Lunedì, 30 aprile 2012 @06:19
"Fuori il cielo era terso, il cielo tipico delle giornate di primavera a Istanbul… Dalla finestra aperta del balcone soffiò una brezza primaverile profumata di mare e di tiglio che fece trasalire i nostri corpi nudi"
(Orhan Pamuk)
Profumo di mare e tiglio. Profumo di primavera.
Vi scrivo questo Buongiorno da Istanbul, dove, dalla mia finestra, non entra purtroppo nessun profumo nè di mare nè di tiglio. In compenso sono appena andata a vedere il nuovissimo e bizzarro Museo dell'Innocenza, tratto dal libro omonimo di Orhan Pamuk (in Italia pubblicato da Einaudi), premio Nobel per la letteratura: già quando cominciò a scriverlo, iniziò a raccogliere con accanimento nostalgico e feticista tutti gli oggetti di cui è composto il museo, in una vecchia casa di legno ridipinta di rosso cupo. Forcine, vecchie foto, spille a forma di farfalla, bottiglie di gazzosa, mozziconi di sigaretta fumati dalla bella protagonista del libro: ogni capitolo è una bacheca, con dentro gli oggetti di un'Istanbul perduta, quella degli anni 70, e di un perduto amore. È' la prima volta che un romanzo diventa museo e installazione d'arte insieme: l'incredibile storia di un'ossessione d'amore.
LISA | Giovedì, 3 maggio 2012 @08:18
LIS@: era piaciuto anche a me il film di Ozpetek; dovrei rivederlo adesso, dopo essere stata ad Istanbul (e in un hammam). E sì, il libro di Pamuk è irritante, la protagonista mi ha fatto arrabbiare, sembra davvero una donna soprammobile (e in fondo è questa la fine che Pamuk le ha fatto fare, un soprammobile da museo); ma questo è anche il motivo per cui il libro mi ha colpito: irrrita, fa pensare, ci fa interrogare sull'amore.
Lis@ | Mercoledì, 2 maggio 2012 @14:41
Era il primo libro di Pamuk che leggevo, stregata da una recensione letta ancor prima che uscisse e gelosamente conservata, e mi sono concentrata più sul contesto e le atmosfere (vi ricercavo quelle scoperte con il film "Hamam - il bagno turco"), che sui personaggi a vario titolo, per me, un pò irritanti.
LISA | Mercoledì, 2 maggio 2012 @10:35
LIS@: infatti al primo giorno di apertura del Museo dell'Innocenza c'erano un sacco di coppie con il libro di Pamuk in mano, come biglietto. Bello e commovente vedere un libro che viaggia così. Ma a te è piaciuto? Cos'hai pensato di Füsun, donna soprammobile?
Lis@ | Mercoledì, 2 maggio 2012 @09:48
Conservo ancora il biglietto per l'ingresso a tale museo, che si trovava alla fine del libro, con il sogno, prima o poi, di visitarlo...beata te!
Lilabella | Martedì, 1 maggio 2012 @12:59
Non conosco questa meravigliosa città ma mi intriga il pensiero di profumi di mare e di tiglio che si intrecciano con quelli di corpi dediti all'Amore
domo | Lunedì, 30 aprile 2012 @22:43
quando si riparte da istanbul, ad occhi chiusi, quel rumore incessante di vita che regna nella citta' rimane dentro....
LISA | Lunedì, 30 aprile 2012 @22:02
DOMO: credo di essere stata, oggi, proprio nel tuo luogo del cuore: l'antica cisterna sotterranea romana, 28 colonne su 12 file e l'acqua e il buio... LIA.MO: oggi ho finito, perplessa ma intrigata, il libro di Orhan Pamuk, giusto a proposito di romanticismo (molto) diverso dal nostro. Ma tu a quali libri ti riferivi?
lia.mo | Lunedì, 30 aprile 2012 @13:10
Mi piacciono molto queste ambientazioni orientali (ho letto qualche romanzo ambientato in Turchia). Trovo che tali scrittori e scrittrici, abbiano un non so chè di romantico diverso dal nostro o da quello americano. Mi piace.
domo | Lunedì, 30 aprile 2012 @09:42
Istanbul.... Ho lasciato un pezzetto di cuore aYerebatan Saray, nei riflessi delle luci sull'acqua, nel fresco di quei luoghi...e un altro pezzetto su una lastra di marmo dove sono stato strigliato con del crine di cavallo....ma ancor piu' nei vicoli che lasciando la via principale ti fanno scoprire una infinita' di bimbi bellissimi. Cara Lisa, con infinita dolcezza oggi invidio dove sei....
Venerdì, 27 aprile 2012 @09:13
"Quello che ogni donna dovrebbe avere in borsa.
Mia madre mi ha dato la preghiera di Santa Teresa.
Ho aggiunto un vecchio biglietto della metropolitana, kleenex,
mentine, un assorbente, pesetas,
un fiorino. Non mi aspetto niente, sia chiaro,
ma del resto non mi fido di te, quindi: una confezione da 3.
Ho una penna. C’è spazio per il mio angelo custode,
ma dovrà piegare le ali. Il passaporto.
Una chiave. Ansia, per quello che (non) ho detto
quando una volta (non) avevi bisogno di me. Un analgesico.
Una carta di credito. Il suo viso l’ultima volta,
la mia impazienza, la mia inutile giovinezza.
Quel sacchetto vuoto, il mio cuore. Una scatola di fiammiferi".
(Maura Dooley)
Quello che devo tenere in borsa: fiducia in me.
I versi di oggi, della poetessa inglese Maura Dooley, sono tratti dall’antologia "Staying alive", Bloodaxe Books. La traduzione è mia; ma, come ogni venerdì, trovate l’originale in inglese. Leggetelo: mi piace quel "guardian angel who has to fold her wings".
LISA | Giovedì, 3 maggio 2012 @08:20
SOFI: anche a me non dispiace, quella confezione da 3. Mi fa sorridere. Buttata lì in borsa, insieme a tutto il resto, insieme a quello struggente: "Ansia, per quello che (non) ho detto/ quando una volta (non) avevi bisogno di me".
Lady Chatterley | Mercoledì, 2 maggio 2012 @19:08
Se devo essere sincera, a me non è mai capitato di viaggiare con la fatidica confezione soprattutto nella quotidianità. Ci mancherebbe altro. Evento straordinario, ma i poeti e le poetesse possono permettersi di inserirli con grazia nelle loro poesie.
Sofi | Martedì, 1 maggio 2012 @22:34
Meravigliosa. Non la conoscevo, sono andata a vedere anche l'originale in inglese e, devo ammettere, è altrettanto bella.
In verità, a me quella "confezione da 3" non dispiace...dà un tocco di quotidianità alla poesia :)
Anonimo | Domenica, 29 aprile 2012 @21:26
ride se voi nessuno te lo impedisce.........
Anonimo | Domenica, 29 aprile 2012 @15:12
Come lo siamo ridiamo allora.
Anonimo | Domenica, 29 aprile 2012 @14:52
ride no, sopratutto sono molto felice e sempre(°_°)
Anonimo | Domenica, 29 aprile 2012 @11:28
sicuramente Ce chi ci ride su
domo | Sabato, 28 aprile 2012 @22:46
Forse...se le donne lasciassero, sometime, a casa la borsa potrebbero abbracciare con più forza...forse
Aminta | Sabato, 28 aprile 2012 @19:37
Se posso chiamarla poesia è anche bella ma quella confezione da tre mi sembra una nota stonata. Riassumendo, mettiamoci pure tutto in una borsa anche la speranza, il sogno quello che vogliamo ma la confezione da tre fresca di farmacia o distributore automatico sa tanto di prudente calcolo
Carla | Sabato, 28 aprile 2012 @12:14
bellissima !!
una a caso | Venerdì, 27 aprile 2012 @11:28
a Domo ... raccontaci del mare quello sì che lo metterei in borsa anche se il mio è l'adriatico ....ciao
Lis@ | Venerdì, 27 aprile 2012 @11:09
ma il "guardian angel" di una donna deve essere per forza femminile? (mi riferisco a quell'"her"); a me piacerebbe molto averne uno dal volto struggente di Nicholas Cage....
Francesca | Venerdì, 27 aprile 2012 @10:17
Cara Lisa, piace tanto anche a me quell'angelo che deve farsi piccolo piccolo per stare nella borsa... Come i miei angioletti, più di cento, regalati e comprati, che svolazzano qui e là nella nostra casa, sui miei gioielli, pizzicati nel mio portafoglio! ;-)
Giovedì, 26 aprile 2012 @08:10
"Il miglior modo di farlo, è farlo".
(Amelia Earhart)
Azione.
Amelia Earhart, americana, una delle prime donne pilota. Da ragazza raccoglieva in un notes tutti gli articoli sulle donne che, all'epoca, tentavano di farsi strada in un mondo maschile: le prime donne ingegnere, manager, nell'industria del cinema, in pubblicità. Scomparve nel 1937 attraversando il Pacifico.
annetta | Venerdì, 27 aprile 2012 @09:37
Grazie Lady C...in effetti mia mamma sembra serena, con lo sguardo un po presente, un po perso nel vuoto, un po' nei suoi pensieri. Mi piace pensare che come un computer si stia disconnettendo da questo mondo-programma che non le piace/serve più, e connettendo con l'altro mondo-programma dove ormai stanno da tanto tempo le persone che più ha amato, a parte me: sua mamma, i suoi fratelli, le tante amiche scomparse prima di lei, e mio papà, che ha perso troppo presto per tutti gli anni che lo ha aspettato e per quanto lo amava. E' in viaggio la mamma, la cosa che ha sempre amato più di tutte fare. Lo sapete che a 80 anni suonati è andata a Cuba con un'amica più giovane di lei di 20 anni? Secondo voi delle due chi delle due ha fatto più ridere e divertire l'altra e si è esaltata per le vicende del Che? Con questo bel ricordo concludo la storia della mamma rivoluzionaria: non voglio colonizzare ulteriormente questo blog che ringrazio per avermi aiutato non poco a trovare la poesia in quella che altrimenti sarebbe solo stata una tragedia. Un bacio a tutte Anna
Lady Chatterley | Giovedì, 26 aprile 2012 @21:57
ho appena letto i post di Annetta che saluto con viva simpatia e empatia. Lei che pedale lungo gli argini fioriti che fischietta ai merli, agisce e reagisce. Nel "fare" c'è consolazione. Sto pensando che in fondo quei nostri vecchi che si rifugiano in un mondo tutto loro, fatto di ricordi remoti, di ritorno all'infanzia,di sogni perduti tenuti segreti siano a volte più sereni di noi. A volte, forse. Forse quella formidabile signora che riusciva a creare una bandiera con gli strofinacci lo è.
domo | Giovedì, 26 aprile 2012 @17:39
Oggi il mare è verde, il mare fa sempre. Si muove, respira, si agita e la notte urla. Il mare fa, per questo a me piace guardarlo.
annetta | Giovedì, 26 aprile 2012 @09:15
@una, Lisa - anche oggi Lisa mi ha letto nel pensiero: sto correndo attorno come una pazza un po per risolvere problemi reali, un po per esorcizzare il dispiacere e la malinconia. Oggi Faccio. Ricordate? Solo poche settimane fa commentando un post di Lisa scrissi che se avessi dovuto riorganizzare la mia vita per la crisi economica, avrei voluto credere fermamente che la mia nuova vita sarebbe stata più bella di prima. Non è stata la crisi a farmi riorganizzare la vita, ma sic est. Cosi il pensiero di "fare" perche la mia nuova vita con la mia nuova mamma sia bella almeno quanto quella di prima, è il faro che mi da la direzione, ora. Baci a tutte
una a caso | Giovedì, 26 aprile 2012 @08:36
,,,,se chiedi l'impossibile non sarà facile . ma per cose che dipendono da te ,non chiedere ,falle .....
Mercoledì, 25 aprile 2012 @08:07
"Luciana che partorisce in un basso di Napoli nell’intervallo tra due bombardamenti; Bianca che con i figli, il grammofono e la cassetta dei gioielli attraversa a piedi l’Abruzzo; Marisa che a Roma occupata dai tedeschi impara a sparare; Sofia che da Milano si rifugia con le sue provviste di tè e la sua biblioteca in un paesino al confine con la Svizzera; Zita, la mondina di Cavriago che ha il fratello partigiano e il fidanzato nell’esercito repubblichino; e ancora la confinata Cesira, Lela che comanda le ausiliarie di Salò nel Veneto; Carla che durante tutta la guerra fa la postina aspettando il ritorno del marito; Lucia che impara a guidare il tram a Milano e il marito non lo aspetta più; la Biki che continua imperterrita a preparare le sue collezioni di abiti da sera… Alla fine non ho scritto la storia di una soltanto di loro. Ho tentato invece di scrivere la storia di tutte queste donne insieme, attraverso gli anni che vanno dal 1940 al 1945".
(Miriam Mafai)
La storia di tante, la nostra storia.
Così comincia "Pane nero" (Mondadori), così voglio ricordare il 25 aprile 1945, e Miriam Mafai, grande donna, e grande giornalista, che in quegli anni c’era, che quegli anni li ha raccontati. Il libro, se non l'avete mai letto, lo trovate in vendita da oggi con Repubblica, il giornale su cui scriveva. E’ un modo per ricordarla e per ricordare le donne, tutte, del 25 aprile.
