Venerdì, 29 aprile 2011 @10:07
"Rimasi quasi immobile mentre Toofat mi baciava – non durò poi molto – e pensavo "questa sono io, e lui mi sta baciando"; ma allo stesso tempo ripensavo a Thomas Hardy; guardavo l’albero con tutte le luci e il prato verde fuori dalle finestre; ascoltavo la musica che veniva dalla casa; odoravo il caprifoglio; e mi dicevo che volevo incidere nella memoria tutto questo, ogni piccolo dettaglio, per sempre"
(Diana Athill)
Il primo bacio.
Diana Athill è una scrittrice ed editor inglese, ormai novantenne: lavorò, tra gli altri, con Philip Roth, Simone de Beauvoir, Mordecai Richler (quello de "La versione di Barney", Adelphi, libro cattivo e geniale e besteller di qualche anno fa, l’avete letto?). La frase è tratta da un suo racconto pubblicato da Persephone Books, di cui vi ho raccontato nelle mie cronache di Londra. Perché la sua protagonista ripensa a Thomas Hardy? Perché, come spiega nel racconto, da ragazzina aveva letto in qualche romanzo di Hardy che il primo bacio è sempre deludente, e se lo ricorda proprio durante il primo bacio…
Come ogni venerdì, trovate il Buongiorno di oggi anche in inglese, nella parte globish del sito. E, se vi piace, diffondete, mandate, linkate i vostri amici che parlano globish!
daniela | Venerdì, 6 maggio 2011 @13:15
Si Lisa, ci hai azzeccato con la descrizione del mio libro, ti faro' poi sapere e una copia te la mando di sicuro, alla redazione di Grazia, vero?Mi hai fatto venire una voglia di Sicilia...paste alla ricotta col caffe'...Svengo!!! ps sto cercando di passare parola sulla versione globish fra i miei amici English speaking.
stefania | Lunedì, 2 maggio 2011 @14:47
l'ho visto di sfuggiata questo matrimonio, qualche flash..correndo da una stanza all'altra..peccato!!! mi piacciono da impazzire i cappellini reali, così poco portabili, buffi e pieni di vita propria..se ne stanno lì ..in punta di capello e attirano gli sguardi di tutti, il vestito non te lo ricordi più...ma il cappellino....
patrizia fiorista | Lunedì, 2 maggio 2011 @14:16
Certo Lisa che l'ho notato, i mughetti i preferiti della mia mamma, anche se io ci avrei messo un puntino di rosa, magari qualche piccola rosa tea con quei bellissimi ellebori che ho notato sull'altare, e mi hanno entusiasmato gli alberi lungo la navata. E sai che ti dico ci avrei messo anche un ciuffetto di erica!!!!
Fior d'arancio per tutte Patri
fiorenzaccia | Lunedì, 2 maggio 2011 @01:11
Come dice Sabrina è stato veramente bello il matrimonio reale. Niente da eccepire sugli sposi. Avrei qualche riserva su Camilla e consorte-principe-aspirante-al trono-di poche speranze. La Camillona,tutta rosea e pieghettata ma con grande cappellaccio. Senza Tampax, si suppone, vista l'età. Ergo, serenità da parte di Carlo ormai scevro da inutili gelosie. Guastafeste me lo dico da sola!!!
Lady Chatterley | Domenica, 1 maggio 2011 @22:07
Dopo aver svolazzato tra le mie mails, ritorno per ricordare a proposito di cappelli, non solo le larghe tese, ma soprattutto quei panettoni mignon , simili a quelli di anastasia e genoveffa, poverine! Di pessimo gusto anche se inalberati da alcune beltà.
Lady Chatterley | Domenica, 1 maggio 2011 @21:10
Confermo, Lisa, le due "nipotine" reali sembravano veramente le sorellastre di Cenerentola, ma chissà, magari sono buone e gentili. al di là della bella coppia (speriamo che non arrivino a tirarsi toast, bacon o muffins per colazione o per il té) una gran parte dei cappelli e, spero, non quel che nascondevano, era orribile ! ma a pensarci bene quelle larghe tese addolcivano, e molto. Uno spasso!
LISA | Domenica, 1 maggio 2011 @20:20
SABRINA: ma cosa sarebbe un matrimonio inglese senza un cappellino agghiacciante? A me comunque è piaciuto quello della spagnola Miriam Gonzalez Durantez, la moglie del politico lib dem Nick Clegg: sembrava un enorme papavero! Terribili invece quelli di Eugenie e Beatrice, le figlie di Sarah: sembravano Anastasia e Genoveffa della favola di Cenerentola...
Sabrina | Domenica, 1 maggio 2011 @20:09
Bellissimo il matrimonio reale! Io li ho visti ai tempi dell'Università e del mio erasmus a Saint Andrews, siamo dello stesso anno...! Mi piacciono molto, il giorno del matrimomio soprattutto il principe aveva l'espressione naturale di un ragazzo che si stava sposando, lontano dall'etichetta di corte... Il vestito della sposa mi è piaciuto soprattutto per le maniche, ma un po' troppo puntuto e poco originale, secondo me. Per quanto riguarda gli invitati, è stata davvero una sfilata degli orrori, tra abiti e cappellini agghiaccianti! Altro che cosa mettersi per l'occasione, la maggior parte di noi avrebbe trovato qualcosa di più carino :-)))
Buona serata a tutti!
LISA | Domenica, 1 maggio 2011 @19:55
DANIELA in Scozia: guardato! Dalla trama sembra una storia un po' alla Cecelia Ahern meets Isabel Allende, o sbaglio? Con un pizzico di realismo magico. Per ora è un pre-order, facci sapere quando esce... E congratulazioni! (E sì, ce l'ho ancora il libro di Sex and the City, è sopravvissuto ai traslochi).
Daniela | Domenica, 1 maggio 2011 @19:42
Ciao lisa!qui in Scozia c'e' stata la febbre da matrimonio reale, e' vero il vestito era proprio molto Grace Kelly..ps il mio libro e'finalmente su amazon.uk, per ora solo in inglese..dai un'occhiata se ti va, Watch Over Me di Daniela Sacerdoti..appena esce in italiano te lo mando!a proposito ce l'hai ancora il libro di Sex and The city che ti avevo mandato?
LISA | Domenica, 1 maggio 2011 @19:42
Ma sempre a proposito del Royal Wedding, avete notato - di sicuro l'ha notato PATRIZIA FIORISTA - il piccolo bouquet fatto quasi tutto di mughetti?
nina | Sabato, 30 aprile 2011 @10:53
il bacio è una cosa proprio intima, di cuore, sì. Più del sesso migliore che potremmo fare chè a volte il sesso si può fare per rabbia, per solitudine. Mi viene in mente quella scena in Pretty Woman quando l'amica pazzarella di Vivian, lei veramente out e fuori dagli schemi e senza principe azzurro simil -gelido/ oddio c'ho le vertigini /non posso amarti, le dice: "noooo, l'hai baciato???? Non si fa vivian, non si fa...". Buon sabato a tutte !
una a caso | Sabato, 30 aprile 2011 @08:52
vorrei vedere voi al loro posto !!!!!!!! non vi è bastato quel fuori scena :you are beautiful . i love you ?
Adele | Venerdì, 29 aprile 2011 @22:45
non sono molto appassionata di matrimoni, soprattutto Reali. Inevitabile sottrarsi alla visione della bella Kate, tutta stretta in un corpetto troppo, come dire? "puntuto" reggipetto armato, insomma. L'inquadratura che più mi ha divertito è stata quella sul cappello a cilindro della regina, completo di piuma e tutto giallo come il resto del suo abbigliamento. perdiamoci pure in queste sciocchezze, una volta tanto.
LISA | Venerdì, 29 aprile 2011 @19:39
Sono in Sicilia, e mentre William e Kate si sposavano ero molto lontana da tutto, anche da una televisione. Finalmente (sono sull'isola di Favignana), ho raggiungo un bar, e ordinando un caffè ho interrogato la barista sulll'abito di Kate: "Ah, mi ricordava tanto Grace Kelly", ha detto l'anziana signora con un sospiro e un meraviglioso accento siciliano. Ora che ho ripreso possesso del mio laptop e ho visto finalmente un video, confermo: è una citazione di Grace Kelly, sorriso compreso. Ed è una dichiarazione, come tutte noi giornaliste fintoglam ci aspettavamo, a favore della moda inglese: l'abito infatti è stato disegnato da Sarah Burton, l'assistente di Alexander McQueen, che dopo il suicidio dello stilista ha preso in mano il brand. (L'unica cosa invece che ha notato il Consorte è stata la cabrio su cui sono saliti gli sposi: un'Aston Martin, mi ha spiegato guardandola con la coda dell'occhio. Boys and their toys).
Lady Chatterley | Venerdì, 29 aprile 2011 @18:57
mi correggo: pulcino, ovviamente ma a pensarci bene anche pulcinio. mi ha fatto sorridere, così, tutta gialla
Lady Chatterley | Venerdì, 29 aprile 2011 @18:51
a m,e è piaciuta Elisabetta, versione Pulcinio Gigante!
carla | Venerdì, 29 aprile 2011 @15:45
Pensavo che la tua anima romantic-britsh oggi rivolgesse al matrimonio del secolo!!
Ho visto qualche immagine in televisione e devo dire che Kate mi è piaciuta !
woland | Venerdì, 29 aprile 2011 @15:41
...e ogni primo bacio è sempre la stessa emozione...
Lele | Venerdì, 29 aprile 2011 @12:08
La delicatezza del primo bacio. Quanta emozione!
paola | Venerdì, 29 aprile 2011 @11:45
il primo bacio? ti sembrerà strano ma io non riesco togliermi dalla testa il mio ultimo bacio....
Giovedì, 28 aprile 2011 @08:25
"In fondo, imparare una nuova lingua non era diverso dall’imparare a innamorarsi del proprio marito una seconda volta".
(Dinaw Mengestu)
Riavvicinarsi. Scoprirsi di nuovo, capirsi di nuovo: provarci. Un po’ come imparare una lingua straniera. Sono le cose di sempre – prendere un autobus, ordinare un caffè – ma com’è difficile farlo, se non abbiamo ancora le parole per dirlo.
La frase di oggi è tratta da "Leggere il vento", di Dinaw Mengestu (Piemme), sicuramente il più bello dei romanzi che ho letto per scrivere questo pezzo per Grazia, sugli amori ritrovati.
La storia è questa. L’avete incontrato, vi si siete innamorate, con lui c’è stato un bacio – solo un bacio, ma che bacio, di quelli che durano pagine di romanzo, scene intere di film – e poi se n’è andato, lontano oceani. Dicendo che tornerà. Passano gli anni e lui in effetti torna: sotto forma di lettera, però (ma chi scrive più lettere adesso? Facciamo sotto forma di mail, o sms); chiedendovi comunque di partire, raggiungerlo, cominciare una nuova vita insieme. Bene, voi che fate? Vi lascio con l’interrogativo (ma magari, vi è successo o vi sta succedendo), e vi dico invece quel che fa Alcina, la protagonista di "Tutta la vita" (Longanesi): prende la prima nave per l’Argentina, e parte. La nave e non l’aereo, perché nel romanzo di Romana Petri siamo nel 1948, e Alcina è un’ex partigiana nella campagna umbra. E il libro è un feuilletton scritto con linguaggio quasi antico, anche se Alcina poi, a Buenos Aires, non troverà solo l’amore ma anche gli orrori della dittatura. Ma non andiamo avanti di troppe pagine…
No: concentriamoci sulle pagine, quelle di libri appena usciti o che stanno uscendo, dove di questo si parla. Di amori che vanno e tornano, di amori che aspettiamo e che riappaiono quando ormai non ci speravamo più. "Eppure io non ho mai rincorso un perduto amore", dice Romana Petri. "La vita è troppo breve per sprecarla in rimpianti; il mondo è vastissimo, ricco di doni e traversie. Io uso il passato per scrivere, e il futuro per vivere". Ma allora Alcina, la sua protagonista? "Quello tra Alcina e Spaltero è un amore autentico, compiuto, d’una forza quasi virile. Un amore esemplare. Mi sembra siano gli unici per i quali valga la pena".
Attenzione, allora: perché il rischio degli amori perduti è quello di trasformarsi in amori-cartolina. Così li liquida, con una buffa immagine pop, Luca Bianchini: "L’aveva semplicemente idealizzata: una cartolina incorniciata cui aggrapparsi ogni volta che ne sentiva il bisogno, quando l’autostima era sotto le scarpe o un cliente si permetteva di chiedergli se era sposato". E’ una frase sfilata al suo ultimo romanzo, "Siamo solo amici" (Mondadori). Dove c’è Giacomo, solo e solitario portiere d’albergo a Venezia, e la "sua" cartolina: Elena, una "madamina" torinese. Con lei, arrivata in laguna col marito, c’era stato poco e moltissimo: una passeggiata, un gelato, un bacio… Finché, improvvisamente, inaspettatamente, riappare. Solo una cartolina? "Non è detto: ci sono amori speciali che rimangono congelati per anni; ma poi, se ci si rivede, si torna in un flash all’attrazione originaria. Non ci sono spiegazioni: è chimica". A tornare, nel suo libro, è anche l’amico perduto, di cui Giacomo era, forse, innamorato… Già: forse il protagonista è etero, forse è bisex, forse non importa. In ogni caso, è una moltiplicazione delle possibilità di amare. "Dal punto di vista narrativo, sono le storie più interessanti; e appena posso mi ci butto, per far vibrare tutte le corde dell’amore".
