Domenica, 24 luglio 2011 @09:55
Certo, soprattutto se è di Dior! Questa è la morale di un lievissimo bestseller anni Cinquanta: "La signora Harris", di Paul Gallico, ora pubblicato in Italia da Frassinelli. E come non tifare per Mrs Harris, proletaria domestica inglese, che si innamora di un improbabile abito di Dior, un abito da sera splendido e sontuoso che sicuramente non metterà mai, e risparmia finché riuscirà ad andare a Parigi, per ordinarlo direttamente alla "maison"? Nonostante la brutta copertina (peccato!), è un libro che fa sorridere: e piacerà alle fan di "Zia Mame".
Ma forse sono io che, giornalista fintoglam, da quando scrivo di moda vedo abiti e scarpe ovunque, una pericolosa perversione. Ne parlo a chi intervisto, anche se è un’artista superstar, vedi Anish Kapoor, o scrittori, come Andrew Sean Greer (trovate le interviste, con loro che perplessi rispondono alle mie domande-guardaroba, qui sul blog: il 12 giugno 2011 e il 30 luglio 2009). Non solo. Inciampo in abiti e scarpe anche dentro le pagine dei libri che leggo.
Con "Passione Vintage" (Leggereditore) però è stato facile. Non aspettatevi troppo: è un libro semplice, un post-chick lit. Eppure fa venir voglia di innamorarsi: non solo di uomini, ma di abiti. Perché la protagonista è una ragazza inglese che apre un negozio di vintage, e la seguiamo mentre si innamora (c’è una storia d’amore, certo), e soprattutto mentre compra e vende vestiti meravigliosi. Che, in ogni bottone o zip, nascondono promesse e segreti.
Anche l’autrice, Isabel Wolff, ha un abito con un segreto, e ce lo mostra. Sono a Londra, a casa sua. Lo tira fuori dall’armadio, se lo appoggia addosso: è color ametista, di un materiale insolito e prezioso che sembra quasi gros-grain. "E’ stato cucito nell’India dell’Impero Britannico, su misura, per mia nonna", racconta. "Lei lo indossò al matrimonio di mia madre. Io l’ho messo per il lancio del libro. E lo passerò a mia figlia". Abiti vintage, abiti con una storia. "E abiti che trovano una nuova vita", dice Isabel. "Un tema che mi sta molto a cuore, perché in tutti i miei romanzi io cerco di offrire alle mie eroine una seconda possibilità, un’altra chance: che non sempre ci è concessa, nella vita". E’ la storia della giovane donna che entra in negozio cercando un "happy dress" , un abito che la renda felice: e scoppia in lacrime, raccontando che sta cercando di rimanere incinta e che è fallita l’ennesima Fivet. O l’anziana signora che vuole disfarsi di tutto il suo guardaroba, tranne un cappottino blu da bambina conservato nell’armadio: perché nasconde una storia di guerra e di Olocausto. Leggere questo libro è come curiosare in un vero negozio vintage, sentire gli abiti che parlano, in un frusciare di stoffe: una storia dietro l’altra, dai micro-vestiti di Mary Quant e Biba; agli abiti-capolavoro plissettati di Madame Grès, comprati all’asta; o i coloratissimi abiti-pasticcino dei balli scolastici anni Cinquanta, con il corpetto in raso e la sottogonna di tulle. Perché, come dice la protagonista: "Non riesco mai a guardare un capo, come questo tailleur – una giacca attillata con gonna in tweed blu scuro degli anni Quaranta – senza pensare alla donna che lo possedeva. Quanti anni aveva? Era sposata? Era felice?". E le scarpe: "Un paio di pantofole di broccato di seta degli anni Trenta, ricamate con rose gialle… Le guardo e immagino la donna che le possedeva mentre ci cammina, o balla, o bacia qualcuno".
Abiti da romanzo. Abiti che ci sembra quasi di toccare. Come quelli che ci vengono incontro in "Una moglie a Parigi" di Paula McLain (Neri Pozza), il libro poetico che dà voce a Hadley, la prima moglie di Hemingway, con cui lui visse a Parigi negli anni Venti, gli anni del jazz e delle corride. Abiti come dichiarazioni: "Indossavo l’abito di pizzo nero. Era il mio preferito in assoluto perché ogni volta mi faceva sentire un po’ come Carmen. Forse il vestito e il vino complottarono per farmi sollevare e posare la mano sulla manica della giacca di lui…". O abiti che rendono gelose: "Mi scrisse che la sera prima, a una festa, era rimasto affascinato da una ragazza in uno scintillante abito verde. Leggerlo mi fece star male. Non avevo vestiti di un verde scintillante, e in ogni caso lui non li avrebbe visti. Era a chilometri e chilometri di distanza…". Lui è Hemingway, e lei è già innamorata: "Scorsi Ernest sulla banchina, praticamente nello stesso punto in cui l’avevo lasciato a novembre. Avevo la bocca secca e uno sciame d’api nello stomaco. Era splendido con la giacca marinara color carbone e la sciarpa, e gli occhi accesi dal freddo. Scesi dal treno e lui mi abbracciò sollevandomi da terra". E poi c’è Parigi e la bohème, e un mondo dove si va a cena con Ezra Pound e Gertrude Stein. E forse non è un caso che la donna che le ruberà Hemingway è una delle prime a vestire la trasgressiva, per l’epoca, Coco Chanel: "Arrivò ad Antibes in un pomeriggio abbacinante. Indossava un abito bianco e un cappello di paglia abbinato, e pareva incredibilmente linda e fresca, un vero cono gelato". Quella donna si chiama Pauline e diventerà la seconda moglie di Hemingway. Ma a quel punto siamo già in un altro libro.
E infine siamo nel futuro, il futuro "distopico", un’utopia all’incontrario, di "Storia d’amore vera e supertriste" (Guanda). L’autore è Gary Shteyngart. Il libro non mi è piaciuto, ma gli onionskin jeans sì! Scenario: New York. Un uomo. Una donna. E gli onionskin jeans, appunto: jeans trasparenti, a pelle di cipolla, ferocemente sexy e rivelatori dei "segreti depilati", come dice cupamente Shteyngart, delle ragazze che li indossano. Jeans che però tutte vogliono, insieme agli "äppärät", una specie di versione evoluta dell’iPhone, che rivela in diretta i pensieri del proprietario… "Ho filmato il mio äppärät con il suo äppärät, mentre io mandavo giù un altro boccale di trigliceridi. Erano comparse alcune ragazze di Staten Island vestite secondo una moda rétro che mi riportava qualcosa della mia giovinezza, e avevano un’aria molto Media con i loro stivali Ugg pelosi e le bandane incastonate di strass; alcune mischiavano abiti della vecchia scuola con jeans Onionskin che aderivano fino alla trasparenza alle loro gambe sottili e ai sederi rosa e polposi, rivelandoci tutti i segreti delle loro depilazioni. Anche le ragazze guardavano dalla nostra parte, facendo scorrere su di noi i loro apparecchi". Avremo davvero dei jeans evoluti e dei cellulari che leggono nel pensiero? Forse. Ma la vera notizia, ahimé, è che non ci sbarazzeremo mai degli Ugg; anche se, nel frattempo, saranno vintage.
La traccia di questo post è un articolo moda che ho scritto per Grazia. E la risposta alla mia domanda è: sì, un abito può cambiarci la vita. Non ne avete forse uno così, nell'armadio?
LISA | Venerdì, 19 agosto 2011 @12:21
AMINTA: ops, ho scoperto che il nuovo film di Woody in Italia non è ancora uscito. Dovrai aspettare dicembre!
Aminta | Giovedì, 18 agosto 2011 @22:03
grazie Lisa Corva. Di Hemingway so qualcosa e ho letto i suoi romanzi, non tutti però. Mi manca il film di Woody. Lo cercherò
LISA | Giovedì, 18 agosto 2011 @19:30
AMINTA: oh sì, Hemingway a Parigi incontrò sia Gertrude Stein che Ezra Pound. Era un giovane scrittore americano che tirava di boxe e aveva pubblicato solo dei racconti, in cerca di consigli: quindi, avranno di sicuro parlato di libri (i suoi futuri)... Pensa che coincidenza: proprio ieri ho visto, finalmente, "Midnight in Paris", l'ultimo film di Woody Allen, dove un aspirante scrittore americano (Owen Wilson) si ritrova ad ogni scoccare della mezzanotte sbalzato in uno strano circuito spazio-temporale, e finisce proprio negli anni Venti, nel salotto di Gertrude Stein, beve con Hemingway e cerca di rubare la fidanzata a Picasso... Geniale!
Aminta | Giovedì, 4 agosto 2011 @20:34
oggi ho riletto l'articolo con attenzione e sicuramente qualcosa mi è sfuggito; non l'accenno a Gertrude Stein.quindi sono andata a rivedere il ritratto che le ha fatto Picasso. Periodo rosa o blu? non certo cubista. Avrà incontrato Ezra Pound? E cosa si saranno detti? E' stato un excursus molto piacevole.
Fiorenzaccia | Lunedì, 1 agosto 2011 @20:25
E Vai, Marina!!! Magnifico il tuo volat. Sono contenta che tu sia per una volta sola d'accordo con me. Grazie. Io non sono MAI simpatica a chi non mi conosce veramente. Un bacino al tuo bambino.
Marina | Lunedì, 1 agosto 2011 @17:46
per una volat d'accordo con la non semrpe simpatica fiorenzaccia...viva giuseppe d'avanzo!
Fiorenzaccia | Lunedì, 1 agosto 2011 @15:18
Giuseppe d'Avanzo, la sua morte mi rattrista, non era certo un menestrello del Potere. Qualcuno o molti dei suoi colleghi dovrebbero "togliersi il cappello" invece di intingere il pennino nell'inchiostro della convenienza e dell'opportunismo. Vabbè Lisa, cancellami pure, me lo merito...
Malu63 | Domenica, 31 luglio 2011 @17:09
Grazie per gli auguri, davvero graditi da questo blog che ho conosciuto in un passaggio fondamentale della mia vita e dove ho trovato la serenità che cercavo, ci conosciamo già da un pò vero Lisa?
Ps. Giusy, si fortunatamente riesco ancora a starci dentro :))
Giusy d'a. | Domenica, 31 luglio 2011 @13:29
Forse Lisa perdonerà l'uso improprio di questo Blog (che mi piace molto) per ricordare Beppe d'Avanzo. Mi mancheranno i suoi articoli e il suo pensiero.