Giusy | Giovedì, 26 aprile 2012 @17:11
Grazie dell'abbraccio che ricambio, Patri Lo sai che ieri, mentre scrivevo il mio pensiero per Annetta - ragazza Erica - mi chiedevo che fiori le avresti regalato? Ciao.
una a caso | Giovedì, 26 aprile 2012 @08:05
....ciao ,come va oggi? speriamo tuti di trovarti un pò più serena un abbraccio e una carezza
annetta | Mercoledì, 25 aprile 2012 @16:26
@una: la mia famiglia sono io, più uno sparuto manipolo di parenti vicini col cuore ma non nei kilometri e le tante, tantissime amicizie che mia mamma ha coltivato negli anni come le sue piante, e gli uccellini sul balcone. Non c'erano alternative purtroppo, salvo lasciarla nelle mani sicuramente forti ma difficilmente amorevoli di qualche badante che comunque da sola non sarebbe bastata, visto che anch'io vivo lontano. La vita a volte non lascia scelta alcuna. Grazie a tutte per l'affetto, i bei pensieri e i fiori del lago Maggiore: come dice un mio amico "non piangere, sta ancora con te, solo in un altro modo". Grazie ancora, Anna
patri fiorista | Mercoledì, 25 aprile 2012 @15:45
Ciao Annetta,un grande abbraccio a te e uno enorme alla tua mamma. Oggi ho fatto una piccola gita a Stresa, portale tutte le magnifiche azalee che ho visto. Ciao Giusy un abbraccio anche per Te. Patri
bro | Mercoledì, 25 aprile 2012 @13:15
il mio contributo ad un 25 aprila al femminile con questi dati:
Partigiane: 35.000 - Patriote: 20.000 - Gruppi di difesa: 70.000 iscritte
Arrestate, torturate: 4.653 - Deportate: 2.750
Commissarie di guerra: 512
Medaglie d'oro: 19
Medaglie d'argento: 17
Fucilate o cadute in combattimento: 2.900
(Fonte: Archivio Storico della Resistenza)
Giusy | Mercoledì, 25 aprile 2012 @11:54
Sì, una caso. portaordini, staffette, combattenti, molte finite tragicamente. dovremmo ricordarle tutte, così come una mia stretta parente ricordava con gratitudine le popolane di una casa di ringhiera, venute di notte a suonare il campanello dei "sciuri" (signori) per salvare la vita a un padre di tre figli, fascista sui generis ma pur sempre fascista in vista. Oggi avrò fra le mani il libro di Miriam e andrò a vedere un film-documentario sul 25 aprile.
Giusy | Mercoledì, 25 aprile 2012 @11:35
Com'è facile in questo blog passare dal sorriso alla commozione. Certo, sono commossa e grata ad Annetta di ciò che in passato ci ha raccontato della mamma (nulla mi è sfuggito) di quello che ci racconta di sè stessa, della meravigliosa descrizione del doppio arcobaleno e infine di aver voluto condividere i suoi sentimenti dolorosi ma pieni di forza e di speranza. Un abbraccio veramente sincero e sentito. Giusy
una a caso | Mercoledì, 25 aprile 2012 @11:03
...le donne del 25 non sono donne ,sono eroi ,giganti ,forza ,coraggio, speranza ,attesa,,,...hanno affrontato pericoli senza paura .nè perdersi d'animo .......come vuoi chiamarle ....semplicemente donne ?
una a caso | Mercoledì, 25 aprile 2012 @10:51
....mi dispiace e non sai quanto ... ho vissuto il tuo stesso dolore ho voluto tenerla in casa con noi e persone che si alternavano ...un dolore nel dolore non avere rimorsi per l'istituto la tua famiglia sarà più serena ,preoccupata ,ma più serena ti abbraccio
annetta | Mercoledì, 25 aprile 2012 @09:04
Dimenticavo: ieri sera tornando da milano a mantova in lacrime dopo averla lasciata in clinica, accompagnata dal mio cugino-fratello, verso piacenza un ENORME doppio arcobaleno ha solcato l'autostrada, e ci è sembrato di passarci sotto. Era la mia mamma che ci mandava un saluto di pace, forza, speranza e fiducia nel futuro.
LISA | Mercoledì, 25 aprile 2012 @09:03
ANNETTA, grazie. Grazie anche a tua mamma, che ci ha insegnato - o forse semplicemente ricordato - che la rivoluzione passa anche per una bandiera fatta con gli stracci da cucina.
annetta | Mercoledì, 25 aprile 2012 @08:55
Proprio il 25 aprile, mia mamma - la casalinga rivoluzionaria - non c'è "quasi " più: l'hanno trovata una settimana fa a terra in stato confusionale e dopo pochi giorni di maldestra gestione domestica ho dovuto decidere in fretta e furia di ricoverarla in un istituto a milano vicino a me, poichè lasciarla nella sua città anche con una badante sarebbe stato pericoloso per lei. Demenza senile, sostanzialmente, una caduta libera e senza ritorno di una mente assolutamente brillante e sopra le righe fino a poche settimane fa. Due giorni fa quando l'ho accompagnata passetto-passetto sul balcone, ha dato un'occhiata lucida fuori, accarezzando con lo sguardo le sue amate piante. Poi ha alzato il dito e indicando avanti a sè ha detto: "le ghe la bandiera" (li c'è la bandiera, quella che inizialmente aveva costruito lei con gli stracci). Inutile dire che sono distrutta dal dolore ma anche se penso che i dispiaceri si lavano in casa propria come i panni sporchi, questo ho voluto condividerlo sul blog che ha regalato a mia mamma la più bella tra le tante definizioni di lei: "Casalinga Rivoluzionaria"
Martedì, 24 aprile 2012 @07:55
"Voglio essere sincero come la camicia bianca che porto."
(Odisseas Elitis)
Oggi, per me, una camicia bianca.
Il Buongiorno di oggi è tratto dalla raccolta "E’ presto ancora", Donzelli Editore, del poeta greco Elitis, che nacque a Creta nel 1911.
LISA | Mercoledì, 25 aprile 2012 @09:00
DOMO: Ponza, ne ho un ricordo bellissimo. Come vorrei essere lì oggi, a cercare una camicia azzurra di lino e guardare il mare.
domo | Martedì, 24 aprile 2012 @16:35
@lisa: a ponza, una piccola isola vicino roma, c'e' sopra il porto una bottega (in realtb' una boutique molto cara ma truccata da bottega chip...) che vende camice azzurre di lino. Anche se non compri la camicia e' bello guardare il mare
malu63 | Martedì, 24 aprile 2012 @14:43
una a caso, infradito o sandali colorati, abbinati a collane e bracciali sempre per spezzare il tutto :) l'abbronzatura non deve mancare Lisa, come il colore azzurro che quest'anno forse prevalerà sul bianco, io ho trovato un sacco di cosette carine di questo colore in giro per mercatini , buona giornata.
Giusy | Martedì, 24 aprile 2012 @14:05
No! mi pento. niente fonendo, collane anche loro, discrete e carine.
Giusy | Martedì, 24 aprile 2012 @14:03
Eh sì, il total look white...l'avevo provato sulla discreta abbronzatura che mi consente la carnagione. Mio marito (ovvero la pietra carsica) ha commentato e traduco in lingua toscana: mi sembri un'infermiera in pensione e poco rassegnata. Ho rimediato con belle collane di pietre dure. Le infermiere al collo portano il fonendo...
una a caso | Martedì, 24 aprile 2012 @12:23
....e dove metti tutti gli impicci che hai , telefonino compreso?
LISA | Martedì, 24 aprile 2012 @11:44
DOMO: e mi piace tantissimo anche l'azzurro, colore del mare e del cielo. Sto cercando una camicia azzurra, semplice semplice, non se ne trovano più.
LISA | Martedì, 24 aprile 2012 @11:42
SORELLA DI PINOCCHIO: c'è una storia dietro, e mi piacerebbe saperla!
LISA | Martedì, 24 aprile 2012 @11:41
A me piacciono moltissimo le camicie bianche, soprattutto di lino, soprattutto d'estate, soprattutto sugli uomini. Mi piace anche il "total look white" d'estate, al femminile: un "little white dress", un piccolo abito bianco magari di lino, che è il corrispettivo, in fondo, della "petite robe noire", passepartout per tutto l'anno. Ma il bianco d'estate è bello senza abbinare colori: l'accessorio migliore è l'abbronzatura!
una a caso | Martedì, 24 aprile 2012 @11:39
....ora che ci penso le "white lies" non sono le piccole bugie che "dovrebbero essere dette " a fin di bene ...allora ' ?
una a caso | Martedì, 24 aprile 2012 @10:44
....daccordo per una bellissima camicia di lino .ma il total white è svenevole ... che ne dici di accostarci un borsone coloratissimo o delle chicchissime infradito ? la mia casa ha le pareti bianche ,ma le numerose librerie e qualche lume con cappelli colorati la rendono più calda ciao poi sentiamo che ci dice Lisa ......
malu63 | Martedì, 24 aprile 2012 @10:02
adoro il bianco, non credo sia legato alla sincerità, anzi magari lo fosse ! Vivremmo veramente in un mondo in cui possiamo fidarci delle persone che ci circondano e non avremmo più delusioni sui loro comportamenti. Io lo adoro comunque la mia casa è arredata con mobili bianchi, molti miei capi di abbigliameto sono di questo colore sopratutto in estate, lino bianco il massimo.
domo | Martedì, 24 aprile 2012 @09:16
non porto mai nulla di bianco, ancor meno posseggo indumenti bianchi, ora che ci penso appoggiato con la spalla allo stipite del piccolo armadio che contiene i miei pochi vestiti.
Sara' che sono poco sincero?
Oggi, allora, indossero' una maglietta color azzurro cielo e andro', per la citta'.
La sorella di Pinocchio | Martedì, 24 aprile 2012 @08:40
Non solo la camicia bianca.. Ma anche pantaloni, gonna, calzini , scarpe , abbigliamento intimo e dovrebbe tinteggiarsi anche tutto il corpo di bianco.. Solo così potrebbe smetterla di dire bugie e di trovare giustificazioni puerili a cui non crede nemmeno un neonato di 8 mesi….
una a caso | Martedì, 24 aprile 2012 @08:03
.....così abbagliante da mettere un paio dei "tuoi"0occhiali ma il bianco non è il colore della purezza ?
Lunedì, 23 aprile 2012 @08:15
"Sulla nave avevamo con noi, dentro i bauli, tutto quello che ci sarebbe servito per la nostra nuova vita: kimono di seta bianca per la prima notte di nozze, kimono di cotone colorato da indossare tutti i giorni, pennelli da calligrafia, sottili fogli di carta di riso sui quali scrivere lunghe lettere a casa, minuscoli Budda di ottone, bambole con le quali dormivamo dall’età di cinque anni, lisce pietre nere del fiume che scorreva dietro casa nostra, una ciocca di capelli di un ragazzo che avevamo toccato, e amato, e al quale avevamo promesso di scrivere pur sapendo che non l’avremmo mai fatto…"
(Julie Otsuka)
I talismani per una nuova vita.
Mi piacciono quei sassi levigati dal fiume, ricordo di casa. Mi piace pensare a quello che metteremmo, oggi, nella valigia per una nuova vita: un laptop o un iPad, non più pennelli e sottili fogli di carta di riso, come le ragazze giapponesi che partirono all’inizio del Novecento per andare in spose a uomini mai visti prima, in California. E la cui storia corale è stata raccontata da Julie Otsuka, californiana giapponese, discendente di quelle donne, nel poetico, brevissimo "Venivamo tutte per mare", Bollati Boringhieri. E oggi? Oggi non partiremmo senza l’abito del cuore e il telefonino con dentro tutto il nostro mondo, e l’uomo sconosciuto l’avremmo visto almeno una volta su Facebook.
Anonimo | Martedì, 24 aprile 2012 @08:35
Mi sa che Lisa è come una persona che conosco.. Porta il cell sempre con se, tranne che in pausa caffè al mattino… Chissà mai perché… ;-)
liamo | Lunedì, 23 aprile 2012 @11:27
Bellissimo libro, l'ho letto da poco, mi è talmente piaciuto che l'ho letto di un fiato!
una a caso | Lunedì, 23 aprile 2012 @10:55
...Lisa ...... metti il telefonino dappertutto ...anche nell ' insalata! ?
LISA | Lunedì, 23 aprile 2012 @10:45
UNA A CASO: è vero. Non dimentichiamo le nostre antenate migranti. Anche loro partivano, a volte, verso un Nuovo Mondo, come i tanti che arrivano oggi in Italia, con in tasca, se va bene, solo un telefonino.
una a caso | Lunedì, 23 aprile 2012 @09:51
...questo è un "cantocorale" se così si può dire , drammaticissimo ..... ma anche tante nostre bis-bis nonne son partite per maritarsi con lo sposo in fotografia con solo quello che avevano indosso magari prestato dalle comari vicine di casa ...... storie di povera gente che ancora continua a venire per mare ..
Venerdì, 20 aprile 2012 @06:42
"Leggere romanzi è un modo di immaginare una vita altra dalla nostra, il che ci rende anche più empatici con il mondo. Seguire storie e intrecci complessi spinge la mente al di là dei 140 caratteri di un Tweet e del pensiero breve. E saper stare dentro il mondo di un romanzo ci insegna ad rimanere tranquilli ed in silenzio, due abilità che stanno scomparendo più velocemente dei ghiacci artici".
(Ann Patchett)
Saper stare dentro un romanzo. Un altro modo di essere al mondo.
