Lunedì, 31 gennaio 2011 @08:01
"C’era una volta
una donna da amare più forte del vento che soffia
su questo molo sdraiato nel mare"
(Roberto Uberti)
C’è un mare nella vita di tutti. Nella vita di tutti, c’è un orizzonte, un tramonto sospeso, un molo o una spiaggia su cui passeggiare. E un vento che ci scompigli capelli e desideri. Questo molo, questo mare, questo vento, è il mio.
(I versi di oggi sono tratti da "Urgimi addosso", L’arcolaio editore. Il molo? E’ il Molo Audace a Trieste…)
Attenzione: sono diventata lisacorva.com! Per favore mettete questo sito tra i preferiti, perché tra poco lisacorva.it non sarà più attivo. E il sito avrà un nuovo look: meglio, un nuovo "vestito"!
Daniela dalla Scozia | Martedì, 1 febbraio 2011 @13:28
le infradito in Scozia si indossano 3 settimane all'anno, neanche...Sospiro.
bri | Martedì, 1 febbraio 2011 @11:19
perfetto. grazie Lisa, ho trovato sul sito anche dei punti vendita. tento prima quella strada! sei sempre di grande ispirazione per me, da diversi anni ormai.
un saluto
LISA | Martedì, 1 febbraio 2011 @09:44
DANIELA dalla Scozia: i tacchi li contemplo e (a volte) li indosso. Ma forse continuo a preferire le infradito.
LISA | Martedì, 1 febbraio 2011 @09:42
BRI: è di una piccola casa editrice specializzata in poesia di Forlì, L'Arcolaio, che trovi anche su web, e puoi comprare on line sul sito. Oppure puoi chiedere alla tua libreria di fiducia di ordinare il libro, è quello che faccio io di solito, se i libri non sono disponibili su amazon o ibs.
http://82.85.103.115/Arcolaio/
bri | Martedì, 1 febbraio 2011 @09:11
ho cercato Urgimi addosso in libreria ieri. come fare a trovarlo?
Daniela dalla Scozia | Martedì, 1 febbraio 2011 @08:53
L'animalier non te lo infliggero' MAI. Al massimo il tartan. Lisa, ma tu, i tacchi 10 e 12 (strumenti di tortura inventati sicuramente da qualcuno che odia le donne) li indossi o li contempli solo?
http://lestorieonlinedilunablu.blogspot.com
LISA | Martedì, 1 febbraio 2011 @08:41
LUNI': mi piace molto stare appiccicata in un diario, e anche tra i banchi di scuola.
LISA | Martedì, 1 febbraio 2011 @08:39
Ciao ASTEROIDE B 612, che ha 17 anni e ama il Piccolo Principe (giusto?). Piacere di conoscerti. Ma Stella, la protagonista del mio "Glam Cheap", l'hai già incontrata? Ti aspetta... (A proposito: mi sono rassegnata, come avrete capito, a puntini di sospensione e faccine varie, ma non ancora all'animalier!).
LISA | Martedì, 1 febbraio 2011 @08:34
Molto bene, DANIELA dalla Scozia! Keep us posted, con punti esclamativi e faccine:-)
Lunì | Lunedì, 31 gennaio 2011 @23:56
Cara Lisa, ho condiviso con il mio compagno di banco il tuo buongiorno del 26 gennaio. A dire il vero lui sa della mia 'mania' di ritagliarli tutti e appicciarli sul diario, quindi è venuto da me dicendo "Oggi il tuo buongiorno è nostro". Perchè all'inizio di quest'inverno, la sua ragazza l'ha lasciato, così come pochi giorni dopo il mio ragazzo ha lasciato me.
Ci stiamo facendo forza a vicenda, e grazie anche ai tuoi buongiorni che ci fanno sorridere insieme.
Sei sempre tra i banchi della mia classe che quest'anno si matura! :')
Pasionaria | Lunedì, 31 gennaio 2011 @20:01
Ma veramente, Dani dalla Scozia, un editore avrebbe accettato il tuo manoscritto? E WAI! Ovviamente ci terrai al corrente, vero? Un abbraccio. Lisa, sei già nei preferiti. Ciao. PS Mi è piaciuto molto il post sul foulard, i jeans e le donne.
Asteroide B 612 | Lunedì, 31 gennaio 2011 @18:52
Mi scuso per la faccina del commento precedente, mi sono appena ricordata che le odi. Sai, volevo solo allegarti un sorriso.
Asteroide B 612 | Lunedì, 31 gennaio 2011 @18:51
Le schegge delle tue poesie mi fanno di volta in volta, sorridere, riflettere ed emozionarmi. In ognuna di esse ci vede un po' di me, un po' delle mie giornate e forse anche dei miei problemi. Grazie per scergliele con così tanta cura, sono davvero incantevoli.
P.s Gli articoli finto glam di Grazia mi fanno impazzire!
P.p.s Non so se sia rilevante ma ho diciassette anni :)
Dani dalla Scozia | Lunedì, 31 gennaio 2011 @17:55
:-)non vedo l'ora di vederlo! (scusa so che odi le faccine e i !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! perche' mi editavi sempre i messaggi su aspirante madre!!!!!!)Ma sono entusiasta e devo mostrarlo!Lisa, ma lo sai che un editore ha richiesto il mio intero manoscritto, e' da 4 mesi che attendo...mi hanno mandato un'email per dire che era piaciuto e lo avevano passato a non so chi per "ulterior assessment"...Ti dico sto esplodendo...Il mio amatissimo romanzo...
Giusy | Lunedì, 31 gennaio 2011 @12:35
Sai cosa ti dico? che preferisco il tuo commento. Però il molo sdraiato sul mare...bella immagine. Mi piace il molo, uno in particolare.
Annalisa farmacista | Lunedì, 31 gennaio 2011 @11:55
A volte temo di essere io quella donna. Mi sembra che il consorte abbia a volte qualche difficoltà a "starmi dietro". Io che sono sempre attieva, faccio mille cose, lavoro come una pazza e paradossalmente sono meno stanca di lui. E lui è quasi come se arrancasse dietro di me, come se avesse il fiatone in questa amorevole corsa fra di noi. Io un po' mi beo del fatto di essere "rincorsa" un po' mi secco di avere accanto una persona che il realtà è sempre un passo indietro. Ma abbiate pazienza: questo spero sia solo uno sfogo di un lunedì mattina in cui sono veramente stanca. Sto lavorando come una pazza, questa settimana devo pure fare le notti in farmacia e ieri la visita dagli suoceri ha ucciso quel residuo di entusiasmo che mi rimaneva. Mi riprenderò, ne sono sicura. Ciao!!
sere | Lunedì, 31 gennaio 2011 @11:49
il tuo commento è + bello del buongiorno stesso
TheBlowersDaughter | Lunedì, 31 gennaio 2011 @09:29
E a volte anche un mare in tempesta...
Ma si sa, dopo il temporale torna sempre il sereno.
Lisa, son proprio curiosa di vedere il tuo nuovo look!
Sabato, 29 gennaio 2011 @19:10
Tornata da Milano, vi vorrei parlare di vestiti: per l’esattezza, di un paio di jeans e due foulard. E delle donne che li hanno indossati.
La prima è "La donna che canta", ovvero il film duro, intenso, sofferente, ma bello, di quella bellezza che hanno solo, a volte, le pietre dure. Girato da Dennis Villeneuve, regista canadese, e basato sulla piéce teatrale di un rifugiato libanese, è ambientato proprio tra Canada e Libano. Perché è in Canada che una donna improvvisamente muore (scopriremo poi che è lei la "donna che canta", ovvero la prigioniera così soprannominata in quindici anni di carcere duro in Libano, perché, pur torturata, non smetteva di cantare) e lascia un testamento misterioso ai suoi due figli, due gemelli, un ragazzo e una ragazza ventenni. Il testamento è una richiesta: di cercare un padre che pensavano morto, un fratello che non hanno mai saputo di avere. E il film si sposta in Libano, il Libano di oggi e quello della guerra civile di ieri, mentre la ragazza (una bravissima Lubna Azabal, che recita sia la figlia che la madre) cerca, scopre segreti, scopre chi era davvero sua madre. I jeans? Sono i jeans a zampa d’elefante che indossa "la donna che canta" giovane e battagliera, tra i monti, gli ulivi e le mitragliatrici di un Libano anni Settanta in fiamme. I jeans della rivoluzione.
E i foulard? Sono due foulard "custom made", ovvero disegnati e prodotti apposta, con il loro nome scritto svolazzante sulla seta, da una delle più famose maison francesi, Dior, per Gigina e Nedda Necchi. Ovvero le ricchissime proprietarie di Villa Necchi Campiglio: la loro casa, una straordinaria villa modernista nel cuore di Milano, in via Mozart 14, lasciata in eredità al Fai, da qualche anno è aperta al pubblico, e l'ho appena rivista. Della casa vediamo tutto: gli arredi disegnati dall’architetto, Piero Portaluppi, negli anni Trenta; i quadri, i libri, il jardin d’hiver; la finestra a forma di stella nel bagno padronale, e che si apre sulla facciata; la stireria, il guardaroba con le cappelliere… E i foulard disegnati apposta per le sorelle (una sposata, l’altra no, ma vivevano insieme). Andate a visitarla. E andateci magari prima di vedere il film che è stato girato lì, in quella casa: "Io sono l’amore", di Luca Guadagnino. Anche lì c’è un abito, quello della protagonista, Tilda Swinton: un abito rosso di Jil Sander (ricordate il mio articolo sugli abiti rossi? l'ho postato il 20 novembre 2010), con così tanta forza che adesso è stato nominato agli Oscar come Best Costume Design, insieme a tutto il guardaroba indossato dall’attrice.
Oppure andateci ai primi di febbraio, quando verrà messo all’asta, proprio a Villa Necchi, il guardaroba privato di Bettina Gabetti: un evento quasi all’americana, dove gli abiti, le borse e gli accessori di una vita (firmati da Missoni, Hermès, Issey Miyake), saranno in mostra per tre giorni, il 4, 5 e 6 febbraio, e poi venduti. Il ricavato va al Fai (per visitare Villa Necchi, tel 02/76340121), che mantiene aperta queste e altre dimore, questi e altri sogni.
Ursenna | Lunedì, 31 gennaio 2011 @10:26
Il vestito rosso, come dimenticarlo: l'abito della mia rivoluzione femminile
Daniela dalla Scozia | Domenica, 30 gennaio 2011 @08:29
Un paio di guanti di pelle e una sciarpa di seta...della mia amorevole, integra, straordinaria, meravigliosa prozia, Ulda Goldbacher. Oggetti da cui non mi separero' mai.
Venerdì, 28 gennaio 2011 @09:49
"Il vento d’inverno
è il tintinnare di gocce di ghiaccio
nei miei occhi da allegare a una mail
che ti mando stasera o stanotte"
(Roberto Uberti)
Schegge lucenti di ghiaccio sulla mail che ti scrivo. Ma spero che tu leggerai solo la mia fame di tepore, di tenerezza, e di baci.
(I versi che ho scelto oggi per City sono tratti da "Urgimi addosso", L’Arcolaio Editore).
Sono tornata da un blitz milanese. E una delle cose che più mi ha colpito è stata un'amica, un'amica quarantenne, carina, allegra, occhi che scintillano, che al caffè, per spiegarmi come stava - non la vedevo da mesi - mi ha detto: "Sono anni che non ho più nessuno nel cuore". Ho pensato che è terribile, non avere più nessuno nel cuore. Non tanto essere da soli, o semi-single, no. Ma proprio non avere nessuno nel cuore, nessuno a cui mandare mail o sms con il vento dentro, nessuno da decifrare, aspettare, abbracciare, o di cui sognare gli abbracci. Com'è vera, la frase di ieri di Aciman: è il desiderio a renderci ciò che siamo. Quando nel cuore non c'è nessuno, c'è solo il vento, ed è un vento d'inverno.
lettore tato | Giovedì, 24 marzo 2011 @14:39
Mi piace tantissimo anche questa non aveno mai letto il tuo indiurizzo di posta su City tantissime tue come le chiami schegge di luce l'ho parecchio ricopiate su un quaderno grazie
lettore tato | Giovedì, 24 marzo 2011 @14:33
E' stupenda anche questa leggendo City ti ho scoperta da parecchio ma non avevo mai letto l'indirizzo ma solo ricopiato su un quaderno queste sempre belle frasi che toccano il cuore e la mente la condivido anche questa su fb grazie
Giusy | Sabato, 29 gennaio 2011 @14:33
Daniela, avete ballato ai festeggiamenti di nozze? Se è così, suppongo che la Scottish Dance sia un ballo Molto composto, più del valzer. Anch'io ero curiosa e grazie , davvero! Leggerò le tue avventure. Ciao
Daniela dalla Scozia. | Sabato, 29 gennaio 2011 @12:17
Ovviamente, sotto il kilt mio marito non porta nulla. Al mio matrimonio avevo marito, cognati, amici, zii e suocero tutti smutandati e inkiltati!!!!:-)
Qui puoi leggere un po' di avventure di un' italiana in Scozia: http://lacasadilunablu.blogspot.com
Afrah | Venerdì, 28 gennaio 2011 @17:27
Vero. L'ho sperimentato per brevi periodi della mia vita, gli unici in cui ho trascorso i giorni senza amare, senza sentire il bisogno di sentire nessuno, senza la prerogativa di far ridere qualcuno. E' così che esprimo il mio amore: mi travesto da pagliaccio pur di strappare un sorriso. Ne ho collezionati tanti per fortuna.
LISA | Venerdì, 28 gennaio 2011 @15:15
DANIELA dalla Scozia, continui a non rispondere sul kilt. Il mistero si infittisce...
daniela dalla scozia | Venerdì, 28 gennaio 2011 @14:46
si, e' terribile...mi dispiace per lei, ma spero che presto qualcuno arrivi...E' difficile amare quando si e' stati traditi...
http://lestorieonlinedilunablu.blogspot.com
Virginia | Venerdì, 28 gennaio 2011 @14:42
Ti mando "schegge lucenti di ghiaccio" ma spero che tu legga "fame di tepore, di tenerezza e di baci...", ma quanto è difficile comunicare quando si ama! quante paure ci bloccano, quanti vissuti diversi ci condizionano! Cara Lisa, questo tema mi è caro. Pensa che, per esorcizzare l'angoscia, in una notte insonne, all'incomunicabilità ho dedicato anche un bijoux: "cuori in gabbia" e neanche a dirlo, tra le amiche, è diventato un bestseller. Dai un'occhiata: glistivalidelgatto.blogspot.com. Un abbraccio!
Francesca | Venerdì, 28 gennaio 2011 @14:09
Nei blog frivoli come questo, le autrici, anzi le Autrici ostentano sempre una grande sicumera sentimentale e affettiva. Naturalmente anche tanta verve.
Sarà verità? Diffidate lettrici, diffidate. E leggete altro.
Sabrina | Venerdì, 28 gennaio 2011 @14:08
Esatto e adesso che l'ho ritrovato, dopo 2 anni, l'estate e il post-estate, non voglio perderlo di nuovo... Non mi merito un'altra fine. E non voglio fare come Big e Carrie, che ci hanno messo dieci anni e alla fine stavano per perdersi di nuovo. Romantico a vedersi, ma viverlo è un'altra cosa...
Nina | Venerdì, 28 gennaio 2011 @12:01
Quanto ti capisco Sabrina...pure io non riesco a parlare, quello che so è che quando c'è sto bene, una bella 'fetta' di me è proprio contenta, mi fa ridere, divertire e anche pensare e che è stata una fortuna inaspettata conoscerlo, perderlo, ritrovarlo... :-)
Sabrina | Venerdì, 28 gennaio 2011 @10:58
Sono d'accordo, Alessandra. Io in questo momento ho qualcuno da decifrare e che cerca di decifrarmi... Prendo tutto come un gioco, ma quando sparisce sono lacrime e penso che forse un gioco non è. Questa precarietà, nei sentimenti, nel lavoro e nelle amicizie mi sta massacrando. Quando non ho nessuno nel cuore sono dura, ma più serena. Adesso però il mio cuore batte forte e stavolta non so davvero come farò. Sono felice di poter dire queste cose almeno nel blog, perchè con gli amici a volte parlare è davvero inutile e ogni volta mi pento di aver parlato.
Carosella/ Alessandra Spigai | Venerdì, 28 gennaio 2011 @10:39
Accidenti Lisa, sono parole così comuni in queste stagioni che fai bene a notarle. Spesso le cose più comuni ci lasciano indifferenti, assuefatte.
Io, dopo anni di desideri, forti, intensi, graffiati e sognati, me lo farei volentieri un piccolo viaggio riposante nel non desiderio di abbracci e nel silenzio di mail vuote.
Se sono i desideri che ci rendono come siamo, quelli mai soddisfatti ci prosciugano però della nostra essenza primaria e nuda.
