Giovedì, 28 febbraio 2013 @08:32
"Impossibile dire quante volte ho pensato a questi fiumi, quante volte li ho sognati, quante notti ho sentito il loro richiamo, quando attraversavo città addormentate alla ricerca dell’acqua, alla ricerca del movimento dell’acqua, città addormentate, città asciutte, prive di un fiume…"
(John von Düffel)
Perché in una città cerco sempre il vento, e l’acqua.
In questi giorni sono di nuovo a Vienna, per lavoro. E mi rendo conto che, tra le vecchie pasticcerie e i caffè sempre affollati (anche se magari c'è chi legge più iPad che giornali), tra i palazzi imperiali, la neve che si scioglie piano per terra e i ristoranti con serra (ieri abbiamo pranzato nel ristorante ricavato nella vecchia Borsa, in mezzo a un negozio-vivaio di fiori e splendidi giacinti blu), ebbene, tra tutto questo cerco sempre, istintivamente, l'acqua. Quello che mi è sempre mancato a Milano. Il vento e l'acqua della città dove sono nata, Trieste, che una volta era il porto di questo impero. E c'é l'acqua a Vienna, quella del Donaukanal, i canale del Danubio, dove si affacciano nuove architetture. Il vento, e l'acqua.
Paola | Venerdì, 1 marzo 2013 @09:14
un grazie a Domo e un grazie a te Lisa! Sempre. Siete gentilissimi con me e grazie di esserci, anche se non ci si conosce qui dentro ci si sente sempre al sicuro. :) Buona giornata, finally, it's friday!
LISA | Venerdì, 1 marzo 2013 @08:18
Grazie, Domo! Paola, prova a guardare nell'archivio digitale (a sinistra), cliccando sui mesi di marzo dei vari anni.
Domo | Giovedì, 28 febbraio 2013 @18:21
Per Paola, lo puoi trovare in data 25 marzo 2010, con il commento di Lisa
"E’ il primo giorno mite di marzo
più dolce di momento in momento…
C’è una benedizione nell’aria,
quasi un’arrendevolezza,
una gioia che scende sugli alberi spogli,
sulle montagne nude
e sull’erba nel prato verde"
(William Wordsworth)
Giusy | Giovedì, 28 febbraio 2013 @10:58
Vienna mi ha lasciato un ricordo bellissimo, lontano nel tempo eppure sempre fresco. Verissimo, Lisa, i triestini non possono fare a meno di cercare il mare e il vento. Anche mio marito non amava Milano più di tanto...
Paola | Giovedì, 28 febbraio 2013 @10:48
Lisa sono sempre quella delle richieste io.. avresti per caso, per me, appena possibile e senza impegno una frase o dei versi che parlano e citano marzo? magari anche in passato li hai postati, non so, help! Grazie e buona giornata a tutte, a te e ai tuoi followers! :)
Francescasièsposata | Giovedì, 28 febbraio 2013 @10:16
Il Po, che mi fa compagnia mentre vado a lavoro a Torino, e il piccolo fiumiciattolo che scorre vicino casa, silenzioso e allegro!
Marinella | Giovedì, 28 febbraio 2013 @10:03
Buongiorno Lisa!
Leggerti, ormai è diventata una sana abitudine, come fare una corsetta di prima mattina verso il mio fiume...il Ticino!
Mercoledì, 27 febbraio 2013 @07:24
"Ma nello stesso tempo avevo la consapevolezza quieta che alla fine della strada saremmo stati insieme."
(Eshkol Nevo)
La quieta consapevolezza di te.
Giusy | Giovedì, 28 febbraio 2013 @13:53
...mi era sfuggito il tuo "qual'è..."
Giusy | Giovedì, 28 febbraio 2013 @13:51
Alle fin fine, mi fai sorridere Fra! chissà cosa mi spinge ad essere rispettosa delle altrui opinioni, ed essere solidale con chi viene offeso? (non sempre, purtroppo) Perché invece non interroghi te stessa sull'origine di questa rabbia che ti porti addosso? Fatti una domanda e datti una risposta, e cerca di convivere col tuo evidente malessere. Io non te ne voglio, davvero! E con questo, chiudo, qualsiasi sia la tua reazione.
Fra | Giovedì, 28 febbraio 2013 @13:09
Per Giusy: qual'è il patto di sangue, la segreta allenza, l'intima complicitá che ti porta sempre e comunque a dover sostenere e difendere l'altrui opinione? Consapevolezza dei limiti, pietas cristiana o civile, un feticistico e torbido mai confessato amore per i casatielli depressi? Poniti una domanda e con Ruzzle datti una risposta....
Giusy | Giovedì, 28 febbraio 2013 @10:53
Proprio così: fiducia e speranza senza presunzione, e caparbietà nel voler superare gli inevitabili "incidenti di percorso".
Cambiando argomento, anch'io la penso come Annetta, penso anche che, per alcune persone, viene spontaneo essere sgradevoli. Bello vivere così, sempre all'attacco?
lucy | Giovedì, 28 febbraio 2013 @07:34
belle parole......speriamo allora.
LISA | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @22:40
A me la quieta consapevolezza piace proprio perché non ha dentro presunzione, ma quieta, serena fiducia. E speranza.
annetta | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @22:12
Ha parlato Nostradamus. Amen e buonanotte.
Fra | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @21:04
Prima, poi, mai. La tua vita.
annetta | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @19:25
fra: la buona creanza che ci si aspetta (e che sarà ora di pretendere) dai frequentatori di un salotto letterario, per quanto virtuale, prevede che PRIMA di aggredire a priori una persona della quale non si condivide l'opinione si chiedano spiegazioni, si cerchi quantomeno di capire il vero senso che si voleva dare al proprio scritto. POI, semmai, si commenta in modo educato, ma non si aggredisce, MAI. Risparmiati le molotov che qui non servono e magari ti tornano più utili in altri tipi di attività. Buona serata anche a te
annetta | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @19:20
Grazie Lisa. Lo scorso weekend nevoso mi sono imbarcata nelle 1098 splendide pagine di Anna Karenina e temo che per un bel po' non inizierò altri libri. Ti ho chiesto questo perchè pur conoscendo e frequentando abitualmente un buon numero di coppie stabili di lungo corso, difficilmente senti dire che sapevano dal primo momento che sarebbero stati insieme una vita; ci speravano certo, ma - a distanza di venti, trent'anni di rapporto - si chiedono ancora come sia potuto succedere e si augurano che duri fino alla fine. Tanta sicumera dall'inizio spesso è presagio di una fine veloce. Ma c'è sempre l'eccezione che conferma la regola, perchè no!? Bonne soiree
LISA | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @18:56
Che alla fine della strada sono stati insieme. (Ti basta come bigino? per altri dettagli mi sa che dovrai leggerti il libro!).
annetta | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @18:46
Si, ma come e' andata a finire? Mi tieni sulle spine..? :-)
Fra | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @18:45
Non capirò mai perchè a tratti compaiono in questo luogo donne così frustrate e dai commenti così volutamente sciocchi...casatielle depresse senza ritegno e rispetto, specchio di alcuni personaggi che ci governano, beceri e inutili, peccato.... E che si fanno forza di questa loro sciocca volgaritá spalleggiate da altrettanto inutili amiche...
LISA | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @18:04
Eshkol Nevo è uno scrittore israeliano che ho incontrato a Tel Aviv (quando il nome dell'autore è in verde, vuol dire che cliccando sul nome trovate gli altri Buongiorno in archivio e altre informazioni). La frase è tratta dal romanzo da cui ho già sforbiciato alcuni Buongiorno, "Neuland" (Neri Pozza); e per la voce narrante del libro la segreta speranza è anche consapevolezza. A volte accade, e non solo nei romanzi: anche nella vita.
annetta | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @17:12
Che "cu..." questo/a eshkol (ma e'un uomo o una donna?). Nemmeno la segreta speranza, addirittura la consapevolezza di arrivare al capolinea assieme. Sarei curiosa di sapere come e' andata a finire..Lisa ci illumini?
lia.mo | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @13:06
Commovente e bella questa frase.....per me non sarà mai così, cerco la consapevolezza in altre cose e la certezza della forza in me stessa, da sola.
? | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @08:16
questa è la forza delle mie giornate .
Martedì, 26 febbraio 2013 @09:42
"Il vellutino nero del medaglione stringeva il collo con tenerezza particolare. Questo vellutino era una meraviglia e a casa, guardandosi il collo nello specchio, Kitty aveva sentito che quel vellutino parlava. In tutto il resto potevano ancora esserci dubbi, ma il vellutino era una meraviglia. Kitty sorrise anche qui, al ballo, dopo avergli dato un’occhiata nello specchio."
(Lev Tolstoj)
Quel velluto che parla, e gli abiti che ci danno coraggio.
No, non voglio parlare di elezioni. Non per vigliaccheria o per indifferenza, anzi. Voglio invece parlarvi di abiti. Non dei vestiti da red carpet indossati per la notte degli Oscar. Ma di Jacqueline Durran, meritato Oscar per i costumi di Anna Karenina. Che non sono ispirati alla moda e ai merletti dell’epoca, la San Pietroburgo di fine Ottocento, ma una rivisitazione di Dior e Balenciaga degli anni Cinquanta (e un trionfo di gioielli floreali di Chanel). Brava Keira Knightley, anche se non è l’Anna Karenina che mi aspettavo (pessimo invece Vronskji con quei suoi baffetti); brava l’inglese Jacqueline, che ci ha fatto sognare. Non è la prima volta che veste Keira: sono suoi gli abiti di "Orgoglio e pregiudizio"; e di "Espiazione" (l’abito verde, lungo e scivolato della scena della libreria è uno dei più sexy e azzeccati della storia del cinema). Più volte nominata agli Oscar, non ha mai vinto, fino ad oggi. E questo è l'insegnamento: non arrendersi, continuare a fare bene il proprio lavoro, continuare a credere nelle nostre idee e in quello che facciamo. Vale per gli abiti, e per la politica. Forse, a volte, anche in amore. E poi ci sono sempre quei pezzetti di velluto che ci danno coraggio. Indossiamone uno, oggi, ed usciamo.
Giusy (d\'antan) | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @16:01
...stati parafrasando ciò che disse Franz (francesco) Joseph alla notizia dell'assassinio di Elisabetta, ed era già carico di altri lutti. Gli è stato risparmiato l'ultimo, il più grave. Quindi, non esageriamo!
Fra | Martedì, 26 febbraio 2013 @17:30
Prima i risultati elettorali...ora il ritorno di una a caso...ma accidenti...nulla ci viene risparmiato....
Marta | Martedì, 26 febbraio 2013 @15:08
@fonico silenzioso.... Mi dedicassi mai a me una canzone...vabbè....
Giusy | Martedì, 26 febbraio 2013 @13:46
...oggi sì, mi piace questo silenzio, però quello che ci propone Domo è un silenzio mimato, quindi parla a modo suo e non so se questo sia il vero messaggio che ci ha dedicato e che apprezzo.
? ciao, una a caso!
? | Martedì, 26 febbraio 2013 @12:32
è la cosa migliore da fare
Hermione | Martedì, 26 febbraio 2013 @10:00
Mi hai fatto ricordare il mio nastrino di velluto con il medaglione che non indosso più da tanti anni. E' rimasto a casa di mia madre, custodito in un astuccio rosso. Nostalgia e tenerezza.
Camilla | Martedì, 26 febbraio 2013 @09:49
Grazie Lisa. Parole perfette in questa giornata di urla e ricriminazioni.
Penso al mio pezzetto di velluto. E sorrido nel sole di questa gelida mattina.
Buona giornata :)
Lunedì, 25 febbraio 2013 @08:06
"Le pietre dormono sotto la neve con sogni verdi nel cuore."
(Olav H. Hauge)
Abbiamo sempre dei sogni verdi nel cuore, quando nevica. Sogni verdi di cambiamento. Amore. Ed elezioni.