Ann Patchett è una scrittrice americana, poco conosciuta in Italia. La frase di oggi è tratta da un suo articolo sul New York Times, dove commentava il fatto che quest’anno non è stato assegnato il Pulitzer Prize per i romanzi. Ad essere premiato, invece, è stato il web. Leggetemi, come ogni venerdì, in Lisa globish. E seguitemi su Twitter!
LISA | Mercoledì, 25 aprile 2012 @14:05
FARFALLA: però confesso che il direttore del negozio feticista delle scarpe mi è piaciuto, mi è spiaciuto lasciarlo andare...
Farfalla | Mercoledì, 25 aprile 2012 @13:23
Lisa, speravo di essere battuta ai punti. invece, k.O. ma col sorriso, anzi una risata sonora e sincera! Ciao
LISA | Mercoledì, 25 aprile 2012 @13:10
FARFALLA: ci provo anch'io. La giapponese ricca prende il taxi, con quello e altri preziosi sacchetti, ma scendendo in tutta fretta (stava rispondendo alla chiamata del suo perduto e inseguito amore, ed era troppo occupata a trafficare con il suo telefonino tempestato di cristalli Swarovski) dimentica proprio il pacchetto Hermès. Il tassista se ne accorge troppo tardi, e a quel punto fa una sorpresa alla moglie slicenziata: venderanno la borsa su ebay, e almeno fino a fine anno la sopravvivenza è garantita. Forse anche fino a fine recessione.
Farfalla | Martedì, 24 aprile 2012 @15:41
In effetti, Lisa, è poco credibile. Ci provo: la slicenziata mette ai piedi le sue Caovilla e a passo di danza va a ritirare il regalo di una zia facoltosa e un po' bizzarra il responsabile del negozio vede le scarpe si emoziona e e le consegna il sacchetto griffato e sbagliato. Va meglio?
LISA | Martedì, 24 aprile 2012 @07:35
FARFALLA: assolutamente sì, mi piace il tuo finale alternativo, con o senza virgole. Il problema è: cosa ci faceva una slicenziata da Hermès? Come facciamo a metterla nei paraggi della borsa?
Farfalla | Lunedì, 23 aprile 2012 @20:33
la storiella è SOLO per Lisa per carità ma l'ho letta anch'io giustamente e con tutto il diritto visto che il blog è aperto a tutti sarà esilarante ne convengo ma non riderei più di tanto riderei di più se la borsa cafona di coccodrillo con la bocca di platino fosse andata a finire nelle mani di una povera crista in mobilità permanente la mancanza di punteggiatura è voluta e mi piace c'è tanta leggerezza qui e la mancanza di segni ortografici mi sembra dovuta rende leggero quello che potrebbe essere pesante
LISA | Lunedì, 23 aprile 2012 @07:51
DOMO: che bello quel pensare ai romanzi in valigia come "un viaggio nella valigia, il viaggio nel viaggio".
LISA | Lunedì, 23 aprile 2012 @07:49
SIMONA: la storia Hermès, con o senza accento, è esilarante. Degna di un capitolo di Glam Cheap!
Simona | Domenica, 22 aprile 2012 @19:47
Dopo le "Ermes" torno seria. Oggi sono andata alla presentazione di alcuni libri, tra cui il mio "Cusaghino", e le organizzatrici del circolo culturale "Ipazia", ci hanno omaggiato del taccuino delle donne, un taccuino con le seguenti parole: "E' un dovere civile farsi sentire, cercare di comprendere prima di giudicare, non voltarsi dall'altra parte ma guardare le cose in faccia, in una parola esserci. Fare propri i dubbi e mai le certezze con l'unico obiettivo di tenere sveglie le menti. Chi sa parlare parli, chi sa scrivere scriva, chi sa esprimersi in qualsiasi modo si esprima". E all'interno "Dal sussurro al grido vado a riprendermi la parola. Vado a raccontando la mia storia senza la voce del patriarca. Mentre libero la pelle dagli aggettivi con cui mi hanno confiscato la parola: strega, pazza, peccatrice. Ancora non vi ho detto tutto, ma lo farò perchè ora io ho la parola". In ogni pagina il significato di ciascuna parola: "giustizia", "libertà", "solidarietà", "Uguaglianza" "politica", "democrazia", "pace". Questa cosa mi è piaciuta e volevo condividerla.
Anonimo | Domenica, 22 aprile 2012 @16:19
simona, io scriverei Hermès
Anonimo | Domenica, 22 aprile 2012 @10:51
Beata lei, in ogni caso, sia per la Hermes da 1940 sia per quella da 32000...il modo con una Hermes e' sempre diverso!!! *_*
Aminta | Domenica, 22 aprile 2012 @10:00
possiamo dire che la signora ha colto l'attimo fuggente
Simona | Domenica, 22 aprile 2012 @09:31
Storiella per Lisa. Una turista giapponese sta pagando la sua Hèrmes da 1.940 euro nella boutique di Via S. Andrea. Sul bancone ci sono due borse impacchettate nella medesma carta griffata che le rende identiche. La signora giapponese, con sicurezza e grazia, striscia la sua carta saldando i 1.940 euro e agguanta il suo pacchetto che però è quello sbagliato: dentro c'è una Birkin in coccodrillo e chiusura in platino dal costo di 32.000 euro! Quando il responsabile del negozio se ne accorge è troppo tardi: la cliente si era già volatilizzata risucchiata dal traffico del Salone del mobile.
annetta | Sabato, 21 aprile 2012 @22:30
Ciao giusy, piacere reciproco :-) Infatti io non mi considero una "lettrice" ma piuttosto una "curiosa"; so che per molti leggere e' un modo per estraniarsi momentaneamente dalla realta' e in questo modo rilassarsi. Io invece sento un bisogno quasi ossessivo di capire tutto e di dare una spiegazione a tutto e leggere tanto mi da l'illusione - perche' di un'altra forma di illusione si tratta - di acquisire gli strumenti per affrontare qualsiasi problema...balle spaziali, ovviamente ma anche questa e una forma di relax, o no? Buona notte...
Giusy | Sabato, 21 aprile 2012 @14:00
Ah, ciao Annetta, è sempre un piacere leggerti...
Giusy | Sabato, 21 aprile 2012 @13:58
Mio marito, se lo avessi interpellato, sarebbe pienamente d'accordo con Annetta. Da un bel po' di anni si dedica ai saggi con qualche digressione, che condivido, su autori di origini (?) triestino-istriano-dalmato-serbocroato chi più ne ha, più ne metta... i libri di questi autori hanno contribuito ad aprirmi la mente su avvenimenti dei quali avevo una parziale visione. Non disdegno la saggistica, presa a dosi omeopatiche. Ma il piacere che dà un buon romanzo, ben scritto...
Anonimo | Sabato, 21 aprile 2012 @10:38
Hia ragione cara anetta ma la vita e cosi ti fa ridere oggi domani piange e nn vorrei scrivere solo per scrivere cmq vi seguo ma nn un bell momento devo essere sincero perche mi volete bene baci atutti buon riposo lisa
annetta | Sabato, 21 aprile 2012 @08:00
Personalmente ho sempre letto poca letteratura, ma molti saggi...per me leggere vuol dire imparare delle cose e carpire le idee e le filosofie di vita degli altri per migliorare la propria vita. In questo internet e imbattibile, nel bene e nel male. Per come la vivo io la lettura e' soprattutto apprendimento, non isolamento o estraniamento, immersione in mondi e idee diversi dai tuoi, il vero cibo per la mente.d Di carta o digitale poco importa, basta che il cibo sia buono...
Anonimo | Venerdì, 20 aprile 2012 @23:37
Un pomeriggio pensieroso notte...
Simona | Venerdì, 20 aprile 2012 @19:04
Sottoscrivo e condivido anch'io: leggere apre la mente molto più che digitare qualsiasi tipo di tastiera. E sapete qual è il nuovo lusso nei condomini? Niente SPA, giardini pensili, piscine, ma la biblioteca condominiale magari di design e con libri ancora tassativamente cartacei. Visto qualche settimana fa su un periodico RCS. E' stata una buona notizia.
Lis@ | Venerdì, 20 aprile 2012 @11:48
Condivido e sottoscrivo! Mi volto indietro e mi rivedo adolescente che aspettavo le vacanze natalizie per avere intere giornate a disposizione per stare al calduccio, rannicchiata accanto al termosifone, e letteralmente immergermi in un romanzo (meglio se di ambientazione russa), totalmente dimentica del mondo...
Aerin | Venerdì, 20 aprile 2012 @09:20
"Il leggere rende un uomo completo" - Francis Bacon
domo | Venerdì, 20 aprile 2012 @09:12
ultimamente la mia valigia ha ospitato gli ultimi tre libri della Vargas e due di Nicolai LIlliin, trovo educazione siberiana bellissimo.
Avevo un viaggio nella valigia, il viaggio nel viaggio.
una a caso | Venerdì, 20 aprile 2012 @08:35
...se il romanzo è piacevole e con una happy end perchè no? ma niente "cenerentolate"per piacere , niente shopping compulsivo . violenze gratuite , incubi , amore,zucchero e cannella ...... chissà che romanzo vorrei .....
Giovedì, 19 aprile 2012 @08:43
"Cogli l’attimo. Pensa a tutte quelle donne sul Titanic che non si sono fatte dare la carta dei dessert".
(Erma Bombeck)
Se per caso oggi avessimo bisogno di un incoraggiamento per avvicinarci a del cioccolato.
Lo so, lo so. I miei Buongiorno sono (quasi) tutti zuccherosi e poetici. Iperglicemici, a volte. Ma oggi mi sento come un cioccolatino con dentro un pizzico di peperoncino. In onore alle donne del Titanic e ad Erma Bombeck, casalinga (quando ancora si usava questa parola) e giornalista americana degli anni Sessanta, famosa per le sue esilaranti rubriche.
LISA | Lunedì, 23 aprile 2012 @07:46
DAN: devo dire che l'involontario refuso, "non sapendo quando l'albanese verrà lascio aperta la porta", mi ha davvero fatto ridere. E forse è un segno, Dan. Lo so, sono inguaribilmente ottimista quando si tratta di sentimenti, ma forse è quella leggerezza comunque regalata e ritrovata che dovresti mantenere, quella voglia di tenere aperta la porta: non per lui necessariamente, ma per la vita. Buon vento, buon cammino.
una a caso | Sabato, 21 aprile 2012 @10:45
un modo di dire inglese recita : life is hard ,but it is harder if you are silly
MaryLove | Sabato, 21 aprile 2012 @10:34
Dan, su su fatti forza! Raccogli le tue forze e dimostra a te in primis che la vita continua. A me non sembra una storia incompleta, al contrario, mi sembra "la solita storia"... Gli uomini sono codardi, non prendono decisioni se non sono messi alle strette, hanno paura quando si trovano davanti a situazioni che non sanno definire. Mi par di comprendere che entrambi siete sposati, probabilmente quel figlio programmato con la sua "legittima" compagna e' stato, per lui' la campanella del ritorno alla realtà. Se tu hai digitato il tasto pause e lui e' andato avanti la risposta in ogni caso e' solo una,a mio avviso, non ha avuto palle se preso da te di raccontarti la verità e raccontarla a se stesso; se preso si ma non più di tanto per onesta' intellettuale e rispetto in generale avrebbe dovuto calare le carte sul banco fin da subito. E tuttavia, l'amara constatazione e' che onesta' e rispetto sono perle sempre più rare. Non comprendo chi intravede nelle tue parole messaggi nascosti non si sa a chi. Si forte, cara Dan e sorridi alla vita sempre. Ti abbraccio virtualmente e con tanto calore. Marylove
Lady Chat...... | Venerdì, 20 aprile 2012 @23:30
La dolorosa storia di Dan mi sembra incompleta è un romanzo da completare o un messaggio per qualcuno? Forse sono maliziosa o spietata o semplicemente disincantata. Però la storia di questo amore impossibile o possibile si vedrà, merita una felice conclusione
XY | Venerdì, 20 aprile 2012 @16:27
forse era l'alba, non l'albanese...dubito che la Dickinson pensasse a un albanese d'importazione...
In quanto ai concepimenti ho letto che una buona percentuale dei bambini nati all'interno del matrimonio non è legittimo quindi un certo numero di mariti credono di essere anche felici padri di prole non loro. Meglio così.
una a caso | Venerdì, 20 aprile 2012 @14:24
.....storie di tutti i giorni......di riccardo fogli
Dan | Venerdì, 20 aprile 2012 @12:48
Lisa cara,
Rinascere? Mi ha rivoltata come un calzino, mi ha illusa come mai nella vita, mi strafacendo soffrire di un dolore sordo ( dovrei riportare qui, forse, il commento che ti ho scritto in data 18 aprile al tuo buongiorno tratto da Emily Dikinson " non sapendo quando l'albanese verra' lascio la porta aperta). Mi sono ritrovata nella vesti di amante, senza neanche accorgermene, ho voluto lui al di sopra di ogni cosa e forse il mio errore e'stato proprio questo....permettergli di gestirmi sempre. Ho messo il mio dubbio il mio matrimonio, me stessa,ho dato una battuta d'arresto a tutta la mia vita, familiare, sentimentale, professionale sulla base di promesse, progetti, emozioni e di una forza nuova che sentivo dentro me. Il tutto condito da una passione travolgente ed irrefrenabile. Era diventato il centro del mio mondo, fisicamente lontani, in quanto collocati in città diverse, eppure sempre vicini, grazie alla tecnologia!! E mentre io digitavo il tasto "pause" della mia vita, credendo in noi, pronta ad affrontare una separazione ed un trasferimento, lui dava inizio all'iter programmato di aver una figlio con la moglie. Figlio che ha chiesto a me....e ti dirò una volta ci abbiamo anche provato. Rinascita? No, mi ha scavato una fossa dalla quale, nonostante il disgusto, non riesco a venirne fuori perché mi manca da morire ( a questo punto non so se lui ho la leggerezza che, indiscutibilmente, mi ha dato). Vorrei una bacchetta magica e cancellare tutto, vorrei non sentire più continuamente nella testa, quelle parole d'amore, quelle promesse.....come ho potuto sbagliarmi così tanto?. D
LISA | Venerdì, 20 aprile 2012 @06:41
DAN: ma non ne è valsa la pena, di perdersi, per poi rinascere? Sono qui, ascolto, se hai voglia di raccontare.
