Martedì, 25 settembre 2018 @09:38
"Non c’è niente che mi piaccia più dell’alba sul porto, in qualsiasi stagione".
(Joël Dicker)
L’alba sul porto è un doppio inizio: l’inizio del giorno, l’inizio del viaggio. E ci ricorda la bellezza della scelta. Perché è possibile partire, ma anche rimanere.
Questa frase, che è anche il mio #spillo su Gioia (uno degli ultimi! purtroppo), è tratta da un giallo che ho letto quest’estate, "La scomparsa di Stephanie Mailer" (La nave di Teseo), di uno scrittore che ho intervistato (sempre per Gioia). Compratelo il giornale! C'è anche il mio ultimo articolo... Di amore e orbiting (se non sapete cos'è, ve lo racconto).
L’alba sul porto, la luce sul porto: la luce che vedo quando mi sveglio a Trieste, sul mio golfo. Tutti i porti della mia vita, compreso quello di Helsinki, dove sono appena stata, viaggio nordico straordinario (e battello per un’isoletta con sauna, dove abbiamo anche fatto un timido bagno nelle acque ghiacciate finlandesi). Il porto di Sydney, i porticcioli delle isole del Mediterraneo con le barche dei pescatori…
Un amico velista un tempo mi disse: la felicità è per me svegliarmi in una camera su un porto. Una piccola pensione, un piccolo albergo, una stanza qualsiasi, ma con vista. Aprire la finestra e vedere le navi, le barche, le possibilità del viaggio. Partire ma anche rimanere: quello che penso io, le mattine fortunate in cui mi sveglio a Trieste, o comunque con l’acqua e l’orizzonte davanti agli occhi.
LISA | Giovedì, 27 settembre 2018 @09:39
Partire o restare, e non solo in una stanza che si affaccia su un porto. Partire o restare, nelle relazioni, sul lavoro, in amore...
Alessandra R. | Mercoledì, 26 settembre 2018 @09:00
In effetti, immaginando la mia vita in una dimora, di cui almeno una stanza si affaccia sul porto, mi sentirei combattuta: da un lato l'appagamento nel rimanere per poter guardare il panorama che si staglia davanti ogni giorno; dall'altro la voglia di partire e prendere il largo su una di quelle navi ancorate alla terra ferma. Partire o restare. Il potere della scelta. Il privilegio, anche, di poter scegliere se partire o rimanere. Io non ho panorami a cui affidarmi, e parto. La mia scelta.
Lunedì, 17 settembre 2018 @08:21
"Il giallo è un triangolo"
(Bauhaus)
Giallo, verde, blu, o forse oro? Ti ho scelto, colore del cuore, come mio alleato.
Questa frase, firmata semplicemente Bauhaus (ovvero la mitica scuola d’avanguardia di architettura, design e arte che fu fondata a Dessau nel 1919 su idea di Walter Gropius), l’ho letta sulle pareti della sede storica di Benetton a Treviso, dove sono andata pochi mesi fa, invitata nella giuria di Mittelmoda, concorso per giovani stilisti. L’ho fotografata e mi ha accompagnato sul telefonino, l’ho riscritta, ci ho pensato, ho cercato di capire cosa mi evocava…
Così nascevano i Buongiorno su City, così nascevano gli #spilli. Uso il passato perché purtroppo Gioia chiude: dai primi di novembre la redazione passa a Elle (nella stessa casa editrice), che diventerà settimanale. Mi spiace molto per il mio #spillo, e anche per Gioia, giornale storico (dal 1937!) che mi faceva simpatia. Ma le cose cambiano… Quindi compratelo ancora per queste settimane (giovedì, ad esempio, dovrebbe uscire anche con quello che è, ahimé, il mio ultimo pezzo).
E per gli ultimi #spilli, avete voglia di pensarli insieme a me? Mandatemi i vostri frammenti di poesia o di romanzo preferiti. Vi aspetto.
LISA | Martedì, 25 settembre 2018 @09:38
Anche poesie del passato!
Lilabella | Venerdì, 21 settembre 2018 @12:55
Cara Lisa, ma lo spillo può riguardare anche poesia del passato?
Avevo in mente un poeta e una poetessa di due secoli diversi ma a cui tengo molto. Un sorriso.
LISA | Martedì, 18 settembre 2018 @18:37
Ulia, la poesia è una lucciola: vero. Ed è anche vero che sono a un bivio, posso cercare un nuovo sentiero. Sperando sia pieno di lucciole.
Lilabella | Martedì, 18 settembre 2018 @17:50
Ci sono anche io! Non sai quanto bene mi hai fatto nel corso degli anni. Tu, con il tuo sorriso e quel tuo modo di guardare, osservare, ascoltare e sentire che è un sentire emotivo. Grazie cara Lisa.
