Martedì, 31 gennaio 2012 @08:06
"Se qualcuno ci avesse osservato da un punto altissimo, come il cielo, avrebbe visto solo due essere umani felici, insignificanti, piccoli, uno accanto all’altro; ma della nostra età, di quello che avevamo fatto fino a quel momento, non avrebbe percepito assolutamente nulla; così, per un attimo, pensai di essere sul punto di sollevarmi da terra. Chiusi gli occhi per vedere lo scintillio lieve che mi percorreva la punta delle ciglia".
(Banana Yoshimoto)
Chiudo gli occhi e vedo te.
(La frase di oggi è tratta dal romanzo "High & Dry. Primo amore", Feltrinelli. Se cliccate sul nome dell'autrice trovate gli altri Buongiorno che le ho sforbiciato).
Elena | Giovedì, 2 febbraio 2012 @18:42
Con tutte queste belle citazioni, adesso ho proprio voglia di leggere questo libro!
Stefano | Giovedì, 2 febbraio 2012 @17:20
Per Anonima:
E se le persone che ti sono vicine, o che fingono di esserlo, e sicuramente fingono! ti rendono infelice, che fai?
Resti infelice per non far del male a quelle persone egoiste e bugiarde che ti rendono infelice?????????
Anonima | Mercoledì, 1 febbraio 2012 @21:23
Per Aminta:
Utopia? La felicità esiste e non necessariamente si deve essere in due.La felicità è sempre dentro di noi è lì, il difficile sta nel farla durare e nel dividerla con qualcuno e qui che ci vuole coraggio o la vigliaccheria come dici tu.
Aminta | Mercoledì, 1 febbraio 2012 @20:45
anonima, per essere veramente felici, bella utopia!, si deve essere almeno in due e in due avere il coraggio o la vigliaccheria - dipende dalle situazioni - di osare e mettersi in gioco.
Anonima | Mercoledì, 1 febbraio 2012 @20:33
Per Lisa:
Non lo so, non sono più sicura di nulla. So soltanto che sto male al solo pensiero di rendere infelice gli altri, chiunque essi siano. Preferisco stare lì in silenzio, stare e tenere lì nel mio cuore qualcosa che so che potrebbe essere e non è. Per essere veramente felici bisogna avere coraggio e osare, credo che a me sia mancato quel coraggio.
LISA | Mercoledì, 1 febbraio 2012 @16:37
ANONIMA: ma è proprio vero, sei sicura, che si tratti di una scelta tra la nostra felicità e la felicità altrui?
Anonima | Mercoledì, 1 febbraio 2012 @14:43
Per Stefano:
E' vero per l'amore non è mai tempo sbagliato. Ma quando sai che renderesti infelici altre persone? Cosa fai?
Anonimo | Martedì, 31 gennaio 2012 @23:42
Et bien, moi aussi. j'ai oublié une "s"...
Anonimo | Martedì, 31 gennaio 2012 @23:37
Oh làlaà, Anna da portafino, où t'a pris ces beaux mots? quelques défaillance sur l'orthographe? C'est pas grave n'est-ce-pas?
Susy_Anne | Martedì, 31 gennaio 2012 @15:26
Questo libro voglio proprio leggerlo.. ;)
Stefano | Martedì, 31 gennaio 2012 @15:13
Per Anonima:
Non è mai tempo sbagliato per vivere l'amore
Anonima | Martedì, 31 gennaio 2012 @14:14
Se qualcuno ci avesse osservato da un punto altissimo, come il cielo, avrebbe visto due anime che si erano finalmente incontrate, ma il tempo era quello sbagliato. E'così non rimane altro che chiudere gli occhi e sapere che sei lì nel mio cuore.
Francesca | Martedì, 31 gennaio 2012 @13:40
Ma io non sono lassù, sono qui, voglio essere qui... E non sono percepisco quello che abbiamo fatto e tutto il tempo insieme, è proprio quello che da un senso alla mia vita...
anna da portafino | Martedì, 31 gennaio 2012 @12:56
Etre aimè pour ce que l'on est
les premièr temps son synonymes de sèductions; il est naturel de ce presènt sous son mellieur jour,de fair plaisir a l'autre pour l'immpressione. Mais attention a ne pas trop s'eloiagner de la realitè! Car plus on dìssimulera nos trait de personalitè e nos attents, plus on a de chance pour que votre nuoveau partnair le prenne pour acquis,le "mensonges" peuvent aussi tuer une relation. Que quand ton homme decovrira ti lui avez menti sur des points de ton passe, il pourra avoir du mal a te fair confiance par le reste. Accepter de certaine idèe, le mettre de cotè l'autre e une grande sacrifici, notre ralation a longue terme. Risque d èn pàtir in boca lupa.
Stefano | Martedì, 31 gennaio 2012 @12:51
Dal cielo, da terra, da un tunnel, una galleria, con la luce o col buio...
Con gli occhi chiusi o aperti, vedo sempre il tuo volto,vedo sempre te...
Lunedì, 30 gennaio 2012 @08:28
"Oggi avrei preferito non incontrarmi."
(Herta Müller)
Certi lunedì mattina. Quando preferirei non essere me.
(La frase che ho scelto oggi è un titolo: il titolo di un romanzo della scrittrice rumena e tedesca, Premio Nobel per la Letteratura del 2010. Solo un titolo, ma a volte, purtroppo, è il titolo di un'intera giornata... Per saperne di più su Herta Müller, cliccate sul suo nome: trovate la mia intervista e il racconto del nostro incontro)
Monika | Sabato, 30 giugno 2012 @02:31
Here are a few rebuttals:Neither Bush nor Hitler was elecetd by a majority vote of the people.The President is not elecetd by majority vote. This is a feature, not a bug. It's happened before. Bush won the majority of the electoral college votes, that's that. Yes, he carried Florida as any consistent recount shows.in that case I grieve for your family.What does my family have to do with my opinion about election results in another state? This is one of the strangest things I've ever heard.that he would prefer to be a dictator I believe this is known by rational people as a JOKE. Maybe a bad one, but a joke nonetheless.Bush, has detained US citizensTHREE citizens, total. Walker, Hamdi, and Padilla. Walker was handled by the criminal justice system. Hamdi is an American almost just as a technicality he's from Saudi Arabia. Anyway, Bush went through the courts to determine what he could legally due and the courts sided with him. Padilla is the only legitimate example.It suspended civil liberties including freedom of speech, press, and assembly. Bush, has detained US citizensClearly you see that there's a huge difference here. Hitler eliminated most civil liberties. Bush has detained ONE guy (excluding those that were shooting at Americans overseas). AFAIK, our rights to freedom of speech, press, and assembly are still quite intact. Do you think you'd get away with posting this sort of thing in Hitler's Germany? Of course not. But do you expect the midnight knock of the FBI for this post in America? No.Bush told Congress he does not need its approval either to declare war This is a blatant lie.Bush does not legally need Congress's approval to use military force for a limited time. Have you ever heard of the War Powers Act, where Congress granted the president this legal right?to ignore treaties the US has been a party toPlease elaborate. Perhaps you are referring to the treaties which were not ratified, and never would be? Or the treaties with provisions specifying that any party could withdraw from it? When did Bush say what you claim?Ari Fleischer and John Ashcroft have both warned US citizens to be careful in what they say.Give me proof that these men have warned citizens not to criticize the government.Bush has signed executive orders that give him absolute power to control the Homeland for the sake of security.Which orders?given Bush the right to rule for an undefined period with powers unrestrained by law.Which provisions of the PATRIOT and Homeland Security acts grant this power?He wants unions, bargaining power and civil service regulations eliminated so only he can hire and fire Homeland Security forces.Nonsense. Hitler outlawed ALL strikes and unions. Bush opposed a single set of regulations regarding a single government agency. Anyway, who has ever heard of the head of the executive branch being able to hire and fire employees of the executive branch?There are circumstantial similarities between Bush and Hitler. But if you look hard enough you could probably find the same types of similarities between any two leaders. Bush is not anything like Hitler and you know it. If he were, you'd be detained by now.
LISA | Sabato, 4 febbraio 2012 @11:21
LE ROSE GIALLE: è bello iniziare la giornata leggendo dei complimenti! Con un profumo di rose gialle. Grazie da Lisa che ama le rose.
lerosegialle@libero.it | Venerdì, 3 febbraio 2012 @09:39
E' bello iniziare il percorso quotidiano con un po' di poesia che scalda il cuore... loredana
annetta | Martedì, 31 gennaio 2012 @09:30
LISA: happy to share the same feeling!! :-))) La prima che lo legge posta commento OK? Buona giornata Anna
LISA | Lunedì, 30 gennaio 2012 @19:22
ANNETTA: ma io quel libro non l'ho proprio letto. Ce l'ho nella pila traballante dei libri-che-forse-leggerò (molto lontano dal comodino) e ogni tanto il titolo mi guarda storto.. Così l'ho trasformato in un Buongiorno, e ben gli sta!
claudia mdg | Lunedì, 30 gennaio 2012 @19:04
E' troppo tardi per parlare ancora di profumi alla rosa? Io trovo emozionante L'ombre dans l'eau di Dyptique, soprattutto nella versione solida, che starebbe alla perfezione nella borsetta della poesia di ieri.
lunedi | Lunedì, 30 gennaio 2012 @17:52
.....che tu sia brutta ,spettinata , è tutto da dimostrare ....gli specchi non guardano dentro
Giusy | Lunedì, 30 gennaio 2012 @15:17
Bel consiglio, Lunedì! e se non mi pettino e non mi passo un batuffolo di acqua di rose, a chi somiglio? No, non vi permetto congetture. Zitte per favore.
Susy_Anne | Lunedì, 30 gennaio 2012 @14:40
"Vorrei ricominciare senza me"...
ANNETTA | Lunedì, 30 gennaio 2012 @09:56
Me l'hanno regalato di recente questo libro ma non l'ho letto e penso che non lo leggerò perchè già dal titolo mi ha indisposto. Mi rifiuto categoricamente di leggere nel mio tempo libero storie di gente depressa, le letture per me devono essere edificanti e devono tirami sù, non giù. Però se tu Lisa mi garantisci che è bello farò uno sforzo, lo tirerò fuori dal borsone destinato al Libraccio e poi ti dirò. Fammi sapere....Buona settimana a tutte - anna
Stefano | Lunedì, 30 gennaio 2012 @09:26
Io preferirei non incontrarmi mai, altrimenti litigo di brutto con me stesso
Proprio non riesco a capacitarmi del perché non sono me stesso in UNA situazione , come lo sono in tutte le altre circostanze.. E quando chi mi guarda dallo specchio me lo rinfaccia a muso duro, mi incavolo di brutto….
lunedi | Lunedì, 30 gennaio 2012 @09:21
....non ti pettinare .....guarda avanti,ritornando indietro.
Giusy | Lunedì, 30 gennaio 2012 @09:16
Incontrare me stessa non mi disturba più di tanto, ci ho fatto l'abitudine...quello che mi disturba è incontrarmi davanti allo specchio la mattina, quando mi dò la prima pettinata. Mi accontenterei di incontrare la giusy di trent'anni fa. Comunque, andrò a cliccare per rinfrescare la memoria. Buona giornata, Lisa.
lunedi | Lunedì, 30 gennaio 2012 @08:42
....domani andrà meglio dài .
Venerdì, 27 gennaio 2012 @07:11
"La vecchia borsetta di pelle di mia madre;
dentro, le lettere che ha portato con sé
per tutta la guerra.
Il profumo della borsetta di mia madre:
mentine, rossetto e cipria Coty.
E quelle lettere, ammorbidite
e sgualcite sugli angoli,
aperte, rilette, ripiegate
così spesso.
Lettere di mio padre. Profumo
di pelle e cipria
che da allora per me ha significato femminilità
e amore, e angoscia, e guerra."
(Ruth Fainlight)
E nella mia borsa, il mio cellulare: dentro, tanti pezzetti di te.
E nella vostra borsa, cosa c'è? Ruth Fainlight è una poetessa americana, nata nel 1931 a New York. I suoi versi sono tratti dall'antologia "Staying alive", Bloodaxe Books. Traduzione, imperfetta, mia; ma potete leggere l'originale, come ogni venerdì, nella parte gloibish del sito. Friday Poetry, Friday Lisa!
Francesca | Mercoledì, 1 febbraio 2012 @11:16
LISA: :-)
LISA | Lunedì, 30 gennaio 2012 @18:50
FRANCESCA: wow!
virginia | Lunedì, 30 gennaio 2012 @12:17
Grazie LIsa ,che preziosi consigli, credo che metterò dentro la mia borsa
Czech & speake perchè mi ispira.Ciao
Francesca | Lunedì, 30 gennaio 2012 @09:16
Cara Lisa, uno spartito perchè di giorno sono una controller alle prese con i numeri ma alla sera sono la cantante di un gruppo pop alle prese con le note!!! :-)
LISA | Lunedì, 30 gennaio 2012 @08:25
ANONIMA NUMERO TRE: mi piace quella piccola conchiglia che hai raccolto con tua figlia. Un rumore di onde in borsa, nel traffico della città.
LISA | Lunedì, 30 gennaio 2012 @08:24
ANONIMA NUMERO DUE: gli astucci d'argento per i rossetti... Anch'io ne ho trovato uno, nella borsetta di una nonna. Un piccolo oggetto prezioso che racconta tutto della femminilità di un tempo. Sono belli e struggenti quei piccoli frammenti di vita scoperti per caso, dentro una borsa: quasi sms dal passato.
LISA | Lunedì, 30 gennaio 2012 @08:20
VIRGINIA: dentro la mia borsa, infatti, c'è sempre qualche mini-flaconcino di profumo alla rosa. Il mio preferito è Elizabethan Rose di Penhalingon's, un vecchio, storico brand inglese (ma si trova facilmente anche in Italia). Però mi piace molto anche il profumo alla rosa di Czech & Speake, e La Rose de Rosine.
LISA | Lunedì, 30 gennaio 2012 @08:17
FRANCESCA: uno spartito dentro la tua borsa? Davvero? E perché? Racconta, racconta...
LISA | Lunedì, 30 gennaio 2012 @08:15
SIMONA: sì, Stella dallo Sguardo Prezzante ha subito notato la it-bag della Lagarde. La numero uno del Fondo Monetario Internazionale ha una borsa che costa come svariati affitti: una Lockit di Vuitton. Brutto colore, perà, quel marroncino... E nelle borsette anni Sessanta di "The Help"? Di sicuro fazzoletti di cotone, magari ricamati quelli delle ricche bianche wasp: fazzoletti che noi non usiamo più. Almeno non io, che in borsa tengo (poco chic, lo so) un pacchetto di kleenex.