Vi ho già citato, più volte, questi versi del poeta norvegese Hauge (tratti da "La terra azzurra", Crocetti). Ma non sono mai diventati un Buongiorno. Forse aspettavano oggi: perché ci sono parole che ci aspettano. Oggi, giorno di neve, di attesa. Del cuore. E delle elezioni.
Francescasièsposata | Martedì, 26 febbraio 2013 @09:48
Fortunatamente la caldaia era quella dell'ufficio ma già ieri si è ripresa!!! Grazie per la solidarietà però, ho davvero apprezzato!!! :-)
annetta | Lunedì, 25 febbraio 2013 @15:12
che bello dormire sotto la neve...non amo x nulla l'inverno e avrei sempre desiderato poter entrare in letargo in autunno come una tartaruga di terra, risvegliarmi a primavera e stare sveglia giorno e notte fino alla fine dell'estate. Mi ci vorrebbe un computo delle ore di sonno su base annuale, non giornaliera...che meraviglia sarebbe, per me...
carla | Lunedì, 25 febbraio 2013 @14:22
noi, in tempo di recessione, abbiamo trovato una piccola stufa a legna.... è romantica e il legno scoppiettante fa compagnia, non si rompe nemmeno!
? | Lunedì, 25 febbraio 2013 @14:13
questi versi hanno ispirato belle emozioni !
Giusy | Lunedì, 25 febbraio 2013 @14:02
...la legge di Murphy applicata alle caldaie. Anch'io - se questo può consolare Francescanovella sposa - ci sono passata di recente eppure sono affezionata alla mia tredicenne caldaia traditrice. Alle prossime elezioni regionali voterò il mio apprezzato tecnico fuochista.
lia.mo | Lunedì, 25 febbraio 2013 @13:06
Bellissima questa frase, che fa presagire tante cose belle !!!! Ne abbiamo tutti gran bisogno......
Mi dispace molto per la caldaia rotta di Francescasièsposata, purtroppo le caldaie si rompono sempre quando fa un freddo terribile!
Francescasièsposata | Lunedì, 25 febbraio 2013 @10:30
E i piedi gelati, dato che la caldaia si è rotta!
Venerdì, 22 febbraio 2013 @08:44
"In politica, se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi a un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi a una donna"
(Margaret Thatcher)
Ma non ci sono abbastanza donne a cui chiedere. Non abbastanza.
Non mi è mai stata molto simpatica Margaret Thatcher (tranne che nel film The Iron Lady, dov'era una strepitosa Meryl Streep). Ma vi lascio queste sue parole, vere o non vere, e un pensiero per le elezioni di domenica: dove, come al solito in Italia, ci saranno pochissime donne che ci rappresentano, pochissime donne da votare. Un'occasione persa, per la democrazia e per il nostro Paese. Dove le donne - ricordiamolo - possono votare solo dal 2 giugno 1946, giorno in cui l'Italia scelse tra monarchia e repubblica. Così tanta strada ancora da fare.
Come ogni venerdì, Friday Lisa: il Buongiorno di oggi anche in inglese.
Ale USA | Mercoledì, 27 febbraio 2013 @18:31
In effetti, e non per fortuna, non è andata così: il 31 per cento degli eletti sono donne e il 40 per cento del PDF. Ma soprattutto l'età media e' finalemente calata... Il problema resta Grillo: lui, non le sue battaglie...
Giusy | Sabato, 23 febbraio 2013 @15:50
e aggiungo, per l'anonimo ?, che si dovrebbe fare distinzione tra chiacchiere e opinioni.
Giusy | Sabato, 23 febbraio 2013 @15:45
Mi piace l'opinione di Annetta. Per quanto mi riguarda, rarissime volte ho votato col sorriso, tante con la speranza di far bene, alcune con l'incertezza di un voto sbagliato. Montanelli è stato un grande giornalista ma di inciampi ne ha avuti varie volte nella sua splendida carriera. Quindi, non mi turo il naso perché spero ardentemente di poter respirare aria normale.
carla | Sabato, 23 febbraio 2013 @11:34
Anch'io come Annetta penso sia, comunque, importante andare a votare e vorrei segnalare questo piccolo libro:
"Marco Severini, Dieci donne. Storia delle prime elettrici italiane, liberilibri,"
io non l'ho ancora letto, ma penso che lo farò presto !
annetta | Sabato, 23 febbraio 2013 @11:21
Esattamente questo volevo sapere, se facevi politica attiva. Se lo fai, e fai bene, evidentemente ti riconosci in qualcuno dei leader attuali, al punto di dare loro il tuo contributo e il tuo sostegno attivo. Sono felice per te, a me purtroppo non succede. Nessuno mi convince, devo vergognarmene? Votero' chi mi sconvince di meno, e' un delitto? Alla fine quello determina l'esito delle elezioni e' dove metti la croce, indipendentemente dal fatto che tu la metta con la molletta sul naso o con il sorriso sulle labbra. L'importante e' votare.
? | Sabato, 23 febbraio 2013 @11:18
quante chiacchiere
Fra | Sabato, 23 febbraio 2013 @10:37
Cara Annetta, per te o zero o cento, vero? Nel senso che o ci si tura il naso (tu insegni) o ci si candida? Allora, tento di spiegarti... Ho sempre fatto attivismo di sezione, lavorando nel quartiere romano popolare dove abito. Questo vuol dire lottare per il diritto alla casa, al lavoro, al salario. Lottare insieme agli altri Annetta, senza turarsi il naso (scusami ma l'ho trovato così incredibile quello che hai detto) al momento del voto per un diritto così fondamentale e sapendo che c'è un fare insieme che porta al voto. Spero, spero, tu comprenda che non esiste solamente il candidarsi....
annetta | Sabato, 23 febbraio 2013 @08:59
Fra, facci un esempio pratico: tu come lotti in queste elezioni? Non ti chiedo ovviamente come voti, ma come lotti? Cosi, tanto per capire nella pratica...Ti sei candidata?
Fra | Venerdì, 22 febbraio 2013 @22:49
Il mio vuol essere un commento a spronarci tutti, donne e/o uomini, oltre il sesso, siamo anima e cuore. E siamo vive (vivi). E allora non serve turarsi il naso ma lottare. Carla credimi, nulla su di te, se non il sorriso a chi come te ci mette il viso e la passione.
fiorenzaccia | Venerdì, 22 febbraio 2013 @22:12
ci sono anche carriere verticali orizzontali o prone
Fio\' | Venerdì, 22 febbraio 2013 @22:06
W Carla però tutte quelle che ce la fanno perchè ce la fanno? Alcune per merito personale ed è dura altre per il per il personale ed è facile
carla | Venerdì, 22 febbraio 2013 @21:53
io non do la colpa proprio a nessuno, volevo semplicemente dire che io ci ho provato, ma non mi piaciuta l'esperienza. Ammiro, però, le donne che riescono a farcela!
Fio\' | Venerdì, 22 febbraio 2013 @21:30
fra che fai? la casatiella depressa? quella che diceenondice?confuso il tuo commento non ci ho capito una mazza. Mai letto niente di Pasolini eppure l'ho sempre stimato. Fiorenza rediviva.
Domo | Venerdì, 22 febbraio 2013 @20:05
Dovremmo tutti rileggere "Io so" di Pasolini e riflettere che nonostante tutto il grido e la denuncia non svaniscono....
Fra | Venerdì, 22 febbraio 2013 @18:50
"Belle" donne qui dentro: sempre pronte a dire che è colpa degli altri, degli uomini in amore, del fato nelle disgrazie, dei politici nella politica. Sempre pronte a turarsi il naso ad esaltare le proprie sensibilità e a condannare l'insensibilitá degli altri. Però così è comdo, così quel che noi donne non facciamo lo dimentichiamo o trascuriamo. Quel che ci fa comodo, quel che non vogliamo vedere, quel che preferiamo colorare anche quand'è in bianco o nero. Tanto, è sempre colpa degli altri...
carla | Venerdì, 22 febbraio 2013 @18:07
le donne in politica ? io ci ho provato mi sono canditata due volte per il mio comune: ho anche avute delle preferenze ( non tante, ma sono sempre stata la terza come quantità,) e sapete cosa vi dico? Le riunioni di partito sono noiose perchè si segretati parlano di alleanze, strategie, di lotta e quant'altro. le riunione durano ore e ore finiscano tardi ( tanto al mattino è la moglie che si alza, e nel qual caso io avevo sonno) e poi discutono se prendere una decisione.
No, non mi piace io sono un'appassionta ma vorrei parlare di idee e di decisioni e non parlare, tampinare il segretario per ottonere un sediolina.... no?
annetta | Venerdì, 22 febbraio 2013 @16:53
lia.mo..ecco io sono stata un po piu' caustica come e' nel mio stile ma sostanzialmente volevo dire quello che hai detto tu...concordo anche con giusy: W le donne, ma dipende da chi le sceglie e perche'. Minetti docet....
lia.mo | Venerdì, 22 febbraio 2013 @13:15
Ciao Lisa, io sono molto preoccupata per l'esito di queste votazioni, molto bella la frase di oggi, ma qui donne o no, sono sfiduciata e anch'io preferisco l'esperienza "vera" politica, pertanto non mi fido più di nessuno, andrò certamente a votare come sempre, ma molto sfiduciata. Buon fine settimana a tutti.
Giusy d\'a. | Venerdì, 22 febbraio 2013 @11:41
Lisa, sai che ho sbirciato nella lista dei ministri della "Iron Lady" e non ho trovato nemmeno una donna? (molti Lord, Sir, Earl) spero vivamente di sbagliarmi. In quanto al nostro Paese, è vero che le donne in politica non sono abbastanza ma io, per il momento, preferisco - dati alcuni illustri precedenti - la qualità alla quantità. In un recente passato, di signore con incarichi di alto prestigio e responsabilità ma incapaci, inadatte o indegne, ne ho viste un discreto numero. Certe figuracce anche in tivù....
Giovedì, 21 febbraio 2013 @09:41
"Quando parlano nei caffè
di amori, di libertà e cose simili,
come dire loro dell’amore distrutto
che resiste perfino nell’isolamento,
della giustizia che si fa nel caos
di migliaia di insulti e violazioni,
come dire loro della libertà che si conquista solo
dalle profondità di carceri asfissianti
che imprigionano ogni ora della nostra vita…"
(Titos Patrikios)
Parole forti per spezzare il ghiaccio. Libertà.
La poesia di Maram al-Masri di ieri è la voce di una donna che si batte, adesso, per la libertà del suo Paese, una Siria insanguinata dalla guerra civile. E anche la poesia di oggi, scritta nel 1963, tratta da "Poeti greci del Novecento" (Meridiani Mondadori), parla di questo: di amore e libertà, di prigione e paura e speranza. È stata scritta da Titos Patrikios, che fu compagno di carcere negli anni Cinquanta, in Grecia, di Ghiannis Ritsos, uno dei miei poeti preferiti. Parole forti per spezzare il ghiaccio. Non dimentichiamocelo, così vicino alle elezioni. Il nostro voto è libertà. Quanti hanno lottato, e sono morti, per questo.
annetta | Venerdì, 22 febbraio 2013 @14:17
giusy non lho presa sul personale; ci tenevo pero' a chiarire che il mio non era assoluttamente un invito a non votare, posizione che non condivido perche' non si esplicita in protesta ma in rinuncia ad un diritto fondamentale. votare senza fiducia e convinzione pero' non mi rende cosi speranzosa come altri...ecco...