Eppure gli amori perduti, quello che poteva essere e non è stato, continuano a commuoverci, toccarci, a illuderci: perché hanno in sé una carica fortissima di sogno. E’ l’idea, quasi magica, di ritrovare ciò che eravamo. Ed è quello che sognano due uomini in un bizzarro viaggio on the road dalla Puglia verso Nord (e ritorno): sono i protagonisti di "Il mare perché corre", di Livio Romano, appena uscito per Fernandel. Uno ha 46 anni, l’altro 82. "Si chiamano entrambi Piero, uno speculare all’altro, con storie e trascorsi che sembrano due tessere di un puzzle che aspettavano di combaciare", racconta Livio Romano. "Anche le donne perdute sono antitetiche. Una ebrea, sopravvissuta ai lager nazisti. L’altra musulmana, un giovane medico di Mostar. Entrambe scampate a una guerra orrenda. Il vecchio Piero del suo amore cerca ancora l’aura, il profumo, un’ultima volta prima di morire. Piero il giovane, invece, solo con Helena si è sentito vivo, davvero. Quando lei lo molla, non può far altro che mettersi dentro a una vecchia BMW e andarsela a riprendere, a 1200 km di distanza". Ma arriva sempre un momento nella vita in cui ci si ritrova a fantasticare su un perduto amore? "A volte, e per gli uomini è un classico – è Baglioni: "Adesso che/ saprei cosa dire, adesso che/ saprei cosa fare". Che si può tradurre in: adesso che e –in definitiva- ho imparato a fare sesso in maniera magistrale…".
A volte però l’amore da ritrovare è un altro. E’ quello in matrimoni dove la tenerezza si è sfaldata, e va ricucita, rammendata. Nello struggente "Leggere il vento", di Dinaw Mengestu (Piemme), c’è Mariam, ragazza etiope che raggiunge, dopo anni di guerre e separazione, il marito in America, e pensa: "In fondo, imparare una nuova lingua non era diverso dall’imparare a innamorarsi del proprio marito una seconda volta". Forse perché, come dice Mengestu, che tra l’altro è per il New Yorker tra i più interessanti scrittori americani under 40: "Il motivo per cui molti matrimoni si spezzano, compreso quello nel mio libro, è l’incapacità di comunicare, di tradurre in parole quello che proviamo e pensiamo. E, ovviamente, l’incapacità di ascoltare". Ma forse questa è una debolezza degli scrittori: pensare che grazie alle parole si possa sempre trovare, e ritrovare, un amore.
innamorato | Domenica, 6 novembre 2011 @12:06
Grazie Lisa,le tue poesie e i tuoi aforismi mi han fatto riscoprire una cosa che avevo dimenticato in un cassetto dell'armadio, in quella stanza che alcuni illusi chiamano ancora alcova dell'amore.Il mio cuore è adesso molto più in là! Grazie ancora T.V.B.
Giusy d'antan | Venerdì, 29 aprile 2011 @13:29
Belle le parole di Patri, vere e sentite. Le sue nozze d'argento brillano come un diamante. Un saluto a questa ragazza con le mani sempre colme di fiori e di bei pensieri. Giusy
paola | Venerdì, 29 aprile 2011 @11:43
un matrimonio durato 4 anni che non avrebbe dovuto, neanche, essere celebrato. Una convivenza di dodici anni che è stata l'amore della mia vita, quell'amore che rimpiangi e che sei certa di non ritrovare in nessun'altro...un'amore tutto al femminile.
Carla | Giovedì, 28 aprile 2011 @15:01
I miei nonni sono stati insieme settanta anni ( forse gli ultimi cinque possono non contarsi per via della malattia) ma credo che inevitabilmente si siano persi ( si sono conosciuti ai tempi della guerra) e ritrovati ... mia nonna racconta di aver scoperto di avere un marito quando si sono trasferiti a Milano; lui è diventato un uomo diverso e lei ha iniziato ( finalmente!) a lavorare....
patrizia fiorista | Giovedì, 28 aprile 2011 @14:27
Quando abbiamo perso nostra figlia ci siamo persi anche noi, nel dolore, nel cercare il modo di ritornare a vivere. Poi un giorno ti guardi e scopri che non ci sono altri occhi che vorresti guardare se non questi che ti fanno battere forte il cuore, e così stiamo organizzando la festa per il nostro 25 di romantico coniugale. Mughetti per tutti Patri
nina | Giovedì, 28 aprile 2011 @14:00
Sono esageratamente istintiva e passionale per avere rimpianti e troppo ipocondriaca per non aver paura della morte che rende la vita così breve..
Giusy | Giovedì, 28 aprile 2011 @13:54
Ho letto tutto l'articolo, riga dopo riga anche se la poltroncina davanti al pc sta scottando un pochino...mi attendono incombenze da casalinga, ahimé, e questa è stata una boccata di ossigeno.
Sharon | Giovedì, 28 aprile 2011 @13:39
"Adesso che/ saprei cosa dire, adesso che/ saprei cosa fare". Che si può tradurre in: adesso che e –in definitiva- ho imparato a fare sesso in maniera magistrale…".
FANTASTICO! ;)
una a caso | Giovedì, 28 aprile 2011 @12:51
forse è meglio mettere da parte vecchi ricordi,senza perderli, per fare posto ad altri nuovi.e vivere quello che deve succedere ..ritrovare ,rivivere,ricostruire non sono poi dei bellissimi verbi ,io li sostiruirei con esplorare ,sognare ,scoprire ,vivere .
Mercoledì, 27 aprile 2011 @08:54
"Ti conosci ma non abbastanza per fronteggiare il terrore di un cielo
troppo scuro sopra la tua testa e di un blu
troppo profondo per essere semplicemente mare.
Dentro o dopo c’è un bianco accecante – tu lo chiami amore"
(Daniela Attanasio)
Quel che ci abbaglia, è quel che chiamiamo amore. Per questo non dobbiamo avere paura.
(La poesia di oggi è tratta da "Il ritorno all’isola", Daniela Attanasio, Nino Aragno Editore)
LISA | Venerdì, 29 aprile 2011 @19:20
SUSANNE: un amore che arriva quasi a cinquant'anni. Bellissimo. Mi piacerebbe tanto sapere la storia...
Susanne | Venerdì, 29 aprile 2011 @16:47
Rispsta a Paola B.
Cara Paola, fino a due settimane ero come te: cercavo, invano, l'amore. Finalmente, dopo sedici anni da madre single, professionista, mi ero arresa: compierò i 50 anni quest'estate e non credevo più in un miracolo. Non credevo più che mi sarei capitata un'ultima storia d'amore, quella che dura fino alla fine. Eppure, è arrivata. E' arrivata proprio in queste due settimane trascorse, e sono abbagliata, scossa, completamente incredula, e molto sicura:) Non mollare, dunque, non mollare. O dovrei forse proprio dire: mollare? per ritrovare? L'Amore ritorna, diceva Rubini: ha ragione. Tua, Susanne
Farfalla | Mercoledì, 27 aprile 2011 @20:43
Quello che mi ha abbagliato - e non ci ricasco - era passione, più che amore. Quel sentimento profondo che non acceca, che ti rende viva, partecipe, coraggiosa è amore e non riguarda solo la sfera dei sensi, è condivisione è voglia di fiducia che scaccia la paura.
Paola B. | Mercoledì, 27 aprile 2011 @13:06
quel bianco accecante chiamato amore si riesce a vederlo solo una volta nella vita...io lo sto cercando invano da quasi 10 anni, da quando ho perso l'originale.
nina | Mercoledì, 27 aprile 2011 @10:51
amore...nei giorni del mio miglior cinismo affermo, certa e indomita ,che non esiste, non si tocca, è un'invenzione non brevettata alla quale fin da bambina dovevo essere educata, senza essere abbandonata.
Giuliano | Mercoledì, 27 aprile 2011 @09:11
Bello e assolutamente condivisibile questo pensiero. Il problema è: come farlo capire alla propria dolce metà?
Martedì, 26 aprile 2011 @08:01
"Già sulle rive dello Xanto ritornano i cavalli,
gli uccelli di palude scendono dal cielo,
dalle cime dei monti
si libera azzurra fredda l’acqua e la vite
fiorisce e la verde canna spunta.
Già nelle valli risuonano
canti di primavera."
(Alceo)
Finalmente, primavera.
I versi che ho scelto oggi per City sono di Alceo e sono stati tradotti da un poeta: Salvatore Quasimodo, nei "Lirici greci" (Mondadori).
annetta | Venerdì, 29 aprile 2011 @13:55
..e lo stracotto d'asina, la mostarda, il salame nostrano, il risotto con le salamelle, gli agnoli in brodo col lambrusco, il luccio in salsa, la sbrisolona... anche questa è poesia a modo suo! Chi ha la fortuna di nascere in un bel posto dove si mangia bene, normalmente capisce fin da piccolo cosa vuol dire "godersi la vita" :-))) Buon wend a tutti
LISA | Giovedì, 28 aprile 2011 @16:31
ANNETTA: certo, e i tortelli di zucca... slurp!
annetta | Giovedì, 28 aprile 2011 @09:15
Mantua me genuit, Mediolanum me rapueri....
Conosci Mantova?
LISA | Giovedì, 28 aprile 2011 @08:19
ANNETTA, che bello. Ma che città è?
nina | Mercoledì, 27 aprile 2011 @19:49
io sogno di saltare la primavera e l'estate, così, con un salto, dall'uno al sei della 'campana', per volare fino ad ottobre...
annetta | Mercoledì, 27 aprile 2011 @14:19
Vengo da una città circondata dall'acqua, dove gli aironi svernano tra la nebbia...nelle mattine di primavera si scorgono le cime dei monti innevati nella foschia, e la canna verde ricomincia a spuntare sulle rive.
Mancano i cavalli, ma per il resto c'è tutto...
Grazie Lisa per questa perla che mi ricorda la mia città.
woland | Mercoledì, 27 aprile 2011 @08:59
...e a me già mancano l'inverno, l'abbraccio delle sciarpe, le coperte pesanti, i riscaldamenti accesi...
Gianni Rodari - Il gatto inverno
Ai vetri della scuola stamattina
l'inverno strofina
la sua schiena nuvolosa
come un vecchio gatto grigio:
con la nebbia fa i giochi di prestigio,
le case fa sparire
e ricomparire;
con le zampe imbianca il suolo
e per coda ha un ghiacciolo
Sì, signora maestra,
mi sono un po' distratto
ma per forza, con quel gatto,
con l'inverno alla finestra
che mi ruba i pensieri
e se li porta in slitta
per allegri sentieri.
Invano io li richiamo:
si saranno impigliati in qualche ramo
spoglio ;
e per dolce imbrogliochiotti, chiotti,
fingon d'esser merli e passerotti.
fiorenzaccia | Martedì, 26 aprile 2011 @16:44
Uhh, bella la rima cuor-amor. Ci voleva nel bel mezzo della primavera, a ogni cuor che spera e a ogni fior che ti sussurra Amor....
Contributo Buongiorno CITY | Martedì, 26 aprile 2011 @14:50
PENSIERO
Tra l’arido asfalto e la crepa di un cuor,
è spuntato or ora un fragile fior;
si rinnova la vita, guarisce ogni cuor
un umile gesto di semplice amor.
S.Perrella
Giusy | Martedì, 26 aprile 2011 @14:01
Già che ci sono...sarà un frammento, forse, ed è molto bello, ottima scelta.
raffaellacheama | Martedì, 26 aprile 2011 @08:46
la lirica greca profuma di primavera e di antichità che si rinnova... buona giornata Lisa
stefania | Martedì, 26 aprile 2011 @08:41
oggi non tanto primavera, cielo cupo e pioggiarellina fastidiosa.
in ogni caso sarà una giornata da inventare
Sabato, 23 aprile 2011 @09:13
Sono appena tornata da Londra. Glicini in fiore e tulipani, ma il meglio dei parchi londinesi è poter camminare a piedi nudi sull’erba e fare un pic nic fusion: noodles piccanti in versione thai comprati da Wagamama (una catena iper-golosa di cibi orientali), da mangiare sdraiati sotto un albero in fiore… Anzi, sdraiate, perché ero con un’amica (ospite del suo divano a Chelsea). Molto romantico, e anche se entrambe eravamo senza consorte, pazienza; ci sono cose romantiche anche da fare con le amiche. Altri momenti meravigliosi di Londra: prendere la bici in affitto e lasciarla dove vuoi; le patatine di Eat, fatte non di patate ma di barbabietole e carote croccanti (e di una radice strana che in inglese si chiama "parnsip", in italiano pastinaca, ma è deliziosa); le "mugs", le tazze con le facce di William e Kate, in vendita ovunque; camminare sul Millennium Bridge la sera, dopo aver passato il pomeriggio alla Tate.
E la libreria più romantica che ci sia: Persephone Books, l’unica che conosco con vasi colmi di fiori e giacinti tra i libri; vecchi tavoli, e una poltrona vintage. Persephone Books pubblica solo riedizioni: di libri introvabili, non più in commercio, quasi tutti di donne, quasi tutti inglesi, e tutti di un bel grigio perla, mentre il "risguardo" di copertina ha la stampa di un tessuto coevo all’epoca. Bellissimi, vero? Eccoli: http://www.persephonebooks.co.uk/ E in più hanno il grande merito di aver scoperto e ripubblicato un libro dimenticato degli anni Trenta, che poi è diventato un film, ed è anche stato tradotto in italiano: "Un giorno di gloria per Miss Pettigrew", di Winifred Watson (Neri Pozza). Un libro di quelli che ti scaldano come un maglione.
Poteva mancare un’avventura glam cheap? Ovviamente no. E infatti, visto che proprio davanti a casa della mia amica c’era il negozio di Manolo Blahnik (le scarpe preferite di Carrie-SJP, ma non le mie), prima di partire l’ho trascinata dentro, a provarsi scarpe che costano come un affitto (neanche un prezzo in vetrina, che fa poco chic, ma noi abbiamo chiesto, così tanto per farci del male). Il commesso, mingherlino e ovviamente gay, non ha battuto ciglio di fronte ai miei piedi con unghie non laccate, che necessitavano urgentemente di cure e pedicure (che vergogna), e mi ha fatto provare tutto quello che mi ingolosiva. Le più belle? Un paio di sandali di lucertola. Prezzo? Che sarà mai, ha dichiarato il commesso, un paio di scarpe di lucertola dura per sempre. Con questo dubbio, ma con bene in mente il cartellino del prezzo, sono tornata a casa.
A questo punto, buona Pasqua o, come dicono a Trieste, "boni ovi"!