Simona | Domenica, 29 gennaio 2012 @12:31
Non c'entra niente col post di oggi,ma volevo dire che ieri sono andata a vedere il film "The help" candidato ai Golden Globe e che mi è piaciuto tantissimo anche se verso il finale grondava un po' di retorica e melassa. Un film che commuove e che esalta e un film tutto femminile tratto da un romanzo che mi aspetta sul comodino. Mississipi, le donne Wasp sono sadiche verso le numerose Mamie che mandano avanti le loro belle case e accudiscono i loro figli, ma entra in gioco una wasp atipica che raccoglierà le testimonianze delle Mamie e le metterà nero su bianco in un libro che farà scandalo. Sullo sfondo Kennedy, Martin Luther King e l'assassinio di Kennedy. Chissà cosa contenevano le borsette delle donne Wasp e quelle delle Mamie? Bellissimo! Ah, Lisa, hai visto la foto della Lagarde che sbandiera la sua costosissima borsa sotto i flash dei fotografi?
Simona | Domenica, 29 gennaio 2012 @12:23
Nella mia borsa ci sono i documenti della macchina, il portafogli, le chiavi di casa (quelle dell'auto stanno in tasca), il cellulare da 29 euro, una penna, un rossetto, i fazzoletti. Essenziale. Così c'è lo spazio per mettere altre cose durante la giornata.. Saluti a tutti.
francesca | Sabato, 28 gennaio 2012 @22:53
Certo claudia! Ma io chiedo se il che ho sempre nello zaino ne uscerà ancora?! Fattemi sapere:-)
claudia mdg | Sabato, 28 gennaio 2012 @20:11
No, Giusy, non l'ho più sognato, ma penso che potrebbe succedermi veramente, prima o poi!
Giusy | Sabato, 28 gennaio 2012 @13:33
Claudia, hai mai più sognato di esserti bloccata sulle rotaie del tram, a causa della borsa troppo pesante strapiena di libri, pennarelli, quaderni e via dicendo? Me lo ricordo ancora, il tuo "post"!
ilariaquarteroni | Sabato, 28 gennaio 2012 @02:38
... dalla borsa allo zaino nelle mani fra le mani un cuore di legno rosso valentino con sette chiavi! eppoi carta profumata d'eritrea come biglietto da visita con frasi e messaggi a mò di lisa corva.un bacio.
Anonima numero tre | Venerdì, 27 gennaio 2012 @23:25
Nella mia c'è una parte di me, il mio piccolo diario dove appunto le mie emozioni e anche i tuoi buongiorno, e una piccola conchiglia che trovai anni fa con mia fiiglia e che porto sempre con me. Ma forse Fainlight voleva parlarci dei ricorid che ritroviamo nelle vecchie borsette o nei vecchi armadi, quando riscopriamo profumi dimenticati, piccole cose che abbiamo sempre ignorato, segreti che non abbiamo mai neanche immaginato.
Anonima numero due | Venerdì, 27 gennaio 2012 @18:26
Nella mia c'è l'indispensabile ed ho cura di svuotarla sempre del superfluo.Invece frugare nelle vecchie borse della madre o della nonna può dare anche una piccola fitta al petto. Ci si trova sempre qualcosa, una lira del periodo bellico, una ricetta medica inutilizzata forse prescritta troppo tardi, un fazzolettino ricamato e sgualcito o un rossetto nel suo astuccio d'argento, ricordo di piccoli "fasti" anteguerra. Piccole, inutili cose che raccontano e mi fanno intristire un po'. In una, più recente e bella, ho trovato un crocifisso e per me è stata una vera, tenera sorpresa. La persona a cui apparteneva non era poi così devota, come non lo sono io. anzi, tutt'altro, eppure non riesco proprio a separarmene. Chissà forse frugando e frugando, qualcuno lo troverà negli anni a venire.
Anonimo | Venerdì, 27 gennaio 2012 @17:40
Invece nel mio "zaino" ho sempre una bellisima libro di una scrittrice
emiliana che adoro! Lisa mi e piaciuto il buongiorno di mercoledi eh
lascio una risposta | Venerdì, 27 gennaio 2012 @16:47
il testo non ha detto niente a nessuno?
claudia mdg | Venerdì, 27 gennaio 2012 @16:29
La traduzione è bellissima, ha un ritmo struggente. Mi dispiace tanto per City, compagno di tante mattine fredde in autobus! La mia borsa di lavoro è un ammasso enorme e pesantissimo, oggi mi si sono deformate le chiavi di casa, anche se le tengo in una tasca a parte, non potrei mai metterci una cipria o delle lettere preziose.
Valentina | Venerdì, 27 gennaio 2012 @14:17
Nella mia oggi c'è il grembiule che uso a scuola, iPod, Iphone, libro, agenda, caramelle, cd e, nella tasca interna, le foto di quando ero piccolina con mia sorella e mio padre..
virginia | Venerdì, 27 gennaio 2012 @11:20
accidenti ho dimenticato una "c"
virginia | Venerdì, 27 gennaio 2012 @11:18
Ciao Lisa,sono inopportuna, vorrei chiederti un consiglio sui profumi alla rosa,vorrei aquistarne uno.Ho voglia di rosa. Buona Giornata
Francesca | Venerdì, 27 gennaio 2012 @10:42
La mia borsa è enorme, fuori c'è Maga Magò, dentro tutto il mio piccolo mondo... Agenda, cellulare, l'erisimo per la voce, uno spartito e il mio lettore mp3, specchietto con angelo custode, qualche pietra portafortuna, maialino con le chiavi di casa e winnie pooh con le chiavi della macchina, uno spartito... Pesante? A volte sì ma è un kit di sopravvivenza quindi ne vale la pena!
Stefano | Venerdì, 27 gennaio 2012 @09:22
Spero solo che non sia tanto piccola..
La borsetta intendo ;-)
Giovedì, 26 gennaio 2012 @10:24
"Arrivato davanti al portone esitò. Troppe sono le cifre che siamo costretti a memorizzare: i telefonini, le password di internet, i bancomat… Niente di più normale che giunga un momento in cui tutto si mescola e cerchiamo di entrare a casa con il numero di telefono."
(David Foenkinos)
La vita è una password.
La frase di oggi è tratta da uno strano, breve romanzo di un autore francese: si intitola "La delicatezza" ed è una storia d’amore, edizioni e/o. Non ho ancora capito se mi è piaciuto o no (sospetto che c’entri molto la traduzione, forse un po’ imperfetta: in francese sarebbe stato più delicato, buffo, leggero). Ma mi piace l’idea che da questo film, e da questa storia, sia stato appena tratto un film con Audrey Tautou: ricordate, la protagonista di Amélie? E mi piace l’idea di un’imprevista storia d’amore, che capita quando meno ce l’aspettiamo… Come è sempre l’amore, come è spesso l’amore.
Giusy | Giovedì, 26 gennaio 2012 @13:44
Eh sì, brutto segno. E un brutto segno è anche la rivolta dei camionisti, non perché io sottovaluti le loro ragioni che peraltro mi sfuggono almeno in parte. Con un brivido ho ricordato che i camionisti cileni hanno favorito la presa di potere di Pinochet con le conseguenze che tutti sappiamo. E' una corporazione molto potente, almeno penso, favorita dal mancato e colpevole sviluppo del trasporto su ferro. Permetterà Lisa una parentesi che nulla ha a che vedere con la letteratura? Scuse anticipate.
Stefano | Giovedì, 26 gennaio 2012 @11:11
Una sola password , universale, che apre tutte le porte.
Una password che viene scandita ritmicamente, quotidianamente e che pertanto non potrà mai andare persa o dimenticata.
Otto lettere che di continuo pulsano dalla mente al cuore e viceversa….
Simona | Giovedì, 26 gennaio 2012 @11:02
Lisa, leggo solo ora della chiusura di City e mi dispiace, ma sono sicura che questo blog porterà avanti le tue bellissime parole e i tuoi pensieri su quali soffermarsi tutti i giorni. Da ex milanese col lavoro tra gli aironi e le pannocchie, non prendevo mai City, ma spiace doppiamente questa chiusura perchè è l'ennesima testimonianza di una crisi che sembra non fermarsi. E quando chiude un giornale è sempre un brutto segno.
Mercoledì, 25 gennaio 2012 @08:27
"Era la sua baciatrice preferita.
Con lei si appartava un momento dal mondo, poi vi ritornava.
Era felice la baciatrice?
Oh sì, e anche il signore baciato lo era, e anche i baci di essere dati, tutti i conti erano tornati."
(Vivian Lamarque)
Un tuo bacio, un mondo solo per noi.
(I versi di oggi sono di una delle mie poetesse preferite, Vivian Lamarque, e sono tratti dalla sua raccolta negli Oscar Mondadori).
Allora. Troverete il Buongiorno di carta ancora fino a fine febbraio, pare: City uscirà ancora per un mese. E poi? Poi troveremo un modo per dirci sempre Buongiorno.
ilariaquarteroni | Sabato, 28 gennaio 2012 @02:22
...intimità a fior di papille... il@
Lady Chatterley | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @19:58
Il Bacio di Klimt! a vederlo sembra casto invece è pieno di promesse. Io ho presente il viso estasiato dell'inginocchiata che non ricambia ma anela per qualcosa di più... mi sembra evidente nel dipinto...Lieto fine? mah
LISA | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @15:14
ALI: era il mio Buongiorno del 4 dicembre del 2007. Lievissima Lamarque. Eccolo.
"Le era entrato nel cuore./Passando dalla strada degli occhi e delle orecchie le era entrato nel cuore./E lì cosa faceva?/ Stava./Abitava il suo cuore come una casa"
(Vivian Lamarque)
Ti innamori del suo sguardo, del sorriso, di come si passa la mano tra i capelli. Di quello che ti dice, di come lo dice. Un giorno ti svegli e tutto questo è dentro di te. E non lo sapevi neppure.
@Ali | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @13:58
Bellissima anche questa di poesia, me la copio accanto al Buongiorno di Lisa! ;-)
Naomi | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @12:34
Sicuramente Lisa ;).... Almeno io passero' comunque di qui ogni giorno!
Ali | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @10:02
"Le era entrato nel cuore.
Passando dalla strada degli occhi e delle orecchie
le era entrato nel cuore.
E lì cosa faceva?
Stava.
Abitava il suo cuore come una casa."
...io adoro questa di Vivian Lamarque. In poche parole mi racconta. Il mio Cuore, la sua casa. E lui non fa nulla. Sta. E il mio Cuore lo culla ad ogni battito.
Grazie Lisa perché ogni Buongiorno è un'Emozione. Continua a regalarcene oltre tutto.
Stefano | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @09:19
Un afoso pomeriggio di agosto....
Sharon | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @08:45
Lei... è adorabile; ma grazie a te che me l' hai fatta conoscere!
Buongiornooooo Lisaaaaaaaa! :)
Martedì, 24 gennaio 2012 @08:46
"Svegliarti, all’alba: col peso delle dita assonnate,
prima che suoni la sveglia, prima del viaggio; prima
che le sale d’attesa della stazione, i binari
prendano possesso di noi, avvolgendoci con l’involucro di metallo,
con il freddo. La luce sta appena montando le sue installazioni,
estrae dal buio i vestiti ripiegati, i libri…"
(Marzanna Bogumila Kielar)
Svegliarsi, prima della luce.
Prima del Buongiorno di oggi, un pensiero sul Buongiorno di ieri, posso? Perché anch'io oggi mi sono svegliata, un po' preoccupata, prima della luce... E’ che, alla fine della giornata di ieri – conclusasi con una pessima notizia, perché City, il quotidiano free press su cui usciva ogni giorno il mio Buongiorno, chiude – un’amica mi ha rimandato la mia rubrica. La vita si può capire solo all’indietro, ma si vive in avanti. Quale miglior incoraggiamento? E mi ha strappato un sorriso, perché vedete, l’effetto Buongiorno funziona anche con me.
Non so cosa succederà ai miei Buongiorno disoccupati, ma vi prometto che io li cercherò e li scriverò ancora, per voi. Voi, però, promettetemi, se vi piacciono ovviamente, che li farete conoscere, come sempre e ancora di più: mandate il link ad amici, amiche e fidanzati, postateli su Facebook, twittateli… (Aiuto, scritto fa ancora più ridere, anzi fa ancora più twit). D’accordo?
E ora, il mio Buongiorno di oggi. Marzanna Bogumila Kielar è una poetessa polacca, e i versi sono tratti dall’antologia Almanacco dello Specchio 2010-2011, Mondadori.
LISA | Lunedì, 30 gennaio 2012 @18:48
EUGENIA, grazie allora di aver scritto stavolta. Che bel nome, sa di antico... Domandina curiosa: da dove mi scrivi?
Eugenia F. | Sabato, 28 gennaio 2012 @23:42
I tuoi bongiorno sono sempre splendidi, non ti ho mai lasciato messaggi, ma li ho sempre "goduti" come bene prezioso. Ogni volta che volevo leggere qualcosa di nuovo, davo un'occhiata alle tue recensioni, ai tuoi consigli per le vacanze, da dove ho sempre attinto consigli ed emozioni, sì, le emozioni, sono quelle che mi incuriosivano verso un romanzo, una storia.. Spero che tu possa continuare in qualche altro "attico" virtuale :-) Ancora complimenti e buon proseguimento di convidisione :-)
Eugenia
ilariaquarteroni | Sabato, 28 gennaio 2012 @03:08
nella borsa di rafia:diari di vita da paziente molto paziente dell'ospedale di bergamo.li sfoglio con cura:ecco quale è stata la cura che ha sostenuto la chemioterapia... le infusioni di piccoli ma potenti pensieri e riflessioni della lisacorva!con ammirazione e riconoscenza ,proseguo a trascrivere e a leggerTi ad alta voce.mi piacerebbe proporti,anzi ti invito al prossimo incontro di arteterapia...cosa ne dici?il@ri@ che non si offende se dici NO.
Fiorenzaccia | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @20:42
Spiace anche a me. Visto che le Pinky (si fa per dire) non si sono fatte vive trovo terreno agevole per dire alla Signora "gamba-tesa-quando- vuole- farlo" ovvero Lisa , che mi piace leggere le sue proposte letterarie che si tratti di poesia o di prosa. Prometto: non scriverò più. Ho fatto un esame di coscienza: XI comandamento: non disturbare i disturbati
Anonimo | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @09:37
Nooooooooooo!!!!!!!!! Facci sapere dove ti potremo leggere (e comunque verrò a prendermi il mio buongiorno quotidiano a domicilio) Buongiorno a te!
LISA | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @08:26
Quanti Buonanotte! Grazie. Mi hanno scaldato.
Aminta | Martedì, 24 gennaio 2012 @21:39
Momenti difficili per tutti, anche City oggi ha il suo. penso ai redattori che hanno dato tutto il loro impegno, penso ai lettori che ritagliavano le "schegge" di LisaCorva, fior di schegge. Rcs avrà i suoi problemi però tagliare un servizio così utile a tutti noi aggiunge tristezza a tristezza. Ma questo blog resterà vitale più che mai. Questo è il mio augurio e la mia speranza.