Giovedì, 27 gennaio 2011 @08:27
"Perché è il desiderio a renderci ciò che siamo, ci rende migliori di ciò che siamo, perché il desiderio riempie il cuore. Riempie il cuore. Così come l’assenza e il dolore e il lutto riempiono il cuore".
(André Aciman)
Ed è per questo che ti desidero, anche quando non vuoi esserci, anche quando non ci sei. E il cuore, dolcemente, trabocca.
La frase di oggi è tratta da "Notti bianche", Guanda, il nuovo romanzo dello scrittore che ho conosciuto e intervistato a New York. Un uomo e una donna che si incontrano, a Manhattan, in una sera di neve, e si rivedono, per otto giorni e otto notti… Perché, come mi ha detto Aciman a New York, "Volevo raccontare l’incantamento. Quel momento di fascinazione che i francesi chiamano engouement. Come se i protagonisti fossero chiusi dentro una palla di vetro: la scuoti, e cade la neve. La palla di vetro è Manhattan. Ma è anche il loro desiderio". Presto metterò on line l’intervista; intanto il libro è uscito in Italia e confermo: mi piace tutto, compresa la copertina!
ANGELA | Giovedì, 3 febbraio 2011 @22:46
ihihihiiihiihhihihih....... le zampate feline gliele do quando ci vediamo........ prima preferisco stuzzicarlo per benino.... ;)
LISA | Giovedì, 3 febbraio 2011 @10:09
ANGELA, da leonessa a leonessa: molto bene. Invece di zampate feline, Buongiorno via mail. Perfetto!
ANGELA | Mercoledì, 2 febbraio 2011 @22:25
vuol dire che.... da 2 anni ci "vediamo" senza impegno, quando possibile, visto che viviamo a 400 km di distanza e lui è sempre sommerso dal lavoro.... ma quando ci vediamo! oh! mi porta a pranzo o a cena fuori, o cucina per me.... accende le candele e l'incenso... qualche volta il camino..... a volte mi piomba in casa o mi chiama giusto quando è a un'ora da casa mia....... all'inizio era anche moooolto romantico: mi telefonava e mi leggeva poesie di Neruda, Prévert, Valéry, ..... e poi tra di noi c'è Passione.... e complicità..... e una magica intesa che in un certo senso mi "ripaga" dei momenti in cui non vuole esserci.......
LISA | Mercoledì, 2 febbraio 2011 @16:10
Un attimo, ANGELA: cosa vuol dire che in qualche modo lui sa sorprenderti? Ti invita fuori a cena? Ti bacia all'improvviso? Ti invita almeno a prendere un caffè dopo il tuo Buongiorno via mail? Sono preoccupata! Due anni sono tanti, e persino le leonesse (io sono una) dopo un po' capiscono che è ora di puntare a un'altra preda.
ANGELA | Martedì, 1 febbraio 2011 @23:36
@Lady Chatterley: non sono mai stata una seguace dello "strategismo sentimentale", volendo prendere spunto dal titolo di un libro uscito ultimamente.....o, meglio, sono convinta che qualora dovessi decidere di mettere in atto qualche tattica tipo quella che mi hai suggerito, a me personalmente non funzionerebbe... perciò preferisco essere spontanea, timidezza/insicurezza permettendo...... non sono mai stata la donna a cui certi giochetti piacciono e funzionano......
e poi, da buon Leone quale sono, preferisco le conquiste sudate a quelle facili........
PS: mi piaaaaaaace questa conversazione!!!
vi terrò aggiornate, a maggior ragione nel caso in cui dovesse smuoversi qualcosa grazie anche ai Buongiorno di Lisa :))))
ANGELA | Martedì, 1 febbraio 2011 @23:31
@Anais: grazie per l'incoraggiamento :)
@Lisa: lui non risponde mai mai mai..... però da 2 anni a questa parte in qualche modo c'è....... e quando vuole sa come sorprendermi.....
Lady Chatterley | Martedì, 1 febbraio 2011 @20:22
Angela! "in battaglie d'amor vince chi fugge". Vedi un pò tu...
LISA | Martedì, 1 febbraio 2011 @19:01
ANGELA, ma lui non risponde proprio mai mai? Mi raccomando, eh. Non vorrei che ci mettessero dentro per molestie!
Anais | Martedì, 1 febbraio 2011 @09:33
Angela, secondo me fai benissimo, perché anche io ho preso spunto una volta da un buongiorno; gli effetti non sono stati immediati, ma anche se la persona non me lo ha detto apetamente, ha apprezzato...quindi, abbi fiducia! Un abbarccio, e tienimi aggiornata!!!
ANGELA | Lunedì, 31 gennaio 2011 @22:29
Grazie Anais.... il tuo punto di vista mi piace! :)
(tanto, che lo voglia o no, io non demordo..... è troppo bello poter provare quello che provo e "coccolarlo" così.... non capita tutti i giorni di incontrare qualcuno che ti faccia battere il cuore a mille....)
Anais | Lunedì, 31 gennaio 2011 @14:12
PS: mi piace molto l'idea di Angela... lui magari farà apposta a fare il duro per farsi "coccolare" così ogni giorno : ))
Anais | Lunedì, 31 gennaio 2011 @14:09
Eccomi qui, le notti non saranno sicuramente 8, ma sto vivendo una cosa molto simile...
ANGELA | Lunedì, 31 gennaio 2011 @13:15
Per soddisfare la tua curiosità... Glieli mando via mail..... o magari qualcuno lo uso per accompagnare un regalo.... in quest'ultimo caso, con le mie manine, forbici, porporina e penna argentata, realizzo un biglietto personalizzato..... sull'ultimo c'ho "stampato" sopra anche il mio bacio, dopo aver messo sulle labbra un bel rossetto rosso.......
Lui non risponde..... fa il duro...... ma spero che sotto sotto lo facciano quanto meno riflettere..........
LISA | Domenica, 30 gennaio 2011 @23:56
ANGELA, che romantico! Ma anche che responsabilità diventare Cupido via sms... Perché glieli mandi via sms, i Buongiorno, giusto? O via mail? Oppure li posti su FB? A questo punto sono curiosa (oh, che strano, io curiosa?). Ma soprattutto spero che compiano l'incantesimo. Mi raccomando, fammi sapere!
ANGELA | Domenica, 30 gennaio 2011 @17:01
Ciao Lisa!
Ho scoperto il tuo blog quando, lavorando a Firenze, quasi tutti i giorni riuscivo a leggere City..... Che dire? Il tuo "Buongiorno" riesce sempre a trasmettermi qualcosa o, meglio, riesco sempre ad immedesimarmi nei versi che trascrivi e nei tuoi commenti...... Come se in qualche modo tu stessa vivessi/avessi vissuto qualcosa di simile a quello che vivo io...... E così ho preso l'abitudine di condividere questi "buongiorno" con la persona che mi fa battere il cuore e che continua a tenere un certo muro tra di noi.... E' forse il modo più semplice e allo stesso tempo "distaccato" di fargli capire quanto mi piace.......
Volevo che tu lo sapessi.....
LISA | Sabato, 29 gennaio 2011 @10:17
MARY: in inglese il libro si intitola "Eight white nights", l'editore è Farrar, Straus and Giroux.
mary | Venerdì, 28 gennaio 2011 @17:17
Potrei leggere l'originale in inglese???
LISA | Venerdì, 28 gennaio 2011 @10:09
ANAIS, hmmm, ti riferisci alle otto notti sotto la neve....o al kilt?
Nina | Venerdì, 28 gennaio 2011 @09:55
@Sabrina ci sono stata anche io qualche giorno a Saint Andrews dopo i tre mesi londinesi e in pieno inverno. . ho ancora negli occhi il viaggio in macchina in Scozia, in lungo e in largo, Inverness, l'isola di Skye, neve , vento ma anche giornate, brevi, di sole..che nostalgia !!!
Anais | Venerdì, 28 gennaio 2011 @09:45
mmmh, quello che potrei vivere sembra quasi un romanzo, allora... sono curiosa di leggerlo ora!
Sabrina | Venerdì, 28 gennaio 2011 @09:33
Anch'io sarei curiosa... Io ho vissuto un anno a Saint Andrews, l'anno più bello della mia vita, in Erasmus. Certe domande non le ho mai fatte, la faccia tosta mi è venuta solo dopo :-) Bacioni
LISA | Venerdì, 28 gennaio 2011 @09:26
Niente, DANIELA dalla Scozia proprio non risponde alla domanda kilt. Hmmm....
Daniela dalla Scozia | Venerdì, 28 gennaio 2011 @08:53
Romantico...Mi piacerebbe avere un po' di giorni cosi' con la persona del mio cuore, lontano da lavoro, bimbi e quotidianita'...
http://lestoriedilunablu.blogspot.com
LISA | Giovedì, 27 gennaio 2011 @12:38
Anch'io, DANIELA dalla Scozia, o forse è la solita impertinente curiosità dell'Autrice? Vorrei tanto che rispondessi alla mia domanda su cosa porta tuo marito sotto i kilt...
Daniela dalla Scozia | Giovedì, 27 gennaio 2011 @11:02
Io un desiderio ce l'avrei...
Carla | Giovedì, 27 gennaio 2011 @09:38
E' semplicemente vero..
Nina | Giovedì, 27 gennaio 2011 @09:35
E' vero !! La copertina è molto bella...così come la storia e mi piace che ci siano richiami evidenti a Dostevskij, San Pietroburgo e la Neva....tutti miei grandi amori.
Incredibile | Giovedì, 27 gennaio 2011 @08:50
Ed è per questo che ti desidero, SOPRATTUTTO quando NON VUOI esserci.....
Mercoledì, 26 gennaio 2011 @09:37
"Così si presenta l’inverno quest’anno.
Cresce la nostalgia, i giorni si fanno più brevi,
poi più lunghi.
No no, cuor mio
per me non c’è soccorso".
(Michael Krüger)
Questa nostalgia, che mi stringe appena il giorno scivola nel buio. Dimmi tu, che cosa posso fare, con questa nostalgia.
(I versi di oggi, del poeta tedesco Michael Krüger, sono tratti dalla sua antologia Mondadori, "Il coro del mondo").
Bellissimi anche in tedesco:
So sieht der Winter aus in diesem Jahr.
Die Sehnsucht wächst, die Tage nehmen ab,
dann zu.
Nein nein, mein Herz,
zu helfen ist mir nicht.
E, a proposito di nostalgia, mi piace riportare, qui, le parole con cui Nathania, la nipote di Tullia Zevi, voce dell’ebraismo, ha ricordato sua nonna, appena scomparsa, sul Corriere della Sera. "Ti penso, perché ci piacciono gli stessi profumi. Ti penso quando, come oggi prima del funerale, sto cercando un parrucchiere che mi faccia questa benedetta acconciatura a banana di cui parlavi sempre e con cui, adesso lo rimpiango, non ti ho mai dato la possibilità di vedermi… Ripetevi che quando si è giovani sembra tutto irreparabile, ma poi in fondo non lo è. Credo che tu abbia ragione ed ho capito che, proprio come dicevi tu, il cuore è un muscolo intelligente con una voce speciale, e "quando urla lo senti"… Una delle cose che mi hai insegnato è che una signora lascia sempre il suo bagno in ordine e che un bicchiere di vino rosso prima di affrontare una prova importante è un trucco che funziona quasi sempre. Un’altra è che le cose importanti, nella vita, accadono".
fiorenza | Sabato, 29 gennaio 2011 @21:17
suggerirei di ribattezzare via Olgettina: " Bolgettina" non sarebbe più appropriato? Magari Il "Don" dirimpettaio potrebbe dare la sua benedizione...una di più, ne dispensa tante!
Giusy | Giovedì, 27 gennaio 2011 @13:12
Scusa Lisa, eccomi di nuovo e con i capelli bagnati a rimediare il solito lampo di genio: intendevo STELLA, la ragazza con il marito slicenziato e le Caovilla dal calzolaio...( Il romanzo è piaciuto tanto a chi l'ha trovato sotto l'albero) ovvero la deliziosa compagna di mio figlio che è riuscita a trovare il tempo per leggero, mettendo forse da parte per un giorno i trattati di filosofia.
Giusy | Giovedì, 27 gennaio 2011 @12:51
Scommetto di sì. Emma/Corva o viceversa sono uniche e contagiose. Però vorrei dire a Conchita de Gregorio che le disinvolte ragazze non pagan affitto e magari sono risparmiose, pensando a una vecchiaia precoce...Beh, oggi sono proprio acida.
LISA | Giovedì, 27 gennaio 2011 @08:46
Se solo le Orgeretta girls e le Bunga Bunga girls di cui sembra essere piena l'Italia avessero avuto una nonna come Tullia Zevi... Non si sarebbero vendute, come ha scritto Concita De Gregorio sul suo blog dell'Unità, per un paio di scarpe firmate e degli occhiali da sole che costano come un affitto (che abbia letto anche lei Glam Cheap?).
Afrah | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @21:11
Quello che rovina i giovani sono i genitori. Bisogna avere polso e dolcezza. Crescendo ho avuto modo di vedere cosa si nascondeva dietro ad un bullo o a una bulla: una separazione in famiglia. Non parlo di morte, ma dell'assenza di uno o di entrambi i genitori. Nel primo caso, l'altro genitore viziava il figlio fino a farlo circondare di amici e allontanare gli AMICI; nel secondo caso ho visto figli farsi da sé e provare un senso nascosto di superiorità. Entrambi i casi li ho notati PREVALENTEMENTE in casi di figli unici.
Comunque, Lisa, mi associo ai commenti delle altre: bellissime le parole della nipote, perché sono sincere e spontanee. Non c'è manco un luogo comune.
Farfalla | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @17:21
le ragazze in difficoltà forse non fanno le veline, non vanno al GF, e...altrove. lottano , soffrono e affrontano la vita e per loro serve aiuto, non quello che viene dal singolo. sto parlando del supporto che viene dalle istituzioni, quando non basta una famiglia solida alle spalle.. A mio avviso è gravissimo il fatto che i mass media riescano a eesrcitare il loro malato potere su tanti giovani. Tullia Zevi potrà essere loro di esempio e Spero e credo in quella maggioraza di giovani sani e "puliti"
MiriamRosaGialla | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @15:52
Cara Daniela-dalla-Scozia,
le tue parole hanno espresso i miei dubbi...vedo tanti ragazzi e ragazze in difficoltà, magari non vogliono fare le veline o andare al GF, però sono arroccati su posizioni autorefenziali e a mio avviso essere già così quando si è giovani è gravissimo!
Ne vedo altri - pochi - in cui ritrovo le passioni della mia giovinezza e con loro spero!
Daniela dalla Scozia | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @15:29
Miriam, quando hai parlato di coscienza civile hai veramente toccato una corda in me...Quando persone come lei se ne vanno, speriamo che ci siano nuove generazioni che abbiano la rettitudine e integrita' di seguire nelle sue orme...
Giusy | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @14:10
Errata corrige: 30 e lode e mi pento ancora. Per quel poco che si evince da come ti presenti, da ciò che posso intuire, suppongo che non ti piacciano i voti. Io li detesto. Perché diavolo l'avrò fatto? Sciocco impulso. Ciao!
Giusy | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @13:48
ero sicura che avresti ricordato Tullia Zevi e mi è piaciuta la scelta dell'intervista alla nipote : pochi tratti per disegnare il profilo di una donna di alto livello.
Mi è piaciuto anche l'articolo di Miriam Mafai su Repubblica. sicuramente non è uscito dal cassetto dei "coccodrilli". Ancora una volta, Lisa, 10 e lode!
Daniela dalla Scozia | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @11:35
E' morta Tullia Zevi...non lo sapevo...
Nina | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @11:15
Sentimento dolce la nostalgia, dal quale mi faccio cullare spesso. Le parole della nipote ,delicate e commoventi, mi hanno toccato nel profondo. Grazie davvero, Lisa.
Sabrina | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @10:38
Bellissime le parole della nipote... Tutte le persone care ci lasciano qualcosa che diventa parte di noi... Come direbbe Susanna Tamaro, "Non esiste separazione definitiva, finchè esiste il ricordo". Bacioni
MiriamRosaGialla | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @09:41
Cara Lisa,
grazie per aver ricordato Tullia Zevi, esempio splendente di donna e di coscienza civile: di questi tempi, ci mancherà ancora di più.
Martedì, 25 gennaio 2011 @08:23
"Mi sono affezionata all’attaccapanni
perché riceve con umiltà
la tua giacca, la tua camicia, i tuoi pantaloni.
E’ il mio complice più fedele
perché bada con zelo ai tuoi abiti quando mi ami.
Non dice che li accarezzo mentre dormi
né che alle loro asole abbottono i miei sogni.
L’attaccapanni soffre con me
se stacchi i tuoi indumenti per andartene
a camminare senza grinze per le strade"
(Lucía Rivadeneyra)
Vorrei allacciarti stretto a me, vorrei essere il tuo bottone.
(Lucía Rivadeneyra è una poetessa messicana. Scoperta grazie a Hermione che ne ha parlato sul blog, il 7 dicembre).