Giusy | Martedì, 26 aprile 2011 @13:53
E così, grazie a Patri, posso dare un nome a quegli incantevoli fiori...e quando li troverò, belli e freschissimi, li metterò in un vaso e penserò come spesso mi accade ad un'amica esperta in botanica ! Ciao Patrizia fiorista, sapessi come mi piacciono anche le gardenie...
Lele | Martedì, 26 aprile 2011 @10:17
No! Perchè cancellare i tuoi auguri cara amica Lady Chatterley. Anzi apprezzo molto quando qualcuno mi ricorda che devo guardarmi intorno! Te lo prometto lo farò... auguri di cuore
LISA | Martedì, 26 aprile 2011 @08:08
PATRIZIA FIORISTA: mi piacciono gli Agapanthus, o Agapanti. Li ho scoperti tanti anni fa "down under", in Australia: fiorivano, blu, azzurri, nei giardini, nei viali, per strada.
Lady chatterley | Domenica, 24 aprile 2011 @21:28
Lele, mettici davvero l'oceano in mezzo tra te e il tuo ex, ohh ! e basta con i rimpianti , guardati intorno piuttosto. Buona pasquetta e forse mi cancellerai dagli auguri e forse ti arrabbierai con me. Pazienza!!!
Lele | Domenica, 24 aprile 2011 @16:28
AUGURO A TUTTE LE AMICHE DI QUESTO DELIZIOSISSIMO BLOG ETAD A LISA IN PARTICOLARE UNA FELICE PASQUA E TANTA TANTA SERENITA'.
HAPPY EASTER ANCHE AL MIO EX OLTREOCEANO...
Naomi | Domenica, 24 aprile 2011 @14:54
Augurissimi Lisa!
patrizia fiorista | Domenica, 24 aprile 2011 @13:23
Finalmente ho finito di lavorare, in ritardo auguro Buona Pasqua a tutti. Auguri sereni anche a te Giusy, per il bianco e blu prova con l'agapanto dura tanto in casa come fiore reciso ed è o bianco o blu.
Gardenie profumate per tutti Patri
Lila | Domenica, 24 aprile 2011 @00:01
Buona Pasqua anche a Te, col cuore!
Lady Chatterley | Sabato, 23 aprile 2011 @20:34
Bello, Lisa. Un low cost e parto anch'io,solo per dimenticare i giardini e i parchi terrosi della mia città, per quanto riguarda il divertente episodio di unghie non laccate e imperfette...sfido tutte le mortali ad avere piedini impeccabili prima dei sandali ! e anche dopo...
stefania | Sabato, 23 aprile 2011 @16:19
auguro a tutti una buona pasqua serena e piena di leggerezza
heidi | Sabato, 23 aprile 2011 @15:48
Buona Pasqua anche a te, Lisa.
Giusy | Sabato, 23 aprile 2011 @15:15
e anche a te, Patri. Oggi sono stata tentata da un mazzetto di anemoni ma erano tutti rossi, nemmeno un po' di bianco e di blu... ho rinunciato. Ciao!
malu63 | Sabato, 23 aprile 2011 @14:26
Lisa auguri di Buona Pasqua, a te e tuti gli amici del blog.
Giusy d'antan | Sabato, 23 aprile 2011 @13:44
E' sempre un piacere leggerti, Lisa. Incantevole la descrizione dei parchi, della libreria... and so on. precisa precisa a quella che la scrivente farebbe dei parchi, delle librerie etc. etc. della città in cui vive. Beh, sto ironizzando, si capisce, vero? Buona Pasqua e boni ovi anche a te, e a tutti coloro che aprrezzano il tuo blog.
Postilla: mio marito si ostina ad aggiungere " boni ovi" anche qui, e leggo un lampo di stupore, misto a diffidenza, in chi li riceve. Inguaribile triestinità. Di nuovo, auguri di cuore.
Susy Anne | Sabato, 23 aprile 2011 @13:15
Ciao Lisa, a metà maggo finalmente sarò anch'io a Londra in compagnia di buone amiche.. aver letto delle tue giornate londinesi mi ha fatto pregustare l'atmosfera che ho voglia di assaporare.. *_* Buona Pasqua :)
una a caso | Sabato, 23 aprile 2011 @09:38
good morning how are you ? your week end in london is great and fashonable as all your week ends .... it recalls me i have some pamsips roots i bought there some weeks ago and i have still to plant them ......... buona pasqua dal mare il tramonto non era bellissimo ma di un rosso velato che ti sarebbe piaciuto
Venerdì, 22 aprile 2011 @07:52
"Nell’inverno del 1972 R e io ci lasciammo, o piuttosto dovrei dire che fu lui a lasciare me. Si giustificò con ragioni vaghe, ma in sostanza disse di avere un io segreto, un io vile e spregevole che non avrebbe mai potuto mostrarmi: aveva bisogno di andarsene, come un animale malato… Cercai di oppormi, ma fu tutto inutile."
(Nicole Krauss)
E ancora adesso, non capisco perché non sei qui, qui con me.
La frase di oggi è tratta dall'ultimo romanzo di Nicole Krauss, "La grande casa" (Guanda). E' un libro che, come la scrivania antica a cui è ispirato, ha molti, forse troppi cassetti. E’ fatto di voci a incastro: le persone che hanno usato la scrivania, ma non solo loro; ed è questo il problema, perché alla fine, chiuso il libro, rimangono dei punti di domanda e dei misteri insoluti. Ma questa, forse, è la vita...
Ecco comunque l'intervista che ho fatto a Nicole Krauss per Il Piccolo. Nella parte globish del blog troverete, come ogni venerdì, la frase in inglese. Friday Poetry, come la chiama una mia amica danese che vive in Cina: più globish di così!
Dopo aver finito di leggere questo libro, non riuscirete più a guardare nello stesso modo la vostra scrivania. Soprattutto se è antica, o semplicemente vecchia, usata, trovata magari nella cantina di famiglia. Perché è una scrivania, con i suoi misteri, i suoi segreti, la vera protagonista dell’appassionato "La grande casa" (Guanda), il nuovo romanzo della scrittrice americana Nicole Krauss (che, anche se lei non ha piacere che lo si sottolinei, è la moglie di Jonathan Safran Foer: di cui forse molti tra di voi avranno letto "Ogni cosa è illuminata", o, come me, lo straordinario "Molto forte, incredibilmente vicino"). Una scrivania, dunque, che viene raccontata da quattro voci: si comincia a New York, con una donna a cui viene prestata, negli anni Settanta, insieme ad altri mobili, da un poeta cileno che sta tornando in patria, ma che dal Cile della repressione non tornerà più indietro… Poi la scrivania ci porta a Londra, in Israele, ma anche nella Budapest degli anni Trenta. C’è la guerra, l’Olocausto; ma soprattutto l’amore, l’abbandono, i sogni, tutto dentro quei diciannove cassetti, compreso uno che non si riesce ad aprire. Una scrivania che contiene storie: e la Storia. E una scrittrice, Nicole Krauss, a 37 anni e al terzo romanzo (dopo "La storia dell’amore" e Un uomo sulla soglia").
La scrivania protagonista del suo romanzo esiste davvero?
"Sì. E’ la scrivania enorme, con una serie verticale di cassetti, su cui ho scritto il racconto che ha dato origine al libro. Una scrivania ingombrante, pesante, che ho ereditato dal proprietario della casa in cui vivo, che ho cominciato ad usare senza in realtà averla scelta davvero…".
Ma in realtà, lei dove preferisce scrivere?
"Scrivo dopo posso, quando posso. Ho scritto questo romanzo in parecchie stanze diverse: a Brooklyn, a Berlino, a Parigi, a Tel Aviv, ma anche in una biblioteca, la New York Public Library. E quando non scrivevo, pensavo, immaginavo, sognavo le pagine del libro, nella subway newyorchese".
Un'amatissima illustratrice americana, Maira Kalman, ha dichiarato: "Quando sono in crisi d’ispirazione, esco di casa e passeggio per Manhattan. Funziona, sempre". Lo fa anche lei?
"Mi piace camminare, e per me è una buona pausa dalla scrittura. Ma passeggiando non trovo ispirazione: piuttosto, sollievo".
Leah, una delle protagoniste del libro, riceve in regalo dal padre un magnifico abito d’argento, che finirà nell’armadio, e non metterà mai. Nel suo armadio, invece, che cosa c’è?
"Molti abiti che mia madre indossava prima che io nascessi. E la camicia da smoking plissettata che mio padre portava il giorno del matrimonio. Ma, se devo essere sincera, spesso penso che sia tutto un peso: gli abiti, i libri, i mobili… Mi piacerebbe potermene liberare. E infilare tutta la mia vita dentro un’unica valigia".
Qual è il suo posto del cuore nel mondo?
"Ci sono molti luoghi, o frammenti di luoghi, a cui sono profondamente legata. La vista da Manhattan attraverso l’East River, ad esempio: con le fabbriche, il ponte della 59esima, la vecchia pubblicità icona della Pepsi Cola. E’ stato il mio primo sguardo sul mondo; il mio orizzonte anche quando ho scritto il mio primo romanzo, e l’inizio del secondo. E poi le spiagge di Tel Aviv, dove si sono sposati i miei genitori, dove mio padre nuotava da piccolo, dove io nuotavo da piccola, dove ora i miei bimbi nuotano. E ancora Hampstead Heath a Londra. La vista dalla finestra dei miei nonni a Gerusalemme… Ma la lista è lunga!".
Trieste: c’è mai stata?
"Mai, purtroppo. Ma è la città da cui, negli anni Trenta, mio nonno, che era ungherese, partì: su una nave che andava in Palestina. Fu lì che conobbe mia nonna".
LISA | Martedì, 26 aprile 2011 @08:03
WOLAND: in effetti Amélie in quel pezzettino di film sembra un po' matta. Ma forse lo siamo tutti, tutti i poeti e i navigatori e gli esploratori, di terre vere e di carta, e chi crede nel potere delle parole.
Nina | Domenica, 24 aprile 2011 @21:56
@woland
forse l'unico psicopatico di tutta la storia è il nanetto da giardino... :)
è vero, la bellezza apre delle porte e mi ha condotto spesso verso "abissi" che turbano, spezzano equilibri e possono far male.
woland | Domenica, 24 aprile 2011 @11:36
@Nina
nonostante continui a pensare che Amelie sia una psicopatica e che il cieco stesse meglio prima della folle corsa, ti ringrazio per aver contribuito ad affermare che le parole possano cambiare il mondo
lo fa lisa ogni giorno su questo blog, lo fanno tutti coloro che scrivono o dicono qualcosa di vero e di bello
la bellezza, nel senso più lato del termine, ti apre ogni volta una porticina nuova sul mondo... una che non avevi ancora visto mai... e caderci dentro è la grande magia della conoscenza, e della vita
LISA | Venerdì, 22 aprile 2011 @20:50
ARIA: e il bello delle scrivanie vecchie è accarezzarle, sfiorarle, quasi per caso. Forse così ci raccontano qualcosa.
LISA | Venerdì, 22 aprile 2011 @20:49
CRISTIANA: bellissima quella poesia della Plath. Lo scoglio in Cornovaglia... "Dovremmo incontrarci nell'aria, io e te". Sono appena andata a rileggerla anch'io. Mi piace avere un archivio on line!
LISA | Venerdì, 22 aprile 2011 @20:45
WOLAND e NINA: grazie. Che bello che era il film di Amélie, me l'ero dimenticata; e in fondo non è questo il senso dei Buongiorno? Una piccola magia.
Aria | Venerdì, 22 aprile 2011 @18:39
Ho proprio una scrivania come quella descritta nel libro. Vecchia e molto usata, mi è arrivata oltre venti anni fa in modo un pò misterioso. E' pesantissima, ma me la sono portata dietro già in tre traslochi. L'ho usata per disegnare, cucire e inventare, nei cassetti ho custodito i miei tesori. Ora è nella camera di mio figlio, la usa per fare i suoi compiti. E la storia continua...
Cristiana | Venerdì, 22 aprile 2011 @14:11
Era il buongiorno del 28 Gennaio 2010,una bella poesia sylvia plath,di cui ricordavo solo il primo verso :)
woland | Venerdì, 22 aprile 2011 @13:21
so che non è inerente al buongiorno di oggi, ma vorrei prendere spunto dalla presentazione di Lisa nel trafiletto a destra... "credo nel potere delle parole (...)...
http://www.youtube.com/watch?v=Hzgzim5m7oU
un saluto a tutti
Nina | Venerdì, 22 aprile 2011 @13:03
Io leggerò "Molto forte, incredibilmente vicino", non lo conoscevo, sono rimasta molto colpita dalla storia che si racconta. Grazie Lisa !!!
Sabrina | Venerdì, 22 aprile 2011 @12:58
Bellissima intervista, leggerò il libro! L'idea della scrivania che va di persona in persona è molto interessante e rispecchia la storia di tanti oggetti, anche se in realtà non mi ero mai soffermata su questo...
LISA | Venerdì, 22 aprile 2011 @10:39
CRISTIANA: e ora sono curiosa di sapere qua'era, quel Buongiorno! L'hai trovato?
LISA | Venerdì, 22 aprile 2011 @10:38
STEFANIA: "mi lasciò che era quasi inverno". Un incipit da romanzo.
Cristiana | Venerdì, 22 aprile 2011 @10:29
Sono sopravvissuta con molto piacere alla full immersion...Con post-it verdi su cui ho segnato i libri sparsi un pò ovunque :) Sono approdata qua da Grosseto mentre cercavo una frase che ricordavo solo a metà,ed era uno dei tuoi buongiorno :)
stefania | Venerdì, 22 aprile 2011 @08:28
mi lasciò che era quasi inverno...un quasi inverno del 2002
ho passato anni tristi, scontenti, forse anche vuoti, anni senza pensieri, che mi sono scivolati addosso senza lasciare tracce.
ma l'amore fa il suo giro, spesso lunghissimo, doloroso...e poi torna.
Giovedì, 21 aprile 2011 @08:47
"Perché tu eri solita
camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto,
gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi
le mani sulle ginocchia, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così - dicevi; ricordami così, coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi...