Carla | Giovedì, 19 aprile 2012 @19:43
il cioccolato... io sono una cioccolato addicted, e vi suggerisco una torta facile facile la cui ricetta si trova in internet : la torta tenerina ( solo cioccolato niente farina) è a dir poco fantastica.
Io covo nei miei sogni pensionistici ( se mai la avrò la pensione ) di iscrivermi ad un corso per maestri cioccolatieri.... intanto per le milanesi , provate ad assaggiare i cioccolatini della pasticceria/caffetteria sugar di Milano ( attaccato a Cadorna )mmm!!!
Giusy | Giovedì, 19 aprile 2012 @14:13
interrotta da una impegnativa telefonata con mia sorella (lei non sa cogliere l'attimo ma le sta bene così) aggiungo: W il cioccolatino al peperoncino, il giandujotto passando per il boero ma senza esagerare...
Giusy | Giovedì, 19 aprile 2012 @13:49
Cogliere l'attimo fuggente. Ho sempre avuto questa inclinazione (tenuta bene o male "al guinzaglio") però mi è servita in circostanze non proprio gradevoli della mia vita. Forse cogliere quell'attimo funziona per le cose semplici quelle che ci procurano una gioia, un piacere che non implica scelte pesanti. Mi dispiace per Dan, le auguro di riuscire a recuperare il gusto di quell'attimo fuggente, il gusto del quotidiano, fatto di piccole cose.
Anonimo | Giovedì, 19 aprile 2012 @11:56
Io l'attimo l'ho colto...e ho perso me stessa, smarrito la retta via del mio matrimonio, perso l'uomo che mi ha fatto rinascere e sentire nuovamente emozioni dimenticate. Forse avrei dovuto riflettere almeno ora non mi leccavo le ferite e non contavo le bugie . Dan
Francesca | Giovedì, 19 aprile 2012 @09:00
Carpe diem... Grazie a questa frase non mi sono persa l'uomo della mia vita! ;-)
una a caso | Giovedì, 19 aprile 2012 @08:48
.....che cosa hanno perso !!!!!!
Mercoledì, 18 aprile 2012 @08:18
"Solo di una cosa si potrebbe prendere coscienza: non tutto è in mano ai vivi."
(Odisseas Elitis)
L’ombra che ci sta accanto. Le ombre che ci stanno accanto.
Il Buongiorno di oggi è del poeta greco Elitis, ed è tratto da "E’ presto ancora", antologia di sue poesie e suoi scritti, Donzelli.
Marie | Venerdì, 20 aprile 2012 @12:05
Dopo alcune esperienze vissute, ho capito che non siamo mai soli,c'é sempre qn che ci accompagna sul nostro cammino e che ci sostiene in qualche maniera nei momenti più difficili,ci da la forza per andare avanti quando noi vorremo arrenderci...
LISA | Giovedì, 19 aprile 2012 @08:25
CARLA: mi piace quello che hai scritto. Pensare che non tutto dipende da noi, ma esiste qualcos'altro che ci sta accanto. E' questa l'ombra - le ombre - a cui pensavo.
Aminta | Mercoledì, 18 aprile 2012 @18:08
Il Fato o destino, concetto un po' inviso a chi è pio, non potrebbere essere quel qualcos'altro che ci fa compagnia durante il nostro cammino?
Carla | Mercoledì, 18 aprile 2012 @17:04
Mi verrebbe da dire Per Fortuna! non ci si sente un po' più leggeri a sapere che non tutto dipende da noi, ma che esiste qualcosa'altro che ci sta accanto.
Giusy | Mercoledì, 18 aprile 2012 @10:51
Sono d'accordo con il poeta greco Elitis. Mi sembra di ricordare che persino Zeus doveva"far i conti" con le Moire. E quelle ombre di cui parla Lisa cosa sono? Di una sono certa, si chiama"Imponderabile" ma non voglio addentrarmi in un discorso troppo complesso che certamente non sono in grado di sostenere.
una a caso | Mercoledì, 18 aprile 2012 @10:14
...elitis è un poeta troppo triste ..più vecchio del tempo , come si definisce e queste sue meditazioni sono molto inquiietanti ..... parliamo d'altro odio pizzi e merletti ma ti devo essere grata perchè in mezzo a tutta quella ciabnfrusaglia di vestiti ,scarpe e borse e fiori mi hai ricordato i !daffodils" di w wordsworh ,my first love at the university
Martedì, 17 aprile 2012 @08:06
"Io sono la ragazza con la valigia.
E ho un cappotto blu
vado di notte.
Su questo lungomare che è la vita.
E il vento batte sulle palme scardinate
la pioggia batte sulle stagioni andate
il mare scardina le barche di immigrate.
Io sono qui. Ti aspetto alla frontiera.
Al guinzaglio dell’orso della luna,
il fango nelle mani, per fare un neonato.
Tu aspettami inchiodato, nella sera".
(Francesca Genti)
Sul lungomare, sul binario, sul molo. Ti aspetto, alla frontiera tra me e te.
Questa è una poesia inedita di Francesca Genti (cliccate sul suo nome, se ancora non la conoscete). Sul lungomare (magari della Liguria), sul Molo Audace a Trieste, ci unisce la stessa cosa: saper camminare sul confine.
una a caso | Mercoledì, 18 aprile 2012 @10:18
...bella questa poesia dove il paesaggio esalta la solitudine di questa donna che sa aspettare in silenzio
leopod | Martedì, 17 aprile 2012 @19:10
Mangolia stellata...
daniela | Martedì, 17 aprile 2012 @10:55
Genti e una poeta speciale! Anche se ne ho letti pochi suoi bellissima. Libri ma per me e sempre poeta di tutti i tempo..
bri | Martedì, 17 aprile 2012 @09:51
anche io mi sono accorta di francesca grazie a te, una bella scoperta.
Francesca | Martedì, 17 aprile 2012 @09:45
Che bel regalo, Francesca Genti l'ho conosciuta grazie a te e l'anno scorso mi sono "abbonata" alla scrittrice!
Mi piace questo suo modo di scrivere rock... Sul lungomare della vita!
andrea | Martedì, 17 aprile 2012 @08:52
Che tempo nn vedo l'ora che arriva le vacanze..amo tanto mia moglio buongiorno lisa
Lunedì, 16 aprile 2012 @08:31
"Il campo
di ulivi
s’apre e si chiude
come un ventaglio.
Sull’oliveto
c’è un cielo schiacciato
e una scura pioggia
di astri freddi.
Giunco e penombra tremano
sulla riva del fiume.
Il vento grigio s’increspa.
Gli ulivi sono carichi di grida.
Uno stormo
di uccelli prigionieri,
che muovono le lunghissime code nell’ombra".
(Federico García Lorca)
Questa scura pioggia di astri freddi. Questa primavera oggi grigia, verde e lucente come le foglie degli ulivi.
(La poesia di oggi si intitola "Paisaje", "Paesaggio", ed è tratta dall’antologia delle poesie di Lorca; l'editore è Newton. Lorca la scrisse all’inizio degli anni Venti. Gli uliveti che aveva davanti agli occhi era quelli spagnoli, dell'Andalusia dove nacque. Io penso invece agli ulivi millenari della Puglia e del nostro Sud)
una a caso | Lunedì, 16 aprile 2012 @16:14
....le parole perdono un pò della loro forza
Giusy | Lunedì, 16 aprile 2012 @13:33
Posso rimangiarmi qualcosina? "...un cielo hundido y una lluvia oscura de luceros frìos..." chiedo venia.
Giusy | Lunedì, 16 aprile 2012 @13:26
Non mi sembra che la poesia soffra molto con la traduzione, invece altre dello stesso poeta sì e molto (è uno tra i miei preferiti). Alcune a parer mio sono intraducibili.
A proposito di ulivi e di primavera mi piacciono alcuni versi di un poeta "spreferito" : ...la pioggia commiato lacrimoso de la primavera.... e su gli ulivi che fan di santità pallidi i clivi e sorridenti." Colline toscane...
una a caso | Lunedì, 16 aprile 2012 @13:17
.....finalmente una poesia "maschia", forte, concreta che anche la semplicità rende grande . in lingua originale è stupenda
Domenica, 15 aprile 2012 @17:57
Fa un certo effetto, dopo aver scritto "Confessioni di un’aspirante madre" (ovvero il libro rosa, ovvero il libro di Emma, il mio primo libro, uscito per Sonzogno nel 2005), leggere le confessioni… di un aspirante padre. Ne ho parlato su Grazia.
Lui e gli spermatozoi. Anzi, gli "animalcules". Così Simone Lenzi, del gruppo rock Virginiana Miller, nel suo primo libro "La generazione" (Dalai Editore), che sta già diventando un film, racconta il punto di vista maschile sui misteri della sterilità, prendendo a prestito un termine desueto dei primi esperimenti sul tema. Per la precisione, da Antoni van Leeuwenhoek, che a Delft nel 1700 studiava tutto al microscopio, anche il suo stesso sperma. E, tra abati e medici di corte, in un surreale controcampo, ecco la storia di Guido, portiere di notte, che insegue un bambino che non arriva, e Antonia, che ad ogni mestruazione lo guarda e dice di sentirsi "scadere"... Aspirante padre: ovvero, come riassume Lenzi, "uno al quale si chiede apparentemente solo di masturbarsi un paio di volte in uno sgabuzzino".
E la "scena dello sgabuzzino" in ospedale è una delle più dolceamare del libro. Però un’aspirante madre, se va bene, si confida con la sua amica del cuore (ma anche no: l’invidia delle pance è sempre in agguato, come sa bene Emma); o in rete, con le altre "fivettare" (Fivet, ricordate?, è l’acronimo di fertilizzazione in vitro con embrio-transfer). Mentre un aspirante padre, con chi parla?
"L’aspirante padre del mio libro, che ha un sacco di tempo anche perché fa il portiere di notte, e sta sveglio quando tutto il resto del mondo beatamente dorme, cerca di rispondere interrogando la sapienza umana, i grandi medici e i filosofi del passato che dagli animalcules in avanti si sono posti la domanda sulla "generazione" prima di lui. Lo fa perché ama leggere e perché non ha nessuno con cui parlare, se non i libri".
Il tuo aspirante padre è molto solo…
"Ma è così. Il maschio che vive un percorso di procreazione assistita si trova spesso in una condizione di profonda solitudine. Quella specie di liturgia farmacologica che invade il corpo della donna, lo riguarda solo passivamente".
Eppure sono struggenti le pagine in cui lui, nel bagno di un treno, fa le iniezioni di stimolazione ormonale alla moglie; quasi una "cerimonia privata", per usare le tue parole; in cui, ogni volta che le buca la pancia con una siringa, la prende come "legittima sposa", forse più del giorno in cui le ha messo l’anello al dito. E’ un modo surreale e tenero di raccontare il cammino della Fivet…
"Perché l’aspirante padre deve o dovrebbe esserci, rispondere, calmare, ascoltare, accogliere le ansie della compagna; ma spesso non ha nessuno con cui parlare. Di che dovrebbe parlare, del resto? Non è il suo corpo che viene messo in gioco in tutte quelle manipolazioni ospedaliere".
E il ruolo dell’aspirante padre dunque qual è, a parte il monologo con gli "animalcules"?
"Al netto del prelievo del seme, il suo compito diventa quello di riuscire a scardinare con la sua compagna il ricatto dell'equazione fra femmina e madre, e quello fra maternità come accoglienza e funzione biologica. Deve dimostrare a se stesso che, qualunque sia la risposta, la cosa più importante è essersi posto quella domanda insieme ad un altro essere umano".
Tua moglie, cos’ha detto del libro?
"Mia moglie è stata la mia prima lettrice. Mi ha detto che il libro l’aveva commossa e divertita. Ho creduto allora di aver conquistato la parte di pubblico cui tenevo di più".
Vorresti che un lettore, o una lettrice, chiudesse il tuo libro e pensasse…
"Che il senso ultimo del nostro stare al mondo non dipende mai dalla realizzazione di un desiderio, ma dalla passione che ci ha portato a concepirlo".
Non sei (ancora) padre, ma sei figlio. Il miglior consiglio che ti abbiano mai dato i tuoi genitori?
"Più che un consiglio è stato un esempio costante: si può sorridere di tutto ed essere persone serie."
Il film di Paolo Virzì tratto dal tuo libro arriverà nelle sale come "Tutti i santi giorni". E sono anche un po’ invidiosa: anche a me sarebbe piaciuto un film tratto dalla storia di Emma… Ma già un film, com’è possibile?
"Semplice: siamo entrambi livornesi, e amici; Virzì aveva letto il libro ancora in bozze".
Il protagonista del film è Luca Marinelli (già visto in "La solitudine dei numeri primi"). Mentre l’aspirante madre è un’esordiente: Thony, una giovane cantante siculo-polacca. E’ vero che l’hai scoperta tu su web, e proposta a Virzì?