Giusy | Venerdì, 22 febbraio 2013 @14:02
Annetta, le mie riflessioni sono di carattere generale e non ti riguardano personalmente. E votiamo pure in apnea, speranzosi di trovare sul fondale non una murena, né un pesce-gatto, ovvero tracina. Sperèmm. Almeno una soglioletta o un polpo, giusto per rallegrare il nostro desinare e quello altrui.
annetta | Venerdì, 22 febbraio 2013 @13:42
continuo a pensare a Montanelli e al suo antico invito a "turarci il naso". Ecco, votero' turandomi naso occhi e orecchie; la bocca per dire che me li sono turati pero' no.
annetta | Venerdì, 22 febbraio 2013 @13:39
domo e giusi: se fossi prona e passivamente rassegnata non perderei tempo a guardare dibattiti, ad andare a votare di domenica mattina..me ne,starei al calduccio in casa e que sera' sera'. invece andro a votare e ieri sono pure andata a ritirare la tessera sotto la tormenta di neve. Ma tra andare a votare il meno peggio, o quello che ti pare il male minore, ed essere convinto e fiducioso che stai scegliendo il bene per l'Italia e te stesso ci sta una bella differenza. Non rinuncerei mai al voto, e votero' ma di candidati che mi ispirino fiducia e entusiasmo non ne vedo.
Giusy d\'a. | Venerdì, 22 febbraio 2013 @12:33
...e mettiamoci pure una risatina amara, cito il Sommo Poeta come preveggente: "Ahi, serva Italia di dolore ostello..."
Per quanto riguarda il silenzio, suppongo che a volte nasconda rassegnazione, indifferenza e, a volte, una sorta di disfattismo molto pericoloso. Il nostro Paese lo facciamo noi e tutti noi siamo in parte responsabili di ciò che accadde e sta accadendo, ma lo penso e dico pacatamente, salvando ciò che di buono abbiamo ricevuto dal passato. Ho timore di chi urla e strepita, facile scaldare gli animi! qui ci vuole "calma e gesso" ovvero, ponderazione, come dice la pietra del Carso che ho come coniuge. Beh...ho esagerato. Effetti nocivi
della casalinghitudine a oltranza....
domo | Venerdì, 22 febbraio 2013 @09:29
Per Annetta, scusa ma sarà il tuo un "dignitoso silenzio"...che a me sembra un silenzio prono...e trovo anche fuori luogo che una persona in grado di pensare (quindi agire, dire, fare) arrivi a dire che non gli rimane che scegliere quale marca di grasso usare.... Spero che le tue parole siano una provocazione e non il segno di uno stato depressivo e già sconfitto modo di vivere.
annetta | Giovedì, 21 febbraio 2013 @23:22
giusy teoricamente ti do ragione, ma se guardo i pretendenti all'italico trono mi ritrovo a pensare che il mio voto non sara' un voto di liberta' ma di "minor schiavitu". chi mi rendera' meno schiavo, e di che cosa saro' meno schiavo? Preferisco obbedire all'Europa, alla Merkel, ai fantomatici "mercati", alla Lega e ai suoi federalismi, al Papa che si e'stufato pure lui, agli agitatori di popolo, alle corporazioni di sinistra, ai satrapi buffoni e alle loro mafie, ai vecchi capitalisti, ai nuovi fascisti...temo che nessuno, ma davvero nessuno di tutti costoro fara' il mio bene, devo solo decidere che marca di vaselina preferisco. Forse per questo ce ne stiamo tutti in dignitoso silenzio....
Domo | Giovedì, 21 febbraio 2013 @20:09
Oggi con i colleghi nella pausa delle interviste del film di Ravello "tutti contro tutti" (che consiglio sia perchè è una bella opera prima poi perchè tocca come argomento la casa e quel che si prova - e cosa succede - quando viene espropriata da altri...) parlavamo di politica e del voto, ancor di più sono convinto che al di lá di chi si voti sia fondamentale parlarne, comunicare agli altri le proprie speranze e le paure, condividere questo momento in cui tutto sembra in bilico e ognuno di noi un pò sballotato.
G. d\'antan | Giovedì, 21 febbraio 2013 @15:17
Spero che la mia ironica conclusione sia stata presa come tale. Mi spiace questo silenzio. Vero, parlar d'amore, di rimpianti, di equilibrismi sentimentali è più coinvolgente. E ancora più mi dispiace che non si vada oltre.
Giusy (d\'antan) | Giovedì, 21 febbraio 2013 @11:25
Eh sì, Lisa, hai detto bene. Il mio voto e quello dei miei sarà un un voto espresso in piena libertà, quella vera, quella della partecipazione. Quella libertà che non è e non sarà mai legata a piccoli illusori interessi personali ma a una visione più ampia del vivere civile.
Tanto,ho in mano una garanzia (carta canta) che mi restituirà l'IMU!!!!Che bello, c'è da crederci ciecamente, ottenebrati di tutta Italia, Alziamoci!
Mercoledì, 20 febbraio 2013 @07:32
"L’intravidi quel pomeriggio,
che sgusciava via come un ladro,
attento a non lasciare tracce dietro di sé…
Strappò le sue lettere,
e sul suo corpo
cancellò ogni impronta.
Dimenticandosi
che non ci sono crimini perfetti".
(Maram al-Masri)
Mi strappo di dosso tutto quello che sa di te. Ma non so come cancellare, dal cuore, l’impronta della tua mano.
Grazie a Hermione che mi ha segnalato la nuova poesia di Maram al-Masri, la poetessa siriana (ora in esilio in Francia) che apre, come sapete, anche il mio ultimo romanzo. Ci sono impronte incancellabili. Per questo diventiamo ciò che siamo.
annetta | Mercoledì, 20 febbraio 2013 @22:02
Beh se non funziona la candeggina emozionale, possiamo sempre provare con la coloreria...ve la ricordate quella pubblicita' splendida della casalinga che butta il marito bolso in lavatrice con la coloreria e ne tira fuori un ballerino cubano? Un genio quel pubblicitario...o forse quellA pubblicitariA...
lamaggi | Mercoledì, 20 febbraio 2013 @13:18
certo che poi togliamo lavoro agli strizzacervelli
Francescasièsposata | Mercoledì, 20 febbraio 2013 @10:38
Oh sì, lamaggi ha proprio ragione... La prima che lo trova, lo passa alle altre eh? ;-)
LISA | Mercoledì, 20 febbraio 2013 @10:30
Mi piace il commento splatter de lamaggi. Ogni tanto ci vorrebbe, un bel vanish emozionale (che magari funzioni anche con le persone!), nella vita.
Hermione | Mercoledì, 20 febbraio 2013 @09:42
E per chi pensa di poter cancellare le proprie impronte dal corpo degli altri . . . Buongiorno Lisa! Sapevo che ti sarebbe piaciuta questa poesia.
lamaggi | Mercoledì, 20 febbraio 2013 @09:21
difficile, indeed. nemmeno con vanish. che pur cancella tracce di sangue dai camici
Martedì, 19 febbraio 2013 @07:45
"La sua allegria, nient’altro che dolore divenuto coraggio."
(Joseph O’ Connor)
Tutto quello che possiamo fare con il dolore. Trasformarlo in coraggio.
Un’amica mi ha riportato un romanzo che le avevo prestato tempo fa, "Una canzone che ti strappa il cuore", Guanda (e infatti se cliccate sul nome dell’autore trovate i vecchi Buongiorno che avevo ritagliato dal libro). L’ho aperto, e c’era questa frase, che avevo sottolineato. Ora è anche vostra.
Marta | Mercoledì, 20 febbraio 2013 @10:15
Si, è bello, perchè pur non potendo essere fisicamente sul set per motivi di giusta discrezionalitá osservo i visi dei miei due colleghi (tuoi lettori) durante le pause e credo che ascoltino storie emozionate e profonde. questo mi sorprende perchè sono persone che, grazie a questo nostro mestiere, ne hanno viste e ascoltate tante, ma li vedo silenziosi e colpiti. Allora bello, si, perchè emozionarsi non solo per sentimento o per odio ma per il proprio lavoro è qualcosa di fortunato che non spesso capita.
LISA | Mercoledì, 20 febbraio 2013 @07:34
Marta, raccontato da te sembra bello davvero, il set, e la storia. Uomini e donne e i loro segreti. Il non detto. Quello che teniamo (anche, a volte) nei nostri telefonini. Quello che sta (a volte) dentro una poesia.
Fra | Martedì, 19 febbraio 2013 @19:31
Aminta, ti trovo un pò pesante con la presunzione del "sempre giusta son io". Pensiero mio, querelle finita qui. Besos
Marta | Martedì, 19 febbraio 2013 @19:15
@carla: è un set televisivo, al momento il cinema - complice le elezioni e l'instabilitá economica - langue. Il progetto sarebbe anche bello, una serie tv dedicata a quel che donne e uomini vorrebbero raccontare ma non riescono per vari motivi (lo sto semplificando), ma incomprensioni tra regia e autori stanno complicando molto le cose così come la presenza dei tecnici sul set, ma se non fosero presenti varie figure sul set la cosa non si farebbe se ci sono però potrebbero creare problemi, etc etc! E visto le persone che si sono presentate...poveri loro....!
Aminta | Martedì, 19 febbraio 2013 @19:00
Mi fai ridere Fra, a volte se ne ha bisogno. Ti auguro di non aver mai e poi motivo di ricordare passate difficoltà. Non ho niente a che fare con la depressiva pesantezza casatelliana che dimostri nei confronti di chi non conosci e di chi sa trovare serenità e sorriso.
Fra | Martedì, 19 febbraio 2013 @18:41
Miiii.....one more depress casatiell.... Sometimes (she) back...
Aminta | Martedì, 19 febbraio 2013 @18:36
Se mi sono espressa così avrò qualche motivo che mi riguarda personalmente, Carla, non parlo certo delle amiche di mia madre o di mia sorella. Non conosco il romanzo, non conosco l'autore e non traggo conclusioni da ciò che non ho letto e siccome non pretendo condivisioni, prendo atto del tuo pensiero.
carla | Martedì, 19 febbraio 2013 @18:03
Non credo che l'autore parli di allegria di facciata, credo, invece, che si riferisca proprio alle persone che hanno sofferto tanto per tutte le ragioni che dici tu Aminta e che spesso sono quelle più allegre proprio perchè devono affrontare la loro vita con coraggio lo trasformano in allegria. Io, almeno, ho in mente un'amica di mia madre che ha visto di tutto ma che ogni mattina si alza sorridendo ( anche adesso che ha un tumore).
Marta possiamo sapere se è un set televisivo o di cinema ?
Aminta | Martedì, 19 febbraio 2013 @15:04
Forse dovremmo "classificare" il dolore:per coloro che hanno perso un figlio, per chi ha perso casa e affetti e, infine, per chi ha perso il compagno di una vita o è stato abbandonato. Il coraggio sta nel saperlo affrontare e riconoscere le differenze. E l'allegria di facciata non è solo coraggio, è una forma di autodifesa, di orgoglio e di autostima. Così la penso e non pretendo condivisioni
Marinella | Martedì, 19 febbraio 2013 @09:35
Grazie Lisa, sempre felice di leggerti...
LISA | Martedì, 19 febbraio 2013 @09:03
Marta, buongiorno! E grazie: ora, sul vostro set, ci sono un pò anch'io (Solo che io non sarei silenziosa, ahimé, ma farei un sacco di domande a tutti. Meglio che sia presente solo su ipad...).
Marta | Martedì, 19 febbraio 2013 @08:57
Ma che bello questo sito!
Ora ho capito perchè i fonici di presa diretta sono sempre silenziosi: leggono il tuo sito, Lisa! Allora, su questo set (noioso) ci sono tre ipad con lo schermo colorato di verde: quello del silenzioso e gentile dentro fonico di p.d., quello del mitico uomo delle inquadrature e il mio, responsabile di produzione.
Pausa lunga causa dissonanze autori-regista, caffè e i tuoi frammenti, c'è anche il sole e avendo iniziato alle 5, ora va meglio, abbiamo di che riscaldarci!
Ciao
Lunedì, 18 febbraio 2013 @07:48
"Come a ogni conversazione bisogna di nuovo sbucciare via le sue difese prima di arrivare allo strato vero."
(Eshkol Nevo)
Ogni volta. Ma poi, strato dopo strato, a pelle nuda, finalmente ci sei tu.
La frase di oggi è dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, dal suo libro "Neuland" (Neri Pozza). L’ho conosciuto a Tel Aviv, durante il mio primo reportage design, che trovate su Elle Decor in edicola.
