già fatto parte della tua vita, chissà quando, chissà dove. Vorresti fuggire e negare a te stessa la felicità che provi nel sentire la sua voce, il desiderio di un suo abbraccio...così si diventa infedeli, ma non voglio dire altro, vi ricordo solo questa bellissima frase che naturalmente non ho scirtto io.
Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato... ama il tuo peccato e sarai innocente
W. Shakespeare
Fiorenza | Domenica, 3 ottobre 2010 @21:53
Innanzitutto grazie, Lisa: quella frase è pesante come un macigno e forse in essa ci può essere un frammento di verità. Forse l'autore l'avrà messa in bocca a uno spirito libero. Mi viene in mente un signor filosofo che non mi è mai piaciuto e si tratta di Nietzsche (mi sarà sfuggita qualche consonante?). "L'affermazione della libertà è il destino dell'uomo" Ma se la propria libertà calpesta i sentimenti di chi ci ha amato? Bè, mi sono impantanata: Ma tanto, si sa, io le sparo grosse....
Savonarola | Domenica, 3 ottobre 2010 @15:17
Parlando di infedeli di tutt'altro tipo:oggi non sono andato a messa. Temevo che il mio buon parroco giustificasse i blasfemi, forse ordini dell' alto di qualche monsignore??.
Giusy | Domenica, 3 ottobre 2010 @13:48
Il giorno in cui si smette di essere fedeli... poi cosa accade? si chiudono porte e si spalancano finestre su nuovi orizzonti ( e correnti d'aria). Spesso le porte rimangono socchiuse e le finestre restano con le tapparelle a metà. in penombra
adele | Sabato, 2 ottobre 2010 @21:20
Mi aspettavo qualcosa di più su questo argomento. Evidentemente nessuno ha voglia di parlarne e io sono la prima a tacere, ma voialtri?
Suvvia! Tanto c'è l'anonimato.
LISA | Sabato, 2 ottobre 2010 @11:36
FIORENZA: il romanzo della Serrano (che mi era stato regalato da una carissima amica, amica dai tempi del liceo) è stato un po' una delusione. Ti regalo invece una frase che graffia, di Hanif Kureishi: che nel suo durissimo "Nell'intimità" (Bompiani), un libro di dieci anni fa, racconta l'ultima notte nella casa coniugale di un uomo che sta per lasciare moglie e figli. E dice: ""Ho cercato di convincermi che lasciare delle persone non è la cosa peggiore che puoi fare loro... Se non si lasciasse niente o nessuno, non ci sarebbe spazio per il nuovo. Forse ogni giorno dovrebbe prevedere almeno un’infedeltà essenziale o un tradimento necessario. Sarebbe un atto ottimista, un atto di speranza...". Era un mio vecchio Buongiorno del settembre 2008. Fedeltà/infedeltà.
Fiorenza | Venerdì, 1 ottobre 2010 @21:34
l'infedeltà è forse un male necessario in una coppia? Non lo so, non ho letto il romanzo, forse mi potrà dare qualche aggancio, qualche pensiero in più. può anche darsi che una infedeltà occasionale sia invece l'occasione per cementare un rapporto che credevamo un pò spento. Che ne dite? E va bene, il mio nick e il mio pensiero non sono forse graditi. Questo è il bello.. posso scrivere ciò che voglio (senza offendere nessuno)
Sabrina | Venerdì, 1 ottobre 2010 @15:30
Come sono d'accordo, Farfalla. Gli uomini non hanno alcuna remora, anche se un mio amico dice che in realtà soffrono più delle donne e mi ha consigliato di vedere un film, "500 Days of Summer" che, a detta sua, è un film sentimentale per uomini. Lo vedrò, sono aperta a ricredermi. Quello che penso è che sulla fedeltà non si possa essere tassativi, che non si possa dire che non si tradirebbe mai, perchè nella vita non si sa mai. A me non è mai capitato di tradire, ma capisco alcune storie di persone che hanno tradito. Quello che vedo è che gli uomini, giovani o vecchi, ultimamente perdono la brocca un po' troppo spesso e se ne fregano di chi hanno vicino, dei sacrifici che hanno fatto insieme. Anche quelli da cui non ce lo aspetteremmo mai ci deludono, non so davvero quale sia la soluzione a tutto questo.
Farfalla | Venerdì, 1 ottobre 2010 @15:17
volevo dire:NON hanno queste remore. Vado di fretta.,..
Farfalla | Venerdì, 1 ottobre 2010 @15:15
Bella proposta di riflessione, fedeltà, infedeltà... penso in tante di noi si possa sviluppare una sorta di infedeltà, diciamo, virtuale che alla fin fine non viene messa in atto. Paura di nuove sensazioni che magari ci possono aprire nuovi orizzonti? Gli uomini forse non tutti, hanno queste remore, all'occasione si buttano a pesce pur conservando amore, affetto, styima e quant'altro per la compagna di vita....