"Eravamo al telefono e Virzì mi raccontava di come vedeva il personaggio di lei. Ci vorrebbe una cantante, diceva. Una che ha mollato famiglia e paesello ed è venuta a cercare fortuna a Roma. Magari siciliana. Così, mentre parlavamo, ho semplicemente digitato "cantante siciliana" su Google, e Google ha fatto il miracolo. Abbiamo visto le foto di Thony - che in realtà si chiama Federica Johanna Victoria - su Myspace, ascoltato un paio di suoi brani. Virzì l'ha scelta al volo. Detto questo però non me la sento di garantire che, digitando "amante perfetto" su Google, chi ci sta leggendo in questo momento trovi il paradiso…".
Emma | Domenica, 15 aprile 2012 @23:28
ogni tanto passo di qui per leggere i tuoi pensieri talvolta rubati a poeti e scrittori che non conosco...e oggi...ecco qua che si ripresenta "la vita in vitro" dal punto di vista diverso da quello cui sono abituata...sarà interessante leggerlo e spero che sia divertente e dolorosamente vero come il "libro rosa" che è ancora sul mio comodino...
bro | Domenica, 15 aprile 2012 @18:32
ma hai intervistato Simone Lenzi? che scoop
Venerdì, 13 aprile 2012 @08:36
"Ci sono uomini che non ci pensano mai.
Ma tu sì. Tu arrivavi
E mi dicevi che avresti voluto comprarmi dei fiori
Ma poi qualcosa era andato storto.
Il negozio era chiuso. O avevi dei dubbi.
Quel genere di dubbi che menti come le nostre sembrano sempre avere.
O avevi pensato
Che io non volessi i tuoi fiori.
Io a quel punto sorridevo. E ti abbracciavo.
Sorrido ancora adesso.
Perché vedi, quei fiori che non mi hai mai portato
Durano ancora".
(Wendy Cope)
Uomini e fiori.
Wendy Cope, poetessa inglese, nata nel ’45. Mi piacciono quei fiori che non appassiscono, quell’amore che non appassisce. Anche se l’ideale sarebbe avere sia l’amore che i fiori, ma insomma non esageriamo. Leggete i versi in inglese (e non la mia imperfetta traduzione), su Lisa globish, come ogni venerdì. And please follow me on Twitter! Vi manderò ogni mattina dei fiori che non appassiscono.
Susy_Anne | Lunedì, 16 aprile 2012 @14:43
@erica.. Sì, proprio lui.. ;)
Anonima | Sabato, 14 aprile 2012 @23:05
I fiori che mi hai regalato non moriranno mai. Li porto per sempre nel mio cuore.
Anonimo | Sabato, 14 aprile 2012 @16:22
Quello che nn puo mancare quello che provano i fiore simboliscono
annetta | Sabato, 14 aprile 2012 @15:20
Quei fiori che non mi hai portato durano ancora....Avolte noi donne,drogate di letteratura romantica ci aspettiamo dagli uomini gesti che nel nostro linguaggio hanno un grande significato e nel loro poco o nessuno. Ma, a distanza di anni, se stiamo ancora assieme, quei fiori mancati erano poi cosi importanti? Non credo...leggo in queste righe tutta la tenerezza di un amore maturo e duraturo nel tempo. Bella, lisa! Buona domenica
jonnhy | Sabato, 14 aprile 2012 @12:52
Vi auguro una buona giornata
domo | Sabato, 14 aprile 2012 @10:46
@ lady chat (terley): gentile signora/e, o lei e' leggermente acida o poco amata. Le auguro, sotto la pioggia, buona giornata.
Lady Chatterley | Venerdì, 13 aprile 2012 @21:57
domo, ho l'impressione che la tua donna-papavero sia un po' oppiacea.
erica | Venerdì, 13 aprile 2012 @19:38
@ Susy_Anne: Max Gazzè :):):)
domo | Venerdì, 13 aprile 2012 @18:53
la mia donna e' un papavero selvatico, quelli che vedi rossi nei campi o lungo i binari nel meridione.
La mia donna e' un papavero che non puoi strappare, perche' non resisterebbe, e' un fiore a cui non puoi chiedere nulla, perche' nulla ti puo' dare se non la profonda bellezza di queilo che e', e che nulla chiede.
La mia donna e' come il papavbero, quando il treno riparte il suo fuoco rosso scompare alla vista, scompare nella mia vita, ma non nella mia anima.
Lis@ | Venerdì, 13 aprile 2012 @16:48
"Il linguaggio segreto dei fiori", libro originale che consiglio e si può persino scegliere il fiore in copertina a seconda dell'immagine che ognuna ha di sè o del mood del momento...
una a caso | Venerdì, 13 aprile 2012 @16:10
errata corrige :plastica ,piante scusate
una a caso | Venerdì, 13 aprile 2012 @16:08
....non di plstica , please ! ai fiori preferisco piccole pante hanno le radici .....
Giusy | Venerdì, 13 aprile 2012 @14:44
Fiori solo nelle intenzioni che ci fanno sorridere, divertire. Fiori che durano nel tempo, nei ricordi e come dice Lisa non sfioriscono. Bella poesia.
Io gradisco anche quelli freschi possibilmente profumati anche se, a volte, nascondono "scusami" Per lo meno, rallegrano una stanza.
Susy_Anne | Venerdì, 13 aprile 2012 @14:26
L'amore pensato...
Olga | Venerdì, 13 aprile 2012 @11:50
Complimenti per la traduzione.
Anonimo | Venerdì, 13 aprile 2012 @11:50
Anche la mazza rosa per la signora Corva è un gentile pensiero.
Farfalla | Venerdì, 13 aprile 2012 @11:37
Il commento di anonimo fa tenerezza ciononostante penso che forse sia un bene per la signora questa momentanea lontananza.
Anonimo | Venerdì, 13 aprile 2012 @09:49
Volevo dare proprio oggi una mazza di fiore mia moglia che e lontano di me ma vicinissimo una mazza di fiore "rosa" te
Hermione | Venerdì, 13 aprile 2012 @09:30
Meravigliosa!
una a caso | Venerdì, 13 aprile 2012 @09:04
..........nel 1919 , vestita di voile e di chiffon .......
Giovedì, 12 aprile 2012 @08:10
"Sei entrato nella stanza e l’aria s’è improvvisa colmata di tenerezza intorno al mio corpo in attesa. Sei entrato nella stanza e (improvvisa) l’aria intorno al mio corpo s’è colmata."
(Goliarda Sapienza)
Sei entrato nella stanza.
Il Buongiorno di oggi è tratto da un libro di appunti e pensieri di una donna che sto scoprendo adesso: Goliarda Sapienza, "Il vizio di parlare a me stessa" (Einaudi). Siciliana, attrice, visse soprattutto a Roma; nata da una famiglia "socialista rivoluzionaria", morta nel 1996, riscoperta per i suoi scritti solo in questi ultimi anni. Le parole delle donne prima di noi.
una a caso | Venerdì, 13 aprile 2012 @12:21
per andy incoraggia l'autostima e non ti prendere in giro ciao
loredana | Venerdì, 13 aprile 2012 @11:39
Volontierissma forza io ho fatto cosi e sono sereno!!!!
Adry | Venerdì, 13 aprile 2012 @10:46
Ormai è un fatto.
Le frasi di Lisa sono vere e proprie premonizioni. E ieri ne ho avuto la riprova. Aggiungo solo qualcosa di mio.
Cammino.
Sotto il sole.
Voglio far evaporare
Ogni essenza di te
Da me.
Voglio che il tuo pensiero,
così come fosse un profumo,
mi abbandoni,
mi lasci in pace.
Voglio liberarmi.
Perché ogni volta
è peggio.
Ogni volta,
sto più male di prima.
Vanifico
ogni mio sforzo
e
ritorna,
ancora una volta,
il tremore
interiore
di sempre.
Vip | Venerdì, 13 aprile 2012 @00:08
Sei entrato nel mio cuore..
Susy_Anne | Giovedì, 12 aprile 2012 @14:35
Sto aspettando..
Cristiana | Giovedì, 12 aprile 2012 @14:31
"l'amore quando e' questo miscuglio raro di intesa, amicizia e piacere di toccarsi e' tutto". goliarda sapienza, stesso libro, bello!!!
domo | Giovedì, 12 aprile 2012 @14:31
a volte quando entravi la stanza si riempiva di tristezza..
una | Giovedì, 12 aprile 2012 @14:23
ciao giusy ,meno male che c'è qualcuna che mi capisce perchè oggi sono ai margini del pensiero razionale !!!....speriamo di trovare compagnia per il trenino ....altrimenti facciamo un altro gioco !!!!!!!
Giusy | Giovedì, 12 aprile 2012 @13:37
Non posso dar torto a una a caso anche se la mia giornata è, diciamo, normale quindi mi aggrego, ma il trenino in due non si può fare...
una a caso | Giovedì, 12 aprile 2012 @10:24
ma va? io intendevo basta con 'ste donne languide ,innamorate ..... scusa ma stamattina è una giornata un pò così. quindi guardo tutto un pò così . ho messo in conto il rischio !!!
LISA | Giovedì, 12 aprile 2012 @09:59
UNA A CASO: perché Goliarda Sapienza era una donna ed era innamorata di un uomo. E le parole sono sue. Ma niente ti vieta di virarle al femminile.
una a caso | Giovedì, 12 aprile 2012 @09:51
...perchè entratO ? sempre tutto al maschile ....basta con l'elemosina dei sentimenti ,delle carezze
Mercoledì, 11 aprile 2012 @08:27
"Alcuni sciocchi chiamano freddezza
il precipizio che sovrasta la carezza"
(Vittorio Lingiardi)
Io lo chiamo
quasi amore.
(I versi di oggi sono tratti da "La confusione è precisa in amore", Nottetempo).
Charlotte | Domenica, 15 luglio 2012 @20:53
Wow! il calcio irlandese! Quando sono stato in Irlanda con la mia squadra di rugby vedevo che laggiù tutti erano molto più appassionati di calcio irlandese (il rugby sa un po’ troppo di sport da “Inglesi”), e ne ho visto anche qualche spezzone alla TV ma non ci capivo niente. Avessi avuto sottomano il tuo prezioso articolo!…Non esiste una voce “bevute di birra”? in quel campo potrei dire la mia: in quell’occasione sono riuscito a battere un Irlandese… (quelle cose che chissàperché a noi maschietti ci gasano e di solito invece alle donne fanno pure un po’ schifo…)Quanto a wiki, io non ho fatto query perché non so nemmeno come si faccia, ma mi annoto le voci sulla pagina utente. Qualche giorno fa le ho contate e sono rimasto stupito anch’io (anche se sono ben lungi dalle tue 1000). Comunque, congratulazioni! 1000 di queste query! –Vermondo
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Mario | Sabato, 30 giugno 2012 @14:27
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Giusy | Giovedì, 12 aprile 2012 @13:46
Anche una a caso è lievemente ironica, mi ha fatto sorridere col ceffone. Inoltre, perché "sciocchi" coloro che chiamano freddezza il precipizio? forse lo scambiano per un crepaccio e non so se hanno tutti i torti.
una a caso | Giovedì, 12 aprile 2012 @10:15
alcuni sciocchi chiamano attenzione il precipizio che sovrasta un bel ceffone ..... quella mano protesa è un po ambigua ....!le poesie di llingiardi sono un pò ,familiari , ironiche , divertenti ,ma.....
LISA | Mercoledì, 11 aprile 2012 @22:52
LADY CHATTERLEY: io lo interpreto così: il precipizio è il vuoto, l'abisso, la vertigine prima del primo bacio. E' quel momento in cui tutto potrebbe accadere, e forse accadrà, o forse no (e forse, in effetti, sarà solo freddo e freddezza). Ma forse invece sarà amore: perché il primo bacio, a volte, non è come quel momento in piedi sulla roccia, quando ancora non sappiamo se davvero vogliamo tuffarci o no?
Lady Chatterley | Mercoledì, 11 aprile 2012 @19:07
sarò ottusa forse mi manca la sensibilità necessaria per capire e amare alcune poesie ma sono sincera: vorre che qualcuno mi spiegasse il significato di questi versi. io non ci arrivo! Cos'è il precipizio che sovrasta la carezza? Chiedo aiuto
gianna | Mercoledì, 11 aprile 2012 @16:05
Imperfezione umana ma l'amore e sempre intatto perdonateci...
malu63 | Mercoledì, 11 aprile 2012 @15:32
io lo chiamo amore quando non ferisco le persone con le mie parole, lo chiamo amore quando aiuto chi ha bisogno di me, lo chiamo amore quando dico " ti amo" al centro della mia vita, mio marito.
Anonimo | Mercoledì, 11 aprile 2012 @14:52
E amore vero nn muore mai basta facilitarla...
Susy_Anne | Mercoledì, 11 aprile 2012 @13:54
Io lo chiamo l'amore vero. Purtroppo che la confusione non si fa mai attendere.. :(
cela pitture | Mercoledì, 11 aprile 2012 @13:40
"La confusione è precisa in amore",
"La finzione, la falsità, la doppiezza, l’equivocità, l’ipocrisia ..queste si che sono precise in amore"
giovanni | Mercoledì, 11 aprile 2012 @11:22
Sopratuutto autentico...
biaggio | Mercoledì, 11 aprile 2012 @10:17
Un amour l' insondable plus que profonde)))
Adry | Mercoledì, 11 aprile 2012 @10:06
Amore certamente. Profondo.