Riguardo al triangolo giallo, verde, blu. Mi è venuto alla mente il grande Van Gogh. L'Arte che si fa vita e la vita che si fa Arte.
Un sorriso a te e a tutto il salotto verde. Lila
Carla | Martedì, 18 settembre 2018 @12:50
Io ci sono!!
Ulia | Martedì, 18 settembre 2018 @09:09
Carissima Lisa...che il vento ti scompigli sempre i capelli...respiro del mondo...vorrei che molti leggessero Resteranno i canti del poeta paesologo Franco Arminio che citasti più volte...lascio quindi due versi brevi...La poesia è una lucciola alle due del pomeriggio. Ed ancora...Ti restano due parole. Poi una sola. Spendila bene. Questo come viatico per la nuova strada che percorrerai, perché chi è ad un bivio può tracciare un nuovo sentiero. Un abbraccio e a presto. Ulia
LISA | Martedì, 18 settembre 2018 @08:53
La direttrice di Gioia, Maria Elena Viola, piace molto anche a me, per la sua spontaneità e - vero - per i suoi editoriali. Sarà lei la direttrice del nuovo Elle settimanale, quindi speriamo ci sia un angolino anche per me. Io comunque- finché qualcuno mi legge- ci sarò sempre qui sul blog!
Carla | Lunedì, 17 settembre 2018 @21:36
E quindi? Come evolverà il tuo blog? A noi comunque regalerai ancora i tuoi buongiorno? Io mi stavo molto affezionando a Gioia, mi piacevano moltissimo gli editoriali della direttrice. Credo sia, davvero, una donna spontanea e simpatica nel senso più autentico del termine, sicuramente determinata, ha uno spirito non convenzionale e non stereotipato del mondo femminile. Anche se, ad esser sincera, l'impaginazione del giornale mi sembrava troppo caotica. E a te, cara Lisa, che hai sempre un garbo inconfondibile nel descrivere il mondo femminile non hanno tu fanno tenere una rubrica su Elle? Magari la posta del cuore...saresti perfetta nella finta pasticciona Stella!
LISA | Lunedì, 17 settembre 2018 @12:15
Bellissima la frase di Modigliani, Francesca, grazie. E molto adatta a me in questo momento!
Venerdì, 7 settembre 2018 @07:30
"Rasoio: come tagliai la gola alla luce del sole".
(Janet Frame)
E all’improvviso, tutto quello che vuoi è solo una stanza in penombra.
Questa frase, che è anche il mio #spillo della settimana, è tratta da "Parleranno le tempeste" (GCE), ed è un regalo del mio amico M., spacciatore di poesie da sempre. Di Janet Frame, scrittrice neozelandese, ricordo il film "Un angelo alla mia tavola" che Jane Campion trasse dalla sua autobiografia… Era il 1990! Qualcun altro l’ha visto? Nuova Zelanda, dove non sono mai stata. Una terra che mi aspetta, spero.
Ma intanto, in questi giorni di fine estate, mi ritrovo a cercare e amare la penombra, a prepararmi per le prime brume e l’aria fredda dell’autunno.
Lilabella | Giovedì, 13 settembre 2018 @11:05
Cara Lisa, sono felice di questo. Sono i rimandi emotivi, i suoni dell'anima. Un sorriso a te e a tutti gli amanti del tuo salotto verde.
LISA | Mercoledì, 12 settembre 2018 @18:38
Acerbina: a me invece piacciono tutte le stagioni, tutti i piccoli piaceri legati a ogni stagione. E della poesia di Janet Frame mi piace quel "tagliare la gola alla luce del sole": perché a volte il sole accecante è troppo. Il piacere della penombra.
LISA | Mercoledì, 12 settembre 2018 @18:35
Lilabella, mi piace molto questo tuo passaggio: "Conto i passi come si contano i giorni ed è memoria, quello che sei stato".
Lilabella | Martedì, 11 settembre 2018 @16:21
Cara Lisa, scusami. Giornate un pò impicciate. Per fortuna ancora belle climaticamente. Ecco la mia poesia. Un sorriso. Lila
TITOLO: Ho settembre in fronte e il mare
Ho settembre in fronte e il mare. Un’onda mi bagna i piedi ed è già ricordo. Conto i passi come si contano i giorni ed è memoria, quello che sei stato.
Ritorni puntuale, con i cieli diversi e le nuvole a gonfiare memorie.
Tra le mani cave una conchiglia, il sussurro delle onde del mare, granelli di sabbia e di vita che (s)corre leggera.
Ho rubato un ricordo all’orizzonte.
Ho settembre in fronte e il profumo del mare.