ANGELA | Mercoledì, 2 febbraio 2011 @23:21
....questo è un altro buongiorno che ho mandato all'Uomo..... ah! che belle parole!
LISA | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @09:23
Insomma, DANIELA in Scozia, visto che hai parlato di kilt, toglimi un dubbio birichino: è vero che sotto il kilt gli scozzesi non portano niente?
Sharon | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @00:11
La poesia non stanca mai...
Bellissima quella di Hermione. Saprei proprio a chi dedicarla! ;)
Lady Chatterley | Martedì, 25 gennaio 2011 @23:13
io non voglio essere il bottone di nessuno e nemmeno l'asola ( sarebbe più pertinente) e non mi affeziono agli attaccapanni, tantomeno ai vestiti (tendenza feticista). un delirio questa poesia.
Cristina | Martedì, 25 gennaio 2011 @19:00
Fugace...
di passaggio, come l'attimo in cui un bottone si sfila, allentato da strati di impronte sovrapposte e di solitudini disperse nel vento, mentre cade e si confonde nella geografia delle andate e dei ritorni...
uno sguardo, un abbraccio.
malu63 | Martedì, 25 gennaio 2011 @18:31
Bellissima questa poesia! L'amore è davvero una fantastica emozione da vivere in ogni forma, colore,indumento. E' cosi bello trovarlo che nn vorremo più separci dallle persone che amiamo ma se potessimo respirare insieme lo faremmo.
patrizia fiorista | Martedì, 25 gennaio 2011 @16:37
Sono daccordo con te Lisa questo viola è molto fashion.
Tanti candidi bucaneve per tutte/i Patri
Nina | Martedì, 25 gennaio 2011 @13:11
belle belle belle belle belle queste poesie...come direbbe Pia di "Non ci resta che piangere"...
io, invece, non posso strapparmi di dosso i suoi occhi...
Una Pendolare di Milano | Martedì, 25 gennaio 2011 @10:45
Stamattina, come tutte le altre mattine mi sono emozionata.
Grazie per i dolci risvegli
Hermione | Martedì, 25 gennaio 2011 @10:19
Ciao Lisa, buongiorno! Ti lascio un'altra poesia della Rivadeneyra per ringraziarti di avermi ricordata.
DICONO
Dicono che un buon bagno
cancella tutto.
Io è da anni che mi bagno
mi strofino
mi arrosso
e non ho potuto strapparmi
le tue mani.
Daniela dalla Scozia | Martedì, 25 gennaio 2011 @09:06
A me fa tanta tenerezza stirare le camicie di mio marito...Per non parlare del kilt quando andiamo a matrimoni etc.!!Qunato e' bello in kilt!:-)I vantaggi di aver sposato un Celta.
http://lestorieonlinedilunablu.blogspot.com
Domenica, 23 gennaio 2011 @23:33
"Quando vuole pregare
lei va alla piscina comunale
mette la cuffia e gli occhialini
entra nell’acqua ma non è capace
di domandare, o forse non ci crede.
Allora fa una bracciata e dice
eccomi, poi ne fa un’altra
e ancora eccomi. Eccomi dice
ad ogni bracciata. Eccomi a te
che sei acqua e cloro…
(Mariangela Gualtieri)
Preghiere laiche. Preghiere liquide.
(I versi che ho scelto per City, lunedì 24 gennaio, sono tratti dalla raccolta "Bestia di gioia" della poetessa Mariangela Gualtieri, Einaudi)
Sharon | Mercoledì, 26 gennaio 2011 @00:08
... lo chiamano diabete. é si trano il collegamento, mi viene in mente uno dei miei film preferiti: Julie & Julia (con la fantastica Meryl Streep) e il momento in cui Julia torna a casa sfinita da una giornata di lavoro e ringazia la cucina perhè NONOSTANTE TUTTO è UNA DELLE POCHE CERTEZZE DELLA VITA... Una volta mischiati gli ingredienti giusti sai che il risultato non potrà certo deludere :)
Come stasera, ho preparato dei bocconcini di vitella con un sughetto "speciale", arriccchito con un pò di spezie. L'ho inventato ma l'ispirazione è venuta del libro che sto leggendo,
regalatomi dalla mia amica per Natale: "La città che profuma di coriandolo e cannella". Ambientato a Damasco... Una delizia per l' olfatto ;)
LISA | Martedì, 25 gennaio 2011 @08:23
Che strano questo collegamento tra nuotare e cucinare...
LISA | Martedì, 25 gennaio 2011 @08:19
SHARON: un male ti ha allontanato dallo sport, perché, cos'è successo?
Anonima per prudenza | Lunedì, 24 gennaio 2011 @19:08
Vero, Sharon. L'acqua della piscina o meglio ancora del mare ci rende liberi. Quando nuoto lontano da materassini e salvagente nell'acqua limpida e profonda , mi sento veramente libera e confortata: ogni bracciata, una preghiera laica, un sollievo. Io nuoto a rana, è poco faticoso, il vantaggio è che mi porta lontano, molto lontano dalla riva. Dimentico tutto, penso solo a fare una bracciata dopo l'altra, con la speranza di toccare di nuovo la riva: Preghiera liquida.
Alessandra | Lunedì, 24 gennaio 2011 @15:03
Che belle queste preghiere! Io invece sento di pregare quando scrivo, quando tiro fuori tutto ciò che non riesco a dire con la voce. Questa è la mia preghiera.
Sharon | Lunedì, 24 gennaio 2011 @14:58
Che forte che sei Lisa! Non sbagli mai, il nuoto mia grande passione che praticavo da quando avevo 8 anni ( per 10 anni a livello agonistico).
E il nuoto, per me non è stato mai preghiera, (ma chissà potrei iniziare ad apprezzarlo anche sotto questo punto di vista...) è amore, sacrificio, devozione, lunghi silenzi alternati da recuperi di tempi precisi, ritmi di braccia e gambe che ti rimangono nella testa (il tanto sfruttato stile libero). é aria (quanto nuoto a dorso, il mio preferito) è fatica (il delfino, l' ho sempre odiato) e allungamento (con la rana).
Purtroppo però 2 anni fà, una male (così lo chiamo io) mi ha portato via la mia ragione di vita, lo sport (oltre al nuoto, praticavo sempre agonisticamente,il pentathlon moderno) che tanto amavo.
Chissà se oggi, con questa bella giornata di sole qui a Roma, e questa poesia che m'è arrivata dritta la cuore, non riesca a prendere forza e tornare a RIPRENDERMI la vita che (nonstante le fatiche e difficoltà quotidiane) tanto mi piaceva: fare l'atleta.
Grazie Lisa per la poesia di oggi. Ti lascio questa citazione che non dimentico mai:
" Sin dalla nascita l' uomo porta sulle spalle il peso della forza di gravità. é inchiodato sulla terra. Ma basta che scenda sotto la superficie dell' acqua ed è LIBERO." (Jacques Cousteau)
Rebecca | Lunedì, 24 gennaio 2011 @10:53
Anch'io come Daniela dalla Scozia quando cucino mi sento come se pregassi. Impastare,montare uova,decorare torte,ma anche preparare una semplice pasta al pomodoro,mi rilassa profondamente. Per quanto riguarda il nuovo colore telematico,a me non piace.Preferivo di gran lunga il colore viola, che tra le altre cose adoro! Ciao a tutte!
Sabrina | Lunedì, 24 gennaio 2011 @09:28
Quando vado in piscina non è che mi senta proprio come se pregassi, ma l'acqua mi fa un effetto strano, come attutisse i pensieri, è una delle poche cose che davvero mi permette di concentrarmi in quello che sto facendo, senza pensare ad altro. Elimina il nervosismo e quando esco sto meglio. Consiglio di fare una bella nuotata a tutti quelli che, come me, non staccano mai il cervello. Buona settimana a tutti.
Daniela dalla Scozia | Lunedì, 24 gennaio 2011 @09:14
Quando cucino mi sento un po' come se pregassi. Giuro. Tiro fuori la torta, e mi sento in comunione con il mondo. Sul serio:-)E tu, come preghi?
Venerdì, 21 gennaio 2011 @09:00
"La sua lettera di oggi è una di quelle che io porto con me, per un periodo di tempo, come un prezioso scarabeo, un amuleto. Poi ne viene un’altra ed è un nuovo scarabeo, dai simboli differenti e pure simili, sottilmente variati".
(Cristina Campo)
E il tuo sms, sai, è ancora dentro il mio cellulare; non voglio cancellarlo, prezioso scarabeo.
(Le frasi di oggi sono della poetessa Cristina Campo, e sono tratte dal suo epistolario "Vivere, certo, mio caro amico", Adelphi. Era il 1958, quando a un amico, per lettera, si dava del lei. Quando c’erano bracciali con scarabei portafortuna: io ne ho uno, con il fermaglio che non chiude più. Era di mia nonna…)
Nota web: vi siete accorte che sono diventata lisacorva.com? Fa parte di una serie di sorprese telematiche che sto preparando. Per favore mettete questo sito tra i preferiti, perché tra poco lisacorva.it non sarà più attivo.
LISA | Domenica, 23 gennaio 2011 @23:30
Per adesso siamo alle prove colore telematiche, di questo color tortora non sono molto convinta, preferisco il viola vero della mia parete!
Annalisa farmacista | Domenica, 23 gennaio 2011 @18:30
Bellissimo. Nuova veste, .com, quali altri sorprese telematiche?
patrizia rogers | Sabato, 22 gennaio 2011 @16:13
Cara Lisa, il tuo viso sorridente fa bene, tanto più oggi che è una giornata di bora impunita e impenitente, e raggiungere "il" molo è un'impresa. Sono colma di sms-scarabei-talismani ricevuti e inviati, che custodisco gelosamente e, ahimè, inutilmente. Anche se oggi riflettevo su queste parole che stavo leggendo:
"Al mondo non c'è quasi nulla che non si può buttare via, volendo. Anzi, forse si può dire che non c'è assolutamente nulla. E una volta presa la decisione, viene voglia di gettare via proprio tutto. Come i giocatori che avendo perso la maggior parte del denaro di cui disponevano, finiscono col mettere sul piatto anche quel poco che gli resta. Quasi provassero fastidio a far le cose a metà."
Murakami Haruki, I salici ciechi e la donna addormentata.
Un buon week-end a tutti.
Carla | Venerdì, 21 gennaio 2011 @18:17
Volevo solo chiederti se per gli articoli di moda per grazia scegli tu le immagini da proporre, o no? perchè quello sui bambini di questa settimana era delizioso.
Carla | Venerdì, 21 gennaio 2011 @18:04
Io amo le lettere : conservo ancora le lettere che da bambina scrivevo a mio papà ( spesso lontano da casa per lavoro).
Era un rito : la mamma prendeva carta e penna si spegnava la televisione e si scriveva al papà , prima noi bambini poi lei in chiusura.
P.s. ho deciso che copierò assolutamente l'idea delle cravatte come cinture per i jeans..
daniela dalla scozia | Venerdì, 21 gennaio 2011 @16:41
YES! sono la prima persona a lasciare un commento sul tuo blog in inglese!!beh me lo merito, sono una vecchia fan (5 anni di storie parallele, dai tempi delle aspiranti madri...)
daniela dalla scozia | Venerdì, 21 gennaio 2011 @16:39
Lisa!Finalmente vedo il tuo viso!Sai che non avevo mai visto una foto tua dove si vedeva la faccia?Solo i capelli! ps ma tu il tacco dodici lo contempli solo o lo metti?
http://lestorieonlinedilunablu.blogspot.com
Giusy | Venerdì, 21 gennaio 2011 @14:47
Da ignorante telematica e non solo, dovrò chiedere aiuto al figlio informatico. Bella la nuova presentazione con Lisa sorridente, vera e spontanea che spicca sullo sfondo tutto viola con tanto di pendola di cartapesta che tempo fa avevo scambiato per un sapiente collage... Beh, però, forse, quasi..preferivo l'effetto Fata Morgana color violetto precedente, tutto da interpretare. Scusa Lisa, ormai sono restìa ai cambiamenti. Ciao!
ive | Venerdì, 21 gennaio 2011 @14:44
I miei preziosi scarabei in formato sms sono di mia figlia, quando a 20 anni mi inviò alle 6 del mattino, mentre era in camera sua, un "Ti voglio bene." dopo un periodo tra di noi burrascoso (28.1.2004), e quando a 22 anni è andata a convivere con colui che ora è suo marito, a mezzanotte mi scrisse: "Vi voglio bene. Buonanotte, come se fossi li.....
PS: se faccio un brutto sogno posso venire nel lettone?" 6.12.2006
Di tanto in tanto li rileggo e mi dico: com'è cambiata la mia piccola ribelle. Ora sta imparando cosa vuol dire essere mamma.
Sabrina | Venerdì, 21 gennaio 2011 @10:54
Nina hai sempre delle storie interessanti! "Libridine" è anche la Fiera del Libro Antico che si è tenuta a Genova un po' di tempo fa. Bacioni
Nina | Venerdì, 21 gennaio 2011 @10:06
ho gli sms di ormai quasi un anno, due sue foto nascoste in una sottocartella anonimissima nel desktop del pc dell'ufficio... servono a ricordarmi che lui esiste quando inscena i black out esistenziali poetici... :-)...'svapora' peggio dello stregatto di Alice. Buongiorno Lisa.
Giovedì, 20 gennaio 2011 @08:26
"E’ un anno e mezzo che ci diciamo addio. Sembra che ci siamo conosciuti apposta per dirci addio. Non ci sto più. Sono sazia di addii, nauseata dagli addii, traumatizzata dagli addii. Ti prego, stammi lontano".
(Daniel Glattauer)
Quando in realtà ti vorrei vicino, vicino, vicino.
Stavolta la frase è tratta da un libro che NON mi è piaciuto: "La settima onda", Feltrinelli, ovvero il sequel di "Le ho mai raccontato del vento del Nord", il racconto di una passione nata via e-mail, di cui avevo parlato il 2 agosto. Non vedevo l’ora di scoprire che cosa succedesse ai protagonisti, ma l’unica cosa buona del libro è che finisce bene… Sfavorevole agli addii è invece il titolo di una raccolta di poesie dell’israeliano Nathan Zach. Ricordate i versi che avevo usato per un vecchio Buongiorno? Erano: "Sii prudente. La tua vita apri/ solo a venti che portano carezza/ di lontananza".
Incredibile | Lunedì, 24 gennaio 2011 @13:03
"L’essenziale è invisibile agli occhi…"
Quello che si "vede" dall’intimo è di sicuro più importante ….essenziale appunto....
"E’ un anno e mezzo che ci diciamo addio. Sembra che ci siamo conosciuti apposta per dirci addio. Non ci sto più. Sono sazia di addii, nauseata dagli addii, traumatizzata dagli addii. Ti prego, stammi lontano".
Questo è quello che si "vede" con la mente….
"Quando in realtà ti vorrei vicino, vicino, vicino."
Questo è quello che si sente col cuore….
L’ESSENZIALE…..
LAURA | Lunedì, 24 gennaio 2011 @10:39
Fiorenza:
Davvero? Sono contenta, perché in effetti con quella metafora, ho messo molto a nudo l'orizzonte di un percorso in cui mi sono trovata, e di cui solo ora vedo - anzi intravedo - un filo comune. Quanti spaghi..e poi, che sollievo scoprire che era corda ciò che ho pensato di tagliare.
LISA | Domenica, 23 gennaio 2011 @12:07
GNAM: come mi piacciono le storie dietro i tacchi...
LISA | Domenica, 23 gennaio 2011 @12:06
LAURA: pensa che io amo la leggerezza dello spago; il nodo forte e leggero di certi pacchi. Forse alla fine, corda o spago, l'importante è la sicurezza del nodo.
LISA | Domenica, 23 gennaio 2011 @12:04
'POVNA: esatto, "Le ho mai raccontato del vento del Nord" è un Moccia per adulti! Ma aveva una sua forza. C'era dentro del vento del Nord (ti rimando al post del 2 agosto...). "La settimana onda" era senza vento. Bonaccia.
Fiorenza | Sabato, 22 gennaio 2011 @01:13
Santo cielo, Laura! dalla prima all'ultima parola mi hai lasciato senza respiro.
Gnam | Venerdì, 21 gennaio 2011 @12:54
Ciao Lisa.
Scusa, era l'incipit di quel buongiorno che ho sulla scrivania
"Perchè nessuno sospettasse i miei timori, li nascosi con un'andatura risoluta in equilibrio su un paio di tacchi alti e un'aria determinata. Perchè nessuno intuisse l'immenso sforzo che dovevo fare ogni giorno, per vincere a poco a poco la mia tristezza"
(Maria Duenas)
Allora a questo servono, a volte, i tacchi. A camminare veloci, calpestando paure e tristezze.
In fondo è vero, c'è una storia dietro. Ma queste parole mi hanno colpito perchè sembrava proprio che qualcuno le stesse scrivendo vedendomi passare. :)
LAURA | Venerdì, 21 gennaio 2011 @12:49
Tra i sinonimi della parola "rapporto" – intesa nella sua dimensione affettiva - ci sono vincolo, e legame.