Anonimo | Mercoledì, 11 aprile 2012 @09:12
Che bella buongiorno lisa ti stimo tatissmo!
Martedì, 10 aprile 2012 @09:42
"La guerra è proprio finita. Le donne si rimettono le calze, si sposano, abortiscono, partoriscono, lasciano il lavoro, cercano il lavoro, affollano le parrocchie, vanno in sezione, voteranno per la repubblica, voteranno per la monarchia. Ricorderanno la guerra. La dimenticheranno. Fino alla prossima trasgressione."
(Miriam Mafai)
L'importanza della trasgressione.
Questa, così potente (ma la guerra è stata davvero una trasgressione, perché ha obbligato le donne a cercare un nuovo posto nel mondo) è la frase finale di "Pane nero", Mondadori, che ho ripreso in mano ieri, dopo aver saputo della morte di Miriam Mafai: lei, antifascista, comunista, figlia di artisti, compagna di un partigiano, madre… Ma soprattutto una donna che ci ha insegnato – scrivendo – ad essere più donne, diversamente donne, donne nuove.
Chissà cos’avrebbe detto, la Mafai, se le avessi raccontato che il suo più bell’epitaffio l’ho letto su Facebook. Forse si sarebbe fatta una delle sue roche risate. Forse le sarebbe piaciuto, diventare uno stato d’anima (ma sì, in fondo lo "status" è questo) di una poetessa, Francesca Genti: "Grandi vecchi, perché morite?". A cui un amico (uno di questi non meglio precisati "friends" che incrociamo su Facebook) ha risposto: "Per farci capire come la vita va vissuta".
Com’è, vero, Miriam. Per me, che ti ho conosciuto, che ti leggevo ogni settimana su Grazia (più che leggerti, facevo i titoli della tua rubrica, cercando ogni volta di non mettere "donne" nel titolo, perché il titolo era proprio questo, "Le donne parlano"). Miriam che non ho interrogato quando ancora potevo, ed ho sbagliato. Perché chissà quanto avresti potuto ancora dirmi, raccontarmi, sgridarmi (ma sì, e ne avrei avuto bisogno). Miriam che mi ha regalato una frase che è sul retro della copertina di Glam Cheap, viatico per il mio romanzo. Miriam che una volta mi ha detto: bello il tuo articolo sul tweed. Bello? Mi ha quasi imbarazzato. Lei che scriveva di politica, io di (necessaria) frivolezza… Ma mi piace pensare che il tweed forse le ricordava gli anni dopo la guerra, anni di ricostruzione, di battaglie, scarpe basse e, appunto, tweed. Sai che a me, Miriam, il tweed non è mai piaciuto? Troppo severo, in fondo. Troppo rude. Ma è così che voglio ricordarti: una donna severa e rude, capace di ridere e di ripensare a un tailleur. E se penso a cosa ho imparato da te (così poco), di una cosa sono sicura: tutti quegli anni, tutte quelle lettere, quelle voci di donne a cui rispondevi, tutto questo mi è passato dentro. In un qualche modo che forse non so ancora. E se non ho imparato ad essere più seria e severa, ho imparato però che amore, per una donna oggi, è anche lucidità. E che non bisogna imbrogliare, neppure nei sentimenti. Vero, Miriam?
Aminta | Mercoledì, 11 aprile 2012 @09:21
Corriamo forza corriamo anche se Atenei, Cda, Nosocomi - la lista sarebbe lunga - pullulano di vincitori "dopati"
annetta | Mercoledì, 11 aprile 2012 @08:18
Grazie Lisa, confermo che è un mantra bellissimo, che dovremmo ripetere a noi stesse tutti i giorni anche e soprattutto se bambine non siamo più. Forza e coraggio girls!
LISA | Mercoledì, 11 aprile 2012 @07:31
CARLA: ho cercato in rete e le parole di Miriam dovrebbero essere queste, su Repubblica dell'8 marzo 2011. Un incoraggiamento per tutte noi.
"Corri, bambina, corri… Tu che hai buona la testa, le gambe e il cuore. Corri senza rallentare davanti agli ostacoli, alla stanchezza, alla nostalgia (che pure talvolta ti coglie) del tempo della lentezza e della protezione. Corri per arrivare dove avevi deciso, per soddisfare il tuo sogno e la tua ambizione. La modestia, la rinuncia alle proprie ambizioni, se pure riuscirono, segretamente, a nutrirle, fu il connotato delle donne delle generazioni che ti hanno preceduto, donne educate alla modestia e alla rassegnazione, a mettersi al servizio dell’ ambizione del maschio della famiglia, fosse il marito, il fratello, il figlio. Tu sei diversa, tu hai deciso di arrivare dove ti sei proposta.
Tra le donne che oggi hanno successo, molte portano nomi illustri. Hanno successo, dunque, per diritto ereditario. Tu non hai un nome illustre, né una famiglia importante alle spalle, ma hai buona la testa, le gambe e il cuore. E hai diritto a correre, e ad arrivare prima se la corsa non sarà truccata. Noi, della generazione che è venuta prima di te, una generazione che si è impegnata nella corsa, che spesso ha vinto, che più spesso ha perso, ti daremo una mano, se ce la chiederai. Ma tu devi sapere che hai diritto a una corsa non truccata, che hai diritto al successo".
Miriam Mafai, 8 marzo 2011
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/03/08/news/futuro_rosa-13315055/
Aminta | Martedì, 10 aprile 2012 @20:42
mi aggrappo all'esempio della bella persona qui ricordata per consolarmi dello squallore più o meno recente di alcune figure femminili. Persino l'avaro Montanelli aveva speso per Lei parole di rispetto e considerazione. Mi sei piaciuta Lisacorva e mi è piaciuta anche Carla e tutte voi con il vostro pensiero al quale mi unisco.
domo | Martedì, 10 aprile 2012 @18:06
prima alda. poi miriam, tante anime belle che proseguono il viaggio e ci aspettano lungo il cammino. Mi dico questo per tentare di sorridere. Ciao anime belle.
giorgia | Martedì, 10 aprile 2012 @17:20
Il buongiorno di oggi mi ha emozionata tanta e mi ha fatto capire meglioe e credere un canzona che s'intitola (dopo la pioggia il bell tempo) grazie lisa
annetta | Martedì, 10 aprile 2012 @15:57
Carla- non conosco quell articolo ma solo l incipit mi emoziona. Come giusy penso che un "piccolo" gesto come il tuo renda davvero "grande" un insegnante. Proprio ieri sera ero a una cena con I miei ex compagni di liceo a 30anni dalla maturita e mentre di alcuni insegnanti ricordavamo tutto...vizi vezzi, piccole manie e virtu, di altri manco il cognome. E non dipdndeva assolutamente dalla materia, ma dalla loro anche a volte severa umanita. Col tuo gesto ti sei guadagnata un posto nel walhalla delle tue alunne. Perche non mandi l articolo a lisa cosi magari lo pubblica e ne godiamo anche noi? Lisa che ne dici? Buona pasquotta a tutte...come ha detto un mio compagno ieri riferendosi a oggi.
francesca genti | Martedì, 10 aprile 2012 @14:30
Bellissimo Lisa, ciao Miriam, un glicine per te in questo ventoso giorno di primavera.
Giusy | Martedì, 10 aprile 2012 @14:00
E io mi sono commossa al ritratto, al ricordo che Lisa ha fatto qui sopra. Bellissimo. Sono andata a riprendere GlamCheap "con tono lieve e ironia Lisa Corva racconta quell'universo..." Non aggiungo altro, mancherà la sua figura speciale, pura. E brava Carla, gli insegnanti trasmettono, quando vogliono e ne hanno la capacità, messaggi importanti.
Carla | Martedì, 10 aprile 2012 @12:58
Mi sono commossa ieri alla notizia come se fosse stata una nonna lontana, ho ripensato( anch'io ) alle volte che leggevo su Grazia le sue risposte e ne ho tratto tanti insegnamenti, e l'ultimo l'ho voluto regalare l'anno scorso alle mie alunne : un piccolo articoletto su Repubblica per le festa della donne. Iniziava così: Corri bambina che hai gambe buone e cervello buono, corri la tua corsa...
Ecco non dimentichiamoci di correre ancora, per non disperdere la sua voce!
Anonimo | Martedì, 10 aprile 2012 @10:41
(no comment) buon inizio settimana a tutti...
Domenica, 8 aprile 2012 @11:33
E se fosse questo il vero, nuovissimo sentimento della modernità? Displacement: ovvero il sentirsi fuori luogo, displaced appunto, mai nel posto giusto, sempre in un altrove strano, sbagliato, o desiderando nostalgicamente un diverso altrove. Questo almeno è quello che pensa, scrive e vive André Aciman, che di "displacement", sottolinea ironicamente, è un vero esperto. Nato ad Alessandria d'Egitto in una famiglia di ebrei sefarditi, già per conto loro migranti (venivano dalla Turchia); forzato ad andarsene ancora ragazzo dalle leggi di Nasser, nel 1965; arrivato prima a Roma poi a New York, dove vive e insegna alla City University. Displaced anche nella lingua (in famiglia parlava francese, ma è in inglese che scrive), ha raccontato la sua casa perduta e il suo esilio nel primo romanzo, un memoir che in America è stato il suo primo bestseller ("Ultima notte ad Alessandria"), seguito poi da "Chiamami con il tuo nome" e, l'anno scorso, da "Notti bianche" (tutti pubblicati in Italia da Guanda).
Ma è nel suo nuovo libro, "Alibis" (Farrar, Straus and Giroux), che racconta il suo, il nostro displacement. Essays on elsewhere, è il sottotitolo. Saggi sull'altrove. Un altrove geografico e psicologico. Il profumo alla lavanda che usava il padre, e tutti i profumi della sua vita; i fantasmi del passato in via Clelia, a Roma, dove ha vissuto per tre anni aspettando un visto per gli Stati Uniti, sempre sognando di essere altrove, magari in quei romanzi stranieri che leggeva nelle ore di caldo romano; Place des Vosges a Parigi e tutti i fantasmi letterari sotto i portici; e il suo "Monet Moment", il quadro di una casa al mare dipinta da Monet, sul calendario che ha davanti alla scrivania, e che lo spinge a cercarla, quella casa, e quella vista, fino a Bordighera (ed è la stessa casa dove ambienterà "Chiamami con il tuo nome").
Non è nostalgia, dunque, la nostalgia di un impossibile ritorno. O perlomeno, non solo. È un senso di straniamento, di vaga insoddisfazione, di smarrimento. Per cui, racconta prendendosi in giro, quando è a New York sogna di andare a Parigi e, per combattere o forse assecondare il "displacement", chiama una cara amica che vive a a Parigi e che invece sogna New York. Ma quando arriva il momento di prendere l'aereo non è più sicuro di voler davvero partire... "Facciamo così", taglia corto l'amica. "Vieni, come deciso, e quando sarai qui cerca di ricordarti quanto ti sembrava bella Parigi da Manhattan".
Ma il "displacement" non è un sentimento puramente geografico. "Sono le strade che avremmo potuto prendere e non abbiamo preso", dice Aciman. "La vita che avremmo potuto avere, che potremmo avere, e che invece non è nostra. È l'inafferrabilità del what might have been ". Un sentimento sempre più contemporaneo. "Non solo perché continuano le migrazioni, volontarie o forzate. Ma perché sempre piú spesso abbiamo non un lavoro, ma due; viviamo in una città, ma sentiamo di appartenere a un’altra; dividiamo il letto con qualcuno, ma è un'altra la persona che sogniamo...". E non ci stacchiamo mai dal nostro smartphone: siamo a pranzo o a cena, però non possiamo fare a meno di buttare l'occhio sul cellulare... Aciman ride: "Del resto è dal nostro telefonino che aspettiamo quel messaggio, quel miracolo che potrebbe cambiare la nostra vita, per sempre".
Perché certo, c’è il "displacement" dell'innamoramento. E pochi scrittori, come Aciman, hanno saputo raccontarlo: il turbamento e la magnificenza del desiderio, dell'incontro, quello scintillìo che è la vita stessa. La Manhattan in cui si rivedono, per otto notti di fila dopo Natale, l'uomo e la donna di "Notti bianche", come in una palla di vetro dove cade la neve. Quel momento irripetibile in cui tutto è possibile... In cui siamo pronti ad essere "displaced". E quella piazza con una panchina tra gli alberi, davanti a casa della donna che ha appena conosciuto, dove il protagonista torna, ogni notte, nella neve, a guardare le sue finestre, a pensare a quello che potrebbe essere e forse sarà. Ma Straus Park esiste davvero? "Sì, è un minuscolo angolo di verde nell'Upper West side. È il luogo dell'esilio, dove guardo l'Hudson che scorre e penso che potrebbe essere la Senna, o forse il Nilo. O forse è un luogo mitico, irreale, come l'appartamento I. Lo sa che a Manhattan gli appartamenti passano dalla H alla J, la I viene saltata? Ma il 9-I è sul mio pianerottolo, invisibile; è dove passo ogni ottavo giorno della settimana, il giorno che non esiste tra la domenica e il lunedí; dove ci sono gli oggetti perduti della mia infanzia, i romanzi russi aperti e lasciati a metà; dove mi chiudo all'insaputa di tutti, mia moglie, i miei figli. Ed è il luogo, forse, della mia, della nostra vita più vera".
Questo è un articolo che ho scritto per Velvet, il mensile di Repubblica. Il displacement, spesso, è anche mio.
Naomi | Martedì, 10 aprile 2012 @10:10
Fantastico!