Anna | Martedì, 19 febbraio 2013 @09:59
Domo: equilibristi,sì, hai proprio ragione. Ed è un casino, sì, stravolgente e coinvolgente. Cercherò Philippe Petit, che non ho ancora messo sulla mia tavolozza di colori. Però ora, grazie Lisa, accendo lo stereo e mi metto a ballare Battiato. Buona giornata a tutti, che sia buona e colorata
Domo | Martedì, 19 febbraio 2013 @08:35
Cara Lisa, alcune volte penso che altro non siamo che equilibristi su di un filo sottile perennemente steso tra due anime e tra le mani l'asta composta dai nostri cuori.... Mah, bel casino....!
Anna...sono totalmente d'accordo con te...
Ho sempre amato un film (ed il libro da cui è tratto) - Man on Wire - che racconta la storia di philippe Petit, che stendeva un filo e attraversava il cielo.
Anna | Martedì, 19 febbraio 2013 @08:25
Non esistono le amicizie amorose, i francesi hanno un linguaggio sensuale, ma non capiscono poi molto. Esiste l'amore e l'amicizia, la perversa cocciutaggine di chiamare i pericoli "amicizie amorose", giusto perchè non si ha voglia nè umiltà di ammettere di sbagliarsi o di chiedere aiuto a chi sta in piccionaia e ci ama davvero. Esiste la stupidità che è insicurezza e diventa cattiveria. Esiste l'amore, che non chiede altro che semplicità e la possibilità di gridare il suo esistere. L'amore non è geometria, è una tavolozza di colori in cui rotearci le dita e diventare noi tela.
LISA | Martedì, 19 febbraio 2013 @07:45
Domo, e anche Camilla: forse è vero, ci sono amitiés amoureuses in bilico che poi ci fanno perdere l'equilibrio. E fa male. Altre, forse, che trovano un centro di gravità permanente. Miracolosamente.
LISA | Martedì, 19 febbraio 2013 @07:41
Patrizia fiorista: che belli i piccoli regali inaspettati e luccicanti che ci illuminano d'improvviso le giornate. Come fiori.
Camilla (che sta in bilico) | Lunedì, 18 febbraio 2013 @23:01
Amo questa frase. E le conversazioni che tolgono i vari strati. Mi ritrovo perfettamente in questa frase di oggi.
Penso che la regalerò. Al mio amico di una vita, amoroso e un po in bilico.
patri fiorista | Lunedì, 18 febbraio 2013 @20:01
Ciao Giusy, nessuna ricorrenza solo un regalo luccicante inaspettato e per questo così gradito. Anche il consorte è un pò cipolla, ma arrivata al cuore è tenerissimo. Felice serata a tutte/i Patri
Domo | Lunedì, 18 febbraio 2013 @18:59
Bè ma se sta in bilico...che amicizia è? Diventa un sottile gioco a non far sì che la troppa inclinazione faccia rotolare il tutto...
Giusy | Lunedì, 18 febbraio 2013 @14:34
Cara ragazza dei fiori, l'amicizia e gli orecchini hanno a che fare con una ricorrenza? aggiugerò i tulipani di oggi a quelli che ci hai regalato giorni fa. Giusy
patri fiorista | Lunedì, 18 febbraio 2013 @13:52
Posso fare un post che non che non riguarda la discussione?
Prima di iniziare il lavoro mi concedo un caffè coi fiocchi in una cremeria del centro,questa mattina ho incontrato una amica carissima compagna di partite a pinella,e mi ha sorpreso regalandomi un luccicante paio di orecchini verdi . Bello iniziare la settimana con amicizia e luccichii. Tulipani colorati per tutte/i. Patri
LISA | Lunedì, 18 febbraio 2013 @10:35
Marinella, grazie di avermi letto! Dopo la moda, il design. Dopo le it-bags, ora comincio a riconoscere le lampade. E mi diverto. Ma Tel Aviv è qualcosa di più. E' davvero una bolla di energia vitale, ai confini con la guerra e con la morte. Molto, molto interessante.
LISA | Lunedì, 18 febbraio 2013 @10:33
Allora, Domo, non era una vera amitié amoureuse, che sta sempre in bilico, sempre sull'orlo di tutto, senza distruggere niente. Ma forse ne sono capaci solo i francesi.
Giusy | Lunedì, 18 febbraio 2013 @10:32
Belli sia la frase, sia il commento di Lisa purché, strato dopo strato, non ci si trovi a sbucciare un uomo (o donna) - cipolla. Il tal caso, ci troveremmo fra le mani solo bucce lacrimose...
Domo | Lunedì, 18 febbraio 2013 @10:27
Quando la lei nella coppia intraprende una amicizia amorosa sfasciando, alla fine, la coppia stessa....
Marinella | Lunedì, 18 febbraio 2013 @10:14
...che ho letto con vero interesse. Ottimo pezzo, ottime foto. Brava!!!
LISA | Lunedì, 18 febbraio 2013 @09:50
Domo, tema interessante ma non sono sicura di aver capito. Stai parlando di un - scusa la metafora geometrica e non esatta, come sempre quando parliamo di geometria dei sentimenti - triangolo? Ovvero una coppia - una coppia che si ama; e di un terzo, o una terza, coinvolto in un'amitié amoureuse?
Domo | Lunedì, 18 febbraio 2013 @09:30
Posso esser onesto, raccontando qualcosa della mia vita? Non le sopporto le "amitiés amoureuses", non le sopporto assolutamente!
Perchè quando la persona che ami entra in una "amicizia amorosa" tutto si sconvolge e spesso chi ama si ritrova, dolorosamente, seduto in piccionaia (usulmente il posto più lontano dalla scena ma proprio degli appassionati...) ad osservare...
Perdona se sono uscito fuori rotta ma le tue parole mi hanno fatto venire in mente qualcosa, fortunatamente, di antico ma che ai tempi mi fece tanto soffrire quanto incavolare...
Ed era proprio questo accompagnare l'amico a spogliarsi di corazze e scudi, questo viaggio nel cuore di tenebra, a scompigliare il tutto nostro...
Intensamente emozionali... E l'altro, che ama, e le sue emozioni, che fine fanno?
Si, sono proprio uscito fuori rotta...ma ci sono cose che non di digeriscono...
LISA | Lunedì, 18 febbraio 2013 @08:53
A me invece, Domo, la frase di oggi ha fatto venire in mente che fatica, quando la persona che ci sta a cuore ogni volta si riveste di maglioni e difese. Ma che meraviglia, quando si fa, lentamente, spogliare. Non succede solo in amore. Ma anche in certe amicizie intensamente emozionali. Quelle che i francesi chiamano "amitiés amoureuses".
Domo | Lunedì, 18 febbraio 2013 @08:38
Buongiorno Lisa, la frase odierna mi ha fatto venire in mente Alda Merini, ed il suo eterno e implacabile scorticarsi per amore (almeno questa è la mia personale lettura dalle sue opere) e alla fine, dopo aver tolto strati di pelle carichi di se stessa scoprire e mostrare quel furioso e poetico suo cuore così colmo di amore spesso disperato, ma per questo così intensamente bello.
Venerdì, 15 febbraio 2013 @08:15
"Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso".
Questa frase è senza autore. O forse no. L’ho vista ricamata su cuscini, scritta a mano su un pezzo di carta a quadretti e fotografata, postata su Facebook e vagante su web. L’ho vista è mi è piaciuta, uno slogan di rivoluzionaria gentilezza in questi tempi così poco gentili. Così ho provato a cercare l’autore. Che, pare (ma chissa se è vero, se non è una leggenda web), sia una donna: Anne Herbert, pacifista americana, che lo scrisse una sera su una tovaglietta di carta in un ristorante a Sausalito, in California. Una sola frase – non è una scrittrice, non è una poetessa – che ha girato, come un incantesimo, tutto il mondo. Erano i primi anni Ottanta, dice la leggenda web. E io me la immagino, la ragazza californiana, magari con i jeans a zampa d’elefante e un gilet lavorato a crochet, reduce di manifestazioni e della spiaggia, con sogni e voglia di cambiare il mondo, magari solo con un piccolo gesto di gentilezza. Si può? Si può. La gentilezza rivoluzionaria è l’arma della straordinaria Aung Saan Suu Kyi, premio Nobel per la pace (leggete qui la sua frase che è diventata un mio Buongiorno: http://www.lisacorva.com/it/view/799/ ). Crediamole.
E, come ogni venerdì, Friday Lisa. Il mio Buongiorno in inglese. Basta cliccare nella parte english del sito.
Lilabella | Domenica, 17 febbraio 2013 @18:40
Pardon, la Littizzetto! :)
Lilabella | Domenica, 17 febbraio 2013 @18:39
Io non ci sono andata, l'ho vista in tv e ballato insieme a quelle donne! E mi è piaciuta la Littizzetta che ha ballato sulla scia di quella danza. Grazie Lisa per questo messaggio che hai continuato a lanciare nel web e, anche se con un pò di ritardo, faccio gli auguri di buon compleanno a Francescasièsposata!
Giusy | Sabato, 16 febbraio 2013 @14:07
Io sì!, virtualmente però! data l'età e la mia scarsa attitudine al ballo invece di scendere in piazza sono scesa nella mia cucina-fucina e ho partecipato, eccome se ho partecipato!
LISA | Sabato, 16 febbraio 2013 @12:16
E' vero, Carla, i flash mob al femminile (e danzanti) sono un modo diverso di scendere in piazza. Qualcuna qui nel blog è andata?
carla | Sabato, 16 febbraio 2013 @12:00
forse la vera rivoluzione degli anni '70 sta proprio in queste due parole gentilezza e bellezza! le donne che hanno manifestato in questi giorni contro la violenza maschile, infatti, hanno risposto ali numerosi femminicidi (e altro) con gentilezza e bellezza.... HANNO BALLATO!
La danza non è per definizione un movimento gentile e bello?
Non dimentichiamoci che noi siamo gentili e belle.
Francescasièsposata | Venerdì, 15 febbraio 2013 @10:01
Il tuo buongiorno diventa spesso il mio messaggio personale di skype e questa volta, ancora più di altre, è proprio la frase di cui avevo bisogno, non sai quanto, cara Lisa! Grazie!
Giovedì, 14 febbraio 2013 @09:17
"E solo allora aveva capito, pensò mentre l’aereo atterrava, e vedeva le luci della periferia fuori dal finestrino; solo allora aveva capito che cosa fosse l’amore. L’amore era guardare una persona e vederci una carta geografica del futuro, tutte le strade possibili, le deviazioni, le città inesplorate. Non era forse questo che aveva visto, che aveva voluto disperatamente, ossessivamente vedere nell’uomo che l’aveva portata sul Molo Audace? E lì c’era anche il brivido, certo. Il brivido di tutto quello che poteva essere, e non sarebbe stato. Dell’impossibile. In lui aveva visto una carta vasta come il mondo, con tutte le autostrade dove non sarebbero mai entrati insieme, i pedaggi non pagati, le metropolitane mai prese, le luci mai viste dall’alto di un grattacielo; e tutte le porte chiuse di appartamenti dove non avrebbero mai vissuto. Sì – chiuse gli occhi – l’amore era questo. Era anche questo. Le porte chiuse e le città sconosciute e gli aeroporti dove, con lui, non sarebbe mai atterrata. Ma l’amore era anche, e soprattutto, un battito del cuore. Era una strada, una strada fosforescente e luminosa; una strada sola che pulsava lungo tutta la carta geografica e illuminava, generosamente, il buio ".
Sì, oggi è San Valentino, festa zuccherosa. E oggi mi cito: questa è una pagina tratta da "Ultimamente mi sveglio felice", Dalai. Il mio ultimo libro.
Francescasièsposata | Giovedì, 14 febbraio 2013 @13:51
Cito anche io una delle mie poetesse preferite, Emily Dickinson, nella traduzione di Giuseppe Ierolli: Destatevi nove muse, cantatemi una melodia divina,
dipanate il sacro nastro, e legate il mio Valentino!