Acerbina | Martedì, 11 settembre 2018 @08:19
Presa dalla marinière, non ho scritto dell’autunno. Odio il suo arrivo e mi viene sempre addosso quel mini-sconforto di fronte al freddo/buio che arriva e non finisce mai: così innaturale per l’uomo...era così bello andare in bici col vestitino, sentire il sole sulla pelle, guardare l’azzurro..
Non mi consola nulla: piumoni/té caldi in tazze Marimekko/stanze in penombra/libro+copertina/cinema a gogo/(eventuale)amante indimenticabile a scaldarti nella tempesta. No! Rivoglio l’estate almeno fino al 30 novembre. Poi allora, pensiamo alla neve...
Acerbina | Martedì, 11 settembre 2018 @08:12
Lisa, la mariniére é un must, chic sempre, ma nonchalante alla francese. Non è vero che allarga, mai avuto questa impressione...solo che, finita la mia era sentimentale francese, e frequentando Venezia, sembro ora po’ una gondoliera con mio grande disappunto. E la uso solo a Milano :-), cercando di tenere il naso all’insù
LISA | Lunedì, 10 settembre 2018 @20:03
Claudia mdg: ormai mi sono rassegnata... Ho capito che è un classico, un po' come le righe delle marinières (peraltro, se non mi sono mai comprata neppure una maglia a righe bianche e blu, e ci sto pensando, magari finisce che mi compro pure un cappottino leopardato!)
claudia mdg | Domenica, 9 settembre 2018 @11:32
Cara Lisa, ma la penombra basterà a proteggerci la vista dalle fantasie animalier che, dopo qualche anno di tregua, stanno tornando di moda?
LISA | Venerdì, 7 settembre 2018 @15:10
Certo Lilabella!
Lilabella | Venerdì, 7 settembre 2018 @11:41
Mi chiedo se mi piacerebbe la penombra. Magari vivrei bene in questo momento la serenità ma amo anche i raggi del sole e questo mese. Settembre qui a Roma dona una luce speciale e non solo al cielo.
Posso lasciare da leggere una mia poesia? Scritta fresca fresca (ieri) nel mio blog. Avrei piacere di condividerla con te e il salotto verde.
Un sorriso. Lila
Lunedì, 3 settembre 2018 @09:00
"Le coppie si lasciano o restano insieme per motivi imperscrutabili, magari anche perché lo stesso uomo che così spesso ti esaspera, riesce comunque a farti ridere."
(Helena Janeczek)
Voglio un uomo che mi regali sicurezza e leggerezza. Forse soprattutto leggerezza, che è la capacità di ridere insieme. E non avere macigni sul cuore.
Il Buongiorno di oggi, che è anche il mio #spillo su Gioia, è tratto da un libro che ho letto quest’estate, che ha vinto lo Strega ed è in concorso per il Campiello: "La ragazza con la Leica" (Guanda), di Helena Janeczek. E’ il racconto della vita di Gerda Taro, la fotografa bella e spericolata, l’amore di Robert Capa, che rimase uccisa durante la Guerra di Spagna. Una #donnaprimadinoi che mi incuriosiva da tanto – da quando vidi la prima mostra su Capa, fotografo e uomo che mi ha sempre affascinato. Il libro non mi ha convinto fino in fondo, ma l’ho letto volentieri: per capire di più chi era, questa reporter, questa donna innamorata e spericolata morta troppo giovane, questa ragazza con la Leica. Nel commento ritrovate delle parole di Calvino: "Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore".
LISA | Lunedì, 3 settembre 2018 @18:39
Allora davvero, Francesca, devi leggere anche la Janeczek! Gerda, un mito. Le mie preferite sono le foto che lui le scattò quando dormiva, a Parigi, di nascosto... Foto di un amore.
Carla | Lunedì, 3 settembre 2018 @18:30
Io penso che il ridere tra due persone sia fondamentale per la sopravvivenza della coppia. Altrimenti rimane solo l’esasperazione...

Mi chiamo Lisa Corva, e questo lo sapete. Sapete anche, se siete qui, che credo nel potere delle parole. E della poesia.
Qui troverete i miei Buongiorno: da trasformare in sms, ricopiare sull’agenda, far viaggiare via web… Talismano, oroscopo, cioccolatino, schegge di luce o di consolazione: usateli come volete. Troverete anche le mie interviste, i miei articoli di moda, i miei colpi di fulmine in giro per il mondo. E, ovviamente, i miei libri.
Mi potete anche trovare (a volte) in Piazza Unità a Trieste: la città dove sono nata, dove non ho mai vissuto, ma che continuo testardamente a considerare mia. Se vi avvicinate abbastanza, mi riconoscerete. Se non altro, dal profumo di rose.