LISA | Martedì, 10 aprile 2012 @09:37
E' vero, VALENTINA. Ed è strano come ritorna in mente, a volte, inaspettatamente, quel piccolo libro Adelphi di Nina Berberova, "Il giunco mormorante"; una lezione sulla libertà e sulla vita.
LISA | Martedì, 10 aprile 2012 @09:35
ROBBIX: 18 anni all'estero, quasi una vita. Ma dove, Robbix?
Carla | Lunedì, 9 aprile 2012 @17:46
Il displacement io l'ho connaturato in me, a tutti appaio come un' inguaribile ottimista ma dentro ho sempre una certa insoddisfazione: un continuo ripensare a che sarebbe potuto succedere se...
Spesso vivo come se potesse succedere qualcosa ma non succede mai niente.
Il sentirsi sempre fuori luogo rispetto a tutto, ma proprio per questo riuscire ad avere un moto di comprensione verso tutti e tutto.
Buona Pasqua a tutti
Valentina | Lunedì, 9 aprile 2012 @10:06
Il pianerottolo di Aciman mi ricorda la "No man's land" di Nina Berberova: ritagli di noi.
robbix | Domenica, 8 aprile 2012 @20:52
Dietro tuo consiglio ho letto il libro ' notti bianche' e mi è piaciuto tanto. molto. Sicuramente comprerò il suo nuovo libro.Ho vissuto per lavoro 18 anni all'estero e so esattamente cosa sia il displacement...
Buona Pasqua. Robbix
Anonimo | Domenica, 8 aprile 2012 @20:19
Mi chiamo anthony bellissima le spiaggie di capoverde ho un po di nostalgia di questa terra calda fortunatamente ho sposato una persona davvero speciale! Che mi fa dimenticare tutto
LISA | Domenica, 8 aprile 2012 @19:35
ANONIMO DI CAPOVERDE: che bello. Se penso a Capoverde, dove purtroppo non sono mai stata, mi vengono in mente racconti di lunghe spiagge e di vento. Hai voglia di raccontarmi qualcosa in più di te? Come ti chiami, ad esempio? (Non ho capito se sei un uomo o una donna!). E visto che siamo in tema di "altrove", di cosa hai nostalgia, se pensi a Capoverde?
Anonimo | Domenica, 8 aprile 2012 @17:59
Esatto sono di capo verde e ti scrivo da venezia.
LISA | Domenica, 8 aprile 2012 @17:43
ANONIMO: grazie, ma italiano imperfetto perché? Sei straniero? Mi leggi da un qualche altrove?
Anonimo | Domenica, 8 aprile 2012 @17:17
Lisa nonostante il mio 'italiano imperfetto amo lo stesso leggerti buona pasqua di cuore!!!
LISA | Domenica, 8 aprile 2012 @15:42
EMMA: se clicchi sul nome di André Aciman (in verde) trovi intanto i Buongiorno che ho sforbiciato dai suoi romanzi, soprattutto dall'ultimo, "Notti bianche". E' l'ultimo, e quindi lo trovi sicuramente in libreria. Buona lettura.
emma | Domenica, 8 aprile 2012 @14:45
non conoscevo questo autore...ma mi piace molto il tuo commento su di lui, hai il titolo di un suo libro che mi puoi consigliare che posso reperire in libreria? grazie
in fondo anche per me "il displacement, spesso, è anche mio".
Venerdì, 6 aprile 2012 @08:41
"Persefone mette i jeans
oggi ma è sempre la stessa dolce
ragazza è di nuovo primavera e lei
se ne viene dagli inferi
col lauro sulla fronte portando
i semi che rinnoveranno
la terra e faranno rinascere
tutti i fiori e le piante
lei scioglie la neve
calma il mare
ora ogni cosa
cresce lei è l’albero in foglia"
(James Laughlin)
Anch’io come Persefone. Oggi sono pioggia, sono un albero che mette le foglie, porto nella tasca dei jeans i semi della primavera.
Mi piace sempre il mito di Persefone, la figlia perduta, anzi rapita; la figlia che per amore rimane nell'aldilà - ma quando torna, ogni anno, è primavera. I versi di oggi sono tratti da "Una lunga notte di sogni – Poesie 1945-1997" (Guanda), dell’americano James Laughlin.
Come ogni venerdì, li trovate anche in Lisa globish. E vi ricordo che con Twitter potrete avere ogni giorno il mio Buongiorno sul vostro telefonino… Buone feste di primavera.
Farfalla | Domenica, 8 aprile 2012 @17:05
Maria. con quel tuo nome, proprio a Pasqua non potevi risparmiarti "acre bleu" che leggerei, se mi è concesso, Sacrébleu" ? nella mia profonda ignoranza, lo leggo come una leggera imprecazione Seguo poco il blog raramente leggo Grazia e non faccio parole incrociate e non vedo cosa c'è di sbagliato nell'incrociare Grazia con la settimana enigmistica quindi non capisco la tua malcelata irritazione. Buona pasquetta e leggi, leggi, informati e studia. io farò altrettanto.
Maria | Domenica, 8 aprile 2012 @06:17
Farfalla per essere una che segue Lisa hai perso la scommessa!!!
L'ho letta su Grazia . Et ma foi drôlement approprié acre bleu !!!!!
Lilabella | Sabato, 7 aprile 2012 @21:57
La primavera che nasce e fa rinascere noi ogni anno. Buone feste di primavera anche a te Lisa. Io ora sono sempre con il mio nick ma su iobloggo, quando ti va di passare sono lì. Un abbraccio
Farfalla | Sabato, 7 aprile 2012 @13:39
E' vero!!! Ma dove l'hai letta? Scommetto sulla settimana enigmistica.
maria | Sabato, 7 aprile 2012 @10:11
la culture c'est comme la confiture,moins on en a, plus on l'ètale.
(jean theodore delacour
LISA | Venerdì, 6 aprile 2012 @20:51
DOMO: "Pane e tulipani", del 1999, di Soldini, molto carino. Lei che viene "dimenticata" dalla famiglia a un autogrill, e decide a quel punto, d'impulso, di andare a Venezia, dove non è mai stata. E di iniziare un'altra, seconda vita... La storia, la svolta, mi ricorda molto un mio libro cult, "Per puro caso", di Anne Tyler, Guanda. Storia americana di una quarantenne, sposata, figli adolescenti, che dopo una mattinata in spiaggia decide che no, lei non torna a casa… e se ne va, in cerca di un'altra vita, con le scarpe da ginnastica ai piedi e il costume in borsa. Mai avuto la tentazione?
domo | Venerdì, 6 aprile 2012 @16:27
"la figlia che per amore rimane nell'aldilà - ma quando torna, ogni anno, è primavera"
Mi chiedo sempre, lo faccio con il rispetto di chi non puo' comprendere, perche' ci sono donne che talvolta scelgono di vivere nell'aldila' (figlia=donna) aldila' rappresentato da uomini fatti di tenebre, da genitori avvolti di luce oscura e poco chiara, scivolando verso il basso in questi rapporti, in queste lunghe e complicate storie di famiglia.
A volta tornano verso la luce, e allora e' primavera.
Quando incontro queste donne mi chiedo se sia l'amore che hanno in esse che le spinge verso il l'aldila' (che immagino freddo e poco luminoso e che associo al basso) lasciandosi scivolare fluttuando con i polmoni che si riempiono d'acqua, zavorra che inabissa.
Ma quando scelgono di tornare in alto...e' cosi' bello...
domo
Ps: per Lisa, Lisa pensando a Venezia di cui hai parlato ieri ricordi "Pane e Tulipani"? QUel bellissimo film dove Licia Miglietta scopre una Venezia poco turistica e dove ri-comincia a vivere?
LISA | Venerdì, 6 aprile 2012 @14:35
GIUSY: in verità la clemenza c'è anche nel mito di Persefone. Riassumo, e rispolvero la storia anch'io: Persefone, figlia di Demetra (dea della fertilità) e di Zeus, viene rapita da Ade, e trascinata nel suo regno, quello dell'aldilà; per i greci nel buio, delle profondità della terra. Demetra, disperata per la figlia, scatena brutto tempo e tempeste... Finché grazie all'intervento di Zeus si arriva a un accordo: Perfesone potrà tornare sulla terra, ma una volta all'anno, ogni sei mesi. E quando torna, le braccia colme di fiori e semi, è primavera. Il mito è quello della rinascita... (Secondo una versione più romantica, è Persefone che vuole rimanere nell'aldilà: mangia i semi del melograno, frutto legato all'oblìo, non costretta ma per rimanere con Ade, di cui poi alla fine fine si è innamorata. Ma i semi del melograno - uno per ogni mese - sono sei). Cliccate qui per trovare un altro Buongiorno legato a Persefone, quello del 17 dicembre 2010: "Sceglievo parole forti, per spezzare il ghiaccio".
http://www.lisacorva.com/it/view/351/
Giusy | Venerdì, 6 aprile 2012 @13:45
Ade e Persefone, Orfeo e Euridice: Il primo la porta giù, l'altro vuole riportarla su. Ma gli dei non sono clementi, Orfeo sbaglia e ne paga il fio. Mi chiedo se ci sia un mito nel quale è prevista la clemenza. Devo studiare...o qualcuna di voi può aiutarmi. mi stanno sfuggendo tante cose. Forse Gesù di Nazareth ha introdotto il concetto?
Giovedì, 5 aprile 2012 @08:11
"Venezia. L’unica cosa che potrebbe superare questa città d’acqua sarebbe una città costruita nell’aria."
(Iosif Brodskij)
Come amo le città d’acqua. Città di mare, di fiumi, di canali. Ma solo Venezia ha l’immobilità magica e liquida della laguna.
La frase di oggi è tratta da un piccolo libro Adelphi che è una lunga passeggiata e una grande dichiarazione d’amore per Venezia: "Fondamenta degli incurabili", scritto nel 1991 dal poeta russo Iosif Brodskij.
Giusy | Sabato, 7 aprile 2012 @14:43
Je me laisse bercer par les vers de Alfred de Musset juste comme une gondole...Ciao una a caso.
george | Sabato, 7 aprile 2012 @09:52
J'aim toujour la venis...
una a caso | Sabato, 7 aprile 2012 @08:32
Dans Venise la rouge /pas un bateau qui bouge ./Pas un pecheur dans l,eau / Pas un falot.Seul assis à la Grève/ le grand lion souleve ....Alfred de Musset a George Sand .
LISA | Venerdì, 6 aprile 2012 @08:46
LADY CHATTERLEY: un vago, vaghissimo ricordo. Una scena sul Lido. DOMO: tornare la sera, sull'acqua, a Venezia, nessun rumore se non quello della barca. Indietro di secoli. E trattieni il respiro. AMINTA: quante vecchie foto in piazza San Marco, quante storie intrecciate.
Lady Chatterley | Giovedì, 5 aprile 2012 @19:41
Morte a Venezia Thomas Man qualcuno ricorda questo breve romanzo o il film?
domo | Giovedì, 5 aprile 2012 @18:37
ho vissuto per lavoro a venezia, la sera tornavo a casa con una chiatta che lenta percorreva i canali, era silenzio, era onde frante sulle pareti dove dietro vivono persone, mangiano, ridono, fan l'amore.
La sensazione di passare tra le persone dentro le loro case e' piu' forte quando sono cosi' vicine a noi, al nostro cuore, alle nostre orecchie.
Venezia ti tira dentro, e non la scordi' piu', mai piu'.
dom
Aminta | Giovedì, 5 aprile 2012 @17:42
Mia nonna e le sue sorelle, eleganti nei loro tailleurs con gonna longuette e tanto di volpe al collo, tanti piccioni intorno e un bambino, mio padre. Foto d'epoca che conservo.
malu63 | Giovedì, 5 aprile 2012 @16:58
Venezia, ti porto nel cuore insieme ad un dolcissimo ricordo :)
Giusy | Giovedì, 5 aprile 2012 @14:44
Venezia è per me come l'ha descritta Lisa. Magica. Avevamo Chioggia come base e da lì col vaporetto e vari cambi si arrivava a piazza S.Marco. I miei figli, allora poco più che bambini, se la ricordano ancora e ancora contano di tornarci. Bei ricordi risvegliati all'improvviso. Basta cliccare...
Lis@ | Giovedì, 5 aprile 2012 @10:04
Io ho apprezzato "Venezia è un pesce" di Tiziano Scarpa e mi riprometto sempre di tornare a girovagarla con quel libro in mano, il naso all'insù a cercare tutti i riferimenti che solo un veneziano conosce..
Mercoledì, 4 aprile 2012 @08:07
"Quando me ne sono andata di casa, ho comprato un piccolo tappeto. Era il mio mondo arrotolato. Lo srotolavo in qualunque stanza, in qualunque alloggio provvisorio dove mi sia capitato di abitare. Era la mappa di me stessa. Invisibili agli occhi degli altri, ma racchiuse nel tappeto, erano tutte le stanze in cui avevo vissuto, per qualche settimana, per qualche mese. Quando dormivo per la prima volta in un luogo estraneo, mi sdraiavo sul letto e traevo conforto nel guardare il tappeto: mi ricordava che avevo tutto ciò che mi serviva, anche se quel che avevo era così poco."
(Jeanette Winterson)
I talismani che ci accompagnano nelle case, nel mondo. Una tazza, un cuscino, una coperta… Un tappeto.