Giusy | Giovedì, 14 febbraio 2013 @13:45
...più che semplice, la considero spietata ma vera. Bello ricordare H.Hesse. in gioventù sono stata una grande estimatrice di questo straordinario, controverso scrittore.
Gabriella | Giovedì, 14 febbraio 2013 @13:22
ieri ho letto una frase semplice e profonda di herman hesse: senza amore di sè neppure l'amore degli altri è possibile. l'odio per se stessi è identico al flagrante egoismo e conduce alla medesima disperazione.
Mercoledì, 13 febbraio 2013 @08:32
"Se in un giorno di inverno grigio ed apparentemente interminabile riceveremo un piccolo mazzo di giacinti, accompagnati da due righe che dicano: "Cara signora, mi sembra che questi siano i primi giacinti della stagione: glieli mando, per ricordarle che la primavera è vicinissima"…".
(Irene Brin)
Giacinti. Ovvero perché, se in un freddo giorno d’inverno nessuno ti regala dei fiori, è meglio comprarseli da soli.
Il Buongiorno di oggi è tratto da "Dizionario del successo, dell’insuccesso e dei luoghi comuni", un piccolo manuale di galateo scritto da Irene Brin tra gli anni ’50 e ’60, e ripubblicato da Sellerio. Altri tempi. Quando gli uomini mandavano fiori e non whatsapp. Che invidia! Ma i giacinti ci sono ancora: approfittiamone.
Max | Martedì, 19 febbraio 2013 @16:28
Amen! Ciao ciao, peace and love
annetta | Martedì, 19 febbraio 2013 @13:55
max se lo frequento e' perche mi piace lo rispetto e lo considero una persona intelligente anche se preferisce andare allo stadio che leggere guerra e pace. Ma adesso dirai che sono snob perche snobbo gli intellettuali, vero? Hai poco da compatirlo: a lui di concessioni ne ho fatte e ne faro' ancora parecchie proprio perche' da uomo maturo ed intelligente non si sente sminuito se la donna che frequenta ha qualche interesse piu "intellettuale" dei suoi. Ma piantiamola li: io sono felice con chi sto, tu spero sia felice con chi stai, contenti noi contenti tutti.
Max | Martedì, 19 febbraio 2013 @08:43
Annetta, tu più che un uomo sembra che frequenti una scatolina di Lego... C'è il pezzetto "non particolarmente intellettuale (poco snob dirlo, hai ragione...)" poi quello " vabbè, però è piuttosto intelligente" e anche il pezzetto da dover limare un pò "almeno è auto ironico" che suona come " è un pò scemo, poco perfetto (come meriterei e aspirerei, ma in tempi di crisi non si getta via nulla, però lo riconosce e si auto prende in giro"... A lui la mia silente solidarietà.... A te le tue dolci moschettiere....
annetta | Lunedì, 18 febbraio 2013 @15:26
Grazie mille mie moschettiere! Un'altra volta, appena trovo l'ispirazione in qualche post di lisa, vi faro' ridere raccontandovi come l'uomo non particolarmente intellettuale ma piuttosto intelligente e auto ironico che frequento ha commentato le mie scelte di lettura...
Giusy | Lunedì, 18 febbraio 2013 @14:39
mi unisco incondizionatamente alla difesa.(l'esagerazione ,19 lettere, è volontaria).
patri fiorista | Lunedì, 18 febbraio 2013 @13:43
Ciao Annetta, che inizio settimana spumeggiante!!!! Mitica
Un abbraccio fiorito Patri
annetta | Domenica, 17 febbraio 2013 @22:37
e aggiungo...se un frequentatore di questo blog, quindi un uomo sicuramente piu intelligente, sensibile ed acculturato della media, per il semplice fatto di aver citato una mia lettura, peraltro assai poco impgnativa, anzi leggera, pensa che me la tiro, figurati gli altri!! in questo senso sono stufa...per fortuna che c'e' lisa che ci difende!
annetta | Domenica, 17 febbraio 2013 @22:17
Fra, di concessioni in questo senso mai ne ho fatte e mai ne faro', e fortunatamene di uomini che apprezzano le donne intelligenti ne esistono ancora ene conosco. Ma, di grazia, vogliamo contarli? Facciam che io conto le perle e tu conti i pirla e vediamo chi finisce prima... :-)
Fra | Domenica, 17 febbraio 2013 @22:01
@Annetta, e ti cito: "mi sarei anche rotta di millantare ignoranza per risultare più gradevole al sesso forte".
Ho la sensazione che tu abbia frequentato un sesso poco forte e assai sbagliato e,se permetti, che anche il tuo modo di porti verso esso (sempre citandoti: ...mi sarei anche rotta...) non sia stato dei più....lineari.... Forse troppe concessioni?
LISA | Domenica, 17 febbraio 2013 @20:56
Lady Chatterley, mitica.
Lady Chatterley | Domenica, 17 febbraio 2013 @20:44
riprendo uno dei commenti di Lisa. Forse il conferenziere anzichè alla moglie o compagna mandava il suo superglicemico sms all'amante di turno. apostrofo rosa tra le parole "c'ho da fare"
LISA | Domenica, 17 febbraio 2013 @20:36
Max, grazie del biglietto da visita virtuale, e penso anche di aver indovinato chi è il lettore appassionato che mi porta sul set. Giacinti per tutti!
Lilabella | Domenica, 17 febbraio 2013 @18:32
Io al mio ex marito regalai una volta dei Narcisi gialli ma anche lui non ha mancato di stupirmi con dei fiori. Ora non mi resta che sognare che, tutto sommato, non è male! Anche perché tra poco più di un mese è primavera!
annetta | Domenica, 17 febbraio 2013 @17:53
bytheway sono sul treno del ritorno e un ragazzo di fronte a me legge in religioso silenzio la biografia di agassi, libro che mi dicono essere molto bello. Mi permetto di preferirlo al managerino cafone di venerdi', a costo di apparire parecchio snob...
annetta | Domenica, 17 febbraio 2013 @17:38
Max, il tuo commento mi capita a fagiuolo! Una mia amica ha appena postato un bellissimo brano di Balzac nel quale si parla di una donna di buona istruzione "vantaggio non sempre utile perche costringe la donna a prendere parecchie precauzioni per evitare la pedanteria". Se ti avessi detto che stavo sfogliando Vanity Fair ti sarei stata piu' simpatica? Puo darsi, ma ahime' stavo leggendo Jane Austen, e sinceramente mi sarei anche rotta di millantare ignoranza per risultare piu' gradevole al sesso forte. In quanto ad origliare ti sbagli, ne avrei fatto volentiri a menoo, ma con un cafone che blatera di lavoro ad alta voce per due ore alle sei del mattino, ti sfido a leggere un libro in pace. Forse per sarei riuscita a guardare le figure su Vanity Fair...
Max | Sabato, 16 febbraio 2013 @20:37
Grazie della simpatia, assolutamente ricambiata così come rispetto e mi sta simpatica Annetta, a cui prego di acchiappare nelle mie parole il sorriso e la risata serena . Prendo treni e aerei, sono un operatore di ripresa nelle produzioni tv e cinematografiche, amico e collega di un tuo lettore che continuando a leggerti sul set nei momenti di pausa mi ha interessato al tuo sito web. Ed eccomi qui!
LISA | Sabato, 16 febbraio 2013 @17:29
Max, confermo: mi stai simpatico. Adesso però dicci: e tu in treno, se lo prendi, cosa fai?
Max | Sabato, 16 febbraio 2013 @16:30
Tento di spiegare il mio vedere: non trovo snob né Jane Austen (il suo orgoglio e pregiudizio pietra miliare di un esame di lett. angloamericana) né chi lo legge, ma...personalmente mi ha fatto sorridere il leggere" apro l'ebook e leggo Jane Austen". È l'ostentazione di ciò che si legge che trovo snob...tutto qui. Ovviamente con simpatia e rispetto per la signora che leggendo lavorando ascoltava non origliando lisa leggendo Jane Austen lambendo mentre il treno sussultando portando dormienti e telefonanti andava....
LISA | Sabato, 16 febbraio 2013 @10:48
Le schermaglie uomo/donna (anche via sms o whatsapp, la mia nuova droga digital) sono molto Jane Austen. Max, mi sei davvero simpatico, ma ti prego non definire Jane Austen (nè chi la legge) snob! Con Jane Austen il mondo è più leggero. Anche dallo schermo di un computer.
Max | Venerdì, 15 febbraio 2013 @22:48
Annetta...sei un pò sulla difensiva....anche te hai da farti perdonare il troppo tempo a guardare lo schermo? E permettimi di dirti che citare J.Austen...è un pò snob....
LISA | Venerdì, 15 febbraio 2013 @16:42
Però poi magari tutti, tra una videconferenza e l'altra, mandavano un sms iperglicemico alla fidanzata! O no? Lasciatemi sognare.
annetta | Venerdì, 15 febbraio 2013 @14:52
grazie giusy...mi stavo giusto chiedendo chi potesse essere l'interlocutore del videoconferenziere antelucano: o un suo collega italiano di karachi o calcutta, o un altro fulminato come lui. chissa' perche' ma voto la seconda :-) besos a todos!
Giusy | Venerdì, 15 febbraio 2013 @13:49
Annetta superlativa!!! Purtroppo non ho la penna del Manzoni per scrivere un romanzo sui comportamenti maschili...e non mi riferisco solo alla Pietra del Carso.
annetta | Venerdì, 15 febbraio 2013 @12:32
il dormiente quando si e' destato ha chiamato un paio di segretarie per richiedere dei documenti...e' stato molto gentile ed educato con loro...in effetti era il migliore dei tre!
LISA | Venerdì, 15 febbraio 2013 @08:25
Grazie per questa fantastica scenetta in diretta dal treno!
annetta | Venerdì, 15 febbraio 2013 @08:24
anche io sto viaggiando per lavoro. adesso cambio schermo, prendo l ebook e leggo jane austen...that's the difference...
annetta | Venerdì, 15 febbraio 2013 @08:18
Max, sono in treno per roma; di fianco a me tre uomini, colleghi di lavoro. Uno al pc risponde a email, uno al telefono in videocon su skype che parla di lavoro dalle sei, dico sei del mattino. Il terzo dorme. Anche io sono su uno schermo, ma almeno leggo le poesie di lisa. Uomini: meno lavoro e piu' attenzione per le vostre donne perche' se quello che dorme e' il piu' attraente dei tre siamo rovinate! Ps il videoconferenziere ha ricevuto una chiamata dalla sua donna alle sei, e l'ha condita via mooooolto veloce
Nidia | Giovedì, 14 febbraio 2013 @08:10
Abbracciandosi
si tien stretto il giacinto
il suo profumo.
Ciao Lisa
Max | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @19:24
Contento di averti fatto ridere...però credimi che é diventato più complicato il "gioco" del cercarsi con gli sguardi... O almeno questa è la mia esperienza (di single)...quanti occhi belli mi perdo perché sempre e solo diretti sullo schermo?!
LISA | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @19:07
Max, mi hai fatto ridere... Touchée. E, del resto, hai anche ragione! Meglio alzare gli occhi dallo smartphone. Se non ci sono uomini a guardarci, ci saranno i giacinti.
patri fiorista | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @15:36
Sono in pausa caffè dai preparativi di San Valentino, questo post mi chiama, oggi sono arrivati i primi narcisi fioriti e i primi lillà quindi ve mando una vagonata. Buon San valentino a tutte/i Patri
angie | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @14:08
comprati la scorsa settimana :) li adoro!
lia.mo | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @13:46
Che belli i primi fiorellini.....Come le primuline colorate che non so come fanno a sbocciare e vivere con questo freddo.....Certo è che questi fiori sono il presagio della primavera e quindi di buon augurio, sia regalati che autonomamente comperati !!!
Max | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @11:24
Donne...meno uots up facebuc tuitter esseemmeesse l'eterno smartphone in mano gli occhi bassi su di esso e più sguardi ai vostri compagni...