Dunque, come potrò più avere voce. La Poesia non ha mai camminato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun Paradiso".
(Ghiannis Ritsos)
Ricordo.
Non sono bellissimi, quei meli in fiore? E i versi di oggi, tratti da "Poeti greci del Novecento", Meridiani Mondadori. Ritsos già lo conoscete, per tutti i versi sensuali che ho usato per dei Buongiorno, tratti dalla sua antologia "Erotica" (Crocetti). Forse il più struggente è questo, un Buongiorno del novembre 2008:
"Le mie mani ti ricordano
più profondamente della memoria."
Non ci sei ma le mie mani ricordano: sanno ripercorrere la carta geografica del tuo corpo, disegnare il tuo profilo, accarezzare i tuoi capelli. Si sono abituate a te, il tuo corpo-continente. Io intanto cucino, scrivo, apro porte, allaccio bottoni, stringo mani altrui; quante cose faccio con le mie mani; una sola cosa vorrei, accarezzare te.
stefania | Venerdì, 22 aprile 2011 @08:31
il corpo ricorda,molto più della memoria...e questo ci aiuta a recuperare i passi perduti
LISA | Venerdì, 22 aprile 2011 @07:39
ROBBIX: mi commuove pensare che un mio Buongiorno sia diventato una frase-talismano. Grazie.
LISA | Venerdì, 22 aprile 2011 @07:38
CRISTIANA, una full immersion di lisacorva? Meno male che sei sopravvissuta! Ora però ti mancano i libri... (Ma intanto dimmi: come sei arrivata qui, e da che città scrivi?).
robbix | Giovedì, 21 aprile 2011 @22:37
Cara Lisa, a parer mio il tuo buongiorno più bello quello di novembre 2008, forse perchè è la frase che gli ho scritto in un momento di crisi nera e da quel sms il nostro rapporto ha iniziato a prendere una piega diversa e tante incomprensioni sono state discusse e superate tanto da diventare la nostra frase talismano. Ti ringrazio perchè una parte della mia attuale felicità la devo anche a te e ai tuoi buongiono!
Cristiana | Giovedì, 21 aprile 2011 @13:18
Ho letto tutti i tuoi buongiorno,tutti i tuoi articoli,in due giorni,Ho segnato decine di autori e di libri,e ho vissuto con te le tue giornate e osservato quello che osservavi tu. Grazie :)
Carla | Giovedì, 21 aprile 2011 @12:09
io sono ancora ferma a quella fase infantile in cui devo toccare tutto e tutti!
le mani sono i miei secondi occhi, con le mani capisco i problemi, con le mani conosco le persone..
Buona Pasqua a Lisa e a Tutti!!
kia | Giovedì, 21 aprile 2011 @10:35
come vorrei che le mie mani rincontrassero le tue anche per un solo ultimo istante..ma ora qualcun'altra che lo fa al mio posto..non spetta a me..non più ormai..
parole magnifiche, lisa. Che rincuorano ed emozionano ogni giorno di più.
Lele | Giovedì, 21 aprile 2011 @09:19
E quando non basta solo il ricordo...desiderare di morire per stringerla ancora una volta...
Meravigliosi versi, Lisa. Come sempre
Mercoledì, 20 aprile 2011 @08:25
"Questa primavera mi rende difficilissimo lavorare. Ho trascorso a Roma una settimana molto bella: le strade come grandi tapis-roulants d’oro azzurro e la notte una pioggia purpurea sulle selci nere delle piazze. Giravo sola (ignorando i musei) e tutti mi davano fiori".
(Cristina Campo)
Primavera: ho voglia solo di spalancare le finestre, uscire a camminare senza orari e senza meta, accarezzare petali… Sdraiarmi sull’erba e sognare.
(Ricordate il Buongiorno sulla "meravigliosa ferocia della primavera", il 21 marzo, e "il tuo sms è uno scarabeo", del 21 gennaio? Ispirati, come quello di oggi, dalle parole della poetessa Cristina Campo. La frase di oggi è tratta dalle sue lettere a Remo Fasani: "Un ramo già fiorito", Marsilio)
stefania | Venerdì, 22 aprile 2011 @08:33
la primavera mi rende vagabonda
LISA | Giovedì, 21 aprile 2011 @18:20
UNA A CASO: molto graditi i tramonti sul mare, grazie.
Kikka | Mercoledì, 20 aprile 2011 @11:58
Primavera : ho voglia di baci e di carezze.. di prati fioriti e di acqua di fiume che scorre.
Buona giornata Lisa :)
danielle | Mercoledì, 20 aprile 2011 @09:55
voltarmi e ammirarti sdraiato al mio fianco, il tuo volto che si illumina con il mio sorriso, i tuoi occhi brillano e sono felice, finalmente.
voglio sognare insieme a te.....
una a caso | Mercoledì, 20 aprile 2011 @09:29
......e poi C.Campo non ha visto le azalee di Piazza di Spagna !!!!!! buona Pasqua , Lisa sto partendo per le mie Marche ,,,, raduno di famiglia ... ti sentirò da lì e ti regalerò un tramonto sul mare .... .
Martedì, 19 aprile 2011 @08:22
"Il sacco della sapienza umana si era rotto e si sgranava nella notte di Temuco. Non dormivo, nè mangiavo, per leggere. Inutile dire che leggevo senza metodo. E chi legge con metodo? Solo le statue… Da tutti gli angoli della terra si entra nella conoscenza. Per alcuni la rivelazione è un manuale di geometria, per altri sono le righe di una poesia. Per me i libri furono come la selva in cui mi perdevo, in cui continuavo a perdermi."
(Neruda)
In cui continuo a perdermi.
Ancora Neruda: ormai l’avete capito, mi piace leggere e rileggere Neruda, quando è primavera.
Anonimo | Lunedì, 31 ottobre 2011 @18:31
Da dove e' tratto il brano sui libri? Guglielmo ragusa. Memmo.ragusa@libero.it
annetta | Martedì, 19 aprile 2011 @23:57
"da tutti gli angoli della terra si entra nella conoscenza"...che grande verità. A volte la coscienza si sofferma su un piccolo particolare, un fiore, un animale, una banale scritta su un muro, una poesiola, e si apre ad una verità improvvisa che stavamo cercando da tempo....un miracolo, e come tale estemporaneo...peccato non poterlo realizzare a comando, perchè quando accade, accade...
Aminta | Martedì, 19 aprile 2011 @20:54
Le poesia d'amore di neruda saranno bellissime ma troppo costruite per i miei gusti e non riesco a credere che siano veramente tutte sentite e veritiere. Quelle poche righe contengono qualcosa in cui ci si può specchiare. Penso che abbia scritto brevi racconti "ob torto collo", pressato dal suo editore eppure sono piccoli capolavori. forse sto esagerando.
Kikka | Martedì, 19 aprile 2011 @10:39
È vero..Neruda è il poeta della primavera :)
"20 poesie d'amore e una canzone disperata" è nella mia top ten .. adoro Neruda. Ogni periodo della mia vita è una sua poesia.. in questo momento se dovessi scegliere dei versi che rappresentino il mio "momento".. dire che questi sarebbero perfetti...
"Perchè tu possa ascoltarmi
le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.
Così si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.
Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
perchè tu le ascolti come voglio essere ascoltato.
Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.
Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.
E io le intreccio tutte in una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva. "
BUONA GIORNATA LISA. :)
Nina | Martedì, 19 aprile 2011 @09:19
Che bello Lisa !!! Ho finalmente trovato le parole che descrivono il mio amore sconsiderato per i libri e per la lettura. Io leggo di tutto e dappertutto ed è una gioia, un piacere, un rifugio, una consolazione, un amore corrisposto.
Lunedì, 18 aprile 2011 @07:15
"Mi sono accorto di essere felice. Il mondo oltre i finestrini e io e mamma in una bolla nel traffico. La scuola non c’era più, i compiti nemmeno e tutti i miliardi di cose che avrei dovuto fare per diventare grande".
(Niccolò Ammaniti)
Tutto quello che bisogna attraversare per diventare grandi. Una vertigine, voltarsi e ripensare a quanto ci è voluto.
Questa frase è tratta da "Io e te" (Einaudi), il nuovo bestseller di Niccolò Ammaniti dopo "Io non ho paura". E questo, un po' rimaneggiato per voi, è il racconto del mio incontro con lui, per un’intervista che è uscita su Il Piccolo, il quotidiano di Trieste.
Con Niccolò Ammaniti volevo parlare di libri, della fatica di diventare grandi, e mi sono ritrovata a parlare di pesci. Forse perché ho incontrato lo scrittore romano - 44 anni, tradotto in 44 Paesi, oltre 400mila copie per il suo ultimo libro, che è il piccolo, appena 116 pagine, "Io e te" (Einaudi) - al caffè di un grande albergo; al nostro fianco, un acquario, da cui non riesce a staccare gli occhi. Non è un caso: Ammaniti ha due cani, cui è legatissimo; uno dei suoi libri preferiti è "Zanna Bianca". E ci sono molti bizzarri animali nelle pagine di "Io e te": i lucertoloni giganti di Komodo, un’isola in Indonesia, che Lorenzo, il piccolo protagonista che invece di partire per la settimana bianca si nasconde nella cantina di casa, sogna di addomesticare per difendersi dal mondo; le mosche tropicali che si travestono da vespe, con antenne e pungiglioni finti, e che piacciono a Lorenzo, appena arrivato al liceo, perché bisogna saper imitare i più pericolosi, per sopravvivere…
Continua a guardare i pesci dell’acquario alle nostre spalle, le piacciono?
"Moltissimo." (mi guarda sorpreso). "Io li allevavo, sa? Quando vivevo ancora con i miei genitori. Avevo una grande stanza piena di acquari: con piccoli pesci d’acqua dolce, che poi vendevo. Ma questo è un acquario marino. Vede l’anemone? E poi il pesce pagliaccio, il pesce chirurgo… Così si usavano gli acquari negli anni Settanta e Ottanta: ornamentali, d’arredo, inseriti nelle pareti, e dannosi, perché per il fondale si staccano pezzi di corallo e di roccia. A me interessano acquari diversi, piccoli ecosistemi. Ma in ogni caso, ogni volta che ne vedo uno, mi viene voglia di rimettere in piedi le mie vecchie vasche".
Che cosa la affascina dell’acquario?
"In fondo è una metafora: persone diverse, che arrivano da culture o paesi diversi, ma costrette a convivere. In un acquario possono trovarsi pesci che arrivano dalla Cina o dall’Africa: magari si uccidono, e l’acquario muore; oppure costruiscono un nuovo equilibrio, una nuova armonia".
Sta pensando all’Italia multietnica, come fosse un acquario?
"Perché no? (Sorride, e torna con lo sguardo ai pesci colorati). Ma sto anche pensando che se non avessi fatto lo scrittore, forse alleverei pesci".
Il suo primo libro, in effetti, che si intitolava "Branchie" (ripubblicato da Einaudi), racconta proprio la storia di un ragazzo che fabbrica acquari.
"Sa com’è nato quel libro? Ero in un periodo di tristezza totale, stavo scrivendo, e un amico, che lavorava per una nuova casa editrice, mi ha chiesto di darci un’occhiata. Gli è piaciuto. Credo fosse disperato anche lui, non sapevano proprio che cosa pubblicare (ride). Così l’ho finito. Ma la seconda parte, tra l’altro ambientata in India, è completamente diversa, allegra, surreale: per forza, ero così felice all’idea di essere pubblicato! E sa cos’hanno scritto i critici? Che il libro era ispirato nella prima parte al minimalismo americano, nella seconda al surrealismo francese… E’ stato lì che ho pensato di avere poteri soprannaturali: essere influenzato da libri che non avevo mai letto!".
E poi, oltre che di pesci, parliamo di "Io e te", che sta per diventare un film, con la regia di Bernardo Bertolucci. Parliamo dei suoi occhiali, legati con lo spago: mi piace l’idea, e glielo dico… Che sia una deformazione professionale? Alla fine, mi ritrovo a porre domande di look e guardaroba a chiunque incontro. Così, provo a chiedere anche a lui: qual è l’indumento a cui non rinuncerebbe mai? Ammaniti è sorpreso, ma risponde: "Una felpa rossa che avevo comprato a Taos, in Messico, e che non riesco proprio ad abbandonare; né, per ora, abbandona me". Una felpa-talismano. E anche questo, insieme ai pesci, mi fa simpatia.
LISA | Mercoledì, 20 aprile 2011 @08:19
UNA A CASO: è vero, "Io e te" è un po' costruito, un po' ad effetto. Ma per 10 euro e 116 pagine ha un grande pregio: ti ricorda com'era avere quattordici anni, con davanti tutti i "miliardi di cose" da fare per diventare grande.
una a caso | Martedì, 19 aprile 2011 @14:25
per Nadia mi puoi spiegare perchè è addirittura un bel libro ? grazie ciao
Nadia | Martedì, 19 aprile 2011 @08:59
Che bella intervista, mi sembra di immaginarvi a parlare, fra pesci, libri e colori.
Io e te è un gran bel libro!
una a caso | Martedì, 19 aprile 2011 @08:26
io e te non mi è piaciuto dopo un inizio piacevole e vero ,verissimo diventa poi troppo amaro e forse anche un pò artificioso ,costruito .
LISA | Martedì, 19 aprile 2011 @08:18
SHARON: niente accessori-talismano, ma - sempre - un profumo che sappia di rose.
claudia mdg | Lunedì, 18 aprile 2011 @20:10
Lisa, sulla mia copia di "Io e te" tempo fa ho sottolineato tutti iriferimenti al mondo animale: sono tantissimi, mentre gli animali veri e propri nel racconto sono pochi. Sono le figure retoriche (metafore e similitudini) ad attingere continuamente all'area semantica del mondo animale. Questa cosa la trovo interessantissima, non so ancora perché, ma ci sto pensando.
stefania | Lunedì, 18 aprile 2011 @19:02
mi piace Ammaniti.. e l'ho letto quasi tutto. Su un piccolo brano di "ti prendo e ti porto via" ho iniziato a ridere sonoramente, incurante della gente che avevo intorno
Questa intervista è un gradito regalo
Sharon | Lunedì, 18 aprile 2011 @16:11
Fantastici! Lisa e Ammaniti, ovviamente.