La frase di oggi è tratta da un libro straordinario che sto leggendo in questi giorni: "Perché essere felice se puoi essere normale?" (Mondadori), la frase che la mamma adottiva disse a Jeanette Winterson, l’autrice, quando scoprì che la figlia era lesbica…
LISA | Mercoledì, 4 aprile 2012 @16:25
LIS@: no, ho solo un ricordo vaghissimo del film che Losey ne trasse negli anni Settanta e che, peraltro, non credo proprio di aver mai visto. "Espiazione" era un film bello, crudele; Keira Knightley, nella scena d'amore in biblioteca, con uno degli abiti più belli della storia del cinema, quello lungo e verde smeraldo.
giorgio | Mercoledì, 4 aprile 2012 @15:20
Conservo ancora i bellissime vestite...che mi aveva regalato mia moglia un abbraccio a tutti...
Lis@ | Mercoledì, 4 aprile 2012 @15:00
A proposito di romanzi, Lisa hai forse letto "Messaggero d'amore" di Leslie Hartley, recentemente rieditato? Ho letto trama e recensione su WUZ e mi evocava molto "Espiazione" di Ian McEwan, che mi era piaciuto molto... attendo tue opinioni, di cui mi fido, grazie! Un abbraccio.
L. | Mercoledì, 4 aprile 2012 @14:44
Il CD che mi hai regalato... con il tuo profumo spruzzato sopra, sempre con me.
Anonimo | Mercoledì, 4 aprile 2012 @10:24
Un puzzle..una federa di cuscino...un magnete...
Martedì, 3 aprile 2012 @07:42
"Bianco il nostro letto
di giorno
e calmo e teso
somiglia a un grande mare
che lieve la schiuma luccicante
appena increspa.
Bianco morbido e immobile
come un monte innevato
dignitoso e altero come
un ghiacciaio distante
che attende la conquista
e sfiora il sole"
(Paola Roman)
Bianco il nostro letto. Vieni. Riposa, col tuo sonno nel mio sonno…
(Le avete riconosciute? "Riposa, col tuo sonno nel mio sonno" sono parole di Neruda. Il letto bianco è quello che sogno per i giorni di pioggia in aprile)
Francesca | Martedì, 3 aprile 2012 @09:19
Che bello sarebbe stato restarci nel letto oggi con questo tempo nuvoloso-ma-non-piove che fa venire tanto sonno... E che fatica lasciarlo questo letto con lui accanto a me...
Lunedì, 2 aprile 2012 @08:56
"Era immersa nelle sue fantasticherie, e guardava fuori dalla finestra, senza neppure vederli, i campi di ranuncoli, o l’improvviso turbine argentato di margherite sull’argine vicino a una galleria."
(Stella Gibbons)
Quel flash argentato della primavera. Mi basta poco, oggi, per essere felice, per essere me.
(Il Buongiorno di oggi è tratto dal buffo, romantico, ironico: "I segreti di Sible Pelden", Astoria Edizioni, scritto nel 1938 dall’inglese Stella Gibbons. E ambientato, ovviamente, nella campagna inglese. Tra turbini argentati di margherite).
LISA | Martedì, 3 aprile 2012 @16:17
DOMO: così come la radice nascosta nel tuo nome: "dom", nelle lingue slave, casa. Che bello essere questo per voi.
Giusy | Martedì, 3 aprile 2012 @13:33
aggiungo: il mare di Ostia non è bello ma sempre mare è, bella invece è la pineta in primavera. basta deviare lo sguardo su presenze che non mi interessano affatto e mi riferisco anche alle auto parcheggiate in attesa...
Giusy | Martedì, 3 aprile 2012 @13:27
Che voglia di Navigli, annessi e connessi, mi ha ridestato Annetta con la bella descrizione. Anch'io sono un'appassionata ciclista, pedalando pedalando (tanto lo stiamo facendo in tanti metaforicamente) forse arriverò fino al mare di Ostia attraverso la pineta. Ancora ce la faccio...
domo | Lunedì, 2 aprile 2012 @20:10
il ritorno da un lungo viaggio, la prima doccia calda, le mail, leggere le poesie, le frasi, leggerti, leggervi. Ora e' casa.
annetta | Lunedì, 2 aprile 2012 @17:26
Andare in bicicletta sugli argini e vedere i declivi gialli di ranuncoli e bianchi di pratoline, punteggiati dell' azzurro degli occhi di maria, attraversando paesi silenziosi all'ora di pranzo..solo qualche lontano muggito. E il baluginio del Po, in lontananza, tra i pioppi.
Anche la campagna basso padana, a girarla in bici, ha il suo bel perchè...
Susy_Anne | Lunedì, 2 aprile 2012 @17:18
Adoro la campagna inglese.. *_* ;)
Domenica, 1 aprile 2012 @17:09
Sì, piaceri semplici durante la recessione. Ho cominciato con marzo, e continuerò ogni prima domenica del mese. Per marzo è andata così: sul tavolo ho ancora dei profumati giacinti in bulbo che stanno fiorendo, ho mangiato insalate di tarassaco, ho tirato fuori dei foulard dal fondo dell’armadio, ho spiato il ciliegio fuori dalla mia finestra, che pian piano ha messo le gemme ed è fiorito. E oggi mi sono fermata a pensare alle cose semplici di aprile. Ecco le mie. Raccontatemi le vostre…
Daffodils, e il cuore che balla. Ovvero la magia gialla dei narcisi, come l’ha raccontata Wordsworth: "And then my heart with pleasure fills/and I dance with the daffodils" (era il Buongiorno del 31 marzo del 2010. Recuperatelo in archivio. E’ bellissimo).
Togliersi le calze. Se fa ancora troppo freddo, è consentito barare: con i calzoni e con i leggings. Però intanto, che bello vedere le prime unghie laccate…
Asparagi, piselli & fragole. Non insieme, certo. Ma adesso arriva la stagione dei primi tenerissimi piselli, degli asparagi, delle fragole… Il momento di recuperare le vecchie ricette, e di provarne qualcuna di nuova.
Dipingere delle uova di Pasqua. Come fanno in Russia. Con i vostri bambini, o nipotini, se ne avete. Oppure anche solo per sé, per il piacere di averle a casa: in una grande ciotola uova sode che sono diventate rosse, verdi, blu, ma anche un po’ art, con grafismi e disegni. E sono meno peccaminose delle uova di cioccolato!
Curiosare in un vivaio. E comprare non solo delle nuove piante, ma le nuove erbe di primavera per la cucina: basilico, erba cipollina, menta, timo, quello che più vi piace e che profumerà la casa e i piatti.
Passeggiare (anche sotto la pioggia leggera di primavera). Perché a un certo punto pioverà, si spera!. E allora bisogna avere tutto quello che serve a portata di mano: un cappello e galosce antipioggia, per uscire lo stesso. Oppure un plaid, un angolo del divano, un nuovo tè, un libro che ci tenga compagnia. Mentre la pioggia scende leggera.
Fare il cambio armadi. D’accordo, per molti (me compresa) non è un piacere, ma uno stress. Però, in tempi di recessione, non è male scoprire di avere molto, molto più di quello che pensavamo; ritrovare vecchi amici (quell’abito-petali che non mettevamo da anni e che per fortuna non abbiamo buttato via), e soprattutto scoprire che certe cose non passano mai di moda. Tutto funziona. Basta saperlo accessoriare.
Scrivere a qualcuno: "Vorrei fare con te quel che la primavera fa con i ciliegi". O anche solo pensarlo. Le parole sono di Neruda, la magia è della primavera.
LISA | Domenica, 3 giugno 2012 @21:01
LELIX 68: Sì, lo conosco, e ne ho una vecchia copia, l'edizione rilegata in rosa... Mi ha tenuto compagnia sul comodino per tanti anni, ed è un po' un'ispirazione per i piaceri semplici che mi piace compilare sul blog.
lelix68 | Lunedì, 16 aprile 2012 @18:51
Ciao Lisa, ti seguo dai tuoi buongiorno di City e grazie a te ho potuto leggere libri davvero incantevoli. I piaceri di aprile. Conosci il libro "l'incanto della vita semplice" di Sarah Ban Breathnach? E' un libro diviso fra tutti i giorni dell'anno dove per ogni mese ci sono "le gioie semplici". Piccoli spunti. Il libro, con pensieri e aneddoti, affronta durante l'anno intero il percorso "per condurre un'esistenza serena e consapevole".Questo magnifico libro (Ed Tea/Corbaccio) è finito fuori catalogo e pare sia introvabile in Italia. Io ho scoperto di essere una delle poche fortunate ad averlo. Ma ho tante amiche che darebbero non so cosa per reperirlo. Chissà se tu hai qualche possibilità in più per vedere se fra tutti riusciamo a ristamparlo anche qui da noi? Il tuo blog è strepitoso!Complimenti^^
LISA | Martedì, 3 aprile 2012 @16:09
LIS@: wow! Aspetto nuove puntate...
Lis@ | Martedì, 3 aprile 2012 @13:10
L'ho fatto, ho messo da parte il pudore ed ho scritto a qualcuno: "Vorrei fare con te quel che la primavera fa con i ciliegi". E SO che è stato apprezzato...
Emma | Lunedì, 2 aprile 2012 @19:52
sono molto felice che tu, Lisa, mi abbia risposto...come Emma del libro ho quasi quarant'anni e sono alta un metro e cinquantanove...
Ti scrivo da Ravenna. E' stato il libro rosa che ha trovato me. Il taglio di capelli della ragazza disegnata in copertina è come il mio, il rosa è il mio colore preferito e vedere quella copertina è stato un tuffo al cuore. Non ci ho pensato su nemmeno un istante, è volato nelle mie mani e dopo poche ore l'avevo già letto tutto.Sono sempre stata convinta che niente accade per caso. Ora non ho più paura se dovrò esere una madre solo nel cuore.
Grazie!
Carla | Lunedì, 2 aprile 2012 @17:33
i fiori di pesco, i fiori di pesco, i fiori di pesco!
Sono appena stata in Romagna, è tutta una nuvola rosa...
e poi la marmellata di fragole che i miei bambini aspettano da un anno.
annetta | Lunedì, 2 aprile 2012 @17:20
...le zattere arancioni con la zeppa arcobaleno SIII....ed essere felice di esser donna...brava charlotte!
Susy_Anne | Lunedì, 2 aprile 2012 @17:19
"Vorrei fare con te quel che la primavera fa con i ciliegi"...
LISA | Lunedì, 2 aprile 2012 @16:58
CHARLOTTEFOREVER25: le strane idee che la primavera ti mette addosso...Hmmm. Mi piace!
Giusy | Lunedì, 2 aprile 2012 @15:25
Bello il concentrato di gioventù di Charlotte che incontra la primavera. Anch'io provavo sensazioni e desideri simili? forse si,non ricordo più di tanto, ma anche su di me, che di primavere ne ho tante, la primavera esercita un effetto tutto particolare. un desiderio di rinascita, forse.
Charlotteforever25 | Lunedì, 2 aprile 2012 @14:06
mettere per la prima volta i piedi nella sabbia, sdraiarsi al sole e addormentarsi credendo di non dormire, la pizza di Pasqua con quegli aromi misteriosi e antichi, andare a lezione di danza e uscire che il sole ancora illumina i capelli, eliminare la canottiera (sì, io porto la canottiera d'inverno altrimenti i miei reni si lamentano); vedere sbocciare fiori e rossori sulle guance, le strane idee che la primavera ti mette addosso, pianificare un viaggio con un'amica, avere conferma che l'empatia esiste. Vestirsi di chiffon e altre robe svolazzanti, comprare scarpe arancioni con zeppa arcobaleno, essere felice di essere femmina. Anche ad aprile 2012.
veronika | Lunedì, 2 aprile 2012 @08:33
Per dipingere le uova - si puo farlo anche colle amiche e un bicchiere di vino (versione "single" Slovena :-P - forse le uova dopo non saranno tanto chic... pero e divertente!
LISA | Domenica, 1 aprile 2012 @22:12
Cara EMMA, o meglio amica di Emma, aspirante madre, benvenuta. Ci diamo del tu, vero? Mi commuove sempre vedere che il mio primo libro, il libro rosa, trova anche a distanza di anni le persone giuste a cui parlare: spero che ti abbia fatto sorridere, che ti faccia compagnia. E spero che, arrivata qui sul blog con questo vento di primavera, tu ci rimanga. (E ovviamente mi piacerebbe sapere qualcosa in più su di te: quanti anni hai, da dove mi scrivi, com'è successo che il libro rosa sia arrivato nelle tue mani. Ma non insisto... Sono semplicemente contenta che tu sia arrivata. Buoni fiori di primavera!).
emma | Domenica, 1 aprile 2012 @21:00
...non la conoscevo, per caso mi è capitato il suo libro rosa tra le mani...e l'ho divorato..incredibile quante siano le cose che accomunano due persone completamente estranee l'una all'altra...Quel libro ha rappresentato per me una valvola da cui sfogare tutte quelle cose che non si possono dire a nessuno, ma che si vorrebbero urlare al mondo intero...
le mie cose semplici di aprile...vediamo un po'...
piantare dei fiori nuovi in giardino, adottare un secondo gatto, cercare in libreria altri testi che possano esorcizzare le proprie ansie...
grazie Lisa, grazie per le sue...confessioni.
annetta | Domenica, 1 aprile 2012 @19:08
Spiare i passerotti sul terrazzo di mia mamma che arrivano coi piccolini che non sanno ancora atterrare e si ribaltano quando toccano terra...farmi svegliare dagli uccellini che cantano all alba, un canto che mi dice che l estate si avvicina...svasare le piante e scoprire che quella che pareva morta sta mettendo qualche fogliolina..la vita continua...