Giusy d'antan | Venerdì, 29 luglio 2011 @13:36
E come no, Lisa, quell'anello mi è rimasto impresso nella memoria, come si può dimenticarlo? Che abbia salvato la vita alla " tua" Stella del romanzo, beh, non ne sono certa, ma sicuramente ha salvato un matrimonio basato sull'affetto, su quell' irresistibile desiderio di restare insieme, di condividere la vita, quella quotidiana ,fatta di piccole cose, e di altre un "filino" più grandi. La scrivente parla con cognizione di causa... e stiamo, con un po' di pazienza e di speranza - con qualche litigio piuttosto acceso- arrivando ai 50 anni di convivenza e di matrimonio. Uffa! non ci voglio pensare. Malu che tira fuori il vestito da sposa...Bellissimo! Ancor più bello se riesce a chiudersi dentro.Scommetto di si.
vale | Venerdì, 29 luglio 2011 @12:45
E' bellissimo arrivare a 25 anni di matrimonio ancora cosi' innamorati ... =)
LISA | Venerdì, 29 luglio 2011 @11:13
MALU 63: che romantica, davvero ogni tanto togli dalla frusciante carta velina il tuo abito da sposa? Buon anniversario. 25: anni insieme che frusciano.
LISA | Venerdì, 29 luglio 2011 @11:11
ANNETTA: grazie! Mi piacciono molto tutte le cose riciclate, spinnaker o manifesti o copertoni che diventano borse... E piacerebbero moltissimo, indovinate a chi? Ma certo: Stella, la mia eroina di "Glam Cheap". Ricordate l'anello con le monete fuori corso che, in un qualche modo, le salva la vita?
annetta | Venerdì, 29 luglio 2011 @09:26
Ciao segnalo a tutti un'iniziativa simile a quella di Barbara, un laboratorio di comunicazione di miei amici torinesi che tra le mille iniziative produce oggetti per merchandising e anche per uso personale (borse, buste, portacellulare etc) riciclando manichette antincendio, banner PVC e neoprene delle mute da sub...Buona estate! Anna
malu63 | Giovedì, 28 luglio 2011 @14:50
L'abito che ho amato di più e che conservo nella sua bella scatola bianca avvolto con la carta velina , perchè quando lo apro devo avere il tempo di godermi il rumore partecolare che emette , è il mio abito da sposa, l'amore, i sogni, la gioia di quel giorno, ogni anno diventa sempre più prezioso e pieno di ricordi , il prossimo mese ne conterra uno particolare 25 anni trascorsi insieme, eppure sembra ieri il giorno che lo stavo scegliendo.
LISA | Mercoledì, 27 luglio 2011 @21:06
Grazie a BARBARA per il ricordo black and white della mamma in costume bianco (di Dior!), comprato con il primo stipendio: una bella immagine di libertà, indipendenza, ed estate.
A questo punto vi invito a scoprire cosa fa Barbara, che ho conosciuto a Trieste: tra le varie e mille cose di cui si occupa, ci sono anche le borse fatte con spinnaker e vele riciclate, con una cooperativa di donne in Montenegro. A proposito di it-bags un po' diverse dal solito.
http://sailinabag.blogspot.com/
Barbara Della Polla | Mercoledì, 27 luglio 2011 @20:29
Leggendo quello che hai scritto, Lisa, mi è tornata in mente mia madre, maestrina primi anni '60, che con il Primo stipendio "tutto intero", è corsa a comprare un costume "tuttintero" stile pinup. Di quelli che stan su da soli, senza spalline e che fan procaci. Bianco bellissimo, lei bellissima in posa stile ingrid bergman, si staglia sul mare della costiera amalfitana. Finalmente libera nel suo "abito nuovo" ;-) Ah! Il costume era Dior...
LISA | Mercoledì, 27 luglio 2011 @09:06
SHARON: che bella la tua storia, una it-bag che è... lo zainetto del nuoto!
LISA | Mercoledì, 27 luglio 2011 @08:55
PICCOLA DELUSA, piccola poetica napoletana: grazie, mi fa sempre piacere quando raccontate chi siete, e come mi avete incontrato.
LISA | Mercoledì, 27 luglio 2011 @08:54
Un abito-matrimonio, e un abito-tradimento... Ma certo, anche quello cambia decisamente la vita! Grazie a PATRIZIA PIERONI, che ho conosciuto anni fa, e che crea abiti nel suo nuovo atelier tutto bianco, a Roma. Eccolo, per le romane e per chi passa nella capitale:
http://www.patriziapieroni.it/
Patrizia Pieroni | Mercoledì, 27 luglio 2011 @07:23
Bellissimo articolo , che mi riguarda molto, in molti vestiti che vendo e che ho venduto, c'è una storia dietro( matrimoni,divorzi, nuovi appuntamenti.....tradimenti ) ma appena usciti dall'atelier non sono più miei , fanno parte de la vita di chi li compra!!!! :-)
piccola delusa (vale) | Martedì, 26 luglio 2011 @18:02
Napoli , ho conosciuto le tue pubblicazioni attraverso il City che leggevo tutte le mattine andando all'università . Terminati i corsi non sapevo più come fare e cosi' ho scoperto questo sito meraviglioso =) Grazie a te ho scoperto la bellezza della poesia e le emozioni che si provano nel leggere dolci versi
LISA | Martedì, 26 luglio 2011 @16:13
MARINA a Bruxelles: "Eat, pray, love" l'ho visto appena uscito, perché mi era molto piaciuto il libro (che non è per niente scontato, è lieve, empatico, divertente, una specie di Tiziano Terzani mixato con Sex and The City, so che sembra impossibile ma è così). Mi era piaciuta anche lei quando l'avevo intervistata: l'autrice, Elizabeth Gilbert; forse perché ha avuto il coraggio di raccontare la sua storia, con un lieto fine per di più! E il film, mah. Julia Roberts ce la mette tutta ma è poco credibile, soprattutto in quella Roma da spot americano di spaghetti; poi però, e per fortuna, incontra Javier Bardèm tra le risaie di Bali! E, quando appare lui, almeno un pochino salva il film. Però, pensa: il libro, "Mangia, prega, ama", che è la storia vera di una donna in crisi, una non-aspirante madre che molla tutto e parte per un anno intorno al mondo, è stato un passaparola al femminile; come in "Per puro caso" di Anne Tyler, di cui parlavo nelle risposte al post di ieri, al centro c'è una donna che se ne va. Come se per (ri)trovarsi bisognasse per forza andarsene.
LISA | Martedì, 26 luglio 2011 @16:04
PICCOLA DELUSA, ma da quale città mi leggi e scrivi? Dimmi, dimmi, che sono curiosa.
Marina | Martedì, 26 luglio 2011 @14:56
Lisa...telepatia, proprio oggi ripetevo la frase di mia madre per consolare un amica un pochino in crisi per le nostre note vicende, ora pero' sarebbe il caso di comprarlo di nuovo quel bel vestito, eh si perché la maternità è bellissima ma ci lascia solo il tempo di essere sciatte! Scherzi e stereotipi a parte è vero che il tempo per curare il mio aspetto si fa sempre piu' raro, ma mantre i primi mesi me ne fregavo un po' assorbita dal baby, adesso, per fortuna, sono tornata in me e corro, corro ma sto ritrovando i miei (molto piu' piccoli) spazi. Allora dai vi saluto, vi bacio mi avete dato la spinta finale: esco prima dall'ufficio e passo da Zara ( e forse anche da Dior...) anche se tra poco si parte per le vacanze, e l' asia e il caldo tropicale non permettranno look molto articolati, detto questo qui oscilla tra 15 e 18 gradi, DI MASSIMA, da inizio luglio...fate un po' voi, urge corsa per negozi e sessione di bagno turco!
p.s. ieri ho visto in tv il film eat, pray and love, mi ricordo che ne avete parlato, ma quando? vorrei sapere i vs commenti, io l' ho trovato stucchevole, stereotipo fatto film, ma anche il libro è cosi?
piccola delusa | Martedì, 26 luglio 2011 @13:41
l'abito che ha cambiato la mia vita? Si' certo che ne ho uno ...
E' l'abito di felicità che si indossa con sorrisi e sguardi felici che m'ha fatto innamorare =) Lisa , colgo l'occasione per farti i miei complimenti. Sono molto affezionata alle poesie che pubblichi ... continua cosi' io ti sostengo e ti seguo !!! Buone vacanze
Sharon | Martedì, 26 luglio 2011 @12:26
Oh my God! questo è il domandone del secolo...!!!
La borsa "speciale" quella che, se non la uso sto male, soffro mentalmente; e la vedo che lei mi guarda minacciosa dall' angolino della casa, riesce persino a farmi sentire in colpa:
una zainetto rosso, pure sbiaditello, con scrtta ARENA gigantesca. super funzionale e con una miriade di tasche. LO ZAINETTO DEL NUOTO. è la borsa che ha cambiato la mia viita, ASSOLUTAMENTE.
LISA | Martedì, 26 luglio 2011 @08:57
SHARON, drogata di borse! E le metti davvero coordinate alle scarpe? Così anni Cinquanta, così "Mad Men"... Ma in tutta questa collezione, dimmi, la tua preferita, quella a cui non potresti mai rinunciare, quella che ti ricorda un momento davvero speciale, qual'è?
LISA | Martedì, 26 luglio 2011 @08:54
VINCENZO: e quell'abito solitario che esce dall'armadio solo una volta all'anno, per cosa lo indossi, e perché ti cambia la vita?
Sharon | Lunedì, 25 luglio 2011 @23:01
eccomi!
per me ogni vestito influenza l' andamento di OGNI singola giornata.
perchè appena mi sveglio cerco "nell' aria" il COLORE da indossare. il tutto ovviamente in base all' umore del giorno. il black è off limits specialmente d' estate (esclusi eventi very professional)
però l elemento glam che CAMBIA la mia vita è LA BORSA.
assoluta e totalizzante.
...a partire dalla borsa "dello sport" che mi ha accompagnato ogni singolo giorno di fatiche e soddisfazioni della mia carriera sportiva
(trasferte e gare all' estero comprese).
Ma, soprattutto, tutte le borse che sto collezionando in questi ultimi tempi ( praticamente da quando ho iniziato a lavorare) + i fantastici regali della mia mumy:
eleganti,
casual,
sportive,
porta pc ( bellissima la linea speciale di Paul Smith per Mac)
super- poket & oooover size,
quelle così belle che hai "paura" di utilizzare ( vedi la linea da collezione di Braccialini....)
e quelle comprate durante ogni viaggio.
Poi ci sono le super griffate o quelle di "Portaportese"... sooooo vintage!
a tracolla, da polso, da spalla con tracolla ma che si portano benissimo anche a mano...
la/e IT bags ( ma quelle proprio I-R-R-A-G-G-I-U-N-G-I-B-I-L-I per una studentessa lavoratrice, che vuol fare tutto "da sola" come me...)