Vi adoro entrambi. E pensare che vi ho scoperti ( entrambi) per caso!
Di Nicolò li ho letti tutti, partendo da Io non ho paura, quando ero coetanea del protagonista, sognando anch' io di avere tutta quella natura in cui perdermi... ( Piuttosto che tutto questo asfalto!)
E forse per questo che studio Architettura, magari per dare un pò di verde a questa città. Verde come il nuovo look del mio blog preferito! :) e quando penso alle vasche, non posso non ricordare quelle fatte in tanti anni di nuoto... E poi la fatica di crescere... Quanti ricordi con un solo articolo!!!
E poi c'è il look, come dice Lisa, una "deformazione"...
Lisa, forse me lo sono perso, ma qual' è il tuo accessorio- talismano?
Ciaoooooooooo!!!!!
Sabrina | Lunedì, 18 aprile 2011 @14:24
Ammaniti è un autore straordinario, io l'ho incontrato alla Fnac qualche anno fa, durante la presentazione del libro di un suo amico (di cui non ricordo il nome). "Io non ho paura" è uno dei libri più belli e più coinvolgenti che abbia mai letto e sono curiosa di leggere anche questo!
domo | Lunedì, 18 aprile 2011 @13:13
---lampedusa...
domo | Lunedì, 18 aprile 2011 @13:12
e di nuovo parto e di nuovo torno, lampeVisi stanchi e corpi bagnati. CI siamo dimenticati chi siamo...
Trovare questo sito è un dono
Kikka | Lunedì, 18 aprile 2011 @10:05
Ho letto "Ti prendo e ti porto via" di Ammaniti e lo adoro quasi quanto adoro Emma :) .. Bella e originale quest'intervista Lisa.. (proprio come te) ..
Stavo pensando.. quasi quasi compro un'acquario.. (magari però, comincio con un pesciolino rosso) ;)
una a caso | Lunedì, 18 aprile 2011 @08:25
ho letto branchie alcuni anni fa e mi era piaciuto perchè anche io amo gli acquari . ne ho uno lunghissimo nella libreria in camera di mio figlio ..ora è vuoto ma ogni mattina penso di riattivarlo e ammaniti mi sta dando l'input .... stamattina insieme al giornale ,comprerà io e te ....voglio rivivere la fatica di diventare grande e accorgermi di essere felice buongiorno a tutti
Sabato, 16 aprile 2011 @10:48
QB: ovvero, quanto basta. Una piccola sigla che, secoli fa, alle prese con le mie prime ricette di cucina, mi aveva messo in crisi: sale quanto basta, pepe quanto basta, zucchero quanto basta. Già, facile. Ma quant’è il quanto basta? Poi ho capito. QB è una formula magica non solo in cucina, ma nella vita. Perché dobbiamo imparare ad essere dolci ma non iper-zuccherose, speziate ma non terribilmente piccanti: e quindi, sul lavoro come in amore, determinate ma non aggressive, morbide ma non arrendevoli… Che fatica, vero? Soprattutto con gli uomini, siamo d’accordo. Saper flirtare e corteggiare (ormai loro ci vogliono anche così), ma senza spaventarli. Eppure è tutto lì, in quel QB, il misterioso "quanto basta". Ed ecco adesso il QB fashionista: ovvero il look soft/rock. Perché basta un capo o un accessorio rock, possibilmente uno solo, per mettere grinta in una mise iper-femminile e soft: basta un chiodo di pelle nera, una borsa con le borchie…
Io ci provo. Ormai indosso il chiodo di pelle nera, da biker, insieme agli abitini colorati e flower power; i tacchi, insieme ai jeans. Ho provato anche a mettere un paio di cuissardes (proprio loro, gli stivaloni alti quasi fino alla coscia), abbinati sfacciatamente a un abito corto. Risultato: il Consorte mi ha detto che sembro il gatto con gli stivali. Ma vi avviso: non rinuncio. Intanto ringrazio la calda primavera che mi fa mettere i cuissardes nell’armadio e passare più opportunatamente alle ballerine; e, con calma, alle infradito.
Questo è un estratto di un articolo che ho scritto per Grazia. Ringrazio la pr ottimista che mi ha convinto a provare i cuissardes; che sono portoghesi, per fortuna bassi e sportivi: Catarina Martins http://www.catarinamartins.com/ #/
gazzella silente | Domenica, 24 luglio 2011 @19:22
QB ... quanto basta per capire che tu eri per me , per sapere che mi saresti mancato più del sole in autunno ... è bastato un pomeriggio senza te !
Giusy (d'a) | Lunedì, 18 aprile 2011 @13:44
Un po' di leggerezza a proposito di QB. Avevo una zia brava cuoca e dispensatrice di consigli e ricette, però quando chiedevo le dosi, per me indispensabili, rispondeva lapidaria: conforme ! La zia trentina era saggia o perfida? ancora me lo chiedo. Le volevo bene!
Naomi | Lunedì, 18 aprile 2011 @09:06
Direi Viva le ballerine allora.... ;)
nina | Lunedì, 18 aprile 2011 @08:44
@fiorenzaccia sei riuscita a farmi fare un sorriso!! Io sto in quasi tutte le categorie. Andiamo dai...buona giornata.
Fiorenzaccia | Domenica, 17 aprile 2011 @21:15
mi è venuta un'idea: ragazze disoccupate, precarie, laureate in cerca di miglior fortuna. Uniamoci ! Marciamo verso Arcore coperte solo dai cuissardes, e diventeremo senatrici in un batter di tacchi.
nina | Domenica, 17 aprile 2011 @09:22
ci provo...ogni tanto mi impegno a limitare gli estremismi del mio carattere. Niente da fare. Nè col sale nè con i sentimenti, non sono capace di dosare alcunchè. Pessima cuoca, inquieta e col cuore extrasistolico.
Kikka | Sabato, 16 aprile 2011 @20:47
*ADELE..comprendo quello che vuoi dirmi e ti ringrazio per il consiglio, ma dopo 4 anni e mezzo di estenuante ricerca, le lacrime escono da sole, insieme alla rassegnazione..
*LISA..Verissimo, riderci su aiuta e come ti ho già detto Emma mi aiuta davvero tanto.. ho parlato così tanto di Emma in questi giorni che 3 delle mie amiche ( nelle mie stesse condizioni di aspirante madre) sono corse a comprare il tuo libro, che tra l'altro io sto rileggendo per le terza volta... adesso sono al capitolo dell'esame dell'idraulico ;) .. Cosa tra l'altro che ho già fatto e che già conoscevo grazie ad EMMA..(mi hai preparata insomma) :) .. Tu non immagini quanto io sia uguale alla protagonista del tuo MERAVIGLIOSO libro.. più lo leggo più mi sembra di leggere un mio diario.. Non so se te ne rendi conto LISA cara, ma mi hai aiutato non poco.. anche a sorridere :D ..
LISA | Sabato, 16 aprile 2011 @19:32
WIKI: tiralo fuori dall'armadio, il chiodo; a 40 (e anche dopo), credimi, con i jeans o un abito a fiori è perfetto, la giusta misura di rock/soft. Come sempre, nella moda e non solo, l'importante è crederci.
LISA | Sabato, 16 aprile 2011 @19:30
KIKKA, come ti capisco: il "non stressarti troppo, se ti stressi non rimani incinta" è uno dei tanti Miti di Concepimento che assillano Emma e tutte le aspiranti madri. Ma come si fa a non stressarsi, pensando a quella cicogna latitante che si vorrebbe tanto acchiappare per la coda? L'unica è riderci su, o almeno provarci. Quanto basta!
Adele | Sabato, 16 aprile 2011 @19:10
Cara kikka, invece il QB è una dose saggia dettata dall'esperienza. non piangere per le malefiche che per tante donne sono benefiche per vari motivi e tutti giustificabili.. Vedrai, capiterà anche a te essere madre. Compito difficilissssimo.
wiki | Sabato, 16 aprile 2011 @18:39
il chiodo??? ce l'ho nell'amadio, un must della mia adolescenza che da anni non ho più il coraggio di indossare: mi sembra troppo estremo per una tris-mamma che si avvicina inesorabilmente agli anta...(anche se nell'anima rimango una diciassettenne punk). Un bacio Lisa, ti leggo sempre con piacere:)
Kikka | Sabato, 16 aprile 2011 @17:43
QB..una tortura.. !!!!
E non per essere ripetitiva ma.. il QB lo usa spesso la mia ginecologa, quando vuole dirmi che penso troppo al mio bambino.. :"Non dico che non devi pensarci cara, ma , pensaci il giusto, quanto basta insomma"
Fosse facile. Anche il marito a volte mi dice che devo essere triste quanto basta e non piangere per due giorni dopo l'arrivo delle malefiche ( il ciclo ) .. Io non ci so viver con il QB, io sono fatta così, sono eccessiva in tutto, o bianco o nero.. il grigio proprio non lo riesco a vedre ( ne a fare) ... Per quanto riguarda invece il "QB FASHIONISTA" ci sto.. mi piace!!! :)
Buona Domenica Lisa
Kikka
Venerdì, 15 aprile 2011 @07:50
"Dissi: forse la Patagonia, e immaginavo
una penisola, grande abbastanza
per un paio di sedie a sdraio
su cui dondolare nell’alta marea. Pensavo
a noi in un freddo mozzafiato, davanti
a un orizzonte tondo come una moneta…
Quando dissi Patagonia, volevo dire
cieli vuoti di un blu che fa male. Volevo dire
anni. Li volevo tutti con te."
(Kate Clanchy)
Con te, semplice orizzonte, semplicemente cielo.
I versi che ho scelto oggi per City, della poetessa Kate Clanchy, sono tratti dall'antologia "Nuove poesie d’amore", Crocetti. E come ogni venerdì, trovate i versi anche in inglese, nella parte "globish" del blog.
Sabrina | Venerdì, 15 aprile 2011 @17:11
Che bello pensare di partire e di stare insieme, di affrontare insieme le novità e, con esse, il futuro...
Giusy | Venerdì, 15 aprile 2011 @14:44
E pensavo a te Patri, quando le ho adocchiate e comprate!! E penserò anche alla Marta, bimba sconosciuta per me, ora che le ho sistemate nel vaso.° Ciao.
Giusy | Venerdì, 15 aprile 2011 @14:41
debole anch'io. mi sono appena resa conto che avrei dovuto usare l'ausiliare essere e va bene, pazienza. "scrivi poco e pensa prima..."
patrizia fiorista | Venerdì, 15 aprile 2011 @14:40
Ciao Giusy, sai che ne ho preso anch'io un mazzo da portare alla Marta? Spero che il magone se ne vada presto forza donna erica. Un abbraccio Patri
Giusy (d'a.) | Venerdì, 15 aprile 2011 @14:33
Poetessa debole in geografia...Avevo quasi rimosso dai miei ricordi la Patagonia, dopo aver capito che non avrei potuto tornarci per la quarta volta. Un pò di magone, oggi, corretto da un mazzo di fresie che mi sono regalata...Ciao, Patri!
Il Nahuel Huapì, selvaggio e immenso. e i "miei " laghi? stagni al confronto. Le sensazioni che dona quella terra magnifica e terribile sono state descritte molto bene da Chatwin.
stefania | Venerdì, 15 aprile 2011 @09:02
"volevo dire anni. li volevo tutti con te"
ho avuto gli anni, tutti...
ma non li volevo proprio così.
una a caso | Venerdì, 15 aprile 2011 @08:51
una terra da brividi un panorama mozzafiato da non condividere con nessuno , solo con se stessi ,,,,,,,
Kikka | Venerdì, 15 aprile 2011 @08:43
"Con te, semplice orizzonte, semplicemente cielo." .. Mi piace...
Buongiorno e buon venerdì Lisa... :)
Giovedì, 14 aprile 2011 @07:33
"Quando lui esce la mattina, lascia in casa una parte di sé. A volte lei si rivolge alla sua presenza assente e gli racconta qualcosa che le è venuto in mente. Strano, le è più facile parlargli quando non è in casa."
(Aharon Appelfeld)
E’ così: a volte ci sei anche quando non ci sei. La tua presenza assenza riempie la stanza. Se chiudo gli occhi, ti potrei quasi toccare…
(La frase di oggi è tratta da un romanzo di Aharon Appelfeld, "L’amore, d’improvviso", Guanda)
annetta | Venerdì, 15 aprile 2011 @09:41
Non viviamo assieme, ma quando si ferma da me, e poi se ne va, inseguo le sue tracce per casa, la riordino, torna MIA anche se non vedo l'ora che sia di nuovo un pò sua...e borbotto contro il suo disordine, le carte di caramella sparse e l'asciugamano buttatò lì, fradicio, in un angolo del bagno. Sono i momenti in cui mi accorgo di amarlo....
stefania | Venerdì, 15 aprile 2011 @09:06
esce...
mi rannicchio sull'impronta del suo calore, cerco il suo odore, mi perdo nel ricordo dei suoi abbbracci, conto le ore che mi separano da un nuovo "ancora".
Giusy (d'a) | Giovedì, 14 aprile 2011 @13:35
I libri di Lisa non perdono di attualità e la stessa cosa vale per Glam Cheap che ho regalato a Natale ed è stato moolto apprezzato. E' bello anche leggere le speranze di una giovane donna e sperare con lei, e augurarle una (o due) culle.
Per quanto riguarda la presenza assenza, vorrei tanto dire due parole sulla presenza onnipresente ma taccio per non sembrare un'ingrata, baciata dalla fortuna di avere un consorte con il quale sto condividendo 45 anni della mia vita. Spero di non essere fraintesa ma la mia specialità è la criptografia. Buon pomeriggio a tutte, di cuore.