Come un filo d’unione, che parte da noi e arriva ad un’altra persona, che collega i nostri ai suoi pensieri, azioni, sentimenti.
Ma che succederebbe se analizzassimo la consistenza di questo filo? Se qualcuno potesse scattare una foto a questo laccio tra me e l’altro?
Forse vedrei una corda, un legame forte e potente, un nodo stretto perché i due poli estremi rimangano vicini. Forse invece vedrei uno spago, un vincolo sottile, fragile e quasi invisibile, basato su impressioni inesistenti, o già scomparse.
A me è capitato di vedere davvero questa foto, o meglio di vedere una foto scattata da un mio amico, che mi ha suscitato questi pensieri sul legame a due. La foto aveva come oggetto un tratto di spago, ingrandito, protagonista della scena e delle mie riflessioni: ma nel vederlo, l’ho scambiato per una corda, un po’ sfilacciata, capendo il mio errore solo dopo essermi consultata con l’amico fotografo.
Ed allora mi è venuto in mente tanto altro, tanti fili di pensiero quanti i fili dello spago logorato.
Ho pensato a quante volte mi è capitato di scambiare uno spago per una corda. Ho creduto indissolubile l’inconsistenza, ho visto stabile la temporaneità.
E quante volte ho voluto trasformare io in corda stretta un semplice, e inconsapevole, spago: cercando promesse di eternità, illudendomi di averle trovate.
Poi mi sono fermata a riflettere sugli strappi che hanno subito le mie corde, e sui tagli che hanno subito i miei spaghi: ogni gesto e parola, ad incidere un segno sul mio legame, ad allentarlo, da corda diventato spago, da spago diventato nulla.
Credevo che alcune parole potessero restare inascoltate, alcuni gesti essere senza conseguenza: poi vedo la foto del mio spago sfilacciato, e penso che tutto ha una conseguenza, rimane là a tracciare l’usura provocata dalle mie mancanze, o forse dalle mie scelte.
E ancora, la foto mi mostra un filo che rimane aperto nel vuoto, non legato a niente: forse perché non può esistere un legame chiuso in se stesso, che non cresca e non si trasformi. Diventando corda, o diventando spago. O forse perché ogni legame in se stesso nasce come libero, aperto, e per essere stretto – forte - ha bisogno di non essere soggetto a nessun nodo: di essere esposto a tutte le debolezze, mie e dell’altro, e superarle per volontà, non per costretta necessità.
Tra tutti questi pensieri, ne è prevalso uno dolce, frutto di un’esperienza inaspettata, e importante: il pensiero di una corda che ho creduto fosse spago, e ho cercato di tagliare, per preservarmi da un dolore ipotizzato. Invece era corda, era vera e solida nella sua consistenza, rovinata forse da incomprensioni e silenzi, ma certo più forte di come ero arrivata a crederla io.
Quella corda si è ribellata al mio taglio, mi ha mostrato la sua "verità": si è opposta alla mia ignoranza, alle mie paure. Ha lottato contro i miei limiti, impedendomi di lasciare un’altra testimonianza delle mie sconfitte.
Se io fossi più saggia, scoprirei subito cosa è corda e cosa è spago, cosa rimane e cosa sparirà. Ma non sono che una persona che confonde spaghi e corde, ed è una consolazione pensare che c’è qualcosa che resiste al di là, e nonostante, la mia incapacità.
'povna | Venerdì, 21 gennaio 2011 @12:31
Pensa che invece per me è stato il contrario. Mi hanno regalato (per motivi di mero titolo) La settima onda e io - che avevo resistito al battage di questa estate perché non convinta del tutto di avere bisogno, in quel momento, di un Moccia per signorine - ho comprato Il vento del nord. Risultato? Posto che nessuno dei due libri mi ha esaltato (per usare un eufemismo), se devo buttarne uno dalla torre, non ho dubbi sul fatto che sia il primo...
Ciao! 'povna
http://nemoinslumberland.splinder.com/
LISA | Venerdì, 21 gennaio 2011 @09:21
LAURA: vuoi postarlo qui?
Laura | Venerdì, 21 gennaio 2011 @09:01
Vorrei mandarti un pezzo che ho scritto, ispirandomi ad una foto scattata da un mio amico. Credo che a te potrebbe piacere, e sarei felice se mi potessi dire il tuo pensiero - che è profondo e leggero al tempo stesso - su quello che scrivo.A che indirizzo mail posso scriverti?
LISA | Venerdì, 21 gennaio 2011 @08:57
SHARON: certo che ricordo. Era il Buongiorno del 26 maggio 2008. E dire che i gelati alla vaniglia neppure mi piacciono! I miei preferiti: caco, uva fragola, lampone, pere e cioccolato...
LISA | Venerdì, 21 gennaio 2011 @08:56
GNAM: "perché nessuno sospettasse"? Puoi spiegare? Sento che c'è una storia dietro, ma mi piacerebbe sapere quale... (L'Autrice sempre curiosa). NINA: un addio a Londra in metropolitana, mentre fuori nevica. Quasi un film! MARILU': lasciarsi e non riuscire a lasciarsi. Sei tu quella che non riesce ad andare via?
LISA | Venerdì, 21 gennaio 2011 @08:52
Dire addio a un genitore. A chi ci ha tenute in braccio. Coraggio, LELE.
Lady Chatterley | Venerdì, 21 gennaio 2011 @00:23
Daniela dalla Scozia, non tenermi sospesa con il tuo racconto. Come finiranno Sara Mezzanotte e la gatta Ombra? mica sarai diventata avara anche tu? Perdona, se puoi!!!Non lo dirò Mai Più (dipenderà dalle circostanze...)
Sharon | Giovedì, 20 gennaio 2011 @21:56
Pensa Fiorenza, anch'io una storia simile, ma era il prof. di Lettere dell'ultimo anno. E io l' ho amato a livelli esagerati! Io (quella che al solo pensiero di iniziare un libro preferiva andare a correre sotto la pioggia e le intemperie!) che ora sono gelosa da morire dei libri che presto. Guai a chi non me li rende indietro, ma non per l'oggetto in sè, quanto per il ricordo emotivo che rimane in me. Sia per i libri che ho adorato, sia quelli che non mi sono piaciuti.
Sapete qual'è uno dei primi buongiorno di Lisa che ricordo?
"Adoro i dolci
il paradiso sarebbe morire su un letto di gelato alla vaniglia...
Ma il mio vero io
è magro, tutto profilo
e gesti disinvolti,
la bionda elegante ragazza il cui
corpo è lo specchio dell' anima. (Frank Bidart)
Ci guardiamo allo specchio e non ci riconosciamo. Eppure nascosti dietro tutti quei gelati alla vaniglia, dietro le incertezze, i chili di troppo, ci siamo noi. Perchè nessuno ci vede?"
LISA TE LO RICORDI? Chissà di quand'è...
Mi ricordo solo di averlo letto così tante volte che se non fosse per il pezzo di giornale che conservo, potrei recitarlo a memoria...
E quanto mi ci sento "dentro"...
Fiorenza | Giovedì, 20 gennaio 2011 @20:33
Dani Scozia, non ho coniato io "libridine" lo devo al quasi ormai dimenticato prof. di filosofia.L' 'ho quasi rimosso, mi odiava!! Ma gli sono comunque grata. Tutti noi pensavamo che amasse i libri più della moglie (che lo aveva lasciato). Lui ha trasmesso a pochi di noi quella strana sindrome.
Afrah | Giovedì, 20 gennaio 2011 @17:47
Stamattina quando l'ho letto ho pensato a quello che ho scritto io per tre anni. Incredibile, c'hai preso pure stavolta.
Marilù | Giovedì, 20 gennaio 2011 @15:47
Non ho letto i libro,ma queste parole le avrei potute scrivere io perchè sto vivendo una situazione così da più di un anno e mezzo....
E purtroppo non è nemmeno il primo addio della mia vita.
Gnam | Giovedì, 20 gennaio 2011 @15:17
Cos'è un addio, se non un disperato tentativo di tenere qualcuno vicino a sè.. Ci sono porte del cuore che non si chiudono mai.
Complimenti Lisa, ogni mattina le tue parole sono il mio buongiorno. Ne conservo una sulla scrivania dell'ufficio, ritagliata dal giornale,"Perchè nessuno sospettasse".
Nina | Giovedì, 20 gennaio 2011 @15:15
Quanto li detesto gli addi e le separazioni! Mi viene in mente, non so perchè, il ricordo del bacio di addio a Luca alla stazione della metro a Londra diversi anni fa. Fuori nevicava. La sensazione di "attrito" tra i miei guanti di lana e la sua barba di due giorni, la gente che ci passava vicino correndo, era sera. Non l'ho più visto. A volte vorrei prendere un aereo e tornare proprio là, su quell'autobus che ci ha portato a casa sua quell'unico pomeriggio che abbiamo trascorso insieme, tra tazze di thè e carezze, dopo due mesi di sguardi, complicità, risate ma anche aiuto a rifare i letti delle camera nell'hotel dove lavoravamo entrambi.
Dani Scozia | Giovedì, 20 gennaio 2011 @14:59
Non avevo mai sentito la parola libridine!!!!!!!!!!!!!!!:-)))mi piace!
Anais | Giovedì, 20 gennaio 2011 @10:55
IO lo sto aspettando, il primo libro, l'ho ordinato su Amazon, e a gg dovrebbe arrivarmi... almeno so che il secondo posso evitare di comprarlo . )
Lele | Giovedì, 20 gennaio 2011 @10:15
il peggiore addio ora lo so, è quello che mi sta dando mia madre... Ti mando un bacio, Lisa.
Cristina | Giovedì, 20 gennaio 2011 @10:05
Stupendi i versi di questo poeta.
Ha stretto un'asola ed ora voglio scoprire chi è, cos'ha scritto.
Gli addii... sono un'immagine che si confonde in me. Come il respiro, il sangue nelle vene.
Fatale ossessione. Anelito. Rincorsa.
La nota che non si lascia scrivere, frantumandosi in schegge di luce sospesa.
Carrie | Giovedì, 20 gennaio 2011 @09:37
...amatissimo Nathan Zach!
Grazie Lisa!
Chissà come suoneranno questi versi in ebraico....vi basti solo sapere che la parola "coccole" in ebraico si dice "PINUKìM", cioè PINUCHìM, con l'accento sulla "i" finale...non è dolcissimo????
LISA | Giovedì, 20 gennaio 2011 @08:58
Per DANIELA DALLA SCOZIA: il sequel era noioso. Zero libridine!
Mercoledì, 19 gennaio 2011 @08:19
"Ora che tutto è al contrario come in una maglia con le cuciture di fuori".
(Viola Di Grado)
Oggi che tutto è al contrario, le strade che tornano indietro, i sogni che si riavvolgono su se stessi. E questo giorno che mi sembra troppo uguale a ieri, quasi un domani capovolto.
Ha solo 23 anni, i capelli lunghi lunghi e un look neo-gothic: si chiama Viola Di Grado e ha scritto un romanzo che ho letto in anteprima e che esce oggi, "Settanta acrilico trenta lana" (e/o). Dicono che sia la nuova Amélie Nothomb. Protagonista? Una ragazza dal nome di un fiore, Camelia, che vive traducendo manuali di istruzioni per lavatrici e i fiori, invece di raccoglierli, li decapita…
LISA | Giovedì, 20 gennaio 2011 @08:24
Vada per libridine!
Lucia... | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @23:48
@Annalisa Farmacista...io trovo Fred Vargas semplicemente fantastica, autrice di gialli perfetti, fatti di personaggi umani e reali, ma anche poeticamente immersi ciascuno nel proprio modo di vivere la vita. "Parti in fretta e non tornare" è uno tra i suoi libri migliori. Io li ho letti tutti...e ti avverto: dà dipendenza!
Sharon | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @22:44
è si Fiorenza, LIBRIDINE piace di più anche a me!
Annalisa Farmacista anch' io mi chiedo come faccia Lisa a leggere tutti questi libri... io tra università, lavoro e amici divento pazza. Però intanto li segno tutti in una fantomatica lista ( tipo quella della spesa) e provo un immensa soddisfazione quando ne depenno uno.
E come hanno detto Simona e Antonia niente ebook, per quanto mi riguarda diverrebbe un altro strumento tecnologico, che come il mio cellulare, si trova sempre con più piacere (evidentemente il suo, dispiacere il mio) a terra che tra le mie mani. Potrei valutare la sua usura solo relazionata a quante volte è caduto a terra!
Niente a che vedere con il libri usurati, che come ha detto Simona fanno nascere storie, raccontano storie: intime, personali. Perchè ogni volta che presto un libro, sento di dare qualcosa di MIO a chi lo riceve; le sottolineature che non ricordi di aver fatto, gli appunti lasciati per caso, finti- segnalibri glam che creo con la prima cosa trovata a portata di mano. Ma che parlano di me.
E poi sono d'accordo con Sabrina che non li vede affato "salutari", sembrerà strano a dirlo, ma ho l' impressione che anche il pc tolga un pò di benessere al mio stato fisico... ma ora come ora chi può farne a meno?
Per concludere Lisa, stavolta sono d' accordo con te: che sotto sotto questi ebook non siano la scusa giusta per attaccare bottone?
...e forza, tutti a pregare S. Biro (che in un modo o nell' altro serve sempre).
:)
fIORENZA | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @21:36
"Libritudine" Lisa? sarà più elegante ma vuoi mettere con "libridine"!! Lo so, lo so, sono sempre sopra o sotto le righe: Cancellami e ignorami non importa, tanto io leggo, di tanto in tanto.
Super Pasionaria | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @19:03
S. Biro: mi piace! Ti auguro che S. Biro ti accontenti, Daniela. Riguardo a Kidman l'ho saputo solo ieri, ma d'altronde un po' per non avere i chili in più, un po' per la carriera e un po' perchè si è fuori età gli uteri in affitto impazziscono, ma solo all'estero. Anch'io non sono molto d'accordo ma solo perchè penso a quella povera donna che si è tenuta dentro un bimbo e poi lo deve dare via: coma farà a rimanere fredda e distaccata e non ditemi che è solo il potere del denaro. Cmq. credo che tutte le aspiranti madri, etero, in coppia con una media di 35 anni, dovrebbero fare una class action contro tutte queste gravidanze VIP innaturali e soprattutto esaltate, pubblicizzate e mostrate spesso in uscita di un film, un cd o alla riscossione di un premio sul red carpet.Chi metteva in aria le gambe con il Persona sul comodino, si è sparata gli ormoni nella pancia, ha compilato moduli su moduli e parlato con gli psicologi per un'adozione ed è ancora nullipara, può capire il disagio dell'ostentazione della maternità. Perchè invece non si pensa ad una Pubblicità Progresso sull'infertilità? Cavolo, se l'hanno fatta anche contro l'omofobia potranno farla anche sulla sterilità, o no?
daniela | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @17:38
Anche io annuso i libri...mi piacciono tutti, nuovi, di seconda mano...mio marito compra su Amazon e io inalo! Non ho niente contro kindle etc ma la carta...come vorrei che il mio romanzo potesse diventare carta e non solo pubblicato su Internet! Dite una preghierina per me al patrono degli scrittori. Che non so chi e'. San Biro?
LISA | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @15:49
A proposito di Emma e di "Confessioni di un'aspirante madre", SIMONA PASIONARIA, non abbiamo commentato la seconda bambina di Nicole Kidman, nata grazie a una "surrogate mother" o utero in affitto. Proprio come ha fatto Carrie/SJP. E mentre di Sarah Jessica Parker approvo in genere tutte le scarpe, anche le più assurde, sull'utero in affitto sono più perplessa... Quasi come sugli e-books. Ma chissà, forse cambierò idea su entrambe le cose: a Manhattan non staccavo gli occhi di dosso a chi, nella subway, o seduto a un caffé, leggeva tranquillamente sul suo Kindle o Nook! Piccolo particolare: a differenza di un vero libro, non si vede la copertina. Ma forse è un modo più nuovo millennio per attaccare bottone?
Sabrina | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @14:56
Concordo con Simona e Antonia. Io sono molto tradizionalista e per nulla amante della tecnologia, anche perchè certe cose non le vedo nemmeno "salutari". Meglio i libri! Ho inoltre preso la decisione radicale di donare quelli che non ho intenzione di leggere (e che mi hanno regalato) o quelli già letti (che non mi interessa tenere) alla biblioteca vicino a casa. Per una come me che non butterebbe mai via niente, è uno sforzo non da poco e una decisione che costa fatica. Spazio al nuovo, finalmente!