AIUTATEMI AD USCIRE è UN CIRCOLO VIZIOSOOOOOO!!!!
P.S. tutte SEMPRE abbinate alle scarpe
(anche se il mio amico gay dice che ormai non è più di moda....!!!
purtroppo io impazzisco se il binomio BORSA- SCARPA non è " coordinato" persino quando vado a correreeeeeeee!!!!! )
Besitos
Vincenzo.I | Lunedì, 25 luglio 2011 @21:03
Si ne ho solo uno che mi cambia la vita una volta l'anno, poi lo appendo a un ometto nell'armadio, ricoperto da un telo di cellofan.
LISA | Lunedì, 25 luglio 2011 @20:29
PICCOLA DELUSA: eh, il Buongiorno di City è in vacanza fino a settembre. E tra poco parto anch'io. Ma intanto non vuoi giocare con noi all'abito-che-cambia-la-vita? Non ne hai uno in armadio?
piccola delusa | Lunedì, 25 luglio 2011 @19:46
e oggi niente poesiaaaa??? =(
LISA | Lunedì, 25 luglio 2011 @09:58
AMINTA: ma un abito che ci ha cambiato la vita è semplicemente un abito che abbiamo indossato quando siamo state felici. O che abbiamo comprato e indossato per essere felici. Per sentirci sicure. Coraggiose. E fortunate. Un abito-talismano (o un paio di scarpe, certo!). E le storiche del blog si ricorderanno del consiglio della mamma di Marina a Bruxelles nei momenti più cupi: "mettiti un bel vestito, esci e affronta il mondo". Così, se l'abbiamo comprato da Dior (a proposito, io non ho mai comprato nulla da Dior!), o ai saldi di Zara, che importa? Basta che funzioni.
Aminta | Lunedì, 25 luglio 2011 @09:17
Ci ho pensato, ma nulla da fare! Nell'armadio non conservo un abito con tanto potere, soprattutto firmato...ma nella scarpiera si, avevo qualcosa; un bel paio costoso, uno dei tacchi mi si era incastrato nell'acciottolato di un borgo antico. Il fatto non mi ha cambiato più di tanto la vita, ma insomma...
Venerdì, 22 luglio 2011 @08:34
"Ho abbracciato l’alba d’estate."
(Arthur Rimbaud)
Ho abbracciato l’estate. E l’estate, abbraccia me.
Con questo Buongiorno, City va in vacanza fino a settembre, e io con lui. Ma, per chi rimane sintonizzato, posterò (e twitterò) ancora qualcosa. Qualcosa di lieve, aereo, summer style...
Intanto, su Lisa globish, trovate Rimbaud in francese. Friday Poetry!
E qui sotto, su gentile richiesta!, piccola lista dei "libri che ho regalato e regalerei"...
Friuli | Giovedì, 18 agosto 2011 @15:36
Certo Lisa, lo so bene che non si possono paragonare Trieste e Udine; intendevo persone che condividono le stesse radici, che sanno di mare e di valli, di boschi e di picchi... cioè quelle del Nord-Est, la piccola Mitteleuropa italiana :-)
Avrei detto anche io Hikmet e Ritsos... Ora non mi rimane che far lievitare la mia pila da comodino con Billy Collins.
Grazie e un abbraccio!
Monica
Monica
Giusy | Giovedì, 18 agosto 2011 @14:10
Già che ci sono, eh sì, altroché... vaglielo a dire al consorte triestino che con i furlani no ghe xe differenza. Oggi sono di buon umore (senza motivo e senza bora) quindi mi va di scherzare. Perdonerete?
LISA | Mercoledì, 17 agosto 2011 @17:06
MONICA: eh no, Udine è moooolto diversa da Trieste, prima di tutto voi non avete il mare! (Scherzo, scherzo: ma non troppo: sono due città molto differenti davvero, come gli abitanti). Bella invece la tua domanda. Un poeta che assomigli a Neruda: ma intendi come parole d'amore, di tenerezza, di sensualità, di pioggia su Isla Negra? (Mi sono sempre chiesta come sia, questa Isla Negra, a furia di leggerla nei suoi versi. Prima o poi ci dovrò andare). Poeti sensuali come lui sono, direi, Nazim Hikmet e Ghiannis Ritsos, ma sono entrambi morti. Meno sensuale, più diretto, più attento alla luce di ogni giorno e alla poesia del quotidiano, è invece un americano ancora poco conosciuto in Italia, Billy Collins. A settembre esce per Fazi una raccolta di sue poesie, "Balistica". A me piace davvero molto. Certo, non è Neruda, ma in fondo, ci basta un solo Neruda!
Novello Neruda | Mercoledì, 17 agosto 2011 @15:23
Buongiorno Lisa, felice di rileggerti...
Siamo conterranee in trasferta di vita a Milano!
Tu da Trieste se non erro, io da Udine.
Intendevo qualcuno che assomigli a Neruda.
Un abbraccio,
Monica
Lady Chatterley | Martedì, 16 agosto 2011 @19:37
se la reincarnazione non è limitata alle specie umane, accarezziamo un bel gattone e...pensiamo a Neruda. Sto scherzando, ovvio, ma a tale domanda...
LISA | Martedì, 16 agosto 2011 @18:24
MONICA: se conosco una reincarnazione di Neruda? Strana domanda. Non credo proprio, perché, tu sì?
LISA | Martedì, 16 agosto 2011 @18:23
WIKI e ANNETTA: buffa coincidenza, perché avevo incontrato e intervistato Kathleen Tessaro anni fa, proprio quando è uscito "Elegance" (Salani). Il romanzo era piaciuto così tanto che poi la Mondadori aveva deciso di ripubblicare il libriccino di Madame Dariaux. Non ricordo molto del nostro incontro (allora non mi ero ancora trasformata in una giornalista fintoglam), ma mi aveva affascinato l'idea che un libro trovato per caso, e che parla oltretutto di abiti e borsette (magari di coccodrillo!), possa cambiarci la vita. Com'è successo, in effetti, all'autrice.
wiki | Martedì, 2 agosto 2011 @16:56
ANNETTA: al libriccino della Dariaux si è ispirata Kathleen Tessaro per il suo romanzo Elegance (Salani-2003), è la storia di una donna che cambia la sua vita grazie anche allala guida di questo piccolo manuale trovato per caso in un negozio di libri usati. E' un libro che ho amato molto e riletto diverse volte, ve lo consiglio...
Passione Vintage | Martedì, 2 agosto 2011 @13:04
Ciao Lisa,
come Phoebe - la protagonista di Passione Vintage di Isabel Wolff - credo che gli abiti cus. Untodiscano la storia di chi li ha indossati. Un esempio è il "capottino blu" della signora Bell, simbolo di un dolore segreto...
Buon pomeriggio!
Monica
annetta | Lunedì, 1 agosto 2011 @13:30
LISA: al Libraccio ho scovato pure un simpatico libretto a metà prezzo "Guida all'eleganza" di Mme Genevieve Antoine Dariaux. Pubblicato per la prima volta negli anni 60, e successivamente nel 2005, è una lettura deliziosa, sia per lo stile assai garbato e un filino snob, che per i consigli che fornisce. Ovviamente è un po datato come gusto ma è molto divertente vedere come è cambiata la prospettiva in mezzo secolo, poichè Mme Dariaux si rivolgeva a signore che dovevano costruirsi un guardaroba mirato, con pochissimi capi che durassero più anni...il contrario di quanto succede adesso. Eppoi ilo stile di madame è davvero mitico...per dire che gli accessori di coccodrillo non vanno indossati la sera (orrore...) afferma che "questo amabile rettile dovrebbe avere il permesso di ritirarsi per il meritato riposo ogni pomeriggio alle cinque...Molto divertente :-))
Anonimo | Domenica, 31 luglio 2011 @18:36
Lisa, tu,poetessa, conosci una reincarnazione di Neruda?
Ti abbraccio,
Monica
Anonimo | Domenica, 31 luglio 2011 @13:32
buone vacanze lisa! buone vacanze ragazze! sopratutto buon riposo.. in qualunque posto si scelga di stare
a settembre riprenderò a leggere questi pezzetti di vita, che molto spesso mi rasserenano.
ps possessione è il mio libro del cuore
un giorno di gloria per Miss Pettigrew, l'ho finito di leggere poche ore fa...delizioso, fresco leggero..
LISA | Venerdì, 29 luglio 2011 @11:09
ANNETTA: anch'io ho ricevuto da un'amica "La Parigina", la guida allo chic di Ines de la Fressange (che è edizioni Ippocampo). E anch'io mi sto divertendo: in fondo, da giornalista fintoglam, ho ancora molto da studiare. Per esempio, ho scoperto che dopo i miei primi jeans (e pure i secondi, con i glitter dentro), secondo Ines dovrei aggiungerne un paio bianchi, perché abbinati a una giacca glitterata vanno bene pure per entrare all'Eliseo... Ho però il sospetto che in quel caso non bastino i jeans bianchi, bisogna chiamarsi pure Carla (Bruni) o Ines! Ma possiamo sempre provarci.
annetta | Giovedì, 28 luglio 2011 @18:18
In tema di leggerezza sto regalando "La Parigina" moderno manuale di stile di Ines de la Fressange. Siccome sono fondamentalmente una sportivona saltafossi le mie amiche non se l'aspettano da me questo regalo però è molto molto apprezzato. Io l'ho trovato veramente carino, divertente e anche utile per chi come me ha bisogno di riorganizzare il suo guardaroba e anceh la sua casa con pochi capi/oggetti, pochi soldi e tanto buon gusto. Buona estate a tutte! anna
Giusy d'a. | Mercoledì, 27 luglio 2011 @14:52
Proprio così, Lisa. Alcuni abiti che conserviamo ostinatamente nell'armadio assomigliano alle riletture, magari quando vogliamo riprovarli (per vedere se ci stiamo ancora dentro) o, nel migliore dei casi, indossarli di nuovo. Mi è piaciuto tanto il paragone! Per quanto mi riguarda, non saranno costati 120 Lire, ma quasi....Bellissimi i commenti di venerdì 22!