Marinella | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @09:54
Certo che i giacinti ci sono ancora e anche uomini che donano piccoli fiori alle loro compagne... Per fortuna in un mondo ipertecnologico c'è ancora qualcuno che ama essere se stesso, nonostante tutto. Buona giornata Lisa, grazie per i tuoi magici spunti!
Elena | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @09:30
"Uomini, meno whatsapp, più fiori". Buongiorno Lisa.
Martedì, 12 febbraio 2013 @08:51
"Anche nei nostri sogni nevica, ma una sola volta nella vita."
(Orhan Pamuk)
Non ho mai sognato la neve. Vorrei che nevicasse, nei miei sogni stanotte. Vorrei la neve, e vorrei te.
Il Buongiorno di oggi è tratto da "Neve", Einaudi. La storia di un poeta espatriato in Germania che torna a Kars, una piccola cittadina dimenticata, al confine tra Turchia, Armenia e Georgia. La neve cade, lui si reinnamora di un vecchio amore, gli integralisti islamici sono in rivolta, degli uomini vengono uccisi, e la neve cade, cade. Lui cerca di scrivere una poesia sulla neve. Un libro lento, forse troppo. Ma è la neve.
LISA | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @08:26
Che bello quello che hai scritto, Giulia. Soprattutto il tuo "penso che a tutte le donne prima o poi capiti una passeggiata sul Molo Audace con un uomo impossibile"... Buon dottorato, a te, in compagnia di Virginia (ma anche, a questo punto, di Benedetta).
Giulia | Martedì, 12 febbraio 2013 @13:56
Gentile Lisa,
le scrivo su suggerimento di un'amica per ringraziarla del suo libro "Ultimamente mi Sveglio felice" e raccontarle come l'ho scoperto.
Mi chiamo Giulia e sto concludendo un dottorato in letteratura inglese (ho scritto una tesi su Virginia Woolf). L'esperienza non è stata soddisfacente...anzi diciamo pure che mi ci vorrà del tempo per riprendermi. Fortunatamente per mantenermi lavoro anche nelle traduzioni e quel tipo di esperienza invece mi ha "salvato", permettendomi di restare sola in comunicazione con i testi. Nella tesi invece...troppe voci, troppi pareri. Ma questo non è affatto l'oggetto del mio messaggio!
Torno al suo libro: dopo la consegna della tesi io, avida lettrice da sempre, mi sono scoperta allergica ad ogni tipo di testo scritto.
Un'amica si è preoccupata di questa situazione e mi ha portato in una libreria alla ricerca di qualcosa che potesse sbloccarmi. Ed è così che ho trovato il suo libro: lei me l'ha suggerito colpita dall'allegria dei colori in copertina, io ho accolto il suggerimento perché il titolo mi ha fatto provare un moto di speranza.
Di solito quando scelgo un libro, apro a caso una pagina e la leggo: se il primo impatto mi piace, lo compro. E aprendo al caso il suo libro ho trovato la pagina in cui cita Maynard Keynes, di cui ho scritto nella mia tesi proprio in merito al matrimonio con Lydia Lopokova. L'ho considerato "un segno" e me lo sono portato a casa.
L'ho letto in tre giorni: sa che anche io avrei voluto mollare tutto e andare a studiare all'accademia di Grasse per creare profumi? Purtroppo l'idea è stata accolta come se avessi detto "voglio fare il varietà" e la questione si è ridotta al collezionismo.
Mi è piaciuta tanto la sua Benedetta. Penso che a tutte le donne prima o poi capiti una passeggiata sul Molo Audace con un uomo impossibile. Ho trovato commovente il dettaglio delle paillettes cucite nei vestiti e il rapporto con la madre.
E mi è piaciuto tanto come ha scelto di presentare il personaggio, per mezzo di piccoli dettagli, poco alla volta, con delicatezza.
La ringrazio perché, anche se involontariamente, mi ha aiutato a riprendermi da un momento piuttosto pesante.
Ho pensato di scriverle perché credo che agli autori faccia piacere sapere come i loro libri aiutino i lettori e come vengano scoperti.
Un caro saluto e i miei migliori auguri per altri, deliziosi romanzi,
Giulia
Ps: l'amica che mi ha consigliato di scriverle è la biografa di Virginia...l'aneddoto su Keynes era così bello che gliel'ho raccontato!
Lunedì, 11 febbraio 2013 @08:08
"Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare leggere".
(Mariangela Gualtieri)
Sii dolce con me. Regalami la nostalgia della tua dolcezza.
I versi di oggi sono tratti da "Bestia di gioia" (Einaudi), piccola bianca antologia della poetessa italiana Mariangela Gualtieri. Cliccate sul suo nome per leggere gli altri Buongiorno che le ho sfilato.
Lilabella | Domenica, 17 febbraio 2013 @18:09
Una poesia davvero speciale, grazie Lisa!
Francescasièsposata | Mercoledì, 13 febbraio 2013 @09:45
Siete tutte così affettuose, questo piccolo posto è proprio un'oasi di felicità!!!
Giusy | Martedì, 12 febbraio 2013 @21:38
Ecco!!! Ma lo sai Francesca novella sposa che il tuo compleanno quasi coincide con quello di uno dei miei figli? Buon acquario!!!
Giusy | Martedì, 12 febbraio 2013 @21:34
Eccomi qui Patri! Grazie dei tulipani. sono stata a Trieste e torno con un tantino di magone. Ma i fiori, anche virtuali, rallegrano sempre. Un caro saluto. Mi piacciono molto i tulipani e anche i bucaneve. Da bambina, li andavo a cercare.
carla | Lunedì, 11 febbraio 2013 @21:06
carezze luminose a chi oggi compie gli anni!
LISA | Lunedì, 11 febbraio 2013 @16:46
Che bello nascere in un giorno di neve. Che bello ricevere dei bucaneve, anche se virtuali. Aggiungo, agli auguri per te, Francescachesièsposata, gli auguri per chi nasce nei giorni di neve... E rubo qualche fiore virtuale per me.
Francescasièsposata | Lunedì, 11 febbraio 2013 @16:30
Ciao Patri, grazie per i bucaneve! Quanto alla neve, nevicava anche 34 anni fa...
patri fiorista | Lunedì, 11 febbraio 2013 @14:29
Ciao Francesca, in tutta questa candida neve ti mando un mazzo di candidi bucaneve. Buon compleanno.
Posso dire che sono spiazzata dalle dimissioni del Papa!!!!
Credevo fosse l'unica carica da cui non ci si potesse dimettere.
Ciao Giusy come va la vita? Ti mando tanti tulipani colorati.
Patri
Francescasièsposata | Lunedì, 11 febbraio 2013 @12:03
Oggi è il mio compleanno! E allora sì, che tutti siano dolci con me, che mi coccolino un po!!!
Venerdì, 8 febbraio 2013 @08:29
"Qui giace chi aveva il suo nome scritto sull’acqua".
Provo a scrivere il tuo nome. Scrivo sull’acqua. Scrivo sul corpo.
Il Buongiorno di oggi è di Keats. O meglio: è la frase che Keats, il giovane poeta inglese morto a Roma nel 1821, volle scritta sulla sua tomba, senza neppure il suo nome. L'ho letta ieri, al cimitero dei non cattolici, un luogo di calma, pietre e cipressi nel mezzo del caos di Roma, accanto alla Piramide Cestia. Davanti alla tomba ho ripensato a Keats come lo immaginò Jane Campion qualche anno fa in "Bright Star", un film di luce e leggerezza, un giovane poeta che si innamora di una ragazza che cuce vestiti e sentimenti. Ripensavo alle farfalle del film, ai prati fioriti. Agli stranieri che sono venuti a Roma per caso e qui sono rimasti, come Henrik Christian Andersen, lo scultore norvegese, amico di Henry James, che lasciò poi alla città l'atelier costruito da lui nel 1920, tra Piazza del Popolo e il Lungotevere: http://www.museoandersen.beniculturali.it/ . Ci sono stata ieri, perché un amico, Luca Lo Pinto, ha curato una mostra (aperta fino a fine febbraio) facendo "dialogare" le grandi, bianche, eroiche statue di Andersen con maschere e opere colorate di Luigi Ontani, artista fiorentino ora settantenne. E lì, in quest'atelier straordinario e quasi dimenticato dal tempo, ho visto, proprio ieri pomeriggio, il mio Buongiorno di ieri: un uomo e una donna che si abbracciano stretti, come se volessero rinchiudersi nel guscio e rinascere. Così, cent'anni dopo, una statua è diventata un verso di una poesia e una foto nel mio iPhone e un post su Facebook... Come viaggiano le poesie e le emozioni, attraverso i secoli.
A Roma sono stata anche in un "museo" speciale, quello del cibo: ovvero Eataly, a Ostiense. Tre piani di pasta e caffè e dolci, ristoranti slow food, pizze e carpacci: il meglio della produzione gastronomica e golosa in Italia. Quasi, appunto, un museo: da mangiare. Ero stata anni fa nel primo Eataly, in un luogo ancora più suggestivo, l'ex fabbrica Campari a Torino. Ma questo, tra i gasometri e i magazzini di Ostiense, ha un suo fascino quasi fantascientifico. Un'altra Roma. E per me, una nuova Roma.
E, come ogni venerdì, Friday Lisa.
Giusy | Martedì, 12 febbraio 2013 @21:27
Stamattina ho lasciato Trieste alle spalle e mi sono girata verso Roma (ob torto collo, come sempre mi capita)
Bello,Claudia, Il nostro incontro al Cimitero acatttolico, Un cimitero non cimitero, e il tuo commento mi fatto molto, molto piacere.
claudia mdg | Domenica, 10 febbraio 2013 @16:40
Davanti alla tomba di Keats, quando ci sono stata l'ultima volta, con Lila e Giusy, c'era un gruppo silenzioso di ragazzi, potevano avere 15, 16 anni, bello pensare che i ragazzi di oggi si incontrino ancora con la poesia, e che Roma sia anche questo. Tra i gatti e gli angeli di marmo ci siamo fermate per un saluto a Shelley e a Gramsci, e abbiamo inutilmente cercato Gadda, che forse non è lì. Sì, Roma è anche questo, e il paesaggio con il gasometro della Garbatella sullo sfondo per me, è uno dei più belli.,
Gabriella | Domenica, 10 febbraio 2013 @14:55
domani 11 febbraio 2013 sono 50 anni che la grandissima poetessa Sylvia Plath mise in atto il suo forno crematorio. C'è una foto che viene sempre riportata negli articoli su di lei : Sylvia e Ted Hughes giovani belli innamorati sorridenti che si guardano l'un l'altro. E' una foto che mi procura sempre un enorme strazio: la pena umana per una promessa di felicità mai realizzatasi.
LISA | Domenica, 10 febbraio 2013 @14:47
Ho messo nel mio archivio, come parole chiave, genitori, pagina, storia, vita, ho provato anche con romanzo, ma non ho trovato niente! Però ho trovato anche questa frase della Berberova. Spero che ti ispiri lo stesso. E ovviamente, se ritrovi il quaderno aspetto la frase, a questo punto sono curiosa!
http://www.lisacorva.com/it/view/6/
Gabriella | Domenica, 10 febbraio 2013 @14:40
grazie per la tua sollecitudine e gentilezza. non è quello, cara lisa. ma guarderò sul tuo link. chissà, si dice che casa nasconde ma non ruba ma questo quadernetto si è proprio volatilizzato! bisogna imparare anche questo. certe cose belle spariscono. come un mandala bellissimo che viene disperso nell'aria dai monaci. un abbraccio.
LISA | Domenica, 10 febbraio 2013 @13:36
Gabriella, sto cercando ma è difficile. Ho ritrovato in archivio questo Buongiorno dell'8 settembre 2008; potrebbe essere?