Anonimo | Martedì, 24 gennaio 2012 @19:35
@aras F3
esattamente quello che facevo anch'io ...
aras F3 | Martedì, 24 gennaio 2012 @19:05
...ogni mattina mentre assonnata vagavo tra una stazione del treno a quelle delle metropolitana per raggiungere l'università...vagavo alla ricerca del city e prima di leggere qualsiasi altra cosa leggevo il tuo "BUONGIORNO" che successivamente ritagliavo e conservavo nel libro di testo di turno,nelle tasche dei pantaloni o tra le pagine dell'agenda...cosicché potessi poi ritrovarli in momenti dimenticati e rivivere le emozioni che mi avevano trasmesso alla prima lettura...continua a postarli online...ed io continuerò a cercarli:)
valentina | Martedì, 24 gennaio 2012 @19:03
Lisa io farò conoscere i tuoi buongiorno perchè penso che siano i più dolci seppure i più semplici ... mentre ti scrivo mi sto commovendo. Non credevo di essere così affezionata al City e alle tue poesie ... Che tristezza! non demordere Lisa .. Io ci sono!
Naomi | Martedì, 24 gennaio 2012 @17:14
Che peccato pero'....
annetta | Martedì, 24 gennaio 2012 @16:33
Peccato per City, tra le free press era la mia preferita. Un pochino ho contribuito anch'io al default, passando dall'uso del mezzo pubblico a quello del mezzo a pedale e dalla lettura cartacea a quella digitale anche se non credo che le cause risiedano in un calo di lettori (peraltro non paganti) quanto piuttosto in un calo di investimenti pubblicitari. I tempi cambiano... ma salterà sicuramente fuori il sistema di divulgare i tuoi buongiorno...magari tramite sms ad abbonamento chissà!! Auguroni LIsa, se tu continui ad allietarci con i tuoi risvegli, noi continueremo a diffondere il verbo...
carla | Martedì, 24 gennaio 2012 @15:36
oggi condivido con i tuoi buongiorno la crisi economica, questa volta, poco glam e molto cheap! (oddio prima di Natale, però, ci ho dato dentro e così sono arrivata ai saldi senza soldi?!?) Naturalmente mi associo all'incoraggiamento che ti viene da tutti regalaci ancora (gratis) la poesia di cui abbiamo bisogno per affrontare le crisi ( economiche e non) della vita.
Giusy | Martedì, 24 gennaio 2012 @13:56
Mi dispiace che questo servizio al cittadino venga soppresso. Ho il fondato sospetto che i Buongiorno cartacei di Lisa producano lo stesso effetto di un fiore trovato sulla scrivania o su un banco di scuola o trovato prima di una lezione all'università oppure trovato nella sala d'attesa di un ospedale. Troppo sdolcinata? puo' darsi, ma sono sicura che questo Blog vivrà di luce propria.
Arnie | Martedì, 24 gennaio 2012 @13:40
Sapere che non ti potrò più leggere su cartaceo mi mette un po' di tristezza! La mia agenda e i miei libri sentiranno la mancanza dei tuoi "buongiorno" tra le pagine!!
Meno male che il tuo sito rimane aperto!
Un abbraccio da Como!
Francesca | Martedì, 24 gennaio 2012 @12:02
Mi dispiace per City ma anche io seguo in digitale da tempo. Peccato per il signore simpatico che lo distribuiva a Torino, davanti alla Gran Madre, aveva un "buongiorno" per tutti anche lui e più di una volta lo prendevo per avere una scusa per ricambiare quel buongiorno con un sorriso!
Quanto a Lisa... Avranno l'eco che meritano e non moriranno, promesso!
GuardianAngel | Martedì, 24 gennaio 2012 @10:22
Ormai il tuo buobngiorno non lo seguivo più su City da parecchio tempo, da quando non lo distribuivano più alla metro Cologno Centro.
Il blog era diventato un punto di riferimento, continuerò a seguire queste piccole massime e i tuoi preziosi commenti... che già molti ripostavo su FB. Grazie..
Cristina | Martedì, 24 gennaio 2012 @10:18
Mi dispiace Lisa per la chiusura di City... per la perdita dei tuoi buongiorno avvolti su carta.
Io da Venezia non li leggevo che in formato elettronico... ma il piacere dell'inchiostro e della carta è di tutt'altro tipo.
Che dire... nonostante tutto affidiamoci a quella luce del mattino che sta appena montando le sue installazioni, estraendo dal buio i suoi vestiti ripiegati, i libri... La vita va avanti. E, in tempi come questi, ha bisogno d'essere continuamente reinventata.
Un abbraccio di incoraggiamento più che di commiato, per altri buongiorno da spargere in giro per il mondo.
erica | Martedì, 24 gennaio 2012 @10:17
mi dispiace davvero.. certo Lisa, e grazie di cuore di non lasciarci senza buongiorno. un bacione
Doolally | Martedì, 24 gennaio 2012 @10:09
I tuoi Buongiorno sono la mia ancora mattutina, come un cappuccino di Princi senza croissant... e via al tam tam! Tu, Lisa, continua così e per noi tutti che ti seguiamo appassionatamente!
Adriana | Martedì, 24 gennaio 2012 @09:52
Pessima notizia la chiusura di City, giornalino di tutto rispetto per la sua visione dell'informazione. Tieni duro Lisa. Il mondo web è sempre in movimento. Ti linkeremo. Ti posteremo. A presto
Lunedì, 23 gennaio 2012 @08:51
"La vita si può capire solo all’indietro, ma si vive in avanti."
(Kierkegaard)
Lunedì. Guardo avanti. Fast forward.
(Frasi che mi vengono incontro. Questa, del filosofo danese dell’800, era in una mostra sul tempo alla Triennale di Milano, "O’ Clock").
Giusy | Martedì, 24 gennaio 2012 @14:04
Grazie, Lisa, l'intervista era passata "in fanteria" mi resta comunque il ricordo del breve racconto-favoletta di Pipino, veramente originale per l'epoca in cui è stata scritta.
Aria | Martedì, 24 gennaio 2012 @13:58
Questa frase è per me un mantra.
ilariaquarteroni | Martedì, 24 gennaio 2012 @05:24
...ogni sera,poco prima di abbandonarmi al sonno,ripercorro le azioni della giornata! michele che ha nove anni,fa meno fatica di me!che sia un buon inizio?...buoni momenti ...ilaria che ama le narrazioni...ah:vi auguro una giornata INCANTEVOLE.
Susy_Anne | Lunedì, 23 gennaio 2012 @15:17
Per forza, ahimè.
Giusy | Lunedì, 23 gennaio 2012 @13:51
Et voilà, mi è tornata alla mente una favola un po' triste "storia di Pipino nato vecchio e morto bambino" Mi è rimasta impressa fin dall'infanzia perché si discosta molto da quelle che tutti conosciamo. Mai raccontata ai miei bambini. Che Greer (che non conosco) si sia ispirato a questo oscuro autore?
I.V | Lunedì, 23 gennaio 2012 @13:06
La bella vita, un romanzo. Si dovrebbe arrivare a un età intorno agli 80 per poi ritonare bambini, così la vita non finirebbe mai.
LISA | Lunedì, 23 gennaio 2012 @10:35
ANNETTA: sai cosa mi ricorda "capisco in avanti e vivo all'indietro"? Il romanzo di Andrew Sean Greer, "Le confessioni di Max Tivoli" (Adelphi): il protagonista nasce settantenne, sa quando morirà, e vive tutta la sua vita all'indietro. Amando sempre la stessa donna, che incontrerà tre volte nella vita. VIvere all'indietro, amare in avanti.
annetta | Lunedì, 23 gennaio 2012 @10:20
Eh già..se fosse il contrario - capisco in avanti e vivo all'indietro, sarebbe troppo facile. Mi ricorda una cartolina molto simpatica che ho sulla quale c'è scritto: La vita è dura. Infatti dalla vita non si esce mai vivi...! buona giornata a tutti - anna
Stefano | Lunedì, 23 gennaio 2012 @09:24
Guardo avanti, ricordando nel contempo " l’indietro " vissuto….
Domenica, 22 gennaio 2012 @20:16
Che cosa farebbe Jane Austen oggi? Di sicuro si comprerebbe un iPhone, da infilare magari in una it-bag (o anche no, Jane Austen amava i vestiti, ma non sarebbe mai andata in bancarotta per una borsa), manderebbe sms puntuti e spiritosi all’uomo che le piace, e tra ragione e sentimento sceglierebbe comunque il sentimento. E poi aprirebbe Facebook per qualche gossip in diretta: perché, se non si può vivere senza amore, non si può vivere neppure senza pettegolezzi. E probabilmente sul suo iPhone (o magari sull’iPad), scaricherebbe "La trama del matrimonio" (Mondadori), il nuovo romanzo di Jeffrey Eugenides, l’autore del bestseller "Middlesex". E farebbe bene, perché la protagonista, Madeleine, "fotografata" il giorno della graduation, già dalla prima pagina si svela e rivela: è una "Incurably Romantic", un’inguaribile romantica, che si affaccia alla vita con un dubbio. Non avrà letto troppi romanzi di Jane Austen e di Henry James? Sopravviverà?
Ma certo. Sono tante, tantissime le ragazze di oggi fiere di essere testardamente, perdutamente romantiche: che abbiano 20 o 50 anni. "Indignadas" e post-femministe, disoccupate o multitasking, mamme trafelate o aspiranti madri, o anche solo aspiranti fidanzate. Tutte o quasi hanno Jane Austen in libreria, le più tecnologiche su Kindle; ed è una nuovissima scoperta (ma che meraviglia, scoprire Jane quando non hai più sedici anni), o un libro stropicciato dalle riletture. Le più groupies scelgono, come foto di profilo su Facebook, il broncio di Keira Knightley in "Ragione e sentimento". E postano Mr Darcy ergo Colin Firth nella sequenza you tube in cui cade nella fontana, e riemerge maschio e bagnato; in attesa di incontrarne uno vero, di Mr Darcy, a cui strappare la camicia.
Perché è questo che vogliono le "Incurably Romantic" di oggi e di allora: sognare. Giocare. Corteggiare e farsi corteggiare. E quindi sono abilissime nel passaparola romantico: perché da qualche parte bisogna pur impararlo, il linguaggio dell’ironia e del sentimento, e una volta finiti tutti i libri di Jane Austen, rivisti tutti i film su Dvd, che si fa? Per fortuna ci sono i remake; e l’ultimo "Jane Eyre", in versione un po’ gothic, con una bravissima Mia Wasikowska, ci ha fatto sognare con Michael Fassbender, il nuovo sex symbol (non crediate: le Incurably Romantic di oggi, come allora, sono molto sensibili a muscoli e testosterone, e nel frattempo si sono già precipitate a vedere "Shame", solo per le scene di nudo). E poi ci sarà "Cime tempestose", con un Heathcliff di colore; e molto sesso…
Ma il passaparola romantico è anche quello dei libri: un tam tam sotterraneo. Io ho già in mano il nuovo romanzo (uscirà a febbraio) di Elizabeth von Arnim, donna straordinaria di inizio Novecento, dalle molte vite e molti amori, con cui la Bollati Boringhieri mi sorprende ogni anno. Vi dico solo il titolo: "Il circolo delle ingrate"; ma attenzione, la von Arnim crea dipendenza. Per chi legge direttamente in inglese, un indirizzo cult: Persephone Books, la casa editrice british specializzata in reprint di romanzi introvabili (http://www.persephonebooks.co.uk/ ). Tutti super-chic, perché dietro la copertina grigia, uguale per tutti, c’è il risguardo con la stampa di un tessuto coevo all’epoca del romanzo. E da qui Neri Pozza prende titoli imperdibili, come "Un giorno di gloria per Miss Pettigrew". Altri titoli? Aggiunteli voi… è il bello del passaparola.
E poi c’è la moda, romantica ma non troppo. Abitini a fiori, ma portati con un chiodo di pelle, giusto?
E Jane Austen, sarebbe d’accordo? Ma certo. Non solo con l’abitino a fiori portato con la giacca da biker. Ma anche e soprattutto con il romanticismo reloaded. E’ stata lei che ci ha insegnato a credere nel lieto fine, sempre e comunque. Nei buoni sentimenti. Nella capacità di indignarsi davanti alle ingiustizie. Nel potere della consolazione, che sia un libro o un paio di scarpe. Nell’humor che ti salva, sempre, anche in caso di cuore infranto come un vetro spezzato. Perché sono così le Incurably Romantic: sperano sempre che dietro l’angolo ci sia un (nuovo) Darcy. Preferibilmente con l’iPhone. E, preferibilmente, che mandi criptici sms da salvare nel telefonino, e da rileggere a letto. Cosa si è persa la Austen!
(Io ho un iPhone, molti libri letti e riletti di Jane Austen, e progetto di scaricarli presto sul mio iPad. Questo invece è, all'incirca, un articolo che ho scritto per Velvet, il mensile moda&altro di Repubblica).
LISA | Martedì, 24 gennaio 2012 @08:29
ELENUCCIA, sbaglio o è la prima volta che scrivi? Raccontami qualcosa in più di te... Quanti anni hai, in che città mi leggi, e come sei arrivata fin qui!
elenuccia | Lunedì, 23 gennaio 2012 @23:00
jane austen, fantastica! ho letto Emma e Ragione e sentimento (quest'ultimo l'ho finito giusto sabato).. quella donna era geniale! per i suoi tempi non era all'avanguardia, di più! fantastica!
Susy_Anne | Lunedì, 23 gennaio 2012 @15:16
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Venerdì, 20 gennaio 2012 @09:14
"Ma sapevi che ci sarebbe sempre stata una primavera".
(Hemingway)
Perché anche le pietre dormono sotto la neve con sogni verdi nel cuore. Perché dentro di te c’è un’invincibile estate. Non dimenticare, non dimenticarlo: è tutto dentro di te.
Devo ringraziare una lettrice del blog, Ursenna, per il Buongiorno di oggi: aveva "incontrato" questa frase sottolineata in un libro, trovato per caso… Riporto il suo messaggio, era il commento del Buongiorno del 12 novembre 2009, intitolato "Sottolineature": "Le sottolineature sconosciute mi evocano la mia scoperta del book crossing, anni fa, quando nemmeno sapevo che esistesse il book crossing. Un albergo di Ravenna. Hemingway in inglese. Un libro dall'apparenza letto e riletto. Una sola sottolineatura: You knew there would always be a spring. Poi ho visto City of Angels. Poi ho vissuto a Parigi. E la primavera era là, ad accogliermi come una gioiosa ritrovanza. La Festa Mobile di una matita senza nome".
Il libro infatti era di Hemingway, "Festa mobile". (Mai letto, confesso). Ma la frase è rimasta in testa anche a me. Mi piace quella promessa di primavera.
Anche il mio commento di oggi sono altre sottolineature, vecchi Buongiorno che mi sono rimasti dentro, "sottolineati". Le pietre che dormono sotto la neve con sogni nel cuore sono dei versi del poeta norvegese Olav H. Hauge. E l’invincibile estate dentro di noi è una frase di Camus.