LISA | Mercoledì, 27 luglio 2011 @09:04
WIKI, oh sì, quella che non sa se tirar fuori il chiodo dall'armadio, la mamma che dentro si sente ancora una diciassettenne punk! Ma poi l'hai tirato fuori, il chiodo di pelle? Spero di sì. A volte i vestiti che conserviamo nel guardaroba sono come i libri, reggono bene anche alle riletture; anzi, a distanza di anni regalano qualcosa in più. Come un chiodo rimesso vent'anni dopo.
wiki | Martedì, 26 luglio 2011 @17:42
si, cara Lisa, ho commentato un paio di volte (sono quella che non sa come tirare fuori il suo chiodo dall'armadio, ti ricordi?) ma ti leggo quotidianamente ormai da un anno circa e dal tuo blog ho tratto spesso ispirazione per le mie letture. Sul rileggere direi che non c'è una regola, ci sono libri che avevo odiato (e abbandonato a pag 20) che poi ritornandoci anni dopo (per sfida) ho finito per amare follemente, libri che a una seconda lettura si sono rivelati una delusione, libri che rileggo ciclicamente e ogni volta mi svelano qualcosa di nuovo...l'importante è leggere e trovare qualcuno con cui condividere questa passione, come è successo a me col tuo blog. Un bacio
LISA | Martedì, 26 luglio 2011 @16:03
Sì, WIKI, è proprio quello! Con Gwyneth Paltrow e il bel biondo Aaron Eckhart (che non so perché Hollywood si ostina a farci vedere poco). Il film era carino, niente di più. Il libro è uno di quelli che più ho amato nella vita. Mi ostinavo a regalarlo a nuove amiche finché ho capito che era una mossa sbagliata: c'era chi si addormentava entro pagina venti (la maggior parte), chi se lo teneva stretto al cuore perché aveva paura di finirlo, come me. Chissà che effetto mi farebbe rileggerlo adesso. Ma ci sono libri che forse non bisogna proprio rileggere! (E tu, WIKI, chi sei? Sbaglio o è la prima volta che scrivi?).
wiki | Martedì, 26 luglio 2011 @15:56
sta prendendo appunti.. grazie Lisa! p.s. da Possessione è per caso stato tratto il film con la Paltrow? non sapevo esistesse il romanzo...bene bene
LISA | Lunedì, 25 luglio 2011 @20:27
VALENTINA: e l'estate è il momento giusto per leggere quel libro della Tyler, la protagonista che prende la borsa della spiaggia e d'impulso, senza nessun motivo, decide, no, non torno a casa, me ne vado! Cambio vita... Ci credo che sia da anni un longseller al femminile. GIUSY: 120 lire! Fantastico. Il libro è, hmm, decisamente vintage.
Giusy d'antan | Lunedì, 25 luglio 2011 @13:10
Bella la tua lista di libri, Lisa. Tra tanti mi manca la Berberova, mi sa che lo comprerò. A proposito, o meglio a sproposito, ho ritrovato de Maistre in una delle librerie sparse per casa. Edizione BUR (di quelle che si sfaldano tra le dita). Lire 120. Rileggerò qualcosa, E' leggermente ironico, fa sorridere, lo sfoglierò con cautela e "leggiucchierò" qualcosa.
valentina | Domenica, 24 luglio 2011 @12:45
sì, di Anne Tyler ho letto proprio qui sul tuo blog, così come di Peter Cameron, quanto mi è piaciuto!!! di Nina Berberova, un pezzo di cuore direi, ma anche Elvira Seminara, davvero irresistibile. Ho ritrovato, da oltre un anno a questa parte, la mai sopita passione e l'amore per la lettura anche grazie ai tuoi consigli...grazie grazie grazie!!
LISA | Domenica, 24 luglio 2011 @12:21
VALENTINA, che bella domanda! Domanda non banale: perché di solito vogliamo regalare non solo libri che ci sono piaciuti, ma che hanno, dentro, qualcosa di noi, qualcosa in cui ci siamo riconosciuti: un messaggio, un'emozione, che vogliamo condividere.
Regalerei, e ho regalato, solo a donne però, il longseller "Per puro caso" di Anne Tyler (ne avevi letto qui sul blog, vero? Era nel post "Quando soffia il vento del Nord", del 2 agosto 2010). Ma anche i libri di Elizabeth von Arnim (cominciando da "Il padre" e "Il giardino di Elizabeth", tutti Bollati Boringhieri) e di Jane Austen. Ho regalato spesso, a persone per me importanti, un piccolo libro Adelphi, che è una riflessione sulla libertà individuale e sull'amore: "Il giunco mormorante", di Nina Berberova. E, in passato, i libri di una sofisticata scrittrice inglese che ho molto amato, Antonia Byatt : "Possessione" (una grande storia d'amore, anzi due, parallele: una giovane studiosa negli anni Novanta a Londra che scopre, trovando una lettera in un manoscritto, il segreto amore di una poetessa dell'Ottocento) e "Le storie di Matisse" (Einaudi).
Ad amici maschi ho regalato "Un uomo vero", di Tom Wolfe (Mondadori), "Middlesex" di Jeffrey Eugenides (Mondadori; e a ottobre esce il suo romanzo nuovo!), ma anche "La donna giusta", di Sándor Márai (Adelphi). A un caro amico gay, "Chiamami con il tuo nome", André Aciman, Guanda.
Ad amiche in cerca di leggerezza, "Diario di una lady di provincia", di Lady Delafield e "Un giorno di gloria per Miss Pettigrew", di Winifred Watson (Neri Pozza, anche se li amo di più nella versione inglese). E, sempre ad amiche, per ripensare alle donne che sono venute prima di noi, "La nonna vuota il sacco", di Irene Dische (Neri Pozza), una saga al femminile con humor che parte da Berlino negli anni Venti e finisce in America, e "Il meglio della vita", di Rona Jaffe (Neri Pozza), una sorta di Sex and The CIty anni Cinquanta.
Non regalo gialli, ma li consiglio, passaparola per chi ama i thriller (l'ultimo che mi è piaciuto è "Il danno", della danese Elsebeth Egholm, Einaudi). E ovviamente, ho regalato e regalerò i miei libri!
valentina | Domenica, 24 luglio 2011 @11:14
e lisa, quali sono i libri che regaleresti? Domani mi arriva 'il linguaggio segreto dei fiori' , mi avete molto incuriosita. Ho appena finito 'per puro caso' di anne tyler mi è piaciuto molto!!
LISA | Domenica, 24 luglio 2011 @09:47
GIUSY e PATRIZIA FIORISTA: mettiamola così: "ll linguaggio segreto dei fiori" non è un libro che regalerei (sono pochi, a dir la verità, i libri che regalerei), ma è un libro che comunque mi ha colpito. E' un libro costruito, ma sincero. Metterò presto on line la mia intervista all'autrice, Vanessa Diffenbaugh, la trentenne americana che ama i fiori.
patrizia fiorista | Sabato, 23 luglio 2011 @19:33
Ciao lisa, buone vacanze. per noi niente viaggi, abbiamo uno dei componenti pelosi(la nostra micia centenaria, 21 anni) non tanto in forma. Ciao Giusy, buone vacanze anche a Te, e sì il linguaggio segreto dei fiori l'ho letto e ha lasciato un po perplessa anche me. Ti auguro un estate favolosamente fiorita Patri
Giusy d'a. | Venerdì, 22 luglio 2011 @19:38
Un bel Buongiorno con Rimbaud, e un bell' Arrivederci a settembre. Buone vacanze, Lisa, augurio esteso a tutti coloro che animano questo blog.Un saluto speciale a Patri. Chissà se avrà già preso in mano " Il linguaggio segreto dei fiori". Io si: sconcertante, a mio modesto avviso, ma l'ho letto volentieri, con qualche riserva. Io abbraccio i tramonti dell'estate. Quelli sul mare.
LISA | Venerdì, 22 luglio 2011 @17:20
Che bello, SHARON, partire per una città sperando che abbia le risposte che cerchiamo. E magari leggerai i miei tweet, o i miei post estivi, proprio da Berlino: così sarà come se ci portassi anche me!
Sharon | Venerdì, 22 luglio 2011 @17:10
nooooooo Lisa, come ( GIà) in vacanza?
Scherzi apparte.... Buone vacanze!!! chissà dove te ne vai...
Per me tanto studio e lavoro, solo una piccola pausa (anch' essa per studio a Berlino) sperando che la città mi lasci le risposte che cerco ;)
Ogni tanto, sorprendimi con qualche piccolo post! io, tra libro e chiavi del negozio, aspetto fiduciosa!
baci a tutti
LISA | Venerdì, 22 luglio 2011 @15:14
Da parte mia, invece, un abbraccio freschissimo, praticamente con l'aria condizionata!
Antonella | Venerdì, 22 luglio 2011 @14:47
Buone vacanze Lisa!
Buone vacanze lettrici-lettori di City!
Un abbraccio caldissimo.
Antonella
Giovedì, 21 luglio 2011 @08:22
"Non portai mappe. Non so leggerle – perché sigillare l’acqua che scorre? Dopo tutto, l’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso."
(Anne Carson)
Parti. Senza mappe, non importa. L’importante è attraversare i confini. E augurarsi che la strada sia lunga, che i mattini d’estate siano tanti quando sbarcherai nei porti…
La frase di oggi è tratta da un bizzarro libro-saggio dell'americana Anne Carson: "Antropologia dell’acqua", Donzelli. I mattini d'estate nei porti sono quelli di Kavafis, ricordate? "Quando ti metterai in viaggio per Itaca"...
LISA | Mercoledì, 27 luglio 2011 @17:27
MONICA: Kavafis, che vergogna! E dire che ho appena regalato un suo libro di poesie. Grazie, correggo subito. Buoni mattini d'estate, e buoni porti, anche a te.
Anonimo | Mercoledì, 27 luglio 2011 @17:09
Ciao Lisa!
E la chiamano estate...
In ogni caso la vacanza deve restare un momento da vivere con serenità... Con un pò di spirito di iniziativa, invece di rinunciare posso riformulare il mio programma. Il tempo non permette escursioni? Allora vado in una Spa o altrove dove mi sento coccolata... Insomma, le altenative esistono, e così non si rimpiange di aver buttato via preziosi giorni di ferie
P.S.
"Itaca" non è Nazim Hikmet, ma del grande Costantinos Kavafis...
Un abbraccio,
Monica
LISA | Giovedì, 21 luglio 2011 @21:50
GIUSY D'ANTAN: di quel libro, di cui so soltanto che fu scritto a fine Settecento da un certo Xavier de Maistre, mi ha sempre affascinato il titolo, "Voyage autour de ma chambre"; non non sono mai riuscita a leggerlo, anche se viaggi intorno alla mia stanza ne ho fatti parecchi!
Giusy | Giovedì, 21 luglio 2011 @18:30
Come non detto.
Giusy | Giovedì, 21 luglio 2011 @18:30
C'è un libretto, suppongo quasi sconosciuto, l'ho letto tanti anni fa: "viaggio intorno alla mia camera". Possiamo viaggiare senza muoverci? Forse si. Mi piacciono i viaggi fai-da-te non quelli organizzati che lasciano poco spazio a quelle piccole avventure che lasciano una traccia indelebile nei nostri ricordi. Pardon, nei miei...
stefania | Giovedì, 21 luglio 2011 @14:28
Il vero viaggio di scoperta non è vedere nuovi mondi, ma cambiare occhi.