Simona | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @14:42
Non ricordo se avevamo già toccato l'argomento "e-book", ma concordo pienamente con Antonia. Magari ci faranno guadagnare spazio nelle librerie di casa, ma anche per me sono davvero tristi e impersonali. Un libro è come un vestito anche se non lo indossi perchè l'hai toccato, ha l'odore delle tue cose, arreda la casa (molto belle quelle con i libri sulle scale), lo scambi, lo presti (si fa così anche con i vestiti, no?); ci scrivi sopra le dediche i numeri di telefono, gli appunti e acquista un po' di te ogni giorno. Io sul libro rosa avevo annotato tutti i telefoni delle prime aspiranti incontrate a Milano ai primi incontri live. Chissà se tra 50 anni finisse a un mercatino dell'usato e una giovane donna trovasse tutti quei nomi e quei telefoni tra la vita di Emma? I libri elettronici saranno pratici, ma non fanno nascere storie.
Antonia | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @13:16
NO AI LIBRI ELETTRONICI!! sono tristi :(
Rebecca | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @12:27
Grazie davvero Lisa per queste segnalazioni!!! Grazie a te ho conosciuto Elizabeth von Arnim! Ogni volta che tu o altre lettrici parlate di un libro, io annoto il titolo e corro in libreria o in biblioteca, per capire come dici tu,chi mi chiama davvero. E sai cosa succede? Che magicamente accade.Mi sono ritrovata e leggere generi totalmente diversi tra loro,e che mai avrei pensato di acquistare. perchè lontani dai mie gusti letterari,ma servivono in quei momenti per la mia anima.Ciao
Nina | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @12:11
Assolutamente liberatoria l'idea di decapitare fiori, mi piace!!! Da fare quanto prima!!! Attenzione 'fiorellini latitanti ' che arrivo !!!!
LISA | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @11:58
ANNALISA FARMACISTA e ANTONELLA: oh sì, meno male che i libri non parlano! Forse anche "Le luci nelle case degli altri", che giace cominciato e abbandonato sul comodino, mi direbbe: e allora? Quanto a "Settanta acrilico trenta lana", l'autrice è davvero talentuosa: metterò presto on line la sua intervista (lo so, lo so, sono fortunata, tra un tacco 12 e un articolo fintoglam leggo libri per lavoro; gli altri mi fissano malinconici dal comodino). Ma attenzione: Viola Di Grado è noir e rock, è davvero per chi ama Amélie Nothomb e non Elizabeth von Arnim. Siete avvisate! Ma il bello forse è questo: segnarsi i titoli ed andare ad annusare i libri in libreria, per capire cosa ci chiama davvero. Libritudine, giusto? Quanto al Kindle e ai libri elettronici, chissà come li annuseremo...
Antonella | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @09:16
Grazie della segnazione Lisa, lo voglio leggere anch'io.
Hai letto "Le luci nelle case degli altri"? di Chiara Gamberale.
La protagonista si chiama Mandorla e la sua vita non è prorpio al contrario ma sicuramente molto incasinata.
Antonella
Annalisa farmacista | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @09:15
ok segnato anche questo titolo. Io non so Lisa dove trovi il tempo di leggere tutti questi libri, io giusto la sera prima di crollare stanca morta mi impongo di leggere qualcosa, ma se per caso il libro non mi affascina ahimè il poveretto giace per mesi sul comodino guardandomi con tristezza in attesa di essere finito. Pazienza, per fortuna che i libri non parlano. Ieri mi hanno regalato un libro di Fred Vargas "Parti in fretta e non tornare". Mi dicono che sia una brava scrittrice. Io non ho resistito e ho sbirciato le prime pagine anche se non voglio, come mio solito, cominciare più di un libro. "La famiglia Winshaw" è in effetti molto bello e quindi proseguirò con quello. ciao!
Hermione | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @09:01
Come la mia vita . . . tutto al contrario!
Martedì, 18 gennaio 2011 @08:26
"Leggi, sono questi i nomi delle cose che
lasciasti – me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una
metà e dolori il doppio, baci per
tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco"
(Maria do Rosário Pedreira)
E penso, penso a te.
(Ricordate "Ma tu partivi sempre la sera prima del mio arrivo", della poetessa portoghese Maria do Rosário Pedreira, che era il Buongiorno del 15 dicembre? Questo è l’incipit di un’altra sua poesia)
silvia | Martedì, 18 gennaio 2011 @23:34
e come ci si sente quando sei tu a dire basta e ad andar via? Mi sento orribile ma amare significa anche lasciar andare l'altro. Vorrei solo che mi lasciasse andare e che provasse a dimenticare quei baci che danno ancora emorragie interne ad entrambi.perché è così difficile accettare la fine delle cose?
Anais | Martedì, 18 gennaio 2011 @11:56
Per me non sono tagli che fanno solo male; sono ricordi impigliati nelle impronte digitali...
Charlotte | Martedì, 18 gennaio 2011 @11:54
...quante verità, in questi bellissimi versi, cara Lisa!
i baci che si trasformano in tagli...che non si rimargineranno più!
Sì, il mio corpo è ricoperto di ferite.
E lui tenta, ORA, di metter rimedio: come spiegargli che non tutto si può aggiustare?
Che ci sono errori che lasciano strascichi perenni ed inedelebili.
Che nella vita il tempismo è tutto.
Mi struscio al mio gatto, annuso l'aria e sento la sua presenza...ma lui, è stato mai veramente mio?
Questa è la ferita più grande.
Daniela dalla Scozia | Martedì, 18 gennaio 2011 @11:51
...tutti noi abbiamo ricordi di qualcuno che non tornera' piu'...
Cristina | Martedì, 18 gennaio 2011 @09:53
M'era piaciuta la prima poesia, ma anche questa è rimasta impigliata nell'eco d'un qualcosa che le parole hanno ridestato dentro me.
Forse il senso di quella nostalgia, forse l'odore delle pagine di un libro che incontra il tuo sguardo d'un tratto invecchiato d'una lacrima... forse la consapevolezza che sì, esistono davvero baci come tagli profondi che non rimargineranno mai...
Nina | Martedì, 18 gennaio 2011 @08:52
Un effetto dirompente emotivo nel mio cuore queste parole. Libri, tagli che non si rimarginano e nostalgia: sono io. Grazie Lisa.
Lunedì, 17 gennaio 2011 @09:44
"La volta celeste
si scoperchia come
un portacipria,
e un refolo sospetto
solleva per dispetto
la nebulosa di cipria".
(Valentino Zeichen)
Un portacipria d’argento nella mia borsa, accanto al mio cellulare. La donna che avrei potuto essere, la donna che sono. Ma sempre la stessa voglia di vento, di azzurro, di fare un piccolo dispetto strizzando l’occhio alla dispettosa, lontana primavera.
(I versi che ho scelto per City oggi sono tratti da "Aforismi d’autunno", di Valentino Zeichen, Fazi. Io ce l’ho davvero un portacipria d’argento: piccolo, antico, tondo, con dentro uno sbuffo di cipria antica pure lei, perché non la uso mai. Lo tengo in borsa, è il mio specchietto; mi piace il clic di quando si apre, la zigrinatura dell’argento. Mi piace l’idea che venga da altri tempi, altri modi di essere donne. E da poco ho trovato, tra le cose della nonna, un piccolo meraviglioso cilindro d’argento che contiene aghi e filo da viaggio. Io, che non so rammendare nulla, se non, a volte, sentimenti, non credo lo userò mai. Ma è bellissimo)
Sharon | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @01:08
Grazie anche da parte mia, Cristina!
Hai saputo dare parola a tutte le mie sensazioni e pensieri attuali, sopratutto quelli legati a questo blog.
E se ti può far piacere anch' io mi sono cancellata da Facebook.
Questo è il momento dei tempi lunghi, densi di significati.
Un saluto a tutti, compagne e compagni di riflessioni. :)
Cristina | Martedì, 18 gennaio 2011 @09:49
Grazie a voi per questa sensazione di tepore.
Per le suggestioni che ritornano, come conchiglie che la marea, ritranendosi all'orizzonte, scopre.
Per tutti i ricordi risvegliati, le piccole cose che finiscono per impregnare la trama dei miei giorni, come gocce di profumo nel tessuto del mio maglione preferito.
Buona giornata a tutti!
LISA | Martedì, 18 gennaio 2011 @08:04
CRISTINA: che bello sapere che in mezzo al frastuono web vieni qui sul blog, e aspetti che si accendano le luci della sera. Grazie di aver scritto.
Anais | Lunedì, 17 gennaio 2011 @22:10
Cristina, grazie mille, la primavera che si avvicina è la cosa più bella ( anche se, per ora, è lontanuccia... ma mai disperare!
Un bacione
Cristina | Lunedì, 17 gennaio 2011 @21:16
@ Woland: chiedo venia... ;) Non era certo mia intenzione fare differenze tra lettrici e lettori...
@ GiusY: grazie! Un sorriso...
@ Anis: che bello il tuo commento... Ha un sapore contagioso. Aspettare la primavera e lasciarsi sorprendere dalla vita.
Un abbraccio serale a tutti.
Daniela dalla Scozia | Lunedì, 17 gennaio 2011 @18:55
Lisa, ho anche una pagina facebook...altro che telematica...mi ci e' voluta una giornata per decifrarla...e' Il Segreto di Sarah Midnight, una pagina "sociale". Wow:-)
Hermione | Lunedì, 17 gennaio 2011 @15:07
Cara Lisa, come te, conservo gelosamente un piccolo cilindro con aghi e filo da viaggio della mia nonna, quella che mi portava il " pan di ramerino " . . .
Giusy | Lunedì, 17 gennaio 2011 @12:39
già che ci sono...ricordo il precedente commento di Cristina, mi era tanto piaciuto e quest'ultimo ancor di più. Vorrei rubare le sue parole ma non posso di certo, mi limito a unirmi al suo "grazie" .
woland | Lunedì, 17 gennaio 2011 @12:24
...solo alle lettrici? e i lettori?
non credo di essere il solo a buttare uno sguardo qui dentro ogni giorno...
Anais | Lunedì, 17 gennaio 2011 @11:42
Mancano 64 giorni alla primavera... li ho contati ieri sera prima di addormentarmi, perché tutta questa nebbia non ha offuscato la voglia di aspettare la luce che cresce... non ho fatto propositi per il nuovo anno ( che sicuramente non rispetterò), se non quello di aspettarla con ansia, la primavera
Cristina | Lunedì, 17 gennaio 2011 @10:43
Non ho più scritto niente, dopo la mia prima volta qui. E mi sono perfino cancellata da facebook perché avevo voglia di silenzio. Di un tempo diverso, meno affollato. Più reale. Più intenso. Un tempo di cielo e terra... e persone con le quali sentirsi a casa.
Tu sei una di queste persone.
Il tuo blog è diventato un'abitudine che mi riscalda.
Magari non scrivo, non lascio un commento, però il mio sguardo si perde negli scorci di paesaggio che trovo.
Indugia. Rimane. Fissa a lungo l'orizzonte. Aspetta che si accendano le luci, che arrivi la sera.
Mi piace stare qui. Anche senza parlare.
Grazie per queste piccole emozioni sparse lungo i giorni.
Grazie per avermi fatto ripensare al portacipria di mia madre, appartenuto - prima ancora - a mia nonna.
Cipria dal sapore antico. Altri modi di essere donne.
E grazie anche per quello stralcio dall'ultimo libro di Aciman che ho comprato sabato.
Buon inizio di settimana Lisa.
E buon inizio anche a tutte le lettrici di questo blog.
Sabato, 15 gennaio 2011 @19:34
Avete mai accompagnato un uomo a fare shopping? No, non l’amico gay di turno: lui magari accompagna voi, e non è detto che sia un bene. Sto parlando dell’uomo con cui dividete il letto e magari il conto corrente: marito, convivente, fidanzato. Io sono reduce da un giro di saldi con quello che è stato, nell’ordine, prima fidanzato, poi convivente, ora marito, e vi assicuro che è un’esperienza che mette alla prova anche i più collaudati matrimoni. Non sono riuscita a comprarmi niente. In compenso ho fatto da shopping assistant, consulente, e sherpa; lui era troppo occupato ad afferrare cose dagli scaffali e dire: questo come mi sta? Oppure, chiuso in camerino, mi ordinava: mi porti una taglia in meno/in più/un altro colore? C’è una scusante: il tutto è avvenuto in America il giorno dopo Natale, quando abbiamo scoperto che lì i saldi cominciano esattamente il 26. E che saldi: entrati da Banana Republic, i commessi si avvicinano e con aria complice ti comunicano che se compri entro le ore 14 (chissà poi perché le 14), hai diritto a un 50% di sconto aggiuntivo sul prezzo di saldo. Come fare a resistere? Non si può. Ci sono cose a cui neppure i maschi sanno resistere.
Siamo tornati a casa con un intero guardaroba-consorte: al costo, ammetto, di una mia sciarpona di cachemire. Io? Niente. Ero troppo occupata a fare da shopping assistant. Tornata nel mio altrove mi sono consolata da Zara con un abitino-homewear (sarò sì una casalinga telematica, ma elegante, perbacco), alla modica cifra di 9 euro e 90 centesimi.
Comunque, lo dico sottovoce, ne vale la pena. Forse è l’unico modo per essere sicure che il fidanzato/convivente/marito si vesta come piace a voi, anche se lui torna a casa felice con i pacchi, e voi con una crisi di nervi da shopping.
LISA | Martedì, 18 gennaio 2011 @09:57
Mi avete davvero fatto ridere con queste cronache di uomini, calzini e cravatte. Così glam cheap. (A proposito di cravatte, anche queste tra poco reperto archeologico di guardaroba: io uso quelle scartate dal Consorte come cintura dei miei jeans. Idea rubata a una stilista qui nel mio altrove. Il Consorte ha un sussulto ogni volta che le vede così maltrattate, ma del resto, come Stella nel mio libro, credo fermamente nel riciclo fashion e design!).
Babuska | Martedì, 18 gennaio 2011 @09:40
Anche mio marito non si compra mai nulla. E non è scozzese. :-) Bugiarda: una volta sull'Eurostar fermo a Termini è riuscito ad acquistare per 10 euro dodici paia di calzini scuri. Peccato che fossero tutti rammendati!!! Evidenti scarti di produzione piazzati al primo pollo di passaggio, da un geniale napoletano.
La rivoluzione copernicana c'è stata da quando ha incontrato per strada, a Padova dove viviamo, un altro napoletano. Gli chiedeva il percorso per raggiungere una certa banca. E' saltato fuori che si trattava di un venditore di abiti eleganti, che parte ogni settimana da Napoli con un camioncino carico di completi e vende ai direttori delle varie filiali del nord. Dal detto al fatto: la settimana dopo si è presentato in ufficio con una fornitura ad hoc per mio marito e il suo socio. Roba seria, di sartoria, ad appena 200 euro a completo. Il problema è che ora i due ragazzi si devono organizzare, per non sembrare i gemelli Corona, sull'alternanza degli abiti. Specialmente d'estate, quando sostituiscono la camicia con la Lacoste. W i maschi!
Antonia | Lunedì, 17 gennaio 2011 @21:54
io gliene ruberei qualcuna!!:P comunque anche io faccio da shopping assistant al mio fidanzato..ma mi sembra un bel modo di ricambiare l'immensa pazienza ke ha con me quando sono io ad occupare un camerino!!!:)
Giusy | Lunedì, 17 gennaio 2011 @12:32
Io, con 120 cravatte potrei fare due cose: annodarle tutte insieme e calarmi prudentemente da una finestra oppure confezionare un bel patchworck da fargli indossare come pigiama. Bellissimo outing, quello di laura.
Laura | Lunedì, 17 gennaio 2011 @10:25
Mio marito è uno shopping addicted. Trova rilassante andare in giro per negozi, centri commercial e outlet e non riesce mai a non comprare nulla. Il suo armadio è molto più vasto del mio, zeppo di capi che sono copie delle copie. Come fa un uomo a posseddere 120 cravatte? ma che ci fa? io ho rinunciato a capire.
Daniela dalla Scozia | Lunedì, 17 gennaio 2011 @08:31
perdono, perdono...:-)Pero' non e' vero, e' una calunnia diffusa dagli inglesi!!!;-)
Lady Chatterley | Domenica, 16 gennaio 2011 @16:30
trattandosi di scozzesi questa battuta non te la risparmio, Daniela e spero in un tuo sorriso: Butta un penny per strada a Edimburgo e qualcuno morirà nella mischia... Perdonami, se puoi!!
Daniela, http://lestorieonlinedilunablu.blogspot.com | Domenica, 16 gennaio 2011 @08:57
Mio marito non compra mai NULLA. Se non gli comprassi io vestiti nuovi indosserebbe ancora pantaloni dell'86. Sara' che gli scozzesi sono meno fashionisti degli italiani...Quando andiamo a fare shopping mio marito si siede davanti ai camerini con sguardo vacante e aspetta che passi. Ogni tanto dice: "Si, carino." a caso.
Farfalla | Domenica, 16 gennaio 2011 @00:01
a questo punto, sospetto che le sirene incantatrici dei saldi attraggano più gli uomini di noi. Mi ci sono ritrovata nella situazione di Lisa (versione made in Italy) ad aiutare l'amato, ad assistere, stupita e un pò confusa, all'acquisto di ben 2 capi di abbigliamento quasi uguali. quindi, uno dei due perfettamente inutile. Io non mi sono consolata nemmeno da Zara. No! mi sono detta. Autolesionismo? forse sono in piena crisi di nervi.