Come ogni venerdì, trovate il Buongiorno di oggi anche in inglese, in Lisa globish. E iscrivendovi a Twitter, riceverete ogni mattina il Buongiorno sul vostro telefonino.
ilariaquarteroni | Martedì, 24 gennaio 2012 @05:30
.... ogni giorno colgo fiori e per me è sempre una primaVera!
Giusy | Sabato, 21 gennaio 2012 @14:16
...Forse una primavera che lo scrittore ha perseguito senza trovarla, visto che, a un certo punto, ha preferito togliersi la vita. Mi era piaciuto Il vecchio e il mare poi, saltando tutte le altre opere ben più importanti da leggere, sono arrivata a "Al di là del fiume..." uno degli ultimi? non so. e quello mi aveva deluso. Bello il commento di Lisa
Ilaria | Sabato, 21 gennaio 2012 @10:45
Trovare questa citazione di Hemingway mi ha rallegrato la mattinata, la quale pensavo fosse iniziata male. Mio padre mi ha sempre elogiato questo scrittore così incomprensibile per me. E invece oggi mi sono accorta che ne vale davvero la pena conoscerlo. Purtroppo non ce l'ho questo libro e non sono riuscita a trovarlo nemmeno a trovarlo a in biblioteca, ma tempo al tempo. Grazie.
LISA | Venerdì, 20 gennaio 2012 @20:51
'POVNA: Crampton Hodnet non me lo ricordo, in compenso ho un ricordo meraviglioso di tutti i libri di Barbara Pym, una specie di Jane Austen in tweed, con le scarpe mezzo tacco anni Cinquanta. Forse dovrei rileggerla!
erica | Venerdì, 20 gennaio 2012 @19:11
anche io me la ricordo da allora, ed è bello ritrovarla. grazie :)
Lilabella | Venerdì, 20 gennaio 2012 @14:53
Eh sì, a volte certe frasi che leggiamo possono ritornarci nella mente e nel cuore in altri momenti della vita. La primavera è quel tenero ricordo che ci rimane dentro anche in inverno e noi stiamo in attesa di rinascere, ogni volta.
Buon fine settimana Lisa!
Sharon | Venerdì, 20 gennaio 2012 @12:48
"Nel bel mezzo dell’inverno ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate." La ricordo ancora, come fosse oggi, il giorno che avevi citato questa frase nel buongiorno... é stato un giorno speciale, e lo stesso vale per oggi, mentre mi immergo nel ricordo... Lisa, HAVE I NICE DAY (it's my english friday, too!)
Stefano | Venerdì, 20 gennaio 2012 @12:37
Ma se quell’invincibile, meravigliosa, incantevole stupenda estate rimane sempre dentro se stessi e non la si vive, si trasforma in un inverno freddo, abulico, triste, arido…
Cecilia | Venerdì, 20 gennaio 2012 @11:08
In questi giorni di gelo milanesi questa frase mi porta un po' di tepore. Grazie!
sarux | Venerdì, 20 gennaio 2012 @09:56
Bellissima questa frase.... decisamente di quelle da mettere nei "preferiti" da leggere e rileggere ogni giorno!
Giovedì, 19 gennaio 2012 @07:53
"Sai, in certi momenti mi guardi con nostalgia. Anche se io sono qui con te."
(Craig Thompson)
Perché ogni volta che ti lascio, è sempre troppo presto. Perché ogni volta che ti lascio, ti vorrei portare via con me.
(La frase di oggi è tratta da una graphic novel: "Blankets", di Craig Thompson, RIzzoli)
LISA | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @15:08
Allora, COCCI87, ti mancano i miei libri. Per le tue mattine da pendolare... Spero conoscerai presto Emma e Stella, le mie "eroine". E chissà, forse dentro troverai qualcosa di te.
:) | Mercoledì, 25 gennaio 2012 @08:36
direttamente dal buongiorno di city!!!!... mi tenete compagnia da quasi sette anni nelle mie impegnative mattine da pendolare!!!! :D
LISA | Martedì, 24 gennaio 2012 @20:14
COCCI87: amore coraggioso. Bello.! Ultima domanda curiosa: come sei arrivata qui? Con i Buongiorno di City? O forse perché hai letto i miei libri?
..e che storia d\'Amore!!!! | Martedì, 24 gennaio 2012 @14:38
beh allora...tu mi dai il via...heheheheh!!!i chilometri che ci separano non sono poi infiniti ma sai le giornate volano, all'incirca cinquanta chilometri comunque!!!
ci siamo conosciuti in una chat...senza mai chattare.... la cosa fa parecchio ridere e già racconta di noi...
noi che siamo diversi ma che fortunatamente conserviamo gli stessi valori. In primis quello per la famiglia e per la sincerità. La casa nuova la stiamo costruendo sopra casa sua: non avevamo tempo per andare in affitto e poi chissà quanto sarebbe passato (forse tutta una vita!) senza aver la possibilità di comprare una casa degna di essere chiamata tale, grande abbastanza per accogliere chi con noi arriverà appena possibile!!!!
Siamo di corsa perchè non vediamo l'ora di avere per noi tutto il tempo che vogliamo!! Il mio fidanzato ha la sclerosi multipla, e quindi c'è questa terza incomoda che non possiamo non calcolare per niente, anche se alcune volte..... Insomma, lo amo come non ho mai amato nessuno!
LISA | Lunedì, 23 gennaio 2012 @21:37
COCCI87: amore e chilometri! E una casa in costruzione. Ma racconta, racconta: quanti chilometri? E come vi siste conosciuti? E la casa nuova dove sarà, da te, da lui? Stasera ho proprio voglia di sentire una bella storia, una storia d'amore...
cocci87 | Lunedì, 23 gennaio 2012 @11:38
Stamattina, ho dedicato questo pensiero di Craig Thompson che ci hai fatto conoscere all'Amore della mia vita... ci vediamo solo nel weekend a causa della distanza che ci separa e di tante altre piccole cose, ed ogni domanica dolci lacrime facili mi zampillano dagli occhi involontariamente sapendo che per i cinque giorni successivi non potrò baciarlo, abbracciarlo, coccolarlo....Manca poco alla vita che ci vedrà uniti per sempre: la nostra casetta è in costruzione.
Susy_Anne | Venerdì, 20 gennaio 2012 @15:38
Bellissima.. e molto vera...
Lilabella | Giovedì, 19 gennaio 2012 @12:23
E ti guardo perchè ho paura di perderti anche se non sarà mai così, non per me!
Stefano | Giovedì, 19 gennaio 2012 @08:46
Ti guardo con gioia, felicità, stupore, soddisfazione, ammirazione, amore
Ma anche con nostalgia e malinconia conscio che di li a poco dovrò andare e pur sapendo che il tuo volto, il tuo sguardo, i tuoi occhi, il tuo sorriso, il tuo rossore mi accompagneranno in ogni mio passo.
Tu. La mia guida quotidiana.
Mercoledì, 18 gennaio 2012 @08:58
"Un’ondata di fatica si abbatte su di me, un momento di spossatezza. Sono stata così diligente nel dividere in due parti la mia anima e nel tenere per me la mia metà, il mio vero essere; nel tenerlo al riparo dal mondo esterno, da mia madre che vuole vedermi al sicuro."
(Elena Gorokhova)
Quel nucleo segreto, quel nocciolo duro, dentro di me.
(La frase di oggi è tratta da "Una montagna di briciole", Piemme, storia di un'adolescenza nell'allora Leningrado, negli anni 60).
LISA | Lunedì, 23 gennaio 2012 @21:08
VALERIA: e il fatto che tu scriva qui oggi è quasi come un battito d'aria di farfalla. Ma ripeto, Valeria, non hai mai avuto voglia di aprirti, con nessuno? Neanche quando ti sei innamorata? Valeria-guscio è bello, fa pensare a una noce.
per farfalla | Lunedì, 23 gennaio 2012 @14:07
hai avuto parole gentili per me. grazie. valeria
Farfalla | Sabato, 21 gennaio 2012 @20:33
Valeria-guscio unica e gelosa proprietaria di se stessa. Cosa c'è di sbagliato? il fatto è che probabilmente non sei serena ma questo capita anche agli estroversi. mi sembra molto bello che tu apra altre prospettive alla tua bambina e se diventasse come te? non dipenderà certo da sua madre. tua figlia come tutti i bambini è ancora un foglio bianco tutto da scrivere e non dipenderà tutto da te.
LISA | Venerdì, 20 gennaio 2012 @20:48
VALERIA: con nessuno?
valeria | Venerdì, 20 gennaio 2012 @13:55
L'ho sempre fatto - sin da molto piccola. Non ho neanche diviso con nessuno la mia anima, non mi lamento mai e nessuno sa veramente quello che penso o provo o mi fa stare bene o male La compassione degli altri mi fa orrore. E non riesco a cambiare. Oggi ho una figlia. Mi sono imposta di insegnarle che cio' è sbagliato. Non voglio che diventi come me.
Giusy | Giovedì, 19 gennaio 2012 @13:58
E brava Adriana, così si deve fare. arricchimento senza denari.
annetta | Giovedì, 19 gennaio 2012 @13:22
@adriana - concordo pienamente...se teniamo le antenne belle tese, recepiamo in continuazione messaggi - non necessariamente dagli uomini - ma dalla natura, dalla poesia, dall'arte, dagli animali, dai cuccioli di ogni specie, che ci riportano sulla strada maestra...
Adriana | Giovedì, 19 gennaio 2012 @12:30
PER LISA: Ecco cosa ho scritto, grazie a te, ad un'amica dopo averle inviato il testo di ieri (impressionante la coincidenza di situazioni e sentimenti!) :"Ogni mattina, intorno a me, osservo, leggo, cerco.Credo che la vita, intesa come organismo vivente, mi voglia parlare, voglia comunicare con me. E io sono in ascolto." Nonostante la nostra fragilità, se siamo in grado di ascoltare e ascoltarci, ci sono intorno a noi segnali che ci riportano sulla strada maestra. Proprio come uno specchietto retrovisore.
LISA | Giovedì, 19 gennaio 2012 @08:17
LILABELLA, ben tornata. ADRIANA: divertente essere uno specchietto retrovisore! Per non andare fuori strada?
Lilabella | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @22:22
E non si è mai al sicuro...se non quando ci si mostra come si è nei confronti di tutti anche a costo di essere ferita
(non metto i puntini sospensivi Lisa ma tu hai capito vero?)
Susy_Anne | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @14:34
Verissimo...
Giusy | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @12:43
Questa frase, così vera, mi riporta alla mia adolescenza. Un bel salto all'indietro eppure mi sembra così poco lontana. Brutto segno...
Libero | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @12:18
Per Francesca:
Quando si è veramente se stessi, non si ha paura di essere attaccati, condizionati, influenzati, vincolati, suggestionati, dominati…
E pertanto non si è vulnerabili…
Francesca | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @11:17
E invece devo imparare ad essere vulnerabile, a mostrarmi come sono davvero... Devo smettere di avere paura, devo smettere di boicottarmi da sola...
Stefano | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @09:56
Quel nocciolo duro, segreto... quella piccola percentuale che appartiene solo a me e che di tanto in tanto mi permette di essere me stesso
brother | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @09:48
Oggi ho preso la metropolitana e letto il tuo buongiorno su carta. Che strano, immaginarsi migliaia di milanesi annebbiati che ricevono di buon mattino un input poetico.
Adriana | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @09:28
Da tempo ti leggo Luisa. Su City. Ho la presunzione di considerare che quel piccolissimo spazio sul giornale sia in realtà un sms per me. A volte è come uno specchietto retrovisore su cui compare fedelmente il mio pensiero. Alla virgola.
Martedì, 17 gennaio 2012 @08:35
"I momenti migliori in cui guardarlo, mi dissi, sono quelli in cui le circostanze gli richiedono di essere al tempo stesso un uomo e un ragazzino."
(Amor Towles)
Che carezza al cuore quando ti guardo e, sul tuo viso, vedo tracce di te bambino, riconosco vecchie foto di te. Prima, molto tempo prima che tu esistessi per me.
(La frase di oggi è tratta dal romanzo "La buona società" di Amor Towles, Neri Pozza).
Cristina | Giovedì, 9 febbraio 2012 @16:00
Che libro STUPENDO. L'ho finito ieri sera e mi ha fatto commuovere, alla fine. Non avrei voluto che finisse, che gran bella donna, Kathy!
annetta | Giovedì, 19 gennaio 2012 @17:54
toh, e io che pensavo che avessi fatto volutamente un gioco di parole tra porche e porsche...e mi era piaciuto parecchio! :-)) buona serata da una ex maserati che si sta assai serenamente porschizzando...OHHMMM!
Giusy | Giovedì, 19 gennaio 2012 @15:12
ho appena lasciato rai news e sono contenta che Annetta mi abbia fatto sorridere, in fondo cerco di difendermi dal dispiacere. Il Giglio è la "mia isoletta" da 25 anni e penso e ripenso a coloro che ci hanno lasciato la vita. Mai più guarderò quelle acque come lo facevo l'estate scorsa. Scusate, ci metto un bel punto e non a capo.
Giusy | Giovedì, 19 gennaio 2012 @13:47
Annetta, mi hai fatto divertire. Casi rari era un tantino ironico, però devo fare ammenda sulla Porsche, mi sono mangiata la esse non per errore di battitura, proprio perché non ricordavo bene. Ahia!! i neuroni... e non consolarmi, please. Buon pomeriggio e serata.
annetta | Giovedì, 19 gennaio 2012 @13:28
@giusy: casi per nulla rari, purtroppo...Soprattutto poi quando la Ferrari si stanca dello Scooter a causa - questa volta - delle sue di grippature, lui se ne torna bello bello a lustrare la Porsche-Porche nel garagino di casa come se niente fosse...Meditate giovinotte, meditate...
Lilabella | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @22:18
Io amavo ammirare il mio uomo mentre dormiva, era lì che vedevo il suo essere ragazzino, quasi indifeso nel gesto più naturale che ci sia.
Un sorriso Lisa!
Giusy | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @12:41
Tengo a chiarire: nulla di personale eh!
Giusy | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @12:40
Visto che si parla di Porche... Noi donne a volte riusciamo ad innamorarci anche di uno scooter, magari per tutta la vita, mentre - sempre a volte - i nostri compagni mettono in garage ben custodita la moglie-mamma- etc. e vanno in cerca di una Ferrari quando la Porche presenta qualche graffio o ammaccatura. Casi rari, of course!
annetta | Martedì, 17 gennaio 2012 @18:23
...disse la moglie-mamma-fidanzata-amante-sorella italica. Purtroppo ci desiderano e ci amano così "un pò mamme e un pò porche". Perdonate il francesismo, poco adatto alla finezza di questo blog: la sentenza non è mia ma di Ligabue, che così descrive le focose donne emiliane... Buona serata a tutte, con un sorriso per i nostri bambinoni
:-))
Vale | Martedì, 17 gennaio 2012 @15:03
E mi commuovo al solo pensiero di poter guardare insieme le foto della nostra infanzia, tutto ha inizio da lì, la malinconia, l'ipocondria, il sentirsi non risolti.