(M. Proust)
paola | Giovedì, 21 luglio 2011 @12:32
il vero viaggio di scoperta sta negli occhi di chi guarda...
Mercoledì, 20 luglio 2011 @08:20
"Ecco un bimbo di spalle:
certamente ha con sé un palloncino
che vuol volare nel cielo azzurro."
(Ogiwara Seisensui)
Palloncini colorati, vento, leggerezza. Per sempre, cieli blu.
Anche i versi di oggi sono tratti da "Il grande libro degli haiku", Castelvecchi.
Lila | Mercoledì, 20 luglio 2011 @18:41
Il cielo azzurro che guardai con stupore tre anni fa quando iniziò la mia rinascita e quando sentivo che potevo, felice, acchiappare (Lisa perdonami la parola un pò spiccia) ogni attimo di vita.
Buona serata!
Giusy d'antan | Mercoledì, 20 luglio 2011 @14:12
Anche aquiloni, quelli costruiti con carta velina colorata, con due asticelle flessibili messe in croce, con le code formate da tanti cerchi tenuti insiene dalla coccoina. Bellissimi. Come i palloncini, effimeri. Ne ho fatti per divertire i miei bambini .
Cristina | Mercoledì, 20 luglio 2011 @09:04
Che bel buongiorno!
Ma da un paio di giorni a questa parte, mi addentro nelle ore con l'eco d'una manciata di parole che trasformano il paesaggio, la luce.
Vertigini di levità e stupore.
Semplicità che ti rimane addosso, come l'azzurro del cielo o la salsedine del mare.
Martedì, 19 luglio 2011 @09:36
"Ora che ti vedo,
ora che vivo
su quest’isola fresca…"
(Natsume Soseki)
Ora che posso addormentarmi all’ombra del nostro amore.
I versi di oggi sono tratti da "Il grande libro degli haiku", Castelvecchi.
Dennis | Sabato, 30 giugno 2012 @12:01
Ciao Roberta, io invece frego tutte perche8 sono la piu' vinica, abito a Trivero ehehehe e in questo paesello di 7000 anime siamo in 4 (che ci conosciamo) ad avere l'endometriosi. (Io pero' sono vercellese, qua mi sono trasferita 8 anni fa per amore).Conosco bene tutte le sensazioni che stai provando ora, io le ho provate tanti tanti anni fa. Oggi dopo 20 anni con la malattia, due interventi fatti e uno nell'aria ti posso dire che la prima cosa a cui ora devi pensare e8 la tua salute. Quando avrai sistemato quella, poi puoi dedicarti al progetto di avere bambini, purtroppo il contrario diventa complicato. Non sono una brava con le parole come Veronica mi spiace, ti posso solo dire che se hai bisogno di qualcosa Veronica ti puo' mettere in contatto con me.Un abbraccio.AlePs: Cinzia se sei la mia Cinzia ti tirero' le orecchie appena ti vedo!!!
Aminta | Domenica, 7 agosto 2011 @21:04
l'idea che le stelle facciano ombra è bella ma non veritiera. brillano di luce propria e da sempre alcune di loro ci insegnano il cammino
Cinzia | Domenica, 7 agosto 2011 @00:51
I profumi..le ombre. Fermiamoci qui, sotto l'ombra di una stella..
una a caso | Martedì, 19 luglio 2011 @12:28
ora che sento
il profumo
del mare ....
Lunedì, 18 luglio 2011 @09:25
"Non so se avete mai provato quella strana felicità, immotivata e incongrua, che prima ti solleva e poi ti lascia a mezz’aria, sospesa, e sei leggera e vibrante, un po’ intontita, e non solo senza passato ma senza alcuna biografia, e tutto intorno è così tiepido e gentile che ti viene da piangere… Una vaga nostalgia di futuro."
(Elvira Seminara)
E io ti sorrido, futuro!
La frase di oggi, come quella del 21 giugno, è tratta da "Scusate la polvere" (Nottetempo).
Lila | Lunedì, 18 luglio 2011 @22:19
Ed il passato sembra far parte di un'altra te ed esiste solo il domani che ti sorride!
Mi viene da piangere di gioia.
Per il mio pazzo .. | Lunedì, 18 luglio 2011 @16:39
E quella sensazione che mi sfiora il cuore quando sono con te ... quando improvvisamente i nostri cuori sembrano diventare un'unica mina incandescente cosi' colmi di passione e desiderio che a momenti rischia di scoppiare ! La felicità ... la mia felicità porta il tuo NOME .
una a caso | Lunedì, 18 luglio 2011 @15:50
è un momento magico .senza passato, senza futuro è solo presente e assomiglia tanto al primo tenero bacio adolescente .....
Antonella | Lunedì, 18 luglio 2011 @14:44
E' bellissimo leggere il commento dell'autrice che commenta un commento a un suo scritto......
Ed è proprio quando quella strana felicità ti solleva che senti le farfalle nello stomaco!
Tanta felicità a tutti.
Antonella
elvira seminara | Lunedì, 18 luglio 2011 @12:44
Eh si. Non è poco, in questi casi, chiamarla felicità ? Non è qualcosa per cui ancora cerchiamo la parola ?
Tanti Bei Giorni a te, Lisa dal tocco blu !
Elvira Seminara
paola | Lunedì, 18 luglio 2011 @11:08
si, ho provato "quella strana felicità, immotivata e incongrua" e anche "una vaga nostalgia di futuro".... ho voluto dare un nome a tutto ciò... "speranza". Buongiorno a te Lisa.
Venerdì, 15 luglio 2011 @08:42
"Il silenzio è fatto di parole che non abbiamo pronunciato."
(Marguerite Yourcenar)
Che non abbiamo pronunciato, ancora.
Un rumoroso silenzio, dunque. Ma forse a volte è meglio non pronunciarle proprio, quelle parole, lasciarle nell'aria. Intanto, in Lisa globish, le parole della Yourcenar in francese.
A proposito, continuano ad arrivare i primi followers, che emozione... Dunque, se siete su Twitter, cercatemi! @lisacorva
stefania | Lunedì, 18 luglio 2011 @08:10
vivo di silenzio in questi mesi e mai come in questi mesi le parole nella mia testa e nel mio cuore fanno baccano, mi impediscono sonni sereni, non mi danno lucidità..se uscissero fuori combinerebbero grossi guai, meglio tenerle buone..in silenzio!
Giusy d'antan | Domenica, 17 luglio 2011 @18:57
semplice e profonda questa frase. La Yourcenar mi è sempre piaciuta molto, ricordo le "mémoires d'Adrien" e "l'oevre au noir", gli unici libri che ho letto di questa scrittrice. Mi sa che li riprenderò in mano. Merci, Lisa
Lila | Sabato, 16 luglio 2011 @22:06
Appunto, parole che ancora non abbiamo pronunciate che restano lì in un angolo del nostro cuore forse in attesa che arrivi la persona giusta quella che capiremo e che ci capirà.
Un sorriso cara Lisa!
valentina | Venerdì, 15 luglio 2011 @18:22
che meraviglia la berberova...alcuni silenzi sono punitivi, senza sostanza. Amo le parole:scritte, strillate, sussurate, regalate.
LISA | Venerdì, 15 luglio 2011 @14:53
Che bello, quando qualcuno capisce i nostri silenzi. Ricordate il Buongiorno del 23 marzo 2010? Lo trovate in archivio, comunque eccolo qui:
"Quell’uomo mi ha offerto, una sera, un bellissimo momento di silenzio. Non lo dimenticherò tanto presto. E’ uno dei miei ricordi migliori dell’anno. C’è chi serba il ricordo delle sue conversazioni, io rammento quel silenzio". (Nina Berberova)
Questo mi piace di te: poter stare in silenzio, ma insieme.
paola | Venerdì, 15 luglio 2011 @13:34
...e non basterebbero tutte le parole del mondo per dirti ciò che provo ma so che tu capisci i miei silenzi...
Stefano | Venerdì, 15 luglio 2011 @11:10
Non ci sono parole per descrivere il silenzio di uno sguardo
Non ci sono parole per tradurre i silenzi del cuore
gazzella silente | Venerdì, 15 luglio 2011 @10:35
I nostri lunghi silenzi sono come romanzi da leggere , da scoprire ... I momenti che trascorriamo, guardandoci negli occhi e assaporando l'intimità delle nostre anime, sono come una boccata d'aria dolciastra che mi riempie il cuore di tutta la tua essenza , di tutto ciò che siamo..semplicemente io e te ! (L'aquila e la gazzella)
Giovedì, 14 luglio 2011 @09:35
"Il gatto si ricorda di te negli intervalli. Attende
con occhi accesi le storie che ci racconti.
Passeggia inquieto sul davanzale e rizza
il pelo, complice, quando intuisce che torni.
Arrivi sempre di notte. Io ti offro il silenzio di una piccola stanza appartata,
le ombre nel retro della mia pelle... Ti sento raccontare
la stessa favola con labbra sempre nuove. L’imparo
e la dimentico.
Mai la sapremo a memoria, il gatto o io".
(Maria do Rosário Pedreira)
Il gatto ed io.
Non ho gatti (neppure cani, a dir la verità!), ma mi piaceva questa poesia un po' felina, della poetessa portoghese Maria do Rosário Pedreira.
Questo è il mio secondo Twitter! Un twitt di Buongiorno, ovviamente. Quasi un cip cip bucolico (scherzo, scherzo!). E voi siete già arrivati, primi "followers", che bello. Vi aspetto su @lisacorva
Hermione | Domenica, 24 luglio 2011 @18:49
Bellissima e vera!
sofia | Sabato, 16 luglio 2011 @20:19
sta diventando la mia poetessa preferita..
Lunì | Sabato, 16 luglio 2011 @13:29
Il mio ex ragazzo aveva fatto innamorare la mia gatta. E ne è ancora innamorata.
Quando lui era a casa, o anche solo al telefono, lei lo percepiva e veniva da lui.
Quando era al telefono, miagolava finchè non riattaccavo.
E ancora, quando ci risentiamo, spunta all'improvviso reclamandolo. E' così dolce :)
Mercoledì, 13 luglio 2011 @08:40
"Dunque è sua madre.
Questa piccola donna.
Artefice dagli occhi grigi.
La barca su cui, anni fa,
lui navigò fino a riva.
E’ da lei che è venuto fuori nel mondo,
nella non-eternità.
Genitrice dell’uomo
con cui salto attraverso il fuoco.
E’ dunque lei, l’unica
che non lo scelse
pronto, compiuto. Da sola lo tirò
dentro la pelle a me nota,
lo attaccò alle ossa
a me nascoste.