Ciao Lisa... | Giovedì, 14 aprile 2011 @12:24
.. Il tuo libro l'ho trovato on line qualche anno fa, l'ho ordinato e adesso è tra le mie "cose preziose" ... Ogni volta che mi sento giù.. che non credo di farcela ad andare avanti, lo prendo e mi rileggo qualche pezzo.. Emma riesce a farmi stare meglio, perchè quando leggo di lei mi sento meno sola.. Il prossimo mese entrerò di diritto nelle donne " della PMA" e sono spaventata, confusa, speranzosa... Spero di poterti presto annunciare ( dopo 4 anni di ricerca senza tregua) l'arrivo della MIA cicogna :)
LISA | Giovedì, 14 aprile 2011 @12:05
Ehi, KIKKA napoletana, che emozione vedere la copertina rosa di "Confessioni di un'aspirante madre"! Dunque anche tu come Emma... con lo Sguardo Scanner sulle pance delle altre. Ma dimmi, come sei arrivata al libro? Racconta, racconta. E molte cicogne per te! Non sai quante aspiranti madri (e molte ex), ci sono sul blog, ognuna con la sua storia da raccontare... Ora aspetto la tua.
una a caso | Giovedì, 14 aprile 2011 @08:21
è proprio vero ...la mattina non si fa che riordinare le sue cose , i giornali , gli occhiali .,il pigiama qua e là , la tazzina del primo caffè lascita chissà dove ....e si brontola , ma ci manca da subito . buogiorno a tutti
Mercoledì, 13 aprile 2011 @08:44
"Bacio a bacio percorro il tuo piccolo infinito,
i tuoi margini, i tuoi fiumi, i tuoi villaggi minuscoli,
e il fuoco genitale trasformato in delizia
corre per i sottili cammini del sangue
fino a precipitarsi come un garofano notturno,
fino a essere e non essere che un lampo nell’ombra".
(Pablo Neruda)
Il nostro amore: un lampo nel buio, un garofano che apre i suoi petali – di notte.
(La poesia di oggi è tratta da "100 Sonetti d’amore" di Neruda, un vecchio libro Edizioni Accademia)
Andy | Mercoledì, 13 aprile 2011 @21:27
Sto leggendo Neruda proprio in questo periodo! Come con la Dickinson, anche questa volta ci siamo sincronizzate. :-) Buona serata Lisa!
danielle | Mercoledì, 13 aprile 2011 @11:26
il nostro amore inaspettato.......
Francesca | Mercoledì, 13 aprile 2011 @11:04
Annullare i propri confini, fino a perdersi nell'altro... Un distillato di felicità!!!
Martedì, 12 aprile 2011 @08:38
"In verità niente è mutato:
il castagno davanti a casa, nel tormento dell’edera,
i susini sul loro tappeto azzurro,
il dolce sentore dell’infanzia e della rovina.
Su per la valle rombano i camion
e l’ombra corre attorno alla casa,
in senso antiorario e studia il dolore.
Persino il pozzo sta lì come una poesia…
Soltanto le strade nel paese sono aumentate,
e una dritta dritta passa per il mio cuore."
(Michael Krüger)
Quella strada, che attraversa il mio cuore.
(Ricordate "La parola amore la imparai a memoria, per non doverla usare"? Era il mio Buongiorno del 28 marzo. La poesia di oggi è tratta dalla stessa raccolta: "Il coro del mondo", Mondadori, del poeta tedesco Michael Krüger)
anonima per prudenza | Martedì, 12 aprile 2011 @23:32
Questa poesia passa effettivamente dritta per il mio cuore. mi capita, assai raramente, di passare a debita distanza dalla nostra vecchia casa di campagna a due passi dal lago. Doveva essere venduta e dopo la firma per ilcompromesso, noi ragazze abbiamo strappato piangendo, con furia, dolore e dispetto e a mani nude il bellissimo gelsomino che si arrampicava al lato del portico. Tutto qui e il nostro misfatto assomiglia a una poesia, almeno per noi che lo abbiamo commesso.
una a caso | Martedì, 12 aprile 2011 @14:47
i like the way this old hause and tree make me feel
Nina | Martedì, 12 aprile 2011 @10:49
Passo ogni giorno, tornando a casa dal lavoro, nei luoghi della mia infanzia, a volte mi fermo qualche minuto ad osservare come molto sia cambiato; quello che non cambia è quella sottile, penetrante e dolorosa sensazione di solitudine che, proprio come scritto in questa poesia, mi attraversa il cuore, inesorabile. Buongiorno Lisa , grazie...
annetta | Martedì, 12 aprile 2011 @10:07
Uno splendido affresco...ricordi...vedo la casa di mia nonna nonna col bersò di rose, ormai disabitata, e la pompa dell'acqua surgiva che continua a sgorgare, incurante del passare del tempo e delle generazioni...sento su di me "il dolce sentore dell'infanzia e della rovina". Struggente. Grazie Lisa, come sempre.
Lunedì, 11 aprile 2011 @08:39
"Biancospino in fiore, mio
primo alfabeto."
(René Char)
E’ che dietro ogni cosa, dietro ogni petalo, dietro ogni fiore abbagliante e profumato o ancora indeciso, ci sei tu, primavera. Tu che disegni l’alfabeto delle stagioni, della vita che ricomincia, dell’amore testardo. Il mio primo, il nostro primo alfabeto.
(I versi di oggi, del poeta francese René Char, sono tratti da "Due rive ci vogliono", 47 traduzioni inedite di un altro poeta, Vittorio Sereni. L'editore è Donzelli)
Lady Chatterley | Lunedì, 11 aprile 2011 @21:27
Partiamo dai biancospini e arriviamo a Pascoli e fermiamoci qui visto che il mito del fanciullino... insomma... desta ora qualche perplessità, non quando le recitava mia madre e mi commuovevo, io, così ben calzata!
Aminta | Lunedì, 11 aprile 2011 @20:29
Le brocche del biancospino hanno fatto parte del mio primo alfabeto poetico. E me le hai ricordate, Lisa Corva. Non che l quella poesia fosse particolarmente coinvolgente, vista con gli occhi di oggi ma con i miei occhi di bambina, lo era.
LISA | Lunedì, 11 aprile 2011 @19:12
SHARON: sapevo, sapevo... ma non l'ho ancora letto! Sono però contenta che "L’ultima estate in città" (e tutte le frasi che ho rubato all'autore) abbia lasciato il segno. Trovate l'intervista a Gianfranco Calligarich, on line, nel post del 9 marzo 2010.
Sharon | Lunedì, 11 aprile 2011 @15:07
Ciao Lisa! Come va?
Ma lo sapevi che è appena uscito il nuovo libro di Gianfranco Calligarich?
Domenica, 10 aprile 2011 @22:14
Confesso: sono appena tornata dalla Costiera Amalfitana (lo so, lo so, mi invidio da sola). Ero a Ravello, in uno di quegli alberghi da capogiro dove una camera costa come una it-bag (o un affitto, è lo stesso), a fare la giornalista fintoglam (ogni tanto mi capita), per un convegno di "beauty & grooming" (commento di un’amica: ma il grooming non è quello per i cavalli? A quanto pare no: è il beauty versione maschile, e in effetti sono stata edotta per un’intera mattinata su nuovi tecnologici rasoi). Vi risparmio i rasoi, d'accordo. In compenso potrei parlarvi delle limonaie (e dei meravigliosi alberi carichi di limoni con vista mare), dei glicini in fiore, delle mozzarelline di bufala persino a colazione, della pastiera napoletana con la scorzetta d’arancio che si scioglieva in bocca, della meraviglia di aprire gli occhi e vedere, come prima cosa, cielo e mare. (E shampoo hi-tech. In fondo ero lì per quello).
Ma soprattutto, quasi mimetizzata in un plotone di giornaliste milano-style (mi ero dimenticata di certi geniali commenti vipereschi, tipo: come, non la conosci? è il genere "je me la tire"), ho anche cercato di imparare qualcosa. Dalla "facialist" londinese (che massaggia il viso anche a Gwyneth Paltrow) ho imparato che qualsiasi crema è inutile se non te la massaggi, al mattino, almeno per un minuto. Dalla "colorist" newyorchese, che ritocca il colore alle dive, che bisogna fare attenzione: quando una donna è incinta, si sta per sposare o sta divorziando – ha spiegato – in genere si precipita dal parrucchiere (dall’hair stylist, scusate). Meglio però evitare tagli troppo corti, e colori troppo scuri. Perché il pentimento è proprio dietro l’angolo, appena uscite dal parrucchiere. Siete avvisate. E io anche: stamattina, mentre mi spalmavo sul viso la mia solita crema alle rose, sentivo una vocina che mi diceva "un minuto, un minuto"…
4PRSRV | Mercoledì, 13 aprile 2011 @13:43
beh, certo.. non necessariamente una storia d'amore però: ho un paio di amiche perennemente insoddisfatte della loro testa e quindi perennemente in conflitto con specchio e parrucchieri...ma anche queste sono "strane storie" in fondo :-)))
LISA | Mercoledì, 13 aprile 2011 @13:04
ANNETTA: questo non fa che confermare il mio sospetto che dietro ogni drastico taglio di capelli, dietro i più assurdi colpi di sole, ci sia sempre una storia!
annetta | Martedì, 12 aprile 2011 @14:33
SIII ... corri dal parrucchiere quando hai deciso "stavolta è fatta, lo mollo per sempre"...poi, tempo una settimana, te lo ripigli indietro ugUale come prima ma intanto la cofana quella si che l'hai cambiata per sempre, o perlomeno per un bel pezzo ah ah ah ah !!! Che buffe che siamo noi donne a volte! :-)) love u all...
Farfalla | Martedì, 12 aprile 2011 @00:30
anche oggi ho fatto bene a connettermi con Lisa e con il prezioso consiglio della facialist che passerò a tutte le amiche (quelle care) E spalmiamoci sta' cremina pensando a Ravello, al suo passato e al suo presente, immutato nel tempo... forse.
Naomi | Lunedì, 11 aprile 2011 @12:18
«Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d'Italia. Nella quale, assai presso a Salerno, è una costa sopra 'l mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la Costa d' Amalfi, piena di piccole città, di giardini e di fontane e d'uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatanzia, sì come alcuni altri. Tra le quali città dette, n'è una chiamata Ravello» G.Boccaccio
stefania | Lunedì, 11 aprile 2011 @08:18
da oggi in poi.....anche se vado di corsissima, devo ricordarmi, assolutamente, di un minuto di massaggio..altrimenti stà crema anti-tutto, che me la metto a fare?
..le mozzarelline di bufala..mangiate sul posto sono tutta un'altra storia!
Venerdì, 8 aprile 2011 @07:52
"Bacerò il tuo nome e il mio, lì dove si sono posate le tue labbra – labbra! Perché mai un prigioniero come me dovrebbe parlare di baci, e labbra?"
(Keats)
E adesso che non scriviamo più lettere a mano, che non conosco neppure la tua calligrafia, che cosa posso baciare? Terrò in tasca, prezioso amuleto, il tuo sms: nel mio telefonino.
La frase di oggi è di una lettera di Keats a Fanny Brawne: una lettera appena venduta all’asta, in Inghilterra, per più di centomila euro. Keats prigioniero: perché il poeta inglese, morto di tisi nel 1821 ad appena 24 anni, era prigioniero della tubercolosi, prigioniero dei pochi soldi che non gli permettevano di sposarsi, mentre avrebbe voluto essere solo prigioniero d’amore, prigioniero dei baci. Come racconta il lievissimo "Bright Star", lo struggente film del 2009 in cui Jane Campion ha raccontato la loro storia. La storia di un poeta innamorato di una ragazza che si cuce i vestiti da sola, una fashionista dell'Ottocento; una storia di petali, di primavera e farfalle. E baci...
E, visto che oggi è venerdì, trovate Keats in inglese, nella parte "globish" del blog.
Susy Anne | Domenica, 10 aprile 2011 @14:25
Grazie mille Lisa *_* ho scoperto solo in un secondo momento che la canzone apparteneva alla colonna sonora di un film di Moccia eheh :/ ma la canzone era così bella e delicata che mi sembrava più appropriato l'accostamento con la poesia di Keats.. ;) le farfalle, i baci, i colori della primavera... Questo trailer è proprio quello con cui mi sono avvicinata al film :) un altro molto suggestivo si può vedere qua: http://youtu.be/51vpnVhEBxE ... "I almost wish we were butterflies and liv'd but three summer days - three such days with you I could fill with more delight than fifty common years could ever contain." .. Buona domenica, un abbraccio.
domo | Sabato, 9 aprile 2011 @18:45
Ore 18.44 Sabato - sono in studio, prendo i microfoni, in settimana si lavora....faccio di tutto per riempire lo spazio che mi separa da lei.....E' sabato anche a roma invasa di sole, di prime canottiere audaci, di sorrisi di donne belle. Mi piace venire il sabato qui, c'è pace, e tra telecamere e microfoni, planning di produzione, foto appese di reportage e documentari la macchinetta del caffè regala -inattese- emozioni.... si è il posto giusto dove ascoltare le tempeste che lei mi dona dentro....
LISA | Sabato, 9 aprile 2011 @14:58
SUSY ANNE, grazie. Che strano rivedere le immagini di Bright Star accostate a una canzone che non conoscevo (bella voce, questa Ilaria D'Amore; ma è la colonna sonora di un film di Moccia? Cielo!). E la scena della stanza piena di farfalle... Una meraviglia. Fluttering. Ci sono tanti trailer di Bright Star in giro per il web; ve ne metto in line uno, sperando di farvi venire voglia di vedere il film. Perché anche questo, FIORENZA, è un modo per avvicinarsi a Keats, come penso volesse la geniale regista, Jane Campion:
http://www.youtube.com/watch?v=BxbJq2x0D-w&feature=related
Giusy d\'a. | Sabato, 9 aprile 2011 @13:29
Certo! Ho visto il suo alloggio tanti anni fa. E' adiacente alla scalinata e la facciata era di uno strano punto di rosa. un vero colpo di fortuna perché non era sempre visitabile, se ben ricordo. E, peggio ancora, non so se oggi abbia conservato lo stesso colore. Ho l'impressione che sia stata "ravalée" Ci passo davanti raramente, un pochino distratta...
stefania | Sabato, 9 aprile 2011 @13:26
nella casa di keats e shelley, in un mattino di dicembre, vuoto di passi, ho sentito il loro respiro
lascia sempre vagare la fantasia
.........