Venerdì, 14 gennaio 2011 @09:11
"E’ davvero strano rivederti, gli dice. Un po’ come incontrare una vecchia versione di me stessa".
(Tom Rachman)
Ti rivedo ed è come ritrovare un vecchio libro, sottolineature di frasi che mi ero dimenticata. Un abito finito in fondo all’armadio, o che forse ho regalato. Ma un abito in cui sono stata felice, te l’avevo mai detto?
La frase di oggi è tratta dal romanzo "Gli imperfezionisti", Il Saggiatore, di Tom Rachman. Ed ecco l’intervista che gli ho fatto per Grazia.
Brad Pitt ha appena comprato i diritti per farne un film, ma noi vi consigliamo di leggerlo adesso: stiamo parlando di "Gli imperfezionisti", Il Saggiatore, romanzo d’esordio di Tom Rachman. Elogiatissimo dal New York Times, che l’ha definito un libro a incastro come un cubo di Rubik (un’allusione a un passo del libro), è infatti un incastro di storie e personaggi: tutti gli "imperfetti giornalisti" di un giornale di lingua inglese a Roma, ricalcato sull’International Herald Tribune dove Rachman ha lavorato per anni.
Lei descrive gli italiani come un popolo che vive in branco, frequenta solo i vecchi compagni delle elementari, e preferibilmente non si sposta mai dal quartiere dove è nato…
"Lo so: tutto il contrario di me. Sono nato a Londra, ma ho vissuto in Canada, a New York, a Parigi... Sono stato educato ad essere indipendente ed esplorare il mondo. Il che non toglie che provi una sottile invidia per chi è fortemente legato a un luogo: un senso di appartenenza che a me manca".
Ha appena lasciato Roma per Londra. Cosa le manca?
"La vista dal Gianicolo. La sensazione di felicità che provo ogni volta che attraverso Piazza Sant’Ignazio. La mozzarella di bufala. E la mia parola italiana preferita: cocomero. Per fortuna ci torno spesso: a Roma c’è la mia fidanzata e, sì, è italiana".
Maschi italiani così fashionisti: lei non si capacita che indossino "maglioni rosa con calzoni arancione". Dica la verità, non è cambiato il suo modo di vestirsi, vivendo in Italia?
"Spero di essere migliorato, ma per ora il mio capo d’abbigliamento preferito rimangono i jeans. Italiani, certo: Replay".
Incontriamo uno dei suoi personaggi mentre, in aereo, è immerso in un libro di Jane Austen; ma poi lo vediamo comportarsi in modo molto poco romantico. Morale: mai fidarsi di un uomo che legge la Austen?
"Non si preoccupi: non sono io, anche se ho letto la Austen. In realtà non sono nessuno dei miei personaggi: diciamo che mi sono limitato ad osservarli, dalla soglia di un’immaginaria redazione."
Il suo libro parla di giornalisti, ma la storia che colpisce di più è forse quella di una donna che si rifiuta di leggere il quotidiano del giorno, e legge solo, sempre più lentamente, i numeri arretrati; vive in una sua bolla spazio-temporale dove le Torri non sono ancora cadute e Bush è ancora presidente…
"L’ispirazione viene da una storia vera: un lettore di New York Times così determinato a leggere, anche nelle più piccole notizie, tutto il giornale, che era rimasto indietro di anni. Quando ho cominciato a scrivere il mio romanzo sugli "imperfetti" giornalisti, volevo anche raccontare una storia di chi, i giornali, li legge: e mi è tornato in mente questo lettore fuori dal tempo".
Quasi una metafora della fine dei giornali? L’ultima copia del New York Times di carta dovrebbe uscire nel 2043, e immagino che lei già ora i quotidiani li sfogli sul suo iPad.
"Non ho un iPad. Però è vero: i quotidiani li leggo on line. Ma il mio tecno-gadget preferito è esteticamente bellissimo, lo puoi infilare in tasca, dura una vita e le batterie non si scaricano mai. Indovinato? E’ un libro".
http://www.graziamagazine.it/people/autori/tom-rachman-segreti-e-bugie-in-redazione
Sharon | Mercoledì, 19 gennaio 2011 @00:19
"Ma il mio tecno-gadget preferito è esteticamente bellissimo, lo puoi infilare in tasca, dura una vita e le batterie non si scaricano mai. Indovinato? E’ un libro".
Hai visto Lisa? IL MIGLIORE TECNO-GADGET è IL LIBRO :)
... e come diceva Fiorenza nel post del 2 Gennaio: "LIBRIDINE!!!"
P.s. anch'io come la signora del New York Times rimango indietro (anche settimane) nella lettura dei tuoi Buongiorno, ma poi li leggo tutti insieme ;)
Ma perchè non c'è nessuno che distribuisce il City all' entrata della facoltà di Architettura? Mi eviterebbe questo problema! Un bacio
Giusy | Sabato, 15 gennaio 2011 @14:49
Errata còrrige: Ribeiro.
Giusy | Sabato, 15 gennaio 2011 @14:46
sono andata a curiosare su Tellus. Acuto e ironico l'articolo della Ribeira. pienamente condiviso dalla sottoscritta "super partes".
Simona | Sabato, 15 gennaio 2011 @14:32
Ciao Lisa. "Segreti e bugie in redazione" mi intriga e lo inserisco nella lista dei libri 2011. A proposito di giornalisti: per www.tellusfolio.it ho recensito il libro di Mariano Sabatini "L'Italia s'è desta" dove gli inviati stranieri raccontano il Belpaese. Più politico e sociale, meno fashionista, ma interessante perchè forse solo i cronisti esteri sanno mettere "la giusta distanza" per raccontarci la nostra Italia. Passando ad altro: sono molto contenta di leggere le belle notizie e il blog di Daniela dalla Scozia. E a questo proposito si può dire che molte del gruppo aspirantato sono riuscite a ricavarsi un piano B. Sarebbe carino che dopo 5 anni dall'uscita di Emma ognuna potesse fare il punto della situazione con o senza figli.
Daniela dalla Scozia | Venerdì, 14 gennaio 2011 @13:19
Mio marito adora i racconti di George MacKay Brown, uno scrittore e poeta delle isole Orkney. "Beside an ocean of time" e "A time to keep"...te li consiglio Lisa.ps grazie del commento. C'e' un nuovo capitolo su Lunablu, "Ombre". Torna, se e quando ti va.
Paolina | Venerdì, 14 gennaio 2011 @12:22
Cose da maschi.....Io indagherei più a fondo sui gusti del Consorte dell'altrove.
Magari nascostamente si da alla saggistica, dominio di nicchia rispetto alla narrativa buona o scadente.
LISA | Venerdì, 14 gennaio 2011 @12:08
PAOLINA. Mmmhh, una battuta, non molto riuscita a quanto vedo. Intendevo: meno male che il Consorte non legge Jane Austen, meglio che si limiti a leggere spy story e thriller. Del resto, secondo me anche Mr Darcy non avrebbe letto la Austen: ci sono maschi che leggono cose da maschi, e in questo, come dire?, c'è un perché!
paolina | Venerdì, 14 gennaio 2011 @11:58
A tutto c'è un perché, dici. Ma che significa?
LISA | Venerdì, 14 gennaio 2011 @11:49
DANIELA dalla Scozia: sì, molto inquietante, ed è questo il punto. Come uno dei protagonisti che legge Jane Austen in aereo, una copia tutta stropicciata dalle letture, e ci si commuove quasi (perbacco! sarà forse un aspirante Mr Darcy?), e si parteggia per la donna che gli siede accanto, la sua vecchia capa, con cui lui esce a cena e... Alla fine ho capito che non bisogna mai, mai fidarsi di un uomo che legge Jane Austen. (Meno male che il Consorte legge solo thriller e spy-story. A tutto c'è un perché).
Daniela dalla Scozia | Venerdì, 14 gennaio 2011 @10:52
Ti diro', l'idea di quella donna che resta indietro di anni perche' legge ogni minima notizia sui giornali mi mette un po' di angoscia!No?
http://lestorieonlinedilunablu.blogspot.com
Giovedì, 13 gennaio 2011 @09:04
"A metà della cena già sapevo che avrei rivissuto la serata dall’inizio: l’autobus, la neve, la camminata lungo la leggera salita, la cattedrale in lontananza dritta di fronte a me, la sconosciuta in ascensore, l’ampio salone affollato di facce illuminate dalla luce delle candele…"
(André Aciman)
Ci sono momenti che cambiano la nostra vita per sempre, che si incidono sulla pelle. E noi a volte, con un brivido, lo capiamo. Questo, è uno di quei momenti.
Vi ho già parlato di André Aciman, lo scrittore che ho appena incontrato e intervistato a New York (era nel post del 2 gennaio). La frase che ho scelto per City è tratta dal suo nuovo romanzo, che esce oggi in Italia: "Notti bianche", Guanda. Anzi, è proprio l’inizio. Spero che vi piacerà, così come è piaciuto a me.
LISA | Lunedì, 17 gennaio 2011 @09:31
AFRAH, non male, davvero. Mi piace anche il fatto che non ci sia musica, ma un rumore di sottofondo: un rumore "sporco", che può essere qualsiasi cosa, il rumore della vita.
Afrah | Venerdì, 14 gennaio 2011 @16:57
Io ti lascio il link dell'ultimo video che ho caricato
[ http://www.youtube.com/watch?v=g2h4IYvn-ao ], da lì se vuoi puoi anche viaggiare un po' sul mio canale. Un appunto: le poesie che ho pubblicato prima di questa sono state scritte con l'immaturità di un'adolescente totalmente ignorante sulla metrica, sulle figure retoriche, varie ed eventuali. Quelle che pubblicherò dopo, sono, non dico eccelse, ma quasi accettabili.
Il mio motto non è scrivere "qualcosa" [che forse erroneamente chiamo poesia] di bello esteticamente, ma che sappia entrare nel cuore degli altri.
Come recita una bellissima frase di non-so-chi [e me ne vergogno]: la bellezza cattura lo sguardo, ma la personalità cattura il cuore.
LISA | Venerdì, 14 gennaio 2011 @09:00
AFRAH: molto bene. Notti insonni portano poesie. Manda il tuo link a youtube, quando ce l'avrai! DANIELA in Scozia: una vera mamma telematica nelle notti di luna blu.
Afrah | Giovedì, 13 gennaio 2011 @23:46
Dopo aver lasciato quel commento, ho deciso di tirare fuori una vecchia agenda e di riprendere la penna. Ho ancora un po' di ruggine nelle mani, ma sento di poter ricominciare. Infatti ho fortunatamente ritrovato un documento Word in cui avevo raccolto tutte le poesie che avevo messo sul mio blog [dal 2007] e ho deciso di dar vita ad un progetto [in pratica sto facendo dei montaggi con i miei versi e li sto pubblicando su Youtube]. Poi ne voglio far partire un altro più impegnativo, ma dopo gli esami...
Stasera non riuscivo a dormire e sentivo che avrei dovuto accendere il computer per un qualche motivo: ho trovato la tua risposta e mi è venuta voglia di scriverti.
Daniela | Giovedì, 13 gennaio 2011 @17:48
...pensa che ho contattato la redazione di Grazia per segnalare la mia iniziativa!!Lo so che e' mirare un po' alto, ma d'altra parte io in questo romanzo ci credo. Ci metti una buona parola?:-)Oh e Lisa, non e' che mi lasci un commento sul blog?Il commento di una VERA scrittrice!!:-)
LISA | Giovedì, 13 gennaio 2011 @11:55
Ma certo, DANIELA DALLA SCOZIA!
Daniela dalla Scozia | Giovedì, 13 gennaio 2011 @11:40
Ciao Lisa...volevo raccontarti che sto pubblicando il mio romanzo a puntate su un blog che ho appena aperto...Posso dare il link?Non mi va di farlo senza chiedere:-)
Sabrina | Giovedì, 13 gennaio 2011 @10:00
Come ti capisco, Nina... E so che gli altri non capiscono, per questo non ne parlo quasi mai con nessuno, nemmeno in questo momento che la sua mancanza mi fa impazzire.
Nina | Giovedì, 13 gennaio 2011 @09:25
Ci sono momenti che sai. Ho sentito questo brivido dalle prime parole che mi ha scritto e lo sento ogni volta che accade. Io Sapevo, anche se le persone che mi osservavano dicevano di lasciar perdere, anche se soffrivo la sua mancanza, io sapevo e so. A volte vorrei sradicare definitivamente questa sensazione, ma è come avere una luce acceasa dentro, non posso.
Mercoledì, 12 gennaio 2011 @08:59
"Questa stagione fredda mi arroventa
fino in fondo. Ho percorso
strade appese a un cielo di ghiaccio,
strade perse e ritrovate
come una moneta fuori corso.
Il mio venire a visitare il letto
su cui non è mai morta
la paura di sperare è solo un segno
dell’inconcepibile mia immensa
irrimediabile
rinuncia a rinunciare".
(Roberto Uberti)
No, non rinuncio. A questo servono, le mie preziose monete fuori corso: a comprare nuovi sogni, che mi indichino la strada.
(I versi di oggi sono tratti da "Urgimi addosso" di Roberto Uberti, L’Arcolaio Editore).
Lucia | Lunedì, 17 gennaio 2011 @20:41
@Fiorenza...noi eravamo coppia già prima...prima di poterlo essere anche per i nostri cari, che ora ci vedono felici dopo un periodo difficile.
Tutti noi abbiamo un vissuto cara, ma ci aiuta a crescere, non ci zavorra al passato. Quanto all'esposizione dei tesori (cosa quanto mai lontana dall'archeologia)...perchè non esserne felice? Tutti abbiamo sofferto e se da qualche parte è rinato un bagliore, una luce...perchè misconoscerlo?
@Lisa...Grazie!
LISA | Venerdì, 14 gennaio 2011 @10:57
LUCIA, non più l'altra. Sono contenta per te. Vedi? Strade perse e ritrovate. E l'irrimediabile rinuncia a rinunciare.
Fiorenza | Giovedì, 13 gennaio 2011 @21:41
così le archeologhe o gli archeologi esibiscono i loro reperti anzi, i loro tesori...Non si è mai unici per qualcuno che abbia un vissuto, non illudiamoci, essere coppia davanti a tutti, che significa? limportante è esserlo nel privato. e scusami Lucia. scava, scava...
Lucia... | Giovedì, 13 gennaio 2011 @18:45
...scusatemi...L'anonimo sono io...avevo dimenticato di inserire il nome!
Anonimo | Giovedì, 13 gennaio 2011 @18:44
Sì sono proprio io...anzi, lo ero! Ora sono l'unica...lui era andato via da casa due anni e mezzo fa...poi alti e bassi e bassissimi...ora il mio tesoro è separato da più di sei mesi...abbiamo trascorso le feste insieme (e con i miei, e con i suoi...)...Siamo una coppia...davanti a tutti!
Giusy | Giovedì, 13 gennaio 2011 @13:57
Proprio così Lisa. Impossibile, inoltre, ignorare e dimenticare la dedica, che la dice lunga nella sua brevità ( sembra uno spaccato di vita coniugale, intensa e ricca ). Ciao e buon lavoro. Augurio molto, molto interessato.
LISA | Giovedì, 13 gennaio 2011 @09:11
Per MICHELINE, nuovi sogni e, assolutamente, nuove strade. Ma sono sicura che le troverai. Torna presto, a raccontarle.
LISA | Giovedì, 13 gennaio 2011 @08:59
ANTONELLA, faccio ancora in tempo ad augurarti buon compleanno?
LISA | Giovedì, 13 gennaio 2011 @08:56
GIUSY: stai pensando alle monetine fuori corso che diventano un anello per Stella? E io ce l'ho, un anello così, disegnato e regalato dal Consorte. E' quella anche la dedica di Glam Cheap. Monete fuori corso, nuovi sogni, nuove strade.
LISA | Giovedì, 13 gennaio 2011 @08:54
CHARLOTTE: fantastica la mamma ottantenne che chiede il collegamento web. Chissà se verrà a trovarci... E sì, il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Indomito cuore. Ma ci piace così.
LISA | Giovedì, 13 gennaio 2011 @08:44
Già, tu sei LUCIA "l'altra"? L'archeologa? Racconta, racconta...
patrizia fiorista | Giovedì, 13 gennaio 2011 @00:07
Ma Lucia ma sei proprio Lucia l'altra? Bentornata.
Micheline mi dispiace che non sia andata ti abbraccio forte.
Buonanotte sogni fioriti patri
Maia | Mercoledì, 12 gennaio 2011 @22:28
Sinceramente sognare e sperare mi ha regalato solo delusioni. Vado controcorrente e non sogno più. Non spero più. Sto.