Da sola gli cercò
gli occhi grigi
con cui mi ha guardato."
(Wislawa Szymborska)
Sua madre.
Wislawa Szymborska, nata nel 1923 in Polonia, Premio Nobel per la Letteratura nel 1996, una delle mie poetesse preferite. I versi di oggi sono tratti dalla poesia "Nato", nella raccolta "La gioia di scrivere", Adelphi.
Oggi il mio primo tweet! Per diventare follower (aiuto, come parlo?), mi trovate, ovviamente, come @lisacorva
Andy | Mercoledì, 13 luglio 2011 @10:03
Mamma: quante parole in una sola.
Martedì, 12 luglio 2011 @10:58
"Ci son contrade dove i bimbi salutano ancora i treni.
Noi siamo sempre un pochino tristi
a quelle stazioncine
dove nessuno aspetta.
D’un tratto l’anima è bianca di sambuco,
d’un tratto c’è in noi troppo dell’uomo."
(Jan Skácel)
Verrebbe quasi voglia di scendere, in quella piccola stazione dove non scende mai nessuno. E ricominciare daccapo, una nuova vita, seguendo i fiori di sambuco.
Jan Skácel è un poeta della Repubblica Ceca; i versi di oggi sono tratti da "Il colore del silenzio", Metauro edizioni. Mi piacciono i fiori di samubuco che crescono alti e un po' selvaggi, ma soprattutto mi piace, d'estate, bere acqua e sciroppo di sambuco, una leccornia!
Avete visto che da oggi lisacorva è anche twitter? Devo ancora scoprire come funziona ma ci siamo... Mi sento un po' Barack Obama, o forse Lady Gaga?
Stevie | Venerdì, 29 giugno 2012 @20:02
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kiksbct | Domenica, 4 dicembre 2011 @09:55
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Gump | Sabato, 3 dicembre 2011 @12:26
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LISA | Mercoledì, 13 luglio 2011 @15:52
MARIA: ovviamente era una battuta, visto che sono loro ad avere il record di followers su Twitter... (O forse mi vorreste vedere vestita di bistecche come Lady Gaga?).
Maria | Mercoledì, 13 luglio 2011 @14:23
Ciao Lisa, scusami ho letto solo adesso il tuo buongiorno di ieri ( problemi di connessione) .. ...modestina tanto da sentirti LADY GAGÀ o addirittura OBAMA?? scusa cosa intendi?? Parli di ego o di bravura??
Un chiarimento sarebbe gradito (ma nessun dubbio che tu lo faccia) un abbraccio
stefania | Mercoledì, 13 luglio 2011 @07:37
i treni velocissimi non si fermano nelle piccole stazioni, però le piccole stazioni sono lì e velocissimamente si fanno guardare
Il sambuco è pianta magica....
Anonimo | Martedì, 12 luglio 2011 @14:39
chiudo gli occhi , respiro profondamente e d'improvviso mi sento nuovamente bambina , la bambina che saluta i treni in corsa , che guarda il cielo con stupore ,che sorride alle persone e si sente libera come le foglie che volano in autunno ... leggera !
una a caso | Martedì, 12 luglio 2011 @12:33
ciao vecchia pianta di sambuco che ora nessuno ti ricorda piu così come il tamerice ...
Lunedì, 11 luglio 2011 @10:11
"Ti prego, ti prego per tutto ciò che abbiamo amato.
Per le mattine estive in cui ci svegliavamo in porti stranieri che nemmeno avremmo potuto immaginare,
con una tale sensazione di benessere, con una tale gioia di non sapere cosa ci fosse dietro le montagne.
Ti prego per i porti in cui la brezza è piena di spezie, che rivelano
la presenza di deserti e strani rituali funebri.
Per le notti sul Mediterraneo…"
(Henrik Nordbrandt)
E per le notti d’estate che ci aspettano. Se vorrai.
I versi di oggi sono del poeta danese Henrik Nordbrandt, tratti dalla sua antologia: "Il nostro amore è come Bisanzio", Donzelli Editore.
stefania | Mercoledì, 13 luglio 2011 @07:38
ti prego, ti prego, per tutto cioè che è stato, se davvero qualcosa è stato, dimmi dove sei finito!!!
una a caso | Martedì, 12 luglio 2011 @12:36
ciao lisa da domani ci sentiamo dall'adriatico buone vacanze a tutte farò un tuffo anche per voi
LISA | Martedì, 12 luglio 2011 @12:31
UNA A CASO: oh sì! Di notte poi ancora meglio... Noi nati a Trieste siamo naturisti for ever, ce l'abbiamo nel Dna!
una a caso | Martedì, 12 luglio 2011 @12:29
avete mai fatto il bagno a largo della costa o di notte senza costume ? è imperdibile ...
LISA | Martedì, 12 luglio 2011 @10:52
E se scrivessi un haiku sulla prova costume? Scherzo, scherzo. La prova costume in effetti non mi preoccupa per niente, mi fa solo sorridere. E, come commentava un'amica, forse i costumi cut out (in particolare quelli con il buco sulla pancia) hanno davvero ragione di esistere: vanno abbinati a quei surreali stivaletti estivi peep-toe, con le dita fuori, che stanno cercando di venderci quest'anno!
Maria | Lunedì, 11 luglio 2011 @17:17
Sono contenta di essermi sbagliata ma,questo è quello che traspare dai tuoi ultimi "Buongiorno" anch'io adoro camminare dentro le pagine di poesie malinconiche ma,mi succede quando il problema non è la "prova costume" comunque una come te non dovrebbe avere di questi problemi sicuramente starai bene con qualsiasi costume ,con o senza lacetti quindi spero di farti e di vederti sorridere più spesso.
LISA | Lunedì, 11 luglio 2011 @17:05
MARIA: hmmmm.... no! Ma mi hai fatto sorridere. Il mio umore direi che è piuttosto come quello del post di ieri: tarato sulla prova costume. Perché, nonostante le apparenze, il Buongiorno non è il mio diario on line. Però è vero che mi piace camminare dentro le pagine delle poesie malinconiche. Poi esco e vado a farmi dipingere le unghie di viola, o a cercare un bikini!
Maria | Lunedì, 11 luglio 2011 @16:52
Ciao Lisa, sbaglio o ti senti un po triste in questo periodo?
sembra quasi che tu stia vivendo una crisi personale,ti si sente lontana ,pensierosa,oserei dire (perdona il termine forte) incazzata .
Spero di sbagliami ma ...............sai succede quindi.............
buona giornata
Domenica, 10 luglio 2011 @10:13
"Mi sono comprata un costume crociera", annuncia trionfante una mia amica storica, con cui condivido, tra le altre cose, la stagionale disperazione per la prova costume. "Vorrai dire cruise collection?", ribatto con nonchalance. Da quando scrivo di moda, non riesco a resistere: tento sempre di stupire le amiche con le mie raffazzonate nozioni glam. "No, la commessa l’ha chiamato proprio costume crociera… Aspetta, te lo vado a prendere".
Il tutto avviene su Skype, perché ormai viviamo in due città diverse, anzi, in due Paesi diversi: e dove finirebbero le amicizie storiche senza le nuove tecnologie? Ed eccola riapparire sulla webcam con un costume intero, total black, leggermente rinforzato come usava negli anni Cinquanta, con una decorazione a oblò davanti. Così, con mio sommo disappunto, ho dovuto dar ragione a lei e alla commessa: quello che si è appena comprata è un costume crociera. Anche perché le "cruise collection" sono in realtà le mini-collezioni che certe maison lanciano a novembre/dicembre o a febbraio, per chi in quella stagione va su uno yacht o alle Maldive; comprendono abiti, scarpe, non solo costumi, e comunque non solo costumi neri. Vabbè, comunque avevo studiato.
Come c’è da studiare, sempre, prima dell’acquisto costume. Si studiano i modelli (ma quei tagli "artistici" dei modelli "cut out" lasceranno dei buchi nell’abbronzatura?), i prezzi (com’è possibile che un costume costi quanto un abito?), le fantasie (le righe orizzontali faranno ingrassare?), i dettagli (i laccetti sui fianchi non faranno troppo teenager?). E soprattutto si cerca una soluzione all’eterno dilemma: meglio l’intero, che slancia, ma lascia la pancia bagnata e bianchiccia; o il bikini che lascia invece vedere tutto, e per tutto intendo anche quello che preferiremmo nascondere? Temo che le risposte dovrete cercarvele da sole, preferibilmente insieme a un’amica disposta ad accompagnarvi per negozi, o quantomeno a darvi un giudizio finale via Skype.
Le mie riflessioni sui costumi crociera (nonché cruise) erano un pezzo di moda per Grazia.
stefania | Mercoledì, 13 luglio 2011 @07:46
ahi ahi la prova costume, dopo anni di tentativi falliti, ho rimediato facendone a meno,se nulla nasconde, se nulla modella, se nulla ti rende una "fata" W il corpo nudo! così com'è con tutti i difetti e i cedimenti....naturalmente per tutto questo ho un "posto al sole" privato!
Venerdì, 8 luglio 2011 @08:12
"Sopravvissi, non so come, alla notte
ed entrai nel giorno -
a chi è salvo basta essersi salvato
senza una formula."
(Emily Dickinson)
La salvezza è, a volte, nel nuovo giorno. E a volte, nell’abbraccio della notte.
Oggi, venerdì, Friday Poetry: trovate la Dickinson in originale, cliccando su Lisa globish.
stefania | Mercoledì, 13 luglio 2011 @07:47
alla notte sopravvivo sempre, anche quando sembra lunghissima e l'alba un traguardo faticoso
una a caso | Sabato, 9 luglio 2011 @16:41
conoscete la 2 parte della poesia ? da allora prendo il mio posto tra i vivi / come chi, commutata la sua pena, / è candidato alla grazia dell'alba /ma la sua vera dimora è tra i morti / io la trovo tristissima a dead man walking ... lisa non ci far pensare a cose tristi è luglio ,c'è il sole ,un bellissimo mareche ci aspetta buona domenica a tutti
patrizia fiorista | Venerdì, 8 luglio 2011 @13:59
Grazie Spring, le faccio anche mie. Patri
paola | Venerdì, 8 luglio 2011 @13:38
quanto dura la stagione dell'anima?! prima di tutto ti devi chiedere, caro Stefano, in che stagione ti trovi. L'Anima è eterna e una stagione può durare in eterno o solo un attimo. una delle cose belle della vita è la possibilità di vagabondare fra notte e giorno, fra inverno ed estate, è il saper accettare ciò che di buono c'è e non voler cambiare, ad ogi costo, ciò che non ci piace. C'è del positivo anche in ciò che reputiamo negativo. "...a chi è salvo basta essersi salvato..."
erica | Venerdì, 8 luglio 2011 @12:48
erano proprio le parole che avevo bisogno di sentire, grazie
Spring | Venerdì, 8 luglio 2011 @10:12
"Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato." (kafka sulla spiaggia) La tempesta, la notte...si salvi chi puó, come può.
valentina | Venerdì, 8 luglio 2011 @08:58
è un periodo nel quale la notte non mi salva, anzi. Non bastano libri da leggere o filmografie complete a calmare l'inquietudine e l'idea di non aver preso le decisioni giuste e di ritrovarmi quindi, adesso, senza un lavoro, ad aspettare l'indennità di disoccupazione, dopo anni anni di precariato, di sacrifici e di impegno. Un altro genere di sopruso Stefano, uno strappo molto doloroso. Non mi addentro, poi, nella selva oscura della precarietà sentimentale...