Spalanca la porta alla gabbia della mente,
E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.
j.k.
una a caso | Venerdì, 8 aprile 2011 @20:57
fiorenza,fiorenza ,,,un pò di cultura non guasta !!!!!! giusy ,sei mai andata a visitare la casa di keats a piazza di spagna ? non ci sono molte cose ,ma una bella atmosfera , buonanote a domo e il suo mare ... scrivi pure alla tua lei novello keats ,scrivere aiuta ...ma con carta e penna ciao
Fiorenza | Venerdì, 8 aprile 2011 @20:25
Poveri keats e Percy Bysshe Shelley, Che riposino in pace . Tanto, a parte Susy Anne - e ci scommetto - nessuno sa bene di chi si tratta.
domo | Venerdì, 8 aprile 2011 @17:44
anche oggi questo mare è lieve....fatto di onde appena increspate... una donna mi ha insegnato che amare è una apnea lontana...una donna che ora è lontana...e per questo il mio passo con difficoltà segue l'altro...si spezza frammenta dissolve e poco si ricompone perso com'è nei sentieri del cuore che portano a lei.... e allora esco di notte e vado al mare e lo guardo....ma anche il mare difronte ad un amore, anche il mare per un istante -un istante che sa di infinito-tace... allora ho deciso....ogni giorno scriverò per lei...ogni istante secondo minuto che già non sia colmo di lei a lei scriverò...
Susy Anne | Venerdì, 8 aprile 2011 @14:54
Ciao Lisa, ogni giorno leggo sempre con molto piacere i tuoi "buongiorno" e dopo questi bei versi di Keats non potevo non commentare perchè proprio grazie a un tuo post dell'anno scorso dove parlavi dell'uscita di "Bright star" che approfondii la sua storia e le sue poesie e da lì mi sono innamorata, amando già l'Inghilterra e l'800.. ti ringrazio per farci scoprire ogni volta queste parole che sentiamo dentro ma che a volte non riusciamo a volte ad esprimere o a tradurre a parole come vorremmo o sentiamo..
Questo è il video che ho creato in omaggio a Keats e alla sua storia d'amore con la sua Fanny: http://youtu.be/I3kzTuhTy3g (Mi basterebbe un bacio...) *_* le parole delle canzone sembrano collegarsi perfettamente con le parole che hai riportato e descritto così bene.. ;)
"Bright star, would I were steadfast as thou art"...
"Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo apena tre giorni d’estate. Tre giorni così, con te, li colmerei di tali delizie che cinquant’anni comuni non potrebbero mai contenere."
Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
John Keats
Con affetto.. Susanna.
Giusy d'a. | Venerdì, 8 aprile 2011 @14:21
Keats mi riconduce al cimitero acattolico di Roma dove, se non ricordo male, è sepolto in compagnia di Shelley, di Gramsci e di tante altre persone illustri e non. Su molte lapidi sono incisi bellissimi epitaffi; un cimitero che parla della vita e vale la pena visitarlo. Del resto, sappiamo bene che per conoscere meglio una città è utile passare anche dai suoi cimiteri. Forse il commento è leggermente funereo ma non troppo, spero.
Sharon | Venerdì, 8 aprile 2011 @09:45
Keats, uno dei miei preferiti.... e poi adoro l'inghilterra dell' 800!
Sempre azzeccatissima Lisa :)
e anche il film è carinissimo, delicato...
E POI, CHE BELLO PARLARE DI BACI
Buona giornata per voi, e per me! ;)
una a caso | Venerdì, 8 aprile 2011 @08:28
A thing of beauty is a joy forever .... buona goirnata a tutti
Giovedì, 7 aprile 2011 @08:27
"Mia madre era in primo luogo soprattutto un odore, per me. Indescrivibile. Lasciamo perdere. E poi una sensazione, le sue mani sulla schiena, la lana morbida del suo cappotto sulla guancia".
(Nicole Krauss)
Quando ancora c’era qualcuno che ci sollevava, e ci prendeva in braccio.
La frase che ho scelto per il Buongiorno di oggi, 7 aprile, è tratta dal nuovo romanzo della scrittrice americana Nicole Krauss, "La grande casa", Guanda.
Anna dalla stalla di Versailles | Martedì, 12 aprile 2011 @13:32
Il profumo del suo fazzoletto imbevuto di acqua di rosa, lo teneva tra i seni e tutti noi (anche i nipoti) quando ci prendeva in braccio sentivamo il suo profumo ........
domo | Venerdì, 8 aprile 2011 @17:50
cara lisa,
vivo sogno respiro poi parto e ritorno vedo e poi ascolto taccio e sorrido stringo la tazza di liquido caldo e sabbia scorre tra le mie dita mi vesto e mi svesto e ancora non so.... ma il mare che vedo è molto vicino a roma.... un sorriso, silenzioso.
Giusy d'a. | Venerdì, 8 aprile 2011 @13:53
Patri dall'animo gentile, grazie per avermi ricordata. Sai cosa farò il prossimo autunno? Comprerò tanti bulbi di fresia da mettere in piena terra. Vedremo cosa ne uscirà. certo, non sono Elizabeth...
Marina | Venerdì, 8 aprile 2011 @09:38
Mia madre é quella del 'mettiti un vestito nuovo esci e affronta il mondo', le pinks e lisa capiranno, intensità e contraddizione per una vita spesa con un coraggio a volte temerario.In questi ultimi tempi la critichiamo, forse un po' troppo, mi ha fatto notare un carissimo amico di famiglia, e magari ha ragione. Non ha voglia di fare la nonna, capisco la sua voglia di giovinezza di ritorno, ma questo non m' impedisce di soffrirci un po'. Ma mia mamma (e mio padre...) ci hanno dato molto, tutto, tutto l' afetto possibile, percio" noi figli perdoniamo. E io voglio essere e sto cercando di essere mamma come lei, di quelle che ci sono sempre, che ti rassicurano, che ti fanno ridere, ti portano al parco e ti danno le medicine se ti senti male la notte. 'Quando c"é mamma non ti devi preoccupare', ripeto oramai convnta questa frase a mio figlio. E penso, come pensava e forse ancora pensa lei, che i figli sono delle madri e poi, e poi dei padri. E ho lafortuna ancora di averla ancora, quindi commossa dai vostri pensieri, capsico la mia fortuna, e faccio subito il suo numero di telefono.
LISA | Venerdì, 8 aprile 2011 @07:41
Ma, DOMO, non mi hai ancora detto qual è il tuo mare.
LISA | Venerdì, 8 aprile 2011 @07:41
Dunque mamme che sanno di Fleur de Rocaille e di lavanda, di torte con tante uvette. Mamme che lavorano a maglia golfini color carta da zucchero, PI (sapete chi è Pi, nuove sintonizzate e nuovi sintonizzati? Un'ex aspirante madre, l'aspirante paziente, che mi segue dal mio primo libro, ora mamma di due gemellini Fivet). Mamme che insegnano, CARLA, "l'insana voglia di essere felici sempre", o anche l'incontrario, non importa, l'importante è quello che impariamo noi, leggendo tra i rammendi e le cuciture.
Adele | Venerdì, 8 aprile 2011 @00:58
Un abbraccio a te Pi. Maglia-abbraccio color carta da zucchero, rosa verde o rossa. Oppure abbraccio e basta. oppure un rammendo ben fatto sul golfino più bello. Cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia. Buona notte.
Carla | Giovedì, 7 aprile 2011 @21:41
La mia mamma è invece un adolescente di ritorno ( soprattutto dopo aver letto "Tutto sta cambiando") l'altra mattina mi ha chiamato alle sette mezza, cioè l'orario peggiore per una mamma lavoratrice!, per chiedere se riuscivo a trovare un biglietto per la sua amica che volevano andare alla Scala... capito la sua preoccupazione era divertirsi!!
Forse è da lei che ho preso l'insana voglia di essere felice sempre?!
lady chatterley | Giovedì, 7 aprile 2011 @20:07
Domo, io avrei dato una bella morsicatina a quella mano, dopo aver superato lo shock dell'infausta incursione. Prudente la mamma che ha chiuso lentamente la porta del peccato. io nei suoi panni l'avrei chiusa di botto. pentendomi di averla aperta...di botto.
domo | Giovedì, 7 aprile 2011 @18:28
una volta la mia ragazza, sorpresi da mia madre in camera mentre facevamo l'amore, difronte alla sua mano che agitrava l'aria per l'indignazione la prese e se la porto al viso dicendo: una mano di mamma... Non sapevo che la sua era morta quando lei era piccina.
Mia madre richiuse lentamente la porta e ci lascio lì...da soli....
laura | Giovedì, 7 aprile 2011 @16:32
La mia mamma non c'è più da 15 anni. Ho ancora dei suoi vestiti nell'armadio, profumano di lei, chiudo gli occhi e rivedo il suo bel viso, e quando mi guardo allo specchio nei miei occhi rivedo i suoi. La notte quando viene a trovarmi nei miei sogni, mi sveglio felice, con il sorriso e il calore dei suoi abbracci, in quel momento capisco che non è mai andata via, è con me. Anch'io sono mamma e vorrei che anche mia figlia ricordasse di me il mio calore, il mio amore e il profumo che solo le mamme hanno.
patrizia fiorista | Giovedì, 7 aprile 2011 @16:31
Di mia mamma ricordo il profumo delle torte che mi preparava, quelle alte con tante uvette, e poi adorava leccare con il dito l'impasto che rimaneva nella ciotola. Ciao Giusy, come stai? Vi mando tante fresie colorate e profumatissime Patri
Aminta | Giovedì, 7 aprile 2011 @15:43
Ci accompagna sempre, la genitrice, anche quando non è più in vita. Cordone ombelicale mai reciso del tutto che non vuole saperne di staccarsi? Probabile.
una a caso | Giovedì, 7 aprile 2011 @15:36
nessun profumo vale l'odore di quella mamma che sa di "casa"
stefania | Giovedì, 7 aprile 2011 @14:47
non dico "mia madre era..."
ma mia madre è!
e spero che questo "E" mi accompagni ancora per un buon tratto di vita.
ne ho bisogno!
Giusy | Giovedì, 7 aprile 2011 @14:32
Quanta sofferenza, vero Lele? Con gli anni sfuma e, per quanto mi riguarda, oggi è un ricordo dolce e amaro nel contempo. Amaro quando penso alle mie ribellioni, alle parole dure che non avrei mai voluto pronunciare. Ma sono madre a mia volta e di parole dure ne ho ricevute anch'io...la legge del contrappasso non è vero? E accetto "sportivamente" tanto so bene che l'affetto dei figli è complesso. Il profumo di mia madre? Ricordo Eau de Rocaille, forse, so solo che sapeva di buono. Cosa ricorderanno i miei ragazzi? Spero che il loro ricordo non sia legato a Estée, il mio profumo preferito d'antan, spero solo che il loro ricordo "olfattivo" sia legato a qualcosa che sa di buono..e non potrò verificarlo!! E ora sto sorridendo. Vedi, Lisa?
Pi | Giovedì, 7 aprile 2011 @11:49
La mia mamma è mancata che ero ancora una bambina. Sono passati ormai quasi trent'anni, eppure ho ancora dei ricordi nitidi di lei. La cosa più dolce che mi ricordo è un golfino fatto a maglia color carta da zucchero - uguale a quello che si era fatto per lei, solo in miniatura.
Lo indossavamo insieme.
Non è tanto il golfino, ma quanto il pensiero che lei volesse che fossimo "abbinate" che mi riempie di dolcezza e nostalgia.
Un abbraccio.
Lele | Giovedì, 7 aprile 2011 @09:32
Mamma...quanto dolore.
Hermione | Giovedì, 7 aprile 2011 @09:06
I suoi fazzoletti, che asciugavano le mie lacrime, avvolti dal profumo di lavanda . . . .
Martedì, 5 aprile 2011 @23:46
"Di solito in tardissima serata nel mare comparivano, accanto alle lampare dei pescherecci, piccole luci rosse come le spie degli aerei in volo, erano gli occhi elettrici dei gommoni e degli scafi che a una ventina di metri dalla riva sbarcavano nell’acqua scura i migranti".
(Mario Desiati)
Quegli occhi elettrici e disperati di chi cerca una nuova vita.
Nel nuovo romanzo del giovane scrittore pugliese Mario Desiati, "Ternitti", Mondadori, i migranti sono gli albanesi che sbarcavano sulle coste della Puglia, non i tunisini e i libici che stanno arrivando (se non affogano prima) oggi a Lampedusa. Ma i migranti sono anche gli italiani che andavano a lavorare in Svizzera, nelle fabbriche di "lu ternitti", ovvero "eternit", a respirare amianto che li avrebbe uccisi: quello che racconta nel libro. Per non dimenticare: che siamo tutti migranti.
LISA | Giovedì, 7 aprile 2011 @08:21
SABRINA: le migrazioni forzate del cuore. DOMO: che bello quel mare che cambia colore perché lei è partita. E dov'è, il tuo mare?
una a caso | Mercoledì, 6 aprile 2011 @18:16
ad Anonimo grazie per avermi detto che sono una persona speciale ma ,credimi , sono una comunissima persona non diversa da tante altre ,un caro saluto anche a te
Giusy d'a. | Mercoledì, 6 aprile 2011 @17:58
E sì, adesso anche il "mi" se non mi fermo darò il "fa"...
Giusy d\'antan | Mercoledì, 6 aprile 2011 @17:55
Oddio! quanti errori! ero in contemporanea telefonica,così ho dimenticato anche la firma. Chiedo scusa a chi mi vorrà leggermi.
Anonimo | Mercoledì, 6 aprile 2011 @17:41
Mi fa molto piacere la proposta di oggi. comprerò il libro di questo giovane autore per leggerlo e poi regalarlo come affettuosa punizione a un'amica un po' distratta e insofferente. E'vero, Lisa, in fondo siamo un po' tutti migranti noi italiani ma abbiamo un "pregevole" difetto : la rimozione. Mi fermo qui perché, invece di sassolini nella scarpa, ho un vero ghiaino...Però, bravi i lampedusani, che vivono di turismo e lasciati praticamente soli a gestire una situazione insostenibile.