Silvia | Mercoledì, 12 gennaio 2011 @21:51
Versi intensi, questi, in cui ogni parola e ogni gesto vengono scandagliati in profondità. Un' immersione totale da cui si affiora più consapevoli e disponibili a comprendersi e a rivelarsi. Più pronti a vestirsi di dolore, un dolore che è anche mondo e luminosità perché è il punto da cui partire per arrivare alle nostre radici e riconquistarci. Grazie a Roberto per questi versi e a Lisa per averli scelti.
micheline | Mercoledì, 12 gennaio 2011 @20:19
cose che finiscono...cose che iniziano! rispondo due post più su,ma voglio rispondere,perchè il 31 dicembre ho festeggiato da sola il capodanno,sola con me stessa.Ho riflettuto su un capitolo della mia vita chiuso per sempre e senza rimpianti,nè pianti; è finito il mio matrimonio,un matrimonio che si è spento negli anni,che mi ha dato più dolori che gioie,che ho cercato con tutte le mie forze di salvare:quando un matrimonio boccheggia è meglio togliere il disturbo,subito,per non farsi ulterirmente del male.Oggi però posso dire che ho fatto tutto quello che potevo fare per salvare.Il primo dell'anno ero lì a guardare la pagina di fb e insieme a me c'era un'amica e anche lei era sola come me...l'unica differenza è che a lei il marito è morto improvvisamente; abbiamo preso il telefono e ci siamo parlate a lungo e lì ho capito che piangere un marito vivo non vale proprio la pena! oggi sono serena e tranquilla e ricomincio da qui a vivere...no non rinuncio,ho voglia di comprare nuovi sogni,che mi indichino la strada! Ciao Lisa buon anno
Lucia... | Mercoledì, 12 gennaio 2011 @20:09
Non ho rinunciato, non ho mai smesso di cedere alla speranza, anche quando il ghiaccio degli "addio" formava muraglie..e ora il mio tesoro ed io siamo insieme...
Charlotte | Mercoledì, 12 gennaio 2011 @17:52
Ciao, Antonella, buon compleanno!
...ma 51 anni mi sembrano troppo pochi per attendersi solo serenità....lo dico un pò anche a me...ma la passione...come si fa a vivere senza?
Non dico solo la passione per un uomo: per esempio, la nostra Lisa, ha un'indubbia passione per la scrittura...vogliamo regalarci un pò di passione????
Credo che ce lo meritiamo, a qualsiasi età.
Io l'ho imparato dalla mia mamma che come regalo per i suoi 80 anni ha chiesto, visto che già aveva il p.c., il collegamento a internet.
Giusy | Mercoledì, 12 gennaio 2011 @16:26
fuori tema per Lisa: le tue preziose monetine mi ricordano tanto "Glam Cheap" nelle sue ultime pagine. Le ho rilette ieri quando il libro mi è stato restituito da una simpatica quasi-amica, abbastanza esigente con le letture. Beh, le è piaciuto moltissimo, ovviamente.Oltre all'ottima "penna" dell'autrice è stata molto apprezzata la straordinaria attualità del romanzo. Attendo altri commenti da chi, invece, lo ha trovato sotto l'albero.
Antonella | Mercoledì, 12 gennaio 2011 @16:11
Oggi è il mio compleanno.
51 anni.
Mi dedico questa poesia: ho rinunciato spesso negli anni passati, nonostante la luce che a un certo punto è entrata attraverso una crepa che si era formata.
Mi auguro un po' di serenità.
Antonella
Charlotte | Mercoledì, 12 gennaio 2011 @11:56
Sì.
La speranza oltre ogni ragione, perchè, come diceva Pascal, "il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce".
Martedì, 11 gennaio 2011 @09:13
"C’è una crepa in ogni cosa.
E’ da lì che entra la luce".
(Leonard Cohen)
Sono le cose imperfette, le illusioni rammendate, i sogni sbriciolati nelle pozzanghere, i bicchieri spaiati, le finestre chiuse che si riaprono col vento; sono le cose imperfette, sai, che lasciano - improvvisamente - passare la luce.
Non uso mai versi di canzoni, per il Buongiorno di City. Ma quando ho visto queste parole come "status" di un'amica non ho saputo resistere. Sono di "Anthem", e in inglese suonano così: "There is a crack, a crack in everything. That’s how the light gets in." Non ditelo al Consorte, perché ama tanto Cohen, e io vorrei cancellarglielo dall'iPod che abbiamo in macchina. Dovrò ricredermi?
LadyM | Giovedì, 24 marzo 2011 @22:54
Mi dispiace molto non aver preso il CIty quel martedì di Gennaio, perchè trovando questa frase a darmi il buongiorno non avrei potuto fare altro che incorniciarlo ed appenderlo in camera.
La luce entra sempre quando credi di esserti spaccata, quando sei vulnerabile, quando molli tutto per un futuro incerto.
Hermione | Martedì, 11 gennaio 2011 @19:12
Più le crepe sono profonde, più la luce che riuscirà ad arrivare a noi sarà forte! Per me, per Charlotte e tutte le altre.
Lady Chatterley | Martedì, 11 gennaio 2011 @18:28
Forse l'angolino buio di Charlotte troverà uno spiraglio di luce nel blog di Lisa oppure semplicemente in una realtà tutta da rinnovare nonostante il dolore. Cerchiamo di soffrire il meno possibile se possibile! Ti auguro una buona serata, magari con qualche sorriso.
LISA | Martedì, 11 gennaio 2011 @17:49
ANNALISA FARMACISTA: "La famiglia Winshaw", che sorpresa! E' un libro Feltrinelli che ho letto varie vite fa. La storia cattiva e divertente di una famiglia in Inghilterra negli anni del regno Thatcher. Non mi ricordo quasi nulla, tranne qualcosa di agghiacciante su dei polli, possibile? Ma è uno dei pochi libri che abbiamo letto io e il Consorte insieme (tra gli altri: tutto Millennium di Stieg Larsson, Correzioni di Franzen, Middlesex di Eugenides. La von Arnim non ho il coraggio di proporgliela, già ne ha sposata una).
LISA | Martedì, 11 gennaio 2011 @17:41
CHARLOTTE, il sito è pieno di luce, e sono contenta che tu lo senta, ma anche nella luce ci sono delle ombre. Quindi, per favore, scrivimi: sono qui, ascolto. E ti abbraccio nel tuo angolino buio.
Charlotte | Martedì, 11 gennaio 2011 @16:44
Ciao, Lisa, conosco Leonard Cohen, è il preferito del mio (quasi) ex marito...vorrei anch'io riuscire a vedere la bellezza di queste crepe...invece riesco solo a constatare che, almeno nel mio caso, da crepe sono diventate voragini...sono troppo addolorata per parlarne, e questo tuo sito è così pieno di energiA e di ottimismo! me ne scuso con te e con lettori e torno nel mio angolino buio.
Alessandra | Martedì, 11 gennaio 2011 @15:01
Bellissimo questo buongiorno mi fa pensare e credere e sperare.
Annalisa farmacista | Martedì, 11 gennaio 2011 @12:09
Ciao Lisa e ciao a tutti. Intanto buon anno. Mi intrufolo solo per segnalare un libro che ho iniziato a leggere da pochi giorni che si chiama "La famiglia Winshaw" di Jonathan Coe. E' molto carino, intrigante. Consiglio. Ecco basta. ciao!
rodolfo | Martedì, 11 gennaio 2011 @11:45
si, devi ricrederti su leonard cohen: senza ombra di dubbio.
è buffo ritrovare questa citazione "c'è una crepa in ogni cosa" in un fumetto, nathan naver.
Nina | Martedì, 11 gennaio 2011 @09:39
"Grazie per avermi spezzato il cuore, finalmente la luce riesce a entrare..." canta Irene Grandi. Buongiorno Lisa, da un piovoso martedì avaro di risposte.
Lunedì, 10 gennaio 2011 @09:31
"Cose che finiscono.
Cellulare definitivamente scarico,
auto definitivamente
senza benzina, soldi esauriti
ciò a cui avresti potuto forse
porre rimedio
ma ti è piaciuto aspettare,
essere testimone d’una caduta lenta
acquatica,
partecipare con distacco all’accadere necessario: gli sgoccioli
la fine
l’assenza".
(Valentina Diana)
E cose che iniziano: quest’anno.
(Questo è il primo Buongiorno del 2011. I versi di oggi - di Valentina Diana, un’altra giovane poetessa italiana, torinese, che mi piace molto - sono tratti da "Tre ore di notte e un pezzo del mattino", Edizioni Torino Poesia)
S. | Martedì, 11 gennaio 2011 @09:53
Grazie Elisa, ho letto adesso il tuo commento. Hai ragione, sono solo preoccupata perchè vorrei che si sentisse capito e libero di parlare... Io sono più aperta di lui, anche se forse non sembra da come scrivo. E' vero, a molto uomini piace che la donna si appoggi, anche se non so se sia questo il caso... Con la mia spontaneità non ho mai conquistato nessuno, spero che questa possa essere la prima volta :-) Grazie mille!
S. | Martedì, 11 gennaio 2011 @09:36
Cara Lisa, sarebbe un argomento molto complesso. Io credo che lui ci sia un po' rimasto perchè non credo di essere riuscita a dimostrare un grande entusiasmo, nonostante i miei sforzi. E' una persona che ha avuto grossi problemi e capisco un maggior avvicinamento alla religione. Io lo ammiro molto, ma tutto questo è segno di una mancata serenità. Egoisticamente vorrei una situazione diversa ma non si può avere tutto e per la prima volta mi sento pronta a fare un sacrificio e mettercela tutta per andargli incontro e farla funzionare. Spero che lui se ne accorga e apprezzi. Buona giornata a tutti.
TheBlowersDaughter | Martedì, 11 gennaio 2011 @09:18
Ciao S.!
Io credo che più che consigliarti letture o autori sia importante dirti che, se questa persona vorrà approfondire il vostro rapporto, la vostra conoscenza, allora l'essenziale (come diceva la mia nonna tempi addietro) è essere se stessi. Non devi studiare per un esame, devi conoscere e far conoscere il tuo essere a qualcun altro che, se è vero quello che dicono, ti amerà per quelli che sei e non per le letture e le conoscenze in campo religioso che ti sei fatta in qualche giorno :-)
Concordo con Lisa, perché non partire proprio da questo? Perché non ricominciare insieme un cammino di fede?
Inoltre a molti uomini piace tanto quando ci si affida a loro :D)
Battute a parte ti auguro ogni bene!
Ciao, Elisa
Lunì | Lunedì, 10 gennaio 2011 @23:46
Cose che iniziano nel 2010: Noi.
Cose che finiscono nel 2010: il 2010.
Cose che iniziano nel 2011: il 2011.
Cose che finiscono nel 2011: Noi.
LISA | Lunedì, 10 gennaio 2011 @20:34
S., perché il consiglio di lettura non lo chiedi direttamente a lui? Può essere l'inizio di un dialogo, del dialogo con lui che cerchi. Senza aspettarti troppo: io, almeno, sono sempre diffidente di fronte alle persone mono-entusiaste, che si tratti di vino, di moda, di religione... e ahimé anche di poesia. Ma se non altro, si impara sempre qualcosa.
S. | Lunedì, 10 gennaio 2011 @18:09
In rete ho trovato anche "Dialogo sulla fede" di Jean Cocteau, qualcuno l'ha letto? Lisa, hai qualche suggerimento da darmi?
carla | Lunedì, 10 gennaio 2011 @17:12
A me piacciono anche gli scritti di Enzo Bianchi ha un sentimento ecumenico della religiosità senza escludere nessuno ( credenti e non, cristiani e non) credo che questo sia importante quando si parla di fede.
carla | Lunedì, 10 gennaio 2011 @17:08
Questi versi ricordano la" disperazione" dei famosi 1000E di Stella... ma come Stella sono capaci di aspettare che le cose vadano come vadano.
anonima per prudenza | Lunedì, 10 gennaio 2011 @16:33
Come ti capisco, S.! Lisa ti consiglierà sicuramente meglio di me, comunque potresti provare con gli scritti di Mons. Ravasi. Semplice e complesso, va letto con attenzione e un minimo di preparazione. tenta, se vuoi. Buona fortuna
S. | Lunedì, 10 gennaio 2011 @14:36
Scrivo di nuovo perchè spero possiate aiutarmi. Non vorrei sollevare polveroni con questa mia richiesta, ma non ho persone di fiducia con cui parlare di questo e ottenere un semplice suggerimento, quindi spero che qualcuno/a di voi possa invece farlo. Io sono credente, vado spesso in Chiesa ma non vado molto a Messa, nè ho mai fatto parte di gruppi come Scout o ACR o simili. Ho partecipato a un gruppo di preghiera anni fa, ma dopo poco ho smesso, non mi sono mai piaciute molto queste cose. Sto uscendo con un ragazzo che invece segue molto queste cose, è andato due volte in pellegrinaggio, partecipa ai gruppi di preghiera... Io vorrei che lui si sentisse libero di raccontarmi e di parlarmi di queste cose, che si sentisse capito, ma mi sento completamente impreparata ad affrontare l'argomento e anche un po' spaventata. Avreste delle letture da consigliarmi o comunque un consiglio da darmi? Vi siete mai trovati in questa situazione? Grazie mille.
Sabrina | Lunedì, 10 gennaio 2011 @12:17
Come mi piacerebbe essere capace di scrivere così. Scrivo sempre, ma una volta scrivevo anche poesie molto belle, che non scrivo più ormai da tempo, come se non riuscissi a dire a parole quello che ho dentro. Ma non ho perso la voglia di tentare. Bacioni a tutti
TheBlowersDaughter | Lunedì, 10 gennaio 2011 @12:03
... il fondo,
non riuscire più a rialzarsi,
o forse non avere semplicemente più voglia.
Eppure credo sia per questo che dopo 365 giorni si ricomincia,
un nuovo anno non è solo un nuovo anno,
è la possibilità di riprendere a vivere.
Antonella | Lunedì, 10 gennaio 2011 @10:55
Grande rientro in una Milano tristissima, una pioggerellina fastidiosa e una nebbiolina autunnale bruttissima.
Ma è iniziato un nuovo anno: il 2011.
Buona vita a tutti!!
Antonella
Mercoledì, 5 gennaio 2011 @09:13
"Nessun uomo ti farà sentire protetta e al sicuro come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali neri". Lo disse Coco Chanel e, visto che è lei, potremmo anche crederle. Purtroppo la regina dello chic fu molto fortunata col cachemire e meno in amore, e io, testarda romantica, al cappotto di cachemire preferisco comunque un marito. Ma di sicuro tutte - le sposate, le single e le semi-single, le innamoratissime e le sfidanzate proprio a Capodanno - concordano: con un cappotto di cachemire, ci si sente, comunque vada, molto amate.
Lo posso dire con sicurezza perché possiedo (le ho appena contate) ben tre sciarpone oversize di cachemire, più due plaid da usare in caso d’emergenza: emergenza affettiva, s’intende. Un vero e proprio capitale di morbidezza, accumulato in lunghi anni di meditati (o incontrollati, è lo stesso) acquisti. Fino al cappotto di cachemire consigliato da Coco non ci sono ancora arrivata ma, insomma, c’è tempo; ci vuole tempo, del resto, anche per mettere da parte il budget. Ma, sapete? Non mi sono mai pentita di quello che ho speso in cachemire. Di alcune borse sì; per non parlare delle scarpe. Ma del cachemire, mai. E consiglio, straconsiglio il saggio investimento. Così, se desiderate, fortemente desiderate qualcosa di caldo e voluttuoso, che abbracci senza farsi pregare e senza recriminazioni (a differenza di certi mariti e fidanzati), la soluzione è una sola: shopping. Shopping recessionista, s'intende, magari in saldo.
Ci sono i maglioni a collo alto, i maxicardigan, e gli abiti-cappotto da sfilarsi con una zip e indossare sopra i pantaloni o i leggings. Ci sono giacconi con cappuccio incorporato, e i berretti con guanti ton sur ton...
Come si indossa tutta questa morbidezza? Le celebrities si infilano un maximaglione sopra i jeans ed è fatta, basta abbinare un paio di stivaloni anti-freddo. E in sfilata ho visto grandi sciarpone o plaid drappeggiate sopra una gonna. Dunque è il caso che io esibisca le mie quasi-coperte anche in pubblico, come un maglione, sopra i jeans? Ci ho pensato… Ma, sinceramente, no. Perché ci sono morbidezze che si gustano meglio in privato. E ci sono sciarpe e stole e plaid di cachemire (o almeno in misto cachemire!), che odiano uscire, amano la clandestinità, e ci vogliono abbracciare solo a casa. Ci ricordano certi uomini, ma pazienza. L’importante è affondare completamente in quell’abbraccio, e dimenticare tutto, soprattutto il termometro sotto lo zero.