Stefano | Venerdì, 8 luglio 2011 @08:32
Facile salvarsi dalla notte grazie all’abbraccio di quell’ANGELO che, in sogno, ti tiene compagnia e ti rasserena.
Difficile è il giorno. Quando quell’ANGELO assume le sue vere sembianze di DEMONE e ti tormenta, ti provoca, ti mortifica, ti offende, ti calpesta…
E tu, ancora immerso nella visione del sogno, accetti qualsiasi sopruso….
E vivi la stagione dell’anima che ha bisogno sempre dei sogni, come scriveva ieri Paola…
Paola, ma quanto dura la stagione dell’anima?
Giovedì, 7 luglio 2011 @08:31
"Se c’è un libro dei sogni nella
mia vita lasciatelo aperto al
rosso dei pomodori
rimasti a seccare sotto il sole
su tavole di legno"
(Daniela Attanasio)
Estate. L’estate è una ciliegia, un’albicocca, un pomodoro…
(La poesia di oggi è tratta da "Il ritorno all’isola", Daniela Attanasio, Nino Aragno Editore. Trovate altri suoi versi il 12 maggio, "L'abitudine alla gioia", il 27 aprile, "Quel che tu chiami amore", e il 14 marzo)
erica | Venerdì, 8 luglio 2011 @12:47
mia nonna la faceva! mi ricordo le estati in campagna con lei, l'orto e la raccolta della verdura, il tavolo a cui appena arrivavo con sopra un mare di pomodori. e il caldo della stufa su cui li faceva bollire, e il profumo della conserva una volta pronta e messa nei vasetti. La conserva di pomodori sarà per sempre un bellissimo ricordo, dell'estate, della mia infanzia, della mia nonna.
Carla | Venerdì, 8 luglio 2011 @09:42
io la faccio la conserva di pomodori !!
Stefano | Venerdì, 8 luglio 2011 @08:00
PER PAOLA:
Bello sognare, vero.
Le stagioni dell'anima hanno bisogno dei sogni
Ma i sogni dell'anima, al risveglio, si scontrano con la dura realtà
Quando ti accorgi che , appunto , è stato solo un sogno
E il sogno vissuto diventa DELUSIONE
Delusione per non aver saputo riconoscere che L'ANGELO del sogno non era altro, nella realtà,che un DEMONE....
LISA | Giovedì, 7 luglio 2011 @20:42
Insomma, nessuno che d'estate faccia la conserva di pomodori?
paola | Giovedì, 7 luglio 2011 @15:26
Se c'è un libro dei sogni.... lascialo aperto dove dice "non smettere mai di sognare" che sia estate, autunno, inverno o primavera. Le stagioni dell'anima hanno sempre bisogno di sogni.
Mercoledì, 6 luglio 2011 @09:06
"Tante ali di farfalla da piegare i fiori".
(Ogiwara Seisensui)
Vedi? Questo vorrei essere oggi: leggerezza. E colori che cambiano nella luce.
I versi di oggi sono tratti da "Il grande libro degli haiku", Castelvecchi.
LISA | Martedì, 12 luglio 2011 @10:46
MISA, che bello e commovente e lievissimo quello che hai raccontato. Grazie.
misa | Martedì, 12 luglio 2011 @10:03
il secondo giorno della mia operazione al seno non sapevo...aspettavo...andai a fregene sola sula battigia non c'era nessuno..una bella giornata invernale piangevo pensando alla risposta inizio' a ballare una farfalla intorno a me e dolcemente si poso' sul seno operato 5 minuti...dove restai immobile...sapevo di non avere nulla mio fratello era volato da me per rassicurarmi. un bacioPiero, grazie
Susy Anne | Giovedì, 7 luglio 2011 @14:17
Sì Lisa, è sempre lui ;) :*
LISA | Giovedì, 7 luglio 2011 @08:32
SUSY ANNE: Keats!
paola | Mercoledì, 6 luglio 2011 @17:43
i fiori nel mio giardino oscillano per un attimo...penso che forse ora una farfala sta battendo le ali...chissà dove
anonima | Mercoledì, 6 luglio 2011 @16:17
Grazie Patrizia fiorista
anche per le gerbere colorate
Susy Anne | Mercoledì, 6 luglio 2011 @16:13
"Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena tre giorni d'estate, tre giorni così con te li colmerei di tali delizie che cinquant'anni comuni non potrebbero mai contenere"...
Laura | Mercoledì, 6 luglio 2011 @14:52
Quando una farfalla si posa su di me, e per fortuna mi capita spesso, chiudo gli occhi e penso che sia un messaggio d'amore solo per me dalla mia mamma.
patrizia fiorista | Mercoledì, 6 luglio 2011 @14:46
Non ti devi scusare anonima,anch'io quando vedo le farfalle penso alla mia mamma e alla Marta. Domenica sono stata in gita con il consorte in montagna, in un bellissimo prato pieno di fiori e di budleia che è l'albero della farfalle, una bellissima giallo limone mi si è posata in testa un emozione fortissima. Ho letto il linguaggio segreto dei fiori Lisa, bellissimo e molto commovente. Un sacco gerbere colorate per tutte/i Patri
anonima | Mercoledì, 6 luglio 2011 @13:07
Vorrei essere io una farfalla,per volare da mio papà.
Ma non arriverei mai fino lassù
allora guardo le farfalle sui miei fiori
e immagino che sia lui
ciao papà
scusate!
ANONIMO | Mercoledì, 6 luglio 2011 @12:44
Ne basterebbero 4 di ali ....
Per sentirsi leggeri e volare in alto..in alto... ..in alto...
Insieme.
Io e te....
stefania | Mercoledì, 6 luglio 2011 @12:26
a roma, 2 anni fa, un tè con le farfalle, un ricordo indimenticabile, tra la vita e la favola
annetta | Mercoledì, 6 luglio 2011 @09:26
Che gioia questo haiku! Quanti giri in bicicletta con mia mamma quando era più giovane, d'estate lungo gli argini della bassa, tutti fioriti e pieni di farfalle, libellule, e anche zanzare, e cicale che frinivano impazzite dal caldo! Che bello, quanti colori, e che silenzio tra i campi. Grazie lisa mi hai fatto iniziare la giornata con un sorriso :-)
Martedì, 5 luglio 2011 @09:21
"Erano gli odori, ciò che ricordava più di ogni altra cosa. Le polpette di pesce della nonna. L’aneto sull’uovo. Il legno carbonizzato. L’erba e il miglio sulle dune e la dolce fragranza delle fragole e del profumo della nonna. Mughetto. Il piccolo flacone stava sulla mensola sopra il lavandino del bagno. Se si metteva sulle punte riusciva a raggiungerlo. Fu quel profumo a rimanerle dentro, quando infine si addormentò".
(Elsebeth Egholm)
Il profumo dell’infanzia.
Estate, tempo di gialli? A me piacciono quelli "nordici". Dopo l’abbuffata di Millennium e Stieg Larsson, e aspettando il nuovo thriller della svedese Liza Marklund, ho appena scoperto una danese. Lei si chiama Elsebeth Egholm; la sua protagonista, una giornalista di "nera" in una Danimarca multietnica, si chiama Dicte; i crimini hanno a che fare con la fame di bambini nel mondo e gli uteri in affitto… Molto contemporaneo, molto thriller. Ma la frase di oggi – tratta da "Il danno", Einaudi - è poetica, ci racconta le estati nel Nord, con quei profumi a noi sconosciuti: il miglio sulle dune, l’aneto sull’uovo. Gli odori dell’infanzia.
stefania | Mercoledì, 6 luglio 2011 @08:45
non ho ricordi odorosi che mi riportano indietro
solo flash di emozioni, intensi..e poi non ci sono più
valentina | Martedì, 5 luglio 2011 @11:37
mi piacciono molto le atmosfere nordiche, una mia cara amica svedese mi ha fatto conoscere tradizioni e scoprire ricette. Abbiamo vissuto insieme per un periodo, o meglio, mi ha ospitato nella mansarda di casa sua; mi piaceva quel posto e mi piaceva ascoltare il suono della lingua svedese, così dolce e cantilenante e adoravo mangiare quello che cucinava per me. Profumi e odori che mi piace ricordare.
Cristina | Martedì, 5 luglio 2011 @09:31
L'infanzia... che strana coincidenza.
Proprio questa mattina, mentre piove e l'odore della nostalgia impregna l'aria, stilla dopo stilla, sommessamente.
Riflessioni disordinate...
a seguito di letture sparse e silenzi avvolti in un cielo che cambia colore.
Domande senza risposta, gettate nei giorni come ciottoli levigati raccolti dalla riva di un fiume. Saltelli sull'acqua che finiscono nell'eco d'indecifrabili cerchi concentrici.
Istanti che scivolano via, come sabbia tra le dita.
Pulviscolo dorato che graffia la luce, la superficie delle cose.
Tra me e il mio silenzio l'asola sciolta di una deriva, lontananza, nostalgia...
Il vento sfoglia le pagine di un libro ma passa senza fermarsi. Le parole non toccano il suo sguardo che rimane pulito, intatto.
Mentre il mio vacilla. Si passa il dorso della mano tra le ciglia e sulle palpebre, quasi a cancellare quel bruciore di polvere nell'iride.
Perché leggere della realtà, di come veniamo tutti addomesticati e inglobati nella cornice che ci circonda, simili a pesci condannati a nuotare nella stessa acqua, pur col desiderio di assaporare il cielo o la terra, rende aridi, spenti. Smarriti.
Stringo a me i lembi di quel nastro ove un tempo c'era un'asola, forse più oltre, un palloncino colorato, un aquilone... l'assenza di quell'entusiasmo e quello stupore bambino mi punge.