"Ho pensato: devo vivere come se fossi l’eroe di un romanzo. Fare sempre qualcosa di speciale, guadagnarmi sempre lo spazio sulla pagina. E’ molto difficile vivere così. I romanzi sono talmente ingannevoli: lasciano fuori tante cose. Gli anni di tedio, magari felici, ma di felicità tediosa. O tediosa infelicità" (Peter Cameron) Ma in fondo, non siamo tutti eroi del romanzo della nostra vita? Comprese le pagine che leggiamo più distrattamente.
Lilabella | Domenica, 10 febbraio 2013 @09:41
Come è bello immergersi nelle tue parole Lisa! Quando racconti parli al cuore sai? Beh, è vero, Roma ha dei posti davvero unici ed il verso sulla tomba di Keats ha impressionato anche me. Siamo state poco tempo fa io, Claudia e Giusy in quel cimitero. E' stato bello anche perché l'amicizia ed il confronto fanno esaltare anche esperienze così. Poi c'è Eataly e quel posto ti lascio immaginare perché mi appassiona ;)
Buona giornata!
marianna | Domenica, 10 febbraio 2013 @09:36
sei riuscita a strapparmi un sorriso ricordandomi due postii "speciali"
LISA | Venerdì, 8 febbraio 2013 @18:49
Idea, e Carla: molto lusingata, ma temo resterebbe un libro senza editore. Dentro ai miei romanzi, però, ci sono anche le città e i luoghi che visito col cuore. Pensateci: in controluce, in ogni libro, c'è un itinerario.
LISA | Venerdì, 8 febbraio 2013 @18:38
Gabriella, sono in viaggio e senza il mio archivio digitale. Controllerò di sicuro una volta tornata a casa.
Ana | Venerdì, 8 febbraio 2013 @13:48
* Eataly :)
Gabriella | Venerdì, 8 febbraio 2013 @12:36
non c'entra nulla lisa ma tu nel buongiorno cartaceo di almeno 4 anni fa riportasti la frase che diceva più o meno cos^ :che le storie dei nostri genitori etc restino a lato della pagina e non influenzino la pagina della nostra vita ora." non ho più- cercando per tutta casa - ritrovato quadernetto con questa frase (vi era appiccicato ilbuongiorno)..ora si è fatta "urgente" in questo periodo della mia vita in cui cerco di tessere le fila di un'autobiografia anche per ripartire..tu la ricordi? scusa l'irruzione incongrua ma non ricordo neanche l'autore e quindi non posso fare ricerche..un bacio grato.
carla | Venerdì, 8 febbraio 2013 @10:25
si regalaci una Richerche geografica!!
idea | Venerdì, 8 febbraio 2013 @09:50
....ripeto ...scrivi un libro sulle città e luoghi che visiti con il cuore
Giovedì, 7 febbraio 2013 @09:16
"Voglio chiudermi in un guscio con te e rinascere."
(Manuela Dago)
Rinascere. Ma solo insieme a te.
Manuela Dago è, insieme a Francesca Genti, una delle "poetesse artigianali" di Sartoria Utopia. Cliccate sul suo nome per saperne di più!
Lilabella | Giovedì, 7 febbraio 2013 @19:27
E' bello pensare che a volte si possa rinascere insieme ad una persona. Non è sempre facile ma credo valga la pena provare! Buona serata a te Lisa e a tutto il salotto verde!
Mercoledì, 6 febbraio 2013 @08:09
"Un romantico a Roma. Proposte 1965: un giro sull’ultimo
modello Fiat, una gita organizzata
a Ostia, l’opera alle Terme
di Caracalla (tutto esaurito) e la sera
una terrina enorme di spaghetti
in un ristorantino accanto al Tevere, in mezzo
a operai italiani e un mezzo litro
di vino acre, che brucia lo stomaco infiammato
mentre un tramonto color del sugo di pomodoro
tinge i muri che s’incupiscono
del ragguardevole palazzo dirimpetto
a Roma, oh, Roma!"
(Natan Zach)
Ci sono città, e tramonti, con il punto esclamativo. Roma!
Sono a Roma, oggi, per lavoro. E, anche se in questo momento piove, mi aspetto molto dal tramonto di stasera... Intanto, rileggo il mio Buongiorno: versi scritti negli anni Sessanta dal poeta israeliano Natan Zach. Sono tratti dalla sua antologia Einaudi.
LISA | Giovedì, 7 febbraio 2013 @20:42
Grazie Domo: la latteria mi ispira molto, e spero mi aspetti nel mio prossimo viaggio a Roma.
Lilabella | Giovedì, 7 febbraio 2013 @19:25
Sono contenta che sia stato così ;)
LISA | Giovedì, 7 febbraio 2013 @09:16
Ho visto un tramonto un po' atipico per Roma, tra i gasometri di Ostiense. Ma era bello lo stesso.
Lilabella | Mercoledì, 6 febbraio 2013 @21:20
Una domanda per te Lisa: sei riuscita a vederlo il nostro tramonto? Spero di sì! Grazie, hai portato il sole!
Domo | Mercoledì, 6 febbraio 2013 @19:53
tra campo dei fiori e piazza farnese c'è una antica latteria, con il piano in marmo, la vetrina dei cornetti e dolci, la parete colma di antiche lattine, e una signora antica anch'essa che con immensa gentilezza prepara delle tazze circolari e grandissime di cioccolato o cappuccino. È veramente uno degli ultimi angoli di roma e puoi stare lì a leggere per ore (almeno io faccio così) con una tazza davanti e la signora che mi guarda e sorride come le nonne sanno fare, nel retro dove si passa per andare al bagno nel cortile una poltrona dove immagino si riposi quando chiude. La prossima volta, cara Lisa, spero avrai il tempo per andare lì e bere con lentezza un cappuccino.
Stefania che scrive da Roma | Mercoledì, 6 febbraio 2013 @18:13
Lisa ci hai portato il sole!!! :-) ti manderò qualcuna delle mie foto!
Da Roma | Mercoledì, 6 febbraio 2013 @16:58
E infine, sole fu...:)
Hermione | Mercoledì, 6 febbraio 2013 @15:39
Tu vedi queste due città uguali - la città di dentro, la città di fuori - che si vengono incontro fino a combaciare sul limite vertiginoso della visione; e ti abitui a poco a poco a questo delirante gioco di specchi [...]
I vetri sono sempre un po' incantatori: una città, veduta così dietro un vetro dall'interno di un caffè, è tutt'altra cosa da quella nuda, esposta all'aria. Perché i vetri fermano alcuni raggi al loro passaggio e altri ne filtrano che vengono dall'invisibile; e lasciano così scorgere qualche cosa dell'essenza.
Giorgio Vigolo, "Le notti romane"
Lilabella | Mercoledì, 6 febbraio 2013 @12:34
Poiché io mi aspetto molto da questa città ero certa che Roma ti accogliesse col suo cielo. Hai notato che il grigio non c'è più? Chissà che bel tramonto ti aspetterà! Un sorriso cara Lisa :-)
Michela | Mercoledì, 6 febbraio 2013 @09:11
Anch'io la prossima settimana, dopo qualche giorno in Germania per lavoro, sarò a Roma per godermi il primo fine settimana assieme a colui che qualche mese fà era il mio sms-nuvola! :-)
Buon tramonto Lisa!
Stefania che scrive da Roma | Mercoledì, 6 febbraio 2013 @08:23
cara Lisa, la luce del tramonto oggi sarà tutta per te... buona giornata!
Martedì, 5 febbraio 2013 @07:33
"Sono convinto che a Vienna, quando non siete sferzata dal vento, vi riesca di avvertire la primavera. Le città spesso percepiscono le cose in anticipo, attraverso il chiarore della luce, un’imprevista morbidezza delle ombre, un bagliore alla finestra – il leggero sentimento di imbarazzo nell’essere una città… Per mia esperienza, solo Parigi e (in maniera ingenua) Mosca assorbono per sé l’intera natura della primavera, come fossero un paesaggio agreste."
(Rainer Maria Rilke)
La mia città, e un presagio di primavera.
Il Buongiorno di oggi viene da una lettera di Rilke che de Waal, l’autore di "Un’eredità di avorio e ambra" (Bollati Boringhieri) ritrovò nelle carte di famiglia: era indirizzata a sua nonna, Elisabeth Ephrussi. Ed erano gli Anni Venti. Niente male, vero, avere una corrispondenza con un poeta? (Il che mi fa sempre pensare alle corrispondenze di oggi. Grazie a Internet scriviamo molto, molto di più, che siano mail o sms o whatsapp; ma tutto è digitale, tutto andrà perso… O no?). In ogni caso, ho finito il libro, che mi è molto piaciuto. E in ogni caso, nelle città, in questi giorni, appena spunta il sole, c’è un presagio di primavera.
LISA | Martedì, 5 febbraio 2013 @23:29
Giusy, buona Trieste. Fa ancora freddo per andare a passeggiare sul sentiero Rilke. O forse, no.
LISA | Martedì, 5 febbraio 2013 @23:27
Gabriella: "come sono puntuali gli alberi a primavera" è bellissimo!
LISA | Martedì, 5 febbraio 2013 @23:25
Ly89: grazie per aver ricordato un film di Ozpetek che mi era piaciuto molto. Le tue parole nascondono un grande dolore. Se hai voglia di raccontare, sono qui, ti ascolto.
Stefania che scrive da Roma | Martedì, 5 febbraio 2013 @19:38
Ultimamente fotografo spesso i tramonti, meravigliosi e ampi dalla mia finestra. Il cielo di Roma ti fa fare sempre la pace con questa città.
Lilabella | Martedì, 5 febbraio 2013 @18:11
Sì, vero, Gabriella forse si tratta di guardare quel bocciolo di primavera che abbiamo dentro noi. Veramente dalle parti dove lavoro io a Roma il tempo non era proprio bello ma il cielo della mia città io lo adoro anche in questi giorni. Non ho girato molte città ma a Parigi sono stata e mi ricordo la sua luce! Sì, Lisa, avere una corrispondenza con un poeta è veramente piacevole anche di questi tempi ;-)
Gabriella | Martedì, 5 febbraio 2013 @17:39
anche a Roma..c'è un venticello freddo e soave ma nel contempo il presagio della primavera nell'aria..come i grandi poeti sanno cogliere i chiarori minimali di luce le ombre..anni fa una bimba cui facevo da baby sitter con la poesia dentro che hanno spesso i piccoli esclamò: " come sono puntuali gli alberi a primavera!" quel verso (involontario?) mi colpì tanto e desideravo condividerlo con lisa e gli altri / le altre fra noi perchè me lo porto impresso dentro.
Giusy | Martedì, 5 febbraio 2013 @15:40
Il sentiero Rilke: Duino-Sistiana e ritorno, dove il poeta passeggiava - su e giù- tra le pietre del Carso... Io non ho più una città o un luogo tutto mio dove posso avvertire la primavera. Questa stagione l'ho solo in me stessa. In fondo, e nel mio piccolo, mi considero "errante". Tra qualche giorno, sarò a Trieste, città non mia, città che amo molto e che sento come fosse mia. Un piccolo sfogo, di quelli che passano o si archiviano.
ly89 | Martedì, 5 febbraio 2013 @10:25
Oggi voglio regalartela io una frase:
"Tutti quelli che se ne vanno ti lasciano addosso un po' di sé. E' questo il segreto della memoria? Se è così allora mi sento al sicuro...perché so che non sarò mai sola"
(La Finestra di fronte)
Mi accarezza l'Anima la certezza che addosso ho ancora un po' di lei, che un anno fa è volata via...ancora così giovane, senza aver conosciuto il mondo. E allora, mi asciugo le lacrime e guardo in su. Perché lei c'è ancora. E' nascosta nei miei gesti, nelle mie parole.