Questo, più o meno, è un articolo moda che ho scritto per Grazia. Io sono tornata nel mio gelido altrove, dal mio viaggio nella gelida America. Non mi sono mai separata dalla mia sciarpona di cachemire color panna, e mi chiedo, con in mano il prezioso investimento immobiliare: e adesso, come lo lavo? Sempre pericoloso lavare una coperta di Linus.
sara | Martedì, 11 gennaio 2011 @10:10
il cachemire si lava tranquillamente in lavatrice. Io ho solo maglioni di cachemire... viziata :)
LISA | Martedì, 11 gennaio 2011 @09:13
Che bello, NINA, tutti libri-blog! Un filo malinconici, però. Della von Arnim, forse, il mio preferito, oltre a "Un incantevole aprile", è "Il padre". E poi tutti i libri ambientati nel suo giardino...
Nina | Lunedì, 10 gennaio 2011 @11:17
Lisa, ecco la mia lista della spesa: "Lettere di una donna indipendente" e "Colpa d'amore" della Von Arnim, "Notturno ed altre poesie" della Sodergran, "Una canzone che ti strappa il cuore" di O’Connor e "Il vero amore non ha le nocciole" della mia amatissima Francesca Genti.
LISA | Lunedì, 10 gennaio 2011 @10:54
NINA, cosa ti arriva della "nostra" Elizabeth?
Nina | Lunedì, 10 gennaio 2011 @10:21
Lisa, mi hai già regalato alcuni 'libri cashemire' dei quali ti sarò sempre grata, come quello di Grossman. Una delusione di libro la Settima Onda... per fortuna che nel pomeriggio mi arriva "Poesie d'amore per ragazze kamikaze " di Francesca Genti e a giorni due libri di Elisabeth Von Arnim..non vedo l'ora!!!
LISA | Lunedì, 10 gennaio 2011 @09:36
Però NINA, "La settima onda", ovvero il sequel a "Le ho mai raccontato del vento del Nord", di Glattauer, è stata una delusione. L'ho letto solo per vedere come finiva... Di sicuro non un libro-cachemire! Ma vedrai, quest'anno, spero, di libri-cachemire ne arriveranno.
Nina | Domenica, 9 gennaio 2011 @21:19
Ciao Lisa, 'mentre aspetto il tuo ritorno' :-), domani, vero? ho seguito ancora il Vento del Nord iniziando a leggere "La settima onda" di Daniel Glattauer con il risultato, per ora, di avere una grandissima nostalgia di "Che tu sia per me il coltello"...un libro dal quale non riesco a separarmi, come una calda coperta di cachemire. A presto.
Hermione | Sabato, 8 gennaio 2011 @15:18
Semplicemente fantastica questa frase di Coco Chanel!
Giusy | Sabato, 8 gennaio 2011 @13:24
ciao, Mammanarchica, ancora una volta mi sono tanto divertita con il tuo racconto. Non ho coperte di cachemire ma un golfino, SI': l'ho sforacchiato con la sigaretta e rammendato sapientemente con un nonnulla di disperazione. La mia gatta invece ama il gesto "del panettiere" con non pochi danni. Non l'ho raccontato prima, per "pudore"
Sharon | Venerdì, 7 gennaio 2011 @15:43
Ciao Lisa! Che coincidenza, proprio ieri primo giorno di saldi qui a Roma, ho acquistato il mio primo maglioncino 100 % cachemire. Sull' etichetta c'è scritto " Happy Green" anche se a me ricorda più un verde acqua (che da buon nuotatrice agonistica per 10 anni, non posso dimenticare!)
Bèh, credo proprio che renderà "happy" anche le più tristi giornate invernali. :) Un bacione
mammanarchica | Giovedì, 6 gennaio 2011 @22:51
mia madre quando mi trasferii a genova mi regalò un plaid di cachemire pechè anche se genova ha il mare e un clima mite per lei sempre nord rimane
nord e freddo
sono passati 10 anni e il plaid è pieno di buchi
due di sigaretta
gli altri fatti dalla gatta
che presa troppo piccola non si è mai tolta il vizio di ciucciare
ecco io e la gatta sotto la coperta di cachemire ci sentiamo esattamente protette e al sicuro
thks mom!
TheBlowersDaughter | Giovedì, 6 gennaio 2011 @20:37
Brevettiamo brevettiamo, ho come l'impressione che molte donne ci sarebbero (tanto) grate!
Per nome in codice intendi the blower's daughter? É tratto dal titolo di una canzone di Damien Rice, il mio malinconico irlandese preferito.
(http://www.youtube.com/watch?v=5YDdcls5hNw&feature=youtube_gdata_player )
Grazia | Giovedì, 6 gennaio 2011 @16:28
Ciao Lisa e buon anno.
Sto passando le mie vacanze in letargo con indosso una vecchissima maglia di cachemire ormai rovinata ma sempre caldissima.
Io lavo le mie maglie e le sciarpe sempre a mano e le immergo nello Sfeltro (lo trovi al supermercato).
S entro il fruscio delle pagine del nuovo libro e lo aspetto con ansia.
Baci
SiMo | Giovedì, 6 gennaio 2011 @15:11
Una raccolta di poesie, si chiama Hai perso una goccia, pubblicata da Fermenti (e chiedo scusa per l'interruzione pubblicitaria :D). Allora confido nell'affidabilità delle Poste :)
anonima per prudenza | Giovedì, 6 gennaio 2011 @14:58
manca qualcosina: corpo completo di testa, con tanto di cervello..
anonima per prudenza | Giovedì, 6 gennaio 2011 @14:56
Anche a me piace molto l'dea di una tintoria per soli uomini, col corpo dentro. La chiamerei "bidibi bodibi bu" e per insegna, una bella bacchetta magica. La Befana porta via le feste, non le speranze e gli auguri di un Felice e sereno 2011. Vale per tutte voi.
LISA | Giovedì, 6 gennaio 2011 @13:43
Geniale l'idea di una tintoria dove lasciare i signori maschi, e ritirarli smacchiati e stirati. Brevettiamo? Ma intanto, ELISA ovvero TheBlowersDaughter, mi decodifichi il tuo nome in codice?
LISA | Giovedì, 6 gennaio 2011 @13:40
ARIA: parigine di cachemire come una nuvola... Bello, adoro le parigine. Ma, dubbio, staranno su?
LISA | Giovedì, 6 gennaio 2011 @13:39
Ma bene, SiMO! Romanzo? Poesie? Puoi farmelo avere, se vuoi, a mio nome alla redazione di Grazia, Mondadori, Segrate 20090, Milano. Quando passo di lì lo ritiro. Intanto, se vuoi dicci il titolo!
SiMo | Giovedì, 6 gennaio 2011 @12:59
Ciao Lisa, ti seguo da tempo su City, e da circa un anno sul sito. No, non sono uno stalker :) O forse sì, sono uno stalker delle parole, nel senso che, a furia di leggere i tuoi Buongiorno e i tuoi post, mi sono lasciato rapire dalla poesia... e ho finito per scrivere un libro! E insomma, se l'ho scritto (l'hanno pubblicato qualche mese fa) è anche COLPA tua, dei tuoi Buongiorno, dei tuoi post, che mi hanno ispirato, emozionato, coinvolto, stupito. E ri-insomma, mi piacerebbe farti avere questo libro, "fisicamente" o via mail (un libro in pdf non è il massimo, ma si fa quel che si può), per farti vedere ciò che a tua insaputa hai contribuito a creare. E' possibile in qualche modo?
Un abbraccio virtuale e un enorme grazie reale
Aria | Giovedì, 6 gennaio 2011 @09:41
Oh si, il cachemire è un investimento perfetto, qualche volta pure più dei diamanti. Col tempo migliora, soprattutto i maglioni: prendono la forma di chi li indossa e un pò lisi sono ancora più chic. Un cappotto di cachemire dura una vita (ma attenti alle tarme che ne vanno ghiotte) e anche di più, dato che si può lasciare in eredità a una figlia/nipote/amica. Però io quest'anno più del cappotto, desidero delle parigine di cachemire, per sentire piedi e gambe avvolti da una nuvola...
TheBlowersDaughter | Giovedì, 6 gennaio 2011 @08:58
A volte porterei in tintoria anche gli uomini, per lavargli via quell'arroganza mista a maschilismo che troppo spesso sfoggiano (un po' come la tua sciarpa di cachemire usata male). Andare a ritirirarli più ammorbiditi e meno macchiati (sia di vestiti sia di cervello) sarebbe più entusiasmante di qualsiasi cappotto "cachemiroso".
Bene, ora mi preparo per uscire, ho un cappotto da andare a comprare e un uomo, macchiato, da sopportare!
Elisa (Z. ;-)
LISA | Mercoledì, 5 gennaio 2011 @18:46
Sapessi, GIUSY: a volte lascerei in tintoria anche me stessa.
Giusy | Mercoledì, 5 gennaio 2011 @14:52
Ma sì Lisa, la tintoria!! te lo consiglia una Casalinga Vera, una vera "Terminator" dei capi che contano. E pensare che un po' di esperienza dovrei averla accumulata.
LISA | Mercoledì, 5 gennaio 2011 @13:43
FAN N° ONE: il mio nuovo libro sarà collezione estate o inverno? Ah, saperlo...
LISA | Mercoledì, 5 gennaio 2011 @13:42
Da vera casalinga solo telematica stavo vigliaccamente pensando alla tintoria.
Anonimo | Mercoledì, 5 gennaio 2011 @13:33
lavalo con lo shampo per capeli, a mano...
La Fan n°one | Mercoledì, 5 gennaio 2011 @12:28
Ciao Autrice, ho letto d'un fiato gli ultimi tuoi tre pezzi per Grazia e come al solito mi hanno molto divertita. Cachemire: a Natale ho ricevuto una sciarpona nella quale avvolgermi in casa durante l'ora di lettura vacanziera. Ma per leggere il tuo nuovo libro cosa dovremo indossare? Cachemire o lino? ;-)))
flo | Mercoledì, 5 gennaio 2011 @11:44
bellissimo testo. secondo me dobresti lavarla a mano, acqua fredda, woolite, non strozzandola ma come chi ti lava i capelli e poi appoggiarla su un asciugamano stesso su un stendino vicino a una fonte di calore. ciao lisa buon anno!
Domenica, 2 gennaio 2011 @19:48
Il bagel strapieno di egg salad che fanno nella minuscola deli (quasi un baretto) accanto a casa dell'amica newyorkese che ci ha ospitato. I taxi gialli che basta fermare con la mano. La tiara tutta glitter che vendevano i vu' cumprà indigeni per strada - e che ho visto praticamente addosso a tutte le ragazze la sera di Capodanno. Gli scoiattoli che scoiattolavano (lo so, il verbo non esiste, ma non è carino?) nella neve di Central Park (momento di grande romanticismo, rovinato quando il consorte mi ha fatto notare un'aquila che ne aveva appena catturato uno. E' la legge della natura, ha chiosato. O della giungla metropolitana? E dire che pensavo di avere sposato un uomo romantico). Le vetrine su strada di Starbucks, dove con un caffè (magari al caramello, bleah) nel bicchiere di carta i newyorkesi si fermano per ore, come una volta nei caffè di Vienna o Trieste; qui, unica differenza, sono davanti a un laptop, con connessione wifi gratis, compresa nel prezzo del caffé. Tutti i da me invidiatissimi newyorkesi che nella subway non leggono libri, ma "libri elettronici": Kindle o Nooks nell'astuccio nero. Un signore con i capelli viola avvistato in una libreria. Una bimba serissima con un cappottino rosso.
Mi è piaciuto anche, molto, un libro che ho letto in anteprima e che uscirà in Italia a metà gennaio: "Notti bianche", di André Aciman. Mi è piaciuto perché è la storia d'amore di un uomo e una donna che si incontrano la sera di Natale, e si rivedono, per otto notti, in una Manhattan innevata: esattamente com'era in questi giorni. Mi è piaciuto perché ho intervistato l'autore nel caffè di Barnes & Noble, la libreria con vista su Union Square, e un pochino era come sfogliare un romanzo. Ma di questo, vi racconterò più avanti.
Anonimo | Domenica, 20 febbraio 2011 @12:42
In questo cielo immenso e perso rivedo la mia anima smarrita nel deserto... sopita dagli aliti del vento che inarrestabile se ne va... in cerca di qualcuno o qualcosa che non c'è. Niente è come sembra, niente sarà mai più come prima, rimane solo il mio corpo, vivente, inespresso nei giorni a venire. Tina Melana
Sharon | Lunedì, 10 gennaio 2011 @17:16
... Vienna o Trieste reloaded o anche Scandinavian life. IL MIO SOGNO...
e Fiorenza hai detto bene: LIBRIDINEEEEE! ;)
Fiorenza | Venerdì, 7 gennaio 2011 @20:15
bè... VISTA...
Fiorenza | Venerdì, 7 gennaio 2011 @20:11
Bene, Sharon sono in linea col tuo punto di vosta: libridine!!!
LISA | Venerdì, 7 gennaio 2011 @19:16
Oh sì, SHARON, Starbucks c'è anche in Inghilterra, e a Londra c'è anche il mio negozio americano preferito, Anthropologie (a NYC però quest'anno non sono riuscita a comprarmi nulla, solo un paio di mutande, e dire che era tutto in saldo!). Sarà che invidio la possibilità di stare seduti ore al caffé con wifi gratuito? Mi sembra che faccia così Vienna o Trieste reloaded... E sui libri elettronici, ammetto: non sono ancora convertita, ma affascinata sì. Sarà che sono sempre più casalinga telematica!
Sharon | Venerdì, 7 gennaio 2011 @15:54
ancora Ciao! Scusa Lisa, non è per smontarti, ma anche in England ci sono gli Starbucks con vetrine su strada, e le inglesine con il loro laptop e un bel cappuccino nel bicchiere "Tall" di carta (comprese di connessione wifi gratuita). E poi una domanda: dicevi sul serio quando ti riferivi agli "invidiatissimi" newyorkesi che leggono i libri elettronici?
Personalmente, non rinuncerei mai al piacere che provo durante le mie ricerche letterarie... annusarne l' odore, e il piacere di sfogliarlo pagina dopo pagina, compresa l' ultima che solitamente mi crea un gran dispiacere (anche nel caso di un romanzo "a lieto fine"!).
UN LIBRO NON SI LEGGE SOLO CON GLI OCCHI!!!
Nina | Martedì, 4 gennaio 2011 @17:57
Mi è piaciuto molto "Chiamami col tuo nome" di Aciman, sono proprio curiosa di leggere in che modo sia stato ispirato da Dostoevskij per questa storia. Sì Lisa, regalati "Le notti bianche" appena puoi, ti piacerà, ne sono sicura. E' uno dei libri che rileggo più spesso, breve ma intenso e poetico, malinconico, struggente..
LISA | Martedì, 4 gennaio 2011 @15:05
DANIELA DALLA SCOZIA: certo che mi ricordo di te! La mamma amica di Emma che teneva il libro rosa sotto il letto, insieme agli occhiali, alla crema, allo smalto, giusto? Mamma di un bimbo nato prematuro? Segnala pure.
Daniela | Martedì, 4 gennaio 2011 @14:47
Ciao Lisa, non so se ti ricordi di me...sono Daniela, scrivo dalla Scozia. Vorrei segnalarti una mia iniziativa, ma non voglio farlo sul tuo blog senza chiederti il permesso. Scrivimi se ti va, ma non sentirti obbligata! storiedilunablu@hotmail.co.uk
Buon anno, Daniela
LISA | Martedì, 4 gennaio 2011 @11:47
LADY CHATTERLEY E NINA: confesso, non ho mai letto "Notti bianche" di Dostoevskij, ma a questo punto dovrò, anche perché Aciman mi ha detto che sì, c'entra... 'POVNA: quindi sei una Kindle-girl? Che effetto fa, rispetto ai libri di carta? Un amico neyorkese ha tentato di convincermi che è bellissimo leggerli sull'iPhone, dice che ha anche trovato un modo per sottolineare su video. Hmmm.
'povna | Martedì, 4 gennaio 2011 @01:03
piacevolmente incuriosita dal libro, decisa fan del kindle, ti ringrazio per la cronaca così densa di serendipity, e ti auguro un buon 2011, in ritardo, ma spero ancora in tempo
gilda | Lunedì, 3 gennaio 2011 @15:46
aspetto il libro con ansia. intanto grazie di questo assaggio niuiorchese (?!) ti abbraccio dalle vette ladine. e ti aspetto a milano.
Nina | Lunedì, 3 gennaio 2011 @10:08
E' uno dei libri della mia vita "Le notti Bianche" di Dostoevskij, storia di amore e di abbandono e ho amato tantissimo San Pietroburgo quei pochi giorni indimenticabili che sono stata lì. sono curiosa di leggere questo libro, lo metto nela lista dei prossimi dieci che voglio leggere... :-) grazie Lisa !!
Lady Chatterley | Lunedì, 3 gennaio 2011 @00:05
Grazie a Lisa ho pensato a Dostoevskij. Non so se il racconto di questo autore abbia attinenza con il romanzo di Aciman e attendo l'intervista. Però sono andata a vedere alcune sequenze del bel film di Luchino Visconti, con Mastroianni e la Schell. Niente a che vedere? Grazie comunque.