Francesca | Martedì, 17 gennaio 2012 @09:35
E sogno di spingermi più in là, immaginando come saranno i nostri figli, quali dettagli del tuo viso ritroverò in loro, quali loro gesti saranno uguali ai tuoi!
Lunedì, 16 gennaio 2012 @08:33
"Luce. Gennaio. Mattina presto.
Respiro – e incorona lo sguardo
il vuoto abbagliante del cielo.
Ammettimi nei tuoi infiniti
presenti, luce che vieni e assolvi
ogni speranza e inutilità,
ogni dimenticanza.
Oggi, pieno di tempo,
di tanta chiarezza che mi sopraffà,
immergimi dentro il freddo azzurro che inghiotte il suono."
(Gian Mario Villalta)
Luce di gennaio, luce che assolve.
(Gian Mario Villalta è un poeta italiano. L'ultima sua raccolta è stata pubblicata da Mondadori)
ilaria quarteroni | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @06:18
... osservo dalla finestra ogni albero,ogni oggetto lasciato.ogniUno col proprio nome,e mentre li nomino,li sussurro,prendo coscienza dei miei respiri.anche oggi brina festosa nei campi... che incanto!decisione presa:esco e cammino!il@ri@
LISA | Mercoledì, 18 gennaio 2012 @00:44
CAROSELLA: perché sono tutti negozi parigini e io ahimé non vivo a Parigi!
carosella/ alessandra | Martedì, 17 gennaio 2012 @13:54
Ma perchè dici che i consigli di shopping di Ines sono ( ahimè) inutili?
LISA | Martedì, 17 gennaio 2012 @09:20
STEFANO. Ossigeno.
LISA | Martedì, 17 gennaio 2012 @09:18
SILVIA: "il freddo azzurro che inghiotte il suono" e la nave che affonda. Sai che non ci avevi pensato, Silvia? Poesie e ghiacciate coincidenze.
LISA | Martedì, 17 gennaio 2012 @09:15
SABRINA: non credo mi sarei mai comprata il libro di Ines. Ma da quando un'amica (molto più fashionista di me) me l'ha regalato, lo sfoglio ogni tanto, e, ammetto, mi diverte. La parte di indirizzi shopping a Parigi è ahimè inutile, ma i consigli di stile mi fanno sorridere e pensare che ogni tanto mi piacerebbe far finta di essere parigina... Quindi sì, lo consiglio!
Sabrina | Lunedì, 16 gennaio 2012 @23:00
Lisa, ma del libro di Ines cosa ne pensi? Lo consigli?
Aminta | Lunedì, 16 gennaio 2012 @18:03
Quanto mai calzante, vero? il mare inghiotte il suono ma lo rende più sensibile in superficie. Tragedia, quella della Concordia, ancor più insostenibile quando capiamo che non è legata alla fatalità.
silvia | Lunedì, 16 gennaio 2012 @16:40
La luce in questo periodo o è abbagliante o è assente...mi piace molto il concetto della luce che assolve da speranze e inuitiliTà e il passaggio finale " immergimi dentro al freddo azzurro che inghiotte il suono" mi fa pensare alla tragedia della Concordia, alle persone morte nelle acque gelide tra le grida
Stefano | Lunedì, 16 gennaio 2012 @08:41
Gennaio. Mattina presto. Buio.
SOFFOCO
Sabato, 14 gennaio 2012 @18:32
Lisa, puoi scriverci un pezzo sui "little black dress", sui tubini (o anche semplicemente abitini) neri che ogni donna dovrebbe avere nell’armadio? Certo. Peccato che, anche stavolta, io mi ritrovi a guardare le foto dei suddetti abitini, nonché delle solite celebrities fascinose in black (ma tanto sarebbero fascinose con qualunque colore), per capire che, anche stavolta, non cambierò idea. Perché, semplicemente, non ci credo: non credo nell’abitino nero "passepartout, perfetto per qualsiasi occasione, basta saperlo accessoriare". (L’ho scritto, certo: una verità-moda che mi sembra valga per tutte, tranne che per me!). Ho fatto un’eccezione, anzi tre: due abitini neri comprati vintage, quando ancora tentavo di crederci (sono lì, nell’armadio, ogni tanto ci provo, ma senza speranza, e dire che uno hai degli splendidi bottoncini di madreperla). E un abito nero stupendo, vita stretta e gonna un po’ anni Dior, confezionato per me dalla "mia" stilista Colomba Leddi come regalo per il lancio di Glam Cheap, perché compariva trionfante sulla copertina (La vedete la copertina? E’ qui a sinistra). Sulla scollatura è ricamato in perline rosse e filo rosso il titolo del libro; e dietro, imbarazzante ma vero, "l’autrice": uno scherzo di Colomba che è diventato ricamo, e ben mi sta.
E dire che una regina dello chic come Ines de la Fressange si spinge fino al punto di dichiarare: "Il tubino nero non è un indumento: è un concetto. E’ astratto, universale e, proprio per questo, adatto a tutte". Cito dal suo "La Parigina", il manuale delle fashioniste che tengo anch’io sulla scrivania, sperando che lo chic mi scivoli addosso per contagio. E dunque, come consiglia di accessoriarla, Ines, "la petite robe noire"? Bastano, secondo lei, un paio di grandi occhiali scuri (i Persol anni ’80, specifica), e un paio di ballerine nere. Certo, facile per Ines, che è alta e superskinny (un metro e 80 per 50 chili, ho controllato, tanto per farmi del male). E che, d’inverno, consiglia anche di abbinare un paio di guanti lunghi e black. Fa molto Holly Golightly in "Colazione da Tiffany", ovviamente... Non tutte, però, abbiamo Audrey Hepburn dentro. Ecco, forse è questo il problema? Non ho Audrey Hepburn dentro. Né dentro né fuori, ahimè.
Aminta | Martedì, 17 gennaio 2012 @17:46
un leggero velo di nostalgia, per non dire di tristezza, su lisaCorva. Se così fosse e se non mi sono sbagliata, lo condivido.
LISA | Martedì, 17 gennaio 2012 @09:38
Diciamo allora che, invece del tubino spesso impietoso, promuovo un semplice little black dress. Non troppo stretto, non troppo attillato. ARIA, in questo sono d'accordo con te: dipende dalle pinces, dal materiale, dal punto vita, da come cade e come scivola addosso... Forse ci vorrebbe una sarta, una mano che ce lo cuce addosso, e non H&M. Forse per questo i tre abitini neri nel mio armadio sono stati cuciti a mano, bottoncini di madreperla compresi; mi piacciono quelli vintage, o usati, chiamiamoli come volete; anche per i segni del passato che portano addosso, delle donne che li hanno indossati prima di me, dei loro sogni sconosciuti.
Lady Chatterley | Lunedì, 16 gennaio 2012 @19:47
Aria, come mi conforti! Troverò un tubino glam & cheap che mi si adatti perfettamente? Io sono abbastanza snella ma su di me il tubino fa l'effetto salamino. Cruda realtà.
Aria | Lunedì, 16 gennaio 2012 @18:45
Ho letto anch'io quest'estate il libro della Ines e sinceramente mi è sembrato un insieme di luoghi comuni. Per di più, è chiaro, come ben dici, che l'autrice fa presto a dar consigli, dall'alto della sua mole.. Però, però... il little black dress rimane in effetti un consiglio sempre valido, per tutte le età e per tutte le taglie. E te lo dice un'esperta (credimi), che ha vestito donne anche in taglia superiore alla 50. L'adattabilità a fisici differenti dipende dalla lunghezza dell'orlo, dall'assenza o presenza di pences strategiche e infine dal materiale. D'altra parte è considerato il punto di arrivo dell'abito femminile borghese per eccellenza. Un giorno incontrerai il "tuo" e non lo lascerai più.
Simona | Domenica, 15 gennaio 2012 @18:50
Ma come? Niente Black little dress? Non ci credo! Forse preferisci quello bianco. O no? Comunque. A me piace per due motivi:" cade" benissimo alla mia pigrizia e, ossibuchi a parte, scegliendo il taglio giusto snellisce. Unico neo (black!): in una società un po' smandrappata e volgarotta mi sembra(sigh!) assai fuori luogo.Lo indosso per andare dove? Qualche giorno fa osservavo la vetrina di Prada in Galleria che strizzava l'occhiolino al 1963: che eleganza i manichini pronti per un cocktail dalla Biki, peccato che "fuori" la gente non conosca più le buone maniere. Però le ragazzine, anche se non indossano il l.b.d., fanno la posta (e le code) da Tiffany.
Anonimo | Domenica, 15 gennaio 2012 @11:14
Adoro questo blog ha dato il senso la mia vita! Je te remercie infinimente lisa.
Sabrina | Sabato, 14 gennaio 2012 @20:13
Io adoro il tubino nero, per alcuni modelli non c'è bisogno di essere delle...modelle :-) Audrey però, tubino a parte, non mi piaceva e "Colazione da Tiffany" non mi piace, anche se forse sono l'unica donna al mondo a pensarla così. Io preferisco Grace Kelly, sempre perfetta e bellissima... Purtroppo però nemmeno io ce l'ho, forse dentro un pochino ma fuori no di sicuro :-)
Lady Chatterley | Sabato, 14 gennaio 2012 @19:47
nemmeno io per mia fortuna ho Audry né dentro né fuori perché mi va di essere me stessa. Il tubino nero è impegnativo in quanto tubino. Esige una pancia ultrapiatta non reduce dall'ossobuco e dal risotto. Preferisco mangiare con gusto e indossare vestiti flou (prima e dopo cena) Durante il giorno smaltisco ...
Venerdì, 13 gennaio 2012 @09:44
"Un tempo, le coppie di amanti prima di separarsi cercavano una stella, su cui i loro sguardi la sera potessero incontrarsi. Che cosa dobbiamo cercare noi? Il cielo almeno non possono dividerlo… Sì invece, disse lei piano. Il cielo è sempre il primo a essere diviso."
(Christa Wolf)
Il nostro amore, sotto lo stesso cielo.
Altre parole che mi vengono incontro. Dopo i versi di Ingeborg Bachmann sui quadri di Cy Twombly a Monaco, questo invece è un dialogo di Christa Wolf, la più grande scrittrice dell’ex Ddr, da poco scomparsa. Parole che mi sono venute incontro a Berlino: non dal suo libro, che è del 1963, ma dal film che ne fu tratto l’anno dopo, un film in bianco e nero che è quasi una piccola opera d’arte, e infatti era in mostra alla Neue Nationalgalerie: "Der geteilte Himmel", il cielo diviso appunto. Titolo del libro, del film, della mostra (di quadri e sculture dal 1945 fino al '68); titolo della Germania stessa fino alla caduta del Muro. Il cielo diviso è quello dei protagonisti: lui che decide di andare a Ovest (erano gli anni poco prima del Muro, in cui ancora si poteva), e cerca di convincere lei. Ma lei non parte…
Come ogni venerdì, trovate la frase di oggi anche in Lisa globish: ma stavolta, ovviamente, è in tedesco!
Rebecca | Venerdì, 29 giugno 2012 @21:59
sto aspettando con ansia l'uscita..nel mtnere per ammazzare l'attesa mi rileggo il libro..peraltro sono nell'ambientazione giusta..sotto un pino in montagna:)
Anonimo | Domenica, 15 gennaio 2012 @22:52
Astronoma, direi!
Anonimo | Sabato, 14 gennaio 2012 @13:54
Non saprei, Ilaria, ci sono i due emisferi, l'altra metà del mondo contempla altre stelle, ma non essendo atronoma, dico così, a spanne...
LISA | Sabato, 14 gennaio 2012 @12:03
CARLA: sì, lo trovi nei tascabili e/o (la casa editrice che ha tradotto tutta Christa Wolf). Avete notato che viaggiando in aereo c'è meno gente che racconta la sua vita? Quindi, ANNETTA, grazie per questa storia di cieli divisi e rattoppati.
ilaria quarteroni | Sabato, 14 gennaio 2012 @05:03
... il cielo è:per tutti! serenamente così,ilariaquarteroni.
carla | Venerdì, 13 gennaio 2012 @18:53
ma c'è un'edizione anche italiana del libro?
Anonimo | Venerdì, 13 gennaio 2012 @14:08
Bellissimo racconto, quasi mozzafiato, almeno per me: Grazie annetta. non ho tanta voglia di firmarmi, sto diventando troppo invadente e questo non va bene
annetta | Venerdì, 13 gennaio 2012 @10:31
In tempi di Muro e di Inter-Rail, puntai diretta verso Berlino. Ripartendo, sul treno che mi portava da Berlino ad Oslo, tappa successiva del mio vagabondaggio, conobbi una signora norvegese di mezza età, che dopo mesi e mesi di insistenza, burocrazia e dolore aveva faticosamente ottenuto il visto di uscita dalla Germania Est per tornare in Norvegia ad assistere il padre morente. La signora, innamoratasi subito dopo la guerra di un berlinese aveva deciso di seguire il suo cuore e trasferirsi a Berlino. Quando venne eretto il muro in una notte, sebbene ai non tedeschi fosse stata offerta la possibilità di lasciare "ora o mai più" Berlino est, lei rimase con il suo amore. Piangeva lacrime amare questa signora modesta e dimessa mentre ci raccontava la sua storia, poiché il prezzo della scelta d’amore era stato ed era tuttora incredibilmente pesante. Avrebbe potuto essere una benestante pensionata norvegese e condurre una vita agiata, invece la storia e l’amore l’avevano ridotta a condurre una modestissima esistenza priva di libertà, senza nemmeno i soldi per pagarsi un caffé caldo sul traghetto per Oslo dopo una notte di viaggio. Noi compagni di scompartimento le offrimmo la colazione e le regalammo tutti i marchi tarocchi dell’est che ci erano avanzati, e che di qua sarebbero serviti giusto a giocare a Monopoli. Lei aveva unito il cielo col suo amore, ma l’aveva diviso con tutto il resto della sua vita precedente, la sua famiglia, i suoi amici, i suoi affetti in Norvegia. Strane storie.
Giovedì, 12 gennaio 2012 @08:33
"E’ così ogni sera, quando chiudo dietro di me l’uscio della mia camera per andare a dormire; compio questo gesto semplice e consueto con avida ghiottoneria, assaporandolo: conosco il cigolìo della maniglia… Rimango lì davanti per un lungo momento, a pensare; poi, adagio, mi volgo e ricerco nella penombra le cose che da anni amo vedere attorno a me; ed esse, poiché finalmente siamo sole, mi riconoscono e sorridono".
(Alba de Céspedes)
Il piacere della solitudine.