Lunedì, 4 febbraio 2013 @09:28
"E poi si ricorda. All’improvviso è di nuovo in un ascensore così. E’ tutto di legno, le porte vetrate e istoriate; c’è persino una ribaltina di velluto rosso dove sedersi. Lo sa perché aveva provato a salirci in piedi, su quella ribaltina rossa, per arrivare al tasto dei piani: era così piccola, allora. Però sapeva contare, questo se lo ricorda; persino leggere, anche se non andava ancora a scuola. Sapeva contare tutti i piani, 1, 2, 3, fino al 6; ma l’ultimo piano, quello dove bisognava andare, cominciava con la D. "D come David", diceva all’uomo che la prendeva in braccio per farle schiacciare il tasto; "No, D come Dach", rispondeva lui, ogni volta. Perché erano a Vienna, e David era viennese, e parlava un italiano ingarbugliato, e Dach voleva dire "tetto", così le aveva spiegato lui, così le aveva spiegato la mamma. Perché la casa era all’ultimo piano: sul tetto.
Quanto tempo sono state, in quella casa? Benedetta ricorda solo che c’era la neve, e che David, l’uomo del tetto che si diceva Dach, la mattina apriva il grande portone e la faceva scivolare fuori sulla slitta, una piccola slitta di legno; la trascinava per quelle strade innevate e gelate. Ricorda che sopra la casa, in alto, proprio sul tetto che si realtà era il Dach, c’era un grande cervo; dalla finestra si vedeva il cervo maestoso, avrebbe potuto sporgersi e salirci sopra, volare sopra la città, quasi una renna di Babbo Natale".
Il Buongiorno di oggi non è una frase, ma una pagina del mio ultimo libro, un pezzettino di "Ultimamente mi sveglio felice". L’ho scelta perché ho passato il weekend da amici a Vienna, e sono tornata a casa loro, che è proprio la casa descritta nel libro: con un cervo sulla facciata… Siamo entrati in ascensore e ho chiesto: a che piano? D, Dach, ha risposto la mia amica, stupita, non te lo ricordi che abitiamo nel sottotetto? E infatti: Dach, tetto. Mi è venuto da ridere: nonostante l’avessi messo nel libro, me l’ero dimenticato. Succede così, a volte, con pezzi di mondo che ci ispirano, frammenti delle "vite degli altri", curiosità e ispirazione… Li raccogliamo, come conchiglie o ciottoli raccolti sulla spiaggia, li teniamo in tasca, e poi ce ne dimentichiamo. Comunque, ero stranamente emozionata mentre, nel vecchio ascensore, ho schiacciato il tasto di Dach.
Il mio weekend a Vienna è stato un weekend senza Sachertorte, ma con molte Wienerschniztel (passione del Consorte e, ormai, anche mia). E’ stato un weekend in cui ho scoperto che, come al solito, quando mi innamoro di una città, sento il suo cuore battere più forte nei caffè dei musei: stavolta è stato il caffè del Mak, il museo di arti applicate, con un enorme lampadario fatto di vecchie bottiglie di vetro. Ma mi è piaciuto anche un caffè-installazione, ovvero il ristorante e roof top bar dell’albergo disegnato da Jean Nouvel sul canale del Danubio, dove, all’ultimo piano, si beve o si cena con una vista straordinaria sulla città e sullo Stephansdom illuminato: grandi vetrate su Vienna, sulla Vienna del futuro; e sul soffitto, l’installazione della video-artista Pipilotti Rist, grandi foglie d’autunno colorate, e video di petali e colori che si riflettono nel tuo bicchiere. E poi una grande mostra al Leopold, il museo dentro il MQ, Museumsquartier, un vero e proprio quartiere di musei, caffè, workshop e librerie, in quelle che erano le scuderie imperiali. Il Leopold è il museo che raccoglie il meglio della sensualità di Vienna durante la Secessione, i dipinti di Schiele e Klimt; stavolta però mi ha stupito con una grande mostra su uomini nudi nella storia dell’arte. Proprio così, "Nackte Männer": c’è Schiele, certo, e uno straordinario schizzo di Klimt con un abbraccio tra un uomo e una donna, preludio al famosissimo bacio; ma anche quadri pop e buffi e irriverenti; e accanto agli eroi dell’antichità, i calciatori ritratti nudi in uno stadio, vestiti solo di calze e scarpe. E palloni, certo, nei colori della bandiera francese. (E' "Vive la France", del 2006, di Pierre & Gilles). Klimt si sarebbe molto divertito. Io, confesso, pure.
LISA | Lunedì, 4 febbraio 2013 @20:28
Aminta: direi di sì! A volte, però, anche l'Asia tutta. E Manhattan. E' un cuore con pulsazioni a intermittenza.
Aminta | Lunedì, 4 febbraio 2013 @20:15
Ho capito che nell'atrio sinistro del cuore di Lisacorva pulsa la Mitteleuropa..
LISA | Lunedì, 4 febbraio 2013 @18:35
Anch'io, ovviamente, ho una piccola iconica scatola di legno della Sacher. E la Sacher dell'Hotel Sacher è davvero buonissima, soprattutto se con panna; ma questo weekend ho preferito starne lontana. Sono già un po' pentita! All'Hotel Sacher sono persino andata a cena, due anni fa, una sera dopo l'opera. Vera Mitteleuropa reloaded! La cronaca è qui: http://www.lisacorva.com/it/view/343/
Michela | Lunedì, 4 febbraio 2013 @16:35
A Natale ho ricevuto in ufficio un pacco tramite corriere dove all'interno c'era la Sachertorte direttamente dall'Hotel Sacher di Vienna, confezionata all'interno di una cassettina in legno super carina! Ora la uso come portaoggetti in attesa di un weekend austriaco!
Grazie Lisa per le chicche che ci lasci :-)
idea | Lunedì, 4 febbraio 2013 @11:58
...perchè non scrivere un libro sulle città e sui luoghi che visiti con il cuore ?
Venerdì, 1 febbraio 2013 @08:17
"Ginger Rogers ha fatto tutto quello che faceva Fred Astaire: però all’indietro, e sui tacchi a spillo."
Equilibrismi.
Il Buongiorno di oggi è una fantastica battuta, ma senza autore: uno di quei "bon mots" che qualcuno pronuncia, e che poi fanno in giro dei salotti, delle televisioni, dei giornali, del web… Ho inciampato nella frase perché è diventato il titolo di un libro spiritoso, una raccolta di pensieri sul femminile: "All’indietro sui tacchi a spillo. L’impossibile arte di essere donna", di Tania Kinderley e Sarah Vine (Einaudi). Per la serie ridiamoci su, come sanno fare solo le inglesi. E cerchiamo di non cadere dai tacchi.
Tra un equilibrismo e l'altro (ci sono equilibrismi professionali, sentimentali, esistenziali), ricordate che mi potete seguire su Twitter e su Facebook. E in inglese: come oggi, come ogni venerdì, Friday Lisa.
LISA | Lunedì, 4 febbraio 2013 @09:53
Carla e Giusy, appassionate di etimologia (come me). Ho provato anch'io a curiosare sulle radici di "glamour", e in effetti le ipotesi più comuni collegano la parola allo scozzese "gramarye": magia, incantamento. "To cast the glamor" venne usato anche dallo scrittore Walter Scott, nel Settecento. E, ancora più indietro, "grammar", "gramatica", nel senso di tutto ciò che è studio e apprendimento, anche di arti occulte. Mi piace, in tutto questo, l'idea del glamour come, appunto, incantamento.
LISA | Lunedì, 4 febbraio 2013 @09:48
Aria: no, la casa di Fornasetti purtroppo non l'ho mai vista. Ma sarei molto curiosa di vedere i tuoi gioielli...
LISA | Lunedì, 4 febbraio 2013 @09:47
Bentornata, Afrodite, ovvero Aferdita. Spero tu abbia il libro peonia sul comodino!
Lady Chatterley | Domenica, 3 febbraio 2013 @20:00
Anch'io avevo infilato in uno dei miei post questa frase!!! A occhio e croce, quasi un anno fa. Mi fa piacere.
Aria | Domenica, 3 febbraio 2013 @14:59
Io me lo ricordo, eccome!, Fornasetti. I suoi disegni non smettono di ispirarmi. Anni fa fu il tema di una mia collezione di gioielli. Mi piace quell'atmosfera onirica che aleggia nei suoi lavori.
Per caso ti è capitato di visitare la sua casa, abitata ancora dal figlio e dalla moglie Betony Vernon?
afrodite | Sabato, 2 febbraio 2013 @23:41
Avevo scordato il piaciere di tufarmi nel tuo blog.che bel posto per riposare la mente stanca.bwgryw
Lilabella | Venerdì, 1 febbraio 2013 @22:05
Premetto che non riesco a stare sui tacchi a spillo! Sono troppo alti ed io non sono una persona in perfetto equilibrio..sto scherzando, non per i tacchi (davvero non riesco a portarli) ma per il mio equilibrio, ora l'ho raggiunto. Non è stato facile e tu Lisa ed alcune amiche conosciute tramite il tuo blog sicuramente avete contribuito se non altro per l'affetto che ricevo! Comunque sì noi donne davvero siamo capaci di tutto e non solo per amore! Ogni tanto però è bello sbilanciarsi e lasciarsi andare. Buona serata a tutti :-)
carla | Venerdì, 1 febbraio 2013 @21:19
non so il francese, perciò posso aver sbagliato la scrittura, e l'informazione l'ho ricavata dalla trasmissione radiofonica "L'accademia di arte grammatica"
oggi, imperverso! | Venerdì, 1 febbraio 2013 @15:50
Carla, sai che grinour non mi torna? non sarà per caso gris-gris noir? o gris- noir? perché gris-gris dovrebbero essere gli amuleti delle popolazioni nere dell'Africa. Confesso: sono andata a scartabellare il mio Petit Robert fedele compagno di tardivi approfondimenti, ma questa è una mia deduzione, magari sbaglio. bella però questa etimologia comparata. grazie! Giusy
carla | Venerdì, 1 febbraio 2013 @15:25
non è assolutamente pertinenete quello che sto per dirvi, ma siccome l'ho scoperto da poco vorrei dirlo qui dove anche le esperienze più tristi sono glamour.
Lo sapevate che la parola glamour deriva da latino "gramatica" che passa attraverso il francese "grinour" che vuol dire magia nera, per arrivare allo scozzese glamour che vuol dire stregare... così si passa al fascino della malia femminile .
Io l'ho trovato sorprendente!
Anonimo | Venerdì, 1 febbraio 2013 @15:03
...le civette, simbolo della saggezza. Surreale, sì! siccome mi è sempre piaciuto il misterioso Magritte (tutt'altro genere) come potrei dimenticare il contenuto del piccolo negozio di via Manzoni? giammai! G. d'antan
LISA | Venerdì, 1 febbraio 2013 @13:51
Stefania che scrive da Roma: le vertigini di quando finisce un amore.
LISA | Venerdì, 1 febbraio 2013 @13:51
Sono tornata ai commenti di mercoledì e a Fornasetti... Chi altro se lo ricorda, il mitico e surrreale designer milanese di cui ho appena scritto per Elle Decor? Qui le sue civette; http://www.fornasetti.com/it/
Giusy d\'antan | Venerdì, 1 febbraio 2013 @13:46
E sì! siamo brave anche come equilibriste.
Faccio una parentesi fuori tema che spero scuserete per dire a Lisa di tornare, per favore, sul Buongiorno di mercoldì. Ci terrei. Grazie
Stefania che scrive da Roma | Venerdì, 1 febbraio 2013 @11:45
Tra una vertigine e l'altra di queste giornate alcune cose per fortuna rimangono in equilibrio e me lo stanno dicendo anche i miei sogni. Ma a proposito di equilibrismi mi viene in mente uno dei miei film preferiti "Il cielo sopra Berlino" in cui si innamorano un angelo ed una trapezista. Qualche anno fa mi è stato dedicato un libro "Alla mia trapezista..." e quel libro è uno dei pochi che rimane, come un amuleto, fisso sul mio comodino. In questi giorni mi sento davvero una trapezista ma in fondo mi piace anche esserlo... e poi mi chiedo: e se qualche volta ci facessimo guidare (come nel tango, a proposito di ballo) ed imparassimo a lasciarci andare? :-) buongiorno a tutti!!!