Trascrivo in fretta un'immagine, un verso e mi chiedo se al mondo vi sia più bisogno di verità, di quella patina di fuliggine opaca sopra le cose, oppure di bellezza - di un attimo di esitazione, distrazione...
Cerco un titolo che contenga la parola curiosità, vertigine, stupore. Qualcosa che mi riconduca a essi, ma non trovo niente. Forse perché non esiste né un romanzo né un manuale, ma soltanto un sentiero interiore.
Da bambina avevo fretta di crescere, ignara di ciò che avrei perso per conquistare quella soglia. Da adulta vorrei tanto risentire la voce della bambina che sono stata. Le sue idee, i suoi sogni, le sue speranza, ma soprattutto la sua emozione per ogni nuovo giorno grande come un'isola del tesoro.
Chissà se capita anche a voi di pensare a quei due sguardi così diversi. Alla luce e ai colori dell'infanzia, all'uniformità e all'opacità di quello dell'età adulta.
Oppure semplicemente di domandarvi, sull'uscio di una libreria, quasi lanciando una monetina in aria, verità o bellezza?
Funambola tra due sponde, guardo fuori dalla finestra, mentre l'inchiostro sotto le mie dita si scioglie.
Lunedì, 4 luglio 2011 @10:05
"Disse: Credo nella poesia, nell’amore, nella morte,
perciò credo nell’immortalità. Scrivo un verso,
scrivo il mondo.
Dalla punta del mio mignolo scorre un fiume.
Il cielo è sette volte azzurro. Questa purezza
è di nuovo la prima verità, il mio ultimo desiderio."
(Ghiannis Ritsos)
E questo cielo, sette volte azzurro.
Conoscete già il poeta greco Ghiannis Ritsos: i versi di oggi sono tratti da "Pietre, ripetizioni, sbarre", Crocetti Editore.
stefania | Mercoledì, 6 luglio 2011 @08:37
credo in 3/4 cose e spero davvero che mi possano bastare per vivere al meglio questa vita
Francy | Martedì, 5 luglio 2011 @14:49
io non credo più in niente e in nessuno...
una a caso | Martedì, 5 luglio 2011 @08:21
state diventando tutti poeti :::??????
Vincenzo.I | Lunedì, 4 luglio 2011 @21:38
Non credo nell'amore eterno,
credo nella morte,
credo nella mia mente che produce ogni desiderio.
Resto nel vivo,
nello spirito di ogni parola,
nei versi di ogni poesia.
LISA | Lunedì, 4 luglio 2011 @19:55
CARLA: ahimé, ancora per questo Natale potrai regalare solo i miei vecchi libri! CRISTINA: mi hai fatto venire in mente il bel titolo di una Biennale Arte a Venezia, quella del 2007: "Pensa con i sensi - Senti con la mente".
Carla | Lunedì, 4 luglio 2011 @14:23
i versi di oggi sono splendidi, e io continuo a leggere le tue recensioni di libri di altri.
ma il tuo quando esce? Posso inserirlo nella letterina per babbo natale?
io sono in partenza per le vacanze e auguro a te e tutti buone vacanze.
Cristina | Lunedì, 4 luglio 2011 @11:52
Mi lascio avvolgere, contagiare da queste parole che segnano l'inizio di una nuova settimana.
Una fragranza d'orizzonte.
Chiudo gli occhi e capisco col cuore.
Mi sembra quasi di vedere il mare.
Venerdì, 1 luglio 2011 @09:08
"La fatica maggiore era come sempre cancellarsi,
diventare qualcosa di completamente diverso:
il cuscino di una ragazza innamorata,
una pallina di lanugine che si finge ragno."
(Charles Simic)
Oggi mi sono svegliata, e mi sono accorta di non essere altro che questo: il cuscino di una donna innamorata.
I versi di oggi sono tratti da Club Midnight, Adelphi.
Li trovate, come ogni venerdì, nella parte globish del sito: Friday Poetry!
E questa è la mia intervista a Charles Simic, che è uscita per Il Piccolo nel 2008.
Charles Simic, nato a Belgrado nel 1938, ha perso un accento nell’emigrazione: la "c" finale, che è rimasta nuda. Non è stata l’unica cosa che ha perso: ha perso una patria (quella serba) e una lingua: perché il Premio Pulitzer 1990, nonché l’ultimo "poeta laureato" d’America, ha scritto le sue surreali, cupe, caustiche poesie in inglese. Tutte. Compresa l’ultima raccolta appena uscita in Italia, per Adelphi: "Club Midnight". Poesie dove le stelle sono "impronte di denti sulle matite dei bambini". Dove l’amore è "quel maledetto idiota, che punta una torcia/dalla pila moribonda sul passato". Dove "ancora vivo in tutte le mie vecchie case/ e porto occhiali neri anche dentro/ e divido in segreto il mio letto/con i fantasmi, e vado in cucina/ dopo mezzanotte a controllare il rubinetto". Poesie non consolatorie; perché, ha dichiarato, "Dimentichi così tante cose della tua vita. Dimentichi amori tempestosi. E quello che rimane con te, alla fine, è la vetrina di un negozio, con dei manichini nudi, in una via buia". L’abbiamo intervistato.
Lei è arrivato in America a 16 anni. La sua madrelingua è il serbo, ma si è scoperto poeta in inglese. Quanto è stato difficile impadronirsi di un’altra lingua?
"Non è stato difficile: è stato naturale. Ho dovuto imparare l’inglese per andare a scuola. Ho cominciato a scrivere in inglese, perché vivevo in America e tutti i miei amici erano americani. So che tutti si stupiscono perché non ho mai scritto neppure un verso in serbo. Ma perché avrei dovuto? Le ragazze che volevo conquistare parlavano solo inglese".
C’è una parola, una frase in serbo che lei continua a usare; una parola per cui non esiste l’equivalente in inglese?
"Come no: gli insulti. Il peggio immaginabile. Tutto in serbo. Mi escono di bocca senza che me ne renda conto".
Dopo i primi anni a New York, lei ora vive nel New England, e insegna all’University of New Hampshire. E’ mai tornato a Belgrado?
"Nei quasi sessant'anni che sono trascorsi dalla mia partenza, tre volte. Mi piace Belgrado, mi ci trovo sempre bene; ma ci sono tante altre città nel mondo che amo".
Quindi per lei la nostalgia, il dolore di un impossibile ritorno, non è legata alla Serbia?
"Non ho mai provato nostalgia. Ho lasciato un Paese dove sono stato quasi ucciso dalle bombe durante la seconda guerra mondiale; io e mia madre siamo stati imprigionati per aver cercato di passare il confine e andare in Austria; di cosa dovrei avere nostalgia?"
Duro, Simic. Però le sue poesie raccontano, come sempre, qualcosa di più. Poesie come questa: "A pagina uno del mio libro dei sogni/è sempre sera/in un paese occupato./L’ora prima del coprifuoco./Una cittadina di provincia./Le case tutte al buio./I negozi sventrati". Ricordi certo non nostalgici. Del resto Simic fu sbalzato dal letto da una bomba tedesca quando aveva appena tre anni; da ragazzino giocava alla guerra, mentre la guerra divampava attorno a lui... "Le mie agenzie di viaggio sono state Hitler e Stalin" ha dichiarato, caustico, parlando del suo arrivo in America. "I tedeschi e gli alleati mi bombardavano a turno, mentre giocavo, sul pavimento della mia stanza, con la mia collezione di soldatini". Un’immagine che è finita in una sua poesia: "Giocavamo alla guerra durante la guerra,/ Margaret. I soldatini erano molto richiesti,/il tipo in terracotta./Quelli di piombo finivano sciolti a far pallottole,/immagino". Humor balcanico?
A proposito della lingua serba, lei spesso racconta un aneddoto divertente e surreale. Di quando, con suo zio Boris, mentre discutevate animatamente in un bar americano, una signora si è avvicinata per chiedere in che lingua parlavate. E voi...
"Noi abbiamo risposto che eravamo gli unici due superstiti di una tribù di africani bianchi, che parlava una lingua ormai estinta. Ci ha creduto. Gli americani del resto hanno un’idea molto vaga della geografia mondiale, nonché della storia, quindi sono sempre tentato di prenderli in giro. Una volta – ero su un treno che attraversava l’Ohio – ho raccontato a una giovane donna che ero un principe russo in esilio, e le ho descritto, minuziosamente, tutti i palazzi che possedeva un tempo la mia famiglia. Lei era incantata".
Una poesia che le ha cambiato la vita?
"Di Walt Whitman: "Crossing Brooklyn Ferry" ("Sul ferry di Brooklyn", ndr)".
In un’intervista al New York Times, lei ha dichiarato: per essere felici, bisogna imparare a cucinare. Quindi lei cucina? Qual è il suo piatto preferito?
"Adoro le ostriche e le vongole. Abito vicino al mare, e ne approfitto. Cucino, certo: anche se le mie ricette serbe non vengono mai come vorrei. Il mio stile culinario è piuttosto italiano/spagnolo/greco".
Scrive poesie a mano, o al computer?
"A mano. Il computer arriva dopo, lo uso come fosse una macchina da scrivere, per l’ultima versione. Ma le mie giornate cominciano al computer: mi alzo molto presto, verso le cinque, e leggo on line i giornali".
Leggere i quotidiani on line: molto contemporaneo. Quali?
"New York Times, Washington Post, The Guardian, Danas, Politika. E qualcun altro. Abbastanza da farmi rabbrividire ogni mattino".
Un commento sulle sue poesie che l’ha inorgoglita, o commossa.
"Quando una coppia è venuta da me, dopo uno dei miei reading, e mi ha raccontato che si erano innamorati leggendosi, l’un l’altra, uno dei miei libri di poesie".
Erika | Venerdì, 29 giugno 2012 @23:59
ahahah I didn't notice!!!!You have great sense of oboaevrtisn, I think I would have never been able to see that alone!(or maybe it was because he is so ugly and "otaku" that I never wanted to look at him better ahah)
Xannon | Mercoledì, 11 aprile 2012 @03:23
Hello Bas,This post is most welcome as it wraps up many of your previous posts efficiently.I enjoyed what you wrote “The place of the manager (influencer) is considered outside the system he or she is defining. He is âthe gardenerâ and he takes care of âthe gardenâ so âhis flowersâ can blossom”.As much as I agree with your opinion still things might get worse. You assumed the manager is the influencer! What if he is not, and most likely this is the case. When we identify influencers using social network analysis tools we more often than not that the influencers are the shadow managers. Even with selecting the right manager we still need to go the tribal way.
http://www.getinsurdeals.com/ http://www.autoinsurproviders.com/
Spring | Lunedì, 4 luglio 2011 @16:18
Cancellarsi,diventare qualcosa di completamente diverso...ma anche no.