Alba de Céspedes, dimenticata scrittrice del Novecento (nata nel 1911, morta nel 1997), romana, cognome che le veniva dal padre, ambasciatore cubano in Italia. Pre-femminista, abilissima nel disegnare i chiaroscuri della vita delle donne di allora: e quell’allora sono gli anni Trenta, Quaranta… Come in "Quaderno proibito", che avevo amato moltissimo, o "Nessuno torna indietro", una sorta di Sex and The City in epoca fascista. La frase di oggi è tratta invece da "Fuga", racconti pubblicati da Mondadori nel 1940; un libro dalla copertina blu che mi si disfa quasi tra le mani, che viene da un robivecchi triestino e che mi è stato regalato da mio padre. Lo sto leggendo, stupita come sempre dalle parole ormai perdute (uno dei racconti, bellissimo, si intitola "Il pigionante", ma anche nella frase di oggi, avete notato "uscio" e "ghiottoneria"?). Perduto anche, per fortuna, molto di quello che stringeva le donne alla gola. Solo un esempio: una delle protagoniste ha quarant’anni e si sente vecchissima, non più in diritto né di amare né di desiderare… Com’è cambiato il mondo. E non solo nei sentimenti: nel 1940, quando esce "Fuga", le donne non potevano neppure votare; era vietato il divorzio, l'aborto, la pillola, decidere di sé e del proprio destino era ancora quasi impossibile. Sì, com'è cambiato il mondo. Alba, la battagliera Alba, sarebbe contenta. Per saperne di più cliccate sul suo nome, andate in biblioteca o libreria: l’anno scorso la Mondadori ha ripubblicato i suoi romanzi, ormai introvabili, in un volume dei Meridiani. Che non amo perché hanno le pagine troppo fragili. Ma dentro c'è tutta Alba.
Aminta | Giovedì, 12 gennaio 2012 @16:51
Grazie LisaCorva, forse ho qualcosa di Alba de Céspedes. devo controllare. In effetti i suoi romanzi meritano attenzione più di quanta non ne abbiano. In queste pile traballanti di libri (ti rubo la frase) dovrebbe esserci posto per lei, donna all'avanguardia in un paese difficile che ancora non riesce a scrollarsi di dosso l'ombra di un campanile sempre più incombente.
Giusy | Giovedì, 12 gennaio 2012 @14:34
anche noi andiamo a spulciare i robivecchi quando ci capita' ormai raramente, di andare aTrieste. Io, più frivola, mi interesso agli innumerevoli "strafanicci" e a volte trovo qualcosa di interessante. Come mi inteneriscono quelle statuine di ceramica o porcellana d'antan. Me le porterei tutte a casa per allestire un bellissimo museo kitch. La Pietra spulcia, proprio come il papà di Lisa, i vecchi libri. raramente li compra, non saprebbe a chi regalarli, visto che la figliolanza, pur accanita lettrice, preferisce l'attualità, ora. Ho speranze per il futuro...
Mercoledì, 11 gennaio 2012 @09:08
"L’aria fredda, le montagne rosse e gialle che brillavano in lontananza, il cielo limpido e azzurro. Nelle mani il tepore del bicchiere, come un uccellino. La superficie tremolante col suo colore intenso, ruvida… Di ogni cosa distinguevo la sola sensazione tattile, un po’ come quando, da bambina, giocavo in mezzo al fango".
(Banana Yoshimoto)
Toccare il mondo, tenerlo in mano.
(La frase di oggi è tratta da "High & Dry. Primo amore", Feltrinelli. Se cliccate sul nome dell'autrice trovate gli altri Buongiorno che le ho sforbiciato).
Marina | Domenica, 15 gennaio 2012 @09:28
si intanto pensa ai prossimi racconti che hai sentito al mercato del figlio della sorella del macellaio, oppure del nipote della cognata della pizzeria accanto a casa tua, che cosi ci facciamo una cultura!
Fiorenzaccia | Sabato, 14 gennaio 2012 @17:54
Ma lo sai che sei divertente signora marina? i tuoi strafalcioni i tuoi concetti il tuo nervosismo, bè veramente...rasentano l'invettiva. Vediamo se ci caschi. Spero che tra un spot, anzi post e l'altro troverai il tempo per occuparti d'altro
Marina | Sabato, 14 gennaio 2012 @15:28
traspare una certa fretta, come sempre si parla per sentito dire, ah quelle piumette non cadranno mai! Che ne dira' a questo punto, la cognata della filia della sorella, oppure il nipote piccole del suocero della zia?
Fiorenmzaccia | Giovedì, 12 gennaio 2012 @18:09
Mhmm...noto che la signora marina ha fatto progressi, non solo per l'acume ma per l'autocontrollo con il quale si esprime, peccato che dall'ortografia traspaia un certo nervosismo
Marina | Giovedì, 12 gennaio 2012 @10:28
Simona, devi sapere che la signora "fiorenzaccia" parla spesso epr sentito dire, su molte cose, ci fornisce la sue perle perché il filgio della sorella, del fratello, cugino della portiera ha detto...e pontifica, fa cosi, le sa tutte lei! bacioni
annetta | Giovedì, 12 gennaio 2012 @00:36
LISA: grazie! l'opzione del caffè non mi aveva minimamente sfiorato (nonostante ne berrei a litri); sono stata anni fa in Giappone per lavoro ma del japcafè non ho ricordi...Probabilmente è meglio così però!! W il vin brulè! ps. reduce da ossobuco con risotto vado a letto felice. Buona Notte!
Simona | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @19:49
Fiorenza, sono una persona molto precisa quindi tengo a dirti che non è la prima volta che propongo ai miei alunni le filastrocche di Rodari. Anzi, la tesina per l'anno di prova s'intitolava "Il piacere della lettura", quindi di Rodari ce n'era in abbondanza. Ah, e qualche anno fa abbiamo portato i bambini in gita al Parco della fantasia di Rodari. Più zucchero sull'ossobuco per tutti, anche per "Fiorenzaccia" . Grazie.
LISA | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @19:35
ANNETTA: nel bicchiere c'è del caffè (caffè giapponese, ahimé), e anche le montagne sono giapponesi, quelle del distretto di Nasu, montagne di vulcani e di terme. La piccola protagonista del libro è felice, perché è andata in macchina con il suo amore, il suo primo amore, quello che dà il titolo al romanzo. Neppure un bacio, ma emozione palpitante, che colora di rosso e giallo le montagne. In quel momento si sono fermati, mangiano "onigiri" (beati, sushi come spuntino, come noi mangeremmo della focaccia) e bevono quel caffè leggero leggero... Uno di quei momenti perfetti di felicità.
ANNETTA | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @18:17
All'inizio ho pensato che fosse un testo scritto da qualche baita trentina da Erri de Luca o da qualche altro scrittore nostrano amante delle montagna, tipo Corona. Poi leggo "Banana Yoshimoto" e mi dico: ma quello nel bicchiere sarà stato forse thè o sakè...certo non vin brulè ?? Lisa ci illumini? Dov'era? Cosa faceva Banana in quel momento? Buona serata!
Aminta | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @17:05
a volte si ha la sensazione di tenere in mano il mondo o tenerlo in pugno. esaltazione fugace ma bella da ricordare.
Martedì, 10 gennaio 2012 @08:42
"Se ci innamorassimo solo delle persone che sono perfette per noi, la gente non perderebbe tanto tempo a parlare d’amore."
(Amor Towles)
Ma l’amore, com’è testardo, l’amore.
(La frase che ho scelto oggi per City è tratta da "La buona società", di Amor Towles, Neri Pozza. Un romanzo romantico rétro, in cui tutto comincia durante una notte di Capodanno del 1938, a Manhattan, con la neve, il jazz e le calze di seta. Un falso perfetto confezionato oggi da, incredibilmente, un uomo che nella vita è un investment banker; una protagonista romantica e determinata che ha qualcosa da insegnarci. Forse. Se solo in amore potessimo imparare dagli errori degli altri...).
qui per caso | Venerdì, 13 gennaio 2012 @19:21
Grato di apprendere che gli investment bunker oltre a distruggere l'economia reale scrivono libri "farciti" di frasi da baci perugina
Perdonate ho sbagliato indirizzo
Giusy | Giovedì, 12 gennaio 2012 @13:33
Che menu! da commozione, direi. Io però sull'oss bus ci metterei un po' di gremolada ma oggi non ho appetito: devo digerire il porcellum crudo che non ne vuole sapere di finire nella pentola referendaria..
annetta | Giovedì, 12 gennaio 2012 @00:41
Se la pubblicità su questo blog non è vietata: La bettola di Piero, via Orti 17 Milano. Ossobuco con risotto, rognoncini, rustin negà (arrostino annegato), risotto giallo al salto con ragù di funghi, cotoletta alla milanese con cardi e per dolce zabaione con biscotti, semifreddo con datteri e altre leccornìe che non ti dico... SLURP!
LISA | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @18:39
ANNETTA: a me piace il risotto al salto coi rognoncini trifolati, ormai non si trova quasi più...
ANNETTA | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @18:12
@lisa - slurp...ci vado stasera in una tipica trattoria milanesona !! buona serata a tutte
LISA | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @17:57
FIORENZA, aiuto! Sono sicura che ci sono tantissime maestre e mamme che non hanno dimenticato Rodari, che lo leggono e raccontano ai bambini, ma perché non averne una in più grazie al blog, a qualsiasi blog? Qui non si tratta di primati, ma, spero, di buone poesie, di buoni libri, che cercano nuovi lettori, grandi e piccoli. Tutto qui. Detto questo, ossobuco per tutti! O almeno risotto allo zafferano.
Fiorenza | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @17:32
Visto che Simona posta fuori posto lo faccio pure io. La maestra di mio nipote figlio di sorella non ha avuto bisogno di suggerimenti via blog. propone Rodari ai suoi alunni da tempo. invettive? No! anzi grazie e prego
Simona | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @15:05
Sto proprio leggendo "La buona società" arrivando a tre quarti del libro. Trovo che sia una lettura a carburazione lenta. Dopo la metà ha iniziato ad appassionarmi. Neri Pozza secondo me edita bei libri, storie di donne ambientate nel passato, da non confondersi però con la solita chick-lit delle eroine più moderne sempre e solo alle prese con fidanzamenti, matrimoni, nascita di bebè e shopping. Sbaglio o recentemente vanno di moda gli autori uomini - come il caso di Towles -che scrivono storie di donne usando la prima persona? Penso sia molto complicato mettersi nella psiche femminile e immaginare atmosfere del passato. Tutti gli amori sono imperfetti, ma chissà perchè, quando ci innamoriamo spesso vogliamo cambiare l'altro rendendolo perfetto per noi ... e questo genera sempre dei gran casini.
Giusy | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @13:34
Pietra, Lisa, pietra! forse più o meno uguale a quella che permise a Giusto di diventare santo, ma non ero presente, quindi non so...Dài, oggi mi va di scherzare
posto al cuore | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @10:29
Come diceva francesco alberoni "l'amore no e una conquista ma un dono"di piu.).
LISA | Mercoledì, 11 gennaio 2012 @09:05
SIMONA: che bello! Viva Rodari. GIUSY: mi fa molto ridere l'idea di un consorte triestino appeso al collo come una pietra carsica... Spero una pietruzza-bijou.
Simona | Martedì, 10 gennaio 2012 @19:11
Vado completamente fuori tema, ma volevo dire all'Autrice che la poesia di Rodari oggi pomeriggio è finita dritta dritta sui quaderni rossi dei miei bambini. E domani ci lavoreremo su. :-)))
Susy_Anne | Martedì, 10 gennaio 2012 @15:33
A volte questa persona lo è per noi.. ma è il momento a non essere "perfetto"...
Giusy | Martedì, 10 gennaio 2012 @14:34
la tentazione era troppo forte e contrariamente a quanto mi impongo torno sul luogo del delitto. lungi da me dipingere il mio matrimonio con i colori dell' acquerello. Tinte forti, cara Annetta! Hai capito bene siamo diversi, diversissimi, senza noia reciproca e c'è ancora qualcosina da elaborare. Abbiamo però stessi gusti per quanto riguarda politica, musica, musei, e tanto altro. Però ci accapigliamo comunque, con leggerezza. Non è facile vivere con la sottoscritta. Mica sono un angelo del focolare,io!
annetta | Martedì, 10 gennaio 2012 @13:54
@giusy - Ma che dubbi, per fortuna sono tantissimi i rapporti che durano una vita e tu sei una persona fortunata per questo! Mi riferivo piuttosto al concetto di "intesa perfetta" : vuoi dirmi che hai passato 45+3= 48 anni di perfezione estatica con la tua pietra carsica al collo? MMMhhh se me lo dici non ci credo :-))) O sono stati 45 anni di montagne russe o quantomeno saliscendi? Non è che se state ancora assieme è perchè di base siete diversi, non vi siete annoiati l'un con l'altro e avete passato una vita cercando di sintonizzarvi...o sbaglio?
Giusy | Martedì, 10 gennaio 2012 @13:22
Annetta, annetta...leggendoti ho permesso all'ombra del dubbio di sfiorarmi appena appena. Ho rimosso l'ombra, sul dubbio dovrei lavorarci.
Cosa potrei fare con la Pietra Carsica che custodisco da 45 anni + 3?
Me la metto al collo e mi tuffo nelle acque del golfo di Trieste?
Sono andata al 4 gennaio. Questa volta tocca a me dirti "chapeau". Ciao e buona giornata.
giulia | Martedì, 10 gennaio 2012 @12:22
grazie perchè questa è semplice e bella e oggi è bellissimo così
annetta | Martedì, 10 gennaio 2012 @09:28
....e che barba sarebbe la vita! Incontri uno, ti innamori, è perfetto per te e ci stai assieme perfettamente fino alla fine dei tuoi giorni. Che noia, che barba, che barba, che noia...e quanti conoscenza umana persa! In fondo innamorarsi di persone diverse da noi ci porta a metterci in discussione e anche a cercare di smussarei nostri lati più spigolosi per cercare una sintonia. Insomma credo che la perfezione nasca dall'incontro-scontro di due imperfezioni, e la conoscenza nasca dall'incontro col diverso. Ben vengano le persone diverse da me!
Lunedì, 9 gennaio 2012 @09:07
"Filastrocca di Capodanno
fammi gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente".
(Gianni Rodari)
Smile! :-)
Rieccoci! E' il primo Buongiorno del 2012. Speriamo in un anno in rima baciata.
Vincent | Sabato, 30 giugno 2012 @08:57
Felicidades en su dc3ada a todos los docentes, que todos sus deehcros sean tenidos en cuenta y que se les brinde los conocimientos y los elementos necesarios para hacer su tarea segc3ban se los mandatos de su vocacic3b3n.
ilaria quarteroni | Martedì, 10 gennaio 2012 @03:26
...trascrivo:il leone della contentezza ti appoggia una zampa calda sul petto; che calore tutto ciò! mi tengo stetta questa immagine ....lisa forever!
carla | Lunedì, 9 gennaio 2012 @23:09
la poesia sull'ossobuco io l'ho letta ed è davvero bella , e visto che il piatto preferito di mio marito è l'ossobuco mi sa che domani la stampo e gliela regalo per cena. Cosa non si fa ai tempi della crisi per avere un po' di romanticismo
LISA | Lunedì, 9 gennaio 2012 @20:47
FIORENZA, penso che Billy Collins di Italia sappia (e ami) molto più della ricetta di un ossobuco... Di sicuro sa molto di più di quanto io so di America. La poesia è bellissima, e parla di matrimonio, delle sere in cui "il leone della contentezza ti appoggia una zampa calda sul petto"; l'ossobuco è solo un pretesto, avrebbe potuto essere tranquillamente un hamburger.
Fiorenza | Lunedì, 9 gennaio 2012 @20:25
mi cospargo il capo di cenere, ma ero presa da un risentimento tutto italico. Cancellate, prego.
Fiorenza | Lunedì, 9 gennaio 2012 @20:23
Sì Collins con l'ossobuco e ci risiamo! per fortuna l'esimio non ha parlato di spaghetti. Ma a questi dotti professori americani non viene in mente che l'Italia è tutt'altro? Collins: studia!!!
Giusy | Lunedì, 9 gennaio 2012 @13:43
Bella, speciale, come lo era Gianni Rodari che ci ha privato troppo presto della sua magnifica vena creativa. Sapeva veramente parlare ai bambini. Credo di averlo già detto e ripetuto,le sue poesie hanno accompagnato l'infanzia dei miei figli e penso che abbiano lasciato in loro una traccia importante. Non sono nonna e forse non lo sarò mai però mi fa piacere che ci siano ancora mamme che "cullano" i loro bambini con le sue filastrocche e le brevi novelle.
Grafomane, oggi!
Hermione | Lunedì, 9 gennaio 2012 @13:38
D'accordo :D!!
M. | Lunedì, 9 gennaio 2012 @09:39
buongiorno :) sì ricomincia e noi confidiamo in un sorriso! Nel nostro e in quello di chi ci guarda.. Auguri!
LISA | Lunedì, 9 gennaio 2012 @09:31
HERMIONE: sogniamo un anno in rima baciata!
Hermione | Lunedì, 9 gennaio 2012 @09:25
Buongiorno Lisa e Buon Anno. Avevo pubblicato la stessa poesia sul mio blog giorni fa . . . telepatia!! Auguri ed un sorriso.
Venerdì, 6 gennaio 2012 @17:19
A volte i libri portano ad altri libri. Così ho conosciuto Billy Collins, lui, e i suoi versi che sanno di pioggia, di caffè del mattino, dello stupore sempre intatto della prima neve "a revolution of snow"), e di amore coniugale. L’ho conosciuto quando, intervistando anni fa una scrittrice americana, mi raccontò che, per la sua cena di compleanno, aveva deciso di farlo lei, un regalo a tutti gli invitati. E aveva scelto di mettere accanto al piatto di ogni commensale non un suo romanzo, bensì un libro di Collins. Perché, disse, abbiamo tutti bisogno di amore e di poesia. E’ stata, credo, l’unica cosa memorabile dell’intervista (era l’autrice di un dimenticabile chick-lit, "Libri e amori a Los Angeles": idea carina, la storia di una divorziata che quando è in crisi si chiude a casa, entra nella vasca, stacca il telefono e legge, ma purtroppo il risultato è un romanzo quasi noioso). Ed è andata a finire che mi sono ritrovata anch’io fan di Billy Collins.
Ora, finalmente, in Italia è uscita una sua raccolta, "Balistica" (Fazi). Non una delle migliori, purtroppo. Ma con un doppio piacere: il testo a fronte. E la scusa per intervistarlo, lui, uno dei "poets laureate" più amati d’America. Poeti laureati: ovvero un incarico ufficiale che dura due anni, copiato dagli inglesi, che un tempo in questo modo commissionavano componimenti per l’incoronazione o la morte di un re. Poeti laureati: quelli a cui accennava Montale, "che si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi, ligustri o acanti". E concludeva: "Io, per me, amo i limoni". Ma anche Billy Collins, come Montale, preferisce i limoni. O l’ossobuco.
Una delle sue più belle poesie si intitola "Ossobuco": un elogio della cucina italiana, del matrimonio, e delle calde serate casalinghe in cui "il leone della contentezza appoggia una zampa calda sul mio petto". Ma l’ossobuco le piace davvero?
"Ovviamente! Mia moglie ha fatto un corso di cucina in Italia, e questo è uno dei piatti che ha imparato. Adoro l’Italia; uno dei miei più bei ricordi è di un reading che ho tenuto a Ravenna, nello spazio teatrale ricavato nel monastero di Santa Chiara, a quanto pare una delle chiese preferite da Dante. Non credo mi capiterà di sentirmi più vicino "fisicamente", a lui, di così".
I suoi sono libri da tenere accanto a letto; da leggere piano, la sera, prima di addormentarsi. Ma sul suo comodino, che cosa troviamo?
"Un’antologia Oxford di prosa umoristica, i racconti di P.G. Wodehouse, e il saggio di Helen Vendler sulle poesie Emily Dickinson. Ah sì, e una piccola radio bianca con tre paperette di plastica sedute sopra. Mi chiedo se a volte lì non faccia troppo caldo per loro".
Leggo da "Dettaglio": "Si faceva tardi nell’anno/il cielo era basso e nuvoloso da giorni,/e io bevevo un tè in una stanza di vetro/con una donna senza bambini,/un cancello dal quale nessuno era entrato nel mondo"… Un’immagine dura, forte. Lei non ha figli?
"No, e mi sembra che in America non diventare genitori sia molto più diffuso, e in qualche modo normale: o perlomeno, non tragico. In quei versi volevo spiegare che non avere figli può essere appunto un’opzione, una possibilità; non è una condizione da compatire".
Qual è il suo posto del cuore nel mondo?
"Le sembrerà banale, ma in genere è quello dove mi trovo. C’è un haiku giapponese in cui il poeta dice quanto gli manchino le montagne anche quando è in montagna; il che rivela l’assurdità – e la frenesia – di desiderare sempre un luogo migliore. Ma se dovessi scegliere un posto, uno solo, dove stare per sempre, sceglierei un tavolino all’aperto di uno dei caffè in Piazza del Campo a Siena. Il cameriere saprebbe chi sono, ovviamente, e mi basterebbe un cenno per farmi portare un’altra grappa".
Cliccando su Billy Collins, trovate i Buongiorno che gli ho sfilato nel tempo.
Ma soprattutto, come ogni venerdì, trovate il post di oggi anche in inglese: stavolta, tutta l’intervista. Vi ricordo poi che iscrivendovi a Twitter avrete ogni giorno Daily Lisa, direttamente sul vostro telefonino!
Fiorenza | Martedì, 10 gennaio 2012 @18:50
per un errore avevo postato male pure io. L'osso buco sarà stato un pretesto e la poesia di sicuro bella. ma se un conoscitore dell'Italia parla di ossobuco di caffè e di grappa di zampa calda sul cuore allora per me quella zampa calda forse voleva mettersela sullo stomaco per digerire l'ossobuco. la licenza poetica ha i suoi diritti. Come vedete, mai invettive da parte mia.
annetta | Lunedì, 9 gennaio 2012 @16:05
per errore ho postato il mio commento sulla maternità sotto il brano del 4 gennaio, sperando anch'io di non attirare ulteriori invettive sulla mia testolina di non mamma per liberissima scelta...
Giusy | Lunedì, 9 gennaio 2012 @13:33
Monsieur de La Palice fa sempre sorridere quando viene nominato! Simona, non mi agito per mimosate o manganellate (virtuali, s'intende) mi infastidiscono invece le invettive perché le trovo di pessimo gusto. Ho "messo le mani avanti" per cercare di evitarle e spero che abbia funzionato. Lisa ha dato un'impronta garbata ed elegante al suo blog, per quale motivo sciuparlo? Mi piace ascoltare e leggere i vari punti di vista anche quando non mi trovano d'accordo.
LISA | Lunedì, 9 gennaio 2012 @09:09
SIMONA e CARLA: non ho letto nè il libro della Strout nè il libro di Gioconda Belli, anche se sono ancora lì, nella pila traballante dei libri che mi aspettano.
Simona | Domenica, 8 gennaio 2012 @18:00
Lisa, mi hanno regalato "Olive Kitteridge" di Elizabeth Strout, non l'ho ancora iniziato, cosa ne pensi? Magari l'hai già commentato e non sono stata attenta. Che fan n°ONE sbadata.
Simona | Domenica, 8 gennaio 2012 @17:56
America-Italia, due modi assai diversi di vedere il destino riproduttivo. Giusy, niente mimosate, stai tranquilla, ma vorrei dire ugualmente la mia. Quando sono stata 7 anni senza riuscire a concepire e quando ho avuto le due interruzioni spontanee, sapete chi/ cosa mi ha aiutato a non cadere nella depressione? Lisa, il suo libro, il suo blog, le numerose amiche virtuali conosciute in rete, la scrittura, un bravo terapeuta e un saggio che consiglio "Donne senza figli" dove, appunto, si dice che la maternità non è indispensabile per essere realizzate. La cosa è molto più semplice da accettare per chi i figli non ne vuole per scelta rispetto a chi non ne può avere per sfiga, ma può essere consolatorio. Io credo che al di là delle situazioni personali di ciascuno, in Italia siamo veramente e troppo "mammocentriche" e "famigliocentriche" con la storia del dono, della volontà del Signore e altre cose che ho sentito in tutti questi anni. Io non mi scandalizzo se qualcuno non vuole avere figli per scelta: la genitorialità è ambivalente (gioie e preoccupazoni), ma non tutto deve ruotare attorno al discorso riproduttivo. Ricordo che nel vecchio blog avevamo cercato le donne famose (non sono starlet e vip) che non avevano avuto figli per scelta o per sfortuna, come a dire "il destino delle donne può essere valido anche senza maternità": consolatorio come un sushi o un cappuccino perfetto. Sulle coppie felici/infelici con o senza prole penso sia tutto relativo: felici/infelici con figli, felici/infelici senza figli. W La Palisse! ;-)
LISA | Domenica, 8 gennaio 2012 @17:20
CARLA: Hugh Grant sarebbe perfetto, ma forse già un po' passé. Che ne dici invece di Michael Fassbender, quello dell'ultimo"Cime tempestose"? Oppure Ryan Goldings? L'ho visto in "Crazy, Stupid, Love", con Julianne Moore, ed era molto, come dire, convincente... Ora lo aspetto in "Le idi di marzo". Certo Hugh per ora non lo batte nessuno, ma dobbiamo pur pensare a un successore!
Giusy | Domenica, 8 gennaio 2012 @17:02
Ah, torno di corsa alla console (stavo facendo altro) desidero precisare che le coppie di amici e conoscenti di cui sotto sono ora felici, serene, e contente e non solo in apparenza, posso garantirlo, o quasi. Senz'altro più serene di me e consorte, sempre un po' preoccupati per i figli, peraltro bravissimi.
Giusy | Domenica, 8 gennaio 2012 @16:45
Sulla risposta alla penultima domanda dell'intervista ho fatto qualche piccola riflessione pensando alle non poche coppie di amici e conoscenti senza figli, per scelta e non. Non ho seguito il loro percorso talmente privato ma ho sempre riflettuto sul mio, quello di madre, per scelta e non.
Non aggiungo altro per non addentrarmi in un campo minato tutto rosa. Se qualcuna vuole insultarmi, bene, sarà l'ultima volta che vi tedio.
carla | Domenica, 8 gennaio 2012 @16:33
io, invece, dopo il bagno profondo del libro Nel paese delle donne ( leggetelo mi raccomando è poetico e politico allo stesso tempo) mi sto rinfrescando con l'ultimo della Kinsella ... e come sempre Lisa Aveva ragione è davvero divertente ( anche se sembra già di vedere il film futuro... cosa ne dici, Lisa, di Hugh Grant nei panni di Sam Roxton ?
Buon Anno!
Ps. e che l'anno nuovo ci porti, finalmente, anche il tuo libro!
annetta | Sabato, 7 gennaio 2012 @10:18
@ /povna - incuriosita dal tuo post e da tua zia che diceva "il faillait le lire" sto leggendo l'autobiografia di Edith Warton "Uno sguardo indietro"... un libro bellissimo davvero, un affresco su un mondo e su un ambiente sociale che non esistono più. E a proposito di "libri che tirano libri" i primi capitoli sono interamente dedicati alla biblioteca del padre di Edith, e alle letture sulle quali si formava la cultura dei gentiluomini e delle gentildonne dell'epoca. Una miniera di letture nella quale immergersi dalla testa ai piedi...di certo un pò datate per i nostri tempi ma sicuramente molto più edificanti di tanto ciarpame che ci circonda. Grazie Povna e grazie Lisa per questo preziosissimo spazio che ci concedi di condividere in comodato gratuito :-))
Aminta | Venerdì, 6 gennaio 2012 @20:12
Vero, spesso i libri chiamano libri. Una catena insomma. Certo è che LisaCorva assomiglia più a una miniera che a una catena. Oppure a una catena e una miniera messe insieme perché i minatori formavano una catena umana.
Mercoledì, 4 gennaio 2012 @09:47
Ci vuole una certa fiducia per vestirsi di bianco. Bisogna saper credere nelle favole d’inverno, soprattutto in quelle col lieto fine (anche e soprattutto se arrivano da Hollywood), nei fiocchi di neve, o quantomeno avere l’incrollabile certezza che, con un cappottino all white, non incontreremo neppure una pozzanghera. Il bello del bianco – bianco neve, bianco perla, bianco panna montata, bianco cielo d’inverno al nord, chiamatelo come volete – è che, a saperlo portare, sta bene sia alle bionde che alle brune. Basta avere, appunto, una certa fiducia e una certa allure: insomma, bisogna esserne convinte. Quello che gli americani chiamano, prendendo a prestito una fantastica espressione yiddish che sa tanto di Woody Allen, "chutzpah": ovvero, un misto di sfrontataggine e coraggio che permette di cavarsela evitando le pozzanghere, vere e metaforiche, della vita.
E poi, certo, bisogna che si presenti la serata giusta. Quella in cui ovviamente sanno scivolare con i loro tacchi le celebrities che vediamo paparazzate, tutte in abbagliante abito da sera white, compreso il pellicciotto, vero o finto non importa. L’ultima avvistata è Sarah Jessica Parker, con un modello dell’ultima sfilata di Vuitton, un’anteprima della prossima primavera, dove Marc Jacobs ha usato il laser per ritagliare margherite giganti di pizzo, un capolavoro.
Ma il vero motivo per cui non riesco a vestirmi di bianco d’inverno è, forse, un motivo poetico. E’ che non riesco a pensare che qualcuno potrebbe, vedendomi entrare nella stanza, scrivere così, d’emblée, qualche verso d’occasione, come fece Pasternak: "Tu apparirai sulla soglia, indossando/ qualcosa di bianco senza stranezze, /qualcosa proprio di quelle stoffe/ di cui si cuciono i fiocchi di neve". Quando l’ha scritto era il 1931, ed era un bianco gelato inverno russo. E allora, diciamolo: bisogna essere russi e quasi congelati post-rivoluzione per scrivere simili meraviglie? Io non ho mai ricevuto nessun commento poetico sul mio look; al massimo, dal consorte, qualcosa tipo: ti sei accorta che i tuoi jeans sono bucati? (Certo, li ho comprati e pagati così apposta). Ma perbacco, voglio pensare che magari Pasternak, se mi avesse conosciuto, avrebbe scritto qualcosa, sui miei jeans stracciati e glitterati. Chissà, magari mi avrebbe persino ritagliato un cameo nel Dottor Živago. Lasciatemi sognare.
(Questo è, all’incirca, un pezzo di moda che ho scritto per Grazia).
annetta | Lunedì, 9 gennaio 2012 @15:30
Non ho mai desiderato avere figli e alla tenera età di quasi cinquant'anni ancora non me ne è venuta voglia. Conosco e frequento abitualmente moltissime persone – uomini e donne, single, separati/e, gay, coppie, tutti senza figli per scelta o per status, che vivono una vita piena, soddisfacente, sicuramente e ovviamente un pochino più spensierata rispetto alla media di coloro che hanno figli. Nessuno di noi si sente in colpa per questo, e nemmeno si sente tarpato nella pienezza della propria esistenza, anche se la catto-società italica fa di tutto per farti sentire un’aliena se non vieni colpita dal sacro fulmine del senso materno. Pazienza. Me ne frego. E sposo Seneca quando dice "Felice è chi vive secondo la propria natura". Mi spiace quindi per chi li vorrebbe e non li ha: ma la giustizia in terra è un concetto astratto, che non fa parte della Natura delle Cose...
Lady Chatterley | Giovedì, 5 gennaio 2012 @23:31
non penserete che sia una dedica alla nostra Autrice spero! E' per tutte noi che befane siamo e non siamo: Dipende dai punti di vista.
Anonimo | Giovedì, 5 gennaio 2012 @23:27
Quando questa notte percorri le tue rotte, china sulla scopa di saggina, con il rischio di ondeggiare e la gente spaventare, non pensar a cosa strana: è il destin della Befana!
Reb | Giovedì, 5 gennaio 2012 @13:18
Bellissimo Lisa.. Ci sei mancata in queste mattinate invernali che dalle mie parti hanno ben poco di bianco ;)
Buon 2012
claudia mdg | Giovedì, 5 gennaio 2012 @13:02
Auguri a tutti di un 2012 luminoso e sereno come una distesa di neve. Per quanto riguarda l’abbigliamento bianco, non facile, mi limito allo scintillìo di un paio di oricchini di perle o al bianco discreto di una camicia, lineare e maschile o ricamata e un po’ rétro. Ma come non sognare gli impalpabili abiti di mussola bianca delle eroine dei romanzi della nostra Jane (Austen)?
erica | Giovedì, 5 gennaio 2012 @00:27
Lisa sei unica ;)
Simona | Mercoledì, 4 gennaio 2012 @17:09
Auguri Lisa e auguri a tutte/i anche se in mega ritardo, ma siamo andati a bagnar le piume a Saturnia. Mi piace il bianco, ma sono conservatrice: lo preferisco in estate.
aless profumo | Mercoledì, 4 gennaio 2012 @14:20
Che bello andare al lavoro accompagnato dal proprio autista...
Giusy | Mercoledì, 4 gennaio 2012 @14:04
Laura Biagiotti, così in carne, direi, sta bene vestita di bianco, forse bianco panna? a me piace con i suoi capelli grigi e quel viso fresco,
Io ho capelli H2o2 e il viso sciupato, circa trenta (di sicuro) chili in meno ma non sono certo così chic. E non oso vestirmi di bianco forse per la drammatica tendenza a macchiarmi. Quando trovo l'occasione, lo faccio.
annetta | Mercoledì, 4 gennaio 2012 @13:36
Qualche anno fa ho comprato un giaccone-piumino bianco...mi piaceva così tanto! Ho rinunciato quasi subito a portarlo perchè vivendo a Milano e andando al lavoro in scooter o in bici il mio bel fiocco di neve in un paio di giorni faceva la fine della neve a milano...grigiastra con delle belle strisciate fumèe! Eh si, non basta la chutzpah per vestirsi di bianco, d'inverno, in città, servirebbe anche fare la vita di Sarah Jessica Parker, andare al lavoro accompagnati dal proprio autista o - alla malparata - in taxi. E non aver problemi a devolvere il devolvibile alla lavanderia....
il banchiere | Mercoledì, 4 gennaio 2012 @12:43
Annalisa beata te!!!
LISA | Mercoledì, 4 gennaio 2012 @12:21
ANNALISA FARMACISTA: io sì che mi ricordo di te! E delle tue marmellate per Natale. Belle notizie, dunque, bene. (Per quanto riguarda il libro, scrivo e riscrivo...prima o poi arriverà. Forse per l'occasione mi potrei comprare un abito bianco, che dite? O almeno una borsetta bianca).
Marina | Mercoledì, 4 gennaio 2012 @11:46
Oltre al "chutzpah" ci vuole pure una certa linea per indossare il bianco, o forse è incluso questo nel concetto di sfrontatezza, non vorrei mai che vedendomi entrare vestita di bianco, qualcuno abbia a dire "appare sulla soglia la donna cannone, pronta ad essere sparata verso il cielo..."!!! ti abbraccio Lisa!
Annalisa farmacista | Mercoledì, 4 gennaio 2012 @11:43
Mio Dio quanto tempo è passato! Chissà se Lisa o qualcun'altro/a si ricorderà della farmacista? Mah! Vabbè io volevo solo fare gli auguri a Lisa ovviamente in controtendenza li faccio ad anno più che iniziato. Purtroppo non riesco più a stare dietro al blog anche se leggo sempre City. Ho aumentato gli allenamenti (starei preparando una maratona), lavoro sempre come una pazza, però un augurio a Lisa grazie alla quale sono la persona che sono oggi non potevo proprio non farlo. E' un periodo strano: mi sento molto felice e soddisfatta, tutto sembra andare per il verso giusto (oddio l'azienda dove lavora il consorte mica tanto, ma sono ottimista). Ho delle nuove colleghe in farmacia con cui mi trovo molto bene e andare al lavoro è piuttosto piacevole. Dopo mesi finalmente mia sorella piccola sta bene, ha trovato lavoro e passiamo tanto tempo insieme. Insomma un bel momento. In più il consorte ha deciso che non vuole avere pentimenti e in febbraio faremo una visita per un eventuale percorso di PMA. Mah! Chi l'avrebbe mai detto! Io ho deciso che forse era questo il momento giusto, dato che sono piuttosto serena e se non concluderemo niente non sarò afflitta. Per tutto il resto mi sto accorgendo sempre di più di quanta poca voglia di capire gli altri ci sia in giro (ho avuto alcune discussioni con amiche di amiche, ecc.) e allora mi sto interessando allo sviluppo della cosiddetta "intelligenza emotiva" che deve essere sviluppata dai genitori nei primi anni di vita dei figli fino diciamo all'adolescenza, però sono concetti su cui si può lavorare anche da adulti. Soprattutto mi piacerebbe raggiungere una buona empatia con gli altri. Moh basta parlare di me. Lisa sbaglio o stavi scrivendo un libro nuovo? no perchè non trovo niente qui sul sito...ciao!
Domenica, 1 gennaio 2012 @18:41
Ho aspettato l’anno nuovo a Berlino. Come ha riassunto l’amico artista (nonché berlinese) che ci ha ospitato, "Sono stata in Vietnam, ma che strano, sembrava Berlino": e tutto perché non riuscivo a staccarmi dai ristorantini vietnamiti, low cost e colorati e con dei Buddha sorridenti all’entrata. Ne ho sperimentato almeno uno al giorno (voto massimo alla "duck in pyjamas", ovvero l’anatra in pigiama, perché tagliata e avvolta nei "paper rice", dei rolls trasparenti di pasta di riso che adoro; e le noodles soup, zuppe tracimanti coriandolo fresco). Che dite? Poco berlinese? Vero. Ma dopo aver vacillato con lo Stollen (il dolce di Natale con uvette o mandorle, che viene servito spalmato di varie dita di burro e ricoperto di zucchero a velo), ho preferito seguire la pista asiatica.
Non mi sono limitata a mangiare. Ho bevuto plurimi caffé in bar dai nomi assurdi, tipo "Allegretto" (che mi perseguitava anche all’interno dei musei); e a Soho House, sul tetto del vecchio Politbüro e archivio sovietico, che ora è un albergo/club trendy. Sono stata nel concept store più modaiolo della città, dentro il cortile di una fabbrica dall'aria abbandonata, con gelide luci bianche al neon (quelle che usano nella gallerie berlinesi), e con pochi pezzi di shopping extralusso dall'aria sconsolata e altrettanto abbandonata. (Si chiama Andreas Murkudis, come il suo proprietario, ma non ve lo consiglio: lo shopping sconsolato e sovrapprezzo fa male alla salute).
Soprattutto ho fatto indigestione d’arte. Gallerie e musei, ma mi ha colpito soprattutto il Bunker, una vera esperienza: una collezione d’arte contemporanea (guardatela qui: http://www.sammlung-boros.de/ ), ospitata all’interno di un vero bunker nazista costruito negli anni ’40, poi abbandonato, occupato negli anni ’90 per party selvaggi techno e gay, e ora ristrutturato da una coppia di ricchi collezionisti, che vive sul tetto, in una casa di vetro e cemento. Ma la collezione è dentro: nel gelido bunker, cinque piani di arte e vibrazioni del passato. Impressionante. Una volta uscita, non desideravo altro che una zuppa bollente vietnamita.
annetta | Martedì, 3 gennaio 2012 @11:16
Amo e ho sempre amato Berlino: prima e dopo la Caduta del Muro. Per me è la vera capitale d'Europa, l'unica città che raccoglie dentro di sè tutte le ferite e le contraddizioni della storia europea. Un pò est, un pò ovest, molto avanti ma con lo sguardo indietro. Impossibile dimenticare a Berlino, ma anche un posto per guardare avanti...Buon Anno Mondo!
LISA | Lunedì, 2 gennaio 2012 @22:54
Cosa succede, un muro di Berlino qui nel blog? Ripeto: anatra in pigiama per tutte!
Fiorenza | Lunedì, 2 gennaio 2012 @22:02
Psicologa, corri in aiuto di Marina, ne ha bisogno e più di lei quella piccola indifesa creatura che crescerà secondo i sani princìpi materni, fatti di tolleranza, amabiltà, comprensione e saggezza.
una a caso | Lunedì, 2 gennaio 2012 @16:30
grazie giusy le tue riflessioni sono state sempre interessani e sagge
una a caso | Lunedì, 2 gennaio 2012 @16:10
ciao lisa il post era per te come avrai capito continuerò a seguirti su grazia ( i tuoi articoli mi divertono ) e su city quando lo trovo ma non sono qui per creare un casus belli . mi paceva leggere le varie opinioni e, why not ? criticarle ma mi piace la critica intelligente ,non le risate sguiate un salutone a tutte
una a caso | Lunedì, 2 gennaio 2012 @14:22
.....ho visto i "tuoi "bellissimi "piumini su grazia siamo in tema don't worry .
Giusy | Lunedì, 2 gennaio 2012 @14:21
Ah il "tutti zitti" è riferito ad eventuali reazioni da parte dell'offeso...non si era capito, vero? Godiamoci in pace quest'inizio d'anno...
Giusy | Lunedì, 2 gennaio 2012 @14:17
Io però non capisco tutta questa acredine di Marina. Una a Caso è persona educata, pacata, lo si capisce dai suoi post. Perché trattarla così? solo per aver espresso qualche parere che non piace molto? Tutti zitti con bene-bravo-bis? anche il blog ne soffrirebbe, penso. Questo è il mio parere, condivisibile o meno... Il faut glisser, Una a caso, n'est-ce-pas?
Giusy | Lunedì, 2 gennaio 2012 @13:48
Anch'io vorrei fare un giretto per Berlino e percepire la sua atmosfera.
Vorrei ricordarvi che anche noi abbiamo avuto la nostra piccola Berlino. E' Gorizia. Al posto del muro, filo spinato altrettanto invalicabile, con l'unico vantaggio che si poteva vedere "oltre" e magari sventolare un fazzoletto.
Mi dicevano che anche il cimitero era diviso, così, chi aveva qualcuno dall'altra parte poteva solo lanciare fiori. Poi, via via, la situazione si era ammorbidita, con la morte di Tito, se non ricordo male. Prima il lasciapassare, poi senza.Da anni la parte slovena (Nova Gorica) è accessibile a tutti. scusate le eventuali imprecisioni. spero di non avervi annoiato troppo.
LISA | Lunedì, 2 gennaio 2012 @12:59
Ehi, ragazze, che succede? Duck in pyjamas per tutte!
una a caso | Lunedì, 2 gennaio 2012 @12:38
....si,ma che protagonismo e che storia comunque la mia è una opinione personalissima . non ho chiesto a nessuno di condividerla e tanto meno dicriticarla . sono però contenta che ti ha fatto ridere e non piangere .
Marina da Bruxelles | Lunedì, 2 gennaio 2012 @09:58
Buon giorno Lisa e buon anno, grazie dei racconti su Berlino, ci sono stata tante volte ma mai a capodanno, spero, comunque, che non avrai trovato qule freddo assassino che la caratterizza, due anni fa a dicembre ho rischiato il congelamento degli arti. Lo stollen e' uno dei pochi dolci che adoro, letteralmente, anche se e' una botta di burro e calorie, pero' col caffe' e' perfetto. Io andro' per la mostra del cinema a febbraio, ho una mia carissima amica che vive a Berlino, ed e' un appuntamento fisso, albergo design low cost in Alexander Platz e via per la tre giorni! L'allegria forzata e i troppi film, il commento qui sotto fa troppo ridere per la banalita', troppi ricordi ah ah ma che vuol dire, per una citta' protagonista della storia europea degli ultimi due secoli...
una a caso | Lunedì, 2 gennaio 2012 @09:00
la citta è bellissima .ma vedo una allegria forzata dappertutto che mi mette tristezza troppi ricordi raccontati .troppi film visti .
fiorenza | Domenica, 1 gennaio 2012 @22:38
interessante il resoconto non solo gastronomico della nostra autrice, Mi ha fatto venire una gran voglia di gustare l'anatra in pigiama, senza penne, spero. e una gran voglia di visitare Berlino,