E concludo con un saluto speciale a una persona che mi sembra davvero specxiale: Una a Caso! Una a caso
domo | Mercoledì, 6 aprile 2011 @16:23
oggi il mare era azzurro, poi ho accompagnato in aeroporto la donna che amo e al mio ritorno aveva cambiato colore. O forse lo avevano cambiato i miei occhi, o forse il velo che li copriva rendeva tutto diverso. O forse.
Nina | Mercoledì, 6 aprile 2011 @09:55
Forza Sabrina !!! Hai tutta la mia solidarietà, un abbraccio.
Sabrina | Mercoledì, 6 aprile 2011 @09:15
Per Lady Chatterley: non Toro, ma Gemelli. Ieri sera è finita, pazienza... Spero che ritorni, non chiuderò mai la porta. Lui ha tanti problemi, spero che ritorni nel momento in cui sarà più sereno, e non che se ne trovi un'altra perchè io non sono mai abbastanza (che è stata la storia della mia vita finora). In un certo senso sono fiduciosa, ma mi sento morire. Si va avanti. Buona giornata a tutti
una a caso | Mercoledì, 6 aprile 2011 @08:23
ora noi scriviamo _not in my garden_
una a caso | Mercoledì, 6 aprile 2011 @08:21
mio figlio a 6 anni ,in prima elementare ,scriveva _nel mondo c'è quel poco di felicità che basta a tutti per essere felici _
Martedì, 5 aprile 2011 @07:58
"Ormai sei mia. Riposa col tuo sonno nel mio sonno.
Amore, dolore, affanni, ora devono dormire.
Gira la notte sulle sue ruote invisibili
e presso di me sei pura come l’ambra addormentata.
Nessuna più, amore, dormirà con i miei sogni.
Andrai, andremo insieme per le acque del tempo.
Nessuna viaggerà per l’ombra con me,
solo tu, sempre viva, sempre sole, sempre luna".
(Pablo Neruda)
Così mi piace: guardarti, mentre dormi.
Quando comincia la primavera mi piace sempre rileggere Neruda. La poesia di oggi è tratta dal vecchio libro su cui l'ho scoperto, "100 sonetti d’amore- Canzone di gesta", Edizioni Accademia.
Lady Chatterley | Martedì, 5 aprile 2011 @20:23
Stefania, offri panna montata agli affamati o, meglio, brioches a chi chiede del pane! Ciao, bello il tuo post,
stefania | Martedì, 5 aprile 2011 @19:31
i "40" sono stati per me i migliori anni della mia vita
ne dimostravo 10 di meno, un figlio già grande, un lavoro sicuro e appagante, sulla testa un tetto tutto mio, il cuore in subbuglio e farfalle nello stomaco.
semplicemente viva e completa!
auguro davvero a tutte una stagione così bella!
Lady Chatterley | Martedì, 5 aprile 2011 @18:54
Ma sì, Sabrina, 29 anni nel segno del Toro? e non cercare quell'equilibrio da stadera a volte così noioso. Io mi sento un po' squilibrata e sono contenta così. E poi, mi sembra così bello conservare quell'angolino di immaturità che ci farà sentire sempre giovani e vitali. (penso alla mia fantastica zia ottantenne)
Sabrina | Martedì, 5 aprile 2011 @14:20
Per Annetta: grazie del bel consiglio. Io compirò 29 anni a Maggio, quindi dimostrarne 40 non è il massimo! E' solo un modo per dire che mi vedo molto stanca e invecchiata e la mia situazione non aiuta. E' vero che gli anni non portano solo rughe, anzi spero che maturando troverò l'equilibrio che ora non ho. Un abbraccio
Aria | Martedì, 5 aprile 2011 @13:58
A me questa poesia mette una grande tristezza.
Giusy (d'a.) | Martedì, 5 aprile 2011 @13:47
Che piacere ritrovarti, Pablo e grazie per il saluto che ricambio.
A volte Lisa riesce a modificare i miei programmi. Per esempio, oggi dovrei dedicare un'oretta ad altro, invece eccomi qui con Neruda tra le mani a sfogliare il Crepusculario. Niente a che vedere con la poesia di oggi, penso ma sempre di Neruda tratta...
annetta | Martedì, 5 aprile 2011 @12:02
SABRINA - dal tuo post suppongo che tu sia piuttosto giovane, visto che ti sconvolge l'idea di dimostrare 40 anni :-))
Bene, io che di anni ne ho 47 (portati molto bene dicono...) ti auguro di cuore di dimostrarne presto 40 nello spirito, vedrai che allora anche il tuo aspetto ringiovanirà di colpo. L'età in una donna saggia fortunatamente non porta solo le rughe, ma anche un pò di leggerezza, di umorismo, di spirito allegro nell'affrontare la vita e le telefonate che non arrivano. Auguri di cuore, e guarda al futuro con fiducia, che i 40 anni per una donna che non insegue il tempo che passa - ma lo precede - sono davvero i migliori della vita!!! Un abbraccio
LISA | Martedì, 5 aprile 2011 @10:00
Grazie, PABLO: è vero, la poesia di oggi è tratta dalla raccolta "100 sonetti d'amore". E quindi, spero di aver cancellato con un solo clic le "canzoni disperate" dalla vita di SABRINA, di NINA, di tanti, di troppi.
Sabrina | Martedì, 5 aprile 2011 @09:32
Che belle queste sensazioni, io riesco a provarle sempre e solo per brevi momenti. Aspetto da due giorni una telefonata che non arriva, non so per quale ragione, non capisco cosa sia successo, forse non mi sono resa conto... Spero di sbagliarmi, nel frattempo al lavoro è un incubo, non riesco a dormire e dimostro 40 anni... Stasera lo chiamerò e affronterò la situazione, nel bene e nel male.
Pablo | Martedì, 5 aprile 2011 @09:32
Ciao Lisa, buongiorno, e a Giusy, è da tanto tempo che non vi saluto, ma vi leggo.
In realtà questo poema bellissimo non fa parte dei "veinte poemas de amor y una canción desesperada", probabilmente la tua edizione raccoglie altre opere di Neruda. Ecco la versione originale:
Ya eres mía. Reposa con tu sueño en mi sueño.
Amor, dolor, trabajos, deben dormir ahora.
Gira la noche sobre sus invisibles ruedas
y junto a mí eres pura como el ámbar dormido.
Ninguna más, amor, dormirá con mis sueños.
Irás, iremos juntos por las aguas del tiempo.
Ninguna viajará por la sombra conmigo,
sólo tú, siempreviva, siempre sol, siempre luna.
Nina | Martedì, 5 aprile 2011 @09:08
Lisa, per come sto, intonerei volentieri la 'canzone disperata'...
buona giornata a tutte!
Lunedì, 4 aprile 2011 @08:20
"Nella mattina splendente
anche i toast
sembrano imbarazzati"
(Hino Sojo)
Nella mattina splendente, in questo primo caffè che beviamo insieme, in questa cucina che non conosco ancora, che non conosci ancora, in questo stare insieme che è tutta luccicanza, non riesco a toglierti gli occhi di dosso, e non riesco a guardarti in faccia. Amore.
I versi che ho scelto oggi per City sono tratti da "Il grande libro degli haiku", Castelvecchi.
Farfalla | Martedì, 5 aprile 2011 @20:17
No Annetta! io sono proprio imbecille e credo fermamente a chi mi governa, cioè: se mi si presenta all'uscio una giovanissima marocchina, la scambio per una egiziana, nipotina di un personaggio importante come un Capo di Stato!! ed essendo imbecille, magari la inviterei a casa mia... Mala tempora currunt...
Giusy d'antan | Martedì, 5 aprile 2011 @15:23
Beh, ragazze, stavo curiosando e sfogliando pagine.. mi permettete una risatina amara quanto mai calzante oggidì? Buon pomeriggio. Io torno tra le pagine di Neruda. Ozio completo, per me.
ANNETTA | Martedì, 5 aprile 2011 @15:08
FARFALLA...se tu fossi solo imbecille non l'avresti nè capito nè apprezzato nè tantomeno fatto tuo!!... Quindi problema risolto! Ciaooo!
:-))))
Farfalla | Martedì, 5 aprile 2011 @14:55
Annetta! lo faccio mio quell'aforisma. E se io fossi solo imbecille? lo trascrivo sul mio calendario e ancora grazie.
annetta | Martedì, 5 aprile 2011 @11:52
LISA e FARFALLA : un film dove ogni tanto SPERO di trovarmi... :-))
Vi giro un mitico aforisma di WA che amo tanto: "Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile". Buona giornata!
LISA | Martedì, 5 aprile 2011 @07:54
URSENNA: well, down under it's always a perfect day!
Ursenna | Martedì, 5 aprile 2011 @05:21
Proprio stamani, al mio risveglio down under, il mio status eraLa coinquilina "coreana ha sbattuto il tappetino grondante d'acqua sulle mie scarpe da ginnastica, il bollitore da ieri fa saltare la corrente e mi e' caduto il pepe dovunque. Ci sono tutte le premesse per una giornata straordinaria". Almeno, c'e' il sole sull'Opera House
LISA | Lunedì, 4 aprile 2011 @18:37
ANNETTA, scenario perfetto! Un film alla Woody Allen: quello dove ogni tanto sospetto di trovarmi.
Farfalla | Lunedì, 4 aprile 2011 @15:02
E io sorrido per il commento di Annetta! Bello poter sorridere ad ogni costo, al di là delle preoccupazioni, dei pensieri negativi ... Grazie.
annetta | Lunedì, 4 aprile 2011 @13:58
Io invece questa poesia la trovo molto ironica, surreale...mi fa morir dal ridere insomma! Immagino una romantica colazione a due su un terrazzo del sud, tipo Capri o Taormina, durante la quale uno dei due fa una tremenda gaffe, una di quelle che non sai se scoppiare a ridere per primo o suicidarti gettandoti direttamente sulla scogliera...mi sembra una sceneggiatura di Woody Allen...Brava Lisa per la scelta, mi hai fatto sorridere anche oggi!
Sabrina | Lunedì, 4 aprile 2011 @10:24
La poesia è serrata ma esprime il concetto molto bene, il tuo commento è bellissimo. Buona settimana a tutti.
danielle | Lunedì, 4 aprile 2011 @09:45
6 di una bellezza unica, ineguagliabile.....ti amo
Venerdì, 1 aprile 2011 @08:16
"Tu sei ben nascosto mio cuore
Là nel tuo rifugio
Nessuno ti vede
Ben sicuro tu batti
Ma nessuno ti colpisce
Dimmi mio cuore dimmi
Il terrore
I berretti
I carri armati
Non ti colpiscono
Al sicuro dai proiettili
Ma mio cuore
Tu credi
Tu credi ai fuorilegge
Il loro sangue scende in te
E brucia, brucia
Come fuoco di fiamma
E le tue lacrime mio cuore
Sono indegne di te
Tu dovresti balzare
Scagliarti
Gridare
E non piangere"
(Nadia Guendouz)
Lotta, cuore. Resisti.
Libia, Siria, Yemen… Ma i versi che ho scelto oggi per City sono stati scritti alla fine degli anni Cinquanta, quando a bruciare era l’Algeria, all’epoca ancora colonia francese (diventò indipendente nel 1962). E sono stati scritti da una donna.
Sono tratti da un vecchio libro un po' sgualcito trovato in un bookcrossing: "Poeti algerini", Guanda, stampato nel 1966. Un bookcrossing in farmacia: proprio dove cerca i libri Stella, la protagonista eurostressata del mio "Glam Cheap".
E visto che la poesia di oggi è stata scritta in francese, la trovate, proprio in francese, nella parte "globish" del blog: è il Buongiorno del venerdì.
Fiorenza | Domenica, 3 aprile 2011 @20:45
forse sarebbe meglio smetterla di parlare di cuore. Cos'è il cuore?, è un muscolo, e lo sappiamo bene,,, superfluo spiegare le sue funzioni, vero? Quindi potrei tradurre il "cuore" della poetessa algerina con qualcosa che assomiglia a corpo e mente.Lotta e resisti! ma quanta retorica nella poesia e nei nostri post. Compreso il mio.
una a caso | Domenica, 3 aprile 2011 @08:48
ci vorrebbe un cuore per ogni situazione è tutto sempre più difficile da sopportare
Aminta | Sabato, 2 aprile 2011 @20:18
questi versi mi fanno pensare a temi ben noti. Avete ascoltato le parole di Gino Strada ? (Emergency, per chi non lo sapesse). Io non parlerei di cuori ma di corpi o, se vogliamo, di cuori racchiusi nei corpi. .
Lila | Sabato, 2 aprile 2011 @15:28
Ma si può impedire ad un cuore di non piangere?
Buon fine settimana Lisa!
daniela | Sabato, 2 aprile 2011 @12:43
Anche oggi, passando di qui, ho trovato qualcosa che ha parlato al mio cuore.. come questa bellissima poesia. Sì, questa in particolar modo. Grazie Lisa.
Lady Chatterley | Venerdì, 1 aprile 2011 @22:33
E' vero Sabrina, la situazione fa paura, e spero anch'io che non ci si debba ritrovare a usare le stesse parole. condivido la tua opinione.
Giusy d'antan | Venerdì, 1 aprile 2011 @14:51
Accade spesso che Lisa stimoli la mia curiosità un po' sopita. Poesia abbastanza complicata per la scrivente ma ora ho capito, almeno credo, forse solo in parte. Vedo un cuore al quale è impedito di agire come vorrebbe. Percepisco una sofferenza "costruttiva".
Sabrina | Venerdì, 1 aprile 2011 @14:26
Questa poesia è bellissima. Penso che la resistenza sia dura e che dilani le persone dell'animo... Ora che la situazione mondiale fa paura, spero che non ci ritroveremo ad usare le stesse parole. Interessante il bookcrossing, ma qui l'ho trovato solo nel bar di una biblioteca... Buona